Primo Piano

Corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” 2025

2 Febbraio 2025 - Il tradizionale Corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” organizzato dalla Fondazione Migrantes quest’anno si svolgerà dal 7 all’11 luglio 2025 a Roma presso “Villa Aurelia” (Via Leone XXII, 459). Qui le note organizzative.
A chi è rivolto?
Il Corso è rivolto ai direttori Migrantes regionali e diocesani e loro collaboratori; cappellani etnici che svolgono il ministero nelle diocesi italiane; missionari per gli italiani all’estero; operatori pastorali dello Spettacolo viaggiante e dei rom, sinti e camminanti. Adesioni entro e non oltre il 31 maggio 2025.
Informazioni e adesioni
segreteria@migrantes.it

Una settimana di mobilitazione, preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani

1 Febbraio 2025 - Dal 2 febbraio prende il via una ricca settimana di iniziative - formazione, preghiera e riflessione - verso la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra ogni anno l’8 febbraio. In quel giorno la Chiesa ricorda santa Bakhita, donna e suora sudanese vittima di tratta e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro questo fenomeno. “Ambasciatori di speranza. Insieme contro la tratta di persone”: questo il tema scelto per l’11ª edizione dell’appuntamento, istituito nel 2015 da Papa Francesco, che ne ha affidato la promozione all’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) e all’Unione dei superiori generali (Usg) e il coordinamento a Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta che conta più di 6mila suore, amici e partner in tutto il mondo. In continuità con il Giubileo della speranza in corso, dunque, le iniziative a Roma prenderanno il via domenica 2 febbraio, con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro insieme a Francesco. In particolare, la Fondazione Migrantes segnala l’appuntamento di martedì 4 alle 17.30, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, con una veglia ecumenica di preghiera in inglese e italiano. Gli organizzatori invitano tutti a dedicare un post sui social e condividerlo il 7 e l’8 febbraio usando gli hashtag ufficiali #PrayAgainstTrafficking, #iubilaeum2025.
La tratta è un fenomeno che, secondo i dati delle Nazioni Unite, colpisce a livello globale 50 milioni di persone. A soffrirne maggiormente le conseguenze, donne, bambini, migranti e rifugiati. Una vittima su tre è un bambino, mentre il 79% delle vittime dello sfruttamento sessuale a livello globale è costituito da donne e ragazze. Le persone costrette alla migrazione forzata sono circa 120 milioni. Guerre, conflitti, violenze, povertà e catastrofi ambientali li portano ad abbandonare le proprie case, rendendoli particolarmente vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento, per la pericolosità delle rotte e perché spesso si fa ricorso a trafficanti o al mercato nero per spostarsi da un Paese all’altro. A questo si aggiunge anche lo sfruttamento online: un’altra forma di tratta, rimarcano gli organizzatori della Giornata.

(fonte: Romasette.it)

A Mestre, la “Casa di Amadou” ospita il Report sul diritto d’asilo

31 Gennaio 2025 - Anche quest’anno, la Casa di Amadou ospita a Mestre - sabato 1° febbraio, presso il Museo del '900 in Via Pasoli 11, a partire dalle ore 10.30 - la presentazione dell'ultima edizione del Report "Il Diritto d'Asilo" (Tau editrice), realizzato dalla Fondazione Migrantes.
Presenteranno il Report:
  • Cristina Molfetta, co-curatrice del Report.
  • Sarà Petenà, operatrice socio-legale dell’associazione "Casa di Amadou".
A seguire, ampio spazio al pubblico per le domande e per riflettere sui numerosi cambi sia a livello europeo che nazionale che nel 2024 si sono attuati ma che si dispiegheranno con più evidenza nel 2025 e nel 2026.
 

Albania, Tavolo Asilo e Immigrazione: tutte negative le richieste d’asilo, senza tutele legali

