Primo Piano

10 anni di Festival della Migrazione, mons. Felicolo: “C’è un’Italia di fatto, un’Italia ‘del futuro’, che però già c’è: chiede solo legittimazione, fiducia e opportunità concrete”

23 Ottobre 2025 - Vivian Lamarque e il cardinale Matteo Zuppi, Sonny Olumati e il ministro del Lavoro, Marina Calderone, Michele de Pascale e Maurizio Ambrosini; Awa Fall e Giulio Terzi di Sant’Agata; ma anche Nogaye Ndiaye, Luca Casarini, don Mattia Ferrari. Sono soltanto alcuni degli oltre 100 ospiti della decima edizione del Festival della Migrazione, inaugurato ufficialmente il 22 ottobre, che, da piccola esperienza nata a Modena, ha ormai consolidato una presenza nazionale sempre più significativa. Solo per citare le piazze capoluoghi di provincia, il Festival quest’anno sarà (fino al 31 ottobre, con una importante “coda” nel post festival fino a inizio dicembre) a Milano, Firenze, Bologna, Rovigo, Ferrara, Forlì, Reggio Emilia, oltre naturalmente a Modena, Carpi e in tanti altri comuni della provincia modenese. Festival della Migrazione 2025 "Raccontare dieci anni del Festival della Migrazione - come ha spiegato il presidente della manifestazione, Edo Patriarca, su Migranti Press - è come raccontare un po’ la storia del Paese. Il tema delle migrazioni è una questione sulla quale si è giocato tanto nella politica come pure nel dibattito pubblico sociale e culturale". Il Festival non sarà solo convegni e seminari, ma spettacoli, incontri con le scuole, mostre, performance. Il programma completo del festival sul sito www.festivalmigrazione.it. “La Fondazione Migrantes - ha detto durante l'evento inaugurale, nel suo intervento di saluto, il direttore generale della Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo - ha creduto in questa iniziativa sin dalla prima edizione. L’Italia, in questa fase storica, non sembra accogliente né per chi è arrivato e vorrebbe restare, né per chi ci è nato e non vi vede un futuro, né dal punto di vista economico né dal punto di vista della realizzazione umana, personale. In questa osservazione, un po’ scoraggiante, c’è però allo stesso tempo una traccia da seguire a ritroso, verso quell’orizzonte di speranza per una nuova città che il Festival si propone di delineare quest’anno. C’è un’Italia di fatto, un’Italia ‘del futuro’, che però già c’è: chiede solo legittimazione, fiducia e opportunità concrete, non muri né slogan”.   Felicolo Festival della Migrazione
Gli eventi in programma con la Fondazione Migrantes
  • Il 24 ottobre, presso l'Auditorium Loria di Carpi, dalle ore 21, è in programma "Partenze e ripartenze: l’Italia che siamo. Carpi nel mondo, storie di chi parte", a cura di Migrantes Interdiocesana. Intervengono: Delfina Licata, Fondazione Migrantes; Maria Chiara Prodi, segretaria generale Consiglio generale degli italiani all’estero; Elena Ugolini, vicepresidente Consulta emiliano-romagnoli – Regione Emilia-Romagna. Testimonianze a cura della Consulta per l’Integrazione Unione Terre d’Argine. Modera: Gianfranco Coda, Consulta emiliano-romagnoli – Regione Emilia-Romagna. Conclude: Don Antonio Serra, coordinatore nazionale Missioni cattoliche italiane in Gran Bretagna.
  • Il 29 ottobre, a Ferrara, presso la sede di Giurisprudenza dell'Università di Ferrara, dalle ore 9.45, appuntamento con "Il perimetro dei diritti e la condizione giuridica della persona di origine straniera. Stati Generali della migrazione" a cura dell’Università di Ferrara. Saluti istituzionali: Alberto Caldana, vicepresidente Festival della Migrazione; Marco Magri, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Ferrara; Gian Carlo Perego, arcivescovo della Diocesi di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes. Nella I sessione - "Protezione internazionale", ore 10 - intervengono: Alessandra Annoni, Università di Ferrara; Marilù Porchia, Università di Ferrara; Modera: Massimo Cipolla, Foro di Ferrara, Asgi. Nella II sessione - "Acquisto della cittadinanza italiana per discendenza", ore 11,45 - intervengono: Marco Gattuso,  Tribunale di Bologna; Costanza Margiotta, Università di Padova. Modera: Marco Ferrero, Foro di Padova, Asgi, Cadus. Nella III sessione - "Autorizzazione al soggiorno", ore 14,30 - intervengono: Marco Magri,  Università di Ferrara; Nazzarena Zorzella, Foro di Bologna, Asgi; Modera: Emilio Santoro, Università di Firenze. Nella IV e ultima sessione - "Allontanamento e trattenimento del cittadino straniero", ore 16 - intervengono: Silvia Albano, Tribunale di Roma, Guido Savio, Foro di Torino, Asgi. Modera: Luca Mario Masera, Università di Brescia.
  • Sempre il 29 ottobre, ma a Modena, dalle ore 17 (Città dei Ragazzi via Tamburini 106, Sala del Centro Multimediale della Diocesi), inizia il convegno "Salute e pace: la Cooperazione Internazionale socio-sanitaria oggi", a cura della Pastorale della salute dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Introduzione: Edoardo Patriarca, presidente Festival della Migrazione; Dante Zini, Pastorale della Salute, Diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi. Interviene: Ivana Borsotto, presidente FOCSIV, Volontari nel mondo- Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana. "Lo stato della Cooperazione Internazionale socio-sanitaria oggi, strumento di pace". Segue "ONG: Testimonianze e domande alle Istituzioni". Intevengono: Paolo Chesani, CEFA. "Il seme della solidarietà. Nutrire per curare: la lotta alla fame come intervento di sanità pubblica"; Marcello Viani, Volontari nel mondo – Reggio TerzoMondo. RTM. "Salute e benessere: la sfida di un ospedale di Comunità in Madagascar come crocevia di persone, culture e competenze". Segue "Le risposte delle istituzioni". Intervengono: Mons. Gian Carlo Perego, presidente Fondazione Migrantes; Marco Riccardo Rusconi, Agenzia governativa italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS); Luca Rizzo Nervo, assessorato Immigrazione e Cooperazione internazionale della Regione Emilia-Romagna; Riflessioni conclusive di mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e di Carpi.
  • Il 30 ottobre a Bologna (Sala Borsa), nell'ambito dell'evento, "Costruire insieme: lavoro, dignità, futuro", a cura del Comune di Bologna e in collaborazione con l’Università di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, nel terzo panel in programma dalle ore 18.30, dal titolo "Un lavoro giusto per tutte e tutti: etica, economia, società". Dopo saluti e introduzione di Matteo Lepore, sindaco di Bologna, e Gian Carlo Perego, presidente Fondazione Migrantes - direttivo Festival della Migrazione, intervengono: Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente Cei; Marina Elvira Calderone*, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali (*invitato a partecipare); Dario Costantini, presidente nazionale CNA; Stefano Granata, presidente Confcooperative-Federsolidarietà; Nicola Marongiu, delegato dei Sindacati confederali CGIL, CISL e UIL. Modera: Emilio Marrese, giornalista.
Infine, nel programma di eventi del Post-Festival, lunedì 10 novembre, dalle ore 21, a Concordia sulla Secchia (Sede della Cooperativa Culturale Gioacchino Malavasi, via Carducci 6), è in programma la Presentazione del XXXIV Rapporto immigrazione Caritas-Migrantes. Introducono: Edoardo Patriarca, presidente Festival della Migrazione; Paolo Negro, presidente Cooperativa Culturale Gioacchino Malavasi. Relazione di: Simone Varisco, Fondazione Migrantes, curatore del rapporto. Modera: Paolo Seghedoni, direttore Festival della Migrazione.

