14 Marzo 2025 - Nella giornata di domenica 16 marzo 2025, a Roma, presso la cappellania congolese (Chiesa della Natività, Piazza Pasquino 2), si terrà il ritiro quaresimale per le comunità cattoliche africane francofone del Lazio.
La giornata, incentrata sul tema "Le comunità cattoliche africane francofone d’Italia: semi e coltivatori assidui della speranza per fecondare l'Italia e l'umanità", sarà guidata da padre Luis Gabriel Tsamba, coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici africani di lingua francese in Italia.
Tag: Sul territorio
“Tour” in provincia di Siracusa per il Report sul diritto d’asilo
10 Marzo 2025 - Due giorni di incontri in terra siciliana, per la precisione nella provincia di Siracusa, per parlare di rifugiati e diritto d'asilo e presentare i contenuti del recente Report "Il Diritto d'asilo 2024" realizzato dalla Fondazione Migrantes e co-curato da Mariacristina Molfetta.
Nella serata del 10 marzo, una prima presentazione presso il centro Caritas di Augusta; mentre la sera dell'11 marzo l'incontro sarà ospitato a Siracusa dal Ciao (Centro interculturale di aiuto e orientamento) dei fratelli Maristi, che ha collaborato all'organizzazione di entrambi gli eventi, promossi dall'Ufficio della Pastorale per le Migrazioni dell'arcidiocesi di Siracusa.
Migrazioni, mons. Felicolo: “Non basta identificare situazioni, né limitarsi a conoscerle: occorre incontrare e accompagnare le persone”
3 Marzo 2025 - Nel corso del fine settimana, tra il 28 febbraio e il 1 marzo, i dati e le riflessioni dei Rapporti pubblicati dalla Fondazione Migrantes, sono stati lo spunto - a Potenza e a Ferrandina - di due eventi sulle dinamiche dei fenomeni migratori, in entrata e in uscita, con particolare riferimento alla Basilicata, dove su poco più di 533 mila abitanti, il 27,4% risiede all'estero. E chi va via molto spesso non rientra più.
Studiare, formare ed informare di fronte a questi scenari è la missione della Fondazione Migrantes. Con un'attenzione particolare, come ha spiegato a Potenza, mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale dell'organismo della Conferenza episcopale italiana: "Non basta identificare situazioni, né limitarsi a conoscerle: occorre incontrare e accompagnare le persone, costruire relazioni che siano davvero capaci di trasformare le condizioni di vita. La promozione umana, la protezione e la libertà si costruiscono solo attraverso un impegno concreto di prossimità e dialogo. Solo l’incontro può vincere la paura, aprire al confronto e stimolare il dialogo".
L'evento di Ferrandina, si è svolto nel ricordo di "una persona speciale: Antonella Mattei", come ha detto mons. Felicolo. "Una donna che ha dedicato la sua vita ai migranti, con passione, entusiasmo e un cuore grande. Per più di venticinque anni, come laica scalabriniana, ha incarnato il carisma di una comunità che fa dell’accoglienza e della vicinanza ai migranti la propria missione".
Il Rapporto Immigrazione all’Università Federico II di Napoli
25 Febbraio 2025 - Gli uffici Caritas e Migrantes della Conferenza episcopale campana presentano il Rapporto Immigrazione 2024 “Popoli in cammino”, che analizza il fenomeno migratorio in Italia. Il rapporto esplora temi cruciali come lavoro, scuola, appartenenza religiosa, resilienza e inclusione.
L’appuntamento è per il 26 febbraio 2025 alle 10:00 presso l’Aula Congressi dell'Università Federico II di Napoli.
Simone Varisco, curatore del Rapporto per la Fondazione Migrantes, presenterà il volume, con un focus sulla dimensione locale.
Basilicata: immigrazione ed emigrazione
22 Febbraio 2025 - Nel fine settimana i dati e le riflessioni dei Rapporti pubblicati dalla Fondazione Migrantes, saranno lo spunto di due eventi di riflessione sulle dinamiche dei fenomeni migratori, con particolare riferimento alla regione Basilicata.
Il 28 febbraio dalle ore 18 a Potenza (presso l’Auditorium dell’Immacolata, viale Marconi, 104) è in programma un convegno dal titolo “L’Italia delle migrazioni plurime: accogliere in nome della fraternità”.
Dopo il saluto dell'arcivescovo metropolita di Potenza-Marsico Nuovo-Muro Lucano, S.E. mons. Davide Carbonaro, interverranno:
Sabato 1 Marzo, invece, a Ferrandina, l’incontro organizzato di concerto con la Città di Ferrandina e la Pro Loco guidata da Rocco Zito, rappresenta un’occasione per riflettere in particolare sui miti e le realtà che riguardano la salute dei migranti.
Ad aprire i lavori qui saranno, Rocco Zito (presidente della Pro Loco Ferrandina) e il sindaco Carmine Lisanti, con gli interventi di mons. Filippo Lombardi, vicario episcopale per la pastorale del Diocesi di Matera, e don Antonio Polidoro, responsabile regionale dell'ufficio Migrantes.
Oltre ai contributi degli esperti della Fondazione Migrantes, gli interventi specifici saranno affidati a Siradio Bah (Arci Basilicata) e alle conclusioni di Carmela Marrone della Pro Loco di Ferrandina.
Nel ricordo dell’impegno di Antonella Mattei, testimone d’amore di Ferrandina nei confronti dei migranti.
- mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes. "La Fondazione Migrantes: presente e prospettive".
- dott.ssa Mariacristina Molfetta, curatrice del Report "Il Diritto d'Asilo". "Popoli in cammino senza diritto d'asilo".
- dott.ssa Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo. "Oltre i confini: dati e volti della migrazione italiana".
- dott. Luigi Scaglione, presidente Centro studi internazionali lucani nel mondo. "Il caso Basilicata".
Sabato 1 Marzo, invece, a Ferrandina, l’incontro organizzato di concerto con la Città di Ferrandina e la Pro Loco guidata da Rocco Zito, rappresenta un’occasione per riflettere in particolare sui miti e le realtà che riguardano la salute dei migranti.
Ad aprire i lavori qui saranno, Rocco Zito (presidente della Pro Loco Ferrandina) e il sindaco Carmine Lisanti, con gli interventi di mons. Filippo Lombardi, vicario episcopale per la pastorale del Diocesi di Matera, e don Antonio Polidoro, responsabile regionale dell'ufficio Migrantes.
