Primo Piano

Là dove la vita gira. A Bergantino, nell’alto Polesine, l’incontro con il mondo dei giostrai

23 Settembre 2025 - Il 19 settembre scorso "L'Osservatore Romano" ha inaugurato una nuova rubrica, "Un faro sull’altrove", un viaggio alla scoperta degli altrove che ci camminano accanto. Mondi, luoghi e persone che non sembrano vivere secondo le regole del nostro presente, ma osservando un tempo altro. Flaminia Chizzola ha "scoperto" il mondo dei viaggianti e ha raccontato la storia di Monica e Flaviano Ravelli. Ringraziamo il quotidiano della Santa sede per averci permesso di ripubblicare l'articolo. «Era un tempo di nonni e di oratorii, un tempo senza calendari, in cui sapevi che si avvicinava Natale perché in cucina la nonna stendeva la sfoglia per la pasta, un tempo fatto di piccoli doveri: devi portare il fiorellino alla maestra, confessarti alla domenica, tornare a casa subito dopo l’oratorio, ma anche un tempo senza genitori: non li vedevi mai, sempre in giro con la loro giostra». Siamo a Bergantino, nell’alto Polesine, un paese di tremila abitanti che costituisce il cuore pulsante del distretto della Giostra, un polo industriale che oggi conta 470 aziende, circa mille lavoratori e un fatturato annuo di un milione di euro, ma in questa storia i numeri li lasciamo ai margini. «Se mi chiedi dov’ero quando mio padre è morto, non te lo so dire, ma ricordo esattamente dove mi trovavo quando è morta la nonna, era lei la mia famiglia», dice Flaviano Ravelli, un «dritto», che nel gergo dello spettacolo viaggiante significa giostraio, circense. Ha i capelli bianchi, la fronte aggrottata dal tempo e quella parlata romagnola che, per quanto sia, non riesce a nascondere una disillusione di fondo. «A sedici anni ho iniziato a girare coi miei genitori: mio padre aveva un’autopista 43 metri per 16, una roba pesantissima, che ci volevano sette persone e due giornate per montarla, e ti dirò che a me studiare non dispiaceva mica, anzi, se avessi continuato». «Perché non l’hai fatto?». «Non lo so, trovavo mille scuse, ma la verità è che non mi andava bene niente... La cosa ti fa ridere?». «No, Flaviano», gli diciamo pensando a questa insoddisfazione che c’abbiamo dentro, che ci divora e manda all’aria tutto e poi è troppo tardi. «E poi un inverno — riprende Flaviano — tornai a Bergantino e lì, conobbi la Monica». «Prima di lui io mica ci pensavo alle giostre» dice la donna dai capelli ricci che sorride sempre e ci ricorda I fratelli Karamazov, «la bellezza salverà il mondo». Sì, ma chi salverà la bellezza? Monica ci racconta lo strano incontro tra «un dritto come Flaviano, per cui la vita è movimento, passare di fiera in fiera, di giostra in giostra, e una ferma, come me». E come il 99 per cento delle persone — pensiamo noi — che certi giorni l’unico movimento che si fa è dal salone alla cucina, mentre certi altri ci si spinge fino in ufficio, in palestra, a volte addirittura a cena fuori, e quando la sera si rientra a casa: ah, finalmente ci fermiamo! «Il giorno del matrimonio — continua Monica — dopo che c’eravamo sposati, io mi sono attaccata al tavolo di casa dei miei: non me ne volevo più andare. E due ore dopo ero seduta alla cassa della ruota panoramica che distribuivo i biglietti vestita da sposa!». E lei ride così di gusto che pensiamo: questa è la vita che voleva. Poi la donna ci indica una foto ingiallita in cui due giovani capelloni siedono… sul Colosseo. «Il nostro viaggio di nozze! In un giorno abbiamo girato tutta l’Italia!». Le sorridiamo: un’Italia in miniatura, un Paese che esiste solo a San Marino, e anche lì, avrete girato senza mai fermarvi: Roma, Pisa, Venezia, Palermo, e poi via, verso la prossima fiera, e quella dopo ancora e poi ancora un’altra. «Ma non eravate mai stanchi di quella vita?». «E a te, non ti stanca stare ferma?». Guardiamo Flaviano in quegli occhi neri come la pece: «Allora perché l’avete lasciata?». Per un istante l’uomo abbassa lo sguardo, la donna ammaina il suo sorriso. «È stata una scelta triste e difficile — dice Flaviano —. Una sera ci sediamo a tavola e io faccio alla Monica: “E la Valeria?” Perché nel frattempo avevamo avuto una figlia. Monica mi guarda: “la Valeria è dai nonni.” Allora, mi è passata davanti tutta l’infanzia: mia nonna che mi prepara la cena, che mi porta a scuola, a messa, all’oratorio, mia nonna che muore in un giorno d’estate. E i miei genitori? Non pervenuti. Così ho preso e ho messo in vendita la giostra». Flaviano ci descrive quell’ultimo viaggio con moglie, figlia e... «La nostra ruota panoramica. Siamo andati fino a Porto Cesareo, in provincia di Lecce, e l’abbiamo lasciata alla famiglia Marsico, gente per bene». «Ricordo — continua Monica perché Flaviano non riesce ad andare avanti —, ricordo noi tre che ci teniamo per mano mentre le luci della ruota si accendono e si spengono». «Era la nostra vita. — mormora l’uomo — L’abbiamo lasciata lì, in provincia di Lecce». «Te ne sei pentito?». Lui ci guarda: gli occhi neri come la pece adesso brillano come le luci del luna park: «Ho scelto di adattare la mia vita al mio amore per mia figlia». «E dopo come sono andate le cose?». La donna, che ha ripreso a sorridere, ci racconta del bar in cui avevano investito tutti i soldi fatti con la ruota. «Forse non era un buon investimento. O forse noi non eravamo buoni per certe cose che agli altri vengono tanto semplici». Come stare fermi, pensiamo noi, e far di conti, i numeri, sempre e solo i numeri, guardando gli altri che entrano ed escono dalla tua vita mentre tu sei immobile. «Poi, un giorno — riprende Flaviano — siamo andati da Madre Speranza. In quella stanza dove il bidè è un catino e il televisore un crocifisso c’era l’essenziale, allora, prendo la Monica: “E noi due, ci mettiamo in gioco sì o no?”. In quell’occasione conosciamo anche la Migrantes e ci diventa chiaro che non ci sono solo i migranti che sbarcano sulle nostre coste, ci sono anche i migranti stagionali — i giostrai, i circensi — persone che non hanno radici nel cemento e sono straniere in ogni terra». Sono migranti, pensiamo noi, eppure nessuno si batte per i loro diritti; sono italiani, ma nessuno dice: loro prima di tutti. «E quindi, cosa avete fatto?». «Abbiamo ripreso a girare, di fiera in fiera, per fare le catechesi ai ragazzi». «E — interviene Monica — abbiamo scoperto non solo che i figli dei giostrai raramente vanno a messa, ma che c’era un tasso di dispersione scolastica altissimo, un po’ per via di una diffidenza dei dritti verso l’istruzione, un po’ perché nei confronti di questi ragazzi molte scuole non si mostrano particolarmente… inclusive, ma questo te lo può dire meglio la Valeria». La donna che sorride sempre ci presenta la figlia che da vent’anni, assieme ai genitori, assiste gli alunni itineranti nel loro frastagliato percorso scolastico. «Ma perché i dritti si rivolgono a voi se hanno problemi con le scuole?», le domandiamo. Lei sorride come sua madre: «Anche se, ormai, siamo fermi noi veniamo da quel mondo, li conosciamo tutti e loro si fidano di noi. Devi capire che per le scuole gli alunni itineranti sono un peso, stanno lì solo poche settimane e poi se ne vanno verso la prossima fiera, il prossimo paese, il prossimo istituto, e così tante scuole si rifiutano di prenderli». «Ma non possono — le diciamo — c’è il diritto allo studio». Lei scuote la testa: «Gli istituti adducono mille scuse: la privacy, la sicurezza, il terremoto...». «E voi allora cosa fate?». Proprio per facilitare il difficile incontro tra alunni itineranti e una scuola solo per fermi Valeria Ravelli ha ideato Il libro dei saperi dello spettacolo viaggiante, un quaderno ad anelli, diviso per materie e organizzato in modo tale che l’istituto che il ragazzo frequenta di volta in volta potrà dire: ripartiamo da dove sei arrivato. Da anni la famiglia Ravelli gira di fiera in fiera, di scuola in scuola, è arrivata fino a Roma. «Al ministero — precisa Monica — ma lì la prima cosa che ti dicono: ci dia i numeri, e a me allora saltano i nervi: il diritto allo studio non vale per tutti?». «Forse qualcosa, però, sta cambiando — interviene Valeria —. Il 30 maggio scorso è stato presentato alla Camera dei Deputati il progetto di legge che riconosce ufficialmente il Libro dei Saperi dello spettacolo viaggiante per garantire anche agli alunni itineranti quel diritto allo studio che la Costituzione italiana riconosce a tutti». «E il 23 settembre la proposta verrà presentata anche alla stampa — ci dice Flaviano — e vada come vada, la Monica è ottimista, io un po’ meno, noi non ci fermeremo, continueremo ad assistere questi ragazzi e le loro famiglie». «Ma chi ve lo fa fare, alla vostra età sbattervi da una fiera a un’altra, da un paese a un altro e quando non andate voi sono i ragazzi, le famiglie, le scuole che vi chiamano? Ma si può sapere quali sono i vantaggi?». Flaviano sorride e gli occhi neri come la pece gli brillano come le luci del luna park, un luna park oggi invecchiato e un po’ cadente, come Coney Island che ha quel fascino che solo il tempo sa dare. «I vantaggi — ci dice — sono la Monica». «E gli svantaggi?» «Io. Io che tutti i giorni sento la Monica al telefono con le scuole che ti dicono che non vogliono i ragazzi; e i ragazzi che ti dicono che gli è morta di nuovo la nonna, e la madre dei ragazzi che dice: “Mio marito è morto”. E tu le domandi: “Ma è morto morto o è in vacanza?”». Il sole sta tramontando sulle case in cemento e sulle carovane dei dritti e nel riprendere la via di casa ripensiamo a quest’altrove che ci cammina a fianco mentre noi siamo fermi; ripensiamo a questa giornata particolare in cui Flaviano e Monica ci hanno fatto salire sulla giostra della loro vita; poi, pensiamo alle fiere che un tempo si svolgevano nel paese e adesso sono messe ai margini, un po’ come si fa con i poveri, gli scarti, con quelli che non vuoi vedere e allora gli canti: fatti più in là. Arrivati a casa, chiudiamo la porta, ah, finalmente ci fermiamo! Rivediamo la fiera di San Giorgio dove Flaviano e Monica ci accompagnano prima di salutarci; rivediamo i giovani, e i meno giovani, che invitano la gente a salire sulle loro attrazioni, «Venghino, signori, venghino!», anche se di gente quest’anno alla fiera ce n’è poca, ma loro non si arrendono e in una società di musoni in cui il buonumore è solo sui social, loro continuano a sorridere sul serio, anche se le cose non girano più come una volta, i dritti non si fermano. «Perché non potete?». «Perché non vogliamo. Io non voglio sedermi a una scrivania, davanti a un computer per tutto il giorno e guardare la vita che mi scorre accanto, io la vita la voglio vivere, e tu?». (Flaminia Chizzola, "L'Osservatore Romano", 19 settembre 2025) Osservatore Romano Bergantino