“Oltre il mare, oltre i muri”. Il Festival della Migrazione compie 10 anni

22 Ottobre 2025 - Il 22 ottobre 2025 parte ufficialmente la 10ma edizione del Festival della Migrazione, promosso sin dal principio dalla Fondazione Migrantes. Ecco come il presidente del Festival, Edo Patriarca, ha presentato questa edizione speciale della manifestazione, nata a Modena, sulle pagine dell'ultimo numero di "Migranti Press".
Raccontare 10 anni del Fe­stival della migrazione è come raccontare un po’ la storia del Paese. Il tema delle migrazioni è una questione sul­la quale si è giocato tanto nella politica come pure nel dibattito pubblico sociale e culturale. Quali sono stati e sono tutto­ra gli assi portanti di questa av­ventura iniziata da un gruppo di amici, dall’associazione Porta Aperta, con l’Università di Mode­na e la Fondazione Migrantes? I punti sono rimasti presso­ché invariati nonostante nel frattempo si siano succedu­ti governi di vario colore e con maggioranze diverse. Anzitut­to abbiamo raccontato la real­tà del fenomeno migratorio con verità e onestà. Abbiamo scrit­to nella nostra Agenda che “vi­viamo in emergenza dimenti­cando che le migrazioni sono un fenomeno strutturale, ine­stinguibile, che andrebbe ac­compagnato da una narrazione onesta fondata sulla verità del­ le cose, sulla realtà conosciuta e accolta per quella che è. Troppa la propaganda, troppe le infor­mazioni non veritiere e l’enfasi data alla presunta eccezionali­tà o all’emergenza del fenome­no migratorio che offuscano le cause più profonde e le dina­miche effettive”. Da qui il contributo di analisi e di dati offerti per fare chia­rezza sul fenomeno. Partire dai dati di realtà per non offrire il fianco a stereotipi e luoghi co­muni cavalcati da populismi che costruiscono il consenso sulla paura del diverso, sulla sacralizzazione dei confini da difendere con muri e barrie­re normative di ogni tipo, sulla presunta invasione che minac­cerebbe le tradizioni del Paese e persino le sue radici cristiane. Sappiamo che non è in atto al­cuna invasione, che non sono i migranti a modificare la mappa demografica di un Paese invec­chiato che perderà nei prossi­mi decenni abitanti soprattutto nelle aree interne, anche per l’e­migrazione di tanti giovani ita­liani. Non saranno i 5 milioni di residenti stranieri in gran parte di religione cristiana a modifi­care questo trend negativo. Dunque il Festival non è solo un’occasione per fare chiarez­za, dicevamo, ma anche per svelare le contraddizioni sul­le quali si sono mossi i gover­ni succedutisi negli anni. La più evidente è la questione la­voro. La relazione tecnica che accompagna il cosiddetto “de­creto flussi” – approvato nel lu­glio scorso dall’attuale gover­no –, che consente l’ingresso di mezzo milione di migranti regolari nel prossimo triennio, dichiara che “le dinamiche po­sitive dell’andamento genera­le dell’economia e dell’occupa­zione possono essere sostenute solo da una politica migratoria che consenta in Italia di avere manodopera indispensabile al sistema economico e produtti­vo nazionale e di difficile repe­rimento nel nostro Paese”. Fermo restando che i lavorato­ri non sono pacchetti, numeri o solo “forza lavoro”, ma per­sone con diritti, quella del go­verno appare di primo acchito una presa di posizione sensa­ta. Peccato non se ne tragga­no le dovute conseguenze: non si parla di politiche di ac­coglienza e di inter-relazione con le comunità locali; di rego­larizzazione della immigrazio­ne originariamente irregolare, ma ormai stabile e integrata; di formazione scolastica e profes­sionale; di modifica della legge Bossi-Fini e di quella per acce­dere alla cittadinanza italiana; di investire risorse e speran­ze, in un Paese con il più bas­so tasso di natalità al mondo, sugli oltre 20 mila minori non accompagnati ospitati nel si­stema Sai (Sistema accoglien­za e integrazione) in carico ai Comuni, e che oggi rischiano di non aver più i mezzi per portar­li avanti; non ultimo di favori­re i ricongiungimenti familiari, proprio perché crediamo nella famiglia come spazio vitale an­che per i lavoratori stranieri. Festival della Migrazione 2025 Abbiamo sempre dichiarato che il Festival è anche un even­to politico nella sua accezio­ne più nobile, per la costru­zione di comunità sempre più fraterne e accoglienti, plura­li e ricche di diversità. La no­stra Agenda scritta a più mani, con il contributo del Comita­to scientifico, intende offrire ai soggetti pubblici e privati e alle istituzioni una bussola, un orientamento per governare un fenomeno strutturale che si gestisce solo con politiche lun­gimiranti e stabili nel tempo. Inoltre le battaglie per i diritti dei migranti misurano la quali­tà e la tenuta della democrazia e dello stato di diritto (quel­lo sostanziale), che è nato pro­prio a tutela soprattutto delle persone più fragili. Con preoc­cupazione stiamo assistendo alla sua lenta erosione, indot­ta dall’ideologia del “governo forte” che attraversa le demo­crazie mature e che vorrebbe ridurre alla irrilevanza le auto­rità sovranazionali, avere una magistratura sempre allinea­ta e Parlamenti ridotti a passa­carte e sotto dettatura. Ma l’aspetto più significativo del Festival è quello cultura­le, con il coinvolgimento del­le Università, delle Migrantes diocesane, dell’associazioni­smo laico e cattolico, e di tan­te amministrazioni locali e re­gionali. Un riferimento costante sono i Messaggi per la Giorna­ta mondiale del migrante e del rifugiato, quelli di papa France­sco e ultimo quello di papa Le­one: “Migranti, missionari di speranza”. In questi anni abbiamo narrato le migrazioni come un elemen­to costituivo della nostra uma­nità, un tratto quasi esisten­ziale. Gli uomini e le donne da sempre sono cresciuti sulla strada, le migrazioni da sem­pre hanno fatto la storia delle comunità. E questo ha compor­tato contaminazioni culturali e religiose straordinarie. Lo spirito che ha animato le precedenti edizioni è quello che anima la vita dei navigato­ri più esperti: viaggiano spesso andando di bolina, controven­to, praticando lo studio e l’os­servazione attenta del presen­te, senza attardarsi e guardando avanti. Conoscere per compren­dere per l’appunto, modifican­do i punti di osservazione, le posture, indagando con ostina­zione nuove prospettive. Temi come l’educazione interculturale, la libertà religiosa e il dialogo fra le religioni, il valore delle diaspore nel nostro Pae­se, la presenza creativa dei gio­vani italiani ormai di seconda e terza generazione, l’Italia del­le professioni sempre più “co­lorate” da persone con back­ground migratorio, sono stati temi sempre presenti in tutte le edizioni. È questa l’Italia che verrà e che noi testardamente continueremo a raccontare. Il messaggio di Leone XIV ci spinge a proseguire su questo cammino: lo sentiamo molto vicino: “In un mondo oscura­to da guerre e ingiustizie, an­che lì dove tutto sembra per­duto, i migranti e i rifugiati si ergono a messaggeri di spe­ranza”. Essi sono una benedi­zione, in un tempo in cui sono necessari e urgenti la condivi­sione e la cooperazione contro ogni forma di chiusura, contro nazionalismi e sovranismi. “La generalizzata tendenza a cu­rare esclusivamente comunità circoscritte – continua il San­ to Padre nel suo Messaggio – costituisce una seria minaccia alla condivisione di responsa­bilità, alla cooperazione multi­laterale, alla realizzazione del bene comune e alla solidarietà globale a vantaggio di tutta la famiglia umana”. Papa Leone si rivolge soprat­tutto alle chiese locali, tal­volta irrigidite e appesantite; le sollecita a restare aperte, a mantenere viva la dimensio­ne pellegrina e a contrastare la tentazione di “sedersi”. Comu­nità per essere “nel mondo” e non per diventare “del mondo”. Un invito alle comunità cristia­ne che noi pensiamo valga per tutte le comunità locali in cui vive ancora speranza e fiducia nel futuro. (Edo Patriarca - "Migranti Press" 9 2025) Festival della Migrazione 2025

