19 Giugno 2025 - Il 17 e 18 giugno 2025, una delegazione composta da rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione ha effettuato una visita di monitoraggio indipendente presso il centro di trattenimento di Gjader, in Albania. La struttura ospita circa 30 trattenuti, trasferiti dai CPR italiani nell’ambito del cosiddetto "modello Albania".
Nelle ultime settimane non si sono registrati nuovi trasferimenti coatti verso il centro.
Alcune persone presentano condizioni fisiche che necessitano di una presa in carico sanitaria immediata in Italia. Particolarmente critica è anche la situazione dell’assistenza legale: molte persone hanno riferito di non riuscire a parlare con il proprio avvocato, o di farlo solo in maniera sporadica e non riservata. Altri si trovano in Italia da vent’anni, con figli, mogli, famiglie e reti sociali consolidate: l’allontanamento dall’Italia ha prodotto una frattura violenta e ingiustificata nelle loro vite.
Alla luce di quanto osservato, il Tavolo Asilo e Immigrazione e il gruppo parlamentare di contatto chiedono l’immediata sospensione del progetto di trasferimento in Albania e la cessazione della permanenza delle persone trattenute nel centro di Gjader.
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A Genazzano (RM), la Festa della Madre del Buon Consiglio, patrona degli albanesi
22 Maggio 2025 - Il 25 maggio a Genazzano (RM), il Coordinamento nazionale della pastorale dei cattolici albanesi in Italia, guidato da don Anton Kodrari, con l'ausilio della Fondazione Migrantes e in collaborazione con la Conferenza episcopale albanese, organizza la Festa della Madre del Buon Consiglio, patrona del popolo albanese.
Il programma, con inizio dalle ore 10, oltre ai saluti istituzionali, prevede una serie di testimonianze e riflessioni. Verrà data lettura del messaggio paterno inviato dall'archimandrita Donato Oliverio, vescovo eparchiale di Lungro degli italo-albanesi .
Alle ore 11,30 è prevista la processione nelle strade di Genazzano, con la statua della "Madre del Buon Consiglio" caricata sulle spalle di ragazzi albanesi in costumi nazionali e accompagnata da petali di rose, gettati dalle finestre dei genazzanesi.
Al termine la celebrazione eucaristica, presieduta dal presidente della Conferenza episcopale albanese, S.E. mons. Gjergj Meta. Dopo un pranzo condiviso, il pomeriggio sarà animato da un programma artistico nel Parco degli Elcini.
Il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, ha inviato a don Kodrari un messaggio di ringraziamento per il suo lavoro e di saluto grato a tutta la comunità albanese e a S.E. mons. Kulli: "Una delle letture del tempo pasquale presa dagli Atti degli Apostoli ci parla di una comunità dei discepoli perseverante nella preghiera e in piena comunione tra loro. Questo è il mio augurio per voi nella Festa della Madonna del Buon Consiglio, quello che possiate diventare sempre più comunità cattoliche albanesi che pregano, si sostengono, testimoniano con coraggio la propria fede volendo bene a tutti (poveri, profughi, anziani soli, ecc.). Grazie per quello che siete e per quello che fate".
Info: Koordinimi Kombëtar i Pastoralit të Katolikëve Shqiptarë në Itali. (aggiornata il 26 maggio 2025)

«È meglio il carcere del CPR, in Albania non ci torno». Il suicidio di Hamid Badoui a Torino
21 Maggio 2025 - Hamid Badoui, cittadino di origine marocchina di 42 anni, si è suicidato nel carcere di Torino. In Italia da oltre 10 anni, Hamid avrebbe più volte dichiarato al suo avvocato: «È meglio il carcere del CPR, in Albania non ci torno».
Come riporta il quotidiano Il Manifesto, era purtroppo caduto in un circolo vizioso di tossicodipendenze e piccoli furti, tra condanne e soggiorni in carcere. "Circa due mesi fa aveva finito di scontare l’ultima pena al Lorusso Cutugno, ma il giorno dopo, siccome i documenti di permanenza erano scaduti, era stato trasferito nel Cpr di Bari, dove è rimasto per tre mesi. Da lì l’Albania, da cui era venuto via dopo che la giudice aveva stabilito l’irregolarità della sua detenzione. Una decisione arrivata «in attesa della definizione di costituzionalità, sollevata negli analoghi giudizi, dalla Corte costituzionale»".