A Brindisi, “porto di pace e di speranza”, viene presentato il progetto “La Porta di Casa”

22 Settembre 2025 - Venerdì 26 settembre, alle ore 20:30, nel cortile della cattedrale di Brindisi si terrà la presentazione del progetto "La Porta di Casa", promosso da Caritas diocesana, Ufficio Migrantes e Associazione Migrantes OdV. All'evento, incluso nella più ampia manifestazione "Brindisi, porto di pace e di speranza", seguiranno testimonianze, riflessioni e il concerto del gruppo "Viaggio Popolare", composto dai musicisti Giuseppe Anglano, Luigi Marra, Ippazio Rizzello e Davide Donno.
La Porta di Casa
Il progetto "La Porta di Casa" è stato possibile grazie alla generosità dell'arcivescovo della diocesi di Brindisi-Ostuni, monsignor Giovanni Intini, che ha messo a disposizione un edificio della Curia, con una storia significativa: in passato ha accolto monsignor Angelo Giuseppe Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, testimoniando così una vocazione all'accoglienza che oggi rinasce. L'immobile riapre le sue porte per accogliere persone migranti che vivono e lavorano stabilmente a Brindisi, e continuerà la sua storia come "Casa Colibrì".
I migranti, missionari di speranza
Come ci ha ricordato papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo 2025, “non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti" affinché le loro attese non siano “vanificate da pregiudizi e chiusure”. Casa Colibrì è la risposta a questo appello ed è, al contempo, un invito a ribaltare la prospettiva, vedendo i migranti stessi come missionari di speranza, così come sottolineato da papa Leone nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025, che i brindisini celebreranno proprio in questa occasione. I migranti non sono solo persone in cerca di salvezza, ma sono portatori di una speranza che rinnova e arricchisce le nostre comunità. La loro tenacia, la loro fede e il loro coraggio li rendono testimoni privilegiati di un futuro migliore, per sé e per noi. Spiega la direttrice dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Brindisi-Ostuni, Sabina Bombacigno: "Brindisi ha il Mediterraneo nel suo DNA. Un crocevia di popoli e culture, dove partenze e arrivi si sono sempre intrecciati, rendendo la speranza un elemento radicato nel suo tessuto sociale. È proprio in questo contesto che nasce il progetto 'La Porta di Casa'. Qui la porta non è un confine, ma un passaggio; non una barriera, ma un'apertura. Con questo progetto, vogliamo affermare che l'accoglienza non è solo un dovere, ma un'autentica opportunità di arricchimento reciproco". Brindisi La Porta di Casa

Card. Zuppi : “La guerra è il fallimento della politica e dell’umanità. Ogni parrocchia e comunità sia una casa di pace e di non violenza”

