Primo Piano

A Rivarolo (MN) si inaugura la “Bottega d’Arte” dell’Associazione Madonnari Rodomonte Gonzaga

14 Novembre 2025 - Il 15 novembre 2025, a partire dalle ore 17, l’Associazione Madonnari Rodomonte Gonzaga APS inaugura la sua "Bottega d'Arte" presso la sede rinnovata di Palazzo del Bue di Rivarolo (MN). Sarà presente all'evento anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. La Bottega d’Arte deriva da un’idea del Maestro Dario Sanguanini, restauratore rivarolese e ispiratore dell'Associazione. Egli immaginava un luogo in cui diversi artisti o aspiranti tali potessero incontrarsi, lavorare insieme e imparare gli uni dagli altri, secondo le attitudini e le predisposizioni personali. Dove i più esperti potessero insegnare ai più giovani, o semplicemente ai desiderosi di apprendere, varie tecniche pittoriche: arte madonnara, gessetto, disegno, carboncino, olio, acrilico, tempera, acquerello, affresco, ceramica, doratura e tecniche miste. Oltre alla Bottega dedicata al maestro Sanguanini sarà possibile visitare:
  • l’esposizione permanente dei quadri di don Renato Laffranchi (al quale è dedicata una stanza);
  • una selezione di lavori realizzati dai ragazzi dei corsi organizzati dai Madonnari;
  • una mostra delle opere dell'Associazione;
  • una raccolta di fotografie scattate a Roma in occasione del Giubileo 2025 dedicato ai “Pellegrini di Speranza / Peregrinantes in Spem”.
L’Associazione Madonnari "Rodomonte Gonzaga"
L’Associazione si è costituita come gruppo informale nel 2005, formato da persone appassionate di arte, sotto la guida del Maestro Dario Sanguanini. Nel 2012 il gruppo ha assunto una veste ufficiale, trasformandosi in Associazione legalmente registrata APS. Dal 2022 è iscritta al RUNTS. In questi 20 anni - dal 2005 ad oggi - è cresciuta, tessendo relazioni a livello nazionale e internazionale (Spagna, Belgio, Germania e Messico). Il modus operandi dell'Associazione si basa su valori di volontariato, condivisione e valorizzazione del patrimonio artistico. Secondo i responsabili dell'Associazione "l’arte universale parla a tutti, divenendo ponte tra generazioni e popoli. Siamo convinti che sia una forma di comunicazione universale pacifica e uno strumento di crescita personale e collettiva".   Inaugurazione Bottega d'arte Rivarolo

L’intervento di mons. Felicolo all’incontro di formazione dei cappellani filippini

13 Novembre 2025 - Dal 10 al 14 novembre 20 cappellani filippini, che accompagnano le comunità cattoliche di connazionali in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, si sono riuniti a Roma presso il Pontificio Collegio Filippino per un incontro di formazione promosso e organizzato da d. Gregory Ramon Dacer Gaston, coordinatore nazionale dei cappellani filippini. Nella sessione del 13 novembre è intervenuto anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. Nel suo intervento mons. Felicolo ha riflettuto su alcuni passaggi del recente Messaggio di papa Leone XIV per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Pensando all'uditorio ha sottolineato come "particolarmente toccante" l'idea proposta dal Papa che "i migranti cattolici possono diventare missionari nei Paesi che li accolgono, contribuendo a ravvivare comunità ecclesiali affaticate e avviando nuovi percorsi di evangelizzazione e di dialogo ecumenico e interreligioso". Una "vera benedizione divina" come ha scritto il Pontefice. Pensando poi alla comunità filippina in Italia, che è tra le più numerose e radicate, mons. Felicolo ha voluto ricordare, oltre ai numeri, "la ricchezza dei valori che i migranti filippini portano con sé: La centralità della famiglia, la profonda fede religiosa, il rispetto per il lavoro e lo spirito di comunità", valori che "arricchiscono le famiglie italiane".   Programma Convegno Cappellani filippini

Usa: vescovi, “no a deportazioni di massa”. Il richiamo alla dignità umana

13 Novembre 2025 - “Ci sentiamo in dovere di alzare la voce in difesa della dignità donata da Dio”. Nel “Messaggio speciale” diffuso a Baltimora, i vescovi Usa ribadiscono il contributo storico degli immigrati e invitano a una riforma “significativa” delle leggi e delle procedure, esortando a superare “retoriche disumanizzanti e violenze”. I presuli ricordano che l’insegnamento della Chiesa si fonda sulla centralità della persona creata “a immagine e somiglianza di Dio”, e guardano al Vangelo per illuminare un tempo segnato da timori e polarizzazioni. “Nelle nostre comunità incontriamo famiglie già separate dai loro cari”, scrivono, denunciando anche “minacce contro la sacralità dei luoghi di culto e la natura speciale di ospedali e scuole”. Pur riconoscendo la necessità di un sistema ordinato per il bene comune, osservano che senza procedure giuste “gli immigrati rischiano traffici e sfruttamenti”. Ricordano poi sacerdoti, religiosi e laici che già accompagnano chi arriva “nelle necessità fondamentali”. I vescovi si oppongono “alle deportazioni di massa” e pregano “perché i leader della nazione siano guidati dal Signore”. Il testo si chiude con un appello alla speranza che “non delude”. (Fonte: Sir/R.B.)

