18 Marzo 2025 - Nell’ambito della XXI Settimana di Azione contro il Razzismo, il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) propone due giornate di eventi il 19 e 20 marzo, volte a sensibilizzare il pubblico sulle tematiche della discriminazione, dei diritti umani e delle migrazioni. Attraverso il cinema, il racconto di esperienze dirette e visite guidate tematiche, il MEI offrirà uno spazio di riflessione su questioni cruciali per il nostro tempo.
Nel pomeriggio del 19 marzo, in particolare, alle 16:30, verrà proiettato il film Il Sole Dentro, una storia ispirata a eventi reali che affronta il fenomeno del traffico di minori e delle migrazioni forzate nel mondo del calcio. Il film mette in luce come lo sport, spesso visto come un’opportunità di riscatto, possa diventare anche un meccanismo di sfruttamento, portando i giovani migranti a vivere situazioni di vulnerabilità. Alla proiezione parteciperanno il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, e il presidente della Fondazione MEI, Paolo Masini.
Primo Piano
All’Università di Messina un seminario sulle migrazioni forzate
18 Marzo 2025 - La rete "Trame migranti", composta dal Dipartimento Cospecs dell’Università di Messina e da organismi e associazioni impegnati sul territorio messinese con le persone coinvolte nella mobilità umana, promuove un seminario dedicato al tema delle migrazioni forzate.
L’incontro si terrà mercoledì 19 marzo 2025, alle ore 10.00, presso l’Aula Magna del Dipartimento Cospecs (via Concezione, 6 – Messina) e avrà come punto di partenza il Report sul Diritto d’Asilo della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana.
Il volume, realizzato da un’équipe di esperti, analizza dati, normative, politiche e storie di vita, evidenziando come il diritto d’asilo sia sempre più a rischio sia in Italia che nell’Unione Europea.
A presentare il Report sarà Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes, co-curatrice del volume, che illustrerà i principali dati e contenuti dell’ottava edizione.
Seguiranno gli interventi di:
- Elena Girasella, dottoressa in Scienze Politiche presso l’Università di Messina, con una relazione dal titolo “Diritto d’asilo per sana e robusta Costituzione”;
- Sofia Donato, attivista e socia fondatrice dell’Associazione di volontariato Abarekà Nandree OdV, che approfondirà il dramma delle migrazioni lungo la rotta del Mediterraneo, con un focus particolare sui migranti in partenza dal Mali, paese in cui l’associazione opera con progetti di cooperazione internazionale.
Per informazioni: e-mail: migrantes.me@alice.it
Acli e Fondazione Migrantes: “La verità sull’immigrazione degli italiani all’estero obbliga a ripensare le politiche migratorie dell’Italia e dell’Europa”
17 Marzo 2025 - Migrazioni e cittadinanza, la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo a New York.
“Non ci dobbiamo dimenticare dei volti dei migranti, sia quelli che arrivano nel nostro Paese sia i vostri, quelli dei tanti italiani che sono partiti o che stanno partendo. Ecco perché relegare la questione migrazione al tema dell’irregolarità o della clandestinità, applicando leggi disumane e facendo accordi con Paesi terzi per bloccare i flussi, serve solo per deumanizzare e non vedere che dietro il fenomeno migratorio ci sono persone in carne e ossa con le loro speranze”. Così Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, a commento del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM), realizzato dalla Fondazione Migrantes, che per la prima volta è stato presentato a New York, presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School.
“In questo modo rischiamo anche di deumanizzare noi stessi, – ha continuato Manfredonia – come se fossimo senza memoria e avessimo dimenticato l’emigrazione italiana, con le fatiche e le umiliazioni subite dai nostri connazionali. L’antidoto oggi è gestire il fenomeno migratorio, quindi accogliere e integrare con diritti e doveri, per creare responsabilità e accettare il contributo che ciascuno può portare. Vorrei poi sottolineare un punto molto importante, e cioè che noi siamo cittadini europei di nazionalità italiana e vogliamo rivendicare la nostra appartenenza a un modello di pace, convivenza e sviluppo sociale che passo passo ha accompagnato le nostre generazioni, compiendo un sogno che sembrava impossibile: far vivere in pace, sviluppo e libertà popolazioni che si sono odiate per secoli. Quello è il modello di cittadinanza che vorremmo per il mondo. Agli oltre 6 milioni di italiani all’estero dico: non dimenticateci. Aiutateci a leggere i nostri contesti, esercitate i vostri diritti e doveri. Avete il diritto di voto: la vostra partecipazione alla vita del nostro Paese è troppo importante per perderla”.
Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2024 il 23,2% di chi all’estero ha tra i 35 e i 49 anni, mentre il 21,7% appartiene alla fascia di età 18-34 anni. Ma nello stesso tempo esiste anche una certa mobilità degli over 50 e che, solitamente, viene definita come “mobilità previdenziale”, dimostrata in particolare dal fatto che gli over 65 sono aumentati del 12,9%. Ma il dato più interessante e che sfaterebbe molte leggende metropolitane sull’assedio dei migranti alle porte dell’Italia è che dal 2020 a oggi, l’Italia conta circa 652 mila residenti in meno, mentre gli italiani residenti all’estero sono oltre 6 milioni. Secondo il ministero dell’Interno, invece, per quanto riguarda gli sbarchi dei migranti nel nostro Paese, nello stesso periodo di tempo, ovvero tra 2020 e 2024, si è raggiunta la cifra di poco superiore a 430 mila persone.
“Ci sono voluti 19 anni perché il Rapporto Italiani nel Mondo arrivasse a New York – ha esordito Delfina Licata, curatrice del RIM – Nel frattempo i connazionali all'estero sono raddoppiati e in America sono cresciuti di oltre il 70%. Un'America e una New York profondamente cambiate da quel lontano 2006, anno della prima pubblicazione del Rapporto che la Fondazione Migrantes dedica alla mobilità italiana. Oggi siamo diventati una nazione dalle migrazioni plurime e complesse, pienamente protagonisti del cosmopolitismo e della circolazione europea, ma che soffre per una migrazione malata perché unidirezionale. Il lavoro da compiere è quello di guarire il processo migratorio trasformandolo da unidirezionale a circolare, unendo le partenze agli arrivi e ai ritorni. E questo lavoro è innanzitutto culturale. Ma dalla guarigione della ferita migratoria, che vede esaltare la perdita e non l'opportunità, occorre passare alle azioni concrete. Il RIM non è un progetto in solitaria, ma vive e si fortifica grazie alle reti tra menti pensanti e menti operanti, tra chi analizza e chi trova strategie con cui agire nel tessuto sociale”.