23 Settembre 2025 - "È avvenuto un cambio di paradigma, ormai generalizzato, con la riabilitazione della guerra come strumento politico o di affermazione dei propri interessi". C'è una presa di coscienza chiara e preoccupata nelle parole del presidente della Conferenza episcopale italiana, il card. Matteo Zuppi, nella sua introduzione al Consiglio episcopale permanente, che ha preso il via a Gorizia, città simbolica e di frontiera, e terminerà il 24 settembre. Nell'esaminare il contesto conflittuale globale in cui ci troviamo, il card. Zuppi ha rilanciato l'Europa come "via verso il futuro", nonostante tutto. Con un appello: "Dobbiamo, come Chiesa italiana e come Chiese europee, portare il nostro sostegno al Continente, per un suo consolidamento come realtà di democrazia, pace e libertà, per la difesa della persona umana in un mondo che appare tanto in movimento". A proposito della riabilitazione della guerra, che piuttosto "è il fallimento della politica e dell’umanità", il presidente dei vescovi italiani paventa il rischio di "rimanere intrappolati nella polarizzazione, che non solo fa perdere l’opportunità di vie nuove, ma alimenta ulteriore conflitto: radicalizzazione, chiusura, violenza verbale o fisica, sospensione dell’altro dalla comunità, innalzamento delle barriere emotive e cognitive. La polarizzazione si manifesta quando opinioni, identità e appartenenze diventano muri invalicabili: “noi” contro “loro”, amici contro nemici, verità contro menzogna. Il rischio mortale è che ogni interlocutore venga spogliato della sua umanità. Qui inizia l’odio, che poi rende vittime e artefici, allo stesso tempo, se non si combatte per tutti e in ogni situazione. Assistiamo spesso ad un pericoloso scontro continuo e intransigente, dove diventa impossibile immaginare vie alternative". Di fronte a tutto questo, il card. Zuppi esprime un invito: "Ogni parrocchia e comunità sia una casa di pace e di non violenza che promuova e raccolga le tante e importanti istanze che salgono dalla società civile. Per i cristiani, l’impegno alla pace non è un’opzione morale fra tante, ma una dimensione costitutiva del Vangelo. Gesù ci ricorda che basta dire pazzo a nostro fratello per essere omicidi! Egli invita ad amare i nemici. Questo impegno si traduce nel promuovere riconciliazione, giustizia, cura dei più vulnerabili, rifiuto di ogni forma di violenza. Essere cristiani significa anche denunciare le guerre e le ingiustizie, sostenere la diplomazia, offrire accoglienza a chi fugge da conflitti".

Leone XIV alla comunità cattolica indonesiana di Roma: “Siate profeti di comunione”

22 Settembre 2025 - Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, Leone XIV ha incontrato la comunità cattolica indonesiana di Roma. Nel suo intervento, pronunciato in lingua inglese, il Pontefice ha sottolineato il legame stretto tra la Santa Sede e il Paese del sud-est asiatico - che quest’anno celebrano 75 anni di relazioni diplomatiche -, ricordando anche “la storica visita” di Papa Francesco a Giacarta, un anno fa, dal 2 al 6 settembre. In particolare, il Santo Padre ha ringraziato gli indonesiani "per i forti legami che mantenete con i vostri vicini cristiani e non cristiani. Questi silenziosi atti di servizio riflettono il motto dell'Indonesia, Unità nella diversità"; e si è detto rincuorato, in particolare, per "il modo in cui mettete in pratica questa solidarietà, dall'accoglienza dei nuovi migranti alla condivisione della vostra cultura con le comunità locali. Questi sono chiari esempi della “cultura dell'incontro”, che è il fondamento della pace e della comunione. Vi esorto ad essere profeti di comunione in un mondo che così spesso cerca di dividere e provocare. Il cammino del dialogo, il cammino dell'amicizia, può essere impegnativo, ma produce il prezioso frutto della pace". [caption id="attachment_64405" align="aligncenter" width="1024"]Papa Leone XIV riceve in udienza alcuni Indonesiani residenti a Roma. Papa Leone XIV riceve in udienza alcuni Indonesiani residenti a Roma (foto Vatican Media/Sir)[/caption]

Missioni cattoliche di lingua italiana: “Essere chiesa oggi in Svizzera”. A Bergamo 4 giorni di formazione e aggiornamento

20 Settembre 2025 - Il seminario vescovile di Bergamo ospiterà dal 20 al 23 ottobre 2025 un convegno di aggiornamento promosso dalle Missioni cattoliche di lingua italiana in Svizzera, pensato per i missionari e gli operatori pastorali, intorno al tema "Essere Chiesa oggi in Svizzera alla luce del nuovo fenomeno migratorio. Opportunità e sfide per una pastorale di comunione e di interculturalità". Le iscrizioni devono pervenire entro lunedì 13 ottobre 2025.

👉 Per informazioni e iscrizioni.

In Svizzera attualmente vivono 650 mila italiani e circa il 40% della popolazione cattolica proviene dalla migrazione. Questa molteplicità di provenienza, di culture, di lingue, di tradizioni e di riti liturgici apporta un colore tipico che è l’identità propria della Chiesa che è in Svizzera. Con il documento “In cammino verso una pastorale interculturale" la Conferenza dei Vescovi svizzeri (CVS) e la Conferenza centrale cattolica romana (RKZ) hanno creato le basi per orientare questo progetto. Il convegno intende dare un contributo di riflessioni e proposte per il futuro della Chiesa svizzera e delle comunità affidate alle Missioni, sulla scia di quello che ha lasciato scritto papa Francesco nell'enciclica Fratelli tutti: “C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Come è importante sognare insieme! … Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce”. (FT 8)
Il programma
Dalle 16.30 di lunedì 20 ottobre prenderanno il via i lavori, con gli interventi di mons. Pierpaolo Felicolo (direttore generale della Fondazione Migrantes) e Isabel Vasquez (Migratio CES - Friburgo). A seguire: MARTEDI 21 OTTOBRE 7.30 Lodi e Messa – S.E. mons. Gian Carlo Perego (presidente della Fondazione Migrantes). 9.15           Introduzione e poi relazione - Una Chiesa sempre più cattolica e inclusiva. Necessità di essere segno profetico in una società sempre più multiculturale, in movimento e plurale. Quali sinergie, opportunità e sfide per le Missioni italiane nel contesto della Chiesa in Svizzera?
  • Prima parte - Urs Brosi – Segretario generale RKZ.
  • Seconda parte - Urs Corradini, diocesi di Basilea.
15.00 Introduzione e poi relazione - La Chiesa: casa e scuola di comunione e     di convivialità. Come avviare un processo di formazione alla cattolicità e alla comunione alla luce del contesto sociale ed ecclesiale di oggi? (S.E. mons. Giancarlo Perego, presidente Fondazione Migrantes) 16.30 Testimonianze: la Pastorale migratoria in Europa:
  • don Gregorio Milone – Coordinatore MCLI - Germania.
  • don Antonio Serra – Coordinatore MCLI – Gran Bretagna.
  • don Massimo Rizzi – direttore Uff. Migranti - Bergamo.
MERCOLEDI  22 OTTOBRE 7.30 Lodi e Messa – don G. Bergamelli, rettore del seminario di Bergamo. 9.15           Introduzione (moderatore) e poi relazione - Essere chiesa oggi in Svizzera alla luce del nuovo fenomeno emigratorio; come porre semi di convivialità delle differenze, di incontro tra le diversità per essere sempre più ponti di comunione, di cattolicità e di interculturalità? (Salvatore Loiero, teologo). 10.30        Introduzione (moderatore) e poi relazione - Che importanza hanno la pastorale e la liturgia nella propria lingua madre?  Quanto e come è importante l’identità di un gruppo linguistico in un contesto di pastorale di comunione? (Salvatore Loiero, teologo) GIOVEDI 23 OTTOBRE 7.30 Lodi e Messa – S.E. mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo. 9.15 Introduzione (moderatore) e poi laboratorio sulla relazione del prof. Loiero. 11.00 Raccolta dei lavori di gruppo – Discussione plenaria 12.00 Sintesi del moderatore e chiusura del coordinatore, don Egidio Todeschini.

