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Migrantes: un fumetto sul tema dei rifugiati alla Fiera Internazionale Comics&Games 2023

30 Ottobre 2023 - Roma - “In Fuga. Le persone che scappano non sono tutte uguali”. Questo il titolo di un “romanzo grafico” rivolto ai giovani, utile ad affrontare con semplicità e immediatezza un mondo complesso come quello dei richiedenti asilo e rifugiati. Lo pubblica oggi la Fondazione Migrantes. La Graphic Novel (edita da Tau Editrice) destinata alle scuole medie e superiori, è un lavoro che mira a sensibilizzare gli studenti in merito alle disparità e ingiustizie di trattamento alle quali si devono assoggettare le persone che affrontano quelli che non sono mai viaggi di piacere, ma piuttosto vere e proprie fughe dal paese di origine, tema già trattato da Yagoub Kibeida e Sayed Hasnain nel volume  della Fondazione Migrantes il Diritto d’asilo 2022. Questa Graphic Novel  ha coinvolto nella stesura definitiva diversi autori tra cui Cristina Molfetta, Chiara Marchetti, Duccio Faccini e Manuela Valsecchi. Attraverso la collaborazione con la Tau Editrice, la Fondazione Migrantes ha creato una pubblicazione dal linguaggio visivo e narrativo coinvolgente, grazie ai testi scritti da Emanuele Bissattini e alle illustrazioni di Valerio Chiola. Il risultato del lavoro è uno strumento educativo rivolto al vasto pubblico giovanile, sempre più abituato alla comunicazione per immagini. “In Fuga. Le persone che scappano non sono tutte uguali” verrà presentato il 3 novembre a Lucca nell’ambito della Fiera Internazionale Comics&Games 2023 ospite dell’Arcidiocesi e contestualmente sarà disponibile in tutte le librerie e store online. All’interno della Graphic Novel è presente un codice QR Code che permetterà di accedere a materiali di approfondimento. Attraverso lo stesso QR i ragazzi potranno lasciare i loro commenti e le loro suggestioni. Questo fumetto – si legge nell’introduzione - intende essere “solo il primo di una serie, per cui ogni reazione sarà utile per procedere in una maniera sempre più condivisa e partecipata. Ci teniamo a presentarvelo e speriamo poi che una volta che lo abbiate visto vi venga spontaneo diffonderlo. È uno strumento agile, profondo, ma anche esteticamente molto bello”.      

Mons. Perego: occorre “partire dalla realtà per scelte politiche coerenti e lungimiranti” sulle politiche migratorie

30 Ottobre 2023 - Modena - Il manifesto del Festival della Migrazione – che si è concluso sabato -  propone di “partire dalla realtà per scelte politiche coerenti e lungimiranti. Ad esempio, favorire nel mondo del lavoro l’incontro fra domanda e offerta per combattere l’irregolarità che da sempre i flussi hanno creato, anche oggi con 500.000 lavoratori irregolari. Che si valorizzino poi le scuole professionali, che si curino i ricongiungimenti familiari facilitando l’accesso alla casa, che si riconoscano i titoli universitari con accordi con i Paesi di provenienza, che nella scuola entrino mediatori culturali per agevolare l’inserimento degli alunni stranieri. Che si approvi la nuova legge sulla cittadinanza. In altre parole, che dalla sicurezza si passi alla tutela, alla promozione e all’inclusione. Perché di migranti il nostro Paese ha bisogno per rigenerarsi”. Lo ha detto il presidente della Commissione cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego, in una intervista al quotidiano Avvenire. E parlando di accoglienza dei migranti occorre “arrivare a un sistema unico di accoglienza, più simile al Sai, che curi tutela, promozione e inclusione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. O per lo meno che a 100.000 posti dei Cas corrispondano sul territorio dei Comuni, in maniera diffusa, 100.000 posti per chi ha un titolo di protezione internazionale”. Per mons. Perego occorre rivedere la legge sulla cittadinanza: “abbiamo bisogno di nuovi cittadini, valorizzando percorsi di nascita e di studi in Italia, favorendo la partecipazione alla vita sociale e politica, riconoscendo titoli di studio e competenze perché siano messe a disposizione in scuole, ospedali, nel mondo imprenditoriale. La cittadinanza radica le persone migranti su un territorio, le appassiona alla vita italiana di cui si sentono parte. Ritardarla di 12 o addirittura di 15-20 anni in alcuni casi, le allontana. Abbiamo bisogno di personale sanitario, eppure in poco tempo il 30% di medici e infermieri stranieri presenti in Italia, molti dei quali hanno studiato qui, di cui il 65% senza cittadinanza, se ne sono andati in altri Paesi o sono rimpatriati”.