Concordia sulla Secchia (MO), presentazione del XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas–Migrantes

11 Novembre 2025 - La Cooperativa culturale Gioacchino Malavasi ospita, mercoledì 12 novembre alle ore 21.00 nella propria sede di Via Carducci 6 a Concordia sulla Secchia, la presentazione del XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas–Migrantes, dal titolo “Giovani, testimoni di speranza”. L’iniziativa segna la chiusura ufficiale della decima edizione del Festival nazionale della Migrazione, che quest’anno ha attraversato diverse città dell’Emilia con il tema “Oltre il mare, oltre i muri”, portando in dialogo esperienze, idee e voci sui temi dell’accoglienza, dei diritti e della convivenza civile. Dopo i saluti introduttivi di
  • Edoardo Patriarca, presidente del Festival della Migrazione.
  • Paolo Negro, presidente della Cooperativa culturale "Gioacchino Malavasi".
Interverranno:
  • Simone Varisco, curatore del Rapporto per la Fondazione Migrantes
  • Maria Costi, presidente della Commissione regionale competente in materia di immigrazione
Modera l’incontro Paolo Seghedoni, direttore del Festival della Migrazione.

Rapporto Italiani nel Mondo 2025, 20 anni di mobilità italiana: non “fuga”, né “cervelli”, ma talenti che scelgono

10 Novembre 2025 - Presentata a Roma la XX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Dal 2006 a oggi il saldo migratorio degli italiani segna -817.000. Sono in prevalenza giovani, scelgono l’Europa, vengono da Lombardia, Nordest e Mezzogiorno, le tre Italie della mobilità. Non più solo “emigrazione” o “fuga di cervelli”, ma un insieme di movimenti che raccontano un’Italia plurale, in uscita e di ritorno, dentro e fuori i propri confini. La XX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo (RIM) della Fondazione Migrantes – 70 autrici e autori che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a 45 saggi articolati in cinque sezioni – fotografa con dati, storie e riflessioni 20 anni di mobilità italiana. Grazie al patrimonio accumulato di oltre 10.000 pagine, che hanno fatto uscire il tema dalle nicchie specialistiche, esso traccia un quadro complesso e in trasformazione costante, per raccontare un’Italia in continuo movimento. Cover RIM25
Alcuni dati del RIM 2025
  • Il saldo negativo. 1,6 milioni di espatri e 826 mila rimpatri in 20 anni, con un saldo negativo di oltre 817 mila cittadini italiani, concentrato tra Lombardia, Nordest e Mezzogiorno.
  • L’“Italia fuori dell’Italia”. Al 1° gennaio 2025 risultano iscritti all’Anagrafe per gli italiani all’estero (Aire), 6,4 milioni di persone, pari quasi a 1 italiano su 9: l’“Italia fuori dell’Italia” è ormai la ventunesima regione.
  • La mobilità interna. Oltre 1 milione di cittadini italiani nel periodo 2014-2024 si sono trasferiti dal Meridione al Centro-Nord, con un saldo negativo per il Mezzogiorno di oltre 500 mila persone.
 
20 anni di cambiamenti e costanti
Tra il 2006 e il 2024 l’emigrazione italiana è diventata un fenomeno strutturale. Dopo la crisi del 2008, gli espatri sono cresciuti costantemente, toccando nel 2024 il record storico di 155.732 partenze. L’Europa resta il baricentro della mobilità italiana (76% degli espatri), con Regno Unito, Germania e Svizzera in testa. Negli anni però la mobilità si è fatta più circolare e complessa: si parte, si ritorna, si riparte. Accanto ai giovani, tra gli italiani residenti all’estero crescono anche le donne (+115,9% in vent’anni, dati Aire) e gli over 50, spesso nonni o lavoratori che raggiungono figli e nipoti all’estero. Le costanti? Una spinta migratoria legata a fragilità strutturali del Paese e a un sistema bloccato – lavoro precario, disuguaglianze territoriali, riconoscimento del “merito” – ma anche una dimensione di scelta, curiosità e progettualità personale. Verso Dove RIM25
La narrazione potente ma insufficiente dei “cervelli in fuga”
“Sappiamo molto di più dell’emigrazione, ma forse sappiamo ancora poco degli italiani nel mondo”, si leggeva nella Presentazione della prima edizione del RIM. Lo speciale del Rapporto 2025, “Oltre la fuga: talenti, cervelli o braccia?” – 22 saggi che abbracciano i cinque Continenti – invita a superare la visione riduttiva e quasi tragica dell’espatrio e della mobilità come mera “perdita, strappo, trauma”. I dati e le testimonianze raccolte poi dimostrano che non partono solo ricercatori/laureati e che, anzi, prevalgono i diplomati. Il filo comune non è la fuga, ma una scelta, alla ricerca di dignità, riconoscimento e mobilità sociale. “Il grande bluff – si legge nel Rapporto – non è tra cervelli o braccia, ma nel non riconoscere che tutti sono talenti”. Non basta trattenerli, né rimpiangerli: serve coinvolgerli nella costruzione di nuove visioni collettive.
Migrazioni interne: l’erosione invisibile del cuore del Paese
La mobilità interna al Paese continua a svuotare il Sud e le aree interne: dal 2014 al 2024, più di 1 milione di persone ha lasciato il Mezzogiorno per il Centro-Nord, contro 587 mila in direzione opposta. I più mobili sono i giovani tra i 20 e i 34 anni (quasi il 50%), seguiti da adulti in età lavorativa. Le province interne e montane pagano il prezzo più alto: perdita di popolazione, chiusura di scuole e servizi, impoverimento sociale. Il RIM descrive così “un’Italia a velocità diverse”, dove le disuguaglianze territoriali alimentano, in un circolo vizioso, tanto l’esodo interno quanto quello verso l’estero: la mobilità interna, infatti, è spesso la prima tappa di un progetto migratorio più ampio, che molte volte arriva oltre confine. Da Dove (2024) RIM25
La connessione tra “emigrazione” e “immigrazione”
Il RIM 2025 invita a superare narrazioni riduzioniste e rappresentazioni emergenziali, e anche la distinzione rigida tra “emigrazione” e “immigrazione”, sottolineando come entrambe esprimano la mobilità di persone migranti legate in modi diversi al nostro Paese. Negli ultimi anni si registrano fenomeni articolati: ad esempio, i nuovi italiani sono protagonisti sempre più numerosi di spostamenti, soprattutto verso altri Paesi europei.
Sfide pastorali (non solo politiche): l’integrazione non sia assimilazione
I quattro verbi-guida proposti da papa Francesco per la pastorale migratoria – accogliere, proteggere, promuovere, integrare – vengono applicati, talvolta, anche a contesti non emergenziali, come quello dei migranti italiani. Il rischio è trasformare l’integrazione in assimilazione, imponendo modelli dall’alto. Affinché tutti i migranti diventino effettivamente soggetti attivi di evangelizzazione (Leone XIV l’ha definita missio migrantium), in una logica di reciprocità e crescita comune, i quattro verbi proposti da Francesco dovrebbero essere completati da altri quattro: accogliersi, interpellarsi, valorizzarsi, condividere.
Una nuova italianità: in movimento, transnazionale e plurale
L’Italia fotografata dal RIM 2025 non è più un Paese che “fugge”, ma una nazione che si ridefinisce nei legami, nelle reti e nelle comunità transnazionali. Il Rapporto invita a leggere questa mobilità come una risorsa da ascoltare e valorizzare, non come una ferita da nascondere. «Questa Italia – ha dichiarato S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana e della Fondazione Migrantes – non può avere come risposta solo il decreto legge del 28 marzo 2025, convertito nella Legge n. 74 del 23 maggio 2025, che ha introdotto modifiche al principio dello ius sanguinis, limitando la cittadinanza automatica a due generazioni di discendenza, con qualche eccezione. Al contempo, è stato bocciato un referendum sulla riduzione dei tempi della cittadinanza da 10 a 5 anni, anche per il 65% dei bambini nati in Italia da genitori di altre nazionalità e che frequentano le nostre scuole: uno strabismo legislativo».
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75ª Giornata Nazionale del Ringraziamento, Cei: chi sfrutta i lavoratori nei campi abbia un sussulto di coscienza

