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Mci Germania e Belgio: domani i funerali di don Stefani

17 Febbraio 2023 - Roma – Si svolgeranno domani, sabato 18 febbraio, alle 10,30, nella chiesa di Meulenberg, in Belgio, i  funerali di don Renzo Stefani, scomparso il 5 febbraio scorso. Nato il 10 giugno 1946 a Pramaggiore (Venezia), da piccolo – 4 anni - emigrò, con la famiglia in Belgio dove lavorava il padre Giovanni. Qui abitavano nelle baracche messe a disposizione delle famiglie dei minatori. A 15 anni don Stefani entra in seminario a St. Truiden e viene ordinato sacerdote il 25 giugno 1971. Studia successivamente a Roma e poi ritorna in Belgio come cappellano per gli italiani in diverse località: Meulenberg, Beringen e Maasmechen. Successivamente ha guidato le Missioni cattolice Italiane di Ulm, Remscheid e Krefeld in Germania. In una intervista diceva che “esseere missionario è essere pastore per questi uomini e donne che hanno lasciato la loro terra. La nostra. Un popolo che emigrava altrove per cercare  da altri pane e solidarietà. Ed è – aggiungeva – sostenere la loro fiducia un Dio che li ha presi per mano”. (R.Iaria)

Mci: morto don Natali

9 Gennaio 2023 - Bergamo - Ha lavorato come missionario per gli italiani in Belgio e Svizzera don don Pietro Natali morto all'età di 84 anni. Era nato, infatti, a Pognano il 31 dicembre 1938. Ordinato sacerdote il 28 giugno 1965 è stato collaboratore parrocchiale a Capriate dal 1965 al 1971, a Redona dal 1971 al 1975. È stato successivamente cappellano degli emigranti in Belgio dal 1975 al 1984 e in Svizzera dal 1984 al 2000. Successivamente è stato prevosto di Tagliuno dal 2000 al 2013, collaboratore pastorale di Paratico dal 2013 al 2018. "Chiesi di andare nella missione cattolica italiana a Seraing, in Belgio, nella diocesi di Liegi, a cui facevano riferimento 20.000 emigranti, soprattutto del Sud Italia, dove già c’erano don Vittorio Consonni e le suore delle Poverelle", aveva detto in una intervista al quotidiano "Eco di Bergamo" spiegando che era  impegnato anche nell’aiuto e nella difesa dei diritti degli emigranti italiani. Nel 1984 viene trasferito in Svizzera a Neuchâtel, a cui facevano riferimento 10.000 emigranti. "Avevo soltanto una suora come aiuto", raccontava: "gli emigranti mi volevano presente nelle famiglie e che capissi i loro bisogni, la loro nostalgia della patria e il valore delle associazioni portate dalla loro regione. Gli emigranti del Sud Italia chiedevano anche il rispetto delle loro tradizioni religiose". Qui fondò il locale Circolo dei bergamaschi nel mondo che proprio quest’anno ha festeggiato il 30° anniversario. Ha fatto rientro in Italia, nela sua diocesi di Bergamo, nel 2000. I funerali di don Natali saranno officiati domani mattina alle 10,00 dal vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi nella parrocchia di Pognano. Al vescovo Beschi e alla famiglia la vicinanza della Fondazione Migrantes.  

Foyer Catholique: inaugurato a Bruxelles il “focolare” culturale e spirituale nel cuore del quartiere europeo

14 Novembre 2022 - Bruxelles - Un luogo di educazione, cultura, catechesi, dialogo, voluto 60 anni fa da laici cristiani impegnati nella costruzione della “casa comune europea”: una storia che si rinnova e che guarda al futuro. È stato inaugurato, nei giorni scorsi  a Bruxelles il rinnovato Foyer Catholique Européen, nel cuore del quartiere europeo della capitale belga. L’antico edificio, in Rue du Cornet al numero 51, è stato completamente ristrutturato, compresa la cappella oggi arricchita da un gigantesco mosaico dell’artista italiano Andrea Mastrovito raffigurante lo Spirito Santo. Il presidente del Consiglio di amministrazione, Lorenzo Mannelli, ha fatto gli onori di casa ripercorrendo la storia del Foyer, che nel corso del tempo ha cambiato quattro sedi ma ha mantenuto la vocazione originaria, tra la pastorale, la promozione culturale e l’ecumenismo. Lo stesso Mannelli ha quindi indicato alcune linee di sviluppo dell’attività del Foyer. All’inaugurazione erano presenti la regina madre, Paola Ruffo di Calabria; il vescovo ausiliare di Bruxelles-Malines, mons. Jean Kockerols; il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi; mons Hrvoje Skrlec in rappresentanza della nunziatura presso l'Unione europea; la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno; il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo; numerosi esponenti del mondo religioso e istituzionale belga e comunitario. Don Claudio Visconti, responsabile Migrantes della comunità italiana cattolica a Bruxelles – anima del progetto e della nuova vita del Foyer –, è intervenuto per illustrarne le prossime finalità religiose e spirituali. Andrea Mastrovito – che da anni vive e opera a New York – ha invece spiegato il senso dell’opera che arricchisce la cappella, realizzata con materiali ligneo e inserti di pagine della Bibbia. Infine mons. Kockerols ha benedetto, dopo un momento di preghiera, il Foyer, le persone che vi operano e le sue prossime attività.

Mci Genk: don Aiello, piena gratitudine per tutto ciò che le prime generazioni di emigrati italiani ci hanno regalato

1 Giugno 2022 - Genk - "Oggi è un giorno speciale per ricordare e per esprime piena gratitudine per tutto ció che le prime generazioni di emigrati italiani ci hanno regalato". Lo ha detto a www.migrantesonline.it, il responsabile della Missione Cattolica Italiana di Genk, don Gregorio Aiello in occasione del 60mo della Fondazione della Mci. Un giorno - ha aggiunto - in cui ricordare "il sacrificio e il lavoro dei minatori che dopo il lavoro stanchi continuavano a lavorare per costruire un centro d’incontro. Essi hanno voluto donare alle nuove generazioni un centro italiano dove è possibile coltivare non solo l’amicizia, l’essere famiglia ma soprattutto i valori cristiani, una chiesa appunto che è al centro proprio come cuore di questa missione. L’eredità più bella che i minatori ci hanno lasciato - ha concluso don Gregorio -  è proprio l’amore per la fede, regalandoci appunto una chiesa che si presta ancora oggi ad essere un faro per le nuove generazioni".

MCI Belgio: è morto don Stecca

28 Aprile 2021 - Padova – È morto don Vittorio Stecca, 67 anni. Era, infatti, nato a Padova il 22 luglio 1954, ma apparteneva alla parrocchia di Torreglia, dove risiedeva la famiglia: il papà Emilio, la mamma Teresa Brusamento, il fratello Angelo e la sorella Rosanna. Fu ordinato prete il 10 giugno 1979. «Come compagni di classe siamo particolarmente scossi dalla notizia della morte di don Vittorio. C’è tanta tristezza mista alla domanda sul perché il Signore non ha ascoltato le nostre preghiere e quelle di molti”, scrivono alcuni suoi compagni. Nell’agosto 1979 fu nominato cooperatore nella parrocchia cittadina di S. Teresa di Gesù Bambino. Due anni dopo fu inviato a Romano d’Ezzelino con lo stesso incarico, prima di passare nel 1985 nella parrocchia di Campagna Lupia, ancora come cooperatore. Nel 1989 ebbe inizio un’esperienza particolare: il servizio tra gli emigrati in Belgio, a Charleroi, in sostituzione di don Elia Ferro che, terminato l’incarico di rettore della numerosa comunità presente, era stato nominato Delegato nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Benelux. Nel contesto belga don Vittorio ebbe modo non solo di lavorare con gli italiani, ma di collaborare attivamente anche con la Chiesa locale. Don Vittorio si trattenne in Belgio fino all’estate 2002, quando fu chiamato come parroco a Carrara San Giorgio. Con la nascita dell’Unità pastorale di Due Carrare, gli fu chiesto di portarsi come parroco arciprete ad Arzergrande, dove è rimasto fino alla notte tra la Pasqua e il Lunedì dell’Angelo. I sintomi della malattia, dovuti al Covid 19, erano comparsi qualche giorno prima e dopo la celebrazione del giovedì santo vi era stato un passaggio al Pronto Soccorso di Piove di Sacco per una prima valutazione. Inizialmente la situazione sembrava gestibile in canonica, ma si era poi reso necessario il ricovero a Schiavonia dove le condizioni erano apparse subito delicate, visti anche alcuni precedenti e specifici problemi di salute. La morte è arrivata il giorno 26 aprile, poco dopo mezzogiorno. Don Vittorio è stato un prete umile e fedele, buono e sapiente, lavoratore costante e discreto, ricco di umanità e per questo ricambiato dalle comunità cui ha prestato servizio. La sua esperienza di missionario in Belgio, in un contesto nord-europeo di forte e progressiva secolarizzazione, lo aveva condotto alla convinzione che in Italia ci si stava incamminando sulla medesima strada e che alcune pratiche di vita cristiana erano inesorabilmente destinate a tramontare. Per questo motivo era attento al sociale, viveva la normalità e libertà del Vangelo e investiva il meglio di sé nel farsi prossimo alle persone, esprimendo amicizia e vicinanza continua, realizzando momenti di aggregazione e di ricreazione. Si comportava come se il suo principale compito di prete fosse quello di sorreggere, incoraggiare, aprire alla novità e alla meraviglia, convinto che al centro debba esserci sempre la persona e che tutto il resto vada anche relativizzato e ripensato. Per questo motivo, il suo stile di prete non era esente da forme di anticonformismo nei confronti di quanto poteva sembrare formale, dei programmi pastorali scritti a tavolino e dell’esercizio dell’autorità, quando questa facesse leva sul potere. Risvegliare la fede era il suo interesse principale e lo si poteva percepire in modo particolare nella predicazione quando cercava di percorrere il sentiero dei sentimenti piuttosto che quello dell’esposizione corretta dei contenuti o delle parole, preferendo la strada del cuore a quella del ragionamento. Amava partire dal basso, usare parole semplici, cercando di intercettare la situazione di chi lo ascoltava per condurlo ad essere attento alla volontà di Dio. Viveva cercando l’essenziale, don Vittorio, anche nella vita personale; trasmetteva uno sguardo sereno sui fatti della vita, realistico e disincantato, nutrito di un fine umorismo e di un gusto della battuta con la quale sdrammatizzava le situazioni, nel tentativo di offrire soluzione anche a chi si poneva su distanze insanabili. La sua spiritualità si è nutrita dell’Eucaristia e di una devozione alla Madre di Dio, mai ostentata, ma sincera. Nell'ambito dell’ex vicariato di Arzergrande si era fatto conoscere come disponibile e attento alla formazione delle catechiste. Aveva accompagnato i ragazzi e i giovani dell'Azione Cattolica «lasciando il segno di un'umanità sconvolgente, fatta di bontà, semplicità e umiltà», assieme all’esempio del servizio concreto agli altri che educa – come insegnava - all’amore di Dio. Un servizio, il suo, vissuto sempre con il sorriso in bocca, «cifra stilistica della sua vita». Questa sera, alle ore 20.30, vi sarà ad Arzergrande una veglia di preghiera, dopo l’arrivo della salma. Le esequie saranno celebrate dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, domani, 29 aprile, alle ore 9.30, nel palazzetto dello sport di Arzergrande. La salma sarà poi tumulata nel cimitero di Torreglia (nella frazione di Luvigliano). Nel passaggio per Torreglia, vi sarà una sosta di preghiera nella chiesa parrocchiale dove don Vittorio aveva celebrato la sua prima messa. (p. Gianromano Gnesotto)    

Don Falgari: viviamo un periodo che sta cambiando drasticamente le nostre abitudini

18 Marzo 2020 - Zutendaal - Siamo in tempo di Coronavirus. Periodo che sta cambiando drasticamente le nostre abitudini. In Belgio la Conferenza Episcopale ha sospeso ogni liturgia con presenza di fedeli. Per i battesimi funerali e matrimoni è possibile celebrare solo con il ristretto nucleo familiare. Siamo dunque chiusi in casa come tutti. Quando si esce per la spesa capita di incontrare qualcuno e scambiare due parole a debita distanza. Per il resto rimaniamo in casa. Come preti affrontiamo questa emergenza utilizzando i moderni, e ormai normali e molto diffusi, mezzi di comunicazione. Sabato e domenica celebro le messa in diretta Facebook a porte chiuse ai soliti orari che la comunità di Zutendaal conosce. In settimana al mattino alle nove. Durante la giornata inviamo messaggi di sostegno tramite telefono o i social media. Certo la fantasia e la creatività hanno il primo posto. Domenica celebreremo messa alle 11 via Facebook e via Radio Internazionale a Genk. (Don Gianfranco Falgari - parroco di Zutendaal e Wiemesmeer in Belgio e collaboratore delle MCI di Genk e Maasmechelen).