Festival della Migrazione: un confrontro per sfatare “miti” sull’immigrazione

30 Ottobre 2023 - Modena - «Cerchiamo di spiegare alcune cose che dovrebbero essere chiare a tutti, almeno se si andassero a vedere in dati con attenzione per sfatare alcuni 'miti' sull'immigrazione". Lo ha detto il sociologo  Maurizio Ambrosini durante uno degli incontri del festival della Migrazione a Modena.  Per esempio, nel nostro Paese c’è l’idea che l’immigrazione sia in aumento drammatico o come alcuni dicono esponenziale. Non è vero. ha sottolineato Ambrosini: l’immigrazione è stabile, è stazionaria da una dozzina d’anni, anzi, è persino diminuita. C’è l’idea che l’Italia sia il campo profughi d’Europa: "Non è vero: in Europa nel 2022 sono arrivate 965 mila domande di asilo, in Italia 77 mila, l’8%. Siamo sotto la media europea per quanto riguarda l’accoglienza dei rifugiati. Ancora, c’è l’idea che gli immigrati arrivino in barca, dal mare. Non è vero: l’immigrazione è per quasi la metà europea, per più della metà femminile e viene prevalentemente da paesi di tradizione culturale cristiana. C’è l’idea che l’Europa sia sotto assedio da parte dei rifugiati. Non è vero: il 75% dei rifugiati sono accolti in paesi in via di sviluppo o intermedi. L’Unione Europea ne accoglieva, fino alla crisi ucraina, intorno al 12%. Adesso sarà il 14 o 15%, comunque pochi rispetto a quello che succede in Turchia, in Iran, in Colombia, in altri Paesi del mondo che veramente accolgono numeri molto più consistenti rifugiati. C’è l’idea che gli immigrati vengano dai paesi più poveri e siano i più poveri dei loro paesi. Non è vero. L’immigrazione viene prevalentemente da paesi intermedi, infatti in Italia, il primo è la Romania, seguito da Albania, Marocco, Cina … Paesi intermedi e gli immigrati non sono i più poveri dei loro paesi, ma perlopiù la classe media, che guadagna non meno di 1000 e non più di 9000 dollari all’anno, soglia sotto la quale non si riesce a partire e sopra la quale non se ne sente l’esigenza». “Miti”, questi e altri, da sfatare attraverso quello che Ambrosini ha chiamato uno «sguardo corretto sulle migrazioni», lo stesso sguardo che don Mattia Ferrari ha raccontato nei volti dei migranti che ha incontrato: «Uno sguardo – ha affermato il sacerdote – che restituisce le sofferenze patite, ma anche una profonda spiritualità, una grandissima ricchezza interiore. Queste persone hanno qualcosa che noi europei, preoccupati di tenerli lontano, spesso non abbiamo più». Don Ferrari ha ricordato la storia della madre e della figlia morte di sete nel deserto tra la Libia e la Tunisia, una storia che ha fatto il giro del mondo «ma il marito e padre è ancora nei lager libici e nessuno che ne abbia potere fa nulla per farlo uscire». Più volte, nel corso della serata, è stato citato papa Francesco e l’impegno della Chiesa in favore dei migranti. Come ha sottolineato, con grande efficacia, don Pierpaolo Felicolo, Direttore Generale di Fondazione Migrantes, nel suo intervento di chiusura.

Migrantes: mercoledì 8 novembre la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

27 Ottobre 2023 - Roma - Sarà presentato mercoledì 8 novembre, alle ore 10.00, a Roma, presso il centro congressi  del TH Roma – Carpegna Palace Hotel (Via Aurelia, 481), la XVIII edizione del “Rapporto Italiani nel mondo”, della Fondazione Migrantes. Il Rapporto giunge quest’anno alla diciottesima edizione. Vi hanno partecipato autori e autrici che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a diversi saggi. Il volume raccoglie le analisi socio-statistiche delle fonti ufficiali, nazionali e internazionali, più accreditate sulla mobilità dall’Italia. La trattazione di questi temi procede a livello statistico, di riflessione teorica e di azione empirica attraverso indagini quali-quantitative. Sarà un momento importante per la Fondazione Migrantes che si augura la più ampia partecipazione.

Festival della Migrazione: “trattare il fenomeno in modo strutturale, andando oltre l’emergenza” 

