20 Novembre 2025 - Sì è tenuto in Senato, a Roma, nel corso del pomeriggio del 19 novembre il convegno dal titolo “Italiani nel mondo: cittadinanza e identità – Come cambiano regole, tutele e servizi”, organizzato su iniziativa del senatore del Maie eletto all’estero, Mario Borghese, in collaborazione con l’Associazione europa mediterraneo ETS e l’associazione "Il Sud del Mondo" ETS.
L'incontro, che ha offerto un confronto approfondito sul fenomeno della migrazione italiana nei giorni nostri, ha proposto anche l'intervento di Delfina Licata, ricercatrice della Fondazione Migrantes, nonché curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo (RIM), che ha presentato i dati che modificano la visione comune sulla migrazione. “Uno dei problemi della questione italiani all’estero è quello che non si conosce l’Italia della mobilità”.
Alla luce del lavoro che sta alla base del RIM, Licata ha parlato di tre "bugie" alimentate in Italia anche dalla stampa: “Non siamo mai passati da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione. L’Italia è un paese dalle mobilità plurime, ma l’emigrazione non è mai finita”. Un altro fatto “smentito” dai dati è quello relativo ai cosiddetti cervelli in fuga: “il 66% di chi parte oggi ha infatti un titolo medio-basso”; inoltre “le persone non sono solo quello che fanno”. La terza "bugia" è quella relativa alla narrazione per cui molti richiederebbero la cittadinanza per convenienza: “Non è vero e non si può non guardare alla persona parlando di questi argomenti”. (fonte: Aise)
Primo Piano
L’Italia e il diritto dei bambini “a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative”
20 Novembre 2025 - Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l'organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali (Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, art. 31).
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Le buone pratiche ci sono. Ma non bastano
Progetti come "Sport e Integrazione" (promosso da ministero del Lavoro e Coni) o "Scuole Aperte allo Sport" hanno portato avanti migliaia di corsi gratuiti destinati a ragazzi di ogni origine. Nel 2024, grazie a questi programmi, oltre 30 mila giovani tra i 6 e i 14 anni hanno potuto avvicinarsi allo sport senza barriere economiche. Ma la verità nuda e cruda è che non basta. Troppe famiglie straniere, specie quelle arrivate da poco in Italia, ancora vedono lo sport come un lusso. Il 42% delle famiglie immigrate denuncia “costi troppo elevati” come prima causa di rinuncia, secondo Save the Children (Atlante dell’infanzia a rischio, 2024). E poi c’è il nodo culturale: in alcune comunità, soprattutto quelle più tradizionaliste, lo sport femminile resta un tabù. Le ragazze pagano il prezzo doppio: straniere e donne. Problemi di accesso ai programmi, maternità in giovane età per molte, paura di muoversi negli spazi urbani da sole, in certi orari e in alcuni periodi dell’anno per la grande maggioranza.E allora?
Allora serve quello che nel gergo da spogliatoio si chiama “gioco di squadra”. Serve che le amministrazioni comunali investano di più nelle palestre pubbliche. Serve che le società sportive si aprano, non solo per marketing, ma per missione sociale. Serve che si racconti, a casa, a scuola, ovunque, che lo sport non è un lusso: è un diritto. Serve anche cambiare qualche regola burocratica: abbattere i vincoli che ancora oggi complicano il tesseramento per ragazzi non cittadini, specie in discipline federali.Oltre il talento: la cittadinanza emotiva
C’è una linea invisibile che collega i grandi campioni ai ragazzini che sgambettano sui campetti di periferia. Si chiamano Sami, Nour, Fatima, sono ragazzini e ragazzine che vanno a scuola con Paolo, Sonia, Giulio, magari a 12 anni dribblano meglio di un ventenne, oppure sognano il basket, ma faticano a iscriversi perché la palestra più vicina è a sei fermate di bus. Loro non chiedono favoritismi. Chiedono solo una rete che non sia fatta di vincoli, ma di opportunità. Perché, come scrisse il grande Gianni Brera, “lo sport è bello perché premia chi osa, chi suda, chi sogna”. E allora lasciamoli sognare, questi ragazzi. Lasciamoli correre. Perché su quei campi polverosi si costruisce il Paese che verrà.(tratto da Elena Miglietti, "Come i giovani cittadini stranieri trovano casa su un campo da gioco" in XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, Tau Editrice, 2025)
Migranti in Usa, Leone XIV: “Dobbiamo cercare modi per trattare le persone con umanità, trattandole con la dignità che hanno”
19 Novembre 2025 - Papa Leone XIV ieri, nella ormai consueta finestra di dialogo coi media del martedì a Castel Gandolfo, ha parlato anche del documento dei vescovi Usa sul trattamento dei migranti negli Stati Uniti. Una lettera pastorale scritta per dire “no” alle espulsioni di massa, che esprime preoccupazione per la situazione nel Paese e ribadisce che sicurezza nazionale e tutela della dignità umana non sono incompatibili.
In merito, come riportato da Vatican News, il Papa ha espresso apprezzamento per lo statement dei vescovi definendolo “molto importante”. “Vorrei invitare, soprattutto tutti i cattolici, ma anche le persone di buona volontà, ad ascoltare attentamente ciò che hanno detto. Credo che dobbiamo cercare modi per trattare le persone con umanità, trattandole con la dignità che hanno”.
“Se qualcuno si trova negli Stati Uniti illegalmente, ci sono modi per farlo. Ci sono i tribunali. C'è un sistema giudiziario. Credo che ci siano molti problemi nel sistema. Nessuno ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero avere frontiere aperte”, ha sottolineato il Pontefice. “Penso che ogni Paese abbia il diritto di determinare chi, come e quando le persone entrano”.
