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Una settimana di mobilitazione, preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani

1 Febbraio 2025 - Dal 2 febbraio prende il via una ricca settimana di iniziative - formazione, preghiera e riflessione - verso la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra ogni anno l’8 febbraio. In quel giorno la Chiesa ricorda santa Bakhita, donna e suora sudanese vittima di tratta e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro questo fenomeno. “Ambasciatori di speranza. Insieme contro la tratta di persone”: questo il tema scelto per l’11ª edizione dell’appuntamento, istituito nel 2015 da Papa Francesco, che ne ha affidato la promozione all’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) e all’Unione dei superiori generali (Usg) e il coordinamento a Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta che conta più di 6mila suore, amici e partner in tutto il mondo. In continuità con il Giubileo della speranza in corso, dunque, le iniziative a Roma prenderanno il via domenica 2 febbraio, con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro insieme a Francesco. In particolare, la Fondazione Migrantes segnala l’appuntamento di martedì 4 alle 17.30, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, con una veglia ecumenica di preghiera in inglese e italiano. Gli organizzatori invitano tutti a dedicare un post sui social e condividerlo il 7 e l’8 febbraio usando gli hashtag ufficiali #PrayAgainstTrafficking, #iubilaeum2025.
La tratta è un fenomeno che, secondo i dati delle Nazioni Unite, colpisce a livello globale 50 milioni di persone. A soffrirne maggiormente le conseguenze, donne, bambini, migranti e rifugiati. Una vittima su tre è un bambino, mentre il 79% delle vittime dello sfruttamento sessuale a livello globale è costituito da donne e ragazze. Le persone costrette alla migrazione forzata sono circa 120 milioni. Guerre, conflitti, violenze, povertà e catastrofi ambientali li portano ad abbandonare le proprie case, rendendoli particolarmente vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento, per la pericolosità delle rotte e perché spesso si fa ricorso a trafficanti o al mercato nero per spostarsi da un Paese all’altro. A questo si aggiunge anche lo sfruttamento online: un’altra forma di tratta, rimarcano gli organizzatori della Giornata.

(fonte: Romasette.it)

Libia, il caso di Naima Jamal e la tratta dei nuovi schiavi

7 Gennaio 2025 - Alcuni quotidiani nazionali stanno riportando la storia di Naima Jamal, resa nota da un comunicato di "Refugees in Libya", rilanciato ieri dalla ong Mediterranea. Il comunicato include la foto che ripubblichiamo e un video in cui si vede la ragazza torturata. Secondo "Refugees in Libya" e Mediterranea, il video è stato mandato alla famiglia. Il caso di Naima, una ventenne etiope, descrive le dinamiche che colpiscono le persone migranti imprigionate, vittime della moderna tratta degli schiavi in Libia. Le famiglie delle vittime sono sotto ricatto da parte da parte di trafficanti di esseri umani, con richieste per ottenere il loro rilascio che crescono di settimana in settimana. La Libia, come riporta il nostro Report "Il Diritto d'Asilo" 2024, è tornata ad essere il primo Paese costiero di partenza per la traversata del Mediterraneo centrale: alla fine di luglio 2024 erano quasi 20 mila gli arrivi contro poco più di 12 mila dalla Tunisia, nel 2023 primo Paese per questo indicatore. A tale proposito, va ricordato che a luglio 2023 è stato siglato un accordo tra Europa e Tunisia che, analogamente a quello stipulato nel 2016 con la Turchia, o al memorandum d’intesa tra Italia e Libia firmato nel 2017 e rinnovato nel 2022, si inserisce in una strategia di esternalizzazione delle frontiere europee e di aiuti economici condizionali alla gestione dei flussi migratori. Si tratta però di contesti fortemente problematici in termini di rispetto dei diritti umani, con politiche ostili nei confronti dei migranti e un alto numero di violenze, detenzioni e soprusi, come costantemente denunciato da più fonti.

Scarica la sintesi del Report.

[caption id="attachment_52310" align="aligncenter" width="1024"]Naima Jamal (fonte: mediterranearescue.org)[/caption]

Papa Francesco: “La tratta di persone sfigura la dignità”

9 Febbraio 2023 - Città del Vaticano - «La tratta di persone sfigura la dignità». Con queste parole, ieri, papa Francesco si è rivolto, con un videomessaggio, ai partecipanti al Pellegrinaggio di preghiera online svoltosi in occasione della 9ª Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si è celebrata ieri. «Lo sfruttamento e l’assoggettamento limitano la libertà e rendono le persone oggetti da usare e scartare. E il sistema della tratta approfitta di ingiustizie e iniquità che obbligano milioni di persone a vivere in condizioni di vulnerabilità» ha sottolineato il Pontefice. Secondo Bergoglio, «le persone impoverite dalla crisi economica, dalle guerre, dai cambiamenti climatici e da tanta instabilità sono facilmente reclutate. La tratta purtroppo cresce in misura preoccupante, colpendo soprattutto i migranti, donne e bambini, giovani come voi, persone ricche di sogni e voglia di vivere in dignità». Da parte sua, la Chiesa invita a camminare insieme a chi è distrutto dalla violenza dello sfruttamento sessuale e lavorativo. In concreto, secondo le parole del Papa, questo significa «camminare insieme ai migranti, agli sfollati, a chi è in ricerca di un luogo dove vivere in pace e in famiglia. Insieme a voi giovani, per riaffermare con coraggio il valore della dignità umana». I destinatari del messaggio del Papa sono state proprio le nuove generazioni. «Non stancatevi - ha detto Francesco - di cercare strade per trasformare le nostre società e prevenire questa piaga vergognosa che è la tratta di persone».  