26 Ottobre 2023 - Modena - Trattare le migrazioni non più come un’emergenza, ma come un fenomeno strutturale. È questo il filo conduttore degli interventi che hanno aperto l’ottava edizione del Festival della Migrazione, la rassegna promossa da Fondazione Migrantes, Porta aperta, UNIMORE e CRID, inaugurata questa mattina presso Fondazione San Carlo. “Liberi di partire, liberi di restare” è il titolo di una manifestazione che anche quest’anno si pone l’intento di sviluppare un confronto andando oltre i luoghi comuni e la propaganda, come ha sottolineato nel suo intervento il Portavoce del Festival Edoardo Patriarca: “Le migrazioni dovrebbero essere accompagnate da narrazioni veritiere e politiche lungimiranti, invece c'è troppa propaganda ed eccezionalità, aspetti che vanno ad offuscarne le cause profonde. Parlare di emergenza, scambiare gli arrivi dal mare con le migrazioni sono approcci comunicativi che divergono nei dati di realtà. Non è giunto il tempo di rivedere una legge vecchia e inadeguata come la Bossi-Fini? Non è il momento di impiantare un sistema di integrazione che vede protagonisti gli enti locali? E l'Unione Europea quando si prenderà carico della gestione di questi processi? Le frontiere e i confini servono per essere attraversati, per passare e tornare. Da qui il titolo che abbiamo scelto: liberi di partire, per realizzare il proprio progetto di vita, liberi di restare, non obbligati a fuggire dalle persecuzioni. Questa è un’edizione allargata su più territori, che va oltre la provincia modenese e può contare su una collaborazione preziosa con il festival di Torino e questo non può che essere motivo di grande soddisfazione”. “Tutte le questioni chiamate in causa sono parte dei temi a cui siamo chiamati a dare risposta insieme, come comunità, come enti e come terzo settore – ha sottolineato nel suo intervento Davide Baruffi, Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regione Emilia-Romagna –. Noi siamo convinti che un'emergenza ci sia, quella delle persone che muoiono tentando di raggiungere il nostro Paese: la capacità di accogliere funziona in proporzione alla modalità in cui viene alimentata e in questo momento non c'è uno sforzo adeguato. L'idea che ogni paese possa proteggersi da sé, è un'idea profondamente sbagliata, serve una chiamata di responsabilità da parte dell’Europa. La Regione Emilia-Romagna non ha firmato l’intesa sulla gestione dello stato di emergenza per quanto riguarda la migrazione non per ragioni ideologiche, ma perché è sbagliata l’idea che il problema possa essere scaricato sulle città, sulle regioni e sui quartieri. Non può passare che le persone possano accedere al nostro Paese solo se hanno un valore aggiunto che apporta beneficio economico. L’Emilia Romagna cercherà di costruire quella politica di governo di cui abbiamo bisogno, a fianco ai territori e alle organizzazioni”. Al via dei lavori era presente anche il Prefetto di Modena Alessandra Camporota, che ha spiegato che “accogliere e integrare significa favorire lo sviluppo dei propri cittadini favorendo l'inserimento di altri. Sottolineo l'enorme sforzo delle Forze dell'Ordine attraverso la Questura per quanto riguarda i permessi di asilo e ringrazio il terzo settore, con cui stiamo affrontando un momento profondamente critico. L'impegno delle istituzioni è favorire la conoscenza delle ragioni per cui si verificano particolari fenomeni e la modalità attraverso cui vengono affrontati, tenendo anche conto del senso di insicurezza crescente e cercando di risanarlo attraverso la conoscenza”. “Quello dei migranti – ha ribadito Carlo Alberto Porro, Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia – è un tema importante per le sue implicazioni socio-politiche e culturali. Non si tratta solo di passaggi di frontiere, ma di una riflessione che dà la possibilità di confrontarsi con altri. Ringrazio tutti coloro che all'interno della nostra Università, come il CRID, offre un contributo molto significativo nel dibattito culturale di questo fenomeno”. Il Vicesindaco  Gianpietro Cavazza ha posto l’accento sull’importanza delle parole quando si parla del tema migratorio: “Abbiamo parlato degli stranieri come un valore, ma facciamo attenzione perché il passaggio successivo è quello di considerarli una merce: è fondamentale usare le parole giuste per trattare questi temi. Le migrazioni sono un fatto strutturale e per affrontare argomenti come quelli degli stranieri, della salute e dell'istruzione bisogna restare fuori dallo scontro elettoralistico. Si investe sulla cultura e sulle giovani generazioni affinché siano più attrezzate per affrontare questo fenomeno di carattere strutturale. Troppo spesso alla parola straniero viene associata la parola insicurezza: ben venga un festival come questo che riesce a riempire questa narrazione fuorviante, spesso riproposta a fine elettoralistici”. Dopo l’intervento  di Matteo Tiezzi, Presidente di Fondazione di Modena, che ha evidenziato come Fondazione di Modena sostenga tanti progetti sul territorio che esprimono attività su questo tema, “perché  essere liberi di partire ed essere liberi di restare è un obiettivo ambizioso, che deve essere portato nella società come una sfida da raggiungere” la parola è andata a mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della  Fondazione Migrantes: “È fondamentale proteggere le persone migranti dal pregiudizio e dalle retoriche strumentali. Le persone migranti non sono soltanto numeri, sono pensieri, emozioni, non solo di chi parte, ma anche di chi resta, volti e storie che ci impegnano con diritti e doveri ad aprirci al futuro. Oggi più che mai è bene soffermarsi non solo sul viaggio, ma anche sui motivi di partenza, sulla forza di ciò che lega al paese di origine ma non impedisce di partire. Non dimentichiamo la libertà di tornare, qualora la forza della propria storia, dei propri desideri lo richiedano. Libertà di un'esistenza dignitosa, la libertà di continuare a vivere, spesso negata dalle guerre e dal cambiamento climatico”. Gianfrancesco Zanetti, direttore di Fondazione San Carlo, ha aggiunto che “il successo del Festival deriva dalla qualità scientifica e dell'impegno civile che lo caratterizza. Le posizioni scientifiche non devono essere unilaterali e con fini elettoralistici, ma nemmeno completamente asettiche, distaccate. Non si dovrebbe assumere posizioni basate sul pregiudizio, che avrebbero un disvalore scientifico e influenzerebbero l'immagine, ma è impossibile ottenere una posizione completamente asettica e neutrale. L'interesse della Fondazione per il Festival è quasi vocazionale e sentiamo un impegno scientifico sintonico con le sue ragioni: temi che hanno un immediato riflesso nell'impegno civile e nella vita dei cittadini”. Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo di Carpi, ha mandato un messaggio video nel quale ha affermato che “il Festival della Migrazione rappresenta ormai un appuntamento noto e atteso. Quando si è costretti a restare al di fuori del proprio paese, o si è costretti a partire, allora si tratta di una libertà fittizia. Non c'è ancora la possibilità di un'accoglienza degna. Speriamo, grazie all'azione di tanti e a tutte le forze coinvolte, di riuscire a invertire la rotta soprattutto dal punto di vista di una cultura che tenga conto anche della dimensione legislativa”. A chiudere la sessione introduttiva ci ha pensato Alberto Caldana, Presidente di Porta aperta e di CSV Terre Estensi: “Il fatto che il Festival si sia allargato ad altri territori significa che c'è voglia di discussione e di approfondimento. Abbiamo bisogno di trattare l'argomento della migrazione non come un'emergenza, ma di costruire percorsi che siano oggi in grado di edificare la comunità e rafforzarla, una comunità che è fatta da persone che vengono da diversi paesi”. Il Festival della Migrazione è promosso da Fondazione Migrantes, da Porta Aperta come capofila di una cinquantina di organizzazioni, dall’Università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e Vulnerabilità, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Acri, comuni di Modena, Carpi, Spilamberto, Fiorano, Formigine, Maranello e Soliera, inoltre del patrocinio di Università di Ferrara, Università di Camerino, Università di Perugia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università per gli Stranieri di Siena, gode inoltre del sostegno di Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Csv Terre Estensi e di Fondazione Collegio San Carlo e del contributo di Bper Banca e Menù.        

