Primo Piano

Migranti e media: si parla di loro, ma non con loro

14 Febbraio 2025 - L'altro editoriale di Nello Scavo, inviato del quotidiano "Avvenire" e presidente dell’Associazione Carta di Roma, pubblicato sul numero 1 del 2025 di "Migranti Press". “Richiedente asilo, rifugiato, vittima di tratta, migrante non possono essere usati come sinonimi perché rimandano a condizioni giuridico–amministrative diverse. Tanto meno le persone che arrivano nel nostro paese irregolarmente possono essere accomunate sotto la definizione comune di ‘clandestini’, termine non solo fortemente connotato negativamente, ma anche inesistente giuridicamente”. Già nel 2018 le linee guida per i media elaborate da “Carta di Roma” mettevano in guardia da una comunicazione fuorviante e strumentale. Da allora qualcosa è cambiato in meglio? Alcune discontinuità sono state registrate. Se è vero che la rappresentazione delle migrazioni è quella di una “crisi permanente”, sempre adoperando toni  allarmistici imbastiti con il consueto campionario di “emergenza”, “crisi”, “allarme”, “invasione”, i ricercatori del XII Rapporto Carta di Roma, Notizie di contrasto, segnalano una lieve diminuzione della comunicazione parossistica. È un piccolo ma importante segnale, perché dice che il lavoro di questi anni ha permesso di innescare, anche grazie a “Carta di Roma”, una maggiore attenzione all’armamentario delle parole scelte da chi comunica. Chi, invece, è ancora assente dal panorama informativo sono i protagonisti. Nel 2024 la voce delle persone migranti e rifugiate sono state presenti solo nel 7% dei servizi dei telegiornali. Si parla di loro, ma non con loro. Non c’è da sorprendersi: il primo tema in agenda resta quello dei “flussi migratori”, mentre parlare di “accoglienza” è quasi una rarità. Le scelte mediatiche, dunque, rispecchiano lo spartito scritto dalla politica. Un pessimo segnale per un giornalismo, pur tra alcune eccezioni, vissuto tra assuefazione e complicità. C’è un altro dato che conferma le cattive abitudini di tante redazioni e le ricadute sull’opinione pubblica, il calo netto dell’attenzione mediatica verso la questione migratoria: parliamo di una contrazione del 40% circa in stampa e telegiornali di prima serata. Le considerazioni e le raccomandazioni finali del Rapporto non valgono solo per chi fa informazione. “Si sono rivelati molto costruttivi gli approfondimenti che attraverso molteplici ingredienti (dati, analisi, testimonianze, comparazioni) riescono a penetrare la superficie del fenomeno per darne letture articolate, inedite e stimolanti per la riflessione. Al contrario, le letture dell’accoglienza attraverso lenti parziali e ideologicamente condizionate non contribuiscono in alcun modo alla comprensione del fenomeno”. Valerio Cataldi, che a dicembre mi ha passato il testimone alla presidenza di Carta di Roma, così apriva il rapporto annuale: “Le persone spariscono (di nuovo). La politica (ancora) in primo piano”. Una sintesi perfetta, e amara.

Salerno, celebrazione eucaristica per la comunità migrante francofona

14 Febbraio 2025 - L’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Cerno ha organizzato per domenica 16 febbraio 2025, presso la Chiesa dell'Immacolata a Salerno, una Celebrazione Eucaristica in lingua francese, dedicata alla comunità migrante francofona presente sul nostro territorio. Questa iniziativa nasce dal desiderio di offrire ai fedeli di lingua francese un'opportunità di preghiera e condivisione nella propria lingua madre, rafforzando il senso di comunità e accoglienza all’interno della Chiesa locale. L'invito a partecipare è esteso a tutti coloro che desiderano unirsi a questa celebrazione speciale. Per maggiori informazioni, è possibile contattare l’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Cerno: 089 0977808 - ufficiomigrantes@diocesisalerno.it

(fonte: Diocesi di Salerno)

La presentazione del Rapporto Italiani nel mondo a Berna e a Wohlen (Svizzera)

13 Febbraio 2025 - Durante il fine settimana sono in programma in Svizzera due eventi dedicati alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024, uno studio sul fenomeno migratorio italiano e sulle sue nuove tendenze, realizzato dalla Fondazione Migrantes. Il primo appuntamento, ospitato e promosso dal Comites di Berna, Friburgo e Neuchatel, è per sabato 15 febbraio, alle ore 15, presso Casa d’Italia (Bühlstrasse 57, Berna). Interverranno la curatrice del Rapporto, la dott.ssa Delfina Licata, lo studioso e docente di storia delle migrazioni, l'on. Toni Ricciardi, e il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. Il RIM 24 a Berna   Domenica 16 febbraio 2025, alle ore 15, appuntamento invece al Circolo Acli Wohlen (Freiämterstrasse 1 - 5610 Wohlen) su iniziativa dei Circoli Acli di Wohlen e Lenzburg, della Missione Cattolica Italiana di Wohlen-Lenzburg e dell’Associazione Italia Nostra di Mellingen. Intervengono Franco Narducci, presidente Acli Wohlen; monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes; Delfina Licata, sociologa delle migrazioni e curatrice del RIM; l'on. Toni Ricciardi, Camera dei deputati del Parlamento italiano; Gaetano Vecchio, presidente Acli Argovia  

“Fino a che punto?”. Il diritto d’asilo in copertina sul primo numero di “Migranti Press” del 2025

