3 Aprile 2025 - Come ha riportato il quotidiano Avvenire di mercoledì 2 aprile, secondo un report realizzato da Epr comunicazione per la struttura commissariale di governo per il Giubileo su 23.600 conversazioni e 228mila interazioni registrate tra febbraio e marzo sui principali canali digitali, sull'Anno Santo c'è un sentiment complessivo positivo nel 46% dei casi, poi neutro nel 42% e negativo nel 12%..
A far da traino, nelle conversazioni di tono positivo, sono il tema scelto da papa Francesco per la Giornata del Migrante e del Rifugiato (cioè "Migranti, missionari di speranza"), la mostra "Caravaggio 2025" in corso a palazzo Barberini (fiore all'occhiello degli oltre 1.300 eventi ideati sul patrimonio archeologico e monumentale della città) e, un po' a sorpresa, un evento a margine come il Giubileo della Rinascita per il 600esimo anniversario delle apparizioni mariane a Monte Berico.
3 Aprile 2025 - «Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave» (papa Francesco, Udienza generale del 28 agosto 2024).
Mercoledì 9 aprile, alle ore 16, presso la Sala Consiliare del Comune di Rieti è prevista la presentazione del volume “Il diritto d’asilo. Report 2024” della Fondazione Migrantes. L'evento è promosso da Caritas Rieti, Il Samaritano, Arci Rieti Aps, Consorzio Officine Solidali e Comune di Rieti – Assessorato alle Politiche Sociali.
Oltre alla presentazione del Report da parte di Mariacristina Molfetta (Fondazione Migrantes), antropologa e curatrice della pubblicazione, sono previsti gli interventi di:
S.E. mons. Vito Piccinonna (vescovo di Rieti).
Giovanna Palomba (Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Rieti).
L’ingresso è libero e aperto a tutta la cittadinanza.
In mattinata dalle ore 10,30 alle ore 12,30 presso il Centro giovanile "Regeneration Lab" in Via Sant'Agnese 24 a Rieti, in programma anche una presentazione e un laboratorio coi ragazzi dell'I.I.S. L. Duca di Savoia" di Rieti sulla graphic novel 4 vite che sono la mia, che racconta le storie di minori stranieri non accompagnati, anche essa a cura di Cristina Molfetta e della Fondazione Migrantes.
2 Aprile 2025 - Una delegazione della Fondazione Migrantes è in Belgio per incontrare i tanti emigrati in quel Paese, insieme al coordinatore dei missionari italiani, don Gregorio Aiello, e per presentare il Rapporto Italiani nel Mondo (RIM) 2024.
La prima tappa è stata l'incontro con la comunità italiana di Genk, sabato 5 aprile dalle ore 15, presso la Sala della Missione (Risstraat 3, 3600 Genk). Dopo il saluto di Luciano Ferro (segretario Comites Limburgo), sono intervenuti: mons. Pierpaolo Felicolo (direttore generale della Fondazione Migrantes): "L'attenzione della Chiesa per le persone migranti"; dott.ssa Delfina Licata (Fondazione Migrantes, curatrice del RIM): "Italiani cittadini del mondo"; Fernando Marzo: "Italiani del Limburgo e cittadinanza". L'incontro si è chiuso col saluto del Console Generale d'Italia, Francesco Varriale. In serata, a Maasmechelen, si è fatto festa con l'associazione dei siciliani in Belgio.
Domenica 6 aprile, al mattino, la delegazione della Fondazione Migrantes ha partecipato alla S. Messa per gli italiani di Bruxelles, celebrata da don Claudio Visconti. Nel pomeriggio poi, nella località simbolo di Moresnet, al confine con Olanda e Germania, la Via Crucis che riunisce tradizionalmente centinaia di italiani dai tre Paesi confinanti vivono insieme nella domenica di Quaresima prima della Domenica delle Palme. Al termine, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Felicolo.
Lunedì 7 aprile, infine, alle ore 18.30, presso il Foyer Catholique Européen di Bruxelles, la presentazione istituzionale del RIM, promossa dall’Ambasciata d’Italia in Belgio, il Consolato Generale d'Italia a Bruxelles e il Comites di Bruxelles.
Ai saluti dell’Ambasciatore d'Italia in Belgio, Federica Favi, e del presidente del Foyer Catholique Européen, Lorenzo Mannelli, seguirà l’introduzione di mons. Pierpaolo Felicolo. Il Rapporto sarà quindi presentato dalla dott.ssa Delfina Licata, con l’intervento di altri co-autori.
2 Aprile 2025 - Ricorrono oggi i 20 anni dalla morte di Karol Wojtyla, san Giovanni Paolo II. Nei suoi 27 anni di pontificato, come scrivevamo nel 2020, papa Wojtyla "non ha mancato di portare l’attenzione sul mondo della mobilità umana: dai migranti, ai fieranti, agli immigrati, etc. Ma anche al mondo dell’emigrazione italiana come ha fatto visitando Canale d’Agordo, il paese natale del suo predecessore, Giovanni Paolo I. In quell’occasione, era il 26 agosto 1979, parlò di una terra che dopo la prima guerra mondiale fu di 'perdurante e sempre triste necessità dell’emigrazione, sia essa permanente o stagionale'".