Messico e Stati Uniti: una veglia pubblica per i migranti, promossa dai vescovi frontalieri

22 Ottobre 2025 - Il 22 ottobre è in programma nelle diocesi di frontiera tra Messico e Stati Uniti la “Giornata cattolica di azione”, durante la quale in cui si terrà una veglia pubblica per i migranti. Si tratta di una proposta emersa nel corso dell’incontro, svoltosi la scorsa settimana, tra i vescovi della frontiera tra Messico e Stati Uniti si sono riuniti nell’incontro binazionale “Migranti, pellegrini di speranza in Cristo”. In tale occasione, i vescovi hanno chiesto ai cattolici di “resistere all’apatia e, invece, con coraggio e speranza, agire per vivere veramente l’amore di Cristo che trascende le frontiere”, fornendo alcune linee guida, tra le quali “l’incontro e l’accompagnamento” dei fratelli e sorelle migranti, il “rafforzamento del tessuto comunitario”, con la creazione di spazi di lavoro e dialogo reciproco, la preghiera fervente, anche per le forze dell’ordine e i governanti ,e la difesa concreta dei migranti. Da qui, anche la proposta di una veglia da tenere il 22 ottobre, o in altre date simboliche. Gli stessi vescovi, durante il loro incontro, hanno promosso una manifestazione pacifica e una Via Crucis, da San Luis, in Arizona, fino al confine messicano. (fonte: Sir)

Giubileo, Leone XIV a rom, sinti e camminanti: “Siate anche voi protagonisti del cambiamento d’epoca in corso”

18 Ottobre 2025 - "Che la pace di Cristo sia nei vostri cuori, fratelli e sorelle! E la pace sia anche nei cuori dei tanti operatori pastorali che sono qui presenti e instancabilmente camminano con voi". Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, papa Leone XIV ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Giubileo di rom, sinti e camminanti, 60 anni dopo lo storico primo incontro di Paolo VI con il popolo gitano a Pomezia: "Dio Padre vi ama e vi benedice. E anche la Chiesa!", perché "voi potete essere testimoni viventi della centralità di queste tre cose: confidare solo in Dio, non attaccarsi ad alcun bene mondano, mostrare una fede esemplare in opere e parole. Non è scontato vivere così!". Prima di ricordare le parole dei precedenti incontri con Benedetto XVI e Francesco, il Papa ha sottolineato che "le società cosiddette progredite vi hanno puntualmente scartato [...] marginalizzato e reso itineranti senza pace e senza accoglienza –  prima nelle carovane stagionali, poi negli accampamenti situati nelle periferie delle città, dove talora vivete ancora senza corrente elettrica e acqua". Il paradosso, ha rilevato il Papa è che proprio quei modelli di sviluppo hanno "creato nell’ultimo secolo le più grandi ingiustizie sociali a livello globale". Proprio per questo "sempre più ci rafforziamo nell’idea che proprio i valori che i poveri portano avanti con grande dignità e orgoglio sono quelli a cui tutti dobbiamo guardare per cambiare rotta". Leone ha invitato i popoli rom, sinti e camminanti a non scoraggiarsi, nonostante tutto, e a essere "protagonisti del cambiamento d’epoca in corso, camminando insieme alle altre persone di buona volontà dei luoghi dove vi trovate, andando oltre la diffidenza reciproca, facendo conoscere la bellezza della vostra cultura, condividendo la fede, la preghiera e il pane frutto di lavoro onesto". Infine, ha voluto ringraziare "il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale e la Fondazione Migrantes per il grande sforzo messo in opera al fine di organizzare un Giubileo così bello", invitando tutti i presenti "a portare avanti con rinnovata energia gli obiettivi formulati dal V Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari". Leone XIV incorona la "Madonna dei rom"

È iniziato a Rocca di Papa (RM) il Capitolo generale delle Suore Scalabriniane

18 Ottobre 2025 - È iniziato il 16 ottobre, il XV Capitolo Generale della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo - Scalabriniane, che si terrà a Rocca di Papa (Roma/Italia) fino al 9 novembre 2025, con il tema: “Camminare insieme… con migranti e rifugiati”, ispirato al passo biblico “Gesù stesso si avvicinò” (Lc 24,15). Fondata nel 1895 dal Vescovo di Piacenza/Italia, Giovanni Battista Scalabrini, e ispirata dalla testimonianza di Madre Assunta Marchetti, la Congregazione si dedica oggi alla missione tra migranti e rifugiati nei 27 Paesi in cui è presente, accompagnando persone e famiglie in situazione di vulnerabilità e mobilità umana e promuovendo dignità, inclusione e solidarietà, nella fedeltà al Vangelo e al carisma scalabriniano. Il XV Capitolo Generale riunirà 32 suore rappresentanti provenienti da diversi continenti e ambiti di missione – apostolato, salute, istruzione/educazione, comunicazione, pastorale giovanile e amministrazione. Questa diversità rende l’incontro un vero spazio di dialogo interculturale e universalità, riflesso della presenza internazionale della Congregazione. La celebrazione di apertura è stata presieduta dal cardinale Fabio Baggio, anch'egli missionario scalabriniano e sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale con la responsabilità della Sezione Migranti e Rifugiati. La superiora generale, suor Neusa de Fátima Mariano, ha evidenziato nelle parole di apertura al capitolo come “la Congregazione riflette su sé stessa e sugli indispensabili cambiamenti, e cerca di discernere strategie che facilitino la realizzazione della sua missione, sempre di estrema attualità, attraverso forme più efficaci”. "Ancorate nella speranza, daremo il meglio di noi stesse per la buona riuscita di questo capitolo, affinché il cammino intrapreso non solo possa continuare, ma anche radicalizzarsi ancora di più nella fedeltà e creatività", ha aggiunto la superiora. "Così si possa anche proiettare verso il futuro, guardando il nuovo orizzonte e assumendo con coraggio ciò che la grazia di Dio ci chiede per i giorni nostri. Certe che la speranza sostenga il nostro cammino e ci renda segni e, al tempo stesso, favorisca la crescita nel senso di appartenenza alla Congregazione, nell'itineranza e nella comunione come corpo apostolico.” Il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, è stato invitato a celebrare la S. Messa di lunedì 20 alle ore 8.15 nelle Grotte Vaticane. Capitolo suore scalabriniane