👉 Per informazioni e iscrizioni.

Bergamo        

Il 28 settembre torna a Salerno la Festa dei popoli

19 Settembre 2025 - Il 24 settembre 2025, alle ore 10.30, presso la Sala Giunta del Comune di Salerno, si terrà la conferenza stampa di presentazione della XVI edizione della Festa dei Popoli, in programma domenica 28 settembre 2025 al Parco Urbano dell’Irno, a partire dalle ore 16.00. Interverrà anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. L’evento, ormai appuntamento consolidato nel panorama culturale cittadino, rappresenta un’occasione unica di incontro, dialogo e condivisione tra comunità provenienti da tutto il mondo che vivono a Salerno e in Campania. Il tema di quest’anno, “Un viaggio di mille miglia”, vuole raccontare le storie di libertà, speranza, amicizia, studio, lavoro, fede e amore che attraversano i percorsi migratori e che trovano nella Festa dei Popoli uno spazio di espressione autentica. La manifestazione sarà caratterizzata da stand delle comunità etniche partecipanti, spettacoli, testimonianze e attività culturali che daranno voce e colore alla ricchezza delle diverse tradizioni presenti sul nostro territorio. Festa dei popoli Salerno 2025

XXXVII Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero: “Sostenere i sacerdoti significa custodire il cuore delle nostre comunità”

18 Settembre 2025 - Un gesto di riconoscenza verso i sacerdoti che ogni giorno si prendono cura delle nostre comunità. È questo l’invito che la Chiesa italiana rivolge ai fedeli in occasione della XXXVII Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero, in programma domenica 21 settembre 2025. I sacerdoti, oggi più che mai, rappresentano una risorsa fondamentale. Sono annunciatori del Vangelo nella concretezza della vita quotidiana, artigiani di relazioni autentiche, punti di riferimento per famiglie in difficoltà, anziani soli, giovani disorientati o in cerca di lavoro. Con discrezione e tenacia, offrono tempo, energie e ascolto costruendo reti di solidarietà e accompagnando percorsi di fede e rinascita. “La Giornata Nazionale - spiega il responsabile del Servizio Promozione per il Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – richiama l’attenzione sull’importanza della missione dei sacerdoti, sulla bellezza del loro servizio e sulla corresponsabilità richiesta alla comunità cattolica. È un’opportunità per esprimere gratitudine verso uomini di fede, speranza e prossimità, che ogni giorno offrono la loro vita per il bene delle comunità. Sostenerli non è solo un atto economico, ma un segno concreto di appartenenza e partecipazione ecclesiale”. Spesso si crede, erroneamente, che l’obolo domenicale sia sufficiente a garantire il sostentamento del clero. Ma in molte realtà, queste risorse non coprono il necessario. Le offerte deducibili, istituite con la revisione del Concordato, oltre quarant’anni fa, rimangono ancora oggi uno strumento poco conosciuto e sottoutilizzato. Nel 2024, secondo i dati diramati dal Servizio promozione sostegno economico CEI, le offerte raccolte, pari a 7,9 milioni di euro, hanno contribuito al sostentamento di circa 31.000 sacerdoti attivi nelle 226 diocesi italiane, inclusi 250 fidei donum – missionari in Paesi in via di sviluppo – e 2.517 sacerdoti anziani o malati che, pur avendo concluso il loro ministero, restano testimoni di una vita spesa per il Vangelo. L’ammontare raccolto, pur significativo, resta però lontano dai 522 milioni di euro necessari a garantire una remunerazione dignitosa – attorno ai 1.000 euro mensili per 12 mesi – a ciascun presbitero. Attraverso il sito www.unitineldono.it, è possibile effettuare una donazione in modo sicuro e semplice. Chi lo desidera, può anche iscriversi alla newsletter mensile per ricevere aggiornamenti e scoprire storie vere di sacerdoti e comunità che, da nord a sud del Paese, rendono visibile il volto della Chiesa che ama, accoglie e accompagna. (fonte: CEI)

ℹ Per maggiori informazioni: unitineldono.it


Giornata Sostentamento del clero 2025

Gaza, Leone XIV: il popolo palestinese sopravvive “in condizioni inaccettabili” ed è “costretto con la forza a spostarsi ancora una volta dalle proprie terre”

17 Settembre 2025 - Durante l'udienza generale di oggi, Leone XIV ha fatto un nuovo forte appello sulla situazione in Terra Santa. Queste le parole del Santo Padre: "Esprimo la mia profonda vicinanza al popolo palestinese a Gaza, che continua a vivere nella paura e a sopravvivere in condizioni inaccettabili, costretto con la forza a spostarsi ancora una volta dalle proprie terre. Davanti al Signore Onnipotente che ha comandato: «Non ucciderai» (Es 20,13) e al cospetto dell’intera storia umana, ogni persona ha sempre una dignità inviolabile, da rispettare e da custodire. Rinnovo l’appello al cessate-il-fuoco, al rilascio degli ostaggi, alla soluzione diplomatica negoziata, al rispetto integrale del diritto umanitario internazionale. Invito tutti ad unirsi alla mia accorata preghiera, affinché sorga presto un’alba di pace e di giustizia".

Migrazioni, card. Zuppi: “Nella polarizzazione colpevole e ignorante, alimentata nei dibattiti pubblici si creano luoghi comuni distorcenti, pericolosi”

16 Settembre 2025 - "Nella polarizzazione colpevole e ignorante, alimentata nei dibattiti pubblici e in particolare sul tema dell’emigrazione, si creano luoghi comuni distorcenti, pericolosi perché non permettono di comprendere i veri rischi, fanno perdere l’umanità e il rispetto per qualsiasi vita, fondamento del cristianesimo, ma anche dell’umanesimo che da questo è scaturito". Il quotidiano Avvenire ha pubblicato la prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi alla nuova ricerca Toniolo sui corridoi umanitari (condotta con 20 donne under 35 da diversi Paesi); il focus è sulle donne, poiché gli studi sulle migrazioni hanno sottolineato che spesso le donne migranti si trovano ad affrontare situazioni più complesse e delicate rispetto agli uomini. Il libro Libere da, libere di? Storie di giovani donne in Italia con i corridoi umanitari (Vita e Pensiero, pagine 272, euro 20,00), a cura di Cristina Pasqualini e Fabio Introini - rispettivamente ricercatrice e professore associato di Sociologia generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano -, sarà presentato il 29 settembre in Università Cattolica con il presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, autore della postfazione. E a proposito dei corridoi umanitari, scrive così il card. Zuppi nella prefazione: "Questo programma consente di salvarsi insieme, chi migra e chi accoglie. In Italia sono tante le esperienze virtuose di accoglienza e questo libro le racconta dando voce sia alle donne migranti che ne hanno beneficiato, sia alle comunità che si sono messe in gioco attivandosi nella prossimità".   Corridoi umanitari donne

Mons. Felicolo: “La mobilità umana nasce spesso da radici profonde di speranza”. A Torino parte il Festival dell’Accoglienza