9 Novembre 2025 - Nel Messaggio dei vescovi italiani per la 75ª Giornata Nazionale del Ringraziamento, dal titolo "Giubileo, rigenerazione della terra e speranza per l’umanità" un passaggio viene dedicato in particolare, "a tanti fratelli, soprattutto immigrati, che vengono sfruttati nel lavoro dei campi". L'auspicio è che nell’Anno Giubilare, "che viene anche perché gli imprenditori agricoli che trattano in questo modo gli operai", essi "abbiano un sussulto di coscienza e donino speranza a tanti uomini e donne continuamente sfruttati". Ecco il testo integrale del messaggio: La pratica cristiana del Giubileo affonda le sue radici nell’Antico Testamento, riletto in relazione alla pienezza della salvezza che si realizza in Gesù Cristo, Colui che proclama e compie «l’anno di grazia del Signore» (Lc 4, 19). Nel celebrare l’Anno Santo rileggiamo le indicazioni che vengono dai primi libri della Bibbia, di grande rilievo per la cura del lavoro della terra e delle relazioni. Già Papa Francesco, nella Laudato si’, aveva invitato a scorgere nella Scrittura «la riscoperta e il rispetto dei ritmi inscritti nella natura dalla mano del Creatore» (n.71). Anzitutto il senso del sabato (cf. Dt 5, 12-15), nel quale il Popolo di Dio custodiva la memoria grata dell’opera del Creatore, che fa del settimo giorno un tempo di libertà dal lavoro per tutti gli esseri umani e anche per quei viventi che in esso sono coinvolti: tempo di ri-creazione e di festa, di discontinuità rispetto all’operare feriale. La Scrittura invita a estendere tale logica del sabato anche alla terra, ogni sette anni: «la terra farà il riposo del sabato in onore del Signore: per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore. Non seminerai il tuo campo, non poterai la tua vigna» (Lv 25, 2b-4). Ogni sette volte, poi, tale sabato della terra viene celebrato con solennità anche maggiore: «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. (…) Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate» (Lv 25, 8-9.11). La celebrazione del Giubileo ci insegna ad essere grati per i doni che riceviamo e a non dimenticare mai che la terra è di tutti: «Facendo eco alla parola antica dei profeti, il Giubileo ricorda che i beni della Terra non sono destinati a pochi privilegiati, ma a tutti. È necessario che quanti possiedono ricchezze si facciano generosi, riconoscendo il volto dei fratelli nel bisogno» (Spes non confundit, 16). Dal Giubileo emergono alcune istanze che interpellano la nostra responsabilità, per dare segnali di speranza al nostro tempo. Un tempo di festa e di giusta discontinuità dal lavoro, che lo umanizzi e gli dia senso, dona speranza a tutti. Riposare ci rende umani, delimitare la pratica del lavoro – nella quale pure corrispondiamo alla volontà di Dio – apre spazi per vivere le relazioni con lo stesso Signore e con i fratelli per godere di questi beni e per rendere grazie a Dio. Recuperare il senso del Giorno del Signore, che ci vede riuniti per celebrare l’Eucarestia, e del riposo da ogni tipo di lavoro, anche quello agricolo, permette ai cristiani di vivere e di far vivere nelle proprie aziende un tempo nel quale possono costantemente guardare i beni della terra con gratitudine e coltivare meglio le relazioni familiari e con le proprie comunità. Dona speranza la restituzione di dignità che scaturisce dall’anno sabbatico, perché ci fa volgere lo sguardo a tanti fratelli, soprattutto immigrati, che vengono sfruttati nel lavoro dei campi, che non sempre si vedono riconosciuto il giusto salario nel triste fenomeno del caporalato, forme di previdenza, tempi di riposo. L’Anno Giubilare viene anche perché gli imprenditori agricoli che trattano in questo modo gli operai abbiano un sussulto di coscienza e donino speranza a tanti uomini e donne continuamente sfruttati. L’attenzione alla pausa della festa interessa gli esseri umani, ma anche quei viventi che sono coinvolti nelle varie attività; anche per essi siamo richiamati ad una giusta attenzione al benessere, evitando di farne meri strumenti al nostro servizio. Non a caso l’Enciclica Laudato si’ richiama proprio la legislazione sul sabato, prendendo le distanze da forme di «antropocentrismo dispotico» che non si interessa delle altre creature (cf. 68). Anche ogni impegno che contrasta lo spreco alimentare è un modo per essere grati dei doni di Dio ed essere solidali con tanti fratelli che non hanno accesso a tanti beni. Assume una particolare forza, nell’attuale crisi socio-ambientale, il richiamo al riposo della terra, un segno dei tempi a cui invita a guardare anche la Bolla Spes non confundit. Oggi è possibile contemperare la pratica del coltivare la terra con la sua custodia (cf. Gen 2,15) attraverso un nuovo paradigma di coltivazione. La cura della casa comune ed il contrasto al mutamento climatico, a cui richiama l’Esortazione apostolica "Laudate Deum", sono impegni che devono vedere in prima fila il mondo agricolo e il sistema agro-alimentare, dal campo al consumatore. Questa nuova visione dell’agricoltura deve basarsi su pratiche agro-ecologiche che valorizzino la terra senza sfruttarla oltre misura, rigenerando la fertilità e salvaguardando l’ambiente e la salubrità dei prodotti alimentari. Dal Giubileo viene una saggezza che siamo chiamati a interpretare perché illumini le buone pratiche agricole del nostro tempo, che vanno conosciute e condivise. Grazie ad essa possiamo abitare la terra dando speranza anche alle generazioni future, sapendo che il Signore benedice chi si prende cura delle sue creature. [caption id="attachment_66776" align="aligncenter" width="1024"]Agricoltura (Photo European Commission)[/caption]