“Significa che la verità è che il tema di cui dovremmo occuparci è la perdita di italiani che lasciano il nostro Paese per cercare nuove opportunità – ha concluso Manfredonia – e di sicuro non sono le politiche ‘protezioniste’ sulla migrazione come minaccia e non come opportunità a risolvere il problema, ma semmai a aumentare la probabilità che gli italiani all’estero aumentino”.
Prima della presentazione del rapporto, la giornata è iniziata con la Messa, officiata dal presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, da don Luigi Portarulo, responsabile della comunità cattolica italiana a New York, da padre Giacomo Costa, accompagnatore spirituale delle Acli Nazionali e da don Giacomo Granzotto, assistente di mons. Perego.
La presentazione del Rapporto si è svolta nel primo pomeriggio di ieri, 16 marzo, con i saluti introduttivi di Paolo Ricotti, presidente del Patronato ACLI, che ha sottolineato come “il senso della nostra missione qui a New York con la Fondazione Migrantes è investire sulla cultura dei diritti sociali partendo dal lavoro straordinario del Rapporto Italiani nel Mondo. Lo facciamo proprio partendo dall’Italia che vive all’estero che, in molti casi, ha scelto di emigrare perché il nostro Paese non è all’altezza delle aspettative”. Dopo Ricotti sono intervenuti per un saluto Cristian Di Sanzo, deputato della Repubblica Italiana, Silvana Mangione, vicesegretaria del CGIE e il Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele.
Matteo Bracciali, membro della commissione scientifica del Rapporto Italiani nel Mondo e vicepresidente della Federazione delle Acli Internazionali, si è concentrato sul capitolo del RIM dedicato alla cittadinanza: “I numerosi saggi del Rapporto sul tema della cittadinanza, messa a confronto in molti Paesi del mondo, restituiscono una narrazione positiva fatta di persone che vogliono entrare a far parte di una comunità per condividerne i valori, goderne i diritti e ottemperare ai doveri. Questi elementi devono essere alla base della riforma della legge sulla cittadinanza – ha continuato Bracciali – che dopo 33 anni ha bisogno di essere aggiornata al contesto sociale di oggi per dare risposta ai ragazzi nati e cresciuti in Italia che chiedono di essere italiani e per rendere responsabili e consapevoli le nuove generazioni di italiani nel mondo”.
La chiusura dei lavori è stata affidata a mons. Gian Carlo Perego che ha sottolineato come “la cittadinanza è vita, significa dare la possibilità di rigenerarsi ai nostri territori, alle nostre città che stanno morendo. Il nostro Paese ha bisogno di aprirsi a chi desidera una vita migliore per creare generativitá nel tessuto sociale e non di chiudersi provocando la morte di territori e comunità. Il nostro Paese ha bisogno di una nuova lettura della propria storia di Paese di migrazioni in arrivo e in partenza che non è una sola storia di povertà ma è soprattutto un presente di sacrificio e riuscita, di comunità come quella intorno a Saint Patrick, giovane e dinamica, con il desiderio di stare insieme e riconoscersi in una italianità che viene sicuramente plasmata dalla migrazione, ma che non si allontana dall'affetto delle radici ben salde. Il nostro Paese ha bisogno di fare memoria con il volto proiettato non verso le spalle, ma davanti a sé per costruire un futuro in mobilità, partecipativo e partecipato nell'epoca delle migrazioni. Il nostro Paese ha, infine, bisogno di una cultura nuova che parta dallo studio rigoroso del presente che dall'analisi dei dati scientifici ci porti alla narrazione del chi siamo, volti e storie di un popolo in cammino".
La Fondazione Migrantes e le Acli negli Stati Uniti, tra cittadinanza civile e “cittadinanza celeste”
17 Marzo 2025 - 17 Marzo 2025 - La Fondazione Migrantes è impegnata negli Stati Uniti, insieme alle Acli, in una serie di iniziative civili ed ecclesiali pensate per le comunità cattoliche italiane.
Il 14 marzo, il Patronato delle Acli e la Fondazione Migrantes, grazie al supporto di We the Italians, sono stati ospiti dell'Italian American Museum di Little Italy, a New York City, nato per raccontare l’evoluzione dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti d'America, per un evento dal titolo “Italian American Sounds Good. New Italians in the USA, the value of the citizenship”.
Il prof. Joseph Scelsa, presidente di Italian American Museum ha innanzi tutto presentato il percorso che ha portato alla costituzione del museo. Tra gli interventi in programma, Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, ha riportato lo sguardo dall'Italia sulla comunità italo-americana e l'evoluzione nella comprensione di questo fenomeno nel nostro Paese.
Ricordiamo che negli Stati Uniti vivono oltre 320mila italiani con passaporto, il 5,2% degli oltre 6 milioni di cittadini italiani residente all’estero. Gli Usa sono il settimo Paese con maggiore presenza di cittadini italiani dopo Argentina, Germania, Svizzera, Brasile, Regno Uniti e Francia.
Il 16 marzo, invece, è stato presentato, alla Saint Patrick’s Old Cathedral School alla presenza di Istituzioni civili e religiose - per la prima volta a New York - proprio il Rapporto Italiani nel Mondo (RIM), la pubblicazione che la Fondazione Migrantes dedica ogni anno alla mobilità degli italiani e delle italiane.
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Delfina Licata (Fondazione Migrantes)[/caption]
Le conclusioni sono state affidate, oltre che al presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, a mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes.
In questi giorni, mons. Perego ha presieduto anche due celebrazioni eucaristiche in italiano: la prima, il 15 marzo a Montclair (New Jersey) - una delle più radicate e antiche comunità di emigrati italiani negli Stati Uniti - presso la chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo; la seconda, subito prima della presentazione del RIM, il 16 marzo presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School.