16 Settembre 2025 - Tutto pronto per la quinta edizione del Festival dell’Accoglienza che torna a Torino dal 16 settembre al 31 ottobre per stimolare una comprensione sempre più profonda e articolata di cosa significhi realmente "accogliere" nel nostro tempo.
La speranza è una radice
Organizzato dalla Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e dall’Associazione Generazioni Migranti, realizzato con il patrocinio della Città di Torino, della Regione Piemonte, del Comune di Moncalieri e con il sostegno della Fondazione CRT, della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Migrantes, il programma - presentato questa mattina a Torino - propone oltre 45 giorni di festival e oltre 100 eventi diffusi intorno al tema "La speranza è una radice", per approfondire, attraverso più voci, racconti ed esperienze, i temi della comunità, della mobilità umana e della multiculturalità. «Il Festival dell’Accoglienza non è solo una rassegna di eventi, ma un laboratorio di futuro: qui le differenze non dividono, ma diventano radici comuni da cui far germogliare speranza e comunità – racconta Sergio Durando, responsabile del Festival – La speranza è la nostra risposta più concreta alle paure del presente. La speranza non cresce da sola: ha bisogno delle mani, delle voci, delle scelte di ciascuno di noi. "La speranza è una radice": sta a noi nutrirla perché diventi albero di vita per tutti. In questo senso il Festival è una bella esperienza di pluralità, un'iniziativa che nasce dal basso, dall’energia di giovani, di famiglie accoglienti, di comunità e associazioni. Il Festival è un invito a non restare spettatori».
Il programma
In occasione della sua quinta edizione, il Festival si apre a nuove collaborazioni, con eventi, realtà e altri importanti festival per parlare e riflettere sul tema dell’accoglienza da diverse prospettive e con un pubblico sempre più ampio e variegato. Al centro dei numerosi appuntamenti non mancheranno le testimonianze di ospiti che hanno vissuto e vivono «l’accoglienza» nel loro quotidiano, quali attivisti, scrittori, giornalisti, filosofi, artisti, ricercatori, docenti e i volontari e le volontarie delle realtà accoglienti torinesi, e non solo. Occasioni di riflessione che saranno legate anche ad alcune date significative quali la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza del 3 ottobre – che verrà commemorata con diverse iniziative in tutto il Piemonte – la 111ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 4 e 5 ottobre e la Giornata Missionaria Mondiale del 19 ottobre. Tra gli oltre 100 eventi previsti in calendario, da segnalare in particolare quello di lunedì 13 ottobre alle ore 17.45 (Pastorale Migranti – Via Cottolengo, 24 bis – Torino), dal titolo: "Quale sicurezza con i Decreti Sicurezza?". Realizzato in collaborazione con ASGI, Carovane Migranti e Rete torinese contro tutti i CPR, l’incontro prevede gli interventi di S.E. mons. Giancarlo Perego (presidente della Fondazione Migrantes), Gustavo Zagrebelsky (professore di Diritto costituzionale), Francesca Troise (presidente Circoscrizione 3 Torino, Rete torinese contro tutti i CPR) e Stefano Bleggi (Melting Pot Europa, aderente al Network Against Migrant Detention). Modera Luca Rondi, giornalista di Altreconomia.
L'intervento del direttore generale della Fondazione Migrantes
«La speranza non è un ornamento, non è un sentimento superficiale - ha detto il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Festival -, ma una radice: qualcosa che affonda in profondità, che nutre, che tiene in vita anche quando in superficie sembra esserci solo aridità». Una radice, ha precisato mons. Felicolo, che «dà forza alle nostre comunità, soprattutto quando affrontano la sfida della mobilità umana, insieme alle complesse dinamiche dell’ineguaglianza economica e sociale, alle guerre, alle tanti crisi ambientali». Il direttore generale della Fondazione Migrantes nel suo intervento ha a lungo citato anche Vittorio Bachelet: «Ci ricorderebbe che questa speranza va tradotta in impegno concreto: politiche giuste, accoglienza dignitosa, percorsi di partecipazione che non chiedano di recidere le radici, ma di piantarle in un terreno nuovo, dove possano portare frutto. La sua vita ci ricorda che la speranza non è passività, ma impegno concreto per il bene comune, anche a costo della propria vita. Bachelet sapeva che la speranza è radice di giustizia: senza di essa, l’azione sociale si riduce a calcolo; con essa, diventa testimonianza».

Il programma completo è online su: https://festivalaccoglienzatorino.it

FB Festival dell’Accoglienza - IG @festival_accoglienza Per informazioni: info@festivalaccoglienzatorino.it Tel. +39 011 19373639 --- UFFICIO STAMPA MARTA FRANCESCHETTI con la collaborazione di Alessia Belli press@martafranceschetti.com ufficiostampa@martafranceschetti.com Marta: 339 4776466 Alessia: 331 9844524

Festival Accoglienza Torino 2025

Torino e il Piemonte riflettono sulle migrazioni: parte la V edizione del Festival dell’Accoglienza

15 Settembre 2025 - A partire dal 16 settembre fino al 31 ottobre 2025, a Torino e in Piemonte, 40 giorni e oltre 100 eventi tra incontri e dibattiti, spettacoli teatrali e musicali, laboratori, proiezioni cinematografiche, mostre fotografiche, presentazioni di libri, iniziative dedicate ai giovani, viaggi lungo percorsi di spiritualità. È il Festival dell’Accoglienza 2025, l’ormai tradizionale appuntamento d’autunno dedicato ai temi della migrazione e della multiculturalità, organizzato dalla Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino e dall’associazione Generazioni Migranti, in collaborazione con Fondazione Migrantes e il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt. Martedì 16 settembre alle 10.30, in Sala Colonne di Palazzo Civico (Piazza Palazzo di Città, 1) è in programma la conferenza stampa di presentazione. Intervengono: il card. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa; Stefano Lo Russo, sindaco della Città di Torino; Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione CRT; Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo; mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes; Sergio Durando, responsabile del Festival dell’Accoglienza. Conduce Laura de Donato, giornalista.
Il Festival
Giunto alla quinta edizione, il Festival affronta i temi dell’accoglienza sotto molteplici aspetti e diverse prospettive, attraverso le testimonianze di personaggi che l’hanno vissuta e la vivono nel loro quotidiano: attivisti, scrittori, giornalisti, filosofi, artisti, ricercatori, docenti, volontari e volontarie e non solo. Largo spazio è poi riservato alle cosiddette «storie di frontiera» e alle esperienze di migrazione, con iniziative che coinvolgono altri Comuni piemontesi oltre Torino, tra cui Moncalieri, Pianezza, Piobesi, Chieri, Bra, Asti, Alessandria, Cuneo e Ivrea. L’edizione 2025 coglie anche l’occasione per festeggiare i cento anni di presenza a Torino della comunità cinese, con due appuntamenti legati alla Festa della Luna, tra fine settembre e inizio ottobre. A proposito di novità in tema di collaborazioni, quest’anno il Festival dell’Accoglienza dà vita a nuove sinergie con realtà che promuovono kermesse in cui si affrontano temi cruciali del nostro tempo, come il Festival della Missione in programma a Torino dal 9 al 12 ottobre: quattro giorni di incontri con ospiti internazionali, arte, musica ecologia integrale intorno al tema il «Volto prossimo».