Oltre ai contributi degli esperti della Fondazione Migrantes, gli interventi specifici saranno affidati a Siradio Bah (Arci Basilicata) e alle conclusioni di Carmela Marrone della Pro Loco di Ferrandina.
Nel ricordo dell’impegno di Antonella Mattei, testimone d’amore di Ferrandina nei confronti dei migranti.
(aggiornata il 25 febbraio 2025)
Fondazione Migrantes, “Le voci silenziate dell’accoglienza”: a Parma la presentazione del nuovo libro di Michele Rossi
17 Febbraio 2025 - L’immigrazione in Italia è spesso raccontata attraverso numeri, leggi e proclami politici, ma raramente si ascoltano le voci di chi la vive in prima persona. Le voci silenziate dell’accoglienza, il nuovo libro di Michele Rossi, promosso da Fondazione Migrantes e realizzato Tau editrice, nasce proprio per dare spazio a chi solitamente non ne ha: rifugiati, richiedenti asilo e operatori dell’accoglienza.
L’autore presenterà il libro a Parma il 24 febbraio 2025 alle ore 18:00 presso i Missionari Saveriani, in Viale San Martino 8. Sarà un momento di confronto con mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, e Mariacristina Molfetta, antropologa culturale ed esperta della stessa fondazione.
Frutto di un’ampia ricerca, il libro raccoglie le testimonianze di quasi 400 migranti – alcuni inseriti nei sistemi di accoglienza, altri esclusi – e 200 operatori. Quali ostacoli incontrano? Quali possibilità di autonomia vedono? Qual è il vero volto dell’accoglienza in Italia per chi la vive? Attraverso le loro parole emergono bisogni, desideri e frustrazioni, ma soprattutto il modo in cui percepiscono l’accoglienza in Italia. L’accoglienza, come emerge dal libro, non è solo una questione politica e giuridica, ma anche una realtà fatta di relazioni, incomprensioni e fatiche vissute sia da chi arriva sia da chi lavora per supportarlo.
Fonte: Ciac Onlus
A Ferrara, mons. Perego presenta il Report Migrantes agli studenti in “Peace Studies”
15 Febbraio 2025 - Martedì 18 febbraio, alle ore 18, presso l'Aula Magna dell'Università di Ferrara, il presidente della Fondazione Migrantes, S.E. mons. Gian Carlo Perego, interverrà alla presentazione del Report "Il Diritto d'asilo 2024", insieme ai prof. Alfredo Maria Morelli e Giuseppe Scandurra, e al dott. Davide Carnevale del Laboratorio per la pace di Ferrara.
L'evento è parte della prima edizione della Winter School del dottorato di ricerca di interesse nazionale in Peace Studies, un evento che vedrà la partecipazione di 50 dottorande e dottorandi da oltre 70 atenei italiani, insieme a docenti e ospiti internazionali.
Asti, i “popoli in cammino” raccontati dal Rapporto Immigrazione 2024
15 Febbraio 2025 - Lunedì 17 febbraio, alle ore 17.45, presso la Galleria Don Andrea Gallo del CPIA di Asti (piazza Leonardo da Vinci 22), si terrà la presentazione del XXXIII Rapporto Immigrazione 2024. Popoli in cammino, curato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes.
I lavori si apriranno con i saluti istituzionali del professor Davide Bosso, Dirigente scolastico del CPIA 1 di Asti, e di Paolo Maccario, Responsabile dell’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Asti.
A seguire, il dott. Simone Varisco, curatore del Rapporto per Fondazione Migrantes, terrà una relazione in cui presenterà i principali temi e dati contenuti nel Rapporto.
Le conclusioni dell’incontro saranno affidate a mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti.
Durante la presentazione, verranno inoltre condivisi dati specifici che offriranno una panoramica sul fenomeno migratorio a livello locale, permettendo ai partecipanti di comprendere più da vicino la realtà che caratterizza il territorio astigiano.
L’evento è promosso dall’Ufficio diocesano Pastorale Migranti, dalla Caritas diocesana, dal CPIA 1 di Asti e dal Centro Regionale di Ricerca Sperimentazione e Sviluppo dei CPIA del Piemonte.
(fonte: Diocesi di Asti)
Salerno, celebrazione eucaristica per la comunità migrante francofona
14 Febbraio 2025 - L’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Cerno ha organizzato per domenica 16 febbraio 2025, presso la Chiesa dell'Immacolata a Salerno, una Celebrazione Eucaristica in lingua francese, dedicata alla comunità migrante francofona presente sul nostro territorio.
Questa iniziativa nasce dal desiderio di offrire ai fedeli di lingua francese un'opportunità di preghiera e condivisione nella propria lingua madre, rafforzando il senso di comunità e accoglienza all’interno della Chiesa locale.
L'invito a partecipare è esteso a tutti coloro che desiderano unirsi a questa celebrazione speciale.
Per maggiori informazioni, è possibile contattare l’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Cerno: 089 0977808 - ufficiomigrantes@diocesisalerno.it
(fonte: Diocesi di Salerno)
La presentazione del Rapporto Italiani nel mondo a Berna e a Wohlen (Svizzera)
13 Febbraio 2025 - Durante il fine settimana sono in programma in Svizzera due eventi dedicati alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024, uno studio sul fenomeno migratorio italiano e sulle sue nuove tendenze, realizzato dalla Fondazione Migrantes.
Il primo appuntamento, ospitato e promosso dal Comites di Berna, Friburgo e Neuchatel, è per sabato 15 febbraio, alle ore 15, presso Casa d’Italia (Bühlstrasse 57, Berna).
Interverranno la curatrice del Rapporto, la dott.ssa Delfina Licata, lo studioso e docente di storia delle migrazioni, l'on. Toni Ricciardi, e il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo.
Domenica 16 febbraio 2025, alle ore 15, appuntamento invece al Circolo Acli Wohlen (Freiämterstrasse 1 - 5610 Wohlen) su iniziativa dei Circoli Acli di Wohlen e Lenzburg, della Missione Cattolica Italiana di Wohlen-Lenzburg e dell’Associazione Italia Nostra di Mellingen.