Era assistito dal Gruppo Abele di Torino, che ha reso noto che Hamid stava cercando di intraprendere un percorso di riabilitazione e disintossicazione, ma il periodo passato al Cpr in Albania avrebbe “annientato le sue difese emotive”.
Molto duro il commento del Tavolo Asilo Immigrazione (Tai), che considera la sua morte "l’effetto diretto di politiche strutturali di segregazione ed esclusione che colpiscono le persone con background migratorio", ricordando che "nei Cpr in Italia e nei nuovi centri in Albania le persone vivono in condizioni degradanti, senza accesso a cure adeguate, in un clima di costante abbandono e assenza di informazioni".
Secondo il Tai, "Il modello Albania – promosso dal governo italiano come strumento innovativo di gestione delle migrazioni – esaspera ulteriormente questa logica: strutture extraterritoriali, isolamento geografico, accesso difficoltoso e limitato alle garanzie legali, ostacoli all’accesso al diritto alla salute, detenzione amministrativa diffusa e usata in maniera punitiva, anziché come extrema ratio prevista dal diritto internazionale".
La Camera ha approvato il cosiddetto “decreto Albania”. Il testo passa ora al Senato
16 Maggio 2025 - Con 126 sì, 80 no e 1 astenuto l’aula della Camera ha approvato ieri il decreto legge recante disposizioni urgenti per il contrasto dell'immigrazione irregolare, il cosiddetto "decreto Albania", su cui ieri era arrivato l’ok alla fiducia. Il testo passa ora al Senato.
Il decreto di fatto estende la categoria di persone che possono essere condotte nelle strutture di trattenimento realizzate in Albania, includendovi coloro i quali sono destinatari di provvedimenti di trattenimento convalidati o prorogati. Di fatto, così, le strutture in Albania diventerebbero come i Cpr già presenti in Italia.
Nell'ambito della procedura del trattenimento dello straniero, spiega la legge, è fatta salva la facoltà di disporre il trasferimento dello stesso in altro centro, senza che venga meno il trattenimento adottato e che sia richiesta una nuova convalida.
Nel corso dell'esame in sede referente sono state introdotte rispetto al testo originario del decreto le seguenti disposizioni: lo straniero trasferito nelle strutture in Albania
vi permane anche se ha presentato domanda di asilo, se vi sono fondati motivi per ritenere che la domanda è stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l'esecuzione del respingimento o dell'espulsione; in caso di mancata convalida del provvedimento di trattenimento in presenza di una domanda di asilo di cui si sospetta che sia stata presentata a scopo dilatorio, si prevede la possibilità di emanare un nuovo provvedimento di trattenimento per un altro dei motivi previsti dalla legge; viene estesa l'applicazione della procedura accelerata di esame delle domande di asilo alla frontiera.
Inoltre si autorizza la cessione a titolo gratuito di due motovedette all'Albania; viene estesa al 2026 la facoltà, per la realizzazione, la localizzazione nonché l'ampliamento dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR), di derogare alle disposizioni di legge ad eccezione di quelle penali, antimafia e dell'Unione europea.
Con l’approvazione del cosiddetto “decreto Albania” da parte della Camera dei Deputati e in attesa del passaggio definitivo al Senato, il Tavolo Asilo e Immigrazione (Tai) esprime forte preoccupazione (fonte: SIR) per la legittimazione di un sistema di confinamento extraterritoriale che, secondo quanto documentato da varie delegazioni in loco, risulta “opaco, privo di garanzie e incompatibile con i principi dello Stato di diritto”.
Una delegazione del Tai, al quale aderiscono numerose organizzazioni che si occupano di immigrazione, si trova in questi giorni a Gjadër, in Albania, insieme a parlamentari del gruppo di contatto.
Dopo aver da mesi segnalato lo spreco di denaro pubblico investito nelle strutture extraterritoriali in Albania, S.E. mons. Gian Carlo Perego, già in marzo a Napoli, a proposito della prospettiva di trasformare i centri in Cpr, aveva parlato soprattutto di una mancanza di realismo: "Ditemi voi se sia tale una la soluzione all’irregolarità nel nostro Paese – dove si stimano tra 300 e i 400 mila irregolari – quella dei 1.000 posti totali dei centri in Albania”.