👉 Il calendario completo

Non sono invece una novità i viaggi, quest’anno proposti lungo percorsi di spiritualità per andare alla scoperta dei «luoghi dell’infinito», accompagnati da guide d’eccezione: insieme al monaco Enzo Bianchi, sabato 4 ottobre la meta è l’antica Abbazia di Vezzolano, sabato 18 ottobre si va all’Abbazia benedettina di Novalesa fondata nel 726, guidati dal priore Michael Davide Semeraro e, infine, sabato 25 ottobre si affronta la salita alla Sacra di San Michele con lo scrittore Paolo Rumiz e con Maria Chiara Giorda, storica delle religioni. Iniziative, naturalmente, organizzate in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e della Giornata Missionaria Mondiale. (fonte: Arcidiocesi di Torino) [caption id="attachment_64000" align="aligncenter" width="800"]Festival Accoglienza Torino (fonte: Ufficio Migrantes Torino)[/caption]

Card. Battaglia: “Fare pastorale con rom, sinti e camminanti vuol dire riconoscere la dignità di chi vive di soste e ripartenze”

13 Settembre 2025 - 13 Settembre 2025 - "Un arameo errante era mio padre non è una frase triste: è una chiave. Dice che veniamo da poco e che Dio costruisce casa proprio lì, quando mancano sicurezze. Per la pastorale con rom e sinti vuol dire riconoscere la dignità di chi vive di soste e ripartenze, smontare il pregiudizio che confonde mobilità e sospetto, passare dall’“integrazione” che uniforma a una alleanza che valorizza lingue, mestieri, musica e famiglia allargata". Questo il cuore della lectio su Dt 26, 1-11 che l’arcivescovo di Napoli, S. Em. card. Domenico Battaglia, ha proposto ai partecipanti all’Incontro nazionale dedicato a chi opera o intende impegnarsi nelle attività pastorali della Chiesa italiana con rom, sinti e camminanti, organizzato e promosso dal 12 al 14 settembre a Napoli con la collaborazione dei referenti per la pastorale rom e sinti della Fondazione Migrantes. All'inizio della mattina, alle ore 8, aveva celebrato e presieduto la S. Messa S.E. mons. Giuseppe Mazzafaro, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e vescovo Delegato per la Conferenza episcopale campana per i migranti, rom e sinti, spettacolo viaggiante. Il card. Battaglia - facendo riferimento all'immagine del versetto 5 del capitolo 26 del libro del Deuteronomio, ha proposto alle persone riunite presso il seminario arcivescovile “Card. Alessio Ascalesi” uno chiaro stile pastorale: "Se il padre era errante, il Vangelo non chiede prima un domicilio e poi la fede: offre una famiglia che cammina con chi è in viaggio, capace di fermarsi in area di sosta, in un campo tollerato, in un parcheggio ai margini, e di iniziare dal passo giusto: salutare, conoscere i nomi, ascoltare le storie, chiedere permesso, parlare con capifamiglia e mamme, costruire fiducia prima dei progetti".
"Niente sgomberi senza alternativa"
L'arcivescovo di Napoli ha concluso la sua lectio con una preghiera che ha racchiuso tutto il senso del suo intervento e che è anche un appello a chi ha responsabilità politiche e istituzionali:

Signore Gesù, arameo errante fra gli erranti, Cristo dei cammini, dei rom e dei sinti, dei senza indirizzo: mettici in strada con Te.

Ferma Tu le ruspe: che non parta nessun braccio meccanico finché non c’è una via d’uscita vera, finché non c’è una porta, un tetto, un contratto, un nome scritto giusto. Spezza il lessico delle “bonifiche”: non si bonifica la vita, si protegge.

Custodisci le roulotte come tabernacoli leggeri, i cani legati al parafango, i panni tesi tra due alberi, le foto sugli sportelli come ex voto: sono case provvisorie, ma sono case.

Dona coscienza a chi governa e a chi firma: niente sgomberi senza alternativa, nessun ordine senza ascolto, nessuna statistica senza volti. Difendi l’unità delle famiglie: nessun bambino sfrattato dall’infanzia.

Accendi nella Chiesa una pastorale di tenda: comunità-ponte, cappellanie stabili, laici e preti capaci di stare in mezzo, tradurre lingue, guarire diffidenze, aprire scuola, salute, lavoro, documenti. Insegnaci quattro passi semplici e radicali: accogliere, proteggere, promuovere, integrare.

Smaschera le nostre paure, perdona i nostri recinti e le parole taglienti. Fa’ della città una piazza: da sgombero a patto, da sospetto a fraternità. Trasforma i campi in patti firmati, le baracche in indirizzi, le frontiere in mense apparecchiate.

Metti in noi il coraggio di schierarci: parlare quando è scomodo, negoziare quando è difficile, fare da scudo con la nostra presenza quando il diritto viene calpestato. Perché il Tuo Regno non spiana: abita.

E quando la polvere si posa, fa’ che restino in piedi le persone, che la legge si faccia misericordia, e che ogni campo diventi campo di festa. Amen.

Napoli Incontro rom 2025

Leone XIV alla gente di Lampedusa: opponiamo “alla globalizzazione dell’impotenza una cultura della riconciliazione”

12 Settembre 2025 - In un videomessaggio registrato in occasione della proposta di candidatura dei “Gesti di accoglienza” di Lampedusa a Patrimonio immateriale dell’Unesco, papa Leone XIV ha voluto ringraziare la gente dell'isola per il ruolo svolto in questi decenni di migrazioni, definendo l’isola “porta d’Europa” e sottolineando che "ciò ha richiesto alla vostra comunità un enorme impegno di accoglienza, che dal cuore del Mediterraneo vi ha portati nel cuore della Chiesa", che  rappresenta “un patrimonio immateriale, ma reale”. Il Pontefice ha lanciato un forte allarme: "Davanti all’ingiustizia e al dolore innocente siamo più consapevoli, ma rischiamo di stare fermi, silenziosi e tristi, vinti dalla sensazione che non ci sia niente da fare. Invece no: la storia è devastata dai prepotenti, ma è salvata dagli umili, dai giusti, dai martiri”. Un tema che era anche nel cuore del discorso rivolto dal Papa ai partecipanti al Meeting sulla fraternità umana. Da qui l’appello: “Come alla globalizzazione dell’indifferenza papa Francesco oppose la cultura dell’incontro, così vorrei che oggi, insieme, iniziassimo a opporre alla globalizzazione dell’impotenza una cultura della riconciliazione. Servono gesti di riconciliazione e politiche di riconciliazione”. Leone XIV ha poi spiegato il legame con l'invito fatto tante volte dal suo predecessore: "Riconciliarsi è un modo particolare di incontrarsi. Oggi dobbiamo incontrarci curando le nostre ferite, perdonandoci il male che abbiamo fatto e anche quello che non abbiamo fatto, ma di cui portiamo gli effetti. Tanta paura, tanti pregiudizi, grandi muri anche invisibili ci sono tra noi e tra i nostri popoli, come conseguenze di una storia ferita. Il male si trasmette da una generazione all’altra, da una comunità all’altra. Ma anche il bene si trasmette e sa essere più forte!". https://youtu.be/jmKwpXpZUbs?si=jRdBQWpUAQAcJ7fu

Leone XIV: “Fratello, sorella, dove sei tra i migranti disprezzati, imprigionati e respinti? La risposta non può essere il silenzio”