Papa Francesco: “la tratta cresce in misura preoccupante”

8 Febbraio 2023 -
Città del Vaticano - “La tratta purtroppo cresce in misura preoccupante, colpendo soprattutto i migranti, donne e bambini, giovani come voi, persone ricche di sogni e voglia di vivere in dignità”. A lanciare il grido d’allarme è il Papa, nel videomessaggio inviato ai partecipanti alla Maratona di preghiera online che si svolge in occasione della 9ª Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra oggi sul tema: “Camminare per la Dignità”. “Mi rivolgo in modo particolare a voi giovani”, dice Francesco: “vi incoraggio a prendervi cura della dignità, vostra e di ogni persona che incontrate”. “Lo sappiamo, viviamo un tempo difficile – prosegue il Papa – ma è proprio in questa realtà che tutti noi, in particolare i giovani, siamo chiamati a unire le forze per tessere reti di bene, per diffondere la luce che viene da Cristo e dal suo Vangelo”. “La tratta di persone sfigura la dignità”, ribadisce Francesco: “Lo sfruttamento e l’assoggettamento limitano la libertà e rendono le persone oggetti da usare e scartare. E il sistema della tratta approfitta di ingiustizie e iniquità che obbligano milioni di persone a vivere in condizioni di vulnerabilità. Infatti le persone impoverite dalla crisi economica, dalle guerre, dai cambiamenti climatici e da tanta instabilità sono facilmente reclutate”.

L’impegno contro la tratta ha il volto di tanti giovani

8 Febbraio 2023 - Roma - Pellegrini di dignità e di speranza. Testimoni di quei volti solcati dalla sofferenza di diritti negati e “megafoni” di quelle voci spesso inascoltate. Sono i giovani impegnati nel contrasto alla tratta in ogni parte del mondo, quindici di loro in rappresentanza del network di associazioni che combatte la tratta coordinato da Talitha Kum (la rete internazionale anti-tratta che conta più 3mila suore, amici e partner) sono riuniti in preghiera e riflessione a Roma per una settimana di incontro e formazione sul- la tratta di esseri umani. Una settimana che si concluderà con un appello congiunto, con il quale si darà avvio al percorso di preparazione del decimo anniversario della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta del 2024. L’iniziativa, coordinata da Talitha Kum, è promossa dalle Unioni delle Superiori e dei Superiori Generali, in partnership con il dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, il dicastero della Comunicazione, la Rete mondiale di Preghiera del Papa, Caritas Internationalis, CoatNet, il Movimento dei Focolari, il Jesuit Refugee Service, l’Unione internazionale delle Associazioni femminili cattoliche (Wucwo), The Clever Initiative, l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la Federazione internazionale Azione Cattolica, l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci), il Santa Marta Group, ed ha il supporto del Global Solidarity Fund. “Camminare per la dignità”, questo invece il tema scelto per la nona Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra oggi, quando si vivrà il momento centrale della settimana con il pellegrinaggio online, nel giorno in cui si ricorda Santa Bakhita, simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta, che inizierà alle 9.30 e attraversando i diversi fusi orari coinvolgerà tutti i continenti. Si parte dall’Oceania, per poi arrivare in Asia, Medio Oriente, Africa, Europa, Sud America, e chiudere alle 16.30 nel Nord America. «Camminare per la dignità è il tema scelto da un gruppo di giovani di tutto il mondo con l’intento di invitare le persone di buona volontà a camminare a fianco delle vittime e sopravvissuti della tratta, in particolare delle popolazioni migranti, come pellegrini della dignità umana e della  speranza - sottolinea suor Abby Avelino, coordinatrice della giornata -. Giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni religiose, culture e generazioni. Solo insieme, come comunità, potremo porre fine a questo flagello della tratta. Custodire la dignità di ogni persona, è possibile solo se sappiamo custodire la pace e l’ambiente naturale». In ogni angolo del mondo. Da tutti i continenti, infatti, arrivano i quindici ragazzi che si stanno confrontando in questi giorni. Tra loro c’è Genc Gjoci del Mary Ward Loreto Foundation. Ha 29 anni e viene dall’Albania. «Sono un farmacista, ma ho scelto di occuparmi con la Fondazione delle donne vittime di tratta per passione, perché nel mio Paese ad esempio l’attenzione psicologica alle vittime non è ancora molto diffusa, e chi ne ha bisogno è visto come malato», racconta. L’essere riuniti con chi come lui si oc- cupa delle vittime «mi aiuta a non sentirmi solo, è una sorta di caricabatterie per me - dice - per affrontare le sfide quotidiane in un Paese, come l’Albania, ancora complesso per certi versi». Come Genc anche Elena Sofia Fanciulli di Caritas Internazionalis ha 29 anni. Per lei occuparsi di tratta significa «prendere parte ad un percorso per la libertà e la dignità di ogni essere umano. Essere qui a condividere idee e sguardi che già sono orientati nella stessa direzione, ci permettono insieme di guardare ancora più in là». Il lavoro di operatore, aggiunge, porta con sé anche la «consapevolezza e la testimonianza di chi non ha voce. Solo insieme possiamo fare la differenza, perché  incontrarsi a livello spirituale e politico permette di ragionare insieme sulle azioni internazionali, di conoscere le realtà locali e innescare il circuito del cambiamento». Felicia Kondwani Monjeza viene dal Malawio e rappresenta il Wucwo. Pur lavorando da tempo in questo ambito è ancora impressionata, ammette, «nel conoscere quante persone nel suo Paese sono ancora vittime di tratta. Per questo mi impegno a sostenere la rete per sensibilizzare e pregare per loro e per la fine della moderna schiavitù». Una esortazione che è risuonata forte lunedì scorso nella parrocchia di Santa Lucia, in zona Prati a Roma, nella veglia ecumenica. La stessa preghiera che venerdì alle 15.30, in via della Conciliazione, porterà il gruppo di danza “Evolution Company of the Holy Dance” e il gruppo di giovani rappresentanti internazionali a organizzare un flash- mob contro la tratta. La settimana si chiude domenica 12 febbraio con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus in Piazza San Pietro. (Alessia Guerrieri - Avvenire)  