Missioni cattoliche di lingua italiana in Svizzera: la teologia e la pastorale dell’ospitalità

8 Novembre 2025 - “Essere Chiesa oggi in Svizzera alla luce del nuovo fenomeno migratorio. Opportunità e sfide per una pastorale di comunione e di interculturalità”. Questo il tema del corso di aggiornamento promosso dalle Missioni cattoliche di lingua italiana (Mcli) tenutosi al Seminario vescovile di Bergamo dal 20 al 23 ottobre. In Svizzera vivono 650 mila italiani e circa il 40% della popolazione cattolica elvetica proviene dall’immigrazione, le missioni di lingua italiana sono 42 e vi operano 53 sacerdoti di cui 17 non italiani. Il corso di aggiornamento 2025 segue quello del 2023 dal titolo “Per un noi sempre più grande. In cammino verso una pastorale interculturale” che stilò il documento finale la “Carta di Capiago” (dalla località vicina a Como dove si svolse) con il quale si volle esprimere un ulteriore segno della disponibilità delle Mcli per un condiviso percorso ecclesiale a partire dal documento “Verso una pastorale interculturale” della Conferenza dei Vescovi svizzeri (Cvs) e della Conferenza centrale cattolica svizzera (Rkz). Nel soffermarsi su questo percorso il Coordinatore nazionale delle Mcli in Svizzera, don Egidio Todeschini, ha tra l’altro posto alcune domande tra le quali: “Quale sviluppo stanno vivendo le Mcli? Di quale tipo di presenza c’è bisogno? Quale equilibrio tra unità e diversità ovvero tra pastorale separata e pastorale d’insieme?” Gli interrogativi sono stati ripresi nelle sessioni del convegno e sono stati al centro dei tre gruppi di confronto che hanno concluso i lavori. Don Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, ha parlato delle Mcli in Svizzera come “laboratori di interculturalità” aggiungendo che oggi esse sono chiamate ad essere “segno visibile di una comunione che non è uniformità ma sinfonia”. Isabel Vazquez, direttrice nazionale di Migratio, ha fatto pervenire un contributo su situazione prospettive della pastorale della migrazione in Svizzera illustrando la pubblicazione del “documento strategico” elaborato e approvato da Cvs e Rkz fondato su 14 principi fondamentali e dove si prevedono “nuove forme di pastorale più adatte alle realtà attuali”. Hanno fatto seguito gli interventi di Urs Brosi, segretario generale Rkz, e Urs Corradini, diacono della diocesi di Basilea e “responsabile personale per preti altre nazioni e culture”. Il primo ha proposta una riflessione su due sfide di fronte alle quali si trova la Chiesa elvetica: gli abusi sessuali e la secolarizzazione. Il secondo ha condiviso la sua esperienza mettendo in rilievo l’impegno per una Chiesa aperta, accogliente, missionaria e ha aggiunto: “Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”. Sul tema “Chiesa comunione nel contesto sociale ed ecclesiale di oggi” si è soffermato mons. Giancarlo Perego arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes. “Comunione e corresponsabilità non sono due realtà che chiudono, ma aprono alla missione. Per questa ragione il Sinodo della Chiesa universale ha tenuto insieme ‘Comunione, partecipazione e missione’”. L’arcivescovo ha quindi richiamato la centralità delle relazioni per un’autentica sinodalità. A offrire ulteriori elementi di riflessione e di confronto sono state tre testimonianze: la prima della diocesi di Bergamo che, per voce di don Massimo Rizzi, ha presentato diverse iniziative di accoglienza; la seconda di don Gregorio Milone coordinatore di Mcli Germania che ha tra l’altro presentato il documento dei vescovi tedeschi “In cammino verso una Communio interculturale. Linee guida per la cura pastorale in altre lingue e riti” frutto di un ampio coinvolgimento; la terza di don Antonio Serra coordinatore Mcli Gran Bretagna che ha coniato il termine “ecotono” per indicare lo spazio di incontro, di dialogo, di condivisione tra due ecosistemi diversi. Un’immagine che si addice anche alla realtà elvetica. A raccogliere il senso dei lavori del corso di aggiornamento è stato Salvatore Loiero, teologo, docente all’Università di Salisburgo che si è soffermato sulla teologia dell’ospitalità, una teologia che promuove e valorizza una reciprocità tra l’ospitante e l’ospite. Colui che ospita e colui che è ospitato si incontrano e camminano insieme nella pari dignità battesimale. I tre gruppi di studio al termine del corso hanno sottolineato che nell’attuale contesto ecclesiale, culturale e sociale svizzero è importante che la dimensione spirituale promuova e sostenga ogni iniziativa pastorale; che l’integrazione non sia assimilazione ma valorizzazione piena delle diversità, che la corresponsabilità ecclesiale sia all’origine ogni processo ecclesiale così che fin dal suo nascere preveda il coinvolgimento di tutti e non solo di alcuni soggetti ecclesiali. Particolarmente apprezzato il messaggio che del vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, che al termine della messa di chiusura del corso ha tra l’altro affermato che anche in un tempo di calo numerico dei sacerdoti ha personalmente deciso di inviare alcuni di loro come missionari in tutto il mondo, Europa compresa. Un messaggio che è stato accolto come incoraggiamento. Il corso si è posto i sintonia con il cammino sinodale delle Chiese in Italia e con il cammino sinodale della Chiesa tutta e in questo contesto ecclesiale caratterizzato dalla comunione e dalla missione le Mcli hanno compiuto ulteriori passi avanti in due direzioni:  essere presenze vive e pastoralmente attive che si pongono con coraggio e profezia di fronte alle sfide del tempo; essere espressioni di una Chiesa sinodale, missionaria, fondata sulle relazioni profonde tra persone e comunità con sensibilità, storie e culture diverse. In questa prospettiva, fatta di pensieri, discernimento e scelte si colloca per le Mcli in Svizzera l’appello sinodale alla “profezia”. (Paolo Bustaffa)   Seminario MCI Bergamo 2025