13 Febbraio 2025 - Arriva il numero 1 del 2025 di Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes. In copertina, i numeri e la progressiva compressione del diritto d’asilo in tutto il mondo, ma anche le modalità di accoglienza e accompagnamento dei rifugiati nel nostro Paese, partendo dai dati del Report “Il Diritto d’asilo 2024”. In evidenza, un editoriale di Nello Scavo sull’ultimo Rapporto dell’associazione Carta di Roma, a proposito di migrazioni e media; un focus sull’appartenenza religiosa degli immigrati che vivono in Italia; i percorsi e le storie degli studenti stranieri accolti a Firenze dal Centro “La Pira”; il progetto “Scuola con e per i rom” a Giugliano, mentre l’Italia è ancora “il Paese dei campi”; uno dei racconti che Luigi Dal Cin ha pubblicato nel volume Sulla porta del mondo. Storie di emigranti italiani (Terre di Mezzo editore), realizzato con la Fondazione Migrantes. È la storia dei piccoli spazzacamini della Val Vigezzo. Infine, le nostre rubriche (Norme e giurisprudenza, Brevi e Segnalazioni – Libri, Cinema, Arte, etc).
Il sommario completo:
  • Editoriale La Festa dei popoli: insieme in Piazza e in Cattedrale Mons. Pierpaolo Felicolo
  • L’altro editoriale Migranti e media: si parla di loro, ma non con loro. Il XII Rapporto Carta di Roma Nello Scavo
  • In Italia e in Europa il diritto d’asilo è a rischio. L’ottava edizione del Report annuale della Fondazione Migrantes Cristina Molfetta e Giovanni Godio Sto alla porta e busso». L’esperienza delle “suore di frontiera” Bruno Salustri
  • “E tu, in chi credi?”. L’appartenenza religiosa degli immigrati in Italia Simone M. Varisco Il mio “jihad” attraverso il fumetto. Intervista a Takoua Ben Mohamed S. M. V.
  • 4 vite che sono anche la mia. Una medaglia dalle quattro facce Miriam Sereni
  • Facciamoli studiare. Diritto allo studio e integrazione Michele Zanzucchi e Maurizio Certini
  • Cam-caminì. Storie di (piccoli) emigranti italiani Luigi Dal Cin
  • Organizzare la speranza. Dal basso. Il progetto “Scuola per e con i rom” Elia Tornesi Diritti abitativi. L’Italia è ancora il “Paese dei campi” E. T.
  • Leggi e giurisprudenza a cura di Alessandro Pertici (Ufficio nazionale per i problemi giuridici della Cei)
  • Brevi
  • Segnalazioni (libri, cinema, musica, arte)
 

Radio Mater, una nuova puntata della trasmissione curata dalla Fondazione Migrantes

13 Febbraio 2025 - Appuntamento alle ore 17.30 su Radio Mater con una nuova puntata della trasmissione "Incontri in cammino", curata dalla Fondazione Migrantes. Simone Varisco dialoga sul Giubileo dei migranti con mons. Graziano Borgonovo, sotto segretario del Dicastero dell'evangelizzazione; e con Mariacristina Molfetta, a proposito della graphic novel sui minori non accompagnati 4 vite (Tau Editrice). logo Radio Mater

A Torino, “La Carta di Roma. Migrazione: un approccio inedito alla complessità”

12 Febbraio 2025 - Il Concorso Lingua Madre organizza – insieme all’Ufficio per la Pastorale dei Migranti Arcidiocesi di Torino e a GIULIA Giornaliste – il corso per giornaliste/i dell’Ordine Dei Giornalisti Piemonte dedicato alla Carta di Roma. Appuntamento mercoledì 13 febbraio 2025 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso la sede dell'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi di Torino (via Cottolengo 22). Si analizzeranno le linee guida e i suoi aggiornamenti in relazione all’ultimo Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, dove molto rilevante risulta essere la presenza femminile. Dalla partecipazione alle attività autonome o imprenditoriali fino alla creatività culturale, il contributo delle cittadine straniere o con appartenenze multiple, le rende parte attiva di un processo di trasformazione sociale. Senza dimenticare le giovani generazioni sospese tra Neet e nuove consapevolezze. Fra gli interventi, quelli di Sergio Durando, referente dell'Ufficio Migranti, di Simone Varisco, curatore del del Rapporto Immigrazione per la Fondazione Migrantes, e di Daniela Finocchi, del Concorso nazionale "Lingua Madre".

Il ruolo delle aziende nell’integrazione socio-economica dei rifugiati in Italia

12 Febbraio 2025 - Il 13 febbraio è in programma dalle ore 9.30 presso la Luiss Business School (Roma, Villa Blanc, Via Nomentana 216) un convegno dal titolo "Il ruolo delle aziende nell'integrazione socio-economica dei rifugiati in Italia" Dopo i saluti di benvenuto degli organizzatore e promotori - Luiss Business School e Pfizer Italia - e la presentazione del position paper sul ruolo delle aziende nell’integrazione economica dei rifugiati, a cura di Francesco Cherubini (Associate Professor di Diritto  Europeo Luiss Guido Carli), è previsto un panel in cui interverranno:
  • Chiara Cardoletti*, Alto Rappresentante per Italia, Vatican e San Marino - UNHCR.
  • Mariacristina Molfetta, Curatrice del Volume Annuale «Il Diritto d'asilo» Fondazione Migrantes.
  • Massimo Visentin, Co-Chair DEICE and Eastern Europe Cluster President Pfizer.
  • Luigi Maria Vignali*, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
  • Francesco Reale, Segretario  Generale Fondazione Adecco.
Modera: Maurizio Licordari, Giornalista RAI.

Papa Francesco invia una lettera ai vescovi USA sulle deportazioni di migranti: “Ciò che è costruito sulla base della forza inizia male e finirà male”

11 Febbraio 2025 - “L’atto di deportare persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per motivi di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, ferisce la dignità di tanti uomini e donne, di intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità”. Questo un passaggio della lettera - suddivisa in dieci punti, diffusa oggi in lingua inglese e spagnola, - che papa Francesco ha indirizzato alla Conferenza Episcopale statunitense, a poco più di due settimane dalla pubblicazione sull’account X della Casa Bianca delle fotografie di una decina di migranti che camminano in fila, ammanettati e in catene, verso un aereo militare per essere riportati in patria. Dopo aver spiegato di aver "seguito da vicino la grande crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l'avvio di un programma di deportazioni di massa", nella sua missiva il Pontefice scrive tra l'altro: "Il vero bene comune si promuove quando la società e il governo, con creatività e rigoroso rispetto dei diritti di tutti - come ho affermato in numerose occasioni - accolgono, proteggono, promuovono e integrano le persone più fragili, non protette e vulnerabili. Ciò non impedisce lo sviluppo di una politica che regoli una migrazione ordinata e legale. Tuttavia, questo sviluppo non può avvenire attraverso il privilegio di alcuni e il sacrificio di altri. Ciò che è costruito sulla base della forza, e non sulla verità della pari dignità di ogni essere umano, inizia male e finirà male".

Fonte: Vatican News.

Arriva anche a Madrid il Rapporto Italiani nel Mondo

11 Febbraio 2025 - Il Comites di Madrid ha organizzato per giovedì 20 febbraio, presso il Consolato Generale d’Italia (c/Agustín de Betancourt 3) la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM 2024), realizzato dalla Fondazione Migrantes, organo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Dopo i saluti istituzionali, il presidente del Comites Madrid, Andrea Lazzari, modererà una tavola rotonda alla quale interverranno:
  • Delfina Licata, sociologa delle migrazioni, ricercatrice della Fondazione Migrantes e curatrice del RIM.
  • Pietro Mariani, consigliere CGIE Spagna, e Michele Testoni, vicepresidente Comites Madrid, autori del saggio: Spagna. La doppia cittadinanza: una grande opportunità.
Il dibattito si concentrerà su due temi cruciali per gli italiani all’estero: da un lato, l’evoluzione della mobilità italiana, ovvero sia la migrazione interna che quella esterna, cioè sia quella in uscita dall’Italia che quella in entrata; dall’altro lato, il tema della cittadinanza, elemento “strutturale” di identificazione delle comunità italiane fuori dal territorio nazionale, nonché  le opportunità e le sfide legate all’acquisizione della doppia cittadinanza fra Italia e Spagna.