Giuseppina Bakhita: da vittima dei soprusi del mondo a testimone dell’Amore più grande

8 Febbraio 2023 - Milano - Violenza e riscatto, sofferenza e speranza, solitudine e comunità: l’avventura umana e spirituale di santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana morta a Schio (Vicenza) nel 1947, è una di quelle vicende che ci dimostrano come il Vangelo riesca a mettere insieme gli opposti e tracciare così la via della pace. I primi anni della sua esi- stenza - era nata nel 1868 in Darfur - furono segnati dalla schiavitù: tra il 1877 e il 1882 passò da un padrone all’altro, tra atroci sofferenze e umiliazioni. Venne poi comprata dal console italiano di Karthoum, Callisto Legnani, che, una volta tornata in Italia la affidò a una famiglia di amici di Mirano (Venezia), i Michieli. Divenuta la bambinaia della loro figlia, Alice, Bakhita per un periodo – mentre i genitori si erano dovuti spostare sul Mar Rosso – venne inviata assieme alla bimba nel collegio retto dalle Canossiane a Venezia. Qui conobbe Cristo, che donò una nuova luce alla sua vita. Cominciò così per lei un nuovo cammino che l’avrebbe portato alla consacrazione. Nel 1890, dopo essere riuscita a farsi riconoscere libera cittadina italiana, ricevette il Battesimo e nel 1896 emise i voti. Visse poi il suo ministero da religiosa a Schio, dove per 50 anni, dopo un inizio non facile anche a causa del colore della sua pelle e dei pregiudizi, fu un esempio di santità umile e quotidiana. Alla fine «suor Moretta» lasciò un segno profondo tra la gente: la vittima della violenza era diventata una testimone dell’amore e della pace di Dio. (Matteo Liut)  

Migrantes Messina: veglia di preghiera contro la tratta

6 Febbraio 2023 - Messina - In occasione della IX Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di persone, mercoledì 8 febbraio alle ore 19, presso la chiesa di “S. Maria all’Arcivescovado” di Messina  si terrà una Veglia di preghiera presieduta da mons. Giuseppe Costa, Professore Ordinario di Sacra Scrittura e Delegato Chiesa Arcivescovado. L’evento è promosso dalle religiose dell’USMI, dai religiosi del CISM, dai membri degli Istituti Secolari, dall’Ufficio diocesano Migrantes e dalla Caritas diocesana. La Giornata avrà come filo conduttore il tema “Camminare per la dignità" che è "un invito a camminare con le popolazioni migranti, come pellegrine e pellegrini della dignità umana, pellegrini di speranza, insieme, giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni religiose, diverse culture ed età. Insieme alla ricerca del dono che ciascuna persona è, contro ogni forma di sfruttamento e tratta di persone. Durante l’anno 2022, abbiamo vissuto cambiamenti importanti e l’aggravarsi di situazioni di crisi. In questo contesto, le persone che soffrono la violenza della tratta di persone e i gruppi a rischio, sono aumentati. Le cause sono riconducibili allo sfruttamento delle vulnerabilità causate da instabilità per conflitti armati, violenze generalizzate, crisi climatico-ambientale ed economica. Chi tenta di fuggire in cerca di sicurezza o di lavoro, si trova in balia di sé stesso, con leggi insufficienti che tutelino i migranti, i quali si trovano con maggior facilità avvinghiati nelle trame delle reti tessute dai trafficanti di persone. Inoltre i trafficanti hanno incrementato l’uso della tecnologia informatica per il reclutamento e lo sfruttamento, adescando le vittime sulle reti sociali e diffondendo in internet falsi annunci di lavoro", si legge in una nota. La Veglia di quest’anno sarà nella forma itinerante scandita da quattro tappe. Si snoderà lungo i Chiostri dell’Arcivescovado per poi concludersi in Chiesa con l’ascolto della Parola e la riflessione affidata a Mons. Costa. Per informazioni: migrantes.me@alice.it  

Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la tratta: una delegazione internazionale di giovani si riunisce a Roma