Tuttavia, ha aggiunto, “quando le persone vivono una buona vita, e molte di loro da 10-15-20 anni, trattarle in un modo che è a dir poco estremamente irrispettoso, e c’è stata qualche violenza... Allora i vescovi sono stati molto chiari in quello che hanno detto. Vorrei solo invitare tutti gli americani ad ascoltarli”, ha affermato papa Leone.
https://youtu.be/h8BXgj-RGk8?si=LLqbbGjPJqhgefcj
“Italiani nel mondo: cittadinanza e identità. Come cambiano regole, tutele e servizi”. Un convegno in Senato
18 Novembre 2025 - Mercoledì 19 novembre, dalle 15:00 alle 18:00, a Roma, nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato (Piazza Capranica, 72), si terrà il convegno “Italiani nel mondo: cittadinanza e identità . Come cambiano regole, tutele e servizi”, organizzato su iniziativa del senatore Maie Mario Borghese, in collaborazione con l’Associazione europa mediterraneo ETS e l’Associazione "Il Sud del Mondo" ETS.
L’incontro intende approfondire uno dei temi più rilevanti per le comunità italiane all’estero: l’evoluzione della cittadinanza, i cambiamenti normativi in corso, il sistema di tutele e l’accesso ai servizi consolari. Un dialogo aperto tra istituzioni, esperti e rappresentanti delle collettività italiane nel mondo.
I lavori inizieranno alle 15:30 con i saluti introduttivi di Mario Borghese, del presidente di Europa Mediterraneo ETS, Armando De Bonis, e del responsabile scientifico de "Il Sud del Mondo" ETS Giuseppe Galati. Modera Raffaele Barberio, direttore di IF – Italia nel Futuro.
A seguire, dalle 16:00, interverranno Benedetto Della Vedova, segretario di Presidenza della Camera dei deputati, già sottosegretario agli Esteri; Toni Ricciardi, deputato della Repubblica italiana; Maria Chiara Prodi, segretaria generale del Cgie; Mariano Gazzola, vice segretario generale Cgie per l’America Latina; Silvana Mangione, vice segretario Generale Cgie per i Paesi anglofoni extraeuropei; Ricardo Merlo, componente Cgie, già sottosegretario agli Esteri; Delfina Licata, referente Ufficio ricerca e documentazione della Fondazione Migrantes; e mons. Antonio Staglianò, presidente della Pontificia accademia di teologia.
Il convegno vuole essere un momento di confronto necessario per analizzare le sfide che riguardano milioni di italiani all’estero e costruire proposte capaci di rafforzare diritti, servizi e identità. (fonte: aise)
Assemblea generale Cei, Zuppi: “progetti e azioni visibili” di fratellanza per “rilanciare una stagione dei diritti e di vera giustizia”
17 Novembre 2025 - Ha preso il via il 17 novembre con l’Introduzione ai lavori del card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), la 81ma Assemblea generale dei vescovi, in programma ad Assisi. Sarà papa Leone XIV a concluderla, giovedì 20 novembre, incontrando in vescovi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.
E proprio al Pontefice è rivolto il primo "pensiero di gratitudine" del presidente della Cei, "per aver accettato l’invito a essere con noi. [...] Ci predisponiamo ad accogliere la sua parola, occasione preziosa per confermarci nel suo magistero di unità e di pace".
Verso la conclusione della sua Introduzione, il card. Zuppi, riflettendo sul tema "Europa e Mediterraneo: per una speranza visibile", ha osservato che "in questo nostro tempo, attraversato da innumerevoli conflitti, segnato da immani sofferenze, nel quale abbiamo visto rinascere muri di divisione, in cui sperimentiamo atteggiamenti di chiusura e di esclusione spesso indirizzati verso gli ultimi, i poveri, i migranti, i carcerati… proprio questo tempo richiede segni di rinnovata fraternità, così come ci ha insegnato papa Francesco nella sua enciclica Fratelli tutti. La fratellanza, sognata, attesa, ambita, richiede progetti e azioni visibili per rimettere al centro l’eguaglianza tra tutte le donne e gli uomini di oggi, per rilanciare una stagione dei diritti e di vera giustizia per ogni popolo e nazione".
Da Volterra un seminario online sulla “Fratelli tutti”
17 Novembre 2025 - L'Ufficio Migrantes della diocesi di Volterra (PI) propone un seminario online sull'enciclica Fratelli tutti in 4 moduli, con un appuntamento al mese.
- Nel primo modulo - 17 Novembre 2025, ore 21 - sarà proposta un'introduzione agli scopi e agli obiettivi della Fondazione Migrantes e sull'Enciclica Fratelli tutti.
- Il secondo modulo - 12 Dicembre 2025, ore 21 - tratterà il tema "Fratellanza in un mondo confuso".
- Il terzo modulo - 19 Gennaio 2026, ore 21 - affronterà l'argomento "Etica sociale e politica nella vita comunitaria".
- L'ultimo modulo, dal titolo "Chiamata cristiana all'amicizia e al dialogo", in programma il 9 febbraio 2026, ore 21, si concluderà con la benedizione del vescovo di Volterra, S.E. mons. Roberto Campiotti.
Dal 17 al 20 novembre, ad Assisi, la 81ª Assemblea generale della Cei
17 Novembre 2025 - Sarà papa Leone XIV a concludere la 81ª Assemblea generale della Cei, in programma ad Assisi (Domus Pacis, Santa Maria degli Angeli) dal 17 al 20 novembre. L’incontro con i Vescovi si terrà giovedì 20, alle 9.30, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Non è prevista la presenza della stampa.
L’Assemblea, che si aprirà, alle 16.00 di lunedì 17 novembre, con l’Introduzione del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, avrà al centro delle riflessioni le linee di indirizzo e le decisioni a conclusione del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia.
Dopo l’approvazione del Documento di sintesi da parte della terza Assemblea sinodale, infatti, l’Assemblea generale è chiamata a confrontarsi su priorità, delibere e note elaborate a partire dal testo votato. Dalle istanze emerse verranno delineate le prospettive pastorali per i prossimi anni, da discutere nella prossima Assemblea generale di maggio 2026.