Lampedusa, il “Viaggio della vita” con gli studenti delle scuole dell’isola

10 Febbraio 2025 - Per Germano Garatto dal 2013 Lampedusa è anche il suo "Viaggio della Vita": si chiama così il progetto educativo avviato nel 2013 dalla Fondazione Migrantes e affidato a lui e all‘associazione di promozione sociale Edusa. Ha un nome evocativo che sull’isola risuona nelle aule di tutte le scuole e in molte case. "I ragazzi che abbiamo formato all’inizio della nostra esperienza, quando ancora erano liceali – racconta Garatto – hanno frequentato l’Università, molti sono tornati e hanno avviato attività nell’ambito del turismo, mentre qualcuno di loro oggi è con noi e forma i fratelli più piccoli ai valori dell’accoglienza e del rispetto". Lo scopo del "Viaggio della Vita", progetto che coinvolge gli studenti dell’isola, è quello di consolidare la collaborazione tra scuola e territorio "prima di tutto con le famiglie – spiega Germano – e con le altre realtà di Lampedusa, proponendo attività e iniziative che fanno capire quanto sia importante lavorare e vivere insieme nel rispetto reciproco". Dal 6 al 9 febbraio a Lampedusa si è riunita la Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana, assieme al vescovo delegato, mons. Corrado Lorefice. Uno degli incontri è stato proprio dedicato al lavoro di Garatto e di Edusa.
Scuola di umanità
Con i bimbi della primaria, l’associazione Edusa realizza "LampeMondo", che porta dentro la scuola la ricchezza l’esperienza viva di genitori che hanno voglia di mettersi in gioco e raccontare ai figli e ai compagnetti la loro infanzia "attraverso una festa, una favola, un gioco, una danza o anche un cibo – aggiunge l’animatore e presidente di Edusa – per far comprendere anche a chi è più piccolo la ricchezza dell’umanità, la bellezza delle tradizioni. Il tema centrale di questo nostro progetto è il viaggio, particolarmente sentito in quest’isola che è punto di partenza e approdo di tante persone. Ma il viaggio del nostro progetto è inteso anche come il percorso che ognuno di noi fa, da quando viene al mondo portando con sé ricordi ed esperienze che vengono da lontano e ci portano lontano". Così Edusa ha "arruolato" genitori lampedusani, ma anche tunisini, colombiani, peruviani in un concerto di voci e racconti che affascina gli alunni e si arricchisce dell’apporto degli insegnanti.
L’Africa in classe
I ragazzini delle medie sono i protagonisti del progetto "Cosa ci porta l’Africa": a ciascuna classe è proposta l’esplorazione di uno dei Paesi da cui provengono i migranti che giungono a Lampedusa. "Lo scopo – chiarisce Garatto – è comprendere come persone che ai nostri occhi appaiono povere e sprovvedute siano in realtà rivestite di una dignità che la storia e la cultura dei paesi da cui sono partiti ci aiuta a comprendere". In questo caso il ruolo fondamentale è svolto da alcuni testimoni privilegiati che provengono dal Paese in esame, “in particolare viene valorizzata la presenza di famiglie e giovani che – aggiunge Garatto - vivono da diverso tempo in Italia e provengono dall’Eritrea, dal Senegal, dalla Tunisia e dalla Costa d’Avorio".
La vocazione sociale dei ragazzi
I ragazzi delle scuole superiori, infine, vengono coinvolti nella terza articolazione del progetto con lo scopo di sviluppare le "vocazioni sociali", grazie ad attività di animazione. Spiega Garatto: "Ci rivolgiamo a una trentina di alunni che frequentano le classi terze e quarte del Turistico e dello Scientifico. È previsto un percorso di formazione di 45 ore con introduzione al ruolo di animatore attraverso il gioco educativo, elementi di psicologia e pedagogia nonché un tirocinio pratico con laboratori e attività rivolte ai più piccoli".
Restare umani
"Questo nostro lavoro – prosegue Garatto – contribuisce a valorizzare la presenza dei migranti, per aprire le menti dei giovani, ma anche delle loro famiglie e in definitiva per stimolare tutto il tessuto sociale lampedusano. Coinvolgendo i migranti, inoltre, li aiutiamo a essere parte di questa comunità e allo stesso tempo aiutiamo i lampedusani a restare umani". Lampedusa, del resto è una realtà aperta al mondo: "Non solo qui approdano tante persone in fuga da tante parti del mondo – spiega il presidente dell’Associazione Edusa – ma sono molti i lampedusani che scelgono di emigrare, le loro famiglie conoscono bene il senso del viaggio, che può essere di sola andata. Proprio per questo, quando ho chiesto agli isolani perché nel 2011 hanno accolto senza battere ciglio migliaia di ragazzi, mi hanno risposto: 'e se fossero stati i nostri figli?'. La modalità di reazione di Lampedusa è stata grande".
Un nuovo modello
Da 12 anni a questa parte, però, qualcosa è cambiata: "L’isola – confessa Garatto, con un’ombra di perplessità nella voce – è sempre più modulata sulle necessità del business del turismo. I pescatori sono sempre di meno e poche le persone che coltivano. In questi ultimi anni sono stati ristrutturati numerosi edifici, trasformati in strutture di accoglienza. Allo stesso tempo non si vedono più migranti per la strada, non c’è più modo di confrontarsi con la loro sofferenza e la loro umanità. A Lampedusa sfugge una parte della sua stessa realtà, perché chi arriva viene fatto sbarcare lontano e viene preso in carico per essere trasportato all’hotspot e poi fuori. Sono tutti contenti del fatto che i turisti non vengono mai a contatto con i migranti stranieri, eppure, ne sono sicuro, questa comunità non ha perduto la disponibilità all’incontro". (Nino Arena – Ufficio Migrantes Arcidiocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela)

Lampedusa, mons. Lorefice: “Qui una comunità messianica, non un club religioso”