In entrambe le occasioni ha commentato le letture della II domenica di Quaresima, seguendo il filo tematico delle "promesse di Dio" che "trasfigurano l’uomo". Tra le altre cose ha voluto ricordare il patto e le benedizioni di Dio ad Abramo (Gn 15,5-12.17-18) in questo modo: "«Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle», soggiungendo immediatamente «Tale sarà la tua discendenza». È la prima delle tante benedizioni che Dio darà al suo popolo assicurandogli fecondità, un popolo numeroso e potente sulla terra. Una ‘benedizione’ – ci ricorda papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti è anche la lunga schiera, il popolo dei migranti, tra i quali il popolo degli emigranti italiani a New York e nelle Americhe". Commentando, invece, la pagina di Paolo ai Filippesi (Fil 3,20-4,1) mons. Perego ha sottolineato la presenza di "un tema interessante e d’attualità, il tema della cittadinanza. Gli abitanti di Filippi erano orgogliosi di alcuni diritti particolari ricevuti dai romani. Paolo pone qui, come altrove – lui che è cittadino ebreo e cittadino romano - l’accento sull’aspirazione tutta spirituale a un’altra 'cittadinanza' di cui poter vantarsi dinanzi a Dio: quella celeste, conquistata in forza della grazia di Cristo, Signore dell’universo".
Delfina Licata (Fondazione Migrantes)[/caption]
Le conclusioni sono state affidate, oltre che al presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, a mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes.
In questi giorni, mons. Perego ha presieduto anche due celebrazioni eucaristiche in italiano: la prima, il 15 marzo a Montclair (New Jersey) - una delle più radicate e antiche comunità di emigrati italiani negli Stati Uniti - presso la chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo; la seconda, subito prima della presentazione del RIM, il 16 marzo presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School.
In entrambe le occasioni ha commentato le letture della II domenica di Quaresima, seguendo il filo tematico delle "promesse di Dio" che "trasfigurano l’uomo". Tra le altre cose ha voluto ricordare il patto e le benedizioni di Dio ad Abramo (Gn 15,5-12.17-18) in questo modo: "«Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle», soggiungendo immediatamente «Tale sarà la tua discendenza». È la prima delle tante benedizioni che Dio darà al suo popolo assicurandogli fecondità, un popolo numeroso e potente sulla terra. Una ‘benedizione’ – ci ricorda papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti è anche la lunga schiera, il popolo dei migranti, tra i quali il popolo degli emigranti italiani a New York e nelle Americhe". Commentando, invece, la pagina di Paolo ai Filippesi (Fil 3,20-4,1) mons. Perego ha sottolineato la presenza di "un tema interessante e d’attualità, il tema della cittadinanza. Gli abitanti di Filippi erano orgogliosi di alcuni diritti particolari ricevuti dai romani. Paolo pone qui, come altrove – lui che è cittadino ebreo e cittadino romano - l’accento sull’aspirazione tutta spirituale a un’altra 'cittadinanza' di cui poter vantarsi dinanzi a Dio: quella celeste, conquistata in forza della grazia di Cristo, Signore dell’universo".
Il referendum per diventare cittadini prima. Un atto d’amore alla città
14 Marzo 2025 - Oltre 600.000 persone, in poche settimane, hanno firmato in Italia la richiesta referendaria in materia di cittadinanza. Il referendum, che vedrà il nostro voto in primavera, mira ad abrogare, congiuntamente, l’intero articolo 9, comma 1, lettera f), della legge numero 91 del 1992 – l’attuale legge italiana sulla cittadinanza - e, limitatamente ad alcune parole, l’articolo 9, comma 1, lettera b).
La combinazione delle due diverse abrogazioni avrebbe quale esito che tutti gli stranieri maggiorenni con cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione europea potrebbero presentare richiesta di concessione della cittadinanza italiana dopo cinque anni di residenza legale in Italia.
Al referendum si è arrivati dopo che il Parlamento ha fermato, per due volte, negli ultimi 10 anni, l’approvazione di una nuova legge sulla cittadinanza che abbreviasse i tempi – da 10 a cinque anni di residenza –, legandola soprattutto agli anni di studio (jus culturae e jus scholae).
Ogni referendum abrogativo, come sappiamo, parte da una legge esistente per cambiare solo un aspetto, un comma, un elemento che, in questo caso, sono i tempi di attesa per la concessione della cittadinanza a una persona residente che proviene da un altro Paese non europeo.
Nonostante questo, il referendum ha un grande valore per due motivi: da una parte, sollecita ancora il Parlamento a legiferare su un tema importante nella costruzione e nella vita di un Paese, quale è quello della cittadinanza, per evitare il referendum; dall’altra, esso è il frutto di una volontà popolare che interviene su una legge per accettare o meno una modifica. Ogni volta che si propone e si vota un referendum si ritorna al centro della democrazia, che vede il popolo sovrano. Ogni volta che si vota un referendum popolare si esercita un diritto fondamentale: quello di partecipare alla costruzione del bene comune.
In questo caso, il referendum abrogativo sulla cittadinanza è, anzitutto, una denuncia di chi in Parlamento da anni fa ostruzionismo sul cambiamento di una legge che vuole soltanto accogliere prima le persone nella città, perché diventino cittadini, cioè persone che si sentano parte attiva di una città, con diritti e doveri, per costruire insieme il nostro futuro.
Non si può lasciare fuori dalla città – oggi con un’attesa fino anche a 14 anni, per motivi burocratici, mentre negli altri Paesi europei l’attesa media è di sette anni – chi lavora, studia, si sposa, ha un figlio in Italia. Una città per vivere non può escludere, ma accogliere le persone che provengono da un altro Paese, facendole sentire effettivamente un bene per la città, cittadini e cittadine.
Nel corso della storia, il ritardo della cittadinanza o addirittura la mancanza della cittadinanza ha significato mancanza di libertà, schiavitù, precarietà, discriminazione. Oggi il ritardo della cittadinanza rischia di indebolire quella “uguaglianza sostanziale” delle persone affermata dall’art. 3 della Costituzione.
Votare il referendum sulla cittadinanza significa esercitare il diritto a modificare una legge che non aiuta a costruire l’Italia di domani, riconoscendo “gli italiani senza cittadinanza”. È un atto d’amore alle nostre città, tra le più vecchie al mondo, che potranno rinascere e vedere più coesione sociale solo attraverso nuovi cittadini, non da subito, alla nascita (jus soli) – come avremmo voluto –, ma aspettando solo cinque anni. (mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente della Cemi e della Fondazione Migrantes - da "Migranti Press 2 2025")
Ritiro quaresimale per le comunità cattoliche africane francofone del Lazio
14 Marzo 2025 - Nella giornata di domenica 16 marzo 2025, a Roma, presso la cappellania congolese (Chiesa della Natività, Piazza Pasquino 2), si terrà il ritiro quaresimale per le comunità cattoliche africane francofone del Lazio.
La giornata, incentrata sul tema "Le comunità cattoliche africane francofone d’Italia: semi e coltivatori assidui della speranza per fecondare l'Italia e l'umanità", sarà guidata da padre Luis Gabriel Tsamba, coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici africani di lingua francese in Italia.
“Cittadinanza sospesa. Un referendum per entrare nel futuro”. Il nuovo numero di “Migranti Press”
14 Marzo 2025 - È in uscita il numero 2 del 2025 di Migranti Press, il periodico della Fondazione Migrantes.
In copertina, il prossimo referendum sulla legge 91/1992 sulla cittadinanza. Il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, spiega i due motivi per cui – data la situazione e l’assenza di un’iniziativa politica forte in tal senso – il referendum ha un grande valore.
Poi:
(foto: santypan/AdobeStock)[/caption]
- la presentazione della nostra nuova rubrica sui “Paesi sicuri”. Lo sono davvero?
- Un mini reportage da Lampedusa in occasione di una visita della Commissione regionale per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana (Cesi).
- Un approfondimento sulla situazione dei CPR in Italia.
- L’analisi dei dati dell’Inps per comprendere alcune sfumature meno ovvie sulle motivazioni di chi lascia l’Italia.
- Le storie di emigrazione al femminile raccolte e analizzate nello studio di Loredana Cornero.
- Il superamento dei “campi rom”: un’intervista a Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio, recentemente nominato dal presidente Mattarella Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
- Infine, le nostre rubriche (Norme e giurisprudenza, Brevi e Segnalazioni – Libri, Cinema, Arte, etc).
(foto: santypan/AdobeStock)[/caption] Rom, Giugliano: a rischio sgombero il “campo” di Via Carrafiello. L’allarme delle associazioni
13 Marzo 2025 - Gli attivisti del Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC), con il sostegno di Associazione 21 luglio e il Comitato Campano con i Rom, hanno presentato un reclamo collettivo al Comitato Europeo per i Diritti Sociali (ECSR) in relazione al possibile imminente sgombero di famiglie rom da un insediamento situato in Via Carrafiello a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli.
In una nota si spiega che l'obiettivo è sollecitare ECSR ad assicurare che il Governo italiano adotti misure immediate per prevenire lo sgombero, che potrebbe avvenire in qualsiasi momento fino al 30 aprile 2025, dopo una sentenza del Tribunale di Napoli adottata il 17 febbraio scorso.
Nel richiamo viene chiesto di fermare lo sgombero forzato (così come qualsiasi altro sgombero di famiglie rom in Italia che non sia conforme al diritto internazionale), di fornire un'adeguata sistemazione alternativa alle famiglie e di sviluppare soluzioni abitative integrate a lungo termine per le famiglie rom a rischio.
Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: “In un contesto italiano dove sempre più amministrazioni comunali sono impegnate in azioni di superamento degli insediamenti monoetnici, a Giugliano in Campania sembra, in un tragico ritorno al passato, replicarsi l’odiosa pratica degli sgomberi forzati lesivi dei diritti umani e dei diritti dell’infanzia".
"Ci sono margini di mediazione per evitarlo - continua Stasolla - e, come organizzazione, siamo disponibili ad individuare insieme alle autorità locali e nazionali le soluzioni affinché lo sgombero forzato possa essere evitato".
Il campo di via Carrafiello a Giugliano è in assoluto quello dove si vivono le peggiori condizioni in Italia. Attualmente, secondo le informazioni a disposizione dell'Associazione 21 Luglio, vi dimorano circa 400 persone che non hanno corrente elettrica e hanno a disposizione una sola fontanella d'acqua. Si tratta di una comunità che sin dagli anni '90 gravita nell'area metropolitana di Napoli, e che ha già subito tre grandi sgomberi da insediamenti dove era stata collocata
La Fondazione Migrantes promuove nel campo di Giugliano il progetto “Scuola per e con i Rom”, portato avanti dall’organizzazione di volontariato Arrevutammoce, di recente raccontato sulla rivista della Fondazione, Migranti Press. Si tratta di un progetto di prescolarizzazione e scolarizzazione rivolto ai bambini e adolescenti rom che mira a promuovere un accesso equo e non discriminatorio alla scuola dell’obbligo, contrastando il fenomeno dell’abbandono scolastico.
Nel gennaio 2024, 64 bambini sono stati inseriti in cinque scuole primarie e una secondaria di primo grado, e a marzo, poi, si sono aggiunti 5 bambini iscritti alla scuola dell’infanzia. A settembre 2024, il numero complessivo di minori iscritti è salito a 72, registrando un incremento del 15%. Gli alunni hanno frequentato con regolarità e il 98% di loro è stato ammesso alla classe successiva.
“Il coraggio di chi spera”. 12 anni con papa Francesco
13 Marzo 2025 - Il 13 marzo 2013 diventava vescovo di Roma e Sommo Pontefice della Chiesa Universale un uomo che i “fratelli Cardinali” erano andati a prendere per la prima volta nella storia “quasi alla fine del mondo”, dalle Americhe. La formazione umana, culturale e spirituale di papa Francesco – Jorge Mario Bergoglio, figlio di migranti italiani – è impregnata dell’esperienza di chi ha lasciato la propria terra in cerca di una vita migliore per sé e per la propria famiglia. È una sensibilità innata che il Santo Padre ha comunicato sin da subito nel suo ministero e nel suo magistero.
Per celebrare questo anniversario di Pontificato, innanzi tutto, è bello tornare alle parole del suo Messaggio per la Giornata del Migrante e del Rifugiato del 2024, "Dio cammina con il suo popolo", che è stato la luce guida dell’attività pastorale, di ricerca e di formazione di questi mesi per la Fondazione Migrantes.
“Molti migranti fanno esperienza del Dio compagno di viaggio, guida e ancora di salvezza”. D’altra parte “Dio non solo cammina con il suo popolo, ma anche nel suo popolo, nel senso che si identifica con gli uomini e le donne in cammino attraverso la storia – in particolare con gli ultimi, i poveri, gli emarginati –, come prolungando il mistero dell’Incarnazione. Per questo, l’incontro con il migrante, come con ogni fratello e sorella che è nel bisogno, è anche incontro con Cristo. Ce l’ha detto Lui stesso”.