Aldilà delle numerose preoccupazioni sul rispetto dei diritti elementari e sulle condizioni di vita di coloro che vi sono trattenuti all'interno, i Cpr - come spiegato recentemente anche su Migranti Press - soprattutto sono inutili.
Albania, Tavolo asilo: calpestati diritti e principi del sistema giuridico italiano
14 Aprile 2025 - "Una insopportabile esibizione di crudeltà, che calpesta i diritti di quelle persone e i principi del nostro sistema giuridico". Questo il commento del Tavolo asilo e immigrazione (TAI) all'operazione, compiuta sulla base del decreto legge n. 37/2025, di trasferimento di 40 richiedenti asilo in Albania, già trattenuti nei CPR italiani in attesa di rimpatrio, "per dare un senso alla costruzione del centro di Gjader, finora deserto", come ha commentato il quotidiano Avvenire.
"Un’operazione - prosegue la nota del Tai - compiuta con un impiego di forze di polizia priva di qualsiasi motivazione - : 2 poliziotti a controllare ogni straniero ammanettato a uso esclusivo delle telecamere e dei giornalisti per comunicare una pericolosità inesistente. Il Tavolo Asilo e Immigrazione, nel denunciare la disumanità e la strumentalità dell’operazione, continuerà ad essere presente in Albania oggi e nei prossimi giorni per monitorare quanto accade".
Albania, il report del Tavolo Asilo e Immigrazione sui monitoraggi dei centri di Shenjing e Gjader
25 Febbraio 2025 - Durante i monitoraggi dei centri in Albania effettuati dal Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) sono emerse almeno tre criticità importanti, innanzitutto "la questione dei tempi di trattenimento". Lo ha spiegato all'agenzia "9 Colonne" Filippo Miraglia, coordinatore del Tai, a margine della presentazione del rapporto “Oltre la frontiera. L’accordo Italia Albania tra propaganda e sospensione dei diritti”, redatto dal Tavolo Asilo e Immigrazione a fronte di informazioni e dati raccolti durante le tre visite di monitoraggio dei centri.
"Una persona - continua Miraglia - può essere privata dalla sua libertà per 48 ore prima che intervenga una convalida di un magistrato: le persone, dopo essere state salvate, vengono trasferite su una nave della Marina Militare e il periodo di tempo che intercorre tra quando salgono sulla nave della Marina fino a quando vengono portate in Albania è un periodo di fatto di trattenimento coatto, perché non vogliono andare in Albania, quindi non si capisce perché non dovremmo conteggiare i 3-4 giorni che hanno passato a bordo di quella nave nel periodo di trattenimento".
Un'altra questione critica, prosegue Miraglia, riguarda "l'individuazione della vulnerabilità", che "non funziona, perché palesemente alcune persone sono state ritenute vulnerabili dopo che era stato fatto il primo screening e quindi che erano state portate in Albania". Inoltre la procedura per rilevare la vulnerabilità dei migranti è per Miraglia "del tutto superficiale, soprattutto per le persone che arrivano dalla Libia che sono state tutte torturate e sottoposte a violenze e, come diciamo sempre, non è
che se uno è stato torturato va in giro con un cartello".
La terza questione riguarda poi la tutela legale, definita dal rapporto "di facciata", innanzitutto perché per i migranti è "indistinguibile l'audizione con la commissione dalla convalida del trattenimento col tribunale: non capiscono cosa fanno in una e cosa nell'altra, perché nessuno glielo spiega nella loro lingua. Successivamente vedono questo avvocato a distanza durante la convalida, ma non l'hanno visto prima né lo vedranno dopo, quindi si tratta di un avvocato che non si è preparato sul singolo caso, non gli ha spiegato niente, non ha potuto parlare col suo cliente. Sicuramente se si trattasse di un italiano non sarebbe ammissibile una tutela legale di questo tipo".
Albania, Tavolo Asilo e Immigrazione: tutte negative le richieste d’asilo, senza tutele legali
30 Gennaio 2025 - Al terzo giorno di monitoraggio dei centri italo-albanesi la delegazione del Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) è ancora presente con i parlamentari del gruppo di contatto. Come prevedibile - denuncia il Tavolo in un comunicato - "gli esiti delle richieste d’asilo delle 43 persone trasportate presso il centro di Gjader in Albania sono state tutte negative perché ritenute 'manifestamente infondate'. Solo una persona non ha ricevuto il diniego, e sarà ascoltata in procedura ordinaria, poiché è stata riscontrata una vulnerabilità medica".