Sono molti i riferimenti ai temi cari alla Fondazione Migrantes nel suo magistero pontificio. Così li ricordava mons. Giancarlo Perego nei giorni della canonizzazione di Giovanni Paolo II:
Le parole più ripetute risultano essere: accoglienza, tutela della dignità di ogni persona nel lavoro, nella famiglia, rispetto, integrazione. Fin dal suo primo discorso all’ONU, il 2 ottobre 1979, ribadirà tra i diritti fondamentali della persona, "il diritto alla libertà di movimento e alla migrazione interna ed esterna". Nella prima enciclica, la Laborem exercens, nel novantesimo della pubblicazione della Rerum Novarum di Leone XIII (1981), Giovanni Paolo II ribadirà, al n. 23, come "l’uomo ha il diritto di lasciare il proprio paese d’origine per vari motivi – come anche di ritornarvi – e di cercare migliori condizioni di vita in un altro Paese". Nella stessa enciclica sottolineerà che "nel rapporto di lavoro con il lavoratore immigrato devono valere gli stessi criteri che valgono per ogni altro lavoratore in quella società. Il valore del lavoro deve essere misurato con lo stesso metro, e non con riguardo alla diversa nazionalità, religione o razza".
Sempre nel 1981, nell’esortazione apostolica Familiaris consortio, il Papa ricordava il necessario impegno che si deve avere verso diverse categorie "di famiglie di migranti per motivi di lavoro; di famiglie di quanti sono costretti a lunghe assenze, quali ad esempio i militari, i naviganti, gli itineranti d’ogni tipo; delle famiglie dei carcerati, dei profughi e degli esiliati" (n.77). E concludeva: "Le famiglie dei migranti… devono poter trovare dappertutto, nella Chiesa la loro patria. E’ questo un compito connaturale alla Chiesa, essendo segno di unità nella diversità".
Quello della famiglia emigrata è il tema anche del Messaggio per la Giornata mondiale delle migrazioni del 1986, dove il Papa ha un ricordo particolare – e di grande attualità – per "le drammatiche condizioni di vita delle famiglie relegate nei campi profughi, dove è impossibile progettare il futuro per tutti i membri della famiglia".
Nella lettera enciclica Redemptoris missio, al n. 37, Giovanni Paolo II rileva come le migrazioni sono "fra le grandi mutazioni del mondo contemporaneo” e producono un fatto nuovo: “i non cristiani aggiungono assai numerosi nei paesi di antica cristianità, creando occasioni nuove di contatti e scambi culturali, sollecitando la Chiesa all’accoglienza, al dialogo, all’aiuto e, in una parola, alla fraternità”.
Una cura per i migranti, una accoglienza aperta, soprattutto per i più disperati, che è molto presente nell’omelia della beatificazione del vescovo Giovanni Battista Scalabrini (1997) e nei discorsi e nel messaggio del Giubileo del 2000, fino ad arrivare al suo ultimo Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2005, quasi un testamento sulle migrazioni, dedicato al tema dell’integrazione interculturale.
Scriveva, infatti in quel Messaggio, Giovanni Paolo II: "Nelle nostre società investite dal fenomeno globale della migrazione è necessario cercare un giusto equilibrio tra il rispetto dell’identità propria e il riconoscimento di quella altrui. E’ infatti necessario riconoscere la legittima pluralità delle culture presenti in un Paese, compatibilmente con la tutela dell’ordine da cui dipendono la pace sociale e la libertà dei cittadini. Si devono infatti escludere sia i modelli assimilazionisti, che tendono a fare del diverso una copia di sé, sia i modelli di marginalizzazione degli immigrati, con atteggiamenti che possono giungere fino alle scelte dell’apartheid. La via da percorrere è quella della genuina integrazione, in una prospettiva aperta, che rifiuti di considerare solo le differenze tra immigrati ed autoctoni".
31 Marzo 2025 - Le lacune delle politiche di gestione dei movimenti migratori in Italia, da circa 20 anni, "non sono caratterizzate tanto dall'ipocrisia, quanto da una mancanza di realismo". Lo ha detto mons. Gian Carlo Perego, presidente della CEMi e della Fondazione Migrantes, durante il suo intervento al convegno "Immigrazione e diritti", promosso dalla Regione Campania, mentre il Governo italiano approvava il decreto che tra le altre cose ha stabilito che uno dei due centri albanesi, quello di Gjader, potrà essere usato come centro di permanenza per il rimpatrio.