Mons. Felicolo: “incarnare il tema delle migrazioni nelle realtà del territorio”

26 Ottobre 2023 - Modena - "Scorrendo i temi dei lavori delle giornate che ci attendono, si comprende come il servizio pastorale e la ricerca debbano sapersi incarnare nelle realtà del territorio". Lo ha detto questa mattina il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, in apertura dell'VIII edizione del Festival della Migrazione che vede l'organismo pastorale della Cei tra i promotori. Per mons. Felicolo "le persone migranti non sono soltanto numeri bensì sono 'vissuti, pensieri ed emozioni', tanto in chi parte quanto in chi resta". Sono - ha aggiunto -  “volti e storie, che ci impegnano con diritti e doveri ad aprirci al futuro: su tutti, in termini di cittadinanza, identità, salute, formazione, sviluppo e custodia comune del creato e della pace. Non di meno, si coglie l’importanza della narrazione che del fenomeno della mobilità viene offerta: dalle forme più tradizionali, che richiedono però 'un lessico per l’integrazione' che sia al passo con la realtà in mutamento o già cambiata fino a nuovi strumenti del racconto, come il cinema di migrazione". Ricordando la recente Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato  il direttore generale della Fondazione Migrantes evidenzia, citabdo il titolo "Liberi di scegliere se migrare o restare" che la scelta è insita in questo binomio: "per questo oggi più che mai è importante soffermarsi non soltanto sulle insidie del viaggio o sulle tante reciproche criticità della permanenza ma anche sui motivi delle partenze sulla forza di ciò che lega al Paese di origine, su ciò che spinge comunque a resistere nel Paese di adozione, sui modi di vivere appieno i territori. E poi ancora, non dimentichiamo, la libertà di tornare qualora la propria storia , i propri desideri e le condizioni lo richiedono.  Proprio la libertà, insieme alle persone, è spesso fra le prime vittime delle tante violenze del mondo contemporaneo". Monsignor Felicolo ha anche citato il lavoro di ricerca promosso dalla Fondazione Migrantes per comprendere il fenomeno delle migratorio: tra questi strumenti culturali, "frutto di ricerca", il Rapporto Immigrazione, il Rapporto Italiani nel Mondo e il Rapporto sul Diritto d'Asilo.   Inviato da iPhone