Intervengono Franco Narducci, presidente Acli Wohlen; monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes; Delfina Licata, sociologa delle migrazioni e curatrice del RIM; l'on. Toni Ricciardi, Camera dei deputati del Parlamento italiano; Gaetano Vecchio, presidente Acli Argovia
Domenica 16 febbraio 2025, alle ore 15, appuntamento invece al Circolo Acli Wohlen (Freiämterstrasse 1 - 5610 Wohlen) su iniziativa dei Circoli Acli di Wohlen e Lenzburg, della Missione Cattolica Italiana di Wohlen-Lenzburg e dell’Associazione Italia Nostra di Mellingen.
Intervengono Franco Narducci, presidente Acli Wohlen; monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes; Delfina Licata, sociologa delle migrazioni e curatrice del RIM; l'on. Toni Ricciardi, Camera dei deputati del Parlamento italiano; Gaetano Vecchio, presidente Acli Argovia
A Torino, “La Carta di Roma. Migrazione: un approccio inedito alla complessità”
12 Febbraio 2025 - Il Concorso Lingua Madre organizza – insieme all’Ufficio per la Pastorale dei Migranti Arcidiocesi di Torino e a GIULIA Giornaliste – il corso per giornaliste/i dell’Ordine Dei Giornalisti Piemonte dedicato alla Carta di Roma.
Appuntamento mercoledì 13 febbraio 2025 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso la sede dell'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi di Torino (via Cottolengo 22).
Si analizzeranno le linee guida e i suoi aggiornamenti in relazione all’ultimo Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, dove molto rilevante risulta essere la presenza femminile. Dalla partecipazione alle attività autonome o imprenditoriali fino alla creatività culturale, il contributo delle cittadine straniere o con appartenenze multiple, le rende parte attiva di un processo di trasformazione sociale. Senza dimenticare le giovani generazioni sospese tra Neet e nuove consapevolezze.
Fra gli interventi, quelli di Sergio Durando, referente dell'Ufficio Migranti, di Simone Varisco, curatore del del Rapporto Immigrazione per la Fondazione Migrantes, e di Daniela Finocchi, del Concorso nazionale "Lingua Madre".
Arriva anche a Madrid il Rapporto Italiani nel Mondo
11 Febbraio 2025 - Il Comites di Madrid ha organizzato per giovedì 20 febbraio, presso il Consolato Generale d’Italia (c/Agustín de Betancourt 3) la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM 2024), realizzato dalla Fondazione Migrantes, organo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
Dopo i saluti istituzionali, il presidente del Comites Madrid, Andrea Lazzari, modererà una tavola rotonda alla quale interverranno:
- Delfina Licata, sociologa delle migrazioni, ricercatrice della Fondazione Migrantes e curatrice del RIM.
- Pietro Mariani, consigliere CGIE Spagna, e Michele Testoni, vicepresidente Comites Madrid, autori del saggio: Spagna. La doppia cittadinanza: una grande opportunità.
Lampedusa, il “Viaggio della vita” con gli studenti delle scuole dell’isola
10 Febbraio 2025 - Per Germano Garatto dal 2013 Lampedusa è anche il suo "Viaggio della Vita": si chiama così il progetto educativo avviato nel 2013 dalla Fondazione Migrantes e affidato a lui e all‘associazione di promozione sociale Edusa. Ha un nome evocativo che sull’isola risuona nelle aule di tutte le scuole e in molte case. "I ragazzi che abbiamo formato all’inizio della nostra esperienza, quando ancora erano liceali – racconta Garatto – hanno frequentato l’Università, molti sono tornati e hanno avviato attività nell’ambito del turismo, mentre qualcuno di loro oggi è con noi e forma i fratelli più piccoli ai valori dell’accoglienza e del rispetto".
Lo scopo del "Viaggio della Vita", progetto che coinvolge gli studenti dell’isola, è quello di consolidare la collaborazione tra scuola e territorio "prima di tutto con le famiglie – spiega Germano – e con le altre realtà di Lampedusa, proponendo attività e iniziative che fanno capire quanto sia importante lavorare e vivere insieme nel rispetto reciproco". Dal 6 al 9 febbraio a Lampedusa si è riunita la Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana, assieme al vescovo delegato, mons. Corrado Lorefice. Uno degli incontri è stato proprio dedicato al lavoro di Garatto e di Edusa.
Scuola di umanità
Con i bimbi della primaria, l’associazione Edusa realizza "LampeMondo", che porta dentro la scuola la ricchezza l’esperienza viva di genitori che hanno voglia di mettersi in gioco e raccontare ai figli e ai compagnetti la loro infanzia "attraverso una festa, una favola, un gioco, una danza o anche un cibo – aggiunge l’animatore e presidente di Edusa – per far comprendere anche a chi è più piccolo la ricchezza dell’umanità, la bellezza delle tradizioni. Il tema centrale di questo nostro progetto è il viaggio, particolarmente sentito in quest’isola che è punto di partenza e approdo di tante persone. Ma il viaggio del nostro progetto è inteso anche come il percorso che ognuno di noi fa, da quando viene al mondo portando con sé ricordi ed esperienze che vengono da lontano e ci portano lontano". Così Edusa ha "arruolato" genitori lampedusani, ma anche tunisini, colombiani, peruviani in un concerto di voci e racconti che affascina gli alunni e si arricchisce dell’apporto degli insegnanti.L’Africa in classe
I ragazzini delle medie sono i protagonisti del progetto "Cosa ci porta l’Africa": a ciascuna classe è proposta l’esplorazione di uno dei Paesi da cui provengono i migranti che giungono a Lampedusa. "Lo scopo – chiarisce Garatto – è comprendere come persone che ai nostri occhi appaiono povere e sprovvedute siano in realtà rivestite di una dignità che la storia e la cultura dei paesi da cui sono partiti ci aiuta a comprendere". In questo caso il ruolo fondamentale è svolto da alcuni testimoni privilegiati che provengono dal Paese in esame, “in particolare viene valorizzata la presenza di famiglie e giovani che – aggiunge Garatto - vivono da diverso tempo in Italia e provengono dall’Eritrea, dal Senegal, dalla Tunisia e dalla Costa d’Avorio".La vocazione sociale dei ragazzi
I ragazzi delle scuole superiori, infine, vengono coinvolti nella terza articolazione del progetto con lo scopo di sviluppare le "vocazioni sociali", grazie ad attività di animazione. Spiega Garatto: "Ci rivolgiamo a una trentina di alunni che frequentano le classi terze e quarte del Turistico e dello Scientifico. È previsto un percorso di formazione di 45 ore con introduzione al ruolo di animatore attraverso il gioco educativo, elementi di psicologia e pedagogia nonché un tirocinio pratico con laboratori e attività rivolte ai più piccoli".Restare umani