Martedì 18, dopo il saluto di mons. Thibault Verny, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, i lavori continueranno nei Gruppi di studio. All’ordine del giorno anche l’approvazione del documento “L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo” e la presentazione del documento “Educare alla pace”.
Nel corso dell’Assemblea, sono in calendario due momenti particolarmente significativi: la celebrazione dei Vespri e la preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi presieduta da mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e vescovo delegato per il Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Conferenza episcopale umbra, prevista per martedì 18, alle 19.15, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli; la celebrazione dei Vespri e la preghiera per la pace con un appello presieduta dal card. Zuppi, mercoledì 19, alle 19.00, nella Basilica Inferiore.
Alle ore 17.30 di mercoledì 19, presso la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, il Cardinale Presidente incontrerà i giornalisti. (fonte: Cei)
Al Festival della Pace di Brescia la presentazione del Rapporto Immigrazione 2025
17 Novembre 2025 - Lunedì 17 Novembre alle ore 17.30, a Brescia, presso il Complesso di San Cristo (Via Piamarta 9) verrà presentato il XXXIV Rapporto Immigrazione 2025 Caritas-Migrantes.
Verranno illustrati dati e riflessioni sull’immigrazione in Italia e a Brescia con un’attenzione particolare ai giovani e al continente europeo. La presentazione del rapporto rientra tra gli eventi del Festival della Pace, alla sua ottava edizione, che quest’anno ha come tema l’Europa.
Dopo la presentazione del Rapporto affidata al co-curatore Simone Varisco (Fondazione Migrantes), sono in programma una testimonianza di Jurgen Lleshaj (un giovane professionista di origine albanese) e una lettura, a cura della scrittrice Valbona Djakova. Modera l'incontro Franco Valenti (Cestim Verona).
L’ingresso è libero.
Info: 030.3722350 migranti@diocesi.brescia.it
Al Cpia di Rieti partono i corsi serali per l’apprendimento della lingua italiana e per il conseguimento della terza media
16 Novembre 2025 - La Caritas e l’Ufficio Migrantes di Rieti, per supportare le esigenze manifestate da molti lavoratori immigrati del territorio, annunciano l’avvio di un percorso di studio serale per l’apprendimento della lingua italiana e per il conseguimento della terza media. L'iniziativa è frutto della collaborazione con la Dirigente del Centro provinciale per l'istruzione degli adulti (Cpia), Geraldina Volpe.
Secondo i promotori, ciò risponde all’esigenza di una integrazione più responsabile permettendo agli immigrati di inserirsi nella società italiana e di contribuire al suo sviluppo: "All’interno della scuola gli immigrati possono crescere apprendendo la lingua e la cultura italiana, ma anche sviluppare un senso di appartenenza e di responsabilità verso la comunità in cui vivono. Passo importante per la coesione sociale".
Per chi fosse interessato, è possibile iscriversi al Cpia di Rieti e attendere l'inserimento nella lista di frequenza dei corsi.
Roma, Festival della cultura americana: la storia di frontiera di “Sister Blandina”
15 Novembre 2025 - Dal 13 novembre 2025 ha preso il via a Roma la IV edizione del Festival della Cultura Americana, l’iniziativa annuale promossa dal Centro Studi Americani. L’obiettivo del festival è, anche quest’anno, quello di rafforzare le relazioni transatlantiche e favorire un dialogo costante tra istituzioni, studiosi, professionisti e cittadini italiani e statunitensi.
Tra gli appuntamenti in programma, il 17 novembre alle ore 18 - presso il Centro Studi Americani in via Michelangelo Caetani, 32, - la rappresentazione teatrale di “Sister Blandina, Le avventure di una suora nel Far West”, un racconto teatrale di Massimo Minella: una narrazione sorprendente che porta alla scoperta di una pioniera e di un personaggio straordinario della frontiera americana. Introduce l'evento Paolo Masini, presidente della Fondazione Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana.
E’ possibile accreditarsi all’evento mandando una mail a event@centrostudiamericani.org.
A Rivarolo (MN) si inaugura la “Bottega d’Arte” dell’Associazione Madonnari Rodomonte Gonzaga
14 Novembre 2025 - Il 15 novembre 2025, a partire dalle ore 17, l’Associazione Madonnari Rodomonte Gonzaga APS inaugura la sua "Bottega d'Arte" presso la sede rinnovata di Palazzo del Bue di Rivarolo (MN). Sarà presente all'evento anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo.
La Bottega d’Arte deriva da un’idea del Maestro Dario Sanguanini, restauratore rivarolese e ispiratore dell'Associazione. Egli immaginava un luogo in cui diversi artisti o aspiranti tali potessero incontrarsi, lavorare insieme e imparare gli uni dagli altri, secondo le attitudini e le predisposizioni personali. Dove i più esperti potessero insegnare ai più giovani, o semplicemente ai desiderosi di apprendere, varie tecniche pittoriche: arte madonnara, gessetto, disegno, carboncino, olio, acrilico, tempera, acquerello, affresco, ceramica, doratura e tecniche miste.
Oltre alla Bottega dedicata al maestro Sanguanini sarà possibile visitare:
- l’esposizione permanente dei quadri di don Renato Laffranchi (al quale è dedicata una stanza);
- una selezione di lavori realizzati dai ragazzi dei corsi organizzati dai Madonnari;
- una mostra delle opere dell'Associazione;
- una raccolta di fotografie scattate a Roma in occasione del Giubileo 2025 dedicato ai “Pellegrini di Speranza / Peregrinantes in Spem”.