Festival della Migrazione: questa mattina l’avvio a Modena

26 Ottobre 2023 - Modena - L’ottava edizione del Festival della Migrazione si è aperto ieri con il messaggio che ha fatto pervenire papa Francesco nel quale incoraggia a “sviluppare proposte concrete per favorire una migrazione regolare e sicura”.  L'edizione 2023 del Festival si snoderà, da oggi fino al 28 ottobre in diverse iniziative in città dell’Emila Romagna e del Veneto Il Festival della Migrazione è promosso da Fondazione Migrantes, Porta aperta, UNIMORE e CRID, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Modena e di Carpi oltre che di numerosi atenei italiani. Le città coinvolte quest’anno sono Modena, Bologna, Ferrara, Rovigo, Fidenza, Carpi, Formigine, Mirandola, Soliera, Rovigo, Fiorano Milanese per promuovere un confronto approfondito e non ideologico su un fenomeno complesso come quello delle migrazioni: l’obiettivo degli organizzatori è infatti quello di rappresentare le diversità, le sfumature e l’esperienza soggettiva della migrazione, andando oltre i luoghi comuni e la retorica che troppo spesso riduce i migranti e il fenomeno stesso a categorie semplicistiche. L’apertura ufficiale questa mattina a Modena con i saluti del portavoce del Festival, Edoardo Patriarca, di Alberto Caldana, Presidente Porta Aperta, di Davide Baruffi, Sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regione Emilia-Romagna; di Gianpietro Cavazza, Vicesindaco di Modena; di Alessandra Camporota, Prefetto di Modena, di mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo di Carpi e vicepresidente della Cei; di Matteo Tiezzi, Presidente Fondazione di Modena; di Carlo Adolfo Porro, Magnifico rettore UniMoRe, di mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della Fondazione Migrantes, di Gianfrancesco Zanetti, Direttore Fondazione San Carlo. Seguiranno, sul tema “Le parole dell’integrazione: un lessico per la migrazione” con gli interventi di Luigi Alici, Professore emerito di Filosofia morale all’Università di Macerata; di Ivo Lizzola, Professore ordinario di Pedagogia sociale e di Pedagogia della marginalità e del conflitto e della mediazione presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo; di don Stefano Stimamiglio, Direttore di Famiglia Cristiana, di Paolo Lambruschi, inviato di Avvenire e di Giovanni Rossi, già Presidente FNSI. Nel pomeriggio a Ferrara, invece, spazio all’incontro “Volti, storie, diritti dei minori migranti” a cura dell’Università di Ferrara. Nella mattinata di venerdì 27 ottobre il Festival si fa in due: a Fidenza avrà luogo l’incontro “La salute degli immigrati e dei profughi e richiedenti asilo: aspetti sanitari e aspetti inter-religiosi e inter-culturali”, a cura della Migrantes dell’Emilia Romagna, Caritas regionale, Pastorale della salute regionale e Ausl di Parma, a Modena i convegni a cura del CRID “L’accesso all’istruzione superiore di richiedenti asilo e titolari di protezione”. Il programma della giornata proseguirà a Carpi con un convegno nazionale sulla cooperazione internazionale, a seguire “Custodire il creato costruendo la pace”, nell’ambito della Giornata del dialogo cristiano islamico. Sabato 28 ottobre il Festival della Migrazione farà tappa a Rovigo con l’incontro “Diritto alla scuola e scuola di diritti” promosso da Università di Ferrara e Fondazione Cariparo; a Modena Fondazione Migrantes cura una giornata di seminari su migrazione e pace, con un contributo anche del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei. L’intero programma su www.festivalmigrazione.it. (Raffaele Iaria)

Festival della Migrazione: il messaggio di papa Francesco

25 Ottobre 2023 - Roma - Il tema del Festival della Migrazione che si apre domani a Modena «riprende quello del Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato di quest'anno, dedicato alla libertà di scegliere se migrare o restare. Ed è ancora più chiaro il riferimento all'iniziativa di solidarietà promossa qualche anno fa dalla Conferenza Episcopale Italiana, che cito proprio nel mio Messaggio come risposta concreta alle sfide delle migrazioni contemporanee». E’ quanto scrive papa Francesco in un messaggio inviato al Festival della Migrazione promosso dalla Fondazione Migrantes e altri enti e che si svolgerà da domani al 28 ottobre a Modena e in diverse città dell’Emilia Romagna e del Veneto. «Nei vostri lavori – scrive papa Francesco - intendete riflettere sui flussi migratori contemporanei attraverso considerazioni che vadano oltre l'emergenza, nella consapevolezza che ci troviamo di fronte a un fenomeno poliedrico, articolato, globale e a lungo termine. Per questo le risposte alle sfide migratorie di oggi non possono che essere articolate, globali e a lungo termine». «Vi proponete – continua il messaggio - di ribadire la centralità della persona umana nel disegno di politiche e programmi migratori, con attenzione particolare alle categorie più vulnerabili, come le donne e i minori. In effetti, il principio del primato della persona umana e della sua inviolabile dignità ‘ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale’ (Messaggio per la G.M. del Migrante e del Rifugiato 2018). E ancora, ‘Gesù Cristo ci chiede di non cedere alla logica del mondo, che giustifica la prevaricazione sugli altri per il mio tornaconto personale o quello del mio gruppo: prima io e poi gli altri! Invece il vero motto del cristiano è 'prima gli ultimi!’ (Messaggio per la G.M. del Migrante e del Rifugiato 2019)». Papa Francesco incoraggia a «sviluppare proposte concrete per favorire una migrazione regolare e sicura». Su questa linea, «è necessario moltiplicare gli sforzi per combattere le re-ti criminali, che speculano sui sogni dei migranti. Ma è altrettanto necessario in-dicare strade più sicure. Per questo, bisogna impegnarsi ad ampliare i canali mi-gratori regolari» (Riflessione nel Momento di preghiera peri migranti, 19 novem-bre 2023). Ma nello stesso tempo «occorre – scrive papa Francesco - adoperarsi alacremente per garantire a tutti e tutte il diritto a non dover migrare». Il Festival della Migrazione è promosso da Fondazione Migrantes, Porta aperta, UNIMORE e CRID, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Modena e di Carpi oltre che di numerosi atenei italiani. Si svolge dal 26 al 28 ottobre tra Modena, Bologna, Ferrara, Rovigo, Fidenza e Carpi, Formigine, Mirandola, Soliera, Rovigo, Fiorano Milanese.