9 Febbraio 2025 - Nel saloncino parrocchiale adiacente la Chiesa di San Gerlando si spengono le luci e nel buio riaffiorano i ricordi, le lacrime, la commozione di quei giorni lontani, eppure ancora pienamente vivi nella memoria della comunità lampedusana. Su una delle pareti vengono proiettate le immagini del video, realizzato nel 2011, con cui la Fondazione Migrantes ha raccontato i giorni della grande emergenza. Ed ecco apparire i volti di migliaia di donne, uomini, bambini, alcuni ancora in fasce, che hanno attraversato il molo Favaloro di Lampedusa, ma che, ancor di più, hanno toccato in modo indelebile il cuore degli isolani.
Testimonianze e ricordi
Una comunità che nella serata di giovedì 6 febbraio, al termine della funzione religiosa, alla presenza del parroco don Carmelo Rizzo, si è raccolta per condividere con i componenti della Commissione Regionale per le Migrazioni, ma soprattutto con monsignor Corrado Lorefice, il ricordo di quelle giornate dove «tutti noi abbiamo potuto toccare con mano la sofferenza di Gesù, perché è come se avessimo vissuto il Vangelo», sottolinea la signora Pilla, tra le parrocchiane più “attive” nei giorni dell’emergenza. «Questo luogo (la parrocchia ndr) – era un cantiere aperto 24 ore su 24. La sala in cui ci troviamo adesso, ad esempio – ricorda Pilla – era quella in cui venivano raccolti i vestiti che poi venivano divisi e distribuiti; ogni zona aveva una sua funzione specifica. Eravamo tutti uniti nel condividere il dolore di quei fratelli, ma al tempo stesso eravamo felici di poter ridare loro dignità». Dignità nella vita, ma dignità anche nella morte, quella che, invece, per Maria Martello, non è stato possibile concedere attraverso il rito della sepoltura «ai corpi di coloro che venivano sistemati all’interno di grandi sacchi neri di plastica, immagini che ho ancora bene impresse nella mente e continuano a essere motivo di grande dolore. Tutto quello che siamo riusciti a fare lo abbiamo fatto con amore e per amore, perché era come se Gesù si stesse presentando a noi». Altrettanto commosse e commoventi le testimonianze di Enzo Riso e Mario Capitano, entrambi in prima linea nelle difficili settimane del febbraio 2011. «Ricordo tutto come fosse ieri – racconta Mario –, pioveva a dirotto e andammo da don Stefano (il parroco di allora, ndr), per capire come poter aiutare le persone che dormivano al porto e cercavano di ripararsi sotto i camion. È bastato un messaggio e in un attimo tutti i lampedusani hanno aperto le porte di casa per dare il loro contributo». Ricordi indelebili, anche quelli condivisi dal pescatore Enzo: «Inizialmente ci sentivamo impotenti, poi però tutto si è trasformato in coraggio e voglia di fare. Non c’era nulla che ci spaventasse o preoccupasse, sentivamo solo il bisogno di esserci e poter dare aiuto. La cosa che non dimenticherò mai saranno gli abbracci che ho scambiato con quei fratelli, perché è come se avessi provato la sensazione di abbracciare Dio». Suor Angela Cimino è a Lampedusa da più di un anno: «La missione che sto vivendo qui mi si è attaccata sulla pelle. Se mentre mi trovo a pregare ricevo un messaggio in cui viene comunicato che da lì a breve si verificherà uno sbarco, e quindi sono chiamata a svolgere la mia attività di volontaria, mi dico “lascio Dio per andare da Dio” e prima di recarmi al molo l’ultima preghiera la faccio per le persone che incontrerò e per i corpi di coloro che non ce l’hanno fatta».
Lampedusa capace di “abbracciare” le sofferenze altrui
Ed è proprio dalle testimonianze, ancora vivide, dei parrocchiani e dei volontari, che monsignor Lorefice ha colto spunto per lanciare un messaggio di profondo valore cristiano: «Ascoltare le vostre parole – ha affermato il vescovo – è come aver riletto dei tratti del Vangelo. Abbiamo scelto di essere qui a Lampedusa – ha spiegato – perché è solo attraverso i vostri racconti e le vostre testimonianze che possiamo far capire alle nostre comunità locali cosa significhi realmente essere comunità messianica, cristiana. Il Messia è colui che salva facendo proprie le sofferenze altrui ed è esattamente ciò che avete fatto e continuate a fare. Fin quando non capiremo questo, saremo solo un “club religioso”, ma non saremo una comunità messianica». (Elena De Pasquale – Ufficio Migrantes Diocesi Messina Lipari S. Lucia del Mela)

“Click day” e Decreto Flussi, il documento del Tavolo asilo e immigrazione al governo

8 Febbraio 2025 - Il Tavolo Asilo e Immigrazione ha inviato un documento sul Decreto flussi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con osservazioni e proposte frutto delle istanze degli enti del Terzo settore che operano nel settore dell'immigrazione, dell'accoglienza delle persone migranti e del contrasto alla tratta di esseri umani. Il documento sottolinea l’ormai anacronistico meccanismo di programmazione dei flussi in entrata e di allocazione delle quote di ingresso annuali, sempre più insufficienti per le reali esigenze di chi vuole fare ingresso in Italia per lavorare e chi ha necessità di assumere manodopera straniera. In particolare, lo strumento del click day, come si è visto già in occasione di quello del 5 febbraio, il primo del 2025 - in quattro minuti sono state raggiunte le 25 mila quote previste dal decreto -, rischia di essere una vera e propria lotteria ed esclude, formalmente, chi si trova già in Italia. Le organizzazioni riunite nel chiedono, in particolare:
  1. La possibilità di assumere direttamente lavoratori/lavoratrici in qualsiasi momento, al di fuori del sistema quote e senza limitazioni per nazionalità o settori produttivi;
  2. la creazione di nuovi canali di ingresso per lavoro: sponsorship e ricerca lavoro;
  3. l’introduzione di una clausola di salvaguardia che dia diritto ad avere un permesso di soggiorno per attesa occupazione nell’ipotesi in cui, per cause non imputabili a lavoratori/lavoratrici, dopo l’ingresso in Italia non si formalizzi il rapporto di lavoro;
  4. la possibilità di assumere lavoratori/lavoratrici già in Italia pur in condizione di soggiorno irregolare, attraverso misure di regolarizzazione su base individuale - non afferenti alla domanda di protezione internazionale - in presenza di un’offerta di lavoro regolare o di radicamento sul territorio nazionale;
  5. lo snellimento della procedura di ingresso e rilascio del permesso di soggiorno e il potenziamento dell’organico della Pubblica amministrazione interessata a tali procedure;
  6. la possibilità di convertire tutti i permessi di soggiorno in permessi per lavoro.

Leggi il documento integrale del Tavolo Asilo e Immigrazione.