La TAI già ieri aveva denunciate "gravi criticità procedurali". In particolare, i richiedenti asilo non hanno avuto concretamente né il tempo né la possibilità di nominare un/una avvocato/a per assisterli già nella fase dell’audizione davanti alla Commissione territoriale, né sono stati adeguatamente informati, in maniera indipendente, sul significato delle procedure di riconoscimento della protezione internazionale. "Siamo di fronte ad una procedura di fatto illegittima per l’assenza delle tutele previste dalla normativa in vigore".
Adesso le persone avranno 7 giorni per rivolgersi al Tribunale e cercare giustizia, se i giudici della Corte d’appello di Roma convalideranno il fermo e quindi la procedura accelerata. Ma, ribadisce il TAI, "come faranno a nominare un/una avvocato/a di fiducia per fare il ricorso, visto che sono confinati fuori dall’Italia?".
Migranti: terza missione in Albania del Tavolo Asilo e Immigrazione e del Gruppo di Contatto Parlamentare
28 Gennaio 2025 - Prende il via in queste ore in Albania la terza missione del Tavolo Asilo e Immigrazione, la principale rete della società civile impegnata nella promozione e difesa dei diritti delle persone migranti, realizzata in collaborazione con il Gruppo di Contatto Parlamentare sull’immigrazione. In occasione del terzo trasferimento operato dal governo, il TAI sarà nuovamente in Albania per monitorare le procedure e le condizioni di accoglienza delle 49 persone migranti in arrivo a bordo della nave Cassiopea della Marina Militare.
Nel corso dei due precedenti trasferimenti operati a ottobre e novembre scorsi il TAI aveva già denunciato le numerose violazioni del diritto internazionale e di quello nazionale, nonché dei diritti fondamentali delle persone che il governo italiano trasferisce forzosamente dal Mediterraneo centrale fino all'Albania: le organizzazioni del TAI hanno deciso oggi di tornare nei centri di Shëngjin e Gjadër per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento.
Il Governo sta nuovamente sperimentando il modello albanese con fini puramente propagandistici da un lato, e innalzando lo scontro con la magistratura dall’altro, senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea per proseguire le operazioni.
Le organizzazioni del TAI denunciano inoltre l’assenza a bordo della nave della Marina di OIM, designato dal governo come la realtà preposta ad effettuare le procedure di screening. È fondamentale capire come e da chi sia stata realizzata la valutazione delle vulnerabilità, elemento intorno a cui sono emerse gravi criticità già nei primi due trasferimenti effettuati a fine 2024.
È inoltre necessario garantire la tutela giuridica delle persone trasferite, che non è stata prontamente assicurata nei precedenti arrivi in Albania. Chiediamo al Governo chiarimenti su come le persone possano parlare con un avvocato di loro fiducia, sia in fase di preparazione che di audizione con la Commissione e poi anche in fase di eventuale convalida del trattenimento.
Il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia. Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente. Per questo, come nei due precedenti casi, metteremo in campo ogni sforzo necessario per opporci a questa prova di forza ingiustificata e inaccettabile, per fare in modo che non vengano più trasferite persone in Albania e che i centri di trattenimento vengano definitivamente chiusi.
Per il Tavolo Asilo e Immigrazione: A Buon Diritto, ACLI, ActionAid Italia, Amnesty International Italia, ARCI, ASCS, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CIR, Commissione Migrantes e GPIC Missionari Comboniani provincia italiana, CNCA, CoNNGI, Europasilo, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Intersos, IRC Italia, Italiani Senza Cittadinanza, Medici del Mondo, Oxfam Italia, ReCoSol, RED Nova, Refugees Welcome Italia, Senza Confine, SIMM, UIL, UNIRE.
Per il Tavolo Asilo e Immigrazione: A Buon Diritto, ACLI, ActionAid Italia, Amnesty International Italia, ARCI, ASCS, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CIR, Commissione Migrantes e GPIC Missionari Comboniani provincia italiana, CNCA, CoNNGI, Europasilo, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Intersos, IRC Italia, Italiani Senza Cittadinanza, Medici del Mondo, Oxfam Italia, ReCoSol, RED Nova, Refugees Welcome Italia, Senza Confine, SIMM, UIL, UNIRE.