Migrantes e Inps: oggi il convegno sui pensionati migranti di ieri e di oggi

10 Ottobre 2023 - Roma - “Italia delle partenze e di ritorni – i pensionati migranti di ieri e di oggi”. Questo il tema del convegno che si è svolto oggi, 10 ottobre, presso Palazzo Wedekind (Piazza Colonna, n. 366).  L’incontro, voluto da Inps e Fondazione Migrantes, moderato dal giornalista Fabio Insenga, ha offerto l’occasione per un confronto sul tema dei pensionati italiani all’estero. Ad introdurre i lavori il Direttore Generale dell’INPS, Dr. Vincenzo Caridi, che ha ricordato le celebrazioni dei 125 anni dell’Inps. Questi 125 anni hanno rappresentato un lungo periodo storico caratterizzato da cambiamenti a livello politico - sociale che hanno toccato un po' tutti gli aspetti che riguardano il nostro vivere in comunità. La storia dell’INPS ha sempre coinciso con la storia dello Stato sociale in Italia, da applicarsi anche fuori dai nostri confini, rappresentando un indicatore delle importanti trasformazioni del mondo del lavoro e delle famiglie. In questi 125 anni, il sistema di protezione sociale nel nostro Paese è progressivamente diventato più articolato e complesso per offrire copertura assicurativa in relazione non solo alle necessità emergenti, ma anche alle ipotesi di rischio. L’Inps ha lavorato in questi anni per rafforzare i legami con le altre amministrazioni previdenziali estere per garantire l’attuazione dei diritti umani legati alla persona, di quelli economici, sociali e culturali, includendo il diritto alla salute, alla sicurezza sociale, alle condizioni di lavoro giuste e, conseguentemente, alla tutela previdenziale e pensionistica. Chi emigra, infatti, deve poter contare sulla possibilità di valorizzare tutti i periodi contributivi accumulati in qualsiasi parte del mondo e senza preclusioni derivanti da barriere territoriali. L’Inps ha adeguato i propri sistemi e la propria organizzazione per attuare i regolamenti europei cui l’Italia ha aderito e le convenzioni bilaterali con Paesi extraeuropei che sono state stipulate, per assicurare la tutela dei propri assicurati/pensionati anche all’estero, anche nelle circostanze eccezionali, non programmate e imprevedibili, come nel caso di una pandemia o di un conflitto. L’obiettivo prioritario, per l’Inps, è quindi di consentire al lavoratore migrante di affrontare con maggiore tranquillità il trasferimento e l’inizio di una nuova attività lavorativa altrove, con tutte le garanzie tipiche previste in Italia, e di evitare che possa sentirsi, o sia, lavoratore di “serie b” rispetto ai lavoratori originari del paese ospitante. Ecco perché la portabilità dei diritti previdenziali rappresenta un elemento di giustizia sociale irrinunciabile. Per la Dott.ssa Delfina Licata, della Fondazione Migrantes, in un’Italia sempre più spopolata e longeva, la mobilità continua ad essere abitata sia come elemento strutturale che lega a dinamiche nazionali tradizionali, sia come elemento nuovo che porta sempre più giovani annualmente a partire (il 42% delle partenze annuali per la sola motivazione espatrio riguarda giovani tra i 18 e i 34 anni). Eppure gli anziani, tra gli italiani e le italiane in mobilità, continuano ad avere un ruolo da protagonisti: il 21,2% dei 6 milioni di connazionali residenti stabilmente e ufficialmente all’estero ha più di 65 anni. Le donne sono il 52,2%. L’analisi degli anziani italiani iscritti all’AIRE porta a fare un salto all’indietro di circa venti anni: è evidente, ad esempio, il protagonismo del continente americano, soprattutto dell’America Latina, con Argentina e Brasile che sono i paesi con il numero maggiore di anziani residenti. Il 52,2%  proviene dal Meridione, più esattamente da Sicilia, Campania, Calabria. La nostra attuale mobilità è, invece, euroamericana e le regioni più dinamiche risultano Lombardia e Veneto. Il Dr. Vito La Monica, Direttore centrale Pensioni Inps, ha approfondito il tema delle pensioni pagate all’estero.  L’insieme dei pagamenti delle pensioni all’estero - a gennaio 2022 oltre 317.000 - includono non solo quelli riferiti alle prestazioni in regime di totalizzazione internazionale, ma anche a quelle liquidate sulla base di sola contribuzione italiana. Complessivamente questo aggregato rappresenta il 2,3% del totale delle pensioni erogate dall’Istituto e si distribuisce su circa 160 Paesi. Con riferimento al trend quinquennale, si registra un decremento di oltre il 6%, dovuto essenzialmente alla riduzione dei pagamenti pensionistici in Aree continentali di “antica migrazione”, quali: Nord e sud America e Oceania. Ma nelle altre Aree il trend è costantemente in crescita. Da un punto di vista tendenziale, i dati interessanti sono quelli che riguardano l’incremento del numero dei pagamenti di pensioni in Europa (+4,3%), e la forte crescita di quelle pagate in America centrale, in Asia e in Africa (rispettivamente + 38,9%, + 34,9% e +30,3%). Oggi l’Inps sta provvedendo a liquidare soprattutto le pensioni della generazione di coloro che sono emigrati dopo il secondo dopoguerra. Molte di queste sono diventate pensioni di reversibilità, destinate a ridursi nel tempo, come, ad esempio avviene soprattutto per quelle destinate in America meridionale, dove le pensioni di vecchiaia rappresentano solo il 37% e quelle ai superstiti sono oltre il 60%, con un’età media molto elevata. Pertanto, nei Paesi che, in passato, hanno rappresentato le mete di milioni di italiani, le comunità di pensionati connazionali registrano un trend in forte decremento, mentre è iniziata la liquidazione di pensioni di “nuova generazione” in nuove località. Le pensioni all’estero sono destinate sia a italiani che a stranieri che in Italia hanno maturato una pensione o una quota parte di questa che viene liquidata in regime di totalizzazione.
Le pensioni pagate all'estero - dettaglio nazionalità
Area continentale Totale Italiani Stranieri % stranieri su totale
Europa 183.795 125.529 58.266 31,7%
Africa 4.055 3.194 861 21,2%
Asia 2.163 690 1.473 68,1%
Oceania 32.921 30.754 2.167 6,6%
America settentrionale 69.768 65.978 3.790 5,4%
America centrale 1.570 909 661 42,1%
America meridionale 22.982 13.670 9.312 40,5%
Totale 317.254 240.724 76.530 24,1%