Le voci di Scampia. Il “Coro Millecolori”

17 Ottobre 2025 - Rom, sinti e camminanti stanno per vivere il loro Giubileo a Roma, proponiamo un articolo di "Migranti Press" su un'esperienza sostenuta dalla Fondazione Migrantes, il "Coro Millecolori" di Scampia (NA). Il “Coro Millecolori” nasce nel 2019 a Napoli, nel quartiere di Scampia, presso il “Centro Millecolori” delle Suore della Provvidenza. L’idea del proget­to, sostenuto dalla Fondazione Migrantes, è quella di offrire a tutti i bambini e le bambine provenienti da una delle aree più marginali di Napoli – il ri­one “Lotto P” di Scampia, più il campo rom di Cupa Perillo – un’occasione per scoprire e valorizzare i propri talenti, av­viare possibili percorsi di pro­fessionalizzazione nell’ambito dell’arte e della bellezza e, so­prattutto, effettuare concreti passi di integrazione tra per­sone di etnie e culture diverse che difficilmente trovano vie di convivenza. Il Coro intende presentare la musica come via per “umaniz­zarsi”, conoscere sé stessi e gli altri, crescere nell’armonia e nell’amicizia. La proposta rien­tra nella “pastorale dei rom” ed è offerta concretamente dalla Rettoria Santa Maria della Spe­ranza, gestita dai Padri Gesuiti, in collaborazione con le Suore della Provvidenza.
I primi passi
Al momento della nascita, gra­zie alla paziente opera di suor Edoarda Pirò, allora direttri­ce del Centro, e della prima direttrice corale, Chiara Ca­lastri, il coro riuniva una venti­na di bambini, di età compresa tra i 7 e i 10 anni, e ha inizia­to cantando un repertorio di brani etnici di tutto il mondo. Il repertorio poi è andato gra­dualmente evolvendo, passan­do al gospel afro-americano, fino a brani originali in lingua napoletana, scritti e arrangia­ti dall’attuale direttore artisti­co, Ciccio Merolla, insieme alla direttrice corale, Filomena De Rosa. In poco tempo i bimbi del “Coro Millecolori” sono pas­sati dalle piccole performance nel territorio di Napoli a con­certi fuori regione, con tappe a Firenze, Milano e, di recen­te, a Torino dove, dal 26 al 28 settembre 2025, hanno parte­cipato a “Babelebàb -Secon­do Festival Nazionale dei Cori Interculturali”. Inoltre, il Coro ha nel tempo registrato i pro­pri brani e sta completando il lancio della prima raccolta, in uscita a fine 2025. È interessante rileggere la ge­nesi, i valori “fondanti”, la sto­ria e lo sviluppo dell’esperien­za del coro, attraverso le parole di Chiara Calastri, nel suo re­port ancora inedito, Voices of Scampia – Coro Millecolori; An Ethnographic Report on Choral Creative Practices in a Neapol­itan Marginaliseed Neighbour­hood. Scrive Calastri che «il Coro Millecolori mira a rendere l’educazione musicale accessi­bile a tutti i bambini» e chiari­sce che «il progetto concepisce la musica non solo come un’ar­te, ma anche come ciò che può plasmare il contesto in cui na­sce, grazie all’interazione con le principali istituzioni politi­che e le strutture di sviluppo socio-economico che operano per la rigenerazione del poten­ziale del quartiere». La filosofia educativa che ha sostenuto sin da principio tut­ta l’attività corale era costitui­ta da tre assi:
  • Suonare: incontrare l’arte (ear training, analisi dei brani, trascrizione, tecnica).
  • Esprimersi: incontrare il pro­prio sé (improvvisare, compor­re, arrangiare, interpretare).
  • Condividere: incontrare l’al­tro / gli altri (musica d’insie­me, esecuzione, performance, registrazione).
Chiara Calastri valuta l’espe­rienza del primo anno di vita del Coro Millecolori in questo modo: «La scoperta e lo svilup­po di nuovi talenti musicali ha dimostrato come in pochi mesi le famiglie si siano sentite con­fermate e valorizzate grazie alla scoperta di figli talentuo­si. Il riconoscimento del pro­prio talento è servito ai giova­ni anche come motivazione per assumersi la responsabilità di sviluppare la propria tecnica. Per quanto riguarda il ricono­scimento dei giovani di etnia rom attraverso la musica rom, questo obiettivo è quello che da sempre ha posto una sfida, che ancora attende risposta».
L’evoluzione del coro: un discernimento costante
Inizialmente i bimbi del Coro cantavano brani di diverse tra­dizioni del mondo, in diverse lingue (inclusi hindi ed ebrai­co). L’esperienza è stata mol­to bella, ma c’era un ostacolo fondamentale alla piena rap­presentazione dei brani: la dif­ficoltà di comprensione e pro­nuncia delle lingue, al di là della mera riproduzione del “suono” dell’originale. Pertanto nel 2020 il Coro è pas­sato a un repertorio gospel. Pur trattandosi sempre di canti in lingua straniera, il gospel era ed è un genere musicale che possiamo definire “il canto de­gli oppressi”: porta in sé una sensibilità nella quale implici­tamente i ragazzi si ritrovava­no, riuscendo in questo caso a esprimere con grande natura­lezza il significato delle canzo­ni, cioè la sofferenza dell’uo­mo che domanda a Dio il senso della vita a fronte di una situazione di povertà, schiavi­tù e spesso anche di maltratta­mento. Nei primi due oltre alle lezioni corali vi erano lezioni di percussioni, chitarra e an­che pianoforte. L’idea era che il coro potesse auto-accompa­gnarsi con il supporto iniziale di maestri di musica. In questa cornice di evoluzio­ne del Coro, è arrivato come di­ rettore artistico Ciccio Merolla, musicista afro-napoletano, già percussionista di Pino Danie­le. Con il suo arrivo, unitamen­te alla presenza di Filomena De Rosa, che nel frattempo ave­va sostituito Chiara Calastri, è stato possibile a scrivere per il coro dei testi inediti nell’unica lingua che accomunava i gio­vani nati a Scampia: la lingua napoletana. I primi brani del nuovo corso del Coro Millecolori sono stati arrangiati e suonati “in casa”, con l’aiuto di musicisti profes­sionisti locali, proponendo ai bimbi di performare cantando coralmente sulla musica suo­nata live. Nel momento in cui sono arrivati i primi concer­ti, il risultato è stato entusia­smante. Tuttavia l’esecuzione dal vivo con una band richie­deva lo spostamento di un or­ganico troppo grande e troppo complesso. Inoltre, supera­ta l’emozione del momento in cui performava, a un ascolto “a freddo” delle registrazio­ni dei concerti il risultato ap­pariva meno soddisfacente: molti errori, scarsa intonazio­ne, troppa confusione. Pertan­to si è deciso di interrompere la performance live e si è ini­ziato a comporre i nuovi bra­ni avvalendoci di basi musica­li pre-registrate, utilizzando le basi stesse come playback su cui le voci dei bambini poteva­no cantare dal vivo con grande facilità, con maggiore intona­zione e armonia, e senza muo­vere numerosi musicisti e pe­santi strumenti musicali.
L’afro-beat e il rap napoletano
Ciò ha permesso anche di svi­luppare in modo più articolato il genere musicale performa­to dai bambini, con l’introdu­zione di diversi brani su basi “afro-beat” e con la presenza di parti in “rap napoletano”, il che ha favorito l’attività solistica di alcuni talenti notevoli presen­ti nel coro. Il risultato è stato sorprendente, come pure è sta­ta eccellente la pedagogia sot­tesa a questa nuova formula: imparare divertendosi, diver­tirsi imparando, sperimentare l’ascolto della propria voce pri­ma su una base completa con anche le voci registrate, e suc­cessivamente sulla base solo strumentale. Inoltre, lungo l’arco di tre anni i bambini, che ora sono dei giovani, del Coro Millecolo­ri hanno fatto ripetutamen­te l’esperienza dello studio di registrazione, hanno impara­to a farsi coraggio per vincere la naturale timidezza e ritro­sia al salire sul palco, appren­dendo come gestire l’emozione trasformandola in “energia di performance”, fino a introdur­re alcuni movimenti del corpo in accompagnamento al can­to e alcuni momenti “recita­ti” di presentazione dei brani, traducendoli dal napoletano all’italiano. Oggi, dopo sei anni di percorso costante, i giovani coristi san­no offrire uno spettacolo com­pleto, interessante dal punto di vista dei contenuti e della musica, arricchente e piacevo­le per chi vi partecipa, segno di una eccellente testimonian­za che chi vive in contesti di povertà può dire al mondo in musica il proprio desiderio di riscatto e di riuscita sociale, celebrando la bontà dell’animo umano e la gioia nella colla­borazione, unite all’amicizia e all’amore per la musica. (Eraldo Cacchione sj, in "Migranti Press" 9 2025)
Un brano - "RISCATTO"
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Giubileo: oltre 3.500 rom, sinti e camminanti da tutta Europa e dal mondo sono attesi a Roma il 18 e 19 ottobre 2025

16 Ottobre 2025 - Ha inizio domani il Giubileo dei rom, sinti e camminanti, sul tema “La speranza è itinerante, mio padre e mia madre erano aramei erranti” (cfr. Dt 26,5). Nella mattinata di sabato 18, è previsto un grande evento nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Sarà un momento di preghiera, per professare la profonda fede dei popoli rom, sinti e camminanti, ma anche l’occasione per celebrarne la cultura viva e per onorarne la memoria. A guidare l’evento ci saranno Maris Milanese (TV2000), insieme a Eva Rizzin, di origine sinta e responsabile scientifico dell’Osservatorio nazionale sull’Antiziganismo di Verona, e ad Amadeus Giordan Halilovic, studente universitario con radici rom, molto impegnato in progetti culturali e sociali. Sul palco si alterneranno artisti di diversa provenienza, tra momenti di musica, canti, balli, poesie e testimonianze. Il tutto sarà coronato dalla presenza del Santo Padre, Leone XIV, che sarà in Aula Paolo VI per incontrare e conoscere i popoli rom, sinti e camminanti. L’evento si concluderà con il pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica di San Pietro. Il giorno seguente, la mattina della domenica 19, l’appuntamento è al Santuario del Divino Amore. Qui si svolgerà la messa solenne, arricchita dalle melodie di alcuni musicisti rom e sinti. Seguirà poi un momento di preghiera nei pressi della Chiesa a cielo aperto dedicata al Beato Ceferino Gimenez Malla, anche conosciuto come “el Pelé", il primo gitano martire della fede, fucilato nel 1936 durante la Guerra civile spagnola e gettato in una fossa comune per aver difeso un prete con il suo Rosario. La giornata si concluderà con una festa e un pranzo sociale nei pressi del Santuario. (fonte: Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale)
  giubileo rom

Cammino sinodale della Chiesa italiana: pubblicato il Documento di sintesi in vista della terza Assemblea sinodale

17 Ottobre 2025 - È disponibile online il Documento di sintesi del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, dal titolo “Lievito di pace e di speranza”, che sarà votato dalla terza Assemblea sinodale in programma a Roma il 25 ottobre. Il testo, che è già stato trasmesso ai delegati diocesani e a quanti parteciperanno come membri all’Assemblea del 25 ottobre, è stato preparato sulla base degli emendamenti emersi nel corso della seconda Assemblea sinodale (31 marzo – 3 aprile 2025), attraverso un intenso lavoro della Presidenza Cei, del Comitato del Cammino sinodale, del Consiglio permanente, degli organismi della Cei (Commissioni Episcopali, Uffici e Servizi della Segreteria Generale) e delle Regioni ecclesiastiche. “Il Documento è intriso di esperienze di pace e di speranza. Pur tra tante fatiche, riporta la realtà di oltre duecento Chiese locali, con tutte le loro articolazioni, impegnate a vivere e trasmettere speranza e pace: spesso senza farsi notare, senza ‘fare notizia’, ma sempre con tenacia e cura evangelica. Le nostre comunità cristiane non sono allo sbando: benché provate da tante situazioni faticose e tentate a volte dallo scoraggiamento, vivono come ‘piccolo lievito’ di fraternità, attente soprattutto alle persone rimaste o lasciate ai margini”, sottolinea S.E. mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Come stabilito dal Consiglio permanente nella sessione autunnale di settembre, dopo il voto della terza Assemblea sinodale la Presidenza della Cei nominerà un gruppo di vescovi che, coadiuvato dagli organi statutari, elaborerà, sulla base del Documento, priorità, delibere e note che saranno al centro dei lavori dell’Assemblea generale di novembre 2025. Successivamente, alla luce del Documento di sintesi e delle riflessioni dell’Assemblea generale, questo stesso gruppo di vescovi, supportato da esperti, preparerà le prospettive pastorali che accompagneranno le Chiese in Italia nei prossimi anni. (fonte: Conferenza episcopale italiana)

In uscita “Migranti Press” 9/2025. “Salto logico”: lo sport di base fotografa la quotidianità di un “Paese reale” che attende solo piena legittimazione