"La politica si fonda sulla realtà, sui fatti" ha spiegato l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio. "Le soluzioni devono essere dunque realistiche e oneste intellettualmente. Ditemi voi se sia tale una la soluzione all'irregolarità nel nostro Paese - dove si stimano tra 300 e i 400 mila irregolari - quella dei 1.000 posti totali dei centri in Albania". La preoccupazione è anche per lo spreco di risorse importanti che potrebbero essere usate per una integrazione reale e davvero sicura. "Si era detto - ha aggiunto mons. Perego - che la strada migliore fossero i rimpatri assistiti, piuttosto che rinchiudere una persona per 18 mesi che poi ritorna fuori, perché il 50% di chi viene recluso nei Cpr, ritorna indietro...".
Il presidente della Fondazione Migrantes aveva introdotto il suo intervento ricordando che "il tema del diritto a migrare attraversa tutta la Dottrina sociale della Chiesa, a partire dalla Rerum novarum, in riferimento ai nostri emigranti", fino ad arrivare all'emblematico primo viaggio apostolico di papa Francesco a Lampedusa: "Il Santo Padre intuiva che la cultura si stava muovendo sempre di più verso una contrapposizione nei confronti dei migranti".
E fino alla Fratelli tutti, in cui Francesco ha parlato della "cultura dell'incontro" e ha espresso un concetto fondamentale: che il migrante è una benedizione perché porta vita, e vita vuole dire speranza e futuro. "Soprattutto in un Paese come il nostro - ha chiosato mons. Perego - che non ha avuto politiche familiari per 25 anni. In un Paese, a differenza di quanto percepisce l'opinione pubblica, che sta diventando sempre meno attrattivo per chi viene da fuori - solo 100.000 immigrati in più rispetto a 10 anni fa - e da dove sempre più italiani se ne vanno - 1.5 milioni in circa in 10 anni".
29 Marzo 2025 - Si è tenuta sabato 29 marzo la conferenza stampa di presentazione del Festival Frontiere, con la presenza di S.E. mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, del sindaco di Cosenza Franz Caruso e della professoressa Unical Emanuela Pascuzzi, moderati da Pino Fabiano, direttore Caritas e Migrantes di Cosenza, in cui sono state presentate le quattro giornate del festival.
Il Festival - che per la sua seconda edizione sceglie quattro parole d’ordine che accompagneranno ogni giornata: Diritti, Cittadinanza, Fraternità e Cultura - si svolgerà tra Cosenza e Rende dal 3 al 6 aprile 2025. È promosso e organizzato all’Ufficio Migrantes e Caritas dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, con il patrocino e la collaborazione dell’Unical e del comune di Cosenza, ed il sostegno della Fondazione Migrantes.
Mons. Checchinato ha chiuso così la presentazione: “Mettere insieme tradizioni, culture e lingue diverse non è una cosa semplice, è quasi come una danza, in cui si devono osservare dei ritmi e delle posizioni del corpo, ma alla fine quello che viene fuori è un’esperienza di bellezza, sempre un effetto pacificatore. È possibile costruire un mondo dove alcuni valori siano ancora importanti, continuare a sognare un mondo nuovo. In questo momento, soprattutto in occidente, sembra che l’orizzonte si stia stringendo sempre di più, e sono le iniziative come il festival Frontiere ad essere importanti, in cui si parla soprattutto di pace.”
Domenica 6 aprile, dalle ore 17.30, nella sessione dedicata a "Intercultura, Giovani e Futuro", previsto anche l'intervento di Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes.
https://youtu.be/qnAdvGBhfJA?si=bSUG1NY5NXYrn8Lt
29 Marzo 2025 - Il presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, S.E. mons. Erio Castellucci, in un'intervista a Riccardo Benotti del SIR, ha presentato la seconda Assemblea sinodale, in programma in Vaticano dal 31 marzo al 3 aprile. Ha parlato di proposte operative, riforme strutturali e nuovi ministeri per una Chiesa più missionaria, corresponsabile e vicina ai segni dei tempi.
“È un momento molto importante – spiega –, perché mira ad approvare alcune linee operative da presentare all’Assemblea della Cei di maggio. Possiamo dire che, per quanto riguarda l’Assemblea, rappresenta quasi la conclusione della fase profetica. Sarà poi compito dei vescovi raccogliere quanto emerso in questi tre anni, anche alla luce degli orientamenti finali”. E a proposito dello stile scelto per i testi che verranno elaborati durante la seconda Assemblea, spiega: “Proposizioni brevi, chiare, essenziali: non discorsi, ma proposte votabili, emendabili, integrabili”.
Le Proposizioni finali saranno poi sottoposte all’episcopato. Alla domanda sul rischio che non vengano pienamente accolte, mons. Castellucci h risposto così: "Non lo credo, per due ragioni. La prima è che, partecipando anche all’Assemblea dei vescovi, ho riscontrato la medesima volontà di camminare. Anzi, a volte c’è persino un certo desiderio di accelerare il passo. La seconda è che tutto questo lavoro nasce dalle sintesi diocesane, redatte e firmate dai vescovi stessi. E saranno tutti invitati all’Assemblea. Mi pare che finora il percorso sia stato davvero condiviso, con corresponsabilità tra laici e vescovi. Forse sono ottimista, ma ho motivo per esserlo".