  Agli stranieri è destinato il 24,1% del totale delle pensioni pagate all’estero, percentuale che sale in America meridionale e in America centrale, ma soprattutto in Asia. Il trend è in crescita, pari a un generale incremento del 17,4%, e con un picco in America centrale (+72,6%) e in Asia (+44,6%). Diminuiscono invece in America meridionale e settentrionale e in Africa. Quello dei pensionati che decidono di emigrare all’estero è un tema di grande attualità. Questi – ha sottolineato la Dr.ssa Susanna Thomas, della Direzione Centrale Pensioni Inps – che ne ha analizzato le motivazioni che li spingono a lasciare il nostro paese sulla base dei dati raccolti. L’Inps ha iniziato ad analizzare in maniera più puntuale e sistematica l’argomento da 12 anni, da quando il fenomeno è diventato più significativo. In questo lasso di tempo il trend è stato assolutamente incostante, alternando periodi di forte crescita ad altri di decremento. Sicuramente ha inciso la pandemia: fino al 2019 i numeri di chi decideva di trasferirsi altrove si attestavano a circa 5.600 – 5.700 partenze, nel 2020 e nel 2021 si è scesi ad una media di circa 3.600 pensionati, per poi risalire, nel 2022 a oltre 4.600 partenze. L’argomento è stato affrontato partendo dalla distinzione tra pensionati italiani e pensionati stranieri. Questi ultimi hanno avuto un forte trend in crescita e nel 2022 hanno rappresentato il 40% del totale dei pensionati che hanno lasciato il nostro paese. Per quanto concerne i soli pensionati italiani, la prima motivazione analizzata, quella della ricerca di Paesi esotici, non ha avuto alcun riscontro significativo a livello statistico. La seconda motivazione, relativa alla ricerca di paesi che offrono vantaggi economico-  fiscali non è del tutto soddisfacente perché, a parte la Spagna, le altre destinazioni registrano arrivi poco consistenti dal punto di vista statistico e soprattutto è basso il numero delle donne che vi si sono trasferite. Queste in particolare scelgono come mete la Svizzera, la Germania, la Spagna, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Francia, il Belgio e in parte la Gran Bretagna. Conteggiando anche gli uomini, questi sono i Paesi che insieme risultano i più significativi dal punto di vista statistico. La caratteristica di questi paesi è quella di aver accolto i giovani lavoratori italiani. I pensionati italiani che vi si sono trasferiti sono i genitori di coloro i quali hanno trovato lavoro e si sono stabilizzati in questi paesi numeri peraltro sottostimati, in quanto non tutti trasferiscono la residenza dall’Italia, volendo mantenere l’assistenza sanitaria italiana. Segnala, infine, che la Spagna non attira solo pensionati attratti dai vantaggi delle isole Canarie, ma anche molti genitori perché è un paese che ha accolto e continua ad accogliere numerosi giovani lavoratori italiani. Conclude, pertanto, che per contenere il fenomeno delle migrazioni di pensionati la soluzione migliore è far rientrare i giovani lavoratori in Italia. Lo storico delle migrazioni, Prof. Toni Ricciardi, si è soffermato sul dimostrare come le direttrici mi-gratorie di ieri spieghino le pensioni di oggi. L’analisi è partita dal ricordare la stagione degli accordi in emigrazione che l’Italia siglò con molto paesi all’epoca e principalmente con Stati europei, a partire dal 1946 con il Belgio, 1947 con la Francia, fino a toccare i due accordi che ne segnarono la storia migratoria del secondo dopoguerra, Svizzera nel 1948 e Repubblica federale tedesca nel 1955. Questa fase della storia dell’emigrazione italiana è stata caratterizzata dagli accordi, dalla stagionalità della permanenza, dai progetti migratori che ne mutarono la durata e l’essenza della Provincia italiana dalla quale i flussi principali provennero. Il rapporto con i luoghi d’origine, con i luoghi della partenza, non fu solo testimoniato durante gli anni dell’emigrazione attraverso le rimesse che, in molte realtà territoriali, rappresentarono i primi momenti di modernità e cambiamento. Infine, è stato affrontato il case studies della Svizzera, primo paese erogatore di pensioni in Italia, quasi 2 miliardi l’anno dal quale sono rientrate quasi 300 mila persone. Da questo punto di vista è stato interessante notare come la presenza nella Confederazione, dove ancora oggi vive la terza comunità italiana nel mondo (700mila), abbia interessato significativamente la provincia italiana. Infatti, in province come Avellino, Bergamo, Catania, Catanzaro, Como e Lecce, la percentuale sul totale delle pensioni erogate da Inps, non scende mai al di sotto del 54%, a testimonianza dell’impatto che la migrazione ha avuto ieri, con le partenze, e oggi con i ritorni che contribuiscono in molti casi a mantenere in vita minuscoli comuni della penisola. Gli emigrati italiani sono stati e sono una risorsa per il nostro Paese? L’erogazione delle pensioni all’estero produce la dispersione di consistenti mezzi finanziari che, anziché entrare nel ciclo economico del nostro Paese e contribuire a produrre nuova ricchezza, sostengono il sistema economico dei Paesi di residenza dei pensionati? Oppure i nostri emigranti, che hanno conseguito all’estero trattamenti previdenziali per importi di gran lunga superiori alle pensioni italiane pagate all’estero, garantiscono un afflusso nel nostro sistema economico di consistenti erogazioni dall’estero? È quanto ha analizzato il Dr. Daniele Russo, dirigente della Direzione Centrale Pensioni Inps, avvalendosi di una survey elaborata dall’Inps ed inoltrata alle Istituzioni previdenziali estere per conoscere il numero e gli importi delle pensioni che erogano in Italia. Operando il confronto con alcuni Paesi sul numero di pensioni che questi erogano nel nostro territorio e che al contrario l’Inps paga nel loro si è rilevato che i paesi che storicamente hanno rappresentato le mete privilegiate dei migranti italiani e che sono vicini ai luoghi di origine, come Germania, Francia, Svizzera, Belgio, ma anche Olanda e Austria, sono quelli che pagano un rilevante numero di pensioni in Italia, a coloro, cioè, che, conclusa l’esperienza lavorativa all’estero, hanno deciso di far rientro nei nostri confini. Al contrario, in quelli più lontani, come Australia, Stati Uniti e Canada, dove gli italiani migrati hanno preferito rimanere perché la lontananza ha contribuito a ridurre i legami con il nostro Paese, l’Inps registra un consistente numero di pensioni da pagarvi. Le conclusioni sono state affidate a Mons. Giancarlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione Cei per le Migrazioni che ha sottolineato come la migrazione è ormai un fenomeno strutturale che la Fondazione Migrantes studia da anni attraverso alcune ricerche come il Rapporto Immigrazione (realizzato con Caritas Italiana), il Rapporto Italiani nel Mondo sul fenomeno dell’emigrazione italiana e il Rapporto Asilo. Il tema migratorio è sempre al centro del dibattito pubblico spesso con una narrazione non conforme alla realtà e che porta a farlo diventare  capro espiatorio del disagio sociale che si avverte nelle nostre città. Si registra una certa stanchezza soprattutto nelle fasce più bisognose imputando le cause ad una immigrazione irregolare. Tra la Fondazione Migrantes e l’INPS si è istaurata, da anni, una collaborazione che porta, con studi ed eventi come questi, a incidere nel dibattito culturale di oggi. Non servono, comunque, solo le statistiche e gli studi che rimangono nascosti nei cassetti delle scrivanie. Questi studi e ricerche, devono arrivare sulle scrivanie dei decisori politici e soprattutto è necessario che affianchino le istituzioni, le indirizzino per giusti e nuovi percorsi di lavoro per e con i migranti. Il passaggio dallo studio all’azione è fondamentale, ma di difficile realizzazione se non si conviene a uno sforzo collettivo nell’interesse del benessere comune. Ed è quello che proponiamo di fare ancora una volta oggi riconfermando la collaborazione tra Migrantes e Fondazione Migrantes. È seguita poi una Tavola Rotonda su pandemia, guerra e movimenti migratori alla quale hanno partecipato Micaela Gelera, Commissario straordinario dell’INPS, mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes, e Luigi Maria Vignali, Direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del MAECI.          