30 Gennaio 2025 - Al terzo giorno di monitoraggio dei centri italo-albanesi la delegazione del Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) è ancora presente con i parlamentari del gruppo di contatto. Come prevedibile - denuncia il Tavolo in un comunicato - "gli esiti delle richieste d’asilo delle 43 persone trasportate presso il centro di Gjader in Albania sono state tutte negative perché ritenute 'manifestamente infondate'. Solo una persona non ha ricevuto il diniego, e sarà ascoltata in procedura ordinaria, poiché è stata riscontrata una vulnerabilità medica". La TAI già ieri aveva denunciate "gravi criticità procedurali". In particolare, i richiedenti asilo non hanno avuto concretamente né il tempo né la possibilità di nominare un/una avvocato/a per assisterli già nella fase dell’audizione davanti alla Commissione territoriale, né sono stati adeguatamente informati, in maniera indipendente, sul significato delle procedure di riconoscimento della protezione internazionale. "Siamo di fronte ad una procedura di fatto illegittima per l’assenza delle tutele previste dalla normativa in vigore". Adesso le persone avranno 7 giorni per rivolgersi al Tribunale e cercare giustizia, se i giudici della Corte d’appello di Roma convalideranno il fermo e quindi la procedura accelerata. Ma, ribadisce il TAI, "come faranno a nominare un/una avvocato/a di fiducia per fare il ricorso, visto che sono confinati fuori dall’Italia?".

Migranti: terza missione in Albania del Tavolo Asilo e Immigrazione e del Gruppo di Contatto Parlamentare

28 Gennaio 2025 - Prende il via in queste ore in Albania la terza missione del Tavolo Asilo e Immigrazione, la principale rete della società civile impegnata nella promozione e difesa dei diritti delle persone migranti, realizzata in collaborazione con il Gruppo di Contatto Parlamentare sull’immigrazione. In occasione del terzo trasferimento operato dal governo, il TAI sarà nuovamente in Albania per monitorare le procedure e le condizioni di accoglienza delle 49 persone migranti in arrivo a bordo della nave Cassiopea della Marina Militare. Nel corso dei due precedenti trasferimenti operati a ottobre e novembre scorsi il TAI aveva già denunciato le numerose violazioni del diritto internazionale e di quello nazionale, nonché dei diritti fondamentali delle persone che il governo italiano trasferisce forzosamente dal Mediterraneo centrale fino all'Albania: le organizzazioni del TAI hanno deciso oggi di tornare nei centri di Shëngjin e Gjadër  per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento. Il Governo sta nuovamente sperimentando il modello albanese con fini puramente propagandistici da un lato, e innalzando lo scontro con la magistratura dall’altro, senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea per proseguire le operazioni. Le organizzazioni del TAI denunciano inoltre l’assenza a bordo della nave della Marina di OIM, designato dal governo come la realtà preposta ad effettuare le procedure di screening. È fondamentale capire come e da chi sia stata realizzata la valutazione delle vulnerabilità, elemento intorno a cui sono emerse gravi criticità già nei primi due trasferimenti effettuati a fine 2024. È inoltre necessario garantire la tutela giuridica delle persone trasferite, che non è stata prontamente assicurata nei precedenti arrivi in Albania. Chiediamo al Governo chiarimenti su come le persone possano parlare con un avvocato di loro fiducia, sia in fase di preparazione che di audizione con la Commissione e poi anche in fase di eventuale convalida del trattenimento. Il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia. Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente. Per questo, come nei due precedenti casi, metteremo in campo ogni sforzo necessario per opporci a questa prova di forza ingiustificata e inaccettabile, per fare in modo che non vengano più trasferite persone in Albania e che i centri di trattenimento vengano definitivamente chiusi.
Per il Tavolo Asilo e Immigrazione: A Buon Diritto, ACLI, ActionAid Italia, Amnesty International Italia, ARCI, ASCS, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CIR, Commissione Migrantes e GPIC Missionari Comboniani provincia italiana, CNCA, CoNNGI, Europasilo, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Intersos, IRC Italia, Italiani Senza Cittadinanza, Medici del Mondo, Oxfam Italia, ReCoSol, RED Nova, Refugees Welcome Italia, Senza Confine, SIMM, UIL, UNIRE.

Giornata della memoria, “Sterminate la piaga gitana”: un libro per ricordare il Porajmos