Cpr in Albania, il tribunale di Roma dispone il rientro in Italia dei migranti
18 Ottobre 2024 - La sezione immigrazione del tribunale di Roma - come riportato dall'agenzia Ansa - non ha convalidato il trattenimento dei migranti all'interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania. Il provvedimento era stato disposto per i 12 stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso, i quali fanno parte dei 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall'Egitto) trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana.
Ricordiamo che gli altri quattro sono già rientrati in Italia. Si tratta di due minori e di due vulnerabili che non sono risultati idonei nel corso dei controlli all'hotspot di Schengjin. Nei centri in Albania possono essere trasferiti infatti solo maschi adulti non vulnerabili provenienti da paesi considerati sicuri.
I 12 migranti restanti partiranno dunque domani dall'Albania su una nave della Marina militare per tornare in Italia approdando a Bari. Nonostante la loro richiesta di asilo sia già stata respinta - con una rapidità straordinaria rispetto ai tempi consueti - nelle ultime ore, i migranti hanno ancora la possibilità di fare ricorso per poter chiedere nuovamente che gli venga riconosciuto questo status.
Per i giudici, anche alla luce di una recente sentenza della Corte di giustizia europea, "il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi, equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane, è dovuto all' impossibilità di riconoscere come 'paesi sicuri' gli Stati di provenienza delle persone trattenute (Bangladesh ed Egitto), con la conseguenza dell'inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia". Ove, in attesa dell'esito del ricorso, non posso essere trattenute.
Trovano dunque conferma diversi elementi di criticità espressi nei giorni scorsi da mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara e presidente del Commissione per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes: "Avevamo ragione: soldi buttati a mare".
CEI: mezzo milione per i terremotati albanesi
29 Novembre 2019 - Roma - La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha destinato € 500.000, provenienti dai fondi dell’8xmille, alle vittime del devastante terremoto che il 26 novembre ha colpito l’Albania, con epicentro tra Shijak e Durazzo. Questa iniziativa, volta a rispondere alle urgenze più stringenti, sarà finalizzata a reperire in modo mirato aiuti alimentari e beni di prima necessità come vestiario, sacchi a pelo, coperte, kit per l’igiene e per i neonati, spiega una nota della Cei spiegando che lo stanziamento avverrà tramite Caritas Italiana.
I danni del sisma sono ingenti e sono moltissime le persone che non potranno rientrare nelle proprie case. Saranno predisposte strutture di accoglienza, servizi igienici, cucine da campo, alloggi adeguati per le categorie più vulnerabili.
Le città più colpite sono Durazzo (la seconda del paese) e Thumanë, 40 km a nord di Tirana. Critica la situazione anche in molti altri centri, tra cui Kruje, Lezhe, Lac, Lushnje, Fier e la stessa Tirana.
La stima delle vittime, purtroppo in continuo aggiornamento, registra per ora diverse decine di morti e dispersi e almeno 750 feriti.
Caritas Italiana è presente in Albania già in questa fase e sta lavorando a fianco degli operatori di Caritas Albania per sostenerla. Iniziative anche in Italiana. La comunità dell’Eparchia di Lungro, in Calabria – di origine albanese – si è subito attivata. L’Eparca, mons. Donato Oliverio, ha espresso – in una lettera al presidente albanese Ilir Meta - “la partecipazione spirituale mia, del presbiterio diocesano e di tutti i fedeli dell’eparchia di Lungro al lutto nazionale dell’Albania per le vittime del sisma. Ci uniamo spiritualmente alla preghiera dei nostri fratelli e sorelle albanesi, che stanno attraversando questo difficile e doloroso momento” auspicando “una pronta e decisa ripresa economica e sociale a beneficio dell’amata Terra dei nostri antenati e del loro fiero e indomito popolo al quale esprimiamo la nostra fraterna vicinanza affettiva”. Il presule ha anche attivato subito la Caritas diocesana perché “solleciti l’amore dei nostri fedeli alla realizzazione di un progetto di aiuto concreto a beneficio dei nostri fratelli e sorelle dell’amata Albania”. (Raffaele Iaria)