12 Settembre 2025 - “Fratello, sorella, dove sei?” è stata la domanda al centro del discorso rivolto dal Papa ai partecipanti al Meeting sulla fraternità umana, ricevuti in udienza. “Dove sei nel commercio delle guerre che distruggono le vite dei giovani costretti a prendere le armi; prendendo di mira civili indifesi, bambini, donne e anziani; devastando città, campagne e interi ecosistemi, lasciando solo macerie e dolore al loro passaggio?”, si è chiesto Leone XIV nella parte del discorso pronunciata in inglese, attualizzando la domanda biblica: “Fratello, sorella, dove sei tra i migranti che sono disprezzati, imprigionati e rifiutati, tra coloro che cercano salvezza e speranza ma trovano muri e indifferenza? Dove sei, fratello, sorella, quando i poveri sono colpevolizzati per la loro povertà, dimenticati e scartati, in un mondo che valorizza il profitto più delle persone? Fratello, sorella, dove sei in una vita iperconnessa dove la solitudine corrode i legami sociali e ci rende estranei anche a noi stessi?”. “La risposta non può essere il silenzio”, il monito del Papa: “Tu sei la risposta, con la tua presenza, il tuo impegno e il tuo coraggio. La risposta sta nello scegliere una differente direzione di vita, crescita e sviluppo”. (M.N/SIR)

“Migranti Press”, il numero speciale per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025

11 Settembre 2025 - È in uscita il numero 7/8 del 2025 di Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes. Si tratta di un numero speciale, interamente dedicato alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025 (GMMR), che quest’anno – per volontà di papa Francesco – si celebra eccezionalmente in concomitanza con il Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4-5 ottobre 2025). Nella prima parte del numero, una serie di articoli propongono una sintesi essenziale delle principali tendenze degli ultimi 25 anni negli ambiti di azione pastorale e di ricerca della Fondazione Migrantes (emigrazione, immigrazione, rifugiati e richiedenti asilo, rom-sinti e camminanti, spettacolo viaggiante) e nella legislazione e giurisprudenza italiana dello stesso periodo. La seconda parte è dedicata a uno speciale regionale – sempre suddiviso per ambiti – che in quest’anno giubilare si sofferma sul Lazio. In copertina, il tema e l’immagine usata per il manifesto della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. E poi: il commento biblico al tema della GMMR di p. Claudio Monge e il sussidio liturgico per la celebrazione della GMMR. Nel suo Messaggio per la GMMR, “Leone XIV evoca una missio migrantium, – scrive nell’editoriale il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo – la «missione realizzata dai migranti, per la quale devono essere assicurate un’adeguata preparazione e un sostegno continuo frutto di un’efficace cooperazione interecclesiale». Il Papa sembra volerci dire che è proprio questa, oggi, la prima forma di testimonianza evangelica di speranza da contemplare, accanto, certamente, a quella delle comunità che li accolgono. Sono migranti e rifugiati i primi missionari della speranza in questo tempo in cui il cielo appare chiuso come lo sono tante frontiere! Una sottolineatura che mi fa vedere meglio che spesso diamo molto – troppo? – più spazio a quello che facciamo e diciamo noi per loro, invece che direttamente alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sulla realtà dei migranti e dei rifugiati, anche nelle nostre comunità”
Il sommario del numero 7/8 2025
  • Editoriale | Missionari di speranza, insieme (mons. Pierpaolo Felicolo).
  • La voce del biblista | La speranza di raggiungere la felicità (Claudio Monge).
  • La mobilità italiana oggi. La ricerca della felicità e la ferita migratoria (Delfina Licata).
  • Da “clandestini” a cittadini. La lunga strada in salita (Simone Varisco).
  • 25 anni di accoglienza di persone in fuga. Tra interazione e contenimento (Mariacristina Molfetta).
  • Un cammino insieme. La Chiesa italiana con i rom e i sinti dal 2000 a oggi (Susanna Placidi).
  • Gente dello spettacolo viaggiante. Uomini e donne di speranza (Mirko Dalla Torre).
GMMR 2025 | Sussidio liturgico «Migranti, missionari di speranza» a cura di sr. Ana Paula Ferreira da Rocha mscs e p. Marcin Paca cr GMMR 2025 | Speciale Lazio GMMR 2025 | Leggi e giurisprudenza
  • Mobilità umana ed evoluzione normativa in Italia dal 2000 a oggi (Alessandro Pertici).
Copertina Migranti Press speciale 2025

A Bergamo sta per ripartire il Master di “Diritto delle Migrazioni”, giunto alla 16ma edizione

11 Settembre 2025 - Giunge alla 16ma edizione il Master di “Diritto delle Migrazioni” dell’Università degli studi di Bergamo. Sono aperte le iscrizioni (scadenza 16 febbraio 2026), e le lezioni prenderanno avvio il 10 aprile 2026: ha una durata complessiva di 1.500 ore per un totale di 60 Cfu. Definito “un’eccellenza e una ricchezza a livello europeo”, il Master si distingue in ambito nazionale per un solido impianto giuridico e prepara esperti capaci di agire con professionalità nell’ambito specifico del diritto delle migrazioni nelle professioni giuridiche, nei settori amministrativo, educativo, sociale, della comunicazione. Il Master si avvale della collaborazione di importanti organizzazioni internazionali e nazionali: Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), Icmc (International Catholic Migration Commission) e Cir (Consiglio italiano per i rifugiati). I destinatari del corso sono i laureati con Laurea magistrale o equipollente (o laureandi che conseguono il titolo entro tre mesi dalla data di avvio del Master), interessati a sviluppare approfondite conoscenze e competenze specialistiche, nel settore delle migrazioni. Ma anche gli appartenenti ai vari rami dell’Amministrazione centrale e locale, nonché dei servizi alla persona; coloro che operano nel settore delle Organizzazioni internazionali, dei Ministeri, delle Regioni, degli Enti locali, nelle strutture didattiche di vario livello, nonché nelle strutture giurisdizionali, quali giudici di pace e Tribunali per i minorenni; operatori di Onlus, Ong, associazioni di immigrati, organismi di volontariato. gestione delle migrazioni. Con il contributo della Fondazione Migrantes, viene data la possibilità a 10 studenti meritevoli di essere sostenuti nello studio con l’esenzione totale o parziale dal pagamento del contributo di iscrizione.

ℹ Scarica la brochure oppure visita la pagina web del corso.

CONTATTI Per informazioni amministrative: master@unibg.it Per informazioni didattiche: mastermigrazioni@unibg.it Telefono: +39 035 2052872

Parte il Diploma online in “Pastorale della mobilità umana” del Simi. Iscrizioni aperte fino all’8 ottobre

10 Settembre 2025 - Sta per prendere il via la nuova edizione del Diploma online in "Pastorale della mobilità umana", organizzato e promosso dallo Scalabrini International Migration Institute (Simi), che avrà inizio il 14 ottobre. Le iscrizioni sono aperte fino a mercoledì 8 ottobre. Il Diploma online è un programma a ciclo unico composto da sei corsi. Tutti i corsi sono proposti in tre lingue: italiano, spagnolo e inglese. Ogni corso è composto da 10 lezioni virtuali, con cadenza ogni 15 giorni. Al termine di ogni corso è previsto un esame finale. Il Diploma si ottiene previo superamento di tutti gli esami finali.

👉 Scarica la brochure.

Il Diploma gode del patrocinio della Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, della Fondazione Migrantes (Italia), dell’Australian Catholic Migrant and Refugee Office (Australia), della Fundación Comisión Católica de Migraciones (Argentina), dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), della Commissione migranti della Conferenza dei vescovi cattolici d’India (Ccbi) e del Simposio delle Conferenze episcopali dell'Africa e del Madagascar (Secam). Per iscriversi è necessario compilare il modulo e inviarlo all’indirizzo diplomaonline@simieducation.org. Insieme alla documentazione richiesta e alla quota d’iscrizione.

