11 Marzo 2025 - Si è tenuto l'11 marzo, presso la sede della Fondazione Migrantes, un nuovo incontro dei Coordinatori etnici nazionali, i sacerdoti responsabili della cura pastorale delle varie comunità cattoliche di diversa nazionalità presenti sul territorio italiano. Era presente per la prima volta don András Törő, nuovo coordinatore della comunità ungherese in Italia, che è costituita da una decina di gruppi, per lo più presenti a Roma e in alcuni dei principali capoluoghi italiani.
La riunione, oltre ad alcune informazioni organizzative sul Giubileo, si è concentrata sulla testimonianza e su una riflessione proposta da sr. Etra Modica mscs, missionaria scalabriniana e consigliera provinciale, che ha preso spunto proprio dal percorso di preparazione alla prossima Giornata giubilare dei "migranti" e con i migranti.
Dopo aver ricordato alcune meditazioni di san Giovanni Battista Scalabrini sul Giubileo (quello del 1879), sr. Modica si è intrattenuta sul significato fisico e simbolico di varcare le "porte sante", che spesso sono proprio le storie delle persone: "I migranti, lasciando le loro terre, chiudono alle spalle delle porte fisiche e simboliche e in terra straniera ne varcano tante, bussano a tante porte, in ogni loro giornata ne attraversano molte, se ne chiudono alle loro spalle (casa, lavoro), altre si spalancano e cambiano la geografia del loro viaggio migratorio. Ma credo che loro sono la porta di accesso e portano con sé la chiave della porta che dà senso al loro migrare, quella della fede. Le loro storie, il loro protagonismo sono porte sante, porta che Dio ha varcato con l'Incarnazione".
La religiosa scalabriniana ha poi offerto un'immagine per rappresentare il protagonismo delle persone che si muovono dai propri Paesi di origine: "Il giubileo dei migranti è ogni volta che si apre una porta dove non immaginiamo e dove i migranti stessi prestano servizio, svolgono ministeri, profetizzano, mediano, vivono una cittadinanza solidale e ospitale e tutto questo anche come frutto del giubileo, del riscatto. Per noi operatori accompagnare i migranti significa far scoprire loro che sono amati da sempre e per sempre come figli di Dio, aiutarli a scoprire la speranza a cui sono chiamati, essere al loro fianco nell'esperienza secolare di popolo in cammino verso comunità accoglienti in cui il racconto, la narrazione e la testimonianza è una possibilità per esprimere il giubilo".
Infine, il senso del giubileo "è che tutti coloro che soffrono per qualche distorsione, per i peccati sociali, per l'esclusione dai diritti siano inclusi". Nel caso dei migranti, sr. Modica ha sottolineato, che le sofferenze "non sono le vulnerabilità legate all'esperienza migratoria" in sé, ma "la criminalizzazione, la violenza e l'esclusione dai diritti". Per cui il giubileo dei migranti "è anche un giubileo delle nazioni che legiferano a favore o contro la vita delle persone, un giubileo perché siano più umane".
(aggiornato il 12 marzo 2025)