16 Ottobre 2025 - È in uscita il numero 9/2025 di Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes. In copertina, il balzo mondiale di Mattia Furlani da cui prende spunto l’“altro editoriale” di Elena Miglietti, che mostra come dall’osservatorio quotidiano offerto dai piccoli e grandi atleti dello sport di base e dalle loro famiglie emerga già un Paese reale che chiede solo di essere visto, sostenuto e pienamente legittimato. Mattia Furlani MIgranti Press A seguire, dopo l’editoriale di S.E. mons. Gian Carlo Perego sulla specifica rilevanza dei corridoi umanitari per le donne in fuga da violenze e privazioni, in primo piano, la presentazione della nuova edizione del Festival della Migrazione – “Oltre il mare, oltre i muri” –, che compie 10 anni: come costruire città più giuste e inclusive? E poi: il giubileo dei migranti, letto anche alla luce del pellegrinaggio in vita di alcuni giovani santi; l’intervista a p. Pat Murphy, direttore della Casa del Migrante a Tijuana, in Messico, al confine con gli Stati Uniti; e quella a Gabriella Kuruvilla sul ruolo della letteratura della migrazione nel processo di inclusione; e la nostra scheda sui Paesi cosiddetti “sicuri”: questa volta parliamo di Tunisia. E ancora, la memoria della tragedia di Mattmark, a 60 anni da quella “ultima strage” di lavoratori italiani emigrati; l’esperienza del Coro Millecolori a Napoli; il contributo della Fondazione Migrantes all’effettivo esercizio del diritto allo studio per i figli e le figlie delle famiglie dello spettacolo viaggiante in Italia. Infine, le nostre rubriche (Norme e giurisprudenza, Brevi e Segnalazioni – Libri, Cinema, Arte, etc).
Il sommario completo
  • Editoriale Donne in fuga. Corridoi umanitari e politica europea Gian Carlo Perego 
  • L’altro editoriale I cittadini di fatto di ogni benedetta domenica Nello sport di base vediamo già l’Italia del futuro. E la politica? Elena Miglietti 
  • Primo Piano Oltre il mare, oltre i muri. Il Festival della migrazione compie 10 anni Edo Patriarca 
  • Immigrati e rifugiati
    • La santità è in cammino. Storie di giovani santi, giubilei e migranti Simone M. Varisco
    • A Tijuana è in gioco il “sogno americano”. Intervista a p. Pat Murphy Antonella Palermo
    • La letteratura della migrazione e la nuova Italia Una conversazione con Gabriella Kuruvilla Marina Halaka
    • Paesi sicuri? Tunisia a cura di Mirtha Sozzi e Giovanni Godio 
  • Italiani nel mondo L’ultima tragedia dell’emigrazione italiana. A 60 anni dalla strage della diga di Mattmark Carlo De Stasio 
  • Rom, Sinti e caminanti Il Coro Millecolori. Le voci di Scampia Eraldo Cacchione 
  • Spettacolo viaggiante Il diritto allo studio dei figli dello spettacolo viaggiante Arianna Cocchi 
  • Leggi e giurisprudenza a cura di Alessandro Pertici. Ufficio nazionale per i problemi giuridici della Cei
  • Brevi
  • Segnalazioni

A Guidonia (RM), la “Festa Muinda”: per accendere la speranza della missione con i migranti

16 Ottobre 2025 - Sabato 11 ottobre 2025, presso la parrocchia Santa Maria Goretti in Villalba di Guidonia (RM), l’integrazione dei popoli come orizzonte missionario è stato il fulcro della Festa Muinda, (muinda, luce, lampada, in varie lingue del Congo), un incontro organizzato per leggere, commentare e condividere i temi del primo messaggio di papa Leone XIV nell’occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che ha chiaramente unito la questione migratoria all’anelito missionario della Chiesa. "Questo ottobre missionario - ha detto don Denis Kibangu Malonda, parroco di Santa Maria Goretti e direttore dell'Ufficio MIgrantes di Tivoli - svolgendosi durante il Giubileo 2025, ha avuto una cornice diversa rispetto agli anni precedenti. I migranti della nostra zona hanno espresso un entusiasmo ricco di speranza nel cercare una vita più realizzata, con l’aiuto di Dio, ma anche con il sostegno benevolo dei fratelli che si incontrano qui, in questa terra di accoglienza. Con fede e speranza quindi cercano di superare le situazioni drammatiche di sofferenza che li ha strappati dalla propria terra di origine, per fissare gli occhi alle tante benedizioni che il Signore elargisce concedendo a ciascuno la possibilità di percorrere qualche via di integrazione: casa, lavoro, famiglie nuove con figli e nipoti, etc. Eppure non sono mancate alcune lamentele e difficoltà. Alcuni hanno voluto denunciare il persistere di varie forme di discriminazione: al lavoro, affitti di case, disprezzo in vario modo e anche il razzismo per il colore della pelle. Sono cose che stroncano lo slancio di speranza in molti casi e spengono quella luce che il Vangelo di Cristo accende per realizzare quello che dice il Nostro Sommo Pontefice. Promuovere una “Speranza intesa come promessa di un presente e di un futuro in cui sia riconosciuta la dignità di tutti come figli di Dio”.

A Salerno la comunità cattolica srilankese accoglie ufficialmente il proprio nuovo cappellano

15 Ottobre 2025 -
15 Ottobre 2025 - La comunità cattolica srilankese di Salerno accoglierà ufficialmente il proprio nuovo cappellano, don Anthony Samy Mathew, durante una Santa Messa che si terrà domenica 19 ottobre alle ore 16 presso la Chiesa dell’Immacolata, in Piazza San Francesco a Salerno. L’evento, promosso dall’Ufficio Diocesano Migrantes dell’Arcidiocesi Salerno - Campagna - Acerno, rappresenta un momento significativo di incontro e integrazione tra le diverse comunità cattoliche presenti nel territorio. La celebrazione sarà occasione per rinnovare l’impegno della Chiesa di Salerno nell’accompagnare spiritualmente i fedeli di origine straniera, promuovendo la convivenza e la fraternità tra culture e popoli. ❗ Santa Messa e presentazione di don Anthony Samy Mathew. 📅 Domenica 19 ottobre 2025 – Ore 16. 🎯 Chiesa dell’Immacolata, Piazza San Francesco – Salerno.

Tavolo asilo e immigrazione: il Governo ha tempo fino al 2 novembre per non rinnovare il Memorandum Italia-Libia “che produce sofferenze e violazioni dei diritti umani”

15 Ottobre 2025 - Entro il 2 novembre 2025 il Governo italiano può chiedere la cessazione del Memorandum d’intesa con la Libia. Se non lo farà, il 2 febbraio 2026 l’accordo verrà automaticamente rinnovato per altri tre anni. Il Memorandum, firmato nel 2017 - ufficialmente ‘Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana’-, prevede il sostegno alla cosiddetta Guardia Costiera libica e la collaborazione nel controllo delle frontiere. Lo mette in evidenza un comunicato del Tavolo asilo e immigrazione (Tai), secondo il quale "nel concreto l’accordo si è tradotto nella detenzione arbitraria di migliaia di persone in movimento e nel respingimento forzato di oltre 158.000 persone verso la Libia, dove torture, violenze, detenzioni arbitrarie e tratta di esseri umani sono documentate da ONU, Corte Penale Internazionale e organizzazioni indipendenti". Nel marzo 2023, la Missione d’inchiesta delle Nazioni Unite in Libia ha accertato che nel Paese sono stati commessi crimini contro l’umanità e ha chiesto la cessazione di ogni forma di supporto agli attori libici coinvolti. Anche la Corte di Cassazione italiana e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno stabilito che la Libia non è un porto sicuro per lo sbarco delle persone soccorse. "Nonostante ciò - continua la nota del Tai -, la cooperazione continua: dall’inizio del 2025 oltre 20 mila persone sono state intercettate e riportate nei centri di detenzione libici secondo dati dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni. A quasi nove anni dalla sua firma, il Memorandum rappresenta una pagina oscura delle politiche migratorie italiane ed europee". Leggi il comunicato integrale.

Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes 2025. Giovani di origine straniera: si trasforma con loro l’Italia che spera

13 Ottobre 2025 - I giovani di origine straniera, nati o cresciuti in Italia, sono di fatto i protagonisti silenziosi della trasformazione del Paese. Non solo destinatari di interventi, ma generatori di speranza, portatori di identità plurali e di un futuro da costruire insieme. È il messaggio al centro della XXXIV edizione del “Rapporto Immigrazione”, realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, intitolato in quest’anno giubilare «Giovani, testimoni di speranza».
Il Rapporto
Il volume – 392 pagine, con la firma di 48 tra curatori e collaboratori – dopo la consueta premessa sul contesto internazionale, offre una rappresentazione della situazione degli immigrati residenti in Italia secondo 8 ambiti di vita quotidiana: cittadinanza, economia, scuola, sanità, disagio sociale, sport, comunicazione e appartenenza religiosa. La sfida raccolta dal Rapporto è quella di provare a fare dei tanti volti della mobilità il volto composito di un Paese. Infografica Rapporto Immigrazione 2025
I numeri dell’immigrazione in Italia e nel mondo.
In Italia, gli stranieri regolarmente residenti sono oltre 5,4 milioni, pari al 9,2% della popolazione. Nel 2024, più del 21% dei nuovi nati ha almeno un genitore straniero. I principali Paesi di origine dei cittadini stranieri in Italia restano i medesimi, ma negli ultimi anni si osserva una crescita significativa di nuovi arrivi dal Perù e Bangladesh. Tutto questo si registra in un contesto globale in cui, nel 2025, nel mondo si contano 304 milioni di migranti internazionali, il doppio rispetto al 1990, e oltre 123 milioni di profughi e sfollati.
Giovani di origine straniera: potenziali protagonisti della trasformazione del Paese
Il Rapporto 2025 pone al centro i giovani con background migratorio, che rappresentano una risorsa vitale per la società italiana. Molti di loro affrontano difficoltà nel riconoscimento e nella partecipazione, ma la loro esperienza è una narrazione vivente di speranza e cambiamento. «Dare loro spazio – sottolineano Caritas Italiana e Fondazione Migrantes nell’introduzione al volume – non è un favore, ma un investimento per il futuro dell’Italia, che si costruisce anche – e soprattutto – con chi ha il coraggio di sognarlo, da dentro e da fuori».
Lavoro, casa e povertà: le sfide dell’inclusione
Nel 2024 gli occupati in Italia sono 24 milioni, di cui oltre 2,5 milioni stranieri (10,5%). Crescono i rapporti di lavoro attivati con cittadini stranieri (+5,8% in un anno), ma persistono disuguaglianze e sfruttamento, soprattutto nel settore agricolo e in quello dei servizi. Le difficoltà abitative restano un nodo cruciale: l’indagine Caritas-Migrantes evidenzia forti discriminazioni e barriere di accesso alla casa per le famiglie straniere. Sul fronte economico, mentre l’incidenza della povertà tra i cittadini italiani si attesta al 7,4%, tra gli stranieri raggiunge il 35,1% (sono 1.727.000 i cittadini stranieri in condizione di povertà assoluta). «Investire in strategie di inclusione e in percorsi legali – ha detto nel suo intervento S.E. mons. Carlo Maria Redaelli, arcivescovo metropolita di Gorizia e presidente di Caritas Italiana – non è un favore, ma un atto di responsabilità verso il futuro delle nostre comunità e di quelle che arrivano: si può e si deve fare meglio di quanto fatto finora».
Scuola, sport e religione: spazi di cittadinanza e futuro
Nell’anno scolastico 2023/2024 si registra la presenza di oltre 900 mila alunni con cittadinanza non italiana, con un’incidenza pari all’11,5%, segno di una società sempre più multiculturale. Lo sport si conferma terreno fertile di inclusione e cittadinanza attiva: tuttavia, solo il 35% delle ragazze straniere pratica attività sportiva, contro il 62% delle coetanee italiane, e merita attenzione il fenomeno dello sport trafficking. Sul piano della appartenenza religiosa, tassello fondamentale nella comprensione del senso di partecipazione alla comunità, si stima che all’inizio del 2025 il totale dei cristiani superi ancora la maggioranza assoluta degli stranieri residenti in Italia, raggiungendo il 51,7%, seppure in netto calo rispetto al 53,0% stimato per il 2024. «Il Rapporto conferma – ha detto il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo – che dopo la prima accoglienza è fondamentale l’accompagnamento costante a una esistenza dignitosa e alla partecipazione diretta alla vita del Paese. Diamo meno spazio a ciò che facciamo e diciamo noi per loro, e più alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sul Paese dei cittadini immigrati». Infografica Rapporto Immigrazione 2025
Baturi (CEI): «Una trasformazione silenziosa, ma radicale»
L’Italia vive una trasformazione – afferma il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, S.E. mons. Giuseppe Baturi, nella sua Prefazione al volume –, che passa attraverso i volti, le storie e i sogni di giovani ragazze e ragazzi che «frequentano le stesse scuole dei loro coetanei italiani, parlano i dialetti locali, tifano per le squadre del cuore, ma spesso continuano a sentirsi – e a essere percepiti – come “ospiti permanenti”, non pienamente parte della comunità». In questo senso «le comunità cristiane in Italia hanno oggi la possibilità di essere laboratori privilegiati di convivenza, luoghi in cui si sperimenta in piccolo ciò che il Paese intero fatica a realizzare». Nella situazione fotografata dal Rapporto, scrive mons. Baturi, la cittadinanza si conferma uno dei «passaggi sempre più indispensabili».
I materiali
  Copertina Rapporto Immigrazione 2025

Torino, Festival dell’Accoglienza: “Quale sicurezza con i Decreti Sicurezza?”. Con mons. Perego

13 Ottobre 2025 - 13 Ottobre 2025 - I cosiddetti Decreti Sicurezza, introdotti con l’obiettivo dichiarato di tutelare l’ordine pubblico, hanno inciso in profondità sul tessuto sociale, limitando diritti fondamentali, rafforzando dispositivi di controllo e ampliando le pratiche di trattenimento e rimpatrio. Queste misure hanno acuito la precarietà giuridica delle persone migranti, generato nuove forme di marginalità ed eroso progressivamente lo spazio democratico. L’incontro "Quale sicurezza con i Decreti Sicurezza?", realizzato in collaborazione con ASGI, Carovane Migranti e Rete torinese contro tutti i CPR (Ufficio Pastorale Migranti – Via Cottolengo, 24 bis – Torino), propone un’analisi critica di queste trasformazioni e intende riflettere sulle possibilità concrete di una resistenza civile e costituzionale, capace di contrastare derive securitarie e riaffermare i principi di giustizia e accoglienza. Intervengono mons. Giancarlo Perego, Presidente Fondazione Migrantes, Francesca Troise, Presidente Circoscrizione 3 Torino, Rete torinese contro tutti i CPR e Stefano Bleggi, Melting Pot Europa, aderente al Network Against Migrant Detention. Modera Luca Rondi, giornalista di Altreconomia. Al termine dell’incontro seguirà una visita guidata della mostra “Randag*-Oltre il pregiudizio” a cura dei volontari Croce Rossa Italiana. È un progetto che intreccia fotografia e poesia per raccontare le storie e le difficoltà delle persone senza dimora, di chi ha lasciato il proprio paese, di chi si trova in condizioni di vulnerabilità. (fonte: festivalaccoglienzatorino.it)

Anteprima “Rapporto Immigrazione 2025”: i podcast. Lo sport come riscatto

12 Ottobre 2025 - Lo sport rappresenta oggi molto più di una semplice pratica ricreativa o agonistica: è un potente veicolo di formazione, coesione sociale e promozione dei valori democratici. In particolare, nei contesti multiculturali e in continua trasformazione. Ascolta il podcast con Imane Kaabour, istruttrice di pugilato. Questo è uno dei contenuti audio extra che arricchiscono e corredano l’edizione 2025 del Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, che sarà presentata martedì 14 ottobre 2025, a Roma.