L’Associazione Madonnari "Rodomonte Gonzaga"
L’Associazione si è costituita come gruppo informale nel 2005, formato da persone appassionate di arte, sotto la guida del Maestro Dario Sanguanini. Nel 2012 il gruppo ha assunto una veste ufficiale, trasformandosi in Associazione legalmente registrata APS. Dal 2022 è iscritta al RUNTS. In questi 20 anni - dal 2005 ad oggi - è cresciuta, tessendo relazioni a livello nazionale e internazionale (Spagna, Belgio, Germania e Messico). Il modus operandi dell'Associazione si basa su valori di volontariato, condivisione e valorizzazione del patrimonio artistico. Secondo i responsabili dell'Associazione "l’arte universale parla a tutti, divenendo ponte tra generazioni e popoli. Siamo convinti che sia una forma di comunicazione universale pacifica e uno strumento di crescita personale e collettiva".
L’intervento di mons. Felicolo all’incontro di formazione dei cappellani filippini
13 Novembre 2025 - Dal 10 al 14 novembre 20 cappellani filippini, che accompagnano le comunità cattoliche di connazionali in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, si sono riuniti a Roma presso il Pontificio Collegio Filippino per un incontro di formazione promosso e organizzato da d. Gregory Ramon Dacer Gaston, coordinatore nazionale dei cappellani filippini.
Nella sessione del 13 novembre è intervenuto anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. Nel suo intervento mons. Felicolo ha riflettuto su alcuni passaggi del recente Messaggio di papa Leone XIV per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Pensando all'uditorio ha sottolineato come "particolarmente toccante" l'idea proposta dal Papa che "i migranti cattolici possono diventare missionari nei Paesi che li accolgono, contribuendo a ravvivare comunità ecclesiali affaticate e avviando nuovi percorsi di evangelizzazione e di dialogo ecumenico e interreligioso". Una "vera benedizione divina" come ha scritto il Pontefice.
Pensando poi alla comunità filippina in Italia, che è tra le più numerose e radicate, mons. Felicolo ha voluto ricordare, oltre ai numeri, "la ricchezza dei valori che i migranti filippini portano con sé: La centralità della famiglia, la profonda fede religiosa, il rispetto per il lavoro e lo spirito di comunità", valori che "arricchiscono le famiglie italiane".
Usa: vescovi, “no a deportazioni di massa”. Il richiamo alla dignità umana
13 Novembre 2025 - “Ci sentiamo in dovere di alzare la voce in difesa della dignità donata da Dio”. Nel “Messaggio speciale” diffuso a Baltimora, i vescovi Usa ribadiscono il contributo storico degli immigrati e invitano a una riforma “significativa” delle leggi e delle procedure, esortando a superare “retoriche disumanizzanti e violenze”.
I presuli ricordano che l’insegnamento della Chiesa si fonda sulla centralità della persona creata “a immagine e somiglianza di Dio”, e guardano al Vangelo per illuminare un tempo segnato da timori e polarizzazioni.
“Nelle nostre comunità incontriamo famiglie già separate dai loro cari”, scrivono, denunciando anche “minacce contro la sacralità dei luoghi di culto e la natura speciale di ospedali e scuole”. Pur riconoscendo la necessità di un sistema ordinato per il bene comune, osservano che senza procedure giuste “gli immigrati rischiano traffici e sfruttamenti”.
Ricordano poi sacerdoti, religiosi e laici che già accompagnano chi arriva “nelle necessità fondamentali”. I vescovi si oppongono “alle deportazioni di massa” e pregano “perché i leader della nazione siano guidati dal Signore”. Il testo si chiude con un appello alla speranza che “non delude”. (Fonte: Sir/R.B.)
Concordia sulla Secchia (MO), presentazione del XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas–Migrantes
11 Novembre 2025 - La Cooperativa culturale Gioacchino Malavasi ospita, mercoledì 12 novembre alle ore 21.00 nella propria sede di Via Carducci 6 a Concordia sulla Secchia, la presentazione del XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas–Migrantes, dal titolo “Giovani, testimoni di speranza”.
L’iniziativa segna la chiusura ufficiale della decima edizione del Festival nazionale della Migrazione, che quest’anno ha attraversato diverse città dell’Emilia con il tema “Oltre il mare, oltre i muri”, portando in dialogo esperienze, idee e voci sui temi dell’accoglienza, dei diritti e della convivenza civile.
Dopo i saluti introduttivi di
- Edoardo Patriarca, presidente del Festival della Migrazione.
- Paolo Negro, presidente della Cooperativa culturale "Gioacchino Malavasi".
- Simone Varisco, curatore del Rapporto per la Fondazione Migrantes
- Maria Costi, presidente della Commissione regionale competente in materia di immigrazione
Rapporto Italiani nel Mondo 2025, 20 anni di mobilità italiana: non “fuga”, né “cervelli”, ma talenti che scelgono
10 Novembre 2025 - Presentata a Roma la XX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Dal 2006 a oggi il saldo migratorio degli italiani segna -817.000. Sono in prevalenza giovani, scelgono l’Europa, vengono da Lombardia, Nordest e Mezzogiorno, le tre Italie della mobilità.
Non più solo “emigrazione” o “fuga di cervelli”, ma un insieme di movimenti che raccontano un’Italia plurale, in uscita e di ritorno, dentro e fuori i propri confini. La XX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo (RIM) della Fondazione Migrantes – 70 autrici e autori che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a 45 saggi articolati in cinque sezioni – fotografa con dati, storie e riflessioni 20 anni di mobilità italiana. Grazie al patrimonio accumulato di oltre 10.000 pagine, che hanno fatto uscire il tema dalle nicchie specialistiche, esso traccia un quadro complesso e in trasformazione costante, per raccontare un’Italia in continuo movimento.
Alcuni dati del RIM 2025
- Il saldo negativo. 1,6 milioni di espatri e 826 mila rimpatri in 20 anni, con un saldo negativo di oltre 817 mila cittadini italiani, concentrato tra Lombardia, Nordest e Mezzogiorno.