27 Gennaio 2025 - "Quando il 27 gennaio 1945 Auschwitz-Birkenau fu liberato dai soldati dell'Armata Rossa, nello Zigeunerlager - dove migliaia di rom e sinti erano stati assassinati dalla fame, dalle malattie e fatti entrare con violenza nelle docce dove con lo ZiklonB, il gas in cristalli che li avvelenava in massa - di rom e sinti ne sopravvivevano solo 4. Nella notte tra il 2 e il 3 agosto del 1944 erano state, infatti, gasate circa 3.000 persone, tutte quelle che erano rimaste: donne, uomini e bambini". Il 27 gennaio si celebra a livello internazionale la Giornata della Memoria, in ricordo delle vittime dell’Olocausto. È doloroso, ma necessario, ricordare che all’interno dei campi di sterminio, ad andare incontro alla morte furono anche oltre mezzo milione di Rom e sinti. Uomini e donne la cui memoria necessita di essere perpetrata di generazione in generazione. Carla Osella, sociologa e pedagogista, nel suo libro Sterminate la piaga gitana, pubblicato all’interno della collana “Testimonianze ed esperienze delle migrazioni” (Tau Editrice) promossa dalla Fondazione Migrantes, ci ricorda quanto sia fondamentale la conoscenza del passato. L'intolleranza e le discriminazioni che ancora oggi permeano il nostro tessuto sociale nei confronti delle comunità rom e sinti riflettono, almeno in parte, l'ignoranza della loro storia. Le storie raccontate in questo libro sono una rappresentazione romanzata di vite reali vissute da donne e uomini sinti e rom, che l’Autrice ha conosciuto personalmente, durante l’epoca del genocidio - Porajmos (in lingua rom  vuol dire “grande divoramento” o “devastazione”) o Samudaripen (in lingua sinta) - e dei lager nazisti. La loro storia di morte non ha avuto grande risonanza. "La storia ci dice - come ricordò papa Francesco a Blaj, il 2 giugno 2019, durante il suo viaggio apostolico in Romani - che anche i cristiani, anche i cattolici non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo". "Sterminate la piaga gitana"

Inps e Fondazione Migrantes, pensioni da e per l’estero: l’Italia delle migrazioni plurime è una realtà

23 Gennaio 2025 - A Roma, il convegno di Inps e Fondazione Migrantes: “@Migrazione da fenomeno sociale a fattore identitario”. I dati previdenziali ci dicono come sta cambiando il nostro Paese. Serve un patto intergenerazionale. L’Inps nel 2023 ha pagato all’estero complessivamente oltre 310.000 pensioni, per un importo di circa 1,6 miliardi di euro, verso 160 Paesi. Si trova nelle parole di apertura del presidente dell’Inps, l’avvocato Gabriele Fava, il cuore del convegno, organizzato dall’Istituto nazionale della Previdenza sociale insieme alla Fondazione Migrantes, dal titolo “@Migrazione da fenomeno sociale a fattore identitario”, che si è svolto oggi, a Roma, presso Palazzo Wedekind. Fava, ha sottolineato come il tema dell’emigrazione “non possa e non debba essere analizzato solo mediante statistiche e dati numerici, perché dietro ci sono scelte personali. L’obiettivo prioritario, per l’Inps, è di consentire al lavoratore migrante di affrontare con serenità il trasferimento e l’inizio di una nuova attività lavorativa, tutela fondamentale per rendere effettivo il diritto alla libera circolazione dei lavoratori”. Sull’immigrazione, il presidente Fava ha aggiunto che “è possibile ed auspicabile un'integrazione qualificata. Quindi, laddove oggi registriamo una richiesta o un fabbisogno del tessuto produttivo, se manca manodopera qualificata, la andiamo a intercettare e a integrare nel tessuto produttivo, in modo chiaro e regolare”. A chi stiamo pagando le pensioni? Ci sono i pensionati Inps che decidono di emigrare all’estero. Ve ne sono due tipologie: i pensionati italiani di cui si è molto parlato (sempre più specialisti, e sempre più donne, ma il cui trend rispetto al 2019 è oggi negativo: -24%); e i pensionati stranieri, che fanno rientro nei Paesi di origine, che rispetto al 2019 segnano un incremento del 25%. E poi ci sono gli italiani che hanno deciso di restare da pensionati nei paesi che li hanno ospitati come lavoratori. Chi emigra oggi? E chi rientra? Come emerge dall’ultimo “Rapporto Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, l’unica Italia giovane, dinamica e in crescita, è quella che mette radici fuori dei confini nazionali. Dal 2006 a oggi la crescita della presenza italiana all’estero è raddoppiata. Il 45% della emigrazione “per espatrio” vede protagonisti giovani e giovani adulti tra i 18 e i 34 anni e il 23% di adulti dai 35 ai 49 anni. Dal 2006 la presenza all’estero delle donne italiane, in particolare, è più che raddoppiata (+106%). Ma il numero dei rientri non riequilibra le uscite. Tra coloro che sono rientrati, da più o meno tempo, e che continuano a rientrare, ci sono anche i pensionati grazie ai quali l’Italia riceve una sorta di “rimborso postumo” dai Paesi in cui questi suoi cittadini sono andati a vivere e lavorare per anni. La Svizzera, ad esempio, paga in Italia circa 2 miliardi di euro all’anno che corrispondono a circa 300 mila pensioni, un numero quasi uguale a quello del totale delle pensioni attualmente pagate dall’Italia in 160 paesi del mondo. La nuova Italia già esiste, ma chiede un patto intergenerazionale. Per la Fondazione Migrantes, i dati previdenziali dell’Inps confermano due evidenze emerse già dal proprio lavoro di ricerca e accompagnamento pastorale: che le migrazioni non sono perdita, ma guadagno a vari livelli; e che emerge la necessità di un “patto con i giovani” per una nuova Italia in cui ci sia più attenzione per le fragilità sistemiche e maggior impegno al loro superamento per poter scegliere e non essere costretti a emigrare.