Il lavoro della Guardia costiera di Lampedusa: “In mare un istante in più di attesa può decidere della vita o della morte”

7 Febbraio 2025 - «Nel mare non c’è la corsia d’emergenza, non puoi accendere le quattro frecce e aspettare, nel mare un istante in più di attesa può decidere della vita o della morte di un essere umano». Il tenente di vascello Flavio Verde, Comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo e Comandante della 7^ Squadriglia della Guardia costiera di Lampedusa, pronuncia queste parole senza enfasi: come le donne e gli uomini che lavorano al suo fianco, è addestrato a non mettere il sentimento davanti alla professionalità. Eppure il filo intrecciato dell’emozione e dell’orgoglio costituisce la trama preziosa del loro impegno: «Alle persone che operano nel soccorso – afferma, infatti, il tenente di vascello Verde – può capitare di non dormire o di non mangiare per un’intera giornata e più, e alla fine essere felici per avere strappato alla morte bambini, donne incinte, uomini». L'incontro con la Guardia costiera di Lampedusa era nel programma della 4 giorni sull'isola della Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana, assieme al vescovo delegato, mons. Corrado Lorefice.
Una macchina rodata
Per soccorrere le migliaia di persone che ogni anno scelgono la rotta del Mediterraneo centrale è stata messa a punto una macchina i cui ingranaggi sono rodati da anni. Lampedusa del resto è più vicina all’Africa che all’Europa, le coste tunisine sono ad appena 113 chilometri, Pantelleria a 140, Malta a 176 e la Sicilia a 215. Gli equipaggi della Guardia costiera italiana che partono da Lampedusa si spingono anche nelle acque territoriali maltesi o tunisine per mettere in sicurezza donne e uomini in fuga. Per fare questo il tenente di vascello Verde può contare su un personale composto da 85 unità, sette navi delle "classi" 200 e 300 che oltre al soccorso devono garantire tutta una serie di altre attività.
Oltre i numeri
«Nel 2023 – spiega il comandante Verde – abbiamo soccorso 60mila migranti, nel 2024 sono stati 39.336 e nel primo mese di quest‘anno 2.728. Due anni fa abbiamo portato a termine 1.800 missioni, percorrendo 61.100 miglia nautiche, pari a tre volte le circonferenza della Terra. Non soccorriamo solo i migranti, ma vigiliamo su chi va per mare, dai pescatori ai diportisti. L’altro giorno, per fare un esempio, con la collaborazione dei Vigili del fuoco, abbiamo tratto in salvo un pescatore rimasto bloccato su una scogliera a 35 metri sopra il livello del mare nei pressi del Faro di Ponente. Loro si sono calati dall’alto e noi siamo intervenuti con una motovedetta. Alla fine lo abbiamo recuperato e consegnato al 118».
Il fattore umano
«Ci mettiamo in mare – prosegue il tenente Verde – dopo aver ricevuto l’allerta dal Centro operativo nazionale di Roma o dal Settore operativo regionale di Palermo, che raccolgono le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà. Spesso si tratta di barchini in ferro di circa 9 metri, stracarichi, che quando si fermano per un’avaria o perché è finito il carburante rischiano di affondare in poco tempo. La segnalazione può venire da un aereo di ricognizione del sistema di soccorso (Sar, Search and rescue) o anche da una nave mercantile o da un peschereccio che ha l’obbligo di prestare i primi soccorsi. A volte la segnalazione parte dal telefono satellitare di uno dei migranti: in quel caso la ricerca è più difficile, anche se cerchiamo di ricostruire le coordinate della loro posizione». «I nostri equipaggi – tiene a precisare il comandante – sono costituiti da sette persone, con un soccorritore marittimo che, quando agganciamo l’imbarcazione in difficoltà, deve essere pronto a tuffarsi per favorire il trasbordo delle persone attraverso una sorta di lettiga-salvagente. A bordo ci sono anche un medico e un infermiere del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta) e un mediatore culturale dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Sono figure fondamentali: l’equipe sanitaria tratta immediatamente i migranti raccolti e predispone il soccorso a terra, segnalando se ci sono casi particolari, emergenze o donne in stato di gravidanza; mentre il mediatore culturale riceve e fornisce indicazioni fondamentali per la riuscita dell’operazione di soccorso». Il collaudo della generosità Le motovedette sono collaudate per accogliere un centinaio di migranti accanto agli uomini e alle donne dell’equipaggio. Eppure non è raro vederle tornare in porto con molte più persone a bordo. «La legge del mare ci obbliga a salvare le vite e – osserva ancora il comandante Verde – in determinate condizioni, può accadere di doversi spingere un po' più in là. Non è solo la Guardia costiera ad agire così, ma tutte le forze armate, anche di altri paesi presenti a Lampedusa. Con tutti c’è un clima di collaborazione duraturo e forte. Al momento ci sono unità navali svedesi, danesi e lituane che, nell’ambito dell’operazione europea Frontex, partecipano all’operazione "Italy", mentre un nostra motovedetta tra qualche giorno dovrà raggiungere le acque greche». All’interno dell’imbarcazione di soccorso c’è un crocifisso: «Non è un caso se sta lì – dice il maresciallo Roberto Triolo – insieme ai giubbotti e alle cinture di salvataggio. Prima di partire per un’operazione di soccorso lo guardiamo e facciamo il segno della croce perché ci assista». (Nino Arena – Ufficio Migrantes Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela).