28 Marzo 2025 - 28 Marzo 2025 - Nel primo pomeriggio il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, sarà a Stoccolma, in Svezia, per una visita alla Missione cattolica italiana, accolto dal cappellano, don Furio Cesare.
Oltre alle celebrazioni eucaristiche, alla partecipazione al consiglio pastorale e agli incontri con i rappresentanti della comunità italiana, la visita sarà anche occasione per un colloquio con il vescovo di Stoccolma, S. Em. il cardinale Anders Arborelius - primo vescovo cattolico di origine svedese dai tempi della riforma luterana e primo cardinale dei Paesi nordici europei - e con il nunzio apostolico, S. E. mons. Julio Murat.
27 Marzo 2025 - "Tutti coloro che abbandonano il loro Paese per recarsi in un altro come migranti faranno sempre raffronti e paragoni, non sempre facili da accettare, ma il mio obiettivo principale è stato da subito l’integrazione". Esordisce così, nella sua testimonianza raccolta da Spazio + Spadoni, don Rodrigue Ogan Akakpo, sacerdote del Togo e direttore dell’Ufficio Migrantes della arcidiocesi di Ferrara-Comacchio. Sembra di percepire subito quello "odore delle pecore" che papa Francesco sin dalle sue prime uscite ha indicato come una caratteristica fondamentale di un sacerdote: don Rodrigue ha vissuto e sta vivendo il medesimo percorso di integrazione delle persone che è stato chiamato a servire.
"È doveroso sottolineare - continua - che non c’è integrazione senza insegnamenti e sostegno, morale e materiale". E che sempre queste cose, oltre alla propria volontà e alla fiducia, vengono da qualcuno che ci guarda e ci accompagna con cura: "Sarò sempre profondamente grato a tutti coloro che mi hanno dato un inizio positivo e produttivo".
"L'esperienza di don Rodrigue - commenta il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo - mostra bene quanto sia importante integrarsi anche per i sacerdoti e i religiosi. Con il sacrificio di studiare anche di notte la lingua italiana, di prendersi la patente di guida, di curare la propria formazione teologica e spirituale. Non senza il senso di affidamento e il buon inserimento nella Chiesa locale".
26 Marzo 2025 - Pubblicato il 13 dicembre 2024, un Report del Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa ha evidenziato con allarme le criticità riscontrate nei Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) in Italia. Il documento scatta una fotografia allarmante delle condizioni di “vita” nei CPR, mettendo in evidenza gravi problematiche nel trattamento delle persone migranti. Tra i punti più preoccupanti emergono: episodi di maltrattamento, utilizzo sproporzionato della forza, condizioni infrastrutturali degradate, somministrazione diffusa e non prescritta di psicofarmaci e una mancanza di adeguate garanzie legali.
Un Report che avvalora e rafforza le denunce e le segnalazioni degli ultimi anni, frutto dell’impegno costante di numerosi attori, dal mondo accademico alle organizzazioni della società civile, attivamente coinvolti nel monitoraggio e nella tutela dei diritti delle persone trattenute in questi luoghi.
La detenzione amministrativa: un sistema inefficace
Un sistema, quello fondato sulla implementazione della detenzione amministrativa e della rete dei CPR attivi sul territorio nazionale, che si è rivelato, dati alla mano, fallimentare nel corso degli anni. Nel 2022, secondo il report Trattenuti – realizzato annualmente da Action Aid, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” –, sono state espulse il 49,4% delle persone trattenute, confermando un trend stabile di anno in anno. Ciò significa che il trattenimento è inutile ai fini dell’espulsione in un caso su due.
Nel 2023 su oltre 28 mila persone straniere colpite da provvedimento di espulsione quelle effettivamente rimpatriate dai CPR sono state solo 2.987, il 10%. Che i CPR non assolvano al compito che ne giustifica l’esistenza è un dato di fatto. È naturale, dunque, interrogarsi sul perché si ritenga utile perseverare nell’attuazione di politiche che – a fronte di costi ingenti in termini economici, ma soprattutto umani – si sono rivelate inidonee al perseguimento degli obiettivi prefissati.
Migranti e “populismo penale”
Non è difficile riconoscere in queste politiche i segnali di quel populismo penale denunciato da papa Francesco nel suo intervento del 23 ottobre 2014 davanti alla delegazione dell’Associazione internazionale di Diritto penale. Un populismo punitivo, costantemente alla ricerca di «capri espiatori che paghino con la loro libertà e con la loro vita per tutti i mali sociali» e di «figure stereotipate, che concentrano in sé stesse tutte le caratteristiche che la società percepisce o interpreta come minacciose».
I rischi legati all’uso strumentale del diritto penale in senso repressivo e antigarantista non devono essere sottovalutati. Come osservato dal giurista Luigi Ferrajoli nel suo libro Giustizia e politica (Laterza, 2024), uno degli aspetti più critici delle attuali politiche migratorie risiede proprio nelle degenerazioni del populismo punitivo. La criminalizzazione dei migranti, infatti, assume nuove e preoccupanti dimensioni. Non ci si limita più all’inasprimento delle pene o alla creazione di nuovi reati, ma si mira piuttosto a costruire consenso attorno a politiche che, come nel caso dei cosiddetti “accordi di esternalizzazione delle frontiere”, rischiano di compromettere la tutela dei diritti fondamentali della persona.
Questo processo raggiunge il suo apice con la criminalizzazione di comportamenti non solo leciti, ma persino moralmente doverosi, come nel caso delle Ong impegnate nelle operazioni di soccorso in mare.
La detenzione come “extrema ratio”
In un contesto in cui l’approccio securitario e repressivo sembra essere il fulcro delle politiche migratorie, sia a livello nazionale che sovranazionale, è auspicabile un radicale cambio di paradigma. Con specifico riferimento alla detenzione amministrativa dei migranti, si rende sempre più urgente la chiusura definitiva di questi “non luoghi”, i CPR, e l’adozione di alternative più umane e sostenibili.
A tal riguardo, si veda anche la nota del 6 giugno 2020 della sezione Migranti e Rifugiati del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che da tempo auspica il superamento del modello detentivo a favore di misure non custodiali. Il sistematico ricorso alla detenzione amministrativa, infatti, appare non solo poco conciliabile con le fondamenta dello stato di diritto, ma risulta altresì in contrasto con quel principio cardine della Dottrina sociale della Chiesa secondo cui ogni limitazione della libertà personale “dovrebbe essere comminata unicamente in proporzione alla gravità del crimine e allo scopo di scoraggiare comportamenti lesivi dei diritti dell’uomo e delle regole fondamentali di una civile convivenza e [rimediare], tramite il sistema delle pene, al disordine creato dall’azione delittuosa” (CDSC, n. 402).
La privazione della libertà personale dovrebbe, pertanto, rappresentare un’eccezione nel sistema di governance delle migrazioni, l’extrema ratio cui ricorrere in circostanze peculiari e dopo un attento esame del caso concreto.
A difesa della dignità umana. Sempre
L’ascolto della realtà, in tutte le sue sfaccettature e la responsabilità di essere una voce profetica nella storia impongono alla Chiesa, e a tutte le sue articolazioni, di rinnovare il proprio impegno nella salvaguardia della dignità di ogni persona, con particolare attenzione ai più vulnerabili. Come ricorda la dichiarazione Dignitas infinita, è nel “dramma dei migranti” che si consuma una delle più gravi violazioni della dignità umana del nostro tempo.
Si tratta di uomini e donne la cui dignità è spesso negata nei Paesi di origine, dove povertà, conflitti e ingiustizie impediscono loro di condurre una vita degna. Lo stesso accade nei luoghi di transito, dove molti affrontano ulteriori privazioni e umiliazioni. Eppure, anche quando raggiungono la meta del loro progetto migratorio, questi uomini e queste donne “vengono considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro, e si dimentica che possiedono la stessa intrinseca dignità di qualunque persona […] Non si dirà mai che non sono umani, però in pratica, con le decisioni e il modo di trattarli, si manifesta che li si considera di minor valore, meno importanti, meno umani”. (Elia Tornesi, Migranti Press 2 2025)
25 Marzo 2025 - Il JRS Europa, la sezione europea del Servizio dei gesuiti per i rifugiati, ha pubblicato un documento per esortare i legislatori dell'Unione europea a modificare la proposta di Regolamento sulla gestione dei rimpatri per garantire soluzioni incentrate sull'uomo.
Nel comunicato si fa riferimento ad esempio alla necessità di:
Porre la dignità umana al centro delle procedure di rimpatrio.
Privilegiare misure meno coercitive rispetto alla detenzione.
Vietare la detenzione di famiglie, minori e persone vulnerabili.
Estendere a tre mesi il termine per i rimpatri volontari.
Abolire gli hub di rimpatrio al di fuori del territorio dell'UE.
24 Marzo 2025 - È stato inaugurato venerdì 21 marzo il 44° Festival di Cinema Africano e Oltre – Cinelà 2025 con il suo primo step: la sezione a tema “Viaggiatori & Migranti” che si colloca all’interno della XXI “Settimana d’azione contro il razzismo”, un appuntamento tradizionale dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
Chiude oggi la rassegna, alle ore 21, il lungometraggio Anywhere Anytime, con il debutto alla regia di Milad Tangshir, vincitore del Premio Luciano Sovena per la Miglior Produzione Indipendente. Un moderno Ladri di biciclette che racconta, nella Torino dei giorni nostri, il tentativo di sopravvivenza di un giovane immigrato clandestino a cui, dopo essere stato licenziato, verrà rubata la bicicletta per lui risorsa indispensabile. Ospiti della serata Fabrizio Creston (CISL) e Raffaello Fasoli (CGIL).