 ➡ La sintesi degli interventi della giornata.

Il cordoglio della Fondazione Migrantes per la scomparsa di Antonella Mattei

23 Gennaio 2025 - La Fondazione Migrantes si unisce al dolore della mamma e della famiglia scalabriniana per la scomparsa di Antonella Mattei. “Una grande perdita per la comunità delle Scalabriniane e per i migranti”. Così al Sir le suore scalabriniane ricordano Antonella, 47 anni, laica scalabriniana, scomparsa oggi al Policlinico Agostino Gemelli di Roma dopo una malattia che non le ha dato scampo. Antonella “amava il mondo dei migranti ed è stata – spiegano le religiose – una delle grandi animatrici e protagoniste delle feste dei popoli della diocesi di Roma, oltre che protagonista di tanti momenti musicali con e per i migranti e con e per i giovani”. Domani 24 gennaio alle ore 14.30, presso la Parrocchia del Santissimo Redentore a Val Melaina, le esequie di Antonella (Antonia) Mattei. La parrocchia si trova in Via del Gran Paradiso, 27, Roma, fermata della metro B1- Ionio. [caption id="attachment_53101" align="aligncenter" width="692"]Antonella Mattei Antonella Mattei (foto: Stefano Romano)[/caption]

La Fisc (190 giornali) rinnova il suo sito web

22 Gennaio 2025 - Il sito della Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) si rinnova. Venerdì 24 gennaio 2025, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e giorno della celebrazione del Giubileo della Comunicazione, ci sarà il primo clic che porterà i soci della Federazione a un sito completamente rinnovato, progettato per rispondere alle sempre nuove esigenze di fruibilità e accessibilità. Il nuovo sito è stato realizzato grazie al progetto WebDiocesi, iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana per la comunicazione web delle Diocesi italiane. Il restyling del sito Fisc rappresenta un importante passo avanti nell’impegno della Federazione a comunicare con efficacia e prossimità sul territorio. La Federazione, che raccoglie 190 testate giornalistiche, si conferma il primo gruppo di giornali locali, certificato a livello nazionale. Una realtà unica nel panorama dell'informazione italiana. Fondata nel 1966, la Fisc continua a essere una voce autorevole e, grazie ai giornali associati, radicata nelle comunità, portando avanti una missione che unisce tradizione e innovazione. Da oltre un secolo, i nostri giornali raccontano la vita delle persone, delle parrocchie e delle Diocesi con passione e professionalità, diventando un punto di riferimento per le comunità locali. Questo restyling vuole essere un segno di continuità e di slancio verso il futuro, per essere sempre più al servizio della verità e della cultura del dialogo. Con il nuovo sito, la Fisc si propone non solo di essere uno strumento informativo aggiornato e accessibile, ma anche di rafforzare il legame con tutti, contribuendo a diffondere la Buona Notizia attraverso un’informazione autentica e vicina alle persone.

(fonte: Fisc.it)

Sito FISC  

A Torino, per parlare di “popoli in cammino senza diritto d’asilo”