👉 Scarica la brochure.

Minori stranieri soli. L’allarme dell’Anci: “Così i Comuni rischiano il dissesto”

10 Settembre 2025 -

La recente circolare del Viminale detta nuove modalità di erogazione delle risorse a valere sul Fondo per l’accoglienza dei MSNA (Minori stranieri non accompagnati). Di fatto ad oggi per i primi due trimestri del 2025 i Comuni si sono visti rimborsati solo il 35% delle spese sostenute per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, cosa che ha destato fortissima preoccupazione tra gli enti locali. A denunciarlo, in questa intervista al Sir, è Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo e delegato nazionale Anci per immigrazione, politiche per l’integrazione e accoglienza.

Sindaco, cosa prevede la circolare e perché i Comuni sono in allarme?
Questa circolare espone i Comuni a una condizione di estrema difficoltà. Prevede che le spese per i minori stranieri non accompagnati vengano rimborsate in proporzione alle disponibilità del fondo stesso: ad oggi per i due trimestri del 2025 solo al 35% di quanto richiesto dai Comuni. In passato, invece, la copertura era integrale, come è giusto che sia. È impensabile che i Comuni possano farsi carico del restante 65%.
Che conseguenze concrete comporta?
Il rischio è di un vero e proprio dissesto diffuso. Parliamo di cifre enormi: Bergamo ha già uno scoperto di 8 milioni, L’Aquila con 2 milioni e Novara con più di 1 milione. Ma i casi sono molti altri. Questo mette in ginocchio i bilanci comunali e costringerebbe a comprimere altri servizi essenziali, con il rischio di alimentare tensioni sociali. Non dimentichiamo che i Comuni hanno già chiuso i bilanci 2023 e 2024: significa debiti fuori bilancio ingestibili. (Filippo Passantino/SIR | continua a leggere) [caption id="attachment_62685" align="aligncenter" width="1024"]minori (foto: Siciliani-Gennari/SIR)[/caption]

Spettacolo popolare, mons. Felicolo (Fondazione Migrantes): “Un mondo che ‘semina gioia’ e merita di essere conosciuto meglio”

9 Settembre 2025 - "La gioia e la festa sono l’anima di questo mondo anzi, come ebbe a ricordare papa Francesco nell’Udienza concessa agli esercenti dello Spettacolo viaggiante nel mese di marzo 2023, la sua 'vocazione' è 'seminare gioia'. Dobbiamo valorizzare gli aspetti positivi di questo 'piccolo mondo', dentro al grande mondo della mobilità umana". Così il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo ha introdotto i lavori del seminario online “Spettacolo popolare, un mondo ambasciatore di gioia e speranza”, co-organizzato dal Dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale e dalla Fondazione Migrantes, che si è tenuto nel pomeriggio di oggi presso il Dicastero del servizio dello Sviluppo umano integrale. Si è trattato di un’occasione per conoscere meglio la realtà dello spettacolo popolare e il modo in cui la Chiesa accompagna le persone che ne fanno parte, in continuità con il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare del 10 e 11 maggio scorsi. Al seminario sono intervenuti Salvatore Luciano Bonventre, assessore nazionale Federazione italiana tradizioni popolari, (“Lo spettacolo popolare nel magistero pontificio”), Fulvia Caruso, professore associato di Etnomusicologia presso Università di Pavia (“La speranza in scena: lo spettacolo popolare come cuore vivo delle comunità”), p. Sascha Ellinghaus, direttore nazionale della pastorale dello spettacolo popolare della Conferenza episcopale tedesca (“L’annuncio del vangelo tra i viaggianti”), Sara Vatteroni, direttore regionale Fondazione Migrantes (“Criticità per le comunità dello spettacolo popolare: presentazione della buona prassi della scuola itinerante” ), José Luis Alonso Ponga, già professore titolare di Antropologia sociale presso l’Universidad de Valladolid (“La speranza nella religiosità popolare”)  e Alessandro Serena, direttore scientifico di Open Circus, già docente dell’Università degli Studi di Milano ("Un circo per tutti. Lo spettacolo popolare tra gioia e speranza”). Ha moderato gli interventi e guidato il seminario don Mirko Dalla Torre, responsabile diocesano e regionale per il Triveneto della Fondazione Migrantes per la pastorale dello spettacolo viaggiante, che ha spiegato il "perché" di questo seminario: "Un’esigenza? Direi: una necessità. Quella di aiutarci, in qualità di operatori pastorali ad accogliere, conoscere e condividere la quotidianità della gente dello spettacolo popolare. Gioia e speranza che hanno animato il ministero del Servo di Dio don Dino Torregiani, l’apostolo delle carovane e fondatore in Italia di questa pastorale".

Le famiglie del luna park in festa a Lendinara (RO): cresime e processione con il vescovo Pavanello

8 Settembre 2025 - Sabato 6 settembre, la comunità di Lendinara, in provincia di Rovigo, ha vissuto un’intensa mattinata di fede e condivisione in occasione della celebrazione della Cresima, con la partecipazione del vescovo di Adria-Rovigo, mons. Pierantonio Pavanello. La celebrazione è iniziata alle 10 del mattino, con il ritrovo presso il luna park cittadino, dove si sono radunati fedeli, cresimandi, catechisti e sacerdoti. Da lì è partita una suggestiva processione verso il Santuario della Madonna, guidata dal vescovo Pavanello e da don Luca Boldrin, insieme ai due cresimandi, Adriano Serravalli ed Emiliano Bacchiega, che hanno portato con solennità la croce. Durante il cammino si è pregato insieme, in un clima di raccoglimento. Giunti alla Porta Santa, è stata recitata una preghiera che ha aperto il cuore dei presenti alla celebrazione: "Maria, Madre del cammino, accompagna noi, fedeli pellegrini e famiglie del luna park tra le luci delle giostre e le fatiche del lavoro quotidiano. Oggi entriamo nella tua casa con gioia. Accoglici sotto il tuo manto, proteggi i nostri figli, dona forza ai nostri cuori, aiutaci a seminare gioia e portare un po' di speranza nelle strade del mondo. Amen." La Santa Messa, presieduta da mons. Pavanello, si è svolta in una chiesa affollata, testimoniando la viva partecipazione della comunità. Adriano ed Emiliano, visibilmente emozionati, hanno ricevuto il sacramento della Confermazione, accompagnati da familiari e padrini, in un’atmosfera di grande commozione e festa. Al termine della celebrazione, Flaviano Ravelli, da tanti anni impegnato nella pastorale delle famiglie "viaggianti", ha letto un messaggio del direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Felicolo, che, pur non potendo essere presente fisicamente, ha voluto far sentire la sua vicinanza spirituale, assicurando ai cresimati e a tutta la comunità un ricordo nella sua preghiera. Questi ragazzi, figli di famiglie sempre in movimento, in questo anno giubilare, pellegrini di speranza, porteranno sicuramente con sé un grande ricordo e l’amore di una comunità accogliente, che li ha accompagnati in questo importante momento di crescita nella fede. La giornata si è conclusa tra sorrisi, applausi e fotografie, lasciando nei cuori di tutti un ricordo prezioso di un momento di fede autentica, vissuto in comunione e gioia. (Monica Bergamini) Cresime Lendinara Pavanello Luna Park