"L’incontro col migrante è l’incontro con Cristo, ci ha detto il Papa - commenta mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes -. Che effetto ci fa questa immagine? Domandiamocelo".
Pensando al tema dell’anno giubilare in corso, è significativo oggi ritornare anche ad alcune delle prime parole ufficiali di papa Francesco, nel suo “Discorso per la plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti”, del 24 maggio 2013.
“Vorrei invitare tutti a cogliere negli occhi e nel cuore dei rifugiati e delle persone forzatamente sradicate anche la luce della speranza. Speranza che si esprime nelle aspettative per il futuro, nella voglia di relazioni d’amicizia, nel desiderio di partecipare alla società che li accoglie, anche mediante l’apprendimento della lingua, l’accesso al lavoro e l’istruzione per i più piccoli. Ammiro il coraggio di chi spera di poter gradualmente riprendere la vita normale, in attesa che la gioia e l’amore tornino a rallegrare la sua esistenza. Tutti possiamo e dobbiamo alimentare questa speranza!”.
"Le persone che spesso, quasi ogni giorno, vengono rappresentate indistintamente come una massa minacciosa - sottolinea mons. Felicolo -, hanno 'il coraggio di chi spera'. Quanto ne abbiamo bisogno in questo tempo di conflitti apparentemente senza soluzione, di incertezza, di tirannia della paura!".
Proposta di Regolamento per rimpatri Ue. Fondazione Migrantes: “Appare dettata da uno spirito prevalentemente punitivo”
12 Marzo 2025 - La Commissione europea ha proposto un giro di vite sulle persone giunte in Europa da Paesi terzi. Preteso dagli Stati membri (Consiglio europeo, ottobre 2024) e annunciato dalla presidente Von der Leyen, il nuovo quadro giuridico per i rimpatri “costituisce – secondo l’Esecutivo – un elemento chiave per integrare il Patto sulla migrazione e l’asilo adottato lo scorso anno, che definisce un approccio globale alla migrazione”. “Con tassi di rimpatrio in tutta l’Ue attualmente pari solo al 20% e con una frammentazione dei diversi sistemi che si presta ad abusi, è necessario un quadro giuridico moderno, più semplice ed efficace”. Così le nuove norme forniranno agli Stati membri “gli strumenti necessari per rendere il rimpatrio più efficiente nel pieno rispetto dei diritti fondamentali” per superare i 27 sistemi diversi in vigore attualmente. (Fonte: SIR)
Quello che sembra emergere dal testo della proposta della Commissione europea di un Regolamento "per un sistema comune dei rimpatri" - ha commentato mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes - è una svolta verso l'esternalizzazione della gestione delle persone che non hanno più titolo a rimanere nel territorio dell’Ue, prevedendo degli hub per i rimpatri in Paesi terzi. In generale, essa appare dettata da uno spirito prevalentemente punitivo.
Altre esperienze analoghe di esternalizzazione in strutture di fatto detentive in Paesi terzi sono già state sottoposte a una minuziosa analisi dal punto di vista delle Convenzioni internazionali e dei diritti umani, e la loro valutazione è stata negativa.
"Sarebbe auspicabile - continua mons. Felicolo - che l'Unione europea, piuttosto, con la sua storia e le sue radici di diritto, proponesse e finanziasse norme volte a investire in massima parte sul rafforzamento delle forme legali di ingresso ed, eventualmente, sui rimpatri assistiti volontari. Perché è bene ricordare che spesso i migranti che intendono rimpatriare, anche qualora non abbiano ricevuto provvedimento di espulsione, non hanno i mezzi per farlo".
Scorrendo le 87 pagine del documento, sul tema dei “rimpatri volontari” la previsione di spesa per una loro “incentivazione” è di 8.4 milioni di euro per i prossimi tre anni, contro i 137.5 milioni di euro previsti nel triennio per la “capacità detentiva”.
La nuova direttiva europea sui rimpatri dei migranti "smentisce il progetto dell'Italia in Albania, anche se lascia aperta la possibilità di trasformare le strutture albanesi in strutture detentive per chi è espulso dal Paese in vista del rimpatrio" sottolinea mons. Gian Carlo Perego , presidente della Commissione Cei per le migrazioni e presidente della Fondazione Migrantes.
"A questo punto - osserva - ci domandiamo a cosa servirebbe la costruzione in Italia di 5 nuovi Cpr. Un secondo interrogativo riguarda come sarà tutelato in Centri in Paesi extra-Ue il diritto al ricorso al provvedimento di espulsione. Ci si augura che in sede parlamentare europea possano essere apportate modifiche significative alla direttiva a tutela della dignità delle persone e del diritto alla protezione internazionale".
(aggiornato il 13 marzo 2025)
Cei: “Se vuoi la pace prepara la pace”
12 Marzo 2025 - A conclusione della sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 10-12 marzo), nel consueto comunicato finale, i vescovi italiani hanno posto l'accento anche sulla situazione internazionale e sul ruolo dell'Europa.
Secondo i Presuli, "occorre individuare modalità nuove per favorire il dialogo e per innervare la società con quella cultura che nasce dal Vangelo e con una testimonianza autentica. La guerra, spesso alimentata da nazionalismi antiumani, che è tornata a insanguinare l’Europa e che segna l’esistenza di tanti popoli, richiede – hanno rimarcato i Vescovi – decise iniziative politiche e diplomatiche per la pace".
Inoltre, sottolineando che l’Europa "ha bisogno di recuperare i suoi valori fondativi – pace, libertà, democrazia, diritti, giustizia sociale", in linea con l’espressione richiamata dal Cardinale Presidente “se vuoi la pace, prepara la pace”, i Vescovi hanno ricordato "l’urgenza che gli investimenti pubblici siano indirizzati primariamente a sostenere le persone bisognose, le famiglie povere, le fasce sociali più deboli, ad assicurare a tutti adeguati servizi educativi e sanitari, a contrastare il cambiamento climatico".
Per quanto riguarda la Fondazione Migrantes, il CEP ha inoltre comunicato la nomina a membro del Consiglio di Amministrazione di p. Eraldo Cacchione, SJ. E la conferma come coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici cinesi in Italia, don Paolo Kong Xianming (Napoli).