21 Gennaio 2025 - Venerdì 24 gennaio alle ore 10, presso il Salone della Pastorale Migranti della diocesi di Torino, in via Cottolengo 22,  sarà presentato il Report 2024: “Il diritto di asilo. Popoli in cammino … senza diritto di asilo” (Tau Editrice), elaborato dalla Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei. Il Report raccoglie i dati e le norme aggiornate, ma anche le storie di chi è costretto a lasciare la propria terra e il valore dell’accoglienza. La riunione sarà introdotta da mons. Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare di Torino, e i contenuti del rapporto saranno illustrati da Cristina Molfetta (Fondazione Migrantes), tra le curatrici del volume, antropologa culturale impegnata da tempo nella Cooperazione Internazionale. In video interverrà Anna Carfora, teologa e docente di Storia della Chiesa alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che presenterà il suo contributo al rapporto, riguardante la cosiddetta "Teologia del Mediterraneo". Sono stati invitati i rappresentanti delle Istituzioni e delle Organizzazioni operanti nel settore. Al momento hanno assicurato la loro presenza Abdullahi Ahmed, consigliere comunale di Torino, fondatore dell’associazione culturale  GenerAzione Ponte e ideatore del «Festival dell’Europa Solidale e del Mediterraneo» di Ventotene, e Uberto Moreggia, dirigente  del Servizio Stranieri e Promozione della Coesione Sociale del Comune di Torino. Per iscrizioni bit.ly/reportasilo24 e per informazioni segreteria@upmtorino.it

(fonte: Ufficio pastorale migranti dell'Arcidiocesi di Torino)

La cover de "Il Diritto d'Asilo - Report 2024" della Fondazione Migrantes

Card. Zuppi: “È evidente la necessità di non indebolire la cultura dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati”

20 Gennaio 2025 - Nella sua Introduzione ai lavori del Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 20-22 gennaio 2025), il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, ha toccato anche il tema dell'immigrazione: "Nonostante la riduzione degli sbarchi (secondo i dati recenti, nel 2024 sono sbarcati sulle coste italiane 66.317 migranti, il 58% in meno rispetto ai 157.651 arrivati nel 2023), rimane elevato il numero di vittime di naufragio (circa 1.700 morti in mare, 1 ogni 40 arrivi, superiore ai morti nella rotta del Mediterraneo occidentale che è di 1 ogni 36). È evidente la necessità di non indebolire la cultura dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, offrendo regole di diritti e doveri sicuri, flussi e canali che permettano l’ingresso dei necessari lavoratori, che non sono mai solo braccia, ma persone che richiedono politiche lungimiranti di integrazione". "L’esperienza dei corridoi umanitari e lavorativi - ha aggiunto il presidente della Cei - è da valorizzare perché garantisce dignità e sicurezza a chi fugge da situazioni drammatiche. Le Diocesi italiane, con il loro impegno, sono un faro di accoglienza per oltre 146.000 persone di origine straniera. Accanto ai corridoi umanitari, lavorativi e universitari sono un esempio concreto di come sia possibile conciliare il diritto a migrare con l’integrazione e lo sviluppo locale. Negli ultimi anni, tra le molteplici esperienze di accoglienza, si è sviluppato un nuovo approccio che tiene insieme la richiesta di sicurezza, il desiderio di solidarietà e l’esigenza di andare incontro ai bisogni delle persone migranti. Insomma: liberi di partire, liberi di restare e liberi di tornare, uscendo finalmente da una logica esclusivamente di sicurezza, questione evidentemente decisiva, per rafforzare la cooperazione, in particolare con l’Africa. Guardare al futuro con speranza non significa, allora, ignorare le difficoltà del presente, ma riconoscere i fili d’erba nelle crepe, il bene che può emergere anche nelle situazioni più difficili". [caption id="attachment_52960" align="aligncenter" width="834"]card. Matteo Zuppi (foto: Christian Gennari/Siciliani)[/caption]

Cinema: “Cutro Calabria Italia” in contemporanea in 50 Sale della Comunità

20 Gennaio 2025 - Venerdì 21 febbraio 2025, nell’approssimarsi del secondo anniversario della tragica strage di Cutro, l'Associazione Cattolica Esercenti Cinema – Sale della Comunità (ACEC-SdC) ha organizzato la proiezione del documentario Cutro Calabria Italia del regista Mimmo Calopresti, che si terrà in contemporanea in oltre 50 Sale della Comunità. L'evento è patrocinato dalla Fondazione Migrantes. Il film - come suggerisce lo stesso Calopresti - si prefigge il compito di «ricordare e mai dimenticare: solo così riusciamo a dare un senso ad una tragedia come quella avvenuta a Cutro. Ricordare chi non c’è più, raccontare le storie di chi era su quel barcone che si è sbriciolato sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Raccontare tutta quella gente che si è data da fare per dare una mano ai superstiti, che si è mobilitata per giorni per ricostruire e recuperare i brandelli di vita che arrivavano da quel mare che ha ululato per giorni e notti». La proiezione del documentario sarà accompagnata dagli interventi – in diretta in tutte le Sale della Comunità collegate in simulcast – di Mimmo Calopresti, del sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, e del vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali della Santa Sede, mons. Dario Edoardo Viganò. Al termine della visione, grazie alla trasmissione simultanea, gli spettatori presenti nelle sale collegate potranno dialogare e porre domande al regista e agli ospiti intervenuti. Evento Acec per "Cutro Calabria Italia".

Libri, Loredana Cornero racconta l’emigrazione italiana al femminile

17 Gennaio 2025 - Verrà presentato il 25 gennaio alle 18.30 a Roma, presso la biblioteca delle donne Goliarda Sapienza, in via Fontanellato 69, il volume Sulle ali del cambiamento - Narrazioni femminili dell'emigrazione italiana contemporanea, scritto da Loredana Cornero e realizzato in collaborazione con la Fondazione Migrantes. Il libro esplora il tema dell’emigrazione italiana al femminile, offrendo una riflessione profonda e articolata sul viaggio, la transizione e il cambiamento, attraverso la voce e le esperienze di donne che hanno scelto di lasciare l'Italia per costruire una nuova vita all'estero. In un contesto in cui l’emigrazione italiana continua a crescere, con quasi 6 milioni di connazionali che vivono oggi all’estero, Sulle ali del cambiamento si sofferma in particolare su un dato significativo: il 48,2% degli emigrati italiani sono donne, un numero che ha registrato un forte aumento dal 2006 a oggi. Il cuore del libro è rappresentato dalle storie di dieci donne che hanno deciso di raccontarsi senza filtri. Ciascuna di loro, con esperienze e vissuti diversi, descrive la propria scelta di emigrare, l'amore per il Paese d'origine e l'inserimento nelle nuove realtà in cui vivono.  Ogni storia riflette una diversa sfida, ma tutte hanno in comune la forza e la resilienza di chi, nonostante le difficoltà, ha saputo cogliere il cambiamento come opportunità. Attraverso la collaborazione con la Fondazione Migrantes e grazie alla prospettiva intersezionale adottata dall’autrice, il libro restituisce un quadro complesso e articolato dell’emigrazione femminile italiana contemporanea.

(fonte: Agenzia 9Colonne)

La copertina di "Sulle ali del cambiamento" (Tau editrice)

Cattedra dell’accoglienza. Dialoghi su società, ambiente e giustizia

17 Gennaio 2025 - Ha preso il via il 16 gennaio un ciclo di quattro incontri online, "Dialoghi su società, ambiente e giustizia", i temi proposti dal Giubileo, per provare a costruire un futuro più accogliente. Questi momenti sono pensati in vista della terza edizione della Cattedra dell'Accoglienza, che si terrà dal 25 al 28 marzo 2025, Dopo il primo incontro, che è stato dedicato alle origini storiche del Giubileo universale, il ciclo prosegue con i seguenti appuntamenti:
  • 29 gennaio 2025 | 18:00 – 19:00   Disuguaglianza e povertà assoluta: custodire l’altrə.
  • 13 febbraio 2025 | 18:00 – 19:00   Ecologia Integrale.
  • 27 febbraio 2025 | 18:00 – 19:00   Giustizia e diritti umani/ambientali esigibili.

Il link per iscriversi

 

Papa Francesco: “Il lavoro del circo è un lavoro umano, è un lavoro d’arte”

16 Gennaio 2025 - Al termine dell’udienza di mercoledì 15 gennaio in Aula Paolo VI, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, il Papa ha assistito, divertito, a un’esibizione del Circo Rony Roller, come aveva fatto il mercoledì precedente con gli artisti di CircAfrica. I fedeli presenti in Aula Paolo VI hanno applaudito a più riprese, mostrando di gradire lo spettacolo a sorpresa sopra i gradini del palco, con la partecipazione di un cane che ha ripreso, da protagonista, una palla da tennis lanciata dal Santo Padre. Alla fine, alcuni bimbi sono saliti fino alla postazione papale e Francesco, distribuendo loro caramelle, ha commentato a braccio: “Loro sono i padroni”. Durante i saluti ai fedeli di lingua italiana e prima della foto corale sul palco, il Papa ha ringraziato i circensi: “Il lavoro del circo è un lavoro umano, un lavoro d’arte, un lavoro di tanto sforzo. Quando torneranno, gli diamo un bell’applauso!”.