Inps-Migrantes: domani convegno “L’Italia delle partenze e dei ritorni. Pensionati migranti di ieri e oggi”

9 Ottobre 2023 - Roma - “L’Italia delle partenze e dei ritorni. Pensionati migranti di ieri e oggi”. Sarà questo il titolo del convegno promosso dall’INPS  e dalla Fondazione Migrantes che si svolgerà domani, martedì 10 ottobre, dalle 9,30, a Roma (Palazzo Wedekind, piazza Colonna 366). Sono previsti interventi sull’andamento dei trasferimenti all’estero e degli anziani che emigrano, sulle pensioni pagate all’estero, sul rientro in Italia da pensionati dei nostri emigranti oltre ad una tavola rotonda su “Quale futuro per le italiane e gli italiani che invecchiano? Tra pensione e mobilità”. Interverranno Delfina Licata della Fondazione Migrantes; Vito La Monica, Direttore centrale pensioni dell’INPS; Susanna Thomas, Direzione centrale Pensioni dell’INPS, Toni Ricciardi, deputato e storico delle migrazioni all’ Université de Genève, Daniele Russo, Dirigente Direzione centrale Pensioni dell’INPS e mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della Fondazione Migrantes al quale sono affidare le conclusioni prima della tavola rotonda alla quale interverranno, moderati da Fabio Insenga, vice direttore Adn Kronos, Micaela Gelera, Commissario Straordinario dell’INPS, mons. Gian Carlo Perego, Presidente Fondazione Migrantes e Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale.