11 Giugno 2025 - Valorizzare le migrazioni legali destinando iniziative di accoglienza e di inclusione ai migranti che ne hanno diritto. È questo l’obiettivo del Protocollo di intesa tra il ministero dell’Interno e la Conferenza episcopale italiana, firmato oggi, 11 giugno, al Viminale dal ministro Matteo Piantedosi e dal cardinale presidente Matteo Zuppi. Attraverso intese tra Prefetture ed Enti ecclesiastici territoriali saranno promosse attività dedicate a richiedenti asilo e rifugiati, e in generale ai cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità.
Per favorire una maggiore sinergia di azione e di intenti, sarà inoltre istituito un Tavolo tecnico permanente per individuare e monitorare le iniziative più adeguate.
Il ministro Piantedosi ha sottolineato: “Con la firma di oggi rafforziamo un modello di accoglienza che coniuga solidarietà e legalità, valorizzando il ruolo fondamentale delle realtà ecclesiali sui territori. È responsabilità di chi governa un Paese stabilire regole di ingresso e politiche migratorie ed è altrettanto doveroso garantire tutela ai più vulnerabili e a chi fugge da guerre e persecuzioni. Confido che il Tavolo tecnico sia uno strumento operativo fondamentale per rendere ancora più efficace il lavoro sui territori”.
“Questo Protocollo è frutto di un lavoro di dialogo e confronto con il Ministero, di cui ringrazio il ministro Piantedosi. La firma odierna sottolinea e conferma la collaborazione con le istituzioni e il grande ruolo delle comunità ecclesiali per l’accoglienza e l’integrazione, contrastando l’illegalità con la legalità. Questo Documento rappresenta infatti un ulteriore passo per garantire diritti e doveri sicuri ai migranti, che non sono mai solo numeri o braccia, ma persone che hanno bisogno di politiche lungimiranti di integrazione.
Da anni, le diocesi italiane sperimentano e dimostrano che è possibile tenere insieme la richiesta di sicurezza, il desiderio di solidarietà e l’esigenza di andare incontro ai bisogni di chi è costretto a scappare dalla propria terra. La questione riguarda tutti, istituzioni e comunità: è in gioco il futuro per loro e per la nostra società”, ha affermato il cardinale Zuppi.
Primo Piano
Caporalato, Cei: nell’anno giubilare “gli imprenditori agricoli abbiano un sussulto di coscienza”
11 Giugno 2025 - La Conferenza episcopale italiana ha reso noto il Messaggio per la 75ª Giornata Nazionale del Ringraziamento che si celebrerà il prossimo 9 novembre sul tema: “Giubileo, rigenerazione della terra e speranza per l’umanità”, firmato dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.
Il Messaggio si sofferma anche sul tema della dignità del lavoro e sulla responsabilità degli imprenditori, invitando a "volgere lo sguardo a tanti fratelli, soprattutto immigrati, che vengono sfruttati nel lavoro dei campi, che non sempre si vedono riconosciuto il giusto salario nel triste fenomeno del caporalato, forme di previdenza, tempi di riposo. L’Anno Giubilare viene anche perché gli imprenditori agricoli che trattano in questo modo gli operai abbiano un sussulto di coscienza e donino speranza a tanti uomini e donne continuamente sfruttati".
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(Foto: SIR/Marco Calvarese)[/caption]
(Foto: SIR/Marco Calvarese)[/caption] Festa dei Popoli a Rieti
10 Giugno 2025 - L’edizione 2025 della Giornata Mondiale del Rifugiato - che si celebra in tutto il mondo il 20 giugno -, a Rieti comincia prima, arricchendosi di incontri, suoni e sapori dal mondo. Domenica 15 giugno, dalle 10 alle 20, via Terenzio Varrone ospiterà, infatti, la Festa dei Popoli, una giornata di festa e condivisione animata da stand di artigiani e artisti internazionali.
Nel corso della giornata saranno attivi laboratori gratuiti e aperti a tutti: pittura con Maria Rita Rossi, Silvia Ridolfi e Letizia Del Monte; costruzione di aquiloni a cura dei beneficiari del progetto SAI; danze africane guidate dall’associazione Rieti Respira Africa. In programma anche uno spettacolo di teatro-danza curato da Giorgia Rubera e un’esibizione di danze popolari del Sud Italia con Alfio Longo. L’associazione Arabi Insieme offrirà ai partecipanti il tradizionale tè marocchino.
Il programma proseguirà giovedì 20 giugno al Cinema Moderno con la proiezione gratuita del film No Other Land, vincitore dell’Oscar 2025 come Miglior Documentario. Sono previsti due spettacoli: alle ore 17 e alle 19.30.
La Giornata Mondiale del Rifugiato di Rieti è promossa da Arci Rieti APS e Il Samaritano ODV, enti gestori dei progetti SAI per adulti e minori stranieri non accompagnati del Comune di Rieti, con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociali. Collabora all’organizzazione anche l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Rieti.
«Si torna a parlare di accoglienza e integrazione attraverso il coinvolgimento dei popoli presenti a Rieti da ormai mezzo secolo, che hanno scelto la nostra città come casa e contribuiscono alla sua vita quotidiana», spiega Antonella Liorni, coordinatrice del progetto SAI adulti per Il Samaritano ODV. «Vogliamo immaginare una città in cui sia possibile incontrarsi e conoscersi al di là di stereotipi e pregiudizi, per costruire insieme spazi di confronto, collaborazione e resistenza, di cui oggi abbiamo tutti bisogno», dichiara Alessandra Foschini, presidente di Arci Rieti.