- L’“Italia fuori dell’Italia”. Al 1° gennaio 2025 risultano iscritti all’Anagrafe per gli italiani all’estero (Aire), 6,4 milioni di persone, pari quasi a 1 italiano su 9: l’“Italia fuori dell’Italia” è ormai la ventunesima regione.
- La mobilità interna. Oltre 1 milione di cittadini italiani nel periodo 2014-2024 si sono trasferiti dal Meridione al Centro-Nord, con un saldo negativo per il Mezzogiorno di oltre 500 mila persone.
20 anni di cambiamenti e costanti
Tra il 2006 e il 2024 l’emigrazione italiana è diventata un fenomeno strutturale. Dopo la crisi del 2008, gli espatri sono cresciuti costantemente, toccando nel 2024 il record storico di 155.732 partenze. L’Europa resta il baricentro della mobilità italiana (76% degli espatri), con Regno Unito, Germania e Svizzera in testa. Negli anni però la mobilità si è fatta più circolare e complessa: si parte, si ritorna, si riparte. Accanto ai giovani, tra gli italiani residenti all’estero crescono anche le donne (+115,9% in vent’anni, dati Aire) e gli over 50, spesso nonni o lavoratori che raggiungono figli e nipoti all’estero. Le costanti? Una spinta migratoria legata a fragilità strutturali del Paese e a un sistema bloccato – lavoro precario, disuguaglianze territoriali, riconoscimento del “merito” – ma anche una dimensione di scelta, curiosità e progettualità personale.
La narrazione potente ma insufficiente dei “cervelli in fuga”
“Sappiamo molto di più dell’emigrazione, ma forse sappiamo ancora poco degli italiani nel mondo”, si leggeva nella Presentazione della prima edizione del RIM. Lo speciale del Rapporto 2025, “Oltre la fuga: talenti, cervelli o braccia?” – 22 saggi che abbracciano i cinque Continenti – invita a superare la visione riduttiva e quasi tragica dell’espatrio e della mobilità come mera “perdita, strappo, trauma”. I dati e le testimonianze raccolte poi dimostrano che non partono solo ricercatori/laureati e che, anzi, prevalgono i diplomati. Il filo comune non è la fuga, ma una scelta, alla ricerca di dignità, riconoscimento e mobilità sociale. “Il grande bluff – si legge nel Rapporto – non è tra cervelli o braccia, ma nel non riconoscere che tutti sono talenti”. Non basta trattenerli, né rimpiangerli: serve coinvolgerli nella costruzione di nuove visioni collettive.Migrazioni interne: l’erosione invisibile del cuore del Paese
La mobilità interna al Paese continua a svuotare il Sud e le aree interne: dal 2014 al 2024, più di 1 milione di persone ha lasciato il Mezzogiorno per il Centro-Nord, contro 587 mila in direzione opposta. I più mobili sono i giovani tra i 20 e i 34 anni (quasi il 50%), seguiti da adulti in età lavorativa. Le province interne e montane pagano il prezzo più alto: perdita di popolazione, chiusura di scuole e servizi, impoverimento sociale. Il RIM descrive così “un’Italia a velocità diverse”, dove le disuguaglianze territoriali alimentano, in un circolo vizioso, tanto l’esodo interno quanto quello verso l’estero: la mobilità interna, infatti, è spesso la prima tappa di un progetto migratorio più ampio, che molte volte arriva oltre confine.
La connessione tra “emigrazione” e “immigrazione”
Il RIM 2025 invita a superare narrazioni riduzioniste e rappresentazioni emergenziali, e anche la distinzione rigida tra “emigrazione” e “immigrazione”, sottolineando come entrambe esprimano la mobilità di persone migranti legate in modi diversi al nostro Paese. Negli ultimi anni si registrano fenomeni articolati: ad esempio, i nuovi italiani sono protagonisti sempre più numerosi di spostamenti, soprattutto verso altri Paesi europei.Sfide pastorali (non solo politiche): l’integrazione non sia assimilazione
I quattro verbi-guida proposti da papa Francesco per la pastorale migratoria – accogliere, proteggere, promuovere, integrare – vengono applicati, talvolta, anche a contesti non emergenziali, come quello dei migranti italiani. Il rischio è trasformare l’integrazione in assimilazione, imponendo modelli dall’alto. Affinché tutti i migranti diventino effettivamente soggetti attivi di evangelizzazione (Leone XIV l’ha definita missio migrantium), in una logica di reciprocità e crescita comune, i quattro verbi proposti da Francesco dovrebbero essere completati da altri quattro: accogliersi, interpellarsi, valorizzarsi, condividere.Una nuova italianità: in movimento, transnazionale e plurale
L’Italia fotografata dal RIM 2025 non è più un Paese che “fugge”, ma una nazione che si ridefinisce nei legami, nelle reti e nelle comunità transnazionali. Il Rapporto invita a leggere questa mobilità come una risorsa da ascoltare e valorizzare, non come una ferita da nascondere. «Questa Italia – ha dichiarato S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana e della Fondazione Migrantes – non può avere come risposta solo il decreto legge del 28 marzo 2025, convertito nella Legge n. 74 del 23 maggio 2025, che ha introdotto modifiche al principio dello ius sanguinis, limitando la cittadinanza automatica a due generazioni di discendenza, con qualche eccezione. Al contempo, è stato bocciato un referendum sulla riduzione dei tempi della cittadinanza da 10 a 5 anni, anche per il 65% dei bambini nati in Italia da genitori di altre nazionalità e che frequentano le nostre scuole: uno strabismo legislativo». https://youtu.be/TIqo3fzjaxE?si=8ygC4eEndjkA3E4F75ª Giornata Nazionale del Ringraziamento, Cei: chi sfrutta i lavoratori nei campi abbia un sussulto di coscienza
9 Novembre 2025 - Nel Messaggio dei vescovi italiani per la 75ª Giornata Nazionale del Ringraziamento, dal titolo "Giubileo, rigenerazione della terra e speranza per l’umanità" un passaggio viene dedicato in particolare, "a tanti fratelli, soprattutto immigrati, che vengono sfruttati nel lavoro dei campi". L'auspicio è che nell’Anno Giubilare, "che viene anche perché gli imprenditori agricoli che trattano in questo modo gli operai", essi "abbiano un sussulto di coscienza e donino speranza a tanti uomini e donne continuamente sfruttati".