L’istinto di Lampedusa per l’accoglienza. Intervista a Pierangela Allegro

6 Febbraio 2025 - Nel fitto calendario di incontri organizzato dalla Commissione regionale per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, in “trasferta” a Lampedusa, non mancherà un momento di condivisione, fissato per la giornata di domani 7 febbraio, con i ragazzi del Centro diurno per il disagio psichico, la cui responsabilità, a partire dal 2021, è nelle mani della dottoressa Pierangela Allegro, tecnico della riabilitazione psichiatrica. Una giovane professionista, da sempre innamorata del suo lavoro e dei suoi pazienti, che nell’arcipelago delle Pelagie ha trovato la propria dimensione. Perché quello con Lampedusa potrebbe davvero essere definito un “amore a prima vista”, «sebbene fino a quel momento, pur essendo siciliana, e più precisamente palermitana, non fossi neanche consapevole di dove fosse collocata geograficamente l’isola».
L’attività del centro diurno
Una scoperta nella scoperta, dunque, per la dott.ssa Allegro, a cui è bastato poco per decidere di trasferirsi in pianta stabile a Lampedusa, «con cui si è creato un legame speciale, nonostante le difficoltà che possono esserci». Difficoltà che si accentuano nei mesi invernali, quando torna a prendere il sopravvento la dimensione più “selvaggia” dello “scoglio”, quella che Pierangela ama di più, al punto che «nel periodo estivo, oltre che dedicarmi al lavoro preferisco stare più a casa», come in una sorta di letargo a senso inverso. «Il Centro diurno semiresidenziale – spiega la dottoressa – esiste dal 2005, e in questi anni sono state prese in carico circa 500 persone. All’interno vengono svolte sia attività strutturate, di gruppo, sia attività singole per quegli utenti che hanno dei piani riabilitativi personalizzati. Parliamo di utenti con terapie farmacologiche anche abbastanza importanti che hanno bisogno di essere seguiti bene. Sul posto sarebbe necessaria la presenza di un’equipe multidisciplinare, composta da altri tecnici della riabilitazione, un medico specializzato in psichiatria, un infermiere e, lì dove necessario, anche un operatore socio-sanitario (OSS). Nei fatti, però, sono stabilmente presente sul posto solo io, che in alcuni giorni della settimana mi avvalgo del supporto di un medico specialista in psichiatria che svolge attività ambulatoriale».
La decisione di rientrare in Sicilia
Un impegno costante, dunque, quello profuso da Allegro, la cui decisione di prendere parte alla selezione pubblica indetta dall’Azienda sanitaria provinciale competente per l’individuazione di un tecnico della riabilitazione psichiatrica, «è stata figlia di alcune domande esistenziali che mi sono posta dopo il periodo del Covid. Ho lavorato per oltre 10 anni in Lombardia, all’ospedale “San Paolo” di Milano e, come ben sappiamo, nel nord Italia sia la prima che la seconda ondata della pandemia, nel 2020 e nel 2021, hanno avuto degli effetti disastrosi. Mi sono cominciata a interrogare su cosa effettivamente volessi dalla mia vita, se fossi disposta a stare ancora così lontano dalla mia famiglia… E mi sono risposta di no». Cogliendo quindi la possibilità di partecipare a questa selezione ha deciso di tornare «e oggi eccomi qui, a Lampedusa». Dove è riuscita a coniugare sia l’aspetto professionale che quello affettivo: «La mia compagna è lampedusana, gestisce un’attività di ristorazione e stiamo progettando di costruire qualcosa di importante insieme».
Lampedusa e la sua capacità di accoglienza
Sull’accoglienza, quella che in fondo lei stessa ha potuto sperimentare in prima persona, la dottoressa Allegro non ha dubbi: «Lo spirito di accoglienza dei lampedusani è qualcosa che non si trova da nessun’altra parte, è quasi un istinto» e per cercare di far capire meglio il suo pensiero, torna con la mente all’estate del 2023, quella degli arrivi che portarono l’hotspot di Contrada Imbriacola a non essere più sufficiente in termini di capienza: «Ricordo in particolare uno sbarco in cui arrivarono moltissime donne e bambini. La mia compagna ha subito organizzato un passaparola e nel giro di poche ore siamo stati letteralmente riempiti di vestiti e giochi per bambini e neonati. Così come sono rimasta sorpresa – continua Pierangela –, dalla compostezza e dall’ordine con cui, sempre in uno di quei giorni in cui l’hotspot non riusciva più a contenere i migranti, quest’ultimi si sono pacificamente spinti verso il centro del paese fino a raggiungere il sagrato della chiesa di San Gerlando, in attesa di ricevere un piatto di pasta». Scene non nuove alle latitudini lampedusane, che spesso, però, vengono oscurate da immagini, a senso unico, dal sapore di “invasione”. (Elena De Pasquale – Ufficio Migrantes Diocesi Messina Lipari S. Lucia del Mela). [caption id="attachment_53938" align="aligncenter" width="1024"]Pierangela Allegro Pierangela Allegro all'interno del Centro di cui è responsabile.[/caption]

La Fondazione Migrantes torna a Lampedusa, “cuore del Mediterraneo”

5 Febbraio 2025 - Dal 6 al 9 febbraio l’arcipelago delle Pelagie farà da cornice all’incontro della Commissione regionale per le migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana. Sono passati esattamente 14 anni, era il febbraio 2011, da quando Lampedusa, la più grande delle due isole che compongono l’arcipelago delle Pelagie, si ritrovò investita dall’ondata della "emergenza nord-Africa", così come fu ribattezzata dal governo italiano. Era l'effetto diretto della Primavera Araba, la grande rivoluzione dei giovani che nel 2010 interessò i Paesi del Maghreb. E così, nel giro di poco meno di un anno, migliaia e migliaia di giovani, spinti da un desiderio di libertà, abbandonarono le coste del Nord-Africa dirigendosi verso l’Italia alla ricerca di futuro e soprattutto di speranza. Quella speranza che, nonostante tutto, nonostante tutti, gli abitanti dell’isola di Lampedusa sono stati in grado di donare alle migliaia di migranti giunti sulle coste di quel fazzoletto di terra geograficamente più vicino all’Africa che all’Italia. Una testimonianza di coraggio e di prossimità che la Fondazione Migrantes ha deciso di raccontare a fianco dei lampedusani sulla spinta delle parole dell’allora parroco dell’isola, don Stefano Nastasi: «Certe cose non possono essere raccontate, devono essere vissute, qui accanto a noi, se non venite a vedere con i vostri occhi non lo potete capire».
Raccontare la speranza
La prima fase del progetto, intitolato “La Migrantes a Lampedusa. Raccontare la Speranza”, ha narrato un altro volto dell’Isola, cercando di captarne l’animo e il cuore, dando la parola a chi ne conosceva e ne conosce tuttora anche l’angolo più remoto. Le testimonianze sono state raccolte in un “Diario di Bordo” diventato non solo un contenitore di cronaca, ma anche di emozioni, di sentimenti, che gli isolani, grazie al rapporto instauratosi, hanno deciso di rivelare e raccontare. Mantenendo un filo conduttore con il tema centrale della missione lampedusana, ovvero “Raccontare la Speranza”, l’idea della Fondazione, sempre nel 2011, è stata quella di ritornare nel cuore del Mediterraneo per raccontare, ma soprattutto raccogliere, entro la “cornice” di un libro dal titolo “Sullo stesso barcone. Lampedusa e Linosa si raccontano”, i pensieri e le testimonianze degli isolani dopo la fase clou dell’emergenza. Il testo, in cui sono state raccolte oltre 40 testimonianze, è riuscito a far comprendere, a quanti hanno osservato i fatti di Lampedusa attraverso la tv, che le vicende vanno analizzate e considerate sotto diversi punti di osservazione: nel caso specifico quello della comunità lampedusana, che in tutte le sue componenti ha affrontato i giorni dell’emergenza con profondo spirito di collaborazione e condivisione delle sofferenze altrui. "Sullo stesso barcone" (copertina) Il “viaggio” editoriale attraverso le strade di Lampedusa e Linosa e la volontà di raccontare qualcosa di diverso oltre l’emergenza ci ha fatto ben presto comprendere anche le tante emergenze che caratterizzano la quotidianità degli isolani. Nasce così il progetto “Lampedusa e Linosa 365 giorni in rete”, un contenitore di articoli scritti di pugno dagli isolani. Una “finestra” aperta su un territorio poco conosciuto, o conosciuto solo in certe parti, i cui contorni sono stati disegnati esclusivamente dagli abitanti dell’Isola.
La voglia di una vita dignitosa: cuore pulsante del Mediterraneo
Ed arriviamo ad oggi, perché l’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana, grazie al supporto fornito dalla Fondazione Migrantes, ha deciso di tenere proprio nell’isola delle Pelagie il primo incontro del 2025 della Commissione composta dai direttori Migrantes delle diciotto Chiese di Sicilia, presieduta dal vescovo delegato S.E. mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e membro della Commissione Episcopale per le Migrazione della Conferenza Episcopale Italiana. L’evento, che rappresenta un momento centrale per quanti, in Sicilia, si occupano della pastorale migratoria, sarà una nuova occasione di studio, ascolto e riflessione delle diverse anime di un’Isola che continua comunque a rappresentare un punto di passaggio per quanti attraversano la rotta migratoria del Mediterraneo centrale per raggiungere i Paesi europei. Al netto, infatti, delle numerose evoluzioni normative che hanno interessato e interessano la materia delle migrazioni - caratterizzate da logiche securitarie mirate a rendere la categoria dei “migranti forzati”, ma non solo loro, un pericolo sociale da affrontare non con logiche di inclusione ma di esclusione - Lampedusa continua a essere testimone diretta di un fenomeno, quello migratorio, impossibile da contenere, perché animato dal desiderio che è essenza stessa del mondo: la voglia di vivere e sopravvivere. Cuore pulsante di un Mediterraneo, sempre meno “mare nostrum” e sempre più “mare mortuum”. (Elena De Pasquale - Ufficio Migrantes Diocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela)