3 Febbraio 2023 - Roma - La nona Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di Persone si terrà mercoledì 8 febbraio 2023. Il tema di questa edizione, scelto da un gruppo internazionale di giovani impegnati nella lotta alla tratta, è “Camminare per la Dignità”. Quest’anno per la prima volta dalla sua istituzione - avvenuta nel 2015 per volere di Papa Francesco - 15 giovani rappresentanti del network della Giornata arriveranno a Roma da tutti i continenti per una settimana di incontro e formazione sulla tratta di esseri umani. Alla fine della settimana il gruppo lancerà un appello con il quale si darà avvio al percorso di preparazione del decimo anniversario della Giornata. La settimana si apre lunedì 6 febbraio con una Veglia ecumenica in inglese e in italiano alle 19.15 nella Parrocchia Santa Lucia, nel quartiere Prati di Roma, zona della capitale dove lo scorso novembre sono state brutalmente uccise tre donne in situazione di prostituzione, alla comunità cattolica si uniranno la comunità multiconfessionali. Il momento centrale della settimana sarà il Pellegrinaggio online di preghiera e riflessione di mercoledì 8 febbraio, festa di Santa Bakhita, simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta. Il pellegrinaggio prende avvio alle 9.30 cet time e, attraversando i diversi fusi orari, coinvolgerà tutti i contenenti. Si parte dall’Oceania, per poi arrivare in Asia, Medio Oriente, Africa, Europa, Sud America, e chiudere alle 16.30 cet time nel Nord America.  L’evento sarà trasmesso in diretta streaming in 5 lingue (Inglese, Spagnolo, Portoghese, Francese, Italiano) su www.prayagainsttrafficking.net. Il blocco centrale è affidato ai giovani impegnati contro la tratta e, come accaduto negli ultimi anni, ci sarà un messaggio di Papa Francesco. I partecipanti al pellegrinaggio online sono espressione di oltre 30 Paesi di tutti i continenti. Saranno giovani e adulti, donne e uomini, laici e religiosi, sopravvissuti, attivisti, creativi. Tutti uniti contro la tratta. Venerdì 10 alle 15.30 in via della Conciliazione il gruppo di danza “Evolution Company of the Holy Dance” e il gruppo di giovani rappresentanti internazionali darà vita ad un flash-mob contro la tratta. La settimana si chiude domenica 12 febbraio la partecipazione alla Preghiera dell’Angelus in Piazza San Pietro. L’iniziativa è coordinata da Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta che conta più 3000 suore, amici e partner, e è promossa dalle Unioni delle Superiori e dei Superiori Generali, in partnership con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il Dicastero della Comunicazione, la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, Caritas Internationalis, CoatNet, il Movimento dei Focolari, il Jesuit Refugee Service, l’Unione Internazionale delle Associazioni Femminili Cattoliche (WUCWO), The Clever Initiative, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la Federazione Internazionale Azione Cattolica, l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci), il Santa Marta Group e molte altre organizzazioni in tutto il mondo. La Giornata ha il supporto del Global Solidarity Fund. “Il tema di quest'anno è “Camminare per la dignità” ed è stato scelto da un gruppo di giovani di tutto il mondo con l’intento di invitare le persone di buona volontà a camminare a fianco delle vittime e sopravvissuti della tratta, in particolare delle popolazioni migranti, come pellegrini della dignità umana e della speranza. Giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni religiose, culture e generazioni. Solo insieme, come comunità, potremo porre fine a questo flagello della tratta. Custodire la dignità di ogni persona, è possibile solo se sappiamo custodire la pace e l’ambiente naturale. spiega sr. Abby Avelino, coordinatrice della giornata.

Lì dove le suore aiutano le schiave. Al Maxxi le foto di Talitha Kum

3 Marzo 2022 -

Roma - Lo si potrebbe definire una sorta di viaggio nell’accoglienza e nella cura dei cuori. Un viaggio al femminile. Cuori di donna, cuori di religiose che accolgono e curano cuori di giovani, giovanissime e bambine la cui vita, in questo primo scorcio del secondo millennio, è stata sconvolta dalla tratta: la riduzione in schiavitù e il commercio che ne deriva. Stiamo parlando della mostra fotografica Nuns healing hearts (Suore che curano i cuori), che si è aperta martedì al Maxxi di Roma (fino al 6 marzo) e di cui 'Avvenire' è mediapartner (fotogallery sul sito avvenire. it). L’iniziativa è stata presentata in una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, fra gli altri, la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, il prefetto del Dicastero vaticano per le Comunicazioni sociali Paolo Ruffini, il sottosegretario per i rifugiati presso il Dicastero vaticano per lo sviluppo integrale, padre Fabio Baggio, la coordinatrice internazionale della fondazione Talitha Kum suor Gabriella Bottani e la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri.

L’esposizione è stata curata da Claudia Conte in collaborazione col Global solidarity fund, per conto dell’Unione italiana delle superiore generali (Uisg) e per Talitha Kum. Propone dieci foto di grande formato realizzate per Talitha Kum dalla fotografa e attivista umanitaria statunitense Lisa Kristine, selezionate da una serie di 30 scatti. La mostra era nata nel 2019 ed era stata presentata a papa Francesco in occasione dell’udienza delle superiore generali della Uisg. Poi, dopo essere stata portata il 30 luglio dello stesso anno al palazzo dell’Onu per la giornata mondiale contro la tratta e riallestita a novembre a Tokyo in occasione della visita del Papa, si era dovuta fermare a causa della pandemia. Adesso riprende il suo viaggio con questa mostra che la propone al pubblico italiano, per poi diventare itinerante e multimediale. Le fotografie (scattate in Thailandia, Filippine, Messico, Stati Uniti, Italia e Guatemala) documentano l’impegno della rete che fa riferimento a Talitha Kum. Un lavoro che ha il volto e il cuore di più di 3000 suore di varie congregazioni e volontari in oltre 90 Paesi, accanto alle donne sopravvissute alla tratta (circa 15.000 nel 2020). Come ha spiegato suor Gabriella Bottani, le foto «vogliono essere spunto di riflessione che spinga a riflettere ma senza perdere la speranza, perché se l’umanità perde la speranza di fronte alla violenza è destinata a soccombere». Per Padre Baggio sono immagini che «rendono il giusto onore al lavoro di tante donne che quasi sempre rimane nel segreto». (RobertoI. Zanini - Avvenire)

Migrantes Rossano-Cariati: una preghiera contro la tratta degli esseri umani

14 Febbraio 2022 - Rossano - Si è tenuta ieri, domenica 13 febbraio,  nella Parrocchia di Cristo Re a Cariati la giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro tutte forme di schiavitù  meglio conosciuta come giornata contro la tratta degli esseri umani. Il bellissimo momento di preghiera accolto dal parroco don George Veiee è stato presieduto dall'arcivescovo di Rossano-Cariati mons. Maurizio Aloise ed organizzata dalla commissione Migrantes della diocesi. Durante la preghiera coordinata da sr. Antonia Dal Mas, Missionaria dell’Immacolata del PIME e dalla dottoressa Carmelina Sciarrotta entrambe componenti della commissione Migrantes della diocesi, ha visto la presenza di numerosi fedeli sensibili alla tematica. Durante l’iniziativa, nella quale è stata introdotta la vita di santa Giuseppina Bakita, c’è stata la partecipazione di alcune ragazze vittime di tratta. “Come arcidiocesi di Rossano-Cariati siamo da sempre impegnati ad abbattere ogni forma di ingiustizia e sfruttamento, in particolare per quanto riguarda la tratta degli esseri umani presente nelle nostre zone, sotto l’evidente forma della prostituzione e dello sfruttamento lavorativo” ha dichiarato Giovanni Fortino direttore della pastorale Migrantes diocesana, “ come non ricordare, ha proseguito, l’iniziativa della fiaccolata vissuta qualche anno fa che fece scalpore per le tante forze politiche assenti e contrarie a tale iniziativa, ma noi come diocesi volevamo andare oltre l’opinione pubblica e la politica perchè ritenevamo opportuno arrivare ai cuori dei cittadini onesti per sensibilizzarli contro questo fenomeno che affligge ancora oggi la nostra terra, richiamando la necessità del sostegno di tutti affinché venga rispettata la dignità dell’essere umano contro ogni forma di sfruttamento grazie anche alla volontà dell’allora vescovo mons. Santo Marcianò”. L’iniziativa,  inserita in un più ampio movimento di preghiera voluto da Papa Francesco di portata mondiale con il tema 2022 “La Forza della Cura” trova la sua massima espressione ed intensità nella giornata dedicata alla memoria liturgica di Santa Bakita che si celebra l’8 febbraio. Santa Bakita suora canossiana che venne ridotta in schiavitù in africa e arrivata in italia divenne libera e suora patendo con il suo corpo  le tante  punizioni corporali che gli venivano inflitte dai suoi carnefici tanto che ad un certo punto arrivo a dimenticare persino il suo nome di origine. Un brutta storia di traffico di esseri umani che nel caso di Santa Bakita, salita agli Onori degli altari della Chiesa Cattolica ha avuto dei risvolti positivi di libertà. La bellissima e significativa omelia di Mons. Maurizio Aloise ha concluso il momento di preghiera rifacendosi al tema e alle parole di Papa Francesco richiamando il passo del Vangelo del buon Samaritano e chiedendosi “ Chi è il mio prossimo? : il tuo prossimo non è colui che tu fai entrare nell’orizzonte delle tue attenzioni, ma prossimo sei tu quando ti prendi cura di un uomo; non tu chi ami, ma tu quando ami. (Migrantes Rossano-Cariati)    

Tratta: un incontro di Migrantes, Missio e Caritas

14 Febbraio 2022 - Roma -  “Tratta, la forza della cura. Donne, economia, tratta di persone”. Questo il tema di un incontro che si svolgerà a Roma alla presenza di sr. Gabriella Bottani della rete danti tratta “Talitha Kum”, che sarà affiancata dal sociologo Stefano Volpicelli. L’incontro fa parte del ciclo di formazione organizzato e proposto da Caritas Diocesana, Centro Missionario Diocesano e Ufficio Migrantes di Roma. Questi incontri – spiega il direttore Migrantes di Roma, mons. Pierpaolo Felicolo - fanno parte del cammino di formazione essenziale per il servizio che volgiamo a favore dei migranti.  

Piacenza: in serata il vescovo Cevolotto presiede una messa in cattedrale

8 Febbraio 2022 -
Piacenza - In occasione della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra oggi sul tema “La forza della cura – donne, economica e tratta di persone”, alle 18.30 il vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, presiederà in cattedrale una celebrazione eucaristica nella memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la monaca sudanese che da bambina ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza traumatica di essere vittima della schiavitù e della tratta. Venerdì 25 marzo, invece, alle 20.30 presso il Teatro Filodrammatici, andrà in scena la pièce teatrale “Nemmeno con un fiore, il prezzo dell’amore” di Emanuela Frisoni, racconto a più voci ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto.