«Vogliamo riportare l’attenzione sul valore della fratellanza – aggiunge Franca Palumbo dell’Ufficio Migrantes – ricordando che siamo tutti esseri umani, e per questo tutti fratelli».
Referendum cittadinanza, mons. Perego: “Un segnale negativo del Paese nei confronti degli immigrati”
10 Giugno 2025 - Nessuno dei cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza ha raggiunto il quorum previsto, pari al 50 per cento più uno degli elettori perché l'esito sia considerato valido.
Secondo Eligendo, portale del ministero dell'Interno, l'affluenza è stata complessivamente intorno al 30,6 per cento degli aventi diritto, pari a oltre 14 milioni di elettori che si sono recati alle urne. Sui 4 referendum riguardanti il mondo del lavoro è prevalso nettamente il "sì", mentre per il referendum sulla cittadinanza i "sì" sono stati il 65,49%.
"È un segnale negativo di un Paese nei confronti degli immigrati. Le nostre città, le nostre imprese, le nostre aziende agricole avranno sempre meno persone immigrate che le ameranno, perché si sono sentiti lasciati fuori dalla città: solo lavoratori e non cittadini". Mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, ha commentato così con Adnkronos l’esito referendario, con particolare riferimento al quesito legato alla cittadinanza che chiedeva ai cittadini di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legali in Italia per potere fare domanda di cittadinanza italiana . "Per il referendum della cittadinanza, il più votato, il doppio dei voti è andato per il sì. L’aspetto interessante è che i giovani sono andati a votare". D'altra parte, osserva mons. Perego, "dopo due bocciature della riforma, anche questa bocciatura nei confronti di un aspetto della legge della cittadinanza, sta a indicare un ulteriore involuzione nazionalista del Paese".
A Messina i cattolici filippini del Sud Italia hanno celebrato la Pentecoste e l’indipendenza del loro Paese
9 Giugno 2025 - Le comunità dei cattolici filippini del Sud Italia (Messina, Catania, Enna, Milazzo e Reggio Calabria) hanno celebrato, in occasione della Festa di Pentecoste, il 127° anniversario dell'indipendenza delle Filippine (12 giugno 1898).
Con la collaborazione e la presenza dell'Ufficio Migrantes of Messina, delle Suore Scalabriniane e delle Figlie del Divino Zelo, domenica 8 giugno presso il teatro Cristo Re di Messina la comunità ha festeggiato con canti e danze tradizionali e con gare e giochi per bambini, giovani, adulti e anziani.
Al centro della festa la celebrazione eucaristica presieduta da don Gregory Ramon Gaston, rettore del Pontificio collegio filippino di Roma e Coordinatore nazionale dei cappellani filippini in Italia, che ha risposto all'invito del cappellano dei filippini di Messina, padre Ferico Duque rcj. Nella sua omelia, don Gaston ha ricordato che con la Pentecoste Gesù ha affidato a ciascuno la stessa missione che ha dato agli Apostoli. In modo particolare, ha invitato i filippini a contribuire a vivificare la chiesa locale di Messina.
Mobilità umana in Sardegna e in Italia. Un incontro a Cagliari con mons. Baturi
9 Giugno 2025 - Perché oggi si parte dall’Italia e dalla Sardegna? Quali e quanti sono i motivi che spingono a farlo? Sono percorsi temporanei e che prevedono un ritorno o sono decisioni definitive? Chi parte? Da dove e verso dove?
Giovedì 12 giugno 2025, dalle ore 17.30 alle 19.30 a Cagliari presso la Fondazione di Sardegna si parlerà di migrazioni in Sardegna e in Italia, alla presenza di S.E. mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo metropolita di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Il titolo dell'incontro è "Arrivi, partenze e percorsi migratori: capire i dati per interpretare la realtà".
Parlare di mobilità è necessario perché l’Italia, che ha dato milioni di cittadine e cittadini al mondo, vive attualmente una realtà molteplice in cui l’immigrazione coesiste con un nuovo movimento emigratorio. A livello nazionale e regionale, il secondo prevale sul primo, con tutto ciò che ne consegue in termini di spopolamento dei territori e vuoto demografico.
In questo incontro verranno presentati il Rapporto Italiani nel Mondo 2024 della Fondazione Migrantes nonché i principali temi del rapporto METE del CREI-ACLI sulle migrazioni in Sardegna, e sarà l’occasione per riflettere sul Paese che siamo dal punto di vista demografico, socioeconomico e culturale e del tipo di mobilità che contraddistingue la partenza, l’arrivo e la ripartenza all’interno e all’esterno dei confini regionali e nazionali.
Il programma.
Dopo i saluti istituzionali, la presentazione dei dati dei due Rapporti, a cura di:
- Marisa Fois, ricercatrice Fondazione Migrantes.
- Vania Statzu, responsabile rapporto METE del CREI-ACLI.
- Delfina Licata, curatrice del Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes.
- Matteo Bracciali, Federazione ACLI Internazionali.
- Mauro Carta, presidente ACLI della Sardegna.
(Fonte: Comitato regionale emigrazione immigrazione)
Le proposte estive dei missionari scalabriniani per i giovani
8 Giugno 2025 - Ascs, l’Agenzia dei missionari scalabriniani per la cooperazione allo sviluppo, propone un ricco calendario di campi estivi per giovani nella cornice del progetto "Attraverso", che arriva alla sua quarta edizione.
L'idea è quella di accompagnare giovani dai 18 ai 29 anni alla scoperta della tematica della migrazione attraverso esperienze di servizio, condivisione e formazione in alcuni punti caldi della mobilità umana odierna in Italia: Trieste, Oulx, la Capitanata, il Cuneese, Castel Volturno e Malta.