Si riunisce a Lampedusa la Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana

4 Febbraio 2025 - Dal 6 al 9 febbraio si riunisce a Lampedusa la Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana, assieme al vescovo delegato, mons. Corrado Lorefice. Nel corso delle quattro giornate di presenza a Lampedusa, si darà voce alle diverse anime dell’Isola e si toccheranno alcuni luoghi simbolo, in un percorso di riflessione animato da intensi momenti di confronto. Troveranno spazio gli studenti delle scuole medie e superiori coinvolti nel progetto formativo “Il Viaggio della Vita”, sostenuto in questi anni dalla Fondazione Migrantes; il parroco don Carmelo Rizzo; le suore della comunità intercongregazionale e gli operatori pastorali della parrocchia di “San Gerlando”; don Stefano Nastasi, parroco a Lampedusa durante gli accadimenti relativi alla Primavera Araba e per la visita apostolica di Papa Francesco dell’8 luglio 2013; gli uomini e le donne di Guardia Costiera e Guardia di Finanza, tasselli fondamentali della macchina dei salvataggi e dei soccorsi in mare; i volontari, gli uomini e le donne del Poliambulatorio; i rappresentanti e le voci delle organizzazioni umanitarie e delle associazioni presenti sull’isola pelagica (aggiornato il 5 febbraio 2025).
Il programma completo
Mercoledì 5 febbraio ore 18.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”. Giovedì 6 febbraio ore 16.00 - Incontro presso la sede della Guardia Costiera. ore 18.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”. ore 19.00 - Incontro con la comunità parrocchiale. Venerdì 7 febbraio ore 09.00 - Incontro con gli studenti delle seconde classi della scuola secondaria di primo grado I.C. “Luigi Pirandello”. ore 10.45 - Incontro con gli studenti delle terze classi della scuola secondaria di secondo grado liceo “Ettore Maiorana”. ore 12.30 - Incontro con gli operatori del Poliambulatorio e con gli utenti del Centro Diurno, persone con disagio psichico. ore 16.00 - Incontro della Commissione Regionale per le Migrazioni della C.E.Si. “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). ore 18.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”. ore 21.00 - Incontro con Giacomo Sferlazzo. Artista, cantautore, cantastorie, attivista. Sabato 8 febbraio (Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone) ore 08.30 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando” ore 09.00 - Incontro con il direttore scientifico e gli operatori del progetto educativo “Il Viaggio della Vita”, finanziato dalla Fondazione Migrantes, per gli insegnanti e gli alunni dalle elementari al liceo. ore 10.15 - Percorso di preghiera e riflessione nei luoghi simbolo dell’Isola: Porta d’Europa, Molo Favaloro, Hot spot. ore 16.00 - Incontro presso la sede della Guardia di Finanza. ore 17.00 - Visita al Museo Archeologico delle Pelagie. ore 19.00 - Tavola rotonda aperta alla comunità civile “Lampedusa, il Mediterraneo e la profezia del Vangelo”. Con S.E. mons. Corrado Lorefice, don Stefano Nastasi (già parroco di Lampedusa) e don Carmelo Rizzo (parroco di Lampedusa). A concludere, preghiera interreligiosa per la pace Domenica 9 febbraio ore 08.30 - Visita al Santuario della Madonna di Porto Salvo. ore 09.45 - Visita al Cimitero, preghiera e testimonianze. ore 11.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”.

Per informazioni: migrantes.me@alice.it

“Dobbiamo fare di più per l’accompagnamento fraterno degli immigrati”. Due vescovi si appellano alle proprie diocesi

4 Febbraio 2025 - "L’accompagnamento dei fratelli e delle sorelle immigrati è qualcosa che ci interpella fortemente come Chiesa". Inizia così l'appello che il vescovo di Pistoia, S.E. mons. Fausto Tardelli ha voluto rivolgere a tutta la sua diocesi nel giorno della Festa della Presentazione del Signore. "Senza trascurare gli italiani - continua mons. Tardelli -, dobbiamo fare di più per l’accompagnamento fraterno degli immigrati, proprio in questo nostro tempo dove, paradossalmente, le situazioni di fragilità nel mondo anziché diminuire aumentano". Il presule, facendo riferimento al contesto dell'anno giubilare, ricorda anche che "come chiesa non possiamo risolvere un problema così grande come quello dell’immigrazione", ribandendo il ruolo di "supplenza nei confronti di uno Stato, di amministrazioni locali ma anche internazionali a cui di per sé competerebbe la risoluzione del problema migratorio e, particolarmente, la gestione dell’accoglienza di chi si trova nel nostro Paese". Ciononostante, il vescovo di Pistoia chiede "a tutti i parroci ma anche ai religiosi e alle religiose, come a tutti i laici di buona volontà, la disponibilità di ambienti da destinare all’accompagnamento di singoli o di piccoli gruppi di immigrati" e "la disponibilità di persone che, come volontari, si prestino per seguire questo servizio ai fratelli immigrati". L'appello segue di pochi giorni una nota del vescovo di san Marco Argentano-Scalea, mons. Stefano Rega sulla possibile apertura allo Scalo di San Marco Argentano di un Centro di accoglienza per migranti (CAS). Il tono e la preoccupazione pastorale sono simili. "Il Vangelo di Gesù Cristo – scrive mons. Rega –  ci apre all’accoglienza e anch’io, vorrei dirvi, a cuore aperto, non abbiate paura, perché chiunque accoglie lo straniero troverebbe nel testo biblico la giusta motivazione: ‘perché anche tu sei stato straniero’". Il vescovo di San Marco Argentano-Scalea vede anche in questa situazione una "possibile provocazione alla nostra fede e testimonianza cristiana".