"Questo nostro lavoro – prosegue Garatto – contribuisce a valorizzare la presenza dei migranti, per aprire le menti dei giovani, ma anche delle loro famiglie e in definitiva per stimolare tutto il tessuto sociale lampedusano. Coinvolgendo i migranti, inoltre, li aiutiamo a essere parte di questa comunità e allo stesso tempo aiutiamo i lampedusani a restare umani". Lampedusa, del resto è una realtà aperta al mondo: "Non solo qui approdano tante persone in fuga da tante parti del mondo – spiega il presidente dell’Associazione Edusa – ma sono molti i lampedusani che scelgono di emigrare, le loro famiglie conoscono bene il senso del viaggio, che può essere di sola andata. Proprio per questo, quando ho chiesto agli isolani perché nel 2011 hanno accolto senza battere ciglio migliaia di ragazzi, mi hanno risposto: 'e se fossero stati i nostri figli?'. La modalità di reazione di Lampedusa è stata grande".Un nuovo modello
Da 12 anni a questa parte, però, qualcosa è cambiata: "L’isola – confessa Garatto, con un’ombra di perplessità nella voce – è sempre più modulata sulle necessità del business del turismo. I pescatori sono sempre di meno e poche le persone che coltivano. In questi ultimi anni sono stati ristrutturati numerosi edifici, trasformati in strutture di accoglienza. Allo stesso tempo non si vedono più migranti per la strada, non c’è più modo di confrontarsi con la loro sofferenza e la loro umanità. A Lampedusa sfugge una parte della sua stessa realtà, perché chi arriva viene fatto sbarcare lontano e viene preso in carico per essere trasportato all’hotspot e poi fuori. Sono tutti contenti del fatto che i turisti non vengono mai a contatto con i migranti stranieri, eppure, ne sono sicuro, questa comunità non ha perduto la disponibilità all’incontro". (Nino Arena – Ufficio Migrantes Arcidiocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela)Lampedusa, mons. Lorefice: “Qui una comunità messianica, non un club religioso”
9 Febbraio 2025 - Nel saloncino parrocchiale adiacente la Chiesa di San Gerlando si spengono le luci e nel buio riaffiorano i ricordi, le lacrime, la commozione di quei giorni lontani, eppure ancora pienamente vivi nella memoria della comunità lampedusana. Su una delle pareti vengono proiettate le immagini del video, realizzato nel 2011, con cui la Fondazione Migrantes ha raccontato i giorni della grande emergenza. Ed ecco apparire i volti di migliaia di donne, uomini, bambini, alcuni ancora in fasce, che hanno attraversato il molo Favaloro di Lampedusa, ma che, ancor di più, hanno toccato in modo indelebile il cuore degli isolani.
Testimonianze e ricordi
Una comunità che nella serata di giovedì 6 febbraio, al termine della funzione religiosa, alla presenza del parroco don Carmelo Rizzo, si è raccolta per condividere con i componenti della Commissione Regionale per le Migrazioni, ma soprattutto con monsignor Corrado Lorefice, il ricordo di quelle giornate dove «tutti noi abbiamo potuto toccare con mano la sofferenza di Gesù, perché è come se avessimo vissuto il Vangelo», sottolinea la signora Pilla, tra le parrocchiane più “attive” nei giorni dell’emergenza. «Questo luogo (la parrocchia ndr) – era un cantiere aperto 24 ore su 24. La sala in cui ci troviamo adesso, ad esempio – ricorda Pilla – era quella in cui venivano raccolti i vestiti che poi venivano divisi e distribuiti; ogni zona aveva una sua funzione specifica. Eravamo tutti uniti nel condividere il dolore di quei fratelli, ma al tempo stesso eravamo felici di poter ridare loro dignità». Dignità nella vita, ma dignità anche nella morte, quella che, invece, per Maria Martello, non è stato possibile concedere attraverso il rito della sepoltura «ai corpi di coloro che venivano sistemati all’interno di grandi sacchi neri di plastica, immagini che ho ancora bene impresse nella mente e continuano a essere motivo di grande dolore. Tutto quello che siamo riusciti a fare lo abbiamo fatto con amore e per amore, perché era come se Gesù si stesse presentando a noi». Altrettanto commosse e commoventi le testimonianze di Enzo Riso e Mario Capitano, entrambi in prima linea nelle difficili settimane del febbraio 2011. «Ricordo tutto come fosse ieri – racconta Mario –, pioveva a dirotto e andammo da don Stefano (il parroco di allora, ndr), per capire come poter aiutare le persone che dormivano al porto e cercavano di ripararsi sotto i camion. È bastato un messaggio e in un attimo tutti i lampedusani hanno aperto le porte di casa per dare il loro contributo». Ricordi indelebili, anche quelli condivisi dal pescatore Enzo: «Inizialmente ci sentivamo impotenti, poi però tutto si è trasformato in coraggio e voglia di fare. Non c’era nulla che ci spaventasse o preoccupasse, sentivamo solo il bisogno di esserci e poter dare aiuto. La cosa che non dimenticherò mai saranno gli abbracci che ho scambiato con quei fratelli, perché è come se avessi provato la sensazione di abbracciare Dio». Suor Angela Cimino è a Lampedusa da più di un anno: «La missione che sto vivendo qui mi si è attaccata sulla pelle. Se mentre mi trovo a pregare ricevo un messaggio in cui viene comunicato che da lì a breve si verificherà uno sbarco, e quindi sono chiamata a svolgere la mia attività di volontaria, mi dico “lascio Dio per andare da Dio” e prima di recarmi al molo l’ultima preghiera la faccio per le persone che incontrerò e per i corpi di coloro che non ce l’hanno fatta».Lampedusa capace di “abbracciare” le sofferenze altrui
Ed è proprio dalle testimonianze, ancora vivide, dei parrocchiani e dei volontari, che monsignor Lorefice ha colto spunto per lanciare un messaggio di profondo valore cristiano: «Ascoltare le vostre parole – ha affermato il vescovo – è come aver riletto dei tratti del Vangelo. Abbiamo scelto di essere qui a Lampedusa – ha spiegato – perché è solo attraverso i vostri racconti e le vostre testimonianze che possiamo far capire alle nostre comunità locali cosa significhi realmente essere comunità messianica, cristiana. Il Messia è colui che salva facendo proprie le sofferenze altrui ed è esattamente ciò che avete fatto e continuate a fare. Fin quando non capiremo questo, saremo solo un “club religioso”, ma non saremo una comunità messianica». (Elena De Pasquale – Ufficio Migrantes Diocesi Messina Lipari S. Lucia del Mela)Il lavoro della Guardia costiera di Lampedusa: “In mare un istante in più di attesa può decidere della vita o della morte”