Missioni cattoliche italiane: un ricordo di mons. Luigi Fraccari
12 Marzo 2025 - “Mons. Fraccari è una persona che non si può dimenticare”. Così iniziava il profilo di mons. Luigi Fraccari diffuso dalla Missione Cattolica Italiana di Berlino in occasione del primo anniversario della sua morte avvenuta a S. Ambrogio di Valpolicella (VR) il 24 gennaio 2000. Era nato a Caprino Veronese il medesimo giorno 91 anni prima.
Chi era don Luigi? Dopo l’armistizio tra Italia e Alleati - l’8 settembre 1943 - gli italiani da alleati della Germania nazista sono stati giudicati traditori con tutte le conseguenze del caso. E così 600 soldati italiani e 200 loro cappellani sono stati imprigionati in campi di concentramento a Berlino. Don Luigi ne rimase molto scosso e chiese al suo vescovo, mons. Girolamo Cardinali, di essere inviato in Germania perché, disse, "sono caduti nelle mani di briganti e voglio dare loro conforto e speranza". Mons. Cardinali se ne meravigliò, ma accettò.
E dopo mesi per avere i necessari permessi religiosi e civili, don Luigi raggiunge Berlino nell’ottobre 1943 come assistente degli italiani in quella zona. Si mette al lavoro alacremente per le notifiche di morte rimaste inevase, con la visita ai prigionieri e procurando loro come possibile qualche vitto e per i cappellani il necessario per celebrare la Messa, sostenendoli moralmente e mantenendo la speranza del ritorno. Tutto questo d’intesa con la Chiesa locale tedesca, del cappellano italiano dell’Ambasciata d’Italia, il salesiano don Martino Cristofori, e il Nunzio Apostolico, mons. Cesare Orsenigo.
Nel Dopoguerra riesce ad acquistare una sede per i bambini orfani e gli anziani di Berlino in zona russa, con l’aiuto e la benedizione di papa Pacelli - Casa Pio XII, sede anche della Missione cattolica italiana -; si impegna per un cimitero degli italiani militari e civili e cura l’assistenza pastorale alla comunità italiana di Berlino, zona russa e settore russo compresi. In definitiva, 37 anni di Germania, con mille iniziative, aiutato da suore italiane.
A 91 anni rientra in Italia per ragioni di salute, divenendo collaboratore della parrocchia di Sant’Ambrogio Valpolicella ove era stato parroco prima di raggiungere la Germania. Nel 2001 con il sindaco di Sant’Ambrogio, Pierluigi Toffalori, e il parroco, don Igino Trevisan, nasce un Comitato per onorare don Luigi Fraccari che inizialmente edita alcune pubblicazioni.
A Caprino Veronese, dove era nato, gli viene dedicata una via il 1° febbraio 2003, dal sindaco Maria Teresa Girati. Nel 2007, poi anche il Comune di Sant’Ambrogio Valpolicella, luogo di sua attività pastorale in Italia, decide di dedicare “una via nel segno di Mons. Fraccari” con il sindaco Nereo Destri.
Segue nel 2008 la posa di un busto di mons. Fraccari ai piedi della facciata del piazzale municipio, presenti anche alcune Suore della Misericordia, la Congregazione che ha aiutato mons. Fraccari nell’assistenza ai bambini ed agli anziani della Casa Pio XII. (don Silvano Ridolfi)
La testimonianza di sr. Etra Modica ai coordinatori della pastorale etnica in Italia
11 Marzo 2025 - Si è tenuto l'11 marzo, presso la sede della Fondazione Migrantes, un nuovo incontro dei Coordinatori etnici nazionali, i sacerdoti responsabili della cura pastorale delle varie comunità cattoliche di diversa nazionalità presenti sul territorio italiano. Era presente per la prima volta don András Törő, nuovo coordinatore della comunità ungherese in Italia, che è costituita da una decina di gruppi, per lo più presenti a Roma e in alcuni dei principali capoluoghi italiani.
La riunione, oltre ad alcune informazioni organizzative sul Giubileo, si è concentrata sulla testimonianza e su una riflessione proposta da sr. Etra Modica mscs, missionaria scalabriniana e consigliera provinciale, che ha preso spunto proprio dal percorso di preparazione alla prossima Giornata giubilare dei "migranti" e con i migranti.
Dopo aver ricordato alcune meditazioni di san Giovanni Battista Scalabrini sul Giubileo (quello del 1879), sr. Modica si è intrattenuta sul significato fisico e simbolico di varcare le "porte sante", che spesso sono proprio le storie delle persone: "I migranti, lasciando le loro terre, chiudono alle spalle delle porte fisiche e simboliche e in terra straniera ne varcano tante, bussano a tante porte, in ogni loro giornata ne attraversano molte, se ne chiudono alle loro spalle (casa, lavoro), altre si spalancano e cambiano la geografia del loro viaggio migratorio. Ma credo che loro sono la porta di accesso e portano con sé la chiave della porta che dà senso al loro migrare, quella della fede. Le loro storie, il loro protagonismo sono porte sante, porta che Dio ha varcato con l'Incarnazione".
La religiosa scalabriniana ha poi offerto un'immagine per rappresentare il protagonismo delle persone che si muovono dai propri Paesi di origine: "Il giubileo dei migranti è ogni volta che si apre una porta dove non immaginiamo e dove i migranti stessi prestano servizio, svolgono ministeri, profetizzano, mediano, vivono una cittadinanza solidale e ospitale e tutto questo anche come frutto del giubileo, del riscatto. Per noi operatori accompagnare i migranti significa far scoprire loro che sono amati da sempre e per sempre come figli di Dio, aiutarli a scoprire la speranza a cui sono chiamati, essere al loro fianco nell'esperienza secolare di popolo in cammino verso comunità accoglienti in cui il racconto, la narrazione e la testimonianza è una possibilità per esprimere il giubilo".
Infine, il senso del giubileo "è che tutti coloro che soffrono per qualche distorsione, per i peccati sociali, per l'esclusione dai diritti siano inclusi". Nel caso dei migranti, sr. Modica ha sottolineato, che le sofferenze "non sono le vulnerabilità legate all'esperienza migratoria" in sé, ma "la criminalizzazione, la violenza e l'esclusione dai diritti". Per cui il giubileo dei migranti "è anche un giubileo delle nazioni che legiferano a favore o contro la vita delle persone, un giubileo perché siano più umane".