Padova: veglia di preghiera contro la tratta presieduta dal vescovo Cipolla

8 Febbraio 2022 - Padova - "La forza della cura – Donne, economia e tratta di persone" è il tema dell’VIIIa Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra oggi, 8 febbraio, nel giorno in cui la Chiesa ricorda santa Giuseppina Bakhita. Un tema in continuità con l’anno precedente in cui si è avviata "la riflessione sulla connessione tra economia e tratta di persone. L’edizione 2022 propone di mettere al centro le donne. Sono loro, infatti, a essere maggiormente colpite dalla violenza della tratta. Allo stesso tempo, hanno un ruolo fondamentale e importante nel processo di trasformazione dell’economia di sfruttamento in un’economia della cura", spiega la diocesi di Padova che propone per l’occasione una veglia di preghiera presieduta dal vescovo, mons.  Claudio Cipolla, che si terrà in una doppia modalità: in presenza a partire dalle ore 20.30 nella chiesa di Santa Maria dei Servi a Padova e on line (dalle ore 21) sul canale You Tube della chiesa dei Servi e sul sito della Diocesi di Padova, all’indirizzo www.diocesipadova.it  

Sr. Bottani: “una maratona di preghiera contro la tratta” 

4 Febbraio 2022 - Milano - "La tratta di persone è una delle ferite più profonde della nostra società. Da anni il Papa sprona tutti a reagire schierandosi al 'a fianco degli uomini, delle donne e dei bambini ridotti in schiavitù, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere, spesso torturati e mutilati'. L’8 febbraio è stata organizzata una maratona di preghiera che dalle 9 alle 17 abbraccerà i vari continenti. È prevista la testimonianza di alcune vittime. Ed è atteso un messaggio del Santo Padre". Alla vigilia dell’evento, nel numero in edicola Famiglia Cristiana pubblica una riflessione di suor Gabriella Bottani, religiosa comboniana, coordinatrice della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta. "È necessario e urgente interrompere le dinamiche" che generano questa tragica piaga, scrive suor Bottani: "dobbiamo realizzare un cambiamento radicale, passando da modelli economici e stili di vita basati sullo sfruttamento e sulla tratta a quelli fondati sulla cura delle persone e della nostra casa comune. E siamo proprio noi donne a essere chiamate a guidare con coraggio questa trasformazione". Secondo l’Onu, puntualizza la religiosa comboniana, proprio "le donne e le bambine rappresentano il 72% delle vittime della tratta e la percentuale aumenta significativamente nel contesto dello sfruttamento sessuale. La pandemia ha incrementato questo business, amplificando i meccanismi socio-economici che ne sono alla base, aumentando le disuguaglianze ed esponendo a rischi maggiori chi già si trovava in contesti di vulnerabilità e discriminazione". "In questo tempo di crisi, conclude suor Gabrielle Bottani, fermarsi a pregare insieme diventa essenziale perché, come ci ricorda papa Francesco, 'c’è bisogno di pregare per sostenere le vittime della tratta e le persone che accompagnano i processi di integrazione e di reinserimento sociale. C’è bisogno di pregare perché impariamo ad avvicinarci con umanità e coraggio a chi è segnato da tanto dolore e disperazione, tenendo viva la speranza. Pregare per essere sentinelle capaci di discernere e fare scelte orientate al bene. La preghiera tocca il cuore e spinge ad azioni concrete, ad azioni innovative, coraggiose, che sanno assumere il rischio confidando nella potenza di Dio'".

Giornata contro la tratta: tutti i continenti uniti nella preghiera.

3 Febbraio 2022 - Città del Vaticano - Martedì 8 febbraio si svolgerà l’ottava Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. Il tema è “La forza della cura. Donne, economia e tratta di persone”. Nella giornata in cui si celebra la memoria liturgica di Santa Bakhita, simbolo universale dell'impegno della Chiesa contro la tratta, l’umanità impegnata per contrastare questo fenomeno si unirà in una maratona online di preghiera dalle 9.00 alle 17.00. Seguendo i diversi fusi orari, la maratona prenderà il via dall’Oceania, l’Asia e il Medio Oriente, per poi passare in Africa, Europa, Sud America e concludersi con il Nord America. Sarà trasmessa in diretta streaming in cinque lingue (francese, inglese, italiano, portoghese, spagnolo) nel sito della giornata www.preghieracontrotratta.org Le testimonianze arriveranno da oltre 30 Paesi. Saranno religiose e consacrati, ma anche sopravvissute, attivisti, volontari, economiste, imprenditrici. Anche quest’anno è atteso un messaggio di Papa Francesco, che ha introdotto nel 2015 questa Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta. Domenica 6 Febbraio, vigilia dell’evento l’appuntamento sarà alla Preghiera dell’Angelus con il Pontefice  in Piazza San Pietro, dove ci sarà anche la statua di Santa Bakhita dell’artista Timothy Schmaltz “Let the oppressed go free”. L’opera d’arte è dedicata alle vittime della tratta e a tutte le donne, particolarmente alle suore impegnate per la loro liberazione. L’evento è coordinato da Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta di oltre 3000 suore, amici e partner in tutto il mondo, ed è promosso dalle Unioni Internazionali delle Superiore e dei Superiori Generali, in partenariato con la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale, Caritas Internationalis, l’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, il Movimento dei Focolari, il Jesuit Refugee Service e tante altre organizzazioni in tutto il mondo.

Migrantes Catania: una giornata contro la tratta di persone

31 Gennaio 2022 -
Catania - Martedì 8 febbraio, alle ore 18, nella parrocchia Divina Maternità della B.M.V. in Cibali, in occasione dell’Ottava Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, l'
Ufficio Migrantes della diocesi di Catania,  diretto da Giuseppe Cannizzo, promuove una celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Gianluca Giacona, nel giorno della memoria di Santa
Giuseppina Bakhita (la schiava divenuta santa).
Il tema scelto per questa Giornata è “La forza della cura - donne, economia, tratta di persone”.  La tratta - spiega Cannizzo - è una delle "piaghe più profonde inflitte dal sistema economico attuale,
in cui principalmente le donne e i bambini, particolarmente vulnerabili, vengono trafficati per lo sfruttamento sessuale. La pandemia ha aumentato ancora di più questo 'business' redditizio della tratta di persone creando disparità economiche e fragilità fino ad accrescere il divario tra uomini e donne. Pertanto, le donne, come protagoniste di cambiamenti, vengono chiamate a realizzare un
sistema economico fondato sulla cura delle persone e della casa comune, che coinvolga tutti". La cura diventa allora lo stile di vita, il modo di amare di Gesù, come raccontato nella parabola del Buon Samaritano (Lc 10, 25 -37), ripresa da Papa Francesco nella sua Lettera Enciclica Fratelli Tutti. La “forza” della cura diventa allora l’unico cammino per contrastare ogni forma di sfruttamento della tratta di persone.