I filoni tematici sono quelli dei confini e delle rotte migratorie, dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, del multiculturalismo dei giovani con identità ibride che hanno radici in diversi Paesi del mondo.
Ascs prevede, inoltre, degli incontri a Roma, in occasione del Giubileo dei giovani di quest’estate, per coinvolgere gruppi di giovani pellegrini in speciali attività dedicate al tema della mobilità umana.
Sarà un’occasione per riflettere sul senso del cammino, dell’incontro e della libertà di movimento, attraverso testimonianze, laboratori e momenti di dialogo interculturale, per riscoprire il valore di un’umanità in viaggio.
I gruppi si possono registrare inviando un’email a roma@ascs.it, indicando il numero di partecipanti.
ℹ Info: ascs.it/attraverso25
Ascs prevede, inoltre, degli incontri a Roma, in occasione del Giubileo dei giovani di quest’estate, per coinvolgere gruppi di giovani pellegrini in speciali attività dedicate al tema della mobilità umana.
Sarà un’occasione per riflettere sul senso del cammino, dell’incontro e della libertà di movimento, attraverso testimonianze, laboratori e momenti di dialogo interculturale, per riscoprire il valore di un’umanità in viaggio.
I gruppi si possono registrare inviando un’email a roma@ascs.it, indicando il numero di partecipanti. “Mediterraneo: sulle rotte della libertà e della fraternità”. La Festa dei Popoli a Fano
7 Giugno 2025 - 7 Giugno 2025 - Sabato 14 giugno presso la Tensostruttura di Lido a Fano (PU) è in programma la Festa dei Popoli 2025 , quest'anno guidata dal tema "Mediterraneo: sulle rotte della libertà e della fraternità"
Una giornata di festa, incontro e condivisione tra culture, che prenderà il via dalle 15:30 con l'apertura di stand etnici, laboratori creativi, sport, musica, danze e cucina dal mondo.
Dopo i saluti istituzionali, alle ore 18 è prevista la proiezione del film Una strada a doppio senso - Storie di Migrazione tra Italia e Tunisia di Salah Methnani.
A seguire, intervengono:
- Salah Methnani, giornalista Rai.
- Candela Coppanini, giornalista e testimone di Med25-La Bel Espoir.
- Luca Casarini, autore de La cospirazione del bene.
A Saluzzo il “Pellegrinaggio dei Popoli” di Piemonte e Valle d’Aosta
7 Giugno 2025 - Dopo l’edizione del 2024, che si è svolta ad Asti, anche quest’anno, domenica 15 giugno a Saluzzo, torna il “Pellegrinaggio dei Popoli”, giunto ormai alla sua decima edizione. Si tratta di un incontro annuale che, in una sede sempre diversa, raduna, in un momento di festa e di preghiera, pellegrini provenienti da diverse comunità etniche.
È organizzato dal Coordinamento regionale Migrantes del Piemonte e della Valle d’Aosta, che è l’espressione locale della Fondazione Migrantes nazionale, l'organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per accompagnare e sostenere le Chiese particolari nella conoscenza, nell'opera di evangelizzazione e nella cura pastorale dei migranti, italiani e stranieri.
Tra i suoi scopi vi sono quelli di promuovere, nelle comunità cristiane, atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi, anche per stimolare, nella società civile, la comprensione e la valorizzazione della loro identità in un clima di pacifica convivenza, con l'attenzione alla tutela dei diritti della persona e della famiglia migrante e alla promozione della cittadinanza responsabile dei migranti stessi.
Quest’anno il “Pellegrinaggio dei Popoli” sarà ospitato dalla Diocesi di Saluzzo e, nell’Anno Santo della Speranza, sarà anche l’occasione di celebrare insieme il “Giubileo regionale dei Migranti e delle Confraternite”, in quanto molte comunità, particolarmente quelle latino-americane, sono ricche di confraternite che affondano le loro radici in antiche e nuove tradizioni.
Dopo le catechesi del mattino e il momento di festa che seguirà al pranzo condiviso, la giornata convergerà nel pellegrinaggio giubilare verso la Cattedrale di Saluzzo, chiesa giubilare della Diocesi.
Il “Pellegrinaggio dei Popoli” non è dedicato ai soli stranieri, ma vuole rivolgersi a tutti i fedeli che desiderano condividere un importante momento di fraternità senza confini, per celebrare insieme il nostro essere tutti: “Popolo di Dio in cammino”. Da Torino sarà organizzato un pullman.
Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere alle diverse Cappellanie etniche o alla Pastorale Migranti: segreteria@upmtorino.it
(Stefano Passaggio)
Nasce a Messina “Agorà – Spazio Migrante(S)”, una redazione multimediale di giovani comunicatori interculturali
6 Giugno 2025 - Uno spazio comune, quello di “Agorà – Spazio Migrante(S)”, attraverso cui dare voce ai tanti “giovani con un background migratorio” che oggi, come confermano i numeri, rappresentano una fetta importante del tessuto sociale.
Lo strumento sarà quello di una redazione multimediale composta da giovani, liceali e universitari, che – microfono e telecamera alla mano – racconteranno sé stessi e i luoghi in cui vivono. La redazione, coordinata da Giulia Cavallaro, studentessa universitaria, già responsabile della testata giornalistica dell’Ateneo messinese UniVersoMe, sarà affiancata da docenti e professionisti del settore che, in modo gratuito e volontario, metteranno a disposizione le proprie competenze.