Italiani all’estero, si insedia ufficialmente il nuovo cappellano a Berlino

7 Novembre 2025 - Domenica 9 novembre alle ore 10, a Berlino, con la Santa Messa domenicale inizia ufficialmente il ministero nella Missione cattolica italiana di don Giuseppe Rizzi. Saranno presenti mons. Pierpaolo Felicolo (direttore generale della Fondazione Migrantes), don Gregorio Milone (delegato nazionale per le Missioni cattoliche italiane in Germania), il signor Sebastian Schwertfeger (responsabile diocesano per le comunità di lingua straniera), oltre al parroco e al parroco emerito della parrocchia nella quale la missione italiana è inserita (la comunità di S. Helena). Dopo la celebrazione la comunità è invitata per un momento di festa, in realtà un pranzo comunitario. Mons. Felicolo durante la sua visita incontrerà anche i giovani della comunità, venerdì 7 sera, e le giovani coppie, domenica 9 pomeriggio. La comunità cattolica italiana di Berlino durante un Battesimo

Firmata a Roma la nuova Charta Œcumenica: l’impegno delle Chiese europee anche per migranti, rifugiati e sfollati

7 Novembre 2025 - Con “un passo storico verso l’unità dei Cristiani”, il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e la Conferenza delle Chiese europee (Cec) hanno presentato il 5 novembre a Roma - nella Chiesa del martirio di San Paolo presso l’Abbazia delle Tre Fontane - la versione aggiornata della Charta Œcumenica. Frutto di “un lungo e meticoloso processo di revisione iniziato nel 2022”, “questo documento congiunto – scrivono i due organismi europei in un comunicato – segna una tappa fondamentale nel cammino ecumenico delle Chiese europee, rinnovando il loro impegno a camminare insieme nel dialogo, nella comprensione reciproca e nella testimonianza condivisa in risposta alle sfide del nostro tempo”. Il documento presenta anche un paragrafo specifico dedicato a migranti, rifugiati e sfollati, il numero 13. Le Chiese europee si sentono "in viaggio" con tutte le persone in movimento, e denunciano "ogni forma di migrazione forzata, schiavitù moderna e, in particolare, tratta di esseri umani: consideriamo tutti questi fenomeni crimini contro l'umanità". Inoltre si impegnano a "continuare a lavorare per accogliere le vittime di tale migrazione forzata con rispetto e compassione umana, offrendo loro la possibilità di costruirsi una nuova vita". Infine, "pur riconoscendo la complessità della situazione", sottolineano sostengono "il motivo biblico dell'essere stranieri (Dt 10,18), comprese le esperienze di sfollamento di Gesù stesso (Mt 2,13-23, 25,35).E si attengono "all'imperativo cristiano di estendere l'ospitalità agli stranieri e quindi invitiamo tutte le persone ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti". Charta Œcumenica

Bagheria (PA) ospita l’incontro della Commissione dell’ufficio per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana

6 Novembre 2025 - Si terrà a Bagheria (PA), tra il 7 e l'8 novembre, presso l’Oasi Cusmaniana delle Serve dei Poveri, l’incontro della Commissione dell’Ufficio regionale per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, giunto al suo terzo appuntamento del 2025. Due giornate di lavoro (7 e 8 novembre) che vedranno riuniti, nella cittadina alle porte di Palermo, i direttori degli uffici Migrantes delle 18 diocesi siciliane, accompagnati dai loro collaboratori. Nel corso dell’appuntamento, presieduto da mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e vescovo delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, si affronteranno diverse tematiche riguardanti i vari aspetti della mobilità umana vista dal contesto siciliano. Infine, si discuterà dell’attenzione pastorale verso le comunità siciliane all’estero, con un focus particolare sulla situazione degli italo-venezuelani arrivati in Sicilia. Nella prima sessione don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”, offrirà degli spunti di riflessione sui pronunciamenti di papa Leone in merito alle migrazioni in questi primi mesi del suo pontificato, rileggendo il videomessaggio inviato dal pontefice ai lampedusani, lo scorso 29 settembre, per la proposta di Candidatura dei “Gesti di Accoglienza” partendo da Lampedusa a Patrimonio Immateriale UNESCO. A seguire, si terrà una tavola rotonda con le testimonianze di chi si impegna sull’isola di Lampedusa a favore dei migranti. La seconda sessione ospiterà la testimonianza di Saverio Palmeri, operatore sanitario nella Striscia di Gaza, e di Vito Maria Raspanti, attivista a bordo di una delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla. La terza sessione sarà dedicata alla pastorale dei siciliani nel mondo: don Aldo Sciabbarrasi, direttore Migrantes Agrigento, condividerà la sua esperienza di vicinanza agli emigrati agrigentini, attraverso collegamenti video utili a favorire la conoscenza reciproca e a individuare possibili piste pastorali. Seguirà la presentazione della realtà dei siciliani rientrati dal Venezuela, in modo forzato, a causa della grave crisi che ha colpito il Paese sudamericano. Interverranno i fondatori dell’Associazione dei Venezuelani per l’inclusione in Sicilia e Italia (Avisi-Odv): il prof. Victor Esteban León presenterà la sua ricerca sulla presenza dei venezuelani in Sicilia; il dott. José Francisco Farias, presidente dell’associazione, illustrerà gli obiettivi e le attività di Avisi-Odv. Infine, la dott.ssa Rita Capriti, giornalista radiofonica nata in Venezuela da una famiglia emigrata dal comune messinese di Mirto, racconterà della sua cattura dopo la contestata elezione di Maduro, il 2 agosto 2024. Rinchiusa in carcere con l’accusa di incitamento all’odio, terrorismo e resistenza a pubblico ufficiale, è stata liberata dopo cinque mesi di detenzione. Come da consuetudine, sarà mons. Lorefice a concludere i lavori, raccogliendo quanto emerso per consegnare ai direttori indicazioni e orientamenti, nel segno di una Chiesa che si mette in cammino per amare chi è in cammino. (fonte: Ufficio Migrantes della diocesi di Messina-Lipari. S. Maria del Mela)

Diritto d’asilo e minori stranieri non accompagnati: a Ferrara un incontro a partire dal Report della Fondazione Migrantes

5 Novembre 2025 - Sabato 8 novembre, a Ferrara, presso la Chiesa parrocchiale di S. Giacomo (Via Arginone, 157) a partire dalle ore 9.30 è in programma la presentazione de “Il diritto d’asilo – Report 2024 -Popoli in cammino… senza diritto d’asilo” della Fondazione Migrantes. Sono previsti gli interventi dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego (presidente Fondazione Migrantes); di Cristina Molfetta (Fondazione Migrantes, curatrice del Report); di don Ogan Ayomi Akakpo (direttore dell'ufficio Migrantes della diocesi di Ferrara-Comacchio); di Massimo Marchesiello (prefetto di Ferrara) e Paola Scafidi (presidente Tir – Tutori in Rete). Introduce l'incontro: Francesco Colaiacovo. L'iniziativa fa parte della manifestazione “Prima leggo poi parlo”, promossa dall'associazione "Tutori nel Tempo". (fonte: CSV Ferrara e Modena).

“Lost in translation”. A Bergamo, 3 giorni di cinema, teatro, incontri e riflessioni per esplorare l’incontro con l'”altro”

5 Novembre 2025 - Cosa succede quando ciò che non conosci diventa un’esperienza condivisa? Dal 6 all’8 novembre 2025, Bergamo ospita la nuova edizione di Lost in Translation, la rassegna culturale promossa da Generazioni FA e Cooperativa Impresa Sociale Ruah, in collaborazione con Consorzio Sol.Co Città Aperta, Centro Fo.R.Me, Confcooperative Bergamo, Lab 80, Daste e Triciclo Bergamo, con il contributo di Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione Migrantes. Tre giorni di cinema, teatro, incontri e riflessioni per esplorare l'incontro con l'"altro", alla scoperta di prospettive diverse. La rassegna attraversa linguaggi artistici e narrativi diversi per mettere in dialogo storie, culture e sensibilità, svelando ciò che resta nascosto e offrendo nuovi modi di leggere la realtà. In questa edizione, la rassegna invita a guardare ciò che spesso resta nascosto o invisibile - esperienze, linguaggi, emozioni, domande - come luoghi da cui ripensare il presente. Cinema, teatro e dialoghi diventano strumenti per attraversare confini, riconoscere le asimmetrie e restituire complessità alle relazioni tra le persone.

💡 Scopri il programma.

Posti limitati, iscrizione fortemente consigliata. Scrivi a: lostintranslation@cooperativaruah.it

  Lost in translation Bergamo 2025

A Civitavecchia (RM), un incontro sul tema “Immigranti: opportunità o invasione?”

4 Novembre 2025 - Sicurezza, lavoro, giovani. Saranno questi i temi trattati e discussi nell'incontro "Immigranti: opportunità o invasione?" in programma il 5 novembre a Civitavecchia (RM) dalle ore 17 presso la sala Giovanni Paolo II (via Guglielmotti 12). L’incontro, dopo i saluti di S.E. Mons. Gianrico Ruzza, Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, e del sindaco di Civitavecchia Marco Piendibene ha in programma le relazioni di:
  • Simone Varisco (Fondazione Migrantes - C.E.I.), curatore del Rapporto Immigrazione Caritas -Migrantes
  • Eleonora Trappolini (Anpi), ricercatrice universitaria.
Al termine interverrà al dibattito con il pubblico presente Vincenzo Calò (presidenza nazionale Anpi). Concluderà la conferenza mons. Pierpaolo Felicolo, direttore Generale Fondazione Migrantes - C.E.I. Modera l'incontro Giorgio Gargiullo, presidente Anpi Civitavecchia.