(fonte: SIR)

[caption id="attachment_52751" align="aligncenter" width="1024"]Papa Francesco con artisti del circo (Foto Vatican Media/SIR)[/caption]

A Bergamo un simposio per i giovani: “Sulle rotte del talento: fuga e futuro”

16 Gennaio 2025 - Sabato 18 Gennaio 2025, dalle ore 16.30, a Bergamo (Sala Ferruccio Galmozzi - Via Torquato Tasso 4), il Gruppo nazionale  dei giovani del Movimento cristiano dei lavoratori (MCL) promuove un'evento pensato per trattare il tema della "fuga dei talenti" verso l'estero: "Simposio sulle rotte del talento: fuga e futuro". Il convegno, introdotto da Francesco Spizzirri, delegato Nazionale dei giovani del Movimento Cristiano Lavoratori, vedrà la partecipazione di Stefano Remuzzi, direttore della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo, Delfina Licata, curatrice del "Rapporto Italiani nel Mondo" della Fondazione Migrantes, e dell’avv.to Francesco Pellò, associato dello studio legale “Toffoletto-De Luca-Tamajo e Soci”. L’obiettivo è quello di approfondire e richiamare l’attenzione sulla grave situazione del lavoro dei giovani in Italia, sempre più costretti ad emigrare all’estero privando l’Italia di prezioso capitale umano. L'evento è a ingresso gratuito, aperto a tutta la cittadinanza. Info: 0302807812 - segreteria@mclbrescia.it  

Arriva anche a Londra il “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes

16 Gennaio 2025 - Lunedi 20 gennaio, alle ore 18, il Consolato Generale d'Italia a Londra, con il coordinamento dell'on. Raffaele Fantetti e la collaborazione del Comites di Londra, ha organizzato la presentazione del “Rapporto Italiani nel Mondo - RIM 2024” a cura della Fondazione Migrantes. La partecipazione è libera e gratuita. Per questioni organizzative, dato il limitato numero di posti, si richiede di segnalare la propria presenza con una email a segreteria@comiteslondra.info.

La locandina dell'evento.

Presentazione RIM 24 a Londra    

Africa, non chiamiamolo “Piano Mattei”