Un gruppo eterogeneo in cui si sperimenta la bellezza ma anche la complessità dell’incontro tra culture, per trasformarla in una comunicazione capace di superare stereotipi e pregiudizi, e offrire così una “nuova narrazione” dei processi migratori che hanno contribuito a cambiare il volto delle nostre città e del nostro Paese.
L’idea progettuale, promossa dall’Ufficio diocesano Migrantes di Messina e finanziata dalla Fondazione Migrantes grazie ai fondi dell’8 per mille della Chiesa Cattolica, nasce dall’esigenza di valorizzare in modo concreto e costruttivo il protagonismo dei “giovani con background migratorio”, che abitano il nostro territorio e ne costituiscono una risorsa, spesso non adeguatamente valorizzata.
Oltre, infatti, ad una significativa presenza di ragazzi di seconda generazione nati e cresciuti in riva allo Stretto, appartenenti alle comunità filippina e srilankese, tra le principali presenze straniere in città, negli anni successivi alla pandemia è cresciuta in modo esponenziale anche la popolazione studentesca nella sua componente internazionale.
Obiettivo del progetto è utilizzare la comunicazione come strumento di inclusione sociale, promuovendo il dialogo interculturale all’interno del territorio dell’Arcidiocesi. «Di fronte a questo straordinario patrimonio umano – spiega il diacono Santino Tornesi, direttore dell’ufficio Migrantes di Messina – abbiamo sentito l’urgenza di costruire uno spazio pensato per quei ragazzi che vivono pienamente la città, ma che troppo spesso faticano a esprimere il proprio punto di vista. In molti casi, infatti, si sentono percepiti come "estranei", come qualcosa di altro. Con questo progetto vogliamo invece dimostrare che, anche partendo da storie, culture ed esperienze molto diverse, è possibile incontrarsi e riconoscersi. È proprio in questi punti di contatto che può nascere un autentico dialogo interculturale, capace di arricchire non solo chi vi partecipa, ma l’intera comunità».
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Commissione rom e sinti della Fondazione Migrantes: verso l’Incontro nazionale
5 Giugno 2025 - 5 Giugno 2025 - Si è nuovamente riunita oggi a Roma, presso la sede della Fondazione Migrantes, la commissione rom e sinti. Al centro dell'incontro che periodicamente riunisce i rappresentanti della pastorale di settore della Chiesa italiana, l'organizzazione dell'Incontro nazionale per tutti gli operatori italiani, in programma dal 12 al 14 settembre 2025.
L'incontro si terrà a pochi giorni dalla ricorrenza del 60° anniversario dell'omelia di Paolo VI a Pomezia (RM), in occasione dell'incontro con tutti "i nomadi venuti da ogni parte d'Europa".
Paolo VI in quell'occasione, in particolare, disse: "Voi scoprite di non essere fuori, ma dentro un'altra società; una società visibile, ma spirituale; umana, ma religiosa; questa società, voi lo sapete, si chiama la Chiesa. Voi oggi, come forse non mai, scoprite la Chiesa. Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al cento, voi siete nel cuore. Voi siete nel cuore della Chiesa, perché siete soli: nessuno è solo nella Chiesa; siete nel cuore della Chiesa, perché siete poveri e bisognosi di assistenza, di istruzione, di aiuto; la Chiesa ama i poveri, i sofferenti, i piccoli, i diseredati, gli abbandonati".
Domenica 8 giugno la Festa delle Genti a Milano: “Genti unite per la pace”
5 Giugno 2025 - Culture diverse che si incontrano e fanno festa nel segno dello Spirito. Questa l’essenza della Festa delle Genti, celebrata nella solennità di Pentecoste domenica 8 giugno, che vedrà radunarsi le comunità di cristiani cattolici migranti della Diocesi.
Quest’anno il focus sarà sulla pace, come spiega don Alberto Vitali, responsabile diocesano della Pastorale dei Migranti: «La scelta del titolo, “Cristo nostra pace”, ci ha messo in sintonia ante litteram con il primo messaggio di papa Prevost, che si è presentato al mondo proprio invocando la pace per tutti. La pace è un tema cristiano maggiore, per noi cristiani è Cristo stesso».
Apertura e identità
Ma la pace è anche un’urgenza politica e sociale, precisa don Vitali: «Molte comunità che parteciperanno alla Festa sperimentano la guerra sulla propria pelle: penso alla comunità ucraina o alla comunità eritrea, anche se di quel conflitto si parla pochissimo». Sulla locandina dell’evento sono riportate parole dell’Arcivescovo, che sottolinea «l’importanza di resistere alla paura che genera divisioni e contrapposizioni». Don Vitali aggiunge: «Per una coincidenza l’8 giugno è anche la prima giornata in cui è possibile votare per i referendum, uno dei quali riguarda proprio la cittadinanza ai migranti. Al di là dell’aspetto tecnico su cui siamo chiamati ad esprimerci, votare in un senso o nell’altro dice molto sulla nostra mentalità e su quale tipo di società abbiamo in mente, aperta o, al contrario, chiusa e diffidente». E qui don Vitali ci ricorda che apertura non significa affatto appiattimento, né tantomeno perdita di identità: «A Pentecoste tutti hanno continuato a parlare la propria lingua, ma contemporaneamente hanno cominciato a capire le lingue di tutti gli altri».San Siro “multietnico”
Ogni anno la Festa delle Genti tocca un luogo significativo della diocesi. Quest’anno sarà la parrocchia della Beata Vergine Addolorata in San Siro, «uno dei quartieri più multietnici in assoluto, con una fortissima presenza maghrebina. Il momento dell’accoglienza, alle 10, lo faremo in piazza Selinunte, una sorta di “villaggio” dove istintivamente si ritrovano tutti e dove anche la parrocchia ha organizzato varie iniziative, tra cui la festa di Natale». Alle 10.30 la Messa celebrata dall’arcivescovo Delpini, cui seguirà, alle 12.30, il pranzo: «Come tutti gli anni ci saranno i gazebo, dove ogni comunità porterà cibi tipici della propria cultura da condividere», spiega don Vitali. Nel pomeriggio la festa che, secondo don Vitali, «quest’anno si prevede abbastanza ricca, perché al di là dei migranti (l’anno scorso circa 4 mila), ci saranno anche abitanti di un quartiere molto popoloso». «Anche quest’anno abbiamo invitato a partecipare le realtà che lavorano con noi – aggiunge don Vitali -: il progetto “Camminando”, di accompagnamento sociale dalla parrocchia personale dei migranti, Santo Stefano a Milano; l’Agenzia scalabriniana per la cooperazione e lo sviluppo (Ascs) della parrocchia del Carmine; il Servizio accoglienza migranti (Sai) e il Servizio donne di Caritas; il settore migranti delle Acli provinciali di Milano; la ong Sole Terre. Ci sarà anche l’Ordine di Malta, che una domenica sì e una no viene a Santo Stefano con una clinica mobile per offrire prestazioni sanitarie specialistiche. A loro abbiamo affidato il servizio ambulanze per la giornata». (Stefania Cecchetti/Chiesa di Milano)Per informazioni: Ufficio per la Pastorale dei Migranti – Piazza Fontana 2 – 20122 Milano Tel. 02 85 56 455/6 – migranti@diocesi.milano.it
“Servizio Migranti”. Pubblicato il primo numero del 2025
5 Giugno 2025 - È uscito il primo numero del 2025 di Servizio migranti, il trimestrale di approfondimento e documentazione della Fondazione Migrantes.
In sommario:
Editoriale
Migranti, esuli, profughi e rifugiati sono segno di speranza
Gian Carlo Perego
La voce del Papa
Lettera del Santo Padre ai Vescovi degli Stati Uniti d’America
Papa Francesco
La voce dei Vescovi
- I migranti scelgono altre rotte, più difficili e pericolose Gian Carlo Perego
- Appello alla Diocesi per l’accompagnamento dei fratelli immigrati Fausto Tardelli
- Accogliere e ascoltare i minori non accompagnati: due verbi che camminano insieme Gian Carlo Perego
- Sintesi degli interventi @Migrazione da fenomeno sociale e fattore identitario
- L’altra Italia: transnazionalità, interculturalità, complessità Delfina Licata
- Conclusioni lavori Pierpaolo Felicolo
ℹ Per informazioni sulla pubblicazione: segreteria.direzione@migrantes.it
“Noi…tra, fra i migranti”. Un campo formativo e di servizio a Borgo Mezzanone (FG)
4 Giugno 2025 - Sono aperte le iscrizioni al campo di servizio e formazione "Noi... tra, fra i migranti", proposto dall'arcidiocesi di Manfredonia-Vieste- San Giovanni Rotondo, e in programma a Borgo Mezzanone (FG) dal 2 al 13 agosto 2025.
Per informazioni e prenotazioni: ufficiomigrantesmvsgr@gmail.com
Bagheria (PA), incontro della Commissione dell’Ufficio per le Migrazioni della Conferenza episcopale siciliana
3 Giugno 2025 - Si svolgerà a Bagheria, nei giorni 6 e 7 giugno, il secondo incontro del 2025 della Commissione dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana. Due giornate di lavoro che vedranno riuniti, nella cittadina alle porte di Palermo, i direttori Migrantes delle diciotto Chiese di Sicilia insieme ai loro collaboratori.
L’incontro segue quello svoltosi a Lampedusa nei primi giorni di febbraio e si propone di raccogliere e rilanciare gli spunti emersi da quell’esperienza, vissuta nel cuore del Mediterraneo, su un’isola posta – suo malgrado – lungo la rotta migratoria più letale al mondo. Sarà proprio quella tappa a costituire il fulcro delle riflessioni in programma: un’occasione per rileggere, alla luce delle sollecitazioni ricevute, il cammino della pastorale migratoria in Sicilia.
I lavori si apriranno con l’intronizzazione della Parola e la celebrazione dell’Ora Nona. A seguire, il vescovo delegato per la mobilità umana, S.E. mons. Corrado Lorefice, offrirà una riflessione introduttiva che richiamerà lo slancio impresso da papa Francesco alla pastorale migratoria, a partire dal suo viaggio apostolico a Lampedusa, l’8 luglio 2013. A prendere la parola saranno poi Elena De Pasquale e Nino Arena, giornalisti e volontari della Migrantes di Messina, che condivideranno il punto di vista di chi ha raccontato l’esperienza lampedusana per la Commissione regionale, intrecciandola con le esperienze maturate negli anni passati, tra cui la Primavera araba e il viaggio lampo del Papa. La prima giornata si concluderà con gli interventi programmati dei direttori e dei loro collaboratori, chiamati a restituire quanto vissuto a Lampedusa: provocazioni, riflessioni e possibili ricadute pastorali per le rispettive diocesi.
La seconda giornata si aprirà con la testimonianza di Donata Genovese, in rappresentanza delle tre focolarine che da alcuni mesi vivono a Lampedusa la spiritualità di Chiara Lubich, in comunione con la Chiesa locale e la comunità parrocchiale. Seguirà l’intervento di Vincenzo La Monica, referente per l’immigrazione della Caritas di Ragusa, che offrirà uno sguardo sulla comunità nomade dei Caminanti, presente in diversi contesti della Sicilia sud-orientale. La Monica presenterà in anteprima un progetto di ricerca, finanziato dalla Fondazione Migrantes, che si concluderà con la pubblicazione di un volume. Con lui sarà presente Rita Mirabella, fotografa e ricercatrice, da anni impegnata nella documentazione su questo tema.
L’ultimo tema in programma riguarderà la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che quest’anno coinciderà con il Giubileo dei Migranti, in programma a Roma nei giorni 4 e 5 ottobre.
Come da consuetudine, sarà mons. Lorefice a concludere i lavori, raccogliendo quanto emerso per consegnare ai direttori indicazioni e orientamenti, nel segno di una Chiesa che si mette in cammino per amare chi è in cammino.
Per informazioni: migrantes.me@alice.it
Corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” 7-11 luglio 2025
3 Giugno 2025 - Il Corso di formazione "Linee di pastorale migratoria" edizione 2025 si svolgerà dal 7 luglio (ore 14.00 accoglienza) all’11 luglio (dopo pranzo) presso “Villa Aurelia” (Via Leone XIII, 459 – Roma).
Il Corso è rivolto alle seguenti figure di nuova nomina o che non hanno mai partecipato: direttori Migrantes regionali e diocesani, vicedirettori e collaboratori diocesani; cappellani etnici che svolgono il ministero nelle Diocesi italiane; missionari per gli italiani all’estero; operatori pastorali dello spettacolo viaggiante e dei rom, sinti e camminanti.
La scheda di iscrizione è da restituire compilata alla segreteria del Corso all’indirizzo e-mail: segreteria@migrantes.it.
La quota di partecipazione è da versare entro il 30 giugno 2025.
Napoli, la devozione mariana della comunità singalese
3 Giugno 2025 - Napoli è una città ricca di storia e cultura, ma anche una casa accogliente per tutte le comunità di origine straniera, specialmente per quella singalese dello Sri Lanka. Questa comunità, fortemente devota alla Madonna, mantiene vive le proprie tradizioni religiose, specialmente durante il mese di maggio, dedicato a Maria. Ogni anno, in questo periodo, le famiglie singalesi si riuniscono nelle case per pregare insieme, portando in processione una statua della Madonna da un’abitazione all’altra.
Questo gesto di fede, semplice ma profondo, culmina in una grande festa all’inizio di giugno, che quest'anno ha preso il via con la Santa Messa festiva di domenica 1° giugno, celebrata da don Sangiwa Mendis presso la Chiesa di Santa Maria dei Vergini. L'iniziativa è stata organizzata grazie a don Prashan Gomez, cappellano della comunità singalese a Napoli. Un momento importante di unione spirituale e culturale, che testimonia la profonda fede e la ricchezza della presenza singalese nel cuore di Napoli.
Emilia Romagna: non solo immigrati. Zuppi: “Siamo inaccoglienti”
1 Giugno 2025 - Non solo immigrati. L’Emilia Romagna si è collocata nel 2024 al quarto posto delle partenze di Italiani verso l’estero dopo Lombardia, Veneto e Sicilia. L’ultimo dato parla di 265.103 Emiliano-Romagnoli nel mondo di cui oltre 51000 (51.253) dalla città metropolitana di Bologna. Per studiare il fenomeno anche nelle sue ricadute pastorali, si è riunita a Bologna la Consulta Regionale Migrantes dell’Emilia-Romagna, composta dai direttori degli uffici di pastorale migratoria delle diocesi della regione.
All’incontro ha partecipato Delfina Licata della Fondazione Migrantes, curatrice del Rapporto italiani nel mondo, e Gianfranco Coda della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Sono circa 80 le associazioni di Emiliano-Romagnoli attive in vari paesi del mondo, soprattutto in Sud America e in Europa.
L’Italia registra l’età media più alta (48 anni e mezzo contro i 44 e mezzo del resto dell’Europa) e il tasso di fertilità più basso (1,24 rispetto all’1,46 in Europa). Intanto quasi la metà degli italiani che hanno lasciato l’Italia hanno meno di 24 anni, soprattutto verso altri paesi europei (UK, Francia e Germania) o verso le Americhe (USA, Brasile e Argentina).
«Siamo inaccoglienti», rileva con una certa amarezza il cardinale Zuppi, in un breve saluto rivolto alla consulta regionale. Il Cardinale ha evidenziato la forte connessione dei fenomeni relativi alla mobilità. «I due meccanismi dell’immigrazione di stranieri e dell’emigrazione degli italiani soprattutto giovani sono molto collegati». Le cause? Redditi bassi, precarietà lavorativa, assenza di welfare. Per questo sempre più Italiani preferiscono metter su famiglia all’estero. L’emigrazione è diventata il nuovo ascensore sociale.
C’è una ferita migratoria che non si risana. Tra affitti troppo alti e costo della vita proibitivo, le nostre città diventano impermeabili a giovani e neolaureati. Un processo che accentua inevitabilmente la desertificazione dei territori, privati delle loro menti più produttive e creative. Cresce perfino il numero di stranieri immigrati in Italia che, una volta acquisita la nostra cittadinanza, ripartono per altre destinazioni.