Formazione giuridica per operatori pastorali: “La nuova disciplina delle migrazioni”. Con l’intervento del card. Zuppi

3 Novembre 2025 - Sarà il prossimo 13 novembre dalle ore 15 alle 17, il primo appuntamento dell'anno pastorale per la formazione giuridica online in "Diritto delle migrazioni", promossa a livello nazionale dalla Fondazione Migrantes e rivolta a tutti coloro che operano negli Uffici Migrantes delle diocesi italiane. Dopo i saluti del direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, e l'apertura dei lavori affidata all'intervento del presidente della Conferenza episcopale italiana, S. Em. card. Matteo Zuppi, ci sarà la relazione della prof.ssa Paola Scevi, direttore del Master in Diritto delle Migrazioni all'Università degli studi di Bergamo, sul tema "La nuova disciplina delle migrazioni: struttura, finalità e criticità del quadro normativo". Al termine i partecipanti potranno rivolgere alla relatrice le loro domande. Modera l'incontro don Gianromano Gnesotto, direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Padova.

💡 Per partecipare, scrivere a segreteria.direzione@migrantes.it

  Corso diritto delle migrazioni 2025-2026

Istat, i dati aggiornati al 31 dicembre 2024 su permessi di soggiorno, domande di asilo e cittadinanza

3 Novembre 2025 -
Secondo l'ultimo aggiornamento comunicato dall'Istat, i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno al 31 dicembre 2024 sono oltre 3 milioni e 800mila. Sono 290.119 i permessi di soggiorno rilasciati nel 2024 (-12,3% dal 2023). In netta diminuzione, rispetto al 2023, gli arrivi dall’Ucraina (-54,2%), mentre crescono i nuovi permessi per tunisini (+30,7%) e peruviani (+25,7%). La diminuzione ha riguardato i permessi per famiglia e per studio mentre crescono i permessi per lavoro (+3,8%) rispetto al 2023. Nel 2024 sono state 151.120 le persone che hanno presentato domanda di asilo in Italia, 20.555 in più rispetto al 2023. Nello stesso periodo le Commissioni territoriali per la protezione internazionale hanno esaminato 78.565 prime istanze, respingendone il 64,1%. Le acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di cittadini non comunitari nel 2024 sono state oltre 217mila, in leggera crescita rispetto all’anno precedente.

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La presentazione del Rapporto Immigrazione al Festival dell’Accoglienza di Torino

30 Ottobre 2025 - 30 Ottobre 2025 - Presentato anche a Torino, nell'ambito del Festival dell'Accoglienza, il XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, il cui focus quest'anno è sui giovani di origine straniera e sul loro impatto sul futuro del Paese. L'evento, realizzato in collaborazione con la Pastorale Giovanile e la Pastorale Scolastica dell’Arcidiocesi di Torino,  presso il Circolo dei lettori, ha visto gli interventi del curatore del Rapporto, Simone Varisco (Fondazione Migrantes), Elena Miglietti, giornalista (G.I.U.L.I.A.), Simona Berhe (Università degli Studi di Firenze), Ahmed Hassan (CIAC Onlus) e Batool Mirza (Associazione Generazioni Migranti). Ha moderato gli interventi Tana Anglana, esperta in migrazioni e sviluppo. Le conclusioni sono state affidate ad Abdullahi Ahmed, consigliere comunale della Città di Torino. Nei suoi saluti introduttivi, mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, ha voluto individuare quattro priorità, quattro attenzioni di fronte alle sfide presentate di giovani di origine straniera: "Il primo compito che ci attende è quello dell’educazione. Non basta garantire l’accesso alla scuola. Ogni gesto educativo è un investimento sul futuro. Il secondo compito è la partecipazione. Troppo spesso i giovani di origine straniera vengono considerati solo destinatari di aiuto. Noi dobbiamo invece aprire loro spazi di protagonismo. Il terzo compito è quello del riconoscimento. Non possiamo ignorare che molti giovani nati e cresciuti in Italia vivono ancora in una sorta di limbo giuridico e culturale. Sono italiani di fatto, ma non sempre di diritto. Questa condizione genera frustrazione e senso di esclusione. Il quarto compito riguarda il lavoro e le opportunità. Non possiamo permettere che i giovani di origine straniera restino intrappolati in percorsi precari o marginali. Servono politiche attive per il lavoro, sostegno all’imprenditorialità giovanile, percorsi di formazione professionale che valorizzino i talenti e le competenze di ciascuno". In definitiva, come ha detto mons. Felicolo, "tutto si gioca nello sguardo. Se vediamo i migranti e i giovani di origine straniera come un problema da risolvere, continueremo a costruire barriere invisibili. Se invece li riconosciamo come possibilità di rinnovamento, come energie nuove che arricchiscono il tessuto sociale ed ecclesiale, allora la loro presenza diventa benedizione".

Nuova missione del Tavolo asilo (Tai) in Albania: il centro di Gjader conferma criticità strutturali, violazioni dei diritti umani e spreco di risorse

29 Ottobre 2025 - Il Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI), in collaborazione con il Gruppo di Contatto Parlamentare – composto da parlamentari di Camera, Senato ed eurodeputati – ha svolto una nuova missione di monitoraggio in Albania, presso il centro di Gjader, struttura di detenzione realizzata dal Governo italiano nell’ambito del Protocollo Italia–Albania, in cui vengono trattenute persone trasferite dai Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) italiani in attesa di rimpatrio. Secondo quanto comunicato dal Tavolo, a seguito della visita il Tai "solleva forti perplessità sul piano dei diritti e sui costi di una struttura costruita e mantenuta con ingenti risorse pubbliche, ma utilizzata solo in minima parte: un vero e proprio spreco di denaro pubblico a fronte di risultati inconsistenti e di gravi ricadute sui diritti delle persone coinvolte. Circa il 70% delle persone trattenute è stato riportato in Italia per mancata convalida del trattenimento, mentre il restante 30% riguarda casi di non idoneità o rimpatri disposti dall’Italia". Ulteriori elementi di criticità riguardano la "mancanza di trasparenza nei trasferimenti" e la somministrazione di psicofarmaci, "che sembrano essere proposti a molti trattenuti, sollevando gravi preoccupazioni sulle condizioni psico-fisiche e sulle modalità di assistenza sanitaria all’interno della struttura". Il Tai infine chiede al Governo "di sospendere immediatamente i trasferimenti verso Gjader e di rispettare pienamente il diritto europeo e i diritti fondamentali delle persone migranti”.