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Anteprima “Rapporto Immigrazione 2025”: i podcast. Comunicare la mobilità umana

11 Ottobre 2025 - "Quella mia fascinazione originaria per il linguaggio e la comunicazione si manifestava a partire dalla storpiatura da parte di un dipendente pubblico del cognome di mio padre per poi raggiungere il culmine nell’esclusione dei miei genitori da tutti quegli ambienti della condivisione e della partecipazione che non fossero il lavoro o la burocrazia. Non li ascoltavo abitare gli spazi della cultura, del riposo e della politica: l’italiano era – per la maggior parte del tempo – la lingua della fatica quotidiana, del calcolo utilitaristico, della prassi in questura". Ascolta il podcast con Kim Valerie Calingasan Vilale, autrice multimediale di “@venti_hertz. Contenuti impopolari oltre la soglia di udibilità”. Questo è uno dei contenuti audio extra che arricchiscono e corredano l’edizione 2025 del Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, che sarà presentata martedì 14 ottobre 2025, a Roma.

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Anteprima “Rapporto Immigrazione 2025”: i podcast. Fra traumi in viaggio e traumi in Italia

10 Ottobre 2025 - Benché i dati statistici dicano altro, la percezione di molti italiani è che gli immigrati siano in maggioranza giovani maschi africani e asiatici, arrivati per lo più con i barconi, accolti fin troppo bene, visto che hanno tutti il telefonino. A ciò si aggiunge talvolta, generalizzando su alcuni isolati casi di cronaca, un ulteriore stigma: "arrivano solo i pazzi". Non è così: la sofferenza mentale degli immigrati traumatizzati dipende molto da ciò che accade loro dopo l’arrivo in Italia. Affronta questo argomento, in una breve conversazione, il prof. Marco Mazzetti, medico psichiatra, presidente della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni. Questo è uno dei contenuti audio extra che arricchiscono e corredano l’edizione 2025 del Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, che sarà presentata martedì 14 ottobre 2025, a Roma.  

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Anteprima “Rapporto Immigrazione 2025”: i podcast. L’attivismo politico dei giovani di origine straniera

9 Ottobre 2025 - Gli esiti del referendum di giugno sui tempi di accesso alla cittadinanza hanno confermato la prevalenza nella società italiana di un misto d’indifferenza e resistenza nei confronti dell’allargamento delle opportunità di accesso alla cittadinanza legale per gli immigrati. D'altra parte, soprattutto le nuove generazioni di origine straniera sono, da un lato, già potenzialmente coinvolte in varie pratiche di cittadinanza dal basso, dall’altro candidate a un maggiore protagonismo anche sul piano della cittadinanza legale. Affronta questo argomento, in una breve conversazione, il prof. Maurizio Ambrosini dell'Università degli Studi di Milano. Questo è uno dei contenuti audio extra che arricchiscono e corredano l’edizione 2025 del Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, che sarà presentata martedì 14 ottobre 2025, a Roma.

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“Dilexi te”, Leone XIV: “In ogni migrante respinto è Cristo stesso che bussa alle porte della comunità”

9 Ottobre 2025 - 9 Ottobre 2025 - È stato reso pubblico e presentato il testo della prima Esortazione Apostolica di Leone XIV sull’amore verso i poveri, dal titolo Dilexi teSi tratta di un documento "in continuità con l’Enciclica Dilexit nos", che - scrive il Santo Padre - "papa Francesco stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita. Avendo ricevuto come in eredità questo progetto, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato, condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri".
Accompagnare i migranti
Nella sezione del documento intitolata "Una Chiesa per i poveri" è presente anche un paragrafo in 3 punti completamente dedicato all'accompagnamento dei migranti, la cui esperienza, ricorda il Papa, "accompagna la storia del Popolo di Dio". Leone XIV menziona la traccia segnata dai due grandi santi che nel secolo XIX "si distinsero nella cura pastorale dei migranti: San Giovanni Battista Scalabrini e Santa Francesca Saverio Cabrini". Tradizione di una Chiesa per e con i migranti che "continua e oggi questo servizio si esprime in iniziative come i centri di accoglienza per i rifugiati, le missioni di frontiera, gli sforzi di Caritas Internationalis e di altre istituzioni. Il Magistero contemporaneo ribadisce chiaramente questo impegno". A questo proposito, in particolare, Leone XIV ricorda i 4 verbi cari a papa Francesco: "accogliere, proteggere, promuovere e integrare" i quali, sosteneva papa Bergoglio "non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati". Per Leone XIV, infine, è chiaro che "la Chiesa, come una madre, cammina con coloro che camminano. Dove il mondo vede minacce, lei vede figli; dove si costruiscono muri, lei costruisce ponti. Sa che il suo annuncio del Vangelo è credibile solo quando si traduce in gesti di vicinanza e accoglienza. E sa che in ogni migrante respinto è Cristo stesso che bussa alle porte della comunità".
Il commento del presidente della Cei
"È tempo di passare dalle analisi alle azioni, dall’indifferenza alla cura, dalla speculazione teorica alla concretezza dell’impegno: solo così potremo rimuovere le cause sociali e strutturali della povertà, diffondere attraverso i valori radicati nel Vangelo la custodia dell’umanità, ascoltare il grido di interi popoli, denunciare ciò che non va. È tempo di esporsi: se il rischio è quello 'di sembrare degli stupidi' (n. 97) vogliamo correrlo". Così il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel suo commento del testo dell'Esortazione apostolica. [caption id="attachment_65378" align="aligncenter" width="1024"]Dilexi te (Foto Siciliani - Gennari/SIR)[/caption]

Emigrazione, sen. Giacobbe: la mostra “Come ponti sul mondo” ha “grande valore culturale e umano”

9 Ottobre 2025 - Nel suo intervento di fine seduta al Senato della Repubblica del giorno 8 ottobre, il senatore eletto all’estero Francesco Giacobbe ha voluto condividere con l’Aula la “profonda emozione” e il “grande valore culturale e umano” della mostra “Come ponti sul mondo. Scelte di vita, racconti di missione”, allestita a Roma dal Museo dell’emigrazione italiana (Mei) e dalla Fondazione Migrantes. Un percorso immersivo di immagini, testimonianze e memorie che, come ha ricordato il senatore, che rappresenta un patrimonio prezioso da condividere con tutti, poiché “mette in luce il grande valore delle comunità italiane emigrate nel mondo e le vicende di uomini, sacerdoti e missionari che hanno contribuito, con dedizione e sacrificio, allo sviluppo delle comunità italiane e dei Paesi che li hanno accolti.” Tra le tante storie, Giacobbe ha ricordato con commozione la figura di padre Atanasio Gonelli, storico punto di riferimento della comunità italo-australiana di Sydney: “Padre Atanasio è stato guida, padre, amico. La sua presenza continua a vivere nell’impegno della Fondazione a lui dedicata e nel lavoro instancabile di tanti volontari che portano avanti il suo esempio di vita e di impegno sociale.” Infine, ha rivolto un sentito ringraziamento agli organizzatori e ai promotori dell’iniziativa: Paolo Masini e Pierangelo Campodonico del MEI, Mons. Pierpaolo Felicolo, Delfina Licata e Marisa Fois della Fondazione Migrantes, insieme al Dicastero per l’Evangelizzazione e delle Nuove Chiese.

📺 L'intervento del senatore Giacobbe.