(aggiornato il 12 marzo 2025)
La Fondazione Migrantes va a New York con il Rapporto Italiani nel Mondo
11 Marzo 2025 - La Fondazione Migrantes si prepara a una serie di iniziative negli Stati Uniti, insieme alla comunità dei cattolici italiani che vivono negli States. In particolare, verrà presentato, per la prima volta a New York, il Rapporto Italiani nel Mondo (RIM), la pubblicazione della Fondazione Migrantes dedicata alla mobilità degli italiani e delle italiane.
L’iniziativa si svolgerà il 16 marzo alla Saint Patrick’s Old Cathedral School alla presenza di Istituzioni civili e religiose.
L’evento, moderato da Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, ruoterà intorno alla presentazione del Rapporto da parte di Delfina Licata (Fondazione Migrantes), curatrice del RIM. Le conclusioni saranno affidate, oltre che al presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, a mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes.
Due giorni prima, il 14, sempre a New York, presso l’Italian American Museum di New York, è in programma un altro evento, dal titolo "Italian American Sounds Good. New Italians in the USA, the value of the citizenship", al quale interverranno Joseph V. Scelsa (Italian American Museum di New York), Delfina Licata (curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo), Umberto Mucci (We The Italians) e Stefano Marruso (Patronato Acli Usa).
Sarà l’occasione per approfondire il tema dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti dove vivono oltre 320mila italiani con passaporto, il 5,2% degli oltre 6milioni di cittadini italiani residente all’estero. Gli Usa sono il settimo Paese con maggiore presenza di cittadini italiani dopo Argentina, Germania, Svizzera, Brasile, Regno Uniti e Francia.
Nel corso del viaggio, il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Perego, presiederà anche due celebrazioni eucaristiche in italiano: la prima, il 15 marzo alle ore 18 a Montclair (New Jersey) presso la chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo; la seconda, subito prima della presentazione del RIM, il 16 marzo a New York alle ore 12 presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School.
Card. Zuppi, Europa e pace: come direbbe papa Francesco, “è l’ora di primerear e non di balconear”
10 Marzo 2025 - Nella sua introduzione ai lavori del Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 10-12 marzo 2025), il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha fatto riferimento anche alla situazione in Europa, alla luce degli ultimi sviluppi internazionali.
In particolare, citando i neologismi di papa Francesco ha detto che "è l’ora di primerear e non di balconear. C’è un’iniziativa da prendere". E ricordando la sua prolusione al monastero di Camaldoli, celebrando il Codice: "In questa prospettiva, sarebbe importante una Camaldoli europea, con partecipanti da tutt’Europa, per parlare di democrazia ed Europa. I padri fondatori hanno avuto coraggio, rompendo con le consolidate logiche nazionalistiche e creando una realtà mai vista né in Europa né altrove".
Per il card. Zuppi è urgente, come cattolici, dare un contributo in linea col Vangelo, investendo nel "Cantiere dell'Europa": "Ottant’anni fa, il 9 maggio 1945, finiva la Seconda Guerra mondiale sul suolo europeo. Data da ricordare e che fa pensare. Anche perché il fantasma di una nuova guerra mondiale si è aggirato negli ultimi anni e il Papa l’ha denunciato. Quella guerra è stata il frutto della follia nazionalista della Germania nazista e dell’Italia fascista. Oggi il male del nazionalismo veste nuovi panni, soffia in tante regioni, detta politiche, esalta parte dei popoli, indica nemici. Il suo demone non è amore per la patria, ma chiusura miope ed egoistica, che finisce per intossicare chi se ne rende protagonista e le relazioni con gli altri".
Facendo riferimento al Giubileo in pieno svolgimento, il presidente della Cei ha ricordato, "perché questa opportunità non si riduca a una successione di celebrazioni esteriori", che "i segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza".
“Tour” in provincia di Siracusa per il Report sul diritto d’asilo
10 Marzo 2025 - Due giorni di incontri in terra siciliana, per la precisione nella provincia di Siracusa, per parlare di rifugiati e diritto d'asilo e presentare i contenuti del recente Report "Il Diritto d'asilo 2024" realizzato dalla Fondazione Migrantes e co-curato da Mariacristina Molfetta.
Nella serata del 10 marzo, una prima presentazione presso il centro Caritas di Augusta; mentre la sera dell'11 marzo l'incontro sarà ospitato a Siracusa dal Ciao (Centro interculturale di aiuto e orientamento) dei fratelli Maristi, che ha collaborato all'organizzazione di entrambi gli eventi, promossi dall'Ufficio della Pastorale per le Migrazioni dell'arcidiocesi di Siracusa.
8 marzo, in due volumi Fondazione Migrantes-Tau Editrice tante storie al femminile
8 Marzo 2025 - In due ricerche, raccolte in due recenti volumi promossi dalla Fondazione Migrantes e realizzati con Tau Editrice, si trovano tante storie in cui le donne sono protagoniste di cambiamenti delicati e vitali.
«Quando mi hanno chiamato per dirmi che la casa c’era, non potevo crederci. Per anni ho sempre sperato e pensato: “un giorno arriverà un tetto vero per questi bambini? Usciremo dai campi?”». Quella di Bimba è una storia a lieto fine: lei e suo marito si sono trasferiti in un appartamento popolare di Cinecittà lasciando per sempre il container in lamiera del campo rom "La Barbuta" di Ciampino. Come la sua, altre cinque storie di donne, uscite finalmente da situazioni di degrado, povertà e violenza fisica e psicologica (legata al patriarcato), grazie al passaggio dal campo alla casa. Un’alleanza tutta al femminile ha vinto il pregiudizio e la condanna.
A second life. Rinascita delle donne Rom nel passaggio dal campo alla casa è un saggio-reportage di Ilaria De Bonis che racconta con grande delicatezza e verità di cronaca, i sogni, le paure e il successo di donne rom che hanno conquistato una “seconda vita”.
Eleonora Cucina, invece, è partita trent’anni fa dall'Italia, ha trascorso più anni della sua vita in Germania che nel suo Paese natale. Ha persino la doppia cittadinanza, ma non è la sola. Ha scelto di partire per la voglia di scoprire il mondo. Nella sua famiglia nessuno era andato più in là di Milano. Ha fondato ad Amburgo nel 2010 ReteDonne: «A chi mi chiede perché sono venuta a stare qui, posso fornire la risposta breve: per amore. Ma non è così semplice».