Intanto l’Istat registra il fatto che l’85% dei ragazzi non italiani, residenti nel nostro paese, si sente italiano pur non essendo riconosciuto tale. L’Italia - e in essa la nostra regione - perde appeal, tanto per i giovani italiani, quanto per gli stranieri. Poco o nulla si fa per incentivare percorsi legali di una immigrazione divenuta strutturale, oltre che conveniente, per affrontare tanto i problemi demografici che quelli economici. (Ufficio Migrantes Bologna)
Cittadinanza, un referendum sull’Italia di domani. Intervista ad Alba Lala (Conngi)
29 Maggio 2025 - L’8 e 9 giugno si vota per 5 referendum tra i quali quello che mira ad abrogare alcune parti dell’articolo 9 della legge 91 del 1992, l’attuale legge italiana sulla cittadinanza. L’esito atteso è che tutti gli stranieri maggiorenni con cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione europea possano presentare richiesta di concessione della cittadinanza italiana dopo cinque anni di residenza legale in Italia e non più 10. Oltre ai 4 anni di attese burocratiche. Ne abbiamo parlato con Alba Lala, segretaria generale del Coordinamento nazionale delle nuove generazioni italiane (Conngi), una delle anime del comitato promotore del referendum che ha raccolto molte più delle 500 mila firme necessarie.
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Alba Lala[/caption]
Credo che raccontare in breve la sua biografia faccia immediatamente comprendere un aspetto-chiave del referendum…
Sono nata a Fier, nel sud dell’Albania, e sono arrivata in Italia quando avevo tre anni. Ora ne ho 28. Lavoro a Genova come mediatrice culturale, in ospedali, ATS e altri servizi del Comune. Mi considero una genovese e un’italiana, nonostante questo Paese ancora non mi riconosca come sua cittadina.
Ed è anche impegnata nel Conngi. Ce ne parla?
Il Conngi è un coordinamento di oltre 50 associazioni dal nord al sud dell’Italia, nato nel 2016. Abbiamo scelto di non identificarci più come rappresentanti delle “seconde generazioni”, ma delle “nuove generazioni italiane”. Ci occupiamo di scuola, lavoro, cultura, sport e condivisione, dalla nostra prospettiva. E ovviamente di cittadinanza, che poi vuol dire anche partecipazione e rappresentanza politica.
Ecco, arriviamo al referendum. Dopo un lungo tira e molla è stata scelta la data dell’8 e 9 giugno. Come avete accolto questa decisione?
Sicuramente separare i referendum dal primo turno delle elezioni amministrative, che si tengono in tante regioni e in tante città d’Italia, è apparsa subito come una decisione volta a disincentivare il voto, in un Paese in cui di astensionismo ce n’è fin troppo.
Immaginiamo due scenari. Nel primo, il referendum non va bene. Come pensate di muovervi dal 10 giugno in poi?
Ci auguriamo che ci sia comunque una bella risposta. Se anche solo arrivassimo vicini al quorum, sarebbe comunque un grosso segnale, ossia che in realtà l’Italia è pronta al cambiamento. In un Paese in cui l’astensionismo è diffuso, i giovani non si ritrovano più nella politica, ed emerge davvero tanto disinteresse per il voto e la rappresentanza. A quel punto starà a noi rimboccarsi le maniche per cercare di modificare questa legge in modo diverso. Ci sono già delle mozioni in Parlamento. Perché, ovviamente, quello che noi abbiamo proposto con il referendum non è esaustivo per una riforma adeguata della legge sulla cittadinanza, che abbiamo a lungo sperato fosse
portata avanti in Parlamento.
E se, invece, il referendum passasse?
Vorrebbe dire innanzitutto che la legge che abbiamo non va così tanto bene come dicono. In ogni caso, concretamente, se il referendum passasse, ben 2,5 milioni di persone ne beneficerebbero direttamente. E stiamo parlando in prevalenza di giovani come me, nati o cresciuti in questo Paese, e altrettanti che, anche se non sono arrivati in tenera età, hanno deciso di costruire la loro vita in Italia e non scappano, nonostante le tante difficoltà che incontrano. Perché è bene sapere che tra i famosi “cervelli in fuga” ci sono anche quelli delle nuove generazioni italiane. Io stessa avevo un sogno, che a un certo punto della mia vita ho dovuto ridefinire: per realizzarlo, avrei dovuto fare un concorso pubblico e non avendo la cittadinanza non ho potuto, io che ero cresciuta con l’idea di essere uguale ai miei compagni e alle mie compagne di classe.
Arrivare al referendum immagino sia stato vissuto comunque come un successo. Ma com’è andata la costruzione del quesito? Erano diverse le sensibilità dei tanti soggetti che hanno proposto il referendum.
Prima di arrivare a proporre questo quesito, ovvero a puntare sulla sola modifica degli anni di residenza necessari per fare richiesta della cittadinanza, ci abbiamo lavorato per un bel po’. Il criterio è stato quello di percorrere la strada più sicura perché venisse approvato. Le ipotesi inizialmente erano tante, poi ci siamo focalizzati su 5 temi. Alla fine abbiamo puntato su una sola richiesta, perché avremmo dovuto raccogliere 500 mila firme per ciascun articolo da modificare. Che poi in realtà non chiediamo niente di straordinario: vogliamo riportare la legislazione italiana a prima del 1992.
Al di là della cerchia ristretta di chi ha lavorato con voi, ha avuto la percezione che nel corso della campagna referendaria la gente, nel quotidiano, nonostante le lacune informative e il clima generale del Paese, si sia avvicinata a questo tema?