Ecco il testo integrale del messaggio:
La pratica cristiana del Giubileo affonda le sue radici nell’Antico Testamento, riletto in relazione alla pienezza della salvezza che si realizza in Gesù Cristo, Colui che proclama e compie «l’anno di grazia del Signore» (Lc 4, 19). Nel celebrare l’Anno Santo rileggiamo le indicazioni che vengono dai primi libri della Bibbia, di grande rilievo per la cura del lavoro della terra e delle relazioni.
Già Papa Francesco, nella Laudato si’, aveva invitato a scorgere nella Scrittura «la riscoperta e il rispetto dei ritmi inscritti nella natura dalla mano del Creatore» (n.71). Anzitutto il senso del sabato (cf. Dt 5, 12-15), nel quale il Popolo di Dio custodiva la memoria grata dell’opera del Creatore, che fa del settimo giorno un tempo di libertà dal lavoro per tutti gli esseri umani e anche per quei viventi che in esso sono coinvolti: tempo di ri-creazione e di festa, di discontinuità rispetto all’operare feriale.
La Scrittura invita a estendere tale logica del sabato anche alla terra, ogni sette anni: «la terra farà il riposo del sabato in onore del Signore: per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore. Non seminerai il tuo campo, non poterai la tua vigna» (Lv 25, 2b-4).
Ogni sette volte, poi, tale sabato della terra viene celebrato con solennità anche maggiore: «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. (…) Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate» (Lv 25, 8-9.11).
La celebrazione del Giubileo ci insegna ad essere grati per i doni che riceviamo e a non dimenticare mai che la terra è di tutti: «Facendo eco alla parola antica dei profeti, il Giubileo ricorda che i beni della Terra non sono destinati a pochi privilegiati, ma a tutti. È necessario che quanti possiedono ricchezze si facciano generosi, riconoscendo il volto dei fratelli nel bisogno» (Spes non confundit, 16). Dal Giubileo emergono alcune istanze che interpellano la nostra responsabilità, per dare segnali di speranza al nostro tempo.
Un tempo di festa e di giusta discontinuità dal lavoro, che lo umanizzi e gli dia senso, dona speranza a tutti. Riposare ci rende umani, delimitare la pratica del lavoro – nella quale pure corrispondiamo alla volontà di Dio – apre spazi per vivere le relazioni con lo stesso Signore e con i fratelli per godere di questi beni e per rendere grazie a Dio.
Recuperare il senso del Giorno del Signore, che ci vede riuniti per celebrare l’Eucarestia, e del riposo da ogni tipo di lavoro, anche quello agricolo, permette ai cristiani di vivere e di far vivere nelle proprie aziende un tempo nel quale possono costantemente guardare i beni della terra con gratitudine e coltivare meglio le relazioni familiari e con le proprie comunità.
Dona speranza la restituzione di dignità che scaturisce dall’anno sabbatico, perché ci fa volgere lo sguardo a tanti fratelli, soprattutto immigrati, che vengono sfruttati nel lavoro dei campi, che non sempre si vedono riconosciuto il giusto salario nel triste fenomeno del caporalato, forme di previdenza, tempi di riposo. L’Anno Giubilare viene anche perché gli imprenditori agricoli che trattano in questo modo gli operai abbiano un sussulto di coscienza e donino speranza a tanti uomini e donne continuamente sfruttati.
L’attenzione alla pausa della festa interessa gli esseri umani, ma anche quei viventi che sono coinvolti nelle varie attività; anche per essi siamo richiamati ad una giusta attenzione al benessere, evitando di farne meri strumenti al nostro servizio.
Non a caso l’Enciclica Laudato si’ richiama proprio la legislazione sul sabato, prendendo le distanze da forme di «antropocentrismo dispotico» che non si interessa delle altre creature (cf. 68). Anche ogni impegno che contrasta lo spreco alimentare è un modo per essere grati dei doni di Dio ed essere solidali con tanti fratelli che non hanno accesso a tanti beni.
Assume una particolare forza, nell’attuale crisi socio-ambientale, il richiamo al riposo della terra, un segno dei tempi a cui invita a guardare anche la Bolla Spes non confundit. Oggi è possibile contemperare la pratica del coltivare la terra con la sua custodia (cf. Gen 2,15) attraverso un nuovo paradigma di coltivazione.
La cura della casa comune ed il contrasto al mutamento climatico, a cui richiama l’Esortazione apostolica "Laudate Deum", sono impegni che devono vedere in prima fila il mondo agricolo e il sistema agro-alimentare, dal campo al consumatore. Questa nuova visione dell’agricoltura deve basarsi su pratiche agro-ecologiche che valorizzino la terra senza sfruttarla oltre misura, rigenerando la fertilità e salvaguardando l’ambiente e la salubrità dei prodotti alimentari.
Dal Giubileo viene una saggezza che siamo chiamati a interpretare perché illumini le buone pratiche agricole del nostro tempo, che vanno conosciute e condivise. Grazie ad essa possiamo abitare la terra dando speranza anche alle generazioni future, sapendo che il Signore benedice chi si prende cura delle sue creature.