Migrantes Reggio Emilia-Guastalla: domani la presentazione del progetto “Laboratorio di sartoria”

15 Dicembre 2021 - Reggio Emilia - Con un testo manoscritto in inglese e italiano arriva l’invito per domani giovedì 16 dicembre alle 18 in Polveriera (piazzale Sant’Oscar Romero) a Reggio per la presentazione del progetto finanziato da Fondazione Migrantes e Associazione Rabbunì "Laboratorio di sartoria ZIG ZAG: nuove tessiture di vita e di bellezza". Incontrando sulla strada le persone vittime di tratta e mettendoci in loro ascolto, "abbiamo notato - spiegano alla Migrantes della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla - come la richiesta di un lavoro sia stato e sia tra quelle che più frequentemente ci vengono rivolte: da questo è nato il desiderio e si è sentito il bisogno di costruire occasioni di lavoro regolare. L’emergenza Covid ha messo ulteriormente in luce la necessità di avere proposte lavorative per le persone che incontriamo. È quindi nata l'idea di valorizzare le competenze proprie delle culture di provenienza e come associazione abbiamo deciso di misurarci con percorsi di professionalizzazione in ambito sartoriale". La sartoria e la presenza in laboratorio sono il primo passo per accogliere totalmente le potenzialità e i problemi di queste donne, che qui vedono anche l’inizio di un percorso di inserimento più ampio (corso di lingua, incontri di conoscenza del sistema sanitario e dei percorsi di inserimento lavorativo regolari). L’esperienza di questo primo anno di progetto - sottolinea la Migrantes reggiana - "ha messo in evidenza il desiderio delle ragazze di apprendere come confezionare abiti per loro stesse: crediamo sia importante accogliere questa volontà e questo impegno delle ragazze, per aiutarle a riportare l’attenzione su loro stesse e sulla loro vita e per la crescita della loro dignità e considerazione di sé. È questo il motivo per cui, con questo secondo anno di progetto, vorremmo creare 'tessuti di bellezza', realizzando anche modelli e abiti. Abbiamo inoltre deciso che il laboratorio venga inserito in un contesto parrocchiale perché venga favorita l’integrazione tra le ragazze e il territorio diocesano e la sensibilizzazione delle comunità rispetto alle esperienze e alle difficoltà che vivono le ragazze".  

Nella Casa del progetto Chaire Gynai la presentazione del libro “Donne Autrici di un’altra storia”

15 Ottobre 2021 -
Roma - Nel post-pandemia come sarà il futuro? Trenta donne, religiose e laiche, inviano un messaggio di speranza nel libro “Donne Autrici di un’altra storia” (Tau Editrice), curato da Anna Moccia, direttrice di Terra e Missione e dalla canonista Claudia Giampietro. Il volume sarà presentato, domani,  16 ottobre, a Roma nella Casa del progetto Chaire Gynai, che accoglie donne rifugiate. “Il messaggio di speranza si rivolge soprattutto alle donne vittime di tratta che abbiamo voluto sostenere devolvendo loro, interamente, i proventi delle vendite del libro – racconta Anna Moccia –. Dalle storie del racconto emerge un invito a formare una rete perché ognuna può aiutare l’altra a fiorire. Il mondo missionario sostiene profondamente chi migra e le testimonianze ricevute confermano come l’impegno quotidiano in tutto il mondo voglia garantire un futuro fatto di cammini comuni e dialogo, temi al centro del progetto di Terra e Missione”. L'iniziativa “Chaire Gynai”, espressione greca che significa “Benvenuta donna”, è stata fortemente voluta e sostenuta da Papa Francesco, che ha voluto affidare questo progetto alle Suore Missionarie Scalabriniane, congregazione da sempre attenta ai temi sociali ed in particolare al dramma dei migranti. “Con piacere accogliamo questo volume che mette al centro le donne del mondo – spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie Scalabriniane – I migranti guardano il mondo con uno sguardo proiettato al futuro. Le loro sofferenze sono la diretta conseguenza di istituzioni impoverite dall’egoismo. Ma dobbiamo necessariamente ricordare che loro hanno gli occhi di chi crede in un mondo diverso”. La superiora generale delle missionarie Scalabriniane parteciperà all’appuntamento romano insieme alle due curatrici del volume. La voce di Antonella Mattei accompagnerà alcune letture tratte dal libro. Un'occasione di incontro, divertimento e convivialità, accompagnata da un aperitivo etnico e dalla mostra di artigianato solidale prodotto dalle donne migranti.
 