7 Febbraio 2025 - «Nel mare non c’è la corsia d’emergenza, non puoi accendere le quattro frecce e aspettare, nel mare un istante in più di attesa può decidere della vita o della morte di un essere umano». Il tenente di vascello Flavio Verde, Comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo e Comandante della 7^ Squadriglia della Guardia costiera di Lampedusa, pronuncia queste parole senza enfasi: come le donne e gli uomini che lavorano al suo fianco, è addestrato a non mettere il sentimento davanti alla professionalità. Eppure il filo intrecciato dell’emozione e dell’orgoglio costituisce la trama preziosa del loro impegno: «Alle persone che operano nel soccorso – afferma, infatti, il tenente di vascello Verde – può capitare di non dormire o di non mangiare per un’intera giornata e più, e alla fine essere felici per avere strappato alla morte bambini, donne incinte, uomini». L'incontro con la Guardia costiera di Lampedusa era nel programma della 4 giorni sull'isola della Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana, assieme al vescovo delegato, mons. Corrado Lorefice.
Una macchina rodata
Per soccorrere le migliaia di persone che ogni anno scelgono la rotta del Mediterraneo centrale è stata messa a punto una macchina i cui ingranaggi sono rodati da anni. Lampedusa del resto è più vicina all’Africa che all’Europa, le coste tunisine sono ad appena 113 chilometri, Pantelleria a 140, Malta a 176 e la Sicilia a 215. Gli equipaggi della Guardia costiera italiana che partono da Lampedusa si spingono anche nelle acque territoriali maltesi o tunisine per mettere in sicurezza donne e uomini in fuga. Per fare questo il tenente di vascello Verde può contare su un personale composto da 85 unità, sette navi delle "classi" 200 e 300 che oltre al soccorso devono garantire tutta una serie di altre attività.Oltre i numeri
«Nel 2023 – spiega il comandante Verde – abbiamo soccorso 60mila migranti, nel 2024 sono stati 39.336 e nel primo mese di quest‘anno 2.728. Due anni fa abbiamo portato a termine 1.800 missioni, percorrendo 61.100 miglia nautiche, pari a tre volte le circonferenza della Terra. Non soccorriamo solo i migranti, ma vigiliamo su chi va per mare, dai pescatori ai diportisti. L’altro giorno, per fare un esempio, con la collaborazione dei Vigili del fuoco, abbiamo tratto in salvo un pescatore rimasto bloccato su una scogliera a 35 metri sopra il livello del mare nei pressi del Faro di Ponente. Loro si sono calati dall’alto e noi siamo intervenuti con una motovedetta. Alla fine lo abbiamo recuperato e consegnato al 118».Il fattore umano
«Ci mettiamo in mare – prosegue il tenente Verde – dopo aver ricevuto l’allerta dal Centro operativo nazionale di Roma o dal Settore operativo regionale di Palermo, che raccolgono le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà. Spesso si tratta di barchini in ferro di circa 9 metri, stracarichi, che quando si fermano per un’avaria o perché è finito il carburante rischiano di affondare in poco tempo. La segnalazione può venire da un aereo di ricognizione del sistema di soccorso (Sar, Search and rescue) o anche da una nave mercantile o da un peschereccio che ha l’obbligo di prestare i primi soccorsi. A volte la segnalazione parte dal telefono satellitare di uno dei migranti: in quel caso la ricerca è più difficile, anche se cerchiamo di ricostruire le coordinate della loro posizione». «I nostri equipaggi – tiene a precisare il comandante – sono costituiti da sette persone, con un soccorritore marittimo che, quando agganciamo l’imbarcazione in difficoltà, deve essere pronto a tuffarsi per favorire il trasbordo delle persone attraverso una sorta di lettiga-salvagente. A bordo ci sono anche un medico e un infermiere del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta) e un mediatore culturale dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Sono figure fondamentali: l’equipe sanitaria tratta immediatamente i migranti raccolti e predispone il soccorso a terra, segnalando se ci sono casi particolari, emergenze o donne in stato di gravidanza; mentre il mediatore culturale riceve e fornisce indicazioni fondamentali per la riuscita dell’operazione di soccorso». Il collaudo della generosità Le motovedette sono collaudate per accogliere un centinaio di migranti accanto agli uomini e alle donne dell’equipaggio. Eppure non è raro vederle tornare in porto con molte più persone a bordo. «La legge del mare ci obbliga a salvare le vite e – osserva ancora il comandante Verde – in determinate condizioni, può accadere di doversi spingere un po' più in là. Non è solo la Guardia costiera ad agire così, ma tutte le forze armate, anche di altri paesi presenti a Lampedusa. Con tutti c’è un clima di collaborazione duraturo e forte. Al momento ci sono unità navali svedesi, danesi e lituane che, nell’ambito dell’operazione europea Frontex, partecipano all’operazione "Italy", mentre un nostra motovedetta tra qualche giorno dovrà raggiungere le acque greche». All’interno dell’imbarcazione di soccorso c’è un crocifisso: «Non è un caso se sta lì – dice il maresciallo Roberto Triolo – insieme ai giubbotti e alle cinture di salvataggio. Prima di partire per un’operazione di soccorso lo guardiamo e facciamo il segno della croce perché ci assista». (Nino Arena – Ufficio Migrantes Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela).L’istinto di Lampedusa per l’accoglienza. Intervista a Pierangela Allegro
6 Febbraio 2025 - Nel fitto calendario di incontri organizzato dalla Commissione regionale per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, in “trasferta” a Lampedusa, non mancherà un momento di condivisione, fissato per la giornata di domani 7 febbraio, con i ragazzi del Centro diurno per il disagio psichico, la cui responsabilità, a partire dal 2021, è nelle mani della dottoressa Pierangela Allegro, tecnico della riabilitazione psichiatrica. Una giovane professionista, da sempre innamorata del suo lavoro e dei suoi pazienti, che nell’arcipelago delle Pelagie ha trovato la propria dimensione.