👉 Leggi il comunicato integrale del Tai.

Padova, una conversazione sul tema “Migranti, missionari di speranza”

29 Ottobre 2025 - Giovedì 30 ottobre 2025, alle ore 21, a Padova, nella chiesa di San Francesco (Via San Francesco): la Pastorale dei Migranti propone una conversazione sul tema “Migranti, missionari di speranza”, che vedrà dialogare insieme il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla; don Gianromano Gnesotto, responsabile dell’Ufficio Migrantes della Diocesi; Josepha Kalalumba, della comunità africana francofona. Il tema della conversazione è tratto dal messaggio di papa Leone XIV, scritto in occasione della recente Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (celebrata quest’anno in occasione del Giubileo dei migranti il 4 e 5 ottobre scorsi). La serata sarà allietata da intermezzi musicali proposti dall’Ensemble “Suoni del mondo”, con musiche Bach, Vivaldi, Massenet, Morricone, Jankins. Agli strumenti: Federica Cassia e Giulia Mandro (violini); Cesar Bracho (viola); Veronica Andrea Nava Puerto (violoncello); Giulia Valli (pianoforte). (fonte: Diocesi di Padova)

Mons. Felicolo: “L’Italia si trasforma in silenzio grazie ai giovani di origine straniera. Questa realtà ci interpella”

29 Ottobre 2025 - Si è chiuso a Vercelli il Festival dell’Accoglienza 2025 con la prima presentazione sul territorio dell'edizione 2025 del "Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes", che ha avuto luogo nell’Aula Magna del Seminario arcivescovile. Oltre al co-curatore del Rapporto, Simone Varisco, è intervenuto tra gli altri anche mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes: "Il Rapporto Immigrazione 2025 ci porta dentro una trasformazione che spesso non fa rumore, ma che sta cambiando profondamente il volto dell’Italia: quella che passa attraverso i giovani di origine straniera". Si tratta, ha detto mons. Felicolo, di una realtà che "ci interpella, anche come Chiesa. Non è solo una questione politica o sociologica: è una sfida umana e spirituale". Una sfida proposta da "italiani di fatto, ma non sempre di diritto" che - come ha sottolineato il direttore generale della Fondazione Migrantes - "richiede un cambio di mentalità". Spesso infatti "pensiamo agli stranieri come a persone da 'integrarei in un sistema già definito, quasi dovessero indossare un vestito confezionato. Ma la sfida è reciproca: anche le comunità di accoglienza devono trasformarsi, rivedere schemi, linguaggi, pratiche. Non è facile, perché significa lasciarsi interrogare. Ma solo così l’incontro diventa reale". Felicolo Vercelli 2025

Festival della Migrazione, il 29 ottobre a Modena al centro pace e cooperazione internazionale. Interviene anche mons. Perego

28 Ottobre 2025 - Si avvia al termine la decima edizione del Festival della migrazione. Il 29 ottobre vede in programma due sessioni dedicate a proposte e approfondimenti su politiche migratorie e cooperazione socio-sanitaria alla Città dei Ragazzi di Modena. Nell’incontro delle 16 alla sala del centro multimediale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola si parlerà della proposta di un’Agenzia nazionale delle migrazioni e della mobilità umana. Alla tavola rotonda, promossa da FOCSIV, parteciperanno Alessandra Morelli, già delegate UNHCR ed esperta di politiche migratorie, Stefano Allievi, Ordinario di Sociologia all’Università di Padova, Riccardo Compagnucci, prefetto, già capo dipartimento vicario Libertà civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, e la presidente FOCSIV (Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) Ivana Borsotto. Il pomeriggio proseguirà alle 17 con una sessione organizzata dalla Pastorale della Salute dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, sul tema della Cooperazione internazionale socio-sanitaria. Al panel parteciperà anche il presidente del Festival della Migrazione, Edoardo Patriarca, che introdurrà l’incontro insieme a Dante Zini, responsabile della Pastorale della Salute diocesana. Di cooperazione internazionale sociosanitaria come strumento di pace parlerà Ivana Borsotto, presidente FOCSIV, invitata a contribuire anche a questo momento di confronto, poi spazio alle testimonianze delle ONG: Paolo Chesani di CEFA sulla lotta alla fame come intervento di sanità pubblica e Marcello Viani di Volontari nel mondo – Reggio Terzo Mondo sulla sfida di un ospedale di comunità in Madagascar come crocevia di persone, culture e competenze. A seguire, parola alle istituzioni, con gli interventi di mons. Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente di Fondazione Migrantes, di Marco Riccardo Rusconi dell’AICS (Agenzia Governativa Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e Luca Rizzo Nervo, ex assessore al Comune di Bologna, esperto di immigrazione e cooperazione internazionale della Regione Emilia-Romagna. La sintesi e le riflessioni conclusive sono affidate a mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena.-Nonantola e vescovo di Carpi. Il programma completo del festival sul sito www.festivalmigrazione.it.
Il Festival della Migrazione è un progetto dell’associazione Coordinamento per il Festival della Migrazione, promosso da Fondazione Migrantes e Porta Aperta. Il sostegno è garantito da Regione Emilia-Romagna, Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Chiesa di Modena, Chiesa di Bologna, Csv Terre Estensi, oltre