Primo Piano
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Allarmi e soccorsi: 60 persone in acqua senza aiuti
Milano - «Sono tutte in acqua». L’allarme drammatico arriva nel pomeriggio, dopo ore di richieste di aiuto. Le 70 persone per le quali Alarm Phone aveva lanciato una richiesta di soccorso, indicando che una imbarcazione era in pericolo al largo della Libia ma in acque internazionali sono finite in mare. «Le persone ci hanno chiamato di nuovo! Nonostante la cosiddetta Guardia Costiera libica avesse detto che sarebbe intervenuta – afferma ancora Alarm Phone – non c’è nessun soccorso! L’Europa resta solo a guardare!».
Sono ancora vivi invece i 18 migranti a bordo di una imbarcazione segnalata mercoledì in pericolo al largo di Bengasi, in Libia. «Siamo riusciti a parlare brevemente con le persone in navigazione. Siamo sollevati che siano sopravvissuti alla notte. Sono 18 persone. Abbiamo aggiornato le autorità, ma ancora nessun soccorso in vista». Le notizie che arrivano dal mare sono drammatiche. Segnalazioni, richieste di aiuti e silenzi: va avanti così la difficile operazione di soccorso messa in atto da navi Ong e associazioni impegnate a mettere in sicurezza i migranti che tentano di raggiungere l’Europa.
Ancora sbarchi intanto anche a Roccella Ionica e a Lampedusa. Nel porto calabrese, poco dopo l’alba, sono arrivati 87 migranti in prevalenza afgani, iraniani ed egiziani. Tra loro anche 6 donne e 2 bambini di cui uno con appena 4 mesi di vita. I profughi si trovavano a bordo di una imbarcazione a vela di 12 metri localizzata ad alcune miglia di distanza dalla costa, all’altezza di Capo Bruzzano.
Sono in tutto 164 invece le persone approdate sull’isola di Lampedusa nelle ultime 24 ore. Dopo un primo blocco di 108 approdato durante la notte, il secondo sbarco autonomo è avvenuto nel pomeriggio. In cinquantasei sono riusciti a raggiungere direttamente le coste. Ora nell’hotspot di contrada Imbriacola ci sono in tutto 428 persone. Poco meno di quelle che si trovano invece a bordo della nave Ong Geo Barents di Medici senza frontiere dopo l’ultimo salvataggio di ieri. Sono in tutto 470 i migranti soccorsi negli ultimi tre giorni nel Mediterraneo centrale. «I soccorsi di ieri sera nella Sar maltese – spiega la Ong – hanno messo in luce ancora una volta l’inerzia delle autorità maltesi nei confronti dei loro obblighi di fornire assistenza alle imbarcazioni in pericolo». (D. Fas. - Avvenire)
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- “A causa della mole di lavoro immensa che ho dovuto sostenere nel lockdown, ero arrivata al limite dell’ esaurimento nervoso. La psicologa mi ha aiutato a mettere dei limiti a questo e impostare delle regole per evitare il burnout.” (F, Lussemburgo);
- “Ai tempi del liceo per problemi di ” (F, Cuba);
- “Avevo 18 anni, non ne sentivo il bisogno, i miei genitori mi hanno obbligato ed è stata ” (F, Emirati Arabi Uniti);
- “Colloqui di sostegno soprattutto relativi alla mia decisione di separarmi.” (F, Stati Uniti);
- “Dolorosa ma ha risolto i miei ” (F, Israele);
- “Dopo un evento personale traumatico i miei cari mi hanno consigliato di chiedere supporto psico Sono stata 9 mesi in psicoterapia e mi è servito moltissimo per affrontare il dolore e ricostruire il mio equilibrio, ma anche crescere personalmente.” (F, Regno Unito);
- “Dopo una relazione abusiva, ho fatto un percorso di terapia per ritrovare ” (F, Belgio);
- “Durante gli anni universitari ho fatto un percorso di psicoterapia per imparare a gestire l'ansia e lo stress da competizione.” (M, Svizzera);
- “È in corso da un anno. Mi dà tranquillità, mi allevia il senso di vuoto e mancanza di significato nelle cose. Mi conforta.” (M, Canada);
- “È via zoom col fuso italiano, e questo alle volte diventa un problema per farlo conciliare con gli orari giapponesi.” (F, Giappone);
- “Mi dà la forza e la carica per migliorare e sentirmi appieno con me stessa. Ci vuole tanta pazienza e voglia di ‘amarsi’” (F, Stati Uniti);
- “Era un periodo della mia vita dove mi sentivo persa. Ho finalmente deciso di cercare aiuto, e mi ha portato a scoprire molte cose di me di cui non avevo idea, tipo blocchi psicologici dovuti al mio passato. È stato un percorso di scoperta ed un lavoro su me stessa abbastanza faticoso, che è ancora in divenire.” (F, Stati Uniti);
- “Era uno spazio in cui poter esprimermi liberamente su ciò che provavo e che mi ha permesso di comprendere meglio il mio funzionamento e le mie difficoltà.” (F, Svizzera);
- “Erano anni che pensavo di volerlo fare ma non ho mai avuto soldi a sufficienza per pagarlo, l'ho fatto non appena ho potuto.” (F, Spagna);
- “Ero appena diventata mamma e avevo appena traslocato in Germania, mi sentivo impaurita e impotente.” (F, Germania);
- “Ero ragazzina e dovevo accettare la perdita di mia madre. Il mio psicoterapeuta mi aiutò a prenderne coscienza.” (F, Stati Uniti);
- “Esperienze positive e negative, alti e bassi, ho trovato aiuto ma spesso anche sensazione di perdere tempo, non arrivare mai al punto.” (F, Belgio);
- “Facevo un lavoro molto stancante emotivamente (call center) e la compagnia per cui lavoravo offriva la possibilità di essere seguiti da uno psicologo per un breve periodo di tempo. Feci tre sedute (il massimo) e poi dovetti smettere. Non me lo potevo permettere. Mi è piaciuto molto però, mi sentivo molto meglio dopo le sedute.” (F, Regno Unito);
- “Funzionale a ripristinare una situazione stabile dopo una serie di crisi di panico.” (M, Singapore). - (Anna Pisterzi - Presidente di Transiti Psicologia d'Espatrio Coop Soc.)