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(Photo European Commission)[/caption] Missioni cattoliche di lingua italiana in Svizzera: la teologia e la pastorale dell’ospitalità
8 Novembre 2025 - “Essere Chiesa oggi in Svizzera alla luce del nuovo fenomeno migratorio. Opportunità e sfide per una pastorale di comunione e di interculturalità”. Questo il tema del corso di aggiornamento promosso dalle Missioni cattoliche di lingua italiana (Mcli) tenutosi al Seminario vescovile di Bergamo dal 20 al 23 ottobre. In Svizzera vivono 650 mila italiani e circa il 40% della popolazione cattolica elvetica proviene dall’immigrazione, le missioni di lingua italiana sono 42 e vi operano 53 sacerdoti di cui 17 non italiani.
Il corso di aggiornamento 2025 segue quello del 2023 dal titolo “Per un noi sempre più grande. In cammino verso una pastorale interculturale” che stilò il documento finale la “Carta di Capiago” (dalla località vicina a Como dove si svolse) con il quale si volle esprimere un ulteriore segno della disponibilità delle Mcli per un condiviso percorso ecclesiale a partire dal documento “Verso una pastorale interculturale” della Conferenza dei Vescovi svizzeri (Cvs) e della Conferenza centrale cattolica svizzera (Rkz).
Nel soffermarsi su questo percorso il Coordinatore nazionale delle Mcli in Svizzera, don Egidio Todeschini, ha tra l’altro posto alcune domande tra le quali: “Quale sviluppo stanno vivendo le Mcli? Di quale tipo di presenza c’è bisogno? Quale equilibrio tra unità e diversità ovvero tra pastorale separata e pastorale d’insieme?”
Gli interrogativi sono stati ripresi nelle sessioni del convegno e sono stati al centro dei tre gruppi di confronto che hanno concluso i lavori.
Don Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, ha parlato delle Mcli in Svizzera come “laboratori di interculturalità” aggiungendo che oggi esse sono chiamate ad essere “segno visibile di una comunione che non è uniformità ma sinfonia”.
Isabel Vazquez, direttrice nazionale di Migratio, ha fatto pervenire un contributo su situazione prospettive della pastorale della migrazione in Svizzera illustrando la pubblicazione del “documento strategico” elaborato e approvato da Cvs e Rkz fondato su 14 principi fondamentali e dove si prevedono “nuove forme di pastorale più adatte alle realtà attuali”.
Hanno fatto seguito gli interventi di Urs Brosi, segretario generale Rkz, e Urs Corradini, diacono della diocesi di Basilea e “responsabile personale per preti altre nazioni e culture”. Il primo ha proposta una riflessione su due sfide di fronte alle quali si trova la Chiesa elvetica: gli abusi sessuali e la secolarizzazione. Il secondo ha condiviso la sua esperienza mettendo in rilievo l’impegno per una Chiesa aperta, accogliente, missionaria e ha aggiunto: “Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”.
Sul tema “Chiesa comunione nel contesto sociale ed ecclesiale di oggi” si è soffermato mons. Giancarlo Perego arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes. “Comunione e corresponsabilità non sono due realtà che chiudono, ma aprono alla missione. Per questa ragione il Sinodo della Chiesa universale ha tenuto insieme ‘Comunione, partecipazione e missione’”. L’arcivescovo ha quindi richiamato la centralità delle relazioni per un’autentica sinodalità.
A offrire ulteriori elementi di riflessione e di confronto sono state tre testimonianze: la prima della diocesi di Bergamo che, per voce di don Massimo Rizzi, ha presentato diverse iniziative di accoglienza; la seconda di don Gregorio Milone coordinatore di Mcli Germania che ha tra l’altro presentato il documento dei vescovi tedeschi “In cammino verso una Communio interculturale. Linee guida per la cura pastorale in altre lingue e riti” frutto di un ampio coinvolgimento; la terza di don Antonio Serra coordinatore Mcli Gran Bretagna che ha coniato il termine “ecotono” per indicare lo spazio di incontro, di dialogo, di condivisione tra due ecosistemi diversi. Un’immagine che si addice anche alla realtà elvetica.
A raccogliere il senso dei lavori del corso di aggiornamento è stato Salvatore Loiero, teologo, docente all’Università di Salisburgo che si è soffermato sulla teologia dell’ospitalità, una teologia che promuove e valorizza una reciprocità tra l’ospitante e l’ospite. Colui che ospita e colui che è ospitato si incontrano e camminano insieme nella pari dignità battesimale.
I tre gruppi di studio al termine del corso hanno sottolineato che nell’attuale contesto ecclesiale, culturale e sociale svizzero è importante che la dimensione spirituale promuova e sostenga ogni iniziativa pastorale; che l’integrazione non sia assimilazione ma valorizzazione piena delle diversità, che la corresponsabilità ecclesiale sia all’origine ogni processo ecclesiale così che fin dal suo nascere preveda il coinvolgimento di tutti e non solo di alcuni soggetti ecclesiali.
Particolarmente apprezzato il messaggio che del vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, che al termine della messa di chiusura del corso ha tra l’altro affermato che anche in un tempo di calo numerico dei sacerdoti ha personalmente deciso di inviare alcuni di loro come missionari in tutto il mondo, Europa compresa. Un messaggio che è stato accolto come incoraggiamento.
Il corso si è posto i sintonia con il cammino sinodale delle Chiese in Italia e con il cammino sinodale della Chiesa tutta e in questo contesto ecclesiale caratterizzato dalla comunione e dalla missione le Mcli hanno compiuto ulteriori passi avanti in due direzioni: essere presenze vive e pastoralmente attive che si pongono con coraggio e profezia di fronte alle sfide del tempo; essere espressioni di una Chiesa sinodale, missionaria, fondata sulle relazioni profonde tra persone e comunità con sensibilità, storie e culture diverse.
In questa prospettiva, fatta di pensieri, discernimento e scelte si colloca per le Mcli in Svizzera l’appello sinodale alla “profezia”. (Paolo Bustaffa)
Italiani all’estero, si insedia ufficialmente il nuovo cappellano a Berlino
7 Novembre 2025 - Domenica 9 novembre alle ore 10, a Berlino, con la Santa Messa domenicale inizia ufficialmente il ministero nella Missione cattolica italiana di don Giuseppe Rizzi.