Il 21 marzo, il primo film ad aprire la sezione è stato Bye Bye Tibériade di Lina Soualem. Passato sugli schermi dei più importanti festival cinematografici dopo l’anteprima mondiale all’80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori, la pellicola porta lo spettatore in Palestina, attraverso i luoghi e i ricordi di quattro generazioni di donne. Ospite della serata è stato Giuseppe Acconcia, giornalista e ricercatore dell'Università degli Studi di Padova,
specializzato in Medio Oriente.
A seguire il secondo film sabato 22 marzo, La Tête Froide di Stéphane Marchetti, che dopo aver girato documentari su Gaza e sui rifugiati di Calais, si è dedicato alla fiction raccontando comunque un'altra storia di migrazione. Ambientato in esterno, sulle Alpi in inverno, il film corre sul filo del thriller, tratteggiando due storie di solitudini, sogni e speranze. Ad accompagnare il dibattito in sala alcuni rappresentanti dell’Associazione One Bridge To- impegnata all’assistenza ai migranti sui confini europei.
Il terzo appuntamento è stato dedicato a Non dirmi che hai paura di Yasemin Samdereli, che ha portato gli spettatori nella Mogadiscio della guerra civile per raccontare, attraverso la storia vera di Samia Yusuf Omar, che nel 2008 a 17 anni ha rappresentato la Somalia ai Giochi Olimpici di Pechino correndo senza velo, il coraggio di una giovane ragazza e la sfida a un regime violento e autoritario. In dialogo con il pubblico presente in sala è stato Padre Giuseppe Cavallini, giornalista e direttore della rivista
comboniana “Nigrizia”.
Prossimi appuntamenti:
dal 21 al 28 giugno "Africa Short".
dal 3 all’8 novembre "Educational Spazio Scuole".
dal 10 novembre al 13 dicembre "Educational in tour".
Il Festival di Cinema africano è sostenuto dalla Fondazione Migrantes, nell'ambito del progetto "La Città dai mille colori! Per una Verona accogliente e solidale".
24 Marzo 2025 - La Regione Campania, nei giorni 28 e 29 marzo, promuove e organizza a Napoli (presso il complesso monumentale di Santa Maria la Nova), un convegno su "Immigrazione e diritti. Percorsi di inclusione per una nuova cittadinanza".
All'evento, che vedrà la partecipazione di esponenti delle istituzioni e della società civile, è previsto anche l'intervento del presidente della CEMi e della Fondazione Migrantes, S.E. mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, che dalle ore 18.30 di venerdì 28 dialogherà con Gianluca Rocco, (Organizzazione internazionale delle migrazioni, OIM) e Giovanni Mininni (segretario generale FLAI CGIL). Modera il dialogo Enzo d'Errico (direttore del Corriere del Mezzogiorno).
21 Marzo 2025 - “Immigrazione, formazione e accoglienza. Il lavoro come strumento di integrazione”. Il giorno 26 marzo 2025 a partire dalle ore 10:30, in Via della Pisana, 1301 presso la Sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio, la Fondazione Migrantes interverrà in un convegno organizzato da Co.N.A.P.I. Nazionale e Confintesa. Si approfondirà il ruolo strategico del capitale umano proveniente da Paesi Terzi e il contributo delle organizzazioni datoriali e sindacali nel promuovere un’integrazione lavorativa efficace e inclusiva.
Dopo i saluti di Massimo Visconti (presidente CONFINTESA), Antonello Aurigemma (presidente del Consiglio Regionale del Lazio), Basilio Minichiello (presidente Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale), Francesco Prudenzano (Segretario Generale CONFINTESA) e mons. Pierpaolo Felicolo (direttore generale Fondazione Migrantes), interverranno:
PRIMA SESSIONE: Immigrazione e lavoro.
Antonio Zizza (direttore Centro Studi e Ricerche della Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale).
Presentazione risultati ricerca “Integrazione e Formazione dei Lavoratori Immigrati”.
Simone Varisco (ricercatore e curatore del Rapporto Immigrazione per la Fondazione Migrantes).
Un quadro dell’immigrazione in Italia.
Andrea De Bonis (Senior Integration Associate UNHCR).
Inclusione lavorativa dei rifugiati in Italia: il programma “Welcome. Working for refugee integration” di UNHCR.
Cinzia Capone (avvocato specialista in Diritto di famiglia e Diritti dei consumatori).
Il ricongiungimento familiare: profili giuridici e impatti sul diritto del lavoro.
Eraldo Salvatori (Ceo e founder Deleganoi).
Formazione continua: la chiave per lo sviluppo personale degli immigrati e la crescita aziendale.