Sì, tantissime persone si sono avvicinate al tema, ma anche partiti, associazioni… In questo momento ci sono comitati referendari in tutta Italia, e questa è una bella risposta. Ci stanno chiedendo come fare per unirci, per portare avanti comunque la nostra campagna, e come poterci aiutare a sensibilizzare sempre più persone. (Simone Sereni, da Migranti Press 4-5 2025)
Alba Lala[/caption]
Credo che raccontare in breve la sua biografia faccia immediatamente comprendere un aspetto-chiave del referendum…
Sono nata a Fier, nel sud dell’Albania, e sono arrivata in Italia quando avevo tre anni. Ora ne ho 28. Lavoro a Genova come mediatrice culturale, in ospedali, ATS e altri servizi del Comune. Mi considero una genovese e un’italiana, nonostante questo Paese ancora non mi riconosca come sua cittadina.
Ed è anche impegnata nel Conngi. Ce ne parla?
Il Conngi è un coordinamento di oltre 50 associazioni dal nord al sud dell’Italia, nato nel 2016. Abbiamo scelto di non identificarci più come rappresentanti delle “seconde generazioni”, ma delle “nuove generazioni italiane”. Ci occupiamo di scuola, lavoro, cultura, sport e condivisione, dalla nostra prospettiva. E ovviamente di cittadinanza, che poi vuol dire anche partecipazione e rappresentanza politica.
Ecco, arriviamo al referendum. Dopo un lungo tira e molla è stata scelta la data dell’8 e 9 giugno. Come avete accolto questa decisione?
Sicuramente separare i referendum dal primo turno delle elezioni amministrative, che si tengono in tante regioni e in tante città d’Italia, è apparsa subito come una decisione volta a disincentivare il voto, in un Paese in cui di astensionismo ce n’è fin troppo.
Immaginiamo due scenari. Nel primo, il referendum non va bene. Come pensate di muovervi dal 10 giugno in poi?
Ci auguriamo che ci sia comunque una bella risposta. Se anche solo arrivassimo vicini al quorum, sarebbe comunque un grosso segnale, ossia che in realtà l’Italia è pronta al cambiamento. In un Paese in cui l’astensionismo è diffuso, i giovani non si ritrovano più nella politica, ed emerge davvero tanto disinteresse per il voto e la rappresentanza. A quel punto starà a noi rimboccarsi le maniche per cercare di modificare questa legge in modo diverso. Ci sono già delle mozioni in Parlamento. Perché, ovviamente, quello che noi abbiamo proposto con il referendum non è esaustivo per una riforma adeguata della legge sulla cittadinanza, che abbiamo a lungo sperato fosse
portata avanti in Parlamento.
E se, invece, il referendum passasse?
Vorrebbe dire innanzitutto che la legge che abbiamo non va così tanto bene come dicono. In ogni caso, concretamente, se il referendum passasse, ben 2,5 milioni di persone ne beneficerebbero direttamente. E stiamo parlando in prevalenza di giovani come me, nati o cresciuti in questo Paese, e altrettanti che, anche se non sono arrivati in tenera età, hanno deciso di costruire la loro vita in Italia e non scappano, nonostante le tante difficoltà che incontrano. Perché è bene sapere che tra i famosi “cervelli in fuga” ci sono anche quelli delle nuove generazioni italiane. Io stessa avevo un sogno, che a un certo punto della mia vita ho dovuto ridefinire: per realizzarlo, avrei dovuto fare un concorso pubblico e non avendo la cittadinanza non ho potuto, io che ero cresciuta con l’idea di essere uguale ai miei compagni e alle mie compagne di classe.
Arrivare al referendum immagino sia stato vissuto comunque come un successo. Ma com’è andata la costruzione del quesito? Erano diverse le sensibilità dei tanti soggetti che hanno proposto il referendum.
Prima di arrivare a proporre questo quesito, ovvero a puntare sulla sola modifica degli anni di residenza necessari per fare richiesta della cittadinanza, ci abbiamo lavorato per un bel po’. Il criterio è stato quello di percorrere la strada più sicura perché venisse approvato. Le ipotesi inizialmente erano tante, poi ci siamo focalizzati su 5 temi. Alla fine abbiamo puntato su una sola richiesta, perché avremmo dovuto raccogliere 500 mila firme per ciascun articolo da modificare. Che poi in realtà non chiediamo niente di straordinario: vogliamo riportare la legislazione italiana a prima del 1992.
Al di là della cerchia ristretta di chi ha lavorato con voi, ha avuto la percezione che nel corso della campagna referendaria la gente, nel quotidiano, nonostante le lacune informative e il clima generale del Paese, si sia avvicinata a questo tema?
Sì, tantissime persone si sono avvicinate al tema, ma anche partiti, associazioni… In questo momento ci sono comitati referendari in tutta Italia, e questa è una bella risposta. Ci stanno chiedendo come fare per unirci, per portare avanti comunque la nostra campagna, e come poterci aiutare a sensibilizzare sempre più persone. (Simone Sereni, da Migranti Press 4-5 2025) Formazione, Mondovì (CN): “Donne migranti e violenza”
30 Maggio 2025 - Giovedì 6 giugno è in programma (online, prenotazione obbligatoria) un incontro sul tema "Donne migranti e violenza. Per uno sguardo sulle fragilità", il terzo e ultimo del percorso di formazione "Le parole per dirlo", promosso dall’ufficio Migrantes della Diocesi di Mondovì. Lo condurrà la prof.ssa Marina Calloni, ordinaria di Filosofia politica e sociale presso l'Università Milano-Bicocca, direttrice del centro studi ADV - Against Domestic Violence e presidente della Società italiana di teoria critica.
Il progetto "Le parole per dirlo" intende formare un linguaggio e una visione comune tra gli operatori e tutte le persone che si sentono coinvolte nella tematica della mobilità umana.
ℹ Per informazioni e prenotazioni: migrantes.mondovi@libero.it