Perché quello con Lampedusa potrebbe davvero essere definito un “amore a prima vista”, «sebbene fino a quel momento, pur essendo siciliana, e più precisamente palermitana, non fossi neanche consapevole di dove fosse collocata geograficamente l’isola».
Pierangela Allegro all'interno del Centro di cui è responsabile.[/caption]
L’attività del centro diurno
Una scoperta nella scoperta, dunque, per la dott.ssa Allegro, a cui è bastato poco per decidere di trasferirsi in pianta stabile a Lampedusa, «con cui si è creato un legame speciale, nonostante le difficoltà che possono esserci». Difficoltà che si accentuano nei mesi invernali, quando torna a prendere il sopravvento la dimensione più “selvaggia” dello “scoglio”, quella che Pierangela ama di più, al punto che «nel periodo estivo, oltre che dedicarmi al lavoro preferisco stare più a casa», come in una sorta di letargo a senso inverso. «Il Centro diurno semiresidenziale – spiega la dottoressa – esiste dal 2005, e in questi anni sono state prese in carico circa 500 persone. All’interno vengono svolte sia attività strutturate, di gruppo, sia attività singole per quegli utenti che hanno dei piani riabilitativi personalizzati. Parliamo di utenti con terapie farmacologiche anche abbastanza importanti che hanno bisogno di essere seguiti bene. Sul posto sarebbe necessaria la presenza di un’equipe multidisciplinare, composta da altri tecnici della riabilitazione, un medico specializzato in psichiatria, un infermiere e, lì dove necessario, anche un operatore socio-sanitario (OSS). Nei fatti, però, sono stabilmente presente sul posto solo io, che in alcuni giorni della settimana mi avvalgo del supporto di un medico specialista in psichiatria che svolge attività ambulatoriale».La decisione di rientrare in Sicilia
Un impegno costante, dunque, quello profuso da Allegro, la cui decisione di prendere parte alla selezione pubblica indetta dall’Azienda sanitaria provinciale competente per l’individuazione di un tecnico della riabilitazione psichiatrica, «è stata figlia di alcune domande esistenziali che mi sono posta dopo il periodo del Covid. Ho lavorato per oltre 10 anni in Lombardia, all’ospedale “San Paolo” di Milano e, come ben sappiamo, nel nord Italia sia la prima che la seconda ondata della pandemia, nel 2020 e nel 2021, hanno avuto degli effetti disastrosi. Mi sono cominciata a interrogare su cosa effettivamente volessi dalla mia vita, se fossi disposta a stare ancora così lontano dalla mia famiglia… E mi sono risposta di no». Cogliendo quindi la possibilità di partecipare a questa selezione ha deciso di tornare «e oggi eccomi qui, a Lampedusa». Dove è riuscita a coniugare sia l’aspetto professionale che quello affettivo: «La mia compagna è lampedusana, gestisce un’attività di ristorazione e stiamo progettando di costruire qualcosa di importante insieme».Lampedusa e la sua capacità di accoglienza
Sull’accoglienza, quella che in fondo lei stessa ha potuto sperimentare in prima persona, la dottoressa Allegro non ha dubbi: «Lo spirito di accoglienza dei lampedusani è qualcosa che non si trova da nessun’altra parte, è quasi un istinto» e per cercare di far capire meglio il suo pensiero, torna con la mente all’estate del 2023, quella degli arrivi che portarono l’hotspot di Contrada Imbriacola a non essere più sufficiente in termini di capienza: «Ricordo in particolare uno sbarco in cui arrivarono moltissime donne e bambini. La mia compagna ha subito organizzato un passaparola e nel giro di poche ore siamo stati letteralmente riempiti di vestiti e giochi per bambini e neonati. Così come sono rimasta sorpresa – continua Pierangela –, dalla compostezza e dall’ordine con cui, sempre in uno di quei giorni in cui l’hotspot non riusciva più a contenere i migranti, quest’ultimi si sono pacificamente spinti verso il centro del paese fino a raggiungere il sagrato della chiesa di San Gerlando, in attesa di ricevere un piatto di pasta». Scene non nuove alle latitudini lampedusane, che spesso, però, vengono oscurate da immagini, a senso unico, dal sapore di “invasione”. (Elena De Pasquale – Ufficio Migrantes Diocesi Messina Lipari S. Lucia del Mela). [caption id="attachment_53938" align="aligncenter" width="1024"]
Pierangela Allegro all'interno del Centro di cui è responsabile.[/caption] La Fondazione Migrantes torna a Lampedusa, “cuore del Mediterraneo”
5 Febbraio 2025 - Dal 6 al 9 febbraio l’arcipelago delle Pelagie farà da cornice all’incontro della Commissione regionale per le migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana.
Sono passati esattamente 14 anni, era il febbraio 2011, da quando Lampedusa, la più grande delle due isole che compongono l’arcipelago delle Pelagie, si ritrovò investita dall’ondata della "emergenza nord-Africa", così come fu ribattezzata dal governo italiano. Era l'effetto diretto della Primavera Araba, la grande rivoluzione dei giovani che nel 2010 interessò i Paesi del Maghreb. E così, nel giro di poco meno di un anno, migliaia e migliaia di giovani, spinti da un desiderio di libertà, abbandonarono le coste del Nord-Africa dirigendosi verso l’Italia alla ricerca di futuro e soprattutto di speranza. Quella speranza che, nonostante tutto, nonostante tutti, gli abitanti dell’isola di Lampedusa sono stati in grado di donare alle migliaia di migranti giunti sulle coste di quel fazzoletto di terra geograficamente più vicino all’Africa che all’Italia.