15 Gennaio 2025 - L'editoriale firmato da S.E. mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, pubblicato sull'ultimo numero di Migranti Press. Quello tra Africa e Italia è un lungo rapporto che ha nei secoli molte testimonianze di scambi artistici, culturali, economici e sociali. Per limitarci al tempo che va dall’Unità d’Italia a oggi, pensiamo alle relazioni intense con il Marocco, la Tunisia, la Libia e l’Egitto, dove l’emigrazione italiana ha avuto un’importanza fondamentale, con anche alcuni aspetti drammatici. Pensiamo anche alla presenza missionaria italiana, che ha coniugato evangelizzazione e promozione umana praticamente in tutti i Paesi africani. Pensiamo all’esperienza coloniale in Libia, in Etiopia, Eritrea e Somalia. Pensiamo all’importanza del Pia no Mattei del dopoguerra. Fino ad arrivare ad oggi, con l’arrivo in Italia, soprattutto dalla metà degli anni ’70 in poi, dei primi africani, la maggioranza dei quali proveniente da soli due Paesi (Marocco e Tunisia), che hanno una relazione storica con l’Italia, soprattutto con la Sicilia. Spesso si dimenticano la storia passata e presente di sfruttamento dell’Africa da parte del nostro Paese, la grande risorsa che rappresentano i lavoratori africani in molte aziende, la situazione drammatica delle persone che hanno perso tutto a causa delle guerre. Ai conflitti si aggiungono i cambiamenti climatici che vedono le persone trovare la sola speranza di vita nel viaggio, nella migrazione da una parte e, dall’altra, in un condono del debito estero e in progetti di cooperazione che creino le condizioni, negli anni, per un ritorno. In questo contesto, un interrogativo grave pone l’efficacia di quello che il governo italiano ha definito “Piano Mattei”, che però per onestà intellettuale andrebbe chiamato “Piano Meloni”, per non confonderlo con il vero Piano Mattei. Il Piano Mattei, infatti, nacque dalla condivisione di un gruppo multidisciplinare di intellettuali cattolici e della sinistra democratica, aggregati intorno all’Università Cattolica di Milano. L’ateneo milanese, infatti, già prima della fine della Seconda guerra mondiale, aveva iniziato a studiare i temi della cooperazione internazionale, della tutela dello sviluppo economico delle nazioni più sfavorite e dell’equa partecipazione di tutti i popoli ai beni della terra, stimolato anche dal radiomessaggio del 1942 di Pio XII, che sottolineava l’interdipendenza tra i popoli, coinvolgendo docenti di diverse Università. Tra i protagonisti di quella riflessione ricordiamo tra gli altri Ezio Vanoni, Marcello Boldrini, Francesco Vito, Amintore Fanfani, Pasquale Saraceno e Giorgio La Pira. Queste idee incontrarono poi le capacità tecniche e organizzative di Enrico Mattei. Il Piano che prese il suo nome nasceva a partire da un’azienda di Stato, l’Agip – poi trasformata in Eni – che sarà poi un volano nella distribuzione degli idrocarburi. Si poggiava sull’idea di una mutualità non tra persone, ma tra popoli, i popoli dell’Africa, chiamati a costruire progetti i cui utili sarebbero stati divisi alla pari, “senza speculazione privata”, con un convinto appoggio al diritto di ogni popolo di perseguire il proprio riscatto politico, economico e sociale. È da questo “capitale culturale”, che aveva generato anche il Codice di Camaldoli, con il contributo di Giuseppe Lazzati e Giuseppe Dossetti, che nacque il Piano Mattei. Un piano che si poggiava sull’esperienza della cooperazione in Italia, nata soprattutto dal movimento cattolico e socialista, riconosciuta dalla nostra Costituzione all’art. 45, che recita: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”. La cooperazione così intesa è uno strumento di democrazia dal basso, e in questo senso ha preparato la democrazia e costruisce democrazia. Ci domandiamo: la cooperazione internazionale realizzata dal nostro Paese con il nuovo Piano Mattei/Meloni in nove Paesi africani (Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya) conserva queste caratteristiche di funzione sociale, di mutuo aiuto, cioè di collaborazione alla pari, “senza fini di speculazione privata”? In ordine all’efficacia del Piano attuale, bisogna anche chiedersi quale valore aggiunto possano avere le poche risorse messe a disposizione – si parla di 600 milioni di euro per il 2025 – a fronte di un continente che necessiterebbe di 500 miliardi di dollari, per garantire accesso all’energia a tutta la popolazione, e di 438 miliardi di dollari per investimenti entro il 2030. L’attuale Piano, tra l’altro, non fa alcun riferimento al Piano europeo sull’Africa, che dal 2009 opera con le risorse e la collaborazione di tutti gli Stati e un fondo di 150 miliardi di euro, a fronte dei 5 e mezzo in tre anni del nuovo “Piano Meloni”. Per concludere: se le politiche sull’immigrazione e le politiche sulla cooperazione non camminano insieme, contrapponendo il diritto di migrare con il diritto di rimanere nella propria terra e non tutelando entrambi, si annullano, aggravando la situazione dei migranti e dei Paesi d’origine.

💡La copertina e il sommario del n. 9-12 2024 di Migranti Press.

[caption id="attachment_52706" align="aligncenter" width="1024"]Giorgia Meloni (foto: governo.it)[/caption]

A Parma si parla di Diritto d’Asilo con il Report della Fondazione Migrantes

15 Gennaio 2025 - Il 16 gennaio 2025, presso la sala conferenze della Casa Madre dei Saveriani di Parma, è stato presentato il report "Il diritto di asilo – Popoli in cammino… senza diritto d’asilo". Numeri, storie e dinamiche che riguardano il diritto d’asilo in Italia e in Europa, per riflettere sulle sfide enormi che rifugiati e richiedenti asilo affrontano ogni giorno. All'incontro, aperto da Nicola Colasuonno - padre Saveriano e direttore Ufficio Pastorale dei Migranti di Parma - sono intervenute le curatrici del volume Chiara Marchetti (Ciac) e Maria Cristina Molfetta (Fondazione Migrantes), e l’avvocato Livio Neri (Asgi). Ogni anno, il report della Fondazione Migrantes, offre uno spunto per capire cosa succede davvero ai confini dell’Europa e dentro le nostre frontiere, quando si parla di asilo e protezione internazionale. Quest’anno, il focus è sulla crescente difficoltà di accesso al diritto d’asilo, sulle politiche migratorie che non sempre sono a misura di umanità e su come le persone che cercano protezione si trovano a dover affrontare barriere sempre più alte.

(aggiornato il 20 gennaio 2025)