Eleonora è la prima delle 10 storie di donne italiane emigrate raccolte da Loredana Cornero in Sulle ali del cambiamento. Narrazioni femminili dell’emigrazione italiana contemporanea.
Sono quasi 6 milioni gli italiani che vivono all’estero: il 48,2% è donna. Oltre 2,8 milioni. Cosa sappiamo della crescente emigrazione femminile degli anni 2000, così diversa dalle precedenti? Il saggio cerca di comprendere le cause e le motivazioni che spingono tante donne a partire, inserendo oltre a dati e statistiche la voce di dieci donne che raccontano a cuore aperto la loro scelta di lasciare l’Italia, il loro amore per la madre patria, il loro inserimento e radicamento nel Paese che le ha accolte e il loro desiderio, almeno per il momento, di non rientrare.
Eleonora Cucina, invece, è partita trent’anni fa dall'Italia, ha trascorso più anni della sua vita in Germania che nel suo Paese natale. Ha persino la doppia cittadinanza, ma non è la sola. Ha scelto di partire per la voglia di scoprire il mondo. Nella sua famiglia nessuno era andato più in là di Milano. Ha fondato ad Amburgo nel 2010 ReteDonne: «A chi mi chiede perché sono venuta a stare qui, posso fornire la risposta breve: per amore. Ma non è così semplice».
Eleonora è la prima delle 10 storie di donne italiane emigrate raccolte da Loredana Cornero in Sulle ali del cambiamento. Narrazioni femminili dell’emigrazione italiana contemporanea.
Sono quasi 6 milioni gli italiani che vivono all’estero: il 48,2% è donna. Oltre 2,8 milioni. Cosa sappiamo della crescente emigrazione femminile degli anni 2000, così diversa dalle precedenti? Il saggio cerca di comprendere le cause e le motivazioni che spingono tante donne a partire, inserendo oltre a dati e statistiche la voce di dieci donne che raccontano a cuore aperto la loro scelta di lasciare l’Italia, il loro amore per la madre patria, il loro inserimento e radicamento nel Paese che le ha accolte e il loro desiderio, almeno per il momento, di non rientrare.
Mons. Hryhoriy Komar è il nuovo amministratore apostolico dell’Esarcato per i cattolici ucraini di rito bizantino in Italia
7 Marzo 2025 - Papa Francesco ha nominato mons. Hryhoriy Komar amministratore apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis dell’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia, accettando la rinuncia al governo pastorale dell’Esarcato presentata da mons. Paulo Dionisio Lachovicz, dell’Ordine di San Basilio Magno.
Mons. Komar, finora vescovo ausiliare dell’Eparchia di Sambir-Drohobych, in Ucraina, è nato il 19 giugno 1976 a Letnya, nell’Eparchia di Sambir-Drohobych. Ha frequentato il Seminario maggiore di Ivano-Frankivsk ed è stato ordinato presbitero il 22 aprile 2001. Ha conseguito la licenza in Scienze ecclesiastiche orientali presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma nel 2003. Ha ricoperto diversi incarichi, tra cui vicerettore, economo e docente presso il Seminario maggiore di Sambir-Drohobych, collaborando con alcune parrocchie a Stebnyk e a Drohobych. Nel marzo 2012 è stato nominato protosincello dell’Eparchia e, il 25 giugno 2014, è stato eletto vescovo ausiliare della stessa Eparchia con l’Assenso Pontificio, ricevendo l’ordinazione episcopale il 22 agosto nella cattedrale di Sambir-Drohobych.
(Fonte: SIR)
“Vogliamo diventare insieme fratelli e sorelle in umanità”. Il messaggio per il Ramadan del Dicastero per il Dialogo Interreligioso
7 Marzo 2025 - "Quello che vogliamo diventare insieme è essere fratelli e sorelle in umanità, che si stimano profondamente a vicenda". Il Dicastero per il Dialogo Interreligioso ha diffuso oggi un messaggio, dal titolo "Cristiani e musulmani: ciò che speriamo di diventare insieme", indirizzato ai musulmani per il mese di Ramadan e per la festa di 'Id al-Fitr che lo conclude.
In un anno in cui il Ramadan coincide in gran parte con la Quaresima, il Dicastero della Santa Sede, che considera il Ramadan "un scuola di trasformazione interiore", si rallegra della "opportunità unica di camminare fianco a fianco, in un percorso comune di purificazione, preghiera e carità". Un percorso che non è solo "questione di gesti esteriori", ma "di conversione interiore".
In questa prospettiva, il messaggio sottolinea che "in un mondo segnato dall'ingiustizia, dai conflitti e dall'incertezza sul futuro la nostra vocazione comune implica molto di più di pratiche spirituali analoghe"; e che "abbiamo un'opportunità unica di mostrare al mondo che la fede trasforma le persone e le società, e che è una forza propulsiva di unità e riconciliazione". Un'opportunità che è anche il segno di una speranza comune: "Non vogliamo semplicemente coesistere; vogliamo vivere insieme in sincera e reciproca stima".
A Roma, un convegno sui “corridoi lavorativi” per i migranti
6 Marzo 2025 - Venerdì 7 marzo 2025, alle ore 9,30, presso l’Enpam, sala conferenze Museo Ninfeo, Piazza Vittorio Emanuele II, 79 a Roma si terrà il convegno “Italia e immigrazione. I diritti del lavoro e i corridoi lavorativi” promosso dal Movimento cristiano lavoratori (Mcl) e dal Als - Associazione Lavoratori stranieri Mcl.
I corridoi lavorativi nascono per formare cittadine e cittadini stranieri residenti in Paesi che non fanno parte del continente europeo, per fornire loro tutti gli strumenti che possano garantire l’ingresso in modo sicuro nel territorio italiano, un lavoro stagionale presso le aziende che hanno aderito al progetto e un inserimento nel contesto socio-economico italiano.
Interverrà anche mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes. Quello dei corridoi lavorativi, spiega mons. Felicolo, è "un percorso che può aiutare ad aprire le porte dell’Italia e le porte del mondo del lavoro" con "un ingresso sicuro. Il lavoro è importante per tutti, è essenziale per dare dignità alla persona" in una Penisola in cui "esistono anche diverse 'Italie in Italia', che vanno riconosciute e di cui va tenuto conto, andando oltre posizioni ideologiche, e che rappresentano il presente e il futuro del nostro Paese".