Una testimonianza di coraggio e di prossimità che la Fondazione Migrantes ha deciso di raccontare a fianco dei lampedusani sulla spinta delle parole dell’allora parroco dell’isola, don Stefano Nastasi: «Certe cose non possono essere raccontate, devono essere vissute, qui accanto a noi, se non venite a vedere con i vostri occhi non lo potete capire».
Il “viaggio” editoriale attraverso le strade di Lampedusa e Linosa e la volontà di raccontare qualcosa di diverso oltre l’emergenza ci ha fatto ben presto comprendere anche le tante emergenze che caratterizzano la quotidianità degli isolani. Nasce così il progetto “Lampedusa e Linosa 365 giorni in rete”, un contenitore di articoli scritti di pugno dagli isolani. Una “finestra” aperta su un territorio poco conosciuto, o conosciuto solo in certe parti, i cui contorni sono stati disegnati esclusivamente dagli abitanti dell’Isola.
Raccontare la speranza
La prima fase del progetto, intitolato “La Migrantes a Lampedusa. Raccontare la Speranza”, ha narrato un altro volto dell’Isola, cercando di captarne l’animo e il cuore, dando la parola a chi ne conosceva e ne conosce tuttora anche l’angolo più remoto. Le testimonianze sono state raccolte in un “Diario di Bordo” diventato non solo un contenitore di cronaca, ma anche di emozioni, di sentimenti, che gli isolani, grazie al rapporto instauratosi, hanno deciso di rivelare e raccontare. Mantenendo un filo conduttore con il tema centrale della missione lampedusana, ovvero “Raccontare la Speranza”, l’idea della Fondazione, sempre nel 2011, è stata quella di ritornare nel cuore del Mediterraneo per raccontare, ma soprattutto raccogliere, entro la “cornice” di un libro dal titolo “Sullo stesso barcone. Lampedusa e Linosa si raccontano”, i pensieri e le testimonianze degli isolani dopo la fase clou dell’emergenza. Il testo, in cui sono state raccolte oltre 40 testimonianze, è riuscito a far comprendere, a quanti hanno osservato i fatti di Lampedusa attraverso la tv, che le vicende vanno analizzate e considerate sotto diversi punti di osservazione: nel caso specifico quello della comunità lampedusana, che in tutte le sue componenti ha affrontato i giorni dell’emergenza con profondo spirito di collaborazione e condivisione delle sofferenze altrui.
Il “viaggio” editoriale attraverso le strade di Lampedusa e Linosa e la volontà di raccontare qualcosa di diverso oltre l’emergenza ci ha fatto ben presto comprendere anche le tante emergenze che caratterizzano la quotidianità degli isolani. Nasce così il progetto “Lampedusa e Linosa 365 giorni in rete”, un contenitore di articoli scritti di pugno dagli isolani. Una “finestra” aperta su un territorio poco conosciuto, o conosciuto solo in certe parti, i cui contorni sono stati disegnati esclusivamente dagli abitanti dell’Isola.
La voglia di una vita dignitosa: cuore pulsante del Mediterraneo
Ed arriviamo ad oggi, perché l’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana, grazie al supporto fornito dalla Fondazione Migrantes, ha deciso di tenere proprio nell’isola delle Pelagie il primo incontro del 2025 della Commissione composta dai direttori Migrantes delle diciotto Chiese di Sicilia, presieduta dal vescovo delegato S.E. mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e membro della Commissione Episcopale per le Migrazione della Conferenza Episcopale Italiana. L’evento, che rappresenta un momento centrale per quanti, in Sicilia, si occupano della pastorale migratoria, sarà una nuova occasione di studio, ascolto e riflessione delle diverse anime di un’Isola che continua comunque a rappresentare un punto di passaggio per quanti attraversano la rotta migratoria del Mediterraneo centrale per raggiungere i Paesi europei. Al netto, infatti, delle numerose evoluzioni normative che hanno interessato e interessano la materia delle migrazioni - caratterizzate da logiche securitarie mirate a rendere la categoria dei “migranti forzati”, ma non solo loro, un pericolo sociale da affrontare non con logiche di inclusione ma di esclusione - Lampedusa continua a essere testimone diretta di un fenomeno, quello migratorio, impossibile da contenere, perché animato dal desiderio che è essenza stessa del mondo: la voglia di vivere e sopravvivere. Cuore pulsante di un Mediterraneo, sempre meno “mare nostrum” e sempre più “mare mortuum”. (Elena De Pasquale - Ufficio Migrantes Diocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela)Si riunisce a Lampedusa la Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana
4 Febbraio 2025 - Dal 6 al 9 febbraio si riunisce a Lampedusa la Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana, assieme al vescovo delegato, mons. Corrado Lorefice.
Nel corso delle quattro giornate di presenza a Lampedusa, si darà voce alle diverse anime dell’Isola e si toccheranno alcuni luoghi simbolo, in un percorso di riflessione animato da intensi momenti di confronto.
Troveranno spazio gli studenti delle scuole medie e superiori coinvolti nel progetto formativo “Il Viaggio della Vita”, sostenuto in questi anni dalla Fondazione Migrantes; il parroco don Carmelo Rizzo; le suore della comunità intercongregazionale e gli operatori pastorali della parrocchia di “San Gerlando”; don Stefano Nastasi, parroco a Lampedusa durante gli accadimenti relativi alla Primavera Araba e per la visita apostolica di Papa Francesco dell’8 luglio 2013; gli uomini e le donne di Guardia Costiera e Guardia di Finanza, tasselli fondamentali della macchina dei salvataggi e dei soccorsi in mare; i volontari, gli uomini e le donne del Poliambulatorio; i rappresentanti e le voci delle organizzazioni umanitarie e delle associazioni presenti sull’isola pelagica (aggiornato il 5 febbraio 2025).