Alessandra Frusciante (dirigente sindacale CONFINTESA).
Il ruolo del sindacato nell’integrazione e nelle tutele dei lavori immigrati.
Paolo Contini (docente di Sociologia generale, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”).
Validazione e certificazione delle competenze.
Mirella Giovino (avvocato giuslavorista e responsabile area Lavoro della Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale).
Inquadramento del personale immigrato nella Contrattazione Collettiva Nazionale.
SECONDA SESSIONE: I Fondi interprofessionali e le prospettive di FORMAINTESA.
Pasquale Bacco (medico legale, giornalista scientifico e presidente di FORMAINTESA).
La novità di FORMAINTESA e presentazione dei componenti degli organi sociali.
Basilio Minichiello (presidente Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori - Co.N.A.P.I. Nazionale).
Il ruolo del sindacato datoriale e Fondo interprofessionale.
Francesco Prudenzano (segretario generale CONFINTESA).
Il ruolo del sindacato dei lavorati e Fondo interprofessionale.
Giovanni Galvan (esperto in Politiche attive del lavoro e Fondi interprofessionali).
Formazione finanziata e funzionalità dei Fondi interprofessionali.
Modera gli interventi la giornalista Ertilia Giordano.
Si segnala che la registrazione è obbligatoria
e dovrà essere effettuata entro domenica 23 marzo 2025 al seguente link:
🔗 https://forms.gle/iNSVTaW8Wt2ydmKx5
21 Marzo 2025 - Anche la città di Salerno ospita una doppia presentazione del Report "Il Diritto d’Asilo 2024". Un'occasione per approfondire il tema delle migrazioni e delle difficoltà di accesso alla protezione internazionale.
Il primo appuntamento è per venerdì 28 marzo alle ore 10.30 presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università di Salerno (aula 2). Dopo i saluti istituzionali del prof. Antonio Tucci (vicedirettore, DSG UNISA), del prof. Giuseppe D’Angelo (presidente del Consiglio didattico, DSG UNISA) e di don Antonio Romano (vicario episcopale per la carità, lo sviluppo sostenibile e la giustizia sociale, arcidiocesi Salerno-Campagna-Acerno), l'introduzione della prof.ssa Teresa Russo (associato in Diritto dell’Unione europea, DSG UNISA, titolare della Cattedra Jean Monnet EUVALWEB), ci sarà l'intervento della dott.ssa Mariacristina Molfetta (antropologa culturale della Fondazione Migrantes e curatrice del Report), seguito dalle testimonianze degli studenti UNISA, presentate dal dott. Antonio Bonifacio (coordinatore della Consulta dei popoli di Salerno).
Il secondo appuntamento, con la relazione di Mariacristina Molfetta, è previsto alle ore 18, presso Palazzo Genovese (Largo Sedile del Campo, Salerno), in un evento promosso dall'Ufficio Migrantes Salerno, Arci Salerno, ACLI Salerno APS, patrocinato dal Comune di Salerno, con il supporto della Fondazione Migrantes.
19 Marzo 2025 - Il Comites Austria ha organizzato la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM), martedì 25 marzo 2025 alle 18:30 presso l’Ambasciata d’Italia a Vienna (Palazzo Metternich, Rennweg 27, 1030). Si tratta della prima volta che la pubblicazione annuale della Fondazione Migrantes, che analizza dati e tendenze delle comunità italiane nel mondo, viene presentata in Austria.
Interverrà la dott.ssa Delfina Licata, curatrice del Rapporto e sociologa delle migrazioni, che guiderà una esplorazione dei dati più recenti e di quelli relativi al contesto specifico della comunità italiana in Austria.
L’edizione 2024 è dedicata al tema della cittadinanza, con contributi da 25 Paesi che raccontano cosa significhi essere (o non essere) cittadini italiani all’estero e le sfide legate all’acquisizione della cittadinanza nel Paese di residenza.
Il Comites Austria ha contribuito a questa edizione evidenziando la crescita e l’evoluzione della comunità italiana nel Paese, con particolare attenzione alle difficoltà legate alla doppia o multipla cittadinanza in Austria.
19 Marzo 2025 - "La tutela, la difesa e l’impegno per la creazione di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, costituisce uno dei segni tangibili di speranza per i nostri fratelli, come papa Francesco ci ha indicato nella Bolla di indizione dell’Anno giubilare (cf. Francesco, Spes non confundit, 12)".
La Conferenza episcopale italiana ha reso noto il Messaggio dei Vescovi italiani per la Festa dei Lavoratori (1° maggio 2025) dal titolo: “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza”.
Dopo aver evidenziato criticità ed elementi di speranza, e sottolineato che "la «mano invisibile» del mercato non è sufficiente a risolvere i gravi problemi oggi sul tappeto", i vescovi offrono una riflessione sui meccanismi che insistono sulla qualità e la dignità del lavoro e delle persone che lavorano: "L’economia e le leggi di mercato non devono passare sopra le nostre teste lasciandoci impotenti. Il mercato siamo noi: sia quando siamo imprenditori e lavoratori, sia quando promuoviamo e viviamo un consumo critico".
Infine, un passaggio che riguarda anche chi, arrivato dall'estero, lavora o vorrebbe lavorare nel nostro Paese: "Un effetto strutturale e fondamentale lo sta esercitando la grave crisi demografica, per la quale vedremo nei prossimi anni uscire dal mercato del lavoro la generazione più consistente, sostituita progressivamente da un numero sempre più ridotto di giovani. Allo stesso tempo, accade qualcosa di paradossale, ossia lo sfruttamento di fratelli immigrati, dimenticando che la loro presenza può costituire un motivo di speranza per la nostra economia, ma solo se verranno integrati secondo parametri di giustizia".
19 Marzo 2025 - Risultano essere 10 i superstiti, tra cui quattro donne, tratti in salvo dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza e condotti all’hotspot di Lampedusa, dopo il naufragio avvenuto la scorsa notte al largo dell’isolotto di Lampione. Un gommone partito da Sfax, in Tunisia, con 56 persone a bordo, è affondato. Si contano purtroppo sei morti e circa 40 dispersi.
“Siamo qui di nuovo a piangere dei morti e a commentare un’altra tragedia che appare evitabile, una tragedia che colpisce persone che cercano soltanto un futuro dignitoso per sé e per la propria famiglia. Sono persone che incontriamo tutti i giorni nelle nostre comunità e che accompagniamo in tanti modi, proprio a partire dalla infaticabile generosità del popolo lampedusano”. Queste le parole di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes a commento dei fatti della scorsa notte.
“Proprio in questo momento del mondo siamo tutti chiamati a un surplus di sensibilità ai bisogni elementari di chi cerca accoglienza, un surplus di generosità gratuita”, continua il direttore generale della Fondazione Migrantes. “Sarebbe auspicabile che l’Unione europea, con la sua storia e le sue radici di diritto, invece di preoccuparsi di regolamentare, ad esempio, la gestione dei rimpatri, proponesse e finanziasse subito norme volte a investire in massima parte sul rafforzamento delle forme legali di ingresso. Solo le forme legali di ingresso sono l’unica vera forma di prevenzione che possa impedire il ripetersi di simili tragedie”.
19 Marzo 2025 - Nei giorni 10 e 11 maggio prossimi avrà luogo il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare. Le bande musicali, i circensi, fieranti, lunaparchisti, artisti di strada, burattinai e marionettisti, musica meccanica, gruppi folklorici, madonnari sono dunque invitati a Roma per due giorni di pellegrinaggio, spiritualità e festa, all’insegna della gioia e della speranza.
Nella giornata di sabato, per chi vorrà, cammineremo insieme in pellegrinaggio da Piazza Pia in Roma per attraversare la Porta Santa di San Pietro. La giornata proseguirà poi con momenti di festa e spettacoli in Piazza, per i quali seguiranno informazioni appena possibile.
La mattina di domenica, alle ore 10.30, ci sarà la messa con il Santo Padre in Piazza San Pietro.
Per chi desiderasse partecipare all’evento, è necessaria l’iscrizione online all’evento (entro il 9 aprile), dopo aver effettuato la registrazione sul portale del Giubileo 2025.
Il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale suggerisce di effettuare l’iscrizione in gruppi, più semplice e veloce, sia per l’organizzazione del pellegrinaggio alla Porta Santa che per gli altri appuntamenti.
Si invitano dunque le diocesi con i loro gruppi e comunità, nonché le organizzazioni e associazioni di categoria, a supportare e se possibile coordinare la creazione dei gruppi di pellegrini.
18 Marzo 2025 - Ha celebrato sessant’anni di storia la Missione cattolica italiana di Mainz, in Germania. Alla sua fondazione, in questo territorio vivevano circa 5.000 persone di origine italiana. Agli inizi – spiega il responsabile, il salesiano don Marek Chmielewski – la Missione italiana era “una patria, una casa, una chiesa, una scuola e un oratorio. Arrivati nella capitale della Renania, gli emigranti trovavano qui uno spazio in cui respirare l’atmosfera della loro patria. Qui era possibile parlare non solo l’italiano, ma anche il dialetto locale”.
Tra gli italiani illustri che hanno vissuto nel territorio della Missione cattolica italiana – molto prima della sua fondazione – don Romano Guardini che fu portato dai genitori nel 1886, quando aveva un’anno. Il padre fu nominato console italiano. Romano Guardini studiò nel Seminario vescovile di Magonza, fu ordinato prete della diocesi di Magonza; fu anche brevemente vice-curato, nel 1916, nella parrocchia di St. Emmeran, attualmente sede della Missione cattolica italiana. A lui è dedicata una piazza della città. [continua]