“Per insegnare come si è fratelli”. All’IIS Carlo Jucci di Rieti, un’assemblea d’istituto dedicata all’immigrazione

4 Febbraio 2025 - Il 21 gennaio 2025, nella palestra del Liceo Classico Marco Terenzio Varrone, si è svolta l’assemblea d’istituto dell’IIS Carlo Jucci di Rieti, organizzata per riflettere sul tema dell’immigrazione. La mattinata è iniziata ascoltando Franca Palumbo (Ufficio Migrantes della diocesi di Rieti) e Antonella Liorni (Sai Il Samaritano), le quali hanno sensibilizzato la comunità studentesca sul fenomeno immigratorio ripercorrendo l’evoluzione che quest’ultimo ha avuto negli anni, soffermandosi soprattutto sulla questione del diritto d’asilo. Successivamente c'è stato un confronto con i ragazzi e le ragazze dell’associazione Il Samaritano: Jabbar Mohammed Hasan, Allou N'Goran Annemarie, Ullah Habib e Alassar Abdalrahman. Ciascuno ha raccontato la propria storia, le difficoltà che sono stati costretti ad affrontare e che stanno affrontando tutt’oggi: dall'apprendimento della lingua italiana fino a tutti i sacrifici che hanno dovuto fare e che ancora oggi stanno facendo, inclusa l'impossibilità prolungata di vedere i propri parenti. "Anche una semplice assemblea scolastica - hanno scirtto gli studenti e le studentesse nel loro resoconto dell'incontro - può essere fondamentale, come scrisse Pier Paolo Pasolini nella poesia Profezia (1964), nota anche come Alì dagli occhi azzurri: “Per insegnare come si è fratelli”, è necessario infatti che si parli dei fenomeni che caratterizzano il mondo di oggi, con l’auspicio che noi cittadini di domani, da questo dialogo, possiamo divenire più consapevoli e capaci di azioni più inclusive e umane nei confronti del prossimo".

“Intercultura: il passo dei giovani”. A Brescia, il III convegno Migrantes Lombardia

3 Febbraio 2025 - Nella giornata di Sabato 8 Febbraio 2025 l’Ufficio per i Migranti della Diocesi di Brescia organizza e ospita il III Convegno Migrantes Lombardia. Il convegno, intitolato “Intercultura: il passo dei giovani”, si svolgerà presso la Curia diocesana di Brescia (Sala dei Vescovi) e sarà dedicato alla particolare prospettiva dei giovani rispetto al tema dell’incontro di culture e delle migrazioni. Al mattino sono previsti gli interventi del coordinatore dell’area pastorale Mondialità della diocesi di Brescia, don Roberto Ferranti, e di S. Em. il card. Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale. Nel pomeriggio, una tavola rotonda dedicata al focus "oratorio e intercultura". Di seguito il programma dettagliato della giornata.
PROGRAMMA
Ore 9.30 Accoglienza e registrazione Ore 10.00 Saluti, mons. PIERANTONIO TREMOLADA, vescovo di Brescia. Riflessione Biblica, mons. FRANCO AGNESI, vescovo delegato CEL per la Pastorale Migranti. Intercultura: il passo dei giovani, visione del video reportage e descrizione del percorso realizzato nella Diocesi di Brescia, don ROBERTO FERRANTI, coordinatore area pastorale per la Mondialità, Diocesi di Brescia. Ore 11.00 Giovani e intercultura: un’alleanza per la pastorale e per la vita comunitaria, alla luce del Magistero di Papa Francesco, card. FABIO BAGGIO, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale Testimonianze, N’DIAWAR GUEYE e SIMONE ZENDRA, giovani bresciani. Ore 12.30 Pranzo Ore 14.00 Tavola rotonda – Parrocchia e Oratorio alla prova dell’Intercultura don MARCO MORI, Parroco S. Polo in Brescia, DANIEL MASSA, educatore all’oratorio di San Faustino in Brescia e MICHELE OTTONELLO, educatore all’oratorio della Beata Vergine Addolorata in San Siro a Milano. Modera don ANDREA ZANI, coordinatore delle Cappellanie etniche, Diocesi di Brescia. Seguono domande e dibattito con i relatori Ore 16.00 Conclusioni, don ALBERTO VITALI, direttore Migrantes Lombardia.

ISCRIZIONI INDISPENSABILI (entro il 4 Febbraio) cliccando al seguente link: https://forms.gle/2aWLJMVEpb3RkCHz6

Possibilità di parcheggio presso il Centro Pastorale Paolo VI (con accesso da Via Callegari 4bis, Brescia)

Per chi arriva con i mezzi pubblici, fermata della Metro Vittoria

Per info: migranti@diocesi.brescia.it   tel. 030.3722350

Carlo Stasolla, presidente di “Associazione 21 luglio”, nominato Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana

3 Febbraio 2025 - Sabato 1 febbraio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Carlo Stasolla (59 anni, presidente di Associazione 21 luglio), Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. L'associazione presieduta da Stasolla è sostenuta tra gli altri anche dalla Fondazione Migrantes.
Nella stessa giornata il Presidente, motu proprio, ha infatti conferito 31 onorificenze al Merito della Repubblica Italiana a cittadine e cittadini che si sono distinti per attività volte a favorire il dialogo tra i popoli, contrastare la violenza di genere, per un’imprenditoria etica, per un impegno attivo anche in presenza di disabilità, per l’aiuto alle persone detenute in carcere, per la solidarietà, per la scelta di una vita nel volontariato, per attività in favore dell'inclusione sociale, del diritto alla salute e per atti di eroismo.
La motivazione che accompagna l'onorificenza per Stasolla è la seguente: “Per supportare persone e gruppi in condizione di estrema segregazione e discriminazione. Da molti anni con l’Associazione 21 luglio, tocca con mano le problematiche del disagio e delle discriminazioni diventando un punto di riferimento anche per organismi internazionali ed europei". La cerimonia di consegna delle onorificenze si svolgerà presso il Palazzo del Quirinale il 26 febbraio alle 11 e 30.