Il programma completo
Mercoledì 5 febbraio ore 18.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”. Giovedì 6 febbraio ore 16.00 - Incontro presso la sede della Guardia Costiera. ore 18.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”. ore 19.00 - Incontro con la comunità parrocchiale. Venerdì 7 febbraio ore 09.00 - Incontro con gli studenti delle seconde classi della scuola secondaria di primo grado I.C. “Luigi Pirandello”. ore 10.45 - Incontro con gli studenti delle terze classi della scuola secondaria di secondo grado liceo “Ettore Maiorana”. ore 12.30 - Incontro con gli operatori del Poliambulatorio e con gli utenti del Centro Diurno, persone con disagio psichico. ore 16.00 - Incontro della Commissione Regionale per le Migrazioni della C.E.Si. “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,2). ore 18.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”. ore 21.00 - Incontro con Giacomo Sferlazzo. Artista, cantautore, cantastorie, attivista. Sabato 8 febbraio (Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone) ore 08.30 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando” ore 09.00 - Incontro con il direttore scientifico e gli operatori del progetto educativo “Il Viaggio della Vita”, finanziato dalla Fondazione Migrantes, per gli insegnanti e gli alunni dalle elementari al liceo. ore 10.15 - Percorso di preghiera e riflessione nei luoghi simbolo dell’Isola: Porta d’Europa, Molo Favaloro, Hot spot. ore 16.00 - Incontro presso la sede della Guardia di Finanza. ore 17.00 - Visita al Museo Archeologico delle Pelagie. ore 19.00 - Tavola rotonda aperta alla comunità civile “Lampedusa, il Mediterraneo e la profezia del Vangelo”. Con S.E. mons. Corrado Lorefice, don Stefano Nastasi (già parroco di Lampedusa) e don Carmelo Rizzo (parroco di Lampedusa). A concludere, preghiera interreligiosa per la pace Domenica 9 febbraio ore 08.30 - Visita al Santuario della Madonna di Porto Salvo. ore 09.45 - Visita al Cimitero, preghiera e testimonianze. ore 11.00 - Celebrazione eucaristica parrocchia “S. Gerlando”.Per informazioni: migrantes.me@alice.it
“Per insegnare come si è fratelli”. All’IIS Carlo Jucci di Rieti, un’assemblea d’istituto dedicata all’immigrazione
4 Febbraio 2025 - Il 21 gennaio 2025, nella palestra del Liceo Classico Marco Terenzio Varrone, si è svolta l’assemblea d’istituto dell’IIS Carlo Jucci di Rieti, organizzata per riflettere sul tema dell’immigrazione.
La mattinata è iniziata ascoltando Franca Palumbo (Ufficio Migrantes della diocesi di Rieti) e Antonella Liorni (Sai Il Samaritano), le quali hanno sensibilizzato la comunità studentesca sul fenomeno immigratorio ripercorrendo l’evoluzione che quest’ultimo ha avuto negli anni, soffermandosi soprattutto sulla questione del diritto d’asilo.
Successivamente c'è stato un confronto con i ragazzi e le ragazze dell’associazione Il Samaritano: Jabbar Mohammed Hasan, Allou N'Goran Annemarie, Ullah Habib e Alassar Abdalrahman. Ciascuno ha raccontato la propria storia, le difficoltà che sono stati costretti ad affrontare e che stanno affrontando tutt’oggi: dall'apprendimento della lingua italiana fino a tutti i sacrifici che hanno dovuto fare e che ancora oggi stanno facendo, inclusa l'impossibilità prolungata di vedere i propri parenti.
"Anche una semplice assemblea scolastica - hanno scirtto gli studenti e le studentesse nel loro resoconto dell'incontro - può essere fondamentale, come scrisse Pier Paolo Pasolini nella poesia Profezia (1964), nota anche come Alì dagli occhi azzurri: “Per insegnare come si è fratelli”, è necessario infatti che si parli dei fenomeni che caratterizzano il mondo di oggi, con l’auspicio che noi cittadini di domani, da questo dialogo, possiamo divenire più consapevoli e capaci di azioni più inclusive e umane nei confronti del prossimo".
“Intercultura: il passo dei giovani”. A Brescia, il III convegno Migrantes Lombardia
3 Febbraio 2025 - Nella giornata di Sabato 8 Febbraio 2025 l’Ufficio per i Migranti della Diocesi di Brescia organizza e ospita il III Convegno Migrantes Lombardia.
Il convegno, intitolato “Intercultura: il passo dei giovani”, si svolgerà presso la Curia diocesana di Brescia (Sala dei Vescovi) e sarà dedicato alla particolare prospettiva dei giovani rispetto al tema dell’incontro di culture e delle migrazioni.
Al mattino sono previsti gli interventi del coordinatore dell’area pastorale Mondialità della diocesi di Brescia, don Roberto Ferranti, e di S. Em. il card. Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale. Nel pomeriggio, una tavola rotonda dedicata al focus "oratorio e intercultura".
Di seguito il programma dettagliato della giornata.
PROGRAMMA
Ore 9.30 Accoglienza e registrazione Ore 10.00 Saluti, mons. PIERANTONIO TREMOLADA, vescovo di Brescia. Riflessione Biblica, mons. FRANCO AGNESI, vescovo delegato CEL per la Pastorale Migranti. Intercultura: il passo dei giovani, visione del video reportage e descrizione del percorso realizzato nella Diocesi di Brescia, don ROBERTO FERRANTI, coordinatore area pastorale per la Mondialità, Diocesi di Brescia. Ore 11.00 Giovani e intercultura: un’alleanza per la pastorale e per la vita comunitaria, alla luce del Magistero di Papa Francesco, card. FABIO BAGGIO, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale Testimonianze, N’DIAWAR GUEYE e SIMONE ZENDRA, giovani bresciani. Ore 12.30 Pranzo Ore 14.00 Tavola rotonda – Parrocchia e Oratorio alla prova dell’Intercultura don MARCO MORI, Parroco S. Polo in Brescia, DANIEL MASSA, educatore all’oratorio di San Faustino in Brescia e MICHELE OTTONELLO, educatore all’oratorio della Beata Vergine Addolorata in San Siro a Milano. Modera don ANDREA ZANI, coordinatore delle Cappellanie etniche, Diocesi di Brescia. Seguono domande e dibattito con i relatori Ore 16.00 Conclusioni, don ALBERTO VITALI, direttore Migrantes Lombardia.ISCRIZIONI INDISPENSABILI (entro il 4 Febbraio) cliccando al seguente link: https://forms.gle/2aWLJMVEpb3RkCHz6
Possibilità di parcheggio presso il Centro Pastorale Paolo VI (con accesso da Via Callegari 4bis, Brescia)
Per chi arriva con i mezzi pubblici, fermata della Metro Vittoria
Per info: migranti@diocesi.brescia.it tel. 030.3722350