Saranno presenti mons. Pierpaolo Felicolo (direttore generale della Fondazione Migrantes), don Gregorio Milone (delegato nazionale per le Missioni cattoliche italiane in Germania), il signor Sebastian Schwertfeger (responsabile diocesano per le comunità di lingua straniera), oltre al parroco e al parroco emerito della parrocchia nella quale la missione italiana è inserita (la comunità di S. Helena). Dopo la celebrazione la comunità è invitata per un momento di festa, in realtà un pranzo comunitario.
Mons. Felicolo durante la sua visita incontrerà anche i giovani della comunità, venerdì 7 sera, e le giovani coppie, domenica 9 pomeriggio.
Firmata a Roma la nuova Charta Œcumenica: l’impegno delle Chiese europee anche per migranti, rifugiati e sfollati
7 Novembre 2025 - Con “un passo storico verso l’unità dei Cristiani”, il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e la Conferenza delle Chiese europee (Cec) hanno presentato il 5 novembre a Roma - nella Chiesa del martirio di San Paolo presso l’Abbazia delle Tre Fontane - la versione aggiornata della Charta Œcumenica.
Frutto di “un lungo e meticoloso processo di revisione iniziato nel 2022”, “questo documento congiunto – scrivono i due organismi europei in un comunicato – segna una tappa fondamentale nel cammino ecumenico delle Chiese europee, rinnovando il loro impegno a camminare insieme nel dialogo, nella comprensione reciproca e nella testimonianza condivisa in risposta alle sfide del nostro tempo”.
Il documento presenta anche un paragrafo specifico dedicato a migranti, rifugiati e sfollati, il numero 13. Le Chiese europee si sentono "in viaggio" con tutte le persone in movimento, e denunciano "ogni forma di migrazione forzata, schiavitù moderna e, in particolare, tratta di esseri umani: consideriamo tutti questi fenomeni crimini contro l'umanità". Inoltre si impegnano a "continuare a lavorare per accogliere le vittime di tale migrazione forzata con rispetto e compassione umana, offrendo loro la possibilità di costruirsi una nuova vita".
Infine, "pur riconoscendo la complessità della situazione", sottolineano sostengono "il motivo biblico dell'essere stranieri (Dt 10,18), comprese le esperienze di sfollamento di Gesù stesso (Mt 2,13-23, 25,35).E si attengono "all'imperativo cristiano di estendere l'ospitalità agli stranieri e quindi invitiamo tutte le persone ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti".
Bagheria (PA) ospita l’incontro della Commissione dell’ufficio per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana
6 Novembre 2025 - Si terrà a Bagheria (PA), tra il 7 e l'8 novembre, presso l’Oasi Cusmaniana delle Serve dei Poveri, l’incontro della Commissione dell’Ufficio regionale per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, giunto al suo terzo appuntamento del 2025.
Due giornate di lavoro (7 e 8 novembre) che vedranno riuniti, nella cittadina alle porte di Palermo, i direttori degli uffici Migrantes delle 18 diocesi siciliane, accompagnati dai loro collaboratori.
Nel corso dell’appuntamento, presieduto da mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e vescovo delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, si affronteranno diverse tematiche riguardanti i vari aspetti della mobilità umana vista dal contesto siciliano. Infine, si discuterà dell’attenzione pastorale verso le comunità siciliane all’estero, con un focus particolare sulla situazione degli italo-venezuelani arrivati in Sicilia.
Nella prima sessione don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”, offrirà degli spunti di riflessione sui pronunciamenti di papa Leone in merito alle migrazioni in questi primi mesi del suo pontificato, rileggendo il videomessaggio inviato dal pontefice ai lampedusani, lo scorso 29 settembre, per la proposta di Candidatura dei “Gesti di Accoglienza” partendo da Lampedusa a Patrimonio Immateriale UNESCO. A seguire, si terrà una tavola rotonda con le testimonianze di chi si impegna sull’isola di Lampedusa a favore dei migranti.
La seconda sessione ospiterà la testimonianza di Saverio Palmeri, operatore sanitario nella Striscia di Gaza, e di Vito Maria Raspanti, attivista a bordo di una delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.
La terza sessione sarà dedicata alla pastorale dei siciliani nel mondo: don Aldo Sciabbarrasi, direttore Migrantes Agrigento, condividerà la sua esperienza di vicinanza agli emigrati agrigentini, attraverso collegamenti video utili a favorire la conoscenza reciproca e a individuare possibili piste pastorali.
Seguirà la presentazione della realtà dei siciliani rientrati dal Venezuela, in modo forzato, a causa della grave crisi che ha colpito il Paese sudamericano. Interverranno i fondatori dell’Associazione dei Venezuelani per l’inclusione in Sicilia e Italia (Avisi-Odv): il prof. Victor Esteban León presenterà la sua ricerca sulla presenza dei venezuelani in Sicilia; il dott. José Francisco Farias, presidente dell’associazione, illustrerà gli obiettivi e le attività di Avisi-Odv. Infine, la dott.ssa Rita Capriti, giornalista radiofonica nata in Venezuela da una famiglia emigrata dal comune messinese di Mirto, racconterà della sua cattura dopo la contestata elezione di Maduro, il 2 agosto 2024. Rinchiusa in carcere con l’accusa di incitamento all’odio, terrorismo e resistenza a pubblico ufficiale, è stata liberata dopo cinque mesi di detenzione.
Come da consuetudine, sarà mons. Lorefice a concludere i lavori, raccogliendo quanto emerso per consegnare ai direttori indicazioni e orientamenti, nel segno di una Chiesa che si mette in cammino per amare chi è in cammino. (fonte: Ufficio Migrantes della diocesi di Messina-Lipari. S. Maria del Mela)