Tratta delle Persone: Gulia nuovo presidente di “Slaves No More”

8 Settembre 2021 - Roma - L'Assemblea generale dell'Associazione “Slaves No More”, che si occupa della tratta di persone, ha eletto nuovo presidente Pino Gulia, già vicepresidente. L'Assemblea ha anche eletto il nuovo Direttivo di cui fanno parte, come vicepresidente, Suor Monica Chikwe (dell’Ordine delle Suore Ospedaliere della Misericordia), e come membri: Oria Gargano (presidente della Cooperativa Sociale Be Free), Alessandro Baldo (project manager), Francesco Carchedi (sociologo, docente universitario). Suor Eugenia Bonetti, fondatrice della stessa Associazione, è stata ringraziata calorosamente dall’Assemblea generale per l’opera da lei realizzata negli oltre otto anni di presidente dell’Associazione. Su richiesta unanime, Suor Eugenia entra a far parte, di diritto, del Direttivo. Pino Gulia, ha lavorato dall’inizio degli anni ottanta in Caritas diocesana di Roma (all'epoca guidata da Mons. Luigi Di Liegro). Nel 1988 è stato chiamato in Caritas italiana con l'incarico di seguire il fenomeno migratorio in Italia e in Europa. È in questo contesto che, dal 1995, ha cominciato ad affrontare la problematica della tratta. Nominato responsabile del Coordinamento ecclesiale contro la tratta, ha partecipato all'evolversi della lotta al fenomeno, della nascita di numerose strutture di accoglienza per le vittime, della nascita dell'art. 18 nel Testo Unico Immigrazione dedicato appunto alla lotta e alla prevenzione della tratta e alla salvaguardia delle vittime. Nel 2002 è stato chiamato dal presidente nazionale delle Acli per avviare e coordinare il Servizio Immigrati all'interno della sede nazionale del Patronato Acli e promuovere gli Sportelli immigrati nelle Sedi provinciali. Dal 2004 è consulente della Missione Permanente della Santa Sede per gli Organismi Internazionali a Vienna, per il trafficking in persons. L'Associazione Slaves no more dal 2012, anno di nascita, ha come finalità primaria i programmi di rimpatrio volontario assistito di donne, di origine straniera, che sono riuscite a fuggire dalle maglie della criminalità che le sfrutta a livello sessuale e lavorativo. Il programma è svolto con la cooperazione del Coordinamento nazionale delle Suore Nigeriane (Committee for the Support of the Dignity of Women - COSUDOW) in Lagos, Benin City, Ijebu Ode, Delta State e prevede accoglienza alloggiativa delle donne rimpatriate e dei loro figli, un periodo di formazione, l’inserimento lavorativo per loro e scolastico per i figli. Il programma ha una durata di due anni e contempla anche azioni di prevenzione che si svolgono in varie scuole soprattutto nelle zone in cui la criminalità cerca le proprie vittime. L'Associazione promuove inoltre programmi di formazione e aggiornamento sulla problematica del traffico e dello sfruttamento, per quanti svolgono attività di accoglienza e consulenza. Inoltre effettua, anche in cooperazione con altre associazioni, momenti di sensibilizzazione, pure nelle Scuole, in Italia e sostiene quelli realizzati in altri Paesi, tra cui la Nigeria. Slaves No More partecipa al dibattito politico e sociale sul traffico e sfruttamento di persone. A Pino Gulia gli auguri per un proficuo servizio.

Giornata contro la Tratta: don Buonaiuto, “dalla prostituzione al lavoro nero, le schiavitù al tempo del covid”

28 Luglio 2021 - Milano -  «È impossibile ignorare lo sguardo sofferente di coloro che sanno di non potersi liberare da soli dalle catene che li tengono imprigionati con la paura e il ricatto». Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, in un editoriale che Famiglia Cristiana pubblica nel numero da domani in edicola scuote le coscienze alla vigilia della Giornata mondiale contro le nuove schiavitù, che si celebra il 30 luglio. «Neanche questa lunga pandemia ha fermato i mercanti di esseri umani», scrive don Buonaiuto. «Tra le creature più indifese le giovanissime rapite, ingannate e sfruttate fino a ridurle a bancomat umani delle peggiori organizzazioni criminali tra loro in competizione per dividersi il turpe mercato del mercimonio coatto». Il business illegale della prostituzione «si è inabissato durante la crisi Covid senza mai esaurire il proprio potenziale di sofferenze e tragedie rimosse», osserva il prete antitratta. «Sotto l’emergenza dilagante del “virus killer” ha continuato in maniera carsica a scorrere il fiume velenoso della prostituzione tiranneggiata dalle multinazionali della violenza. I clan hanno agito indisturbati cambiando le forme di un giro di affari che ha semplicemente differenziato le occasioni di arricchimento. Così è esploso il fenomeno della vendita online di incontri a pagamento dietro ai quali si nasconde il volto malefico della tratta. Confinate in appartamenti le vittime sono costrette a ritmi di sfruttamento massacranti. Trasformando esistenze umane in catene di montaggio con la minaccia di sanguinose ritorsioni in caso di diminuzione delle entrate. Non potrò mai abituarmi ad ascoltare racconti come quello di Ana che di giorno era obbligata a ricevere i cosiddetti clienti reclutati sul web. E poi la notte doveva prostituirsi in strada per raggiungere la quota fissata quotidianamente dai propri aguzzini». Purtroppo i fronti della tratta sono molteplici, conclude don Buonaiuto nella sua allarmata riflessione: «Non sono solo i marciapiedi a essere teatro di indecenti schiavitù, bensì anche i cantieri abusivi nei quali si è raggiunto il livello record di morti bianche, il caporalato nei campi, i settori legati al turismo sessuale e all’accattonaggio, le occupazioni in nero come badanti o babysitter. Con addentellati persino nel traffico internazionale di organi».