7 Luglio 2021 - Roma - "Bisogna imparare a vedere, ad andare a fondo alle cose, a non morire di superficialità e rimanere con lo sguardo sulla vita delle persone". Lo ha detto ieri sera il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Stefano Russo, celebrando la liturgia a conclusione della seconda giornata dei lavori del corso di formazione “Linee di pastorale migratoria“ promosso dalla Fondazione Migrantes e al quale partecipano circa 50 persone tra nuovi direttori diocesani Migrantes, nuovi cappellani etnici e sacerdoti che si preparano a svolgere il proprio ministero di accompagnamento con gli italiani che vivono all’estero.
Per mons, Russo fin quando tutti noi, nei nostri servizi ecclesiali, "sapremo guardare e vedere le folle, i loro bisogni, le loro stanchezze, il loro fiato grosso, allora l'azione ecclesiale avrà un senso, altrimenti tutto rischia di essere una specie di cerimonia fredda e lontana dalla vita di tutti". Il presule ha voluto anche sottolineare che l’Eucaristia celebrata dentro convegni o all’interno di corsi di formazione dice “lo stile dei nostri incontri. Ci muoviamo, organizziamo assemblee dei corsi di formazione dando lo specifico taglio di credenti in Gesù. Lasciamo - ha quindi aggiunto - le nostre case le nostre cose, anche le nostre piccole comodità, per dare spazio nella nostra vita all’azione di Gesù. Non sia questo corso di formazione solo una specie di aggiornamento sulle cose da fare ma diventi per voi, per tutti un luogo dove conoscere e servire Gesù in modo nuovo, più appassionato, alimentato anche dalle testimonianze e dalle tante cose che avete sentito fino a questo momento e che sentirete nei prossimi giorni. Tutti noi abbiamo imparato qualcosa non solo perché qualcuno ce le ha spiegate ma perché abbiamo visto e sperimentato che quelle stesse cose dette, ripetute, spiegate, potevano essere poi realmente fatte". Mons. Russo ha sottolineato anche l’importanza delle parole nuove, di parole “mai dett: riuscire a dare parole perché tutti possono capire. Portare l'annuncio del Vangelo con le parole del vostro gruppo etnico perché tutti possono accoglierlo". (Raffaele Iaria)
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Madre Cabrini: domani gli eventi per ricordare i 75 anni dalla canonizzazione
6 Luglio 2021 - Roma - Ricorrono domani i 75 anni della canonizzazione di Madre Francesca Cabrini, la protettrice dei migranti. Era, infatti, il 7 luglio 1946 quando venne canonizzata a Roma da papa Pio XII che, quattro anni dopo la proclama “Patrona universale degli emigranti”. Nata a Sant'Angelo Lodigiano (LO) il 15 luglio 1850 da una modesta famiglia di agricoltori fu nazionalizzata negli Stati Uniti e divenne la prima santa di questo Paese.
Appassionata fin da bambina per la vita missionaria fondò l'Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, a Codogno (LO) nel 1880. Per le circostanze storiche e per la volontà del Papa Leone XIII, il suo sogno missionario orientato alla Cina, venne spostato agli Stati Uniti e all'America del Sud, dove milioni di italiani emigravano in cerca di lavoro, di speranza e di migliori condizioni di vita. Madre Cabrini divenne così, la voce, la sostenitrice, la custode e la Madre di migliaia e migliaia di emigranti. Per loro aprì scuole, orfanotrofi, educandati, ospedali e centri sociali, contribuendo ad integrare nelle nuove culture i nostri connazionali emigrati.
Ma il suo ardore missionario non si limitò agli emigrati, viaggiò continuamente, attraversando l'Atlantico 24 volte, passando la Cordigliera delle Ande a cavallo, percorrendo in treno, in carrozza, a piedi, ogni terra, fondando scuole in Centro America, Brasile e Argentina, in molti stati dell'America del Nord, in Europa. Dappertutto volle far conoscere l'Amore di Gesù, farlo amare con le opere e le idee, con l'esempio delle sue missionarie, la preghiera, la solidarietà, e la cultura della vita e della speranza. Morì a Chicago il 22 dicembre 1917.
E domani, 75mo anniversario della sua canonizzazione, partirà un calendario di eventi e celebrazioni nella diocesi di Lodi per ricordare la sua opera. Alle 10 Santa Messa concelebrata dai sacerdoti del vicariato e presieduta da don Mario Cipelli, seguita alle 11 dall'inaugurazione della mostra fotografica “7 Luglio 1946: Canonizzazione di Santa Francesca Cabrini”. Il giorno successivo – scrive il quotidiano della diocesi dii Lodi “Il Cittadino - alle 21, le celebrazioni in lingua in basilica, con la Messa in spagnolo, presieduta da don Angelo Dragoni, missionario in Messico dal 1967 al 1988, seguita dalla benedizione delle tradizionali violette, mentre venerdì sarà celebrata la messa in albanese presieduta da don Antonio Giovannini, con la partecipazione degli immigrati ucraini e romeni. Lunedì 12, sempre alle 21, la Santa Messa sarà celebrata in francese da don Gianfranco Pizzamiglio e martedì 13 in italiano, presieduta da don Angelo Manfredi, con un'intenzione speciale per gli emigrati italiani e in particolare per i santangiolini che sono all'estero per lavoro. Giornata clou delle celebrazioni il 15 luglio, anniversario della nascita di Madre Cabrini, che si aprirà con la Santa Messa delle 7.30 in basilica, presieduta dal parroco monsignor Ermanno Livraghi, con la partecipazione dei fedeli della parrocchia di Santa Cabrini di Codogno, che ricordano don Giorgio Croce. Alle 12, invece, occhi puntati al cielo in piazza XV Luglio, con l'Angelus e il tradizionale volo delle colombe, presieduto da Suor Maria Regina Canale, consigliera generale delle figlie del Sacro Cuore e la partecipazione di Suor Stella Maris Elena, assistente generale per l'America Latina e del personale laico della Curia Generalizia di Roma. Alle 21 sarà il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti a celebrare la Santa Messa in piazza XV Luglio.
Madre Cabrini è stata un esempio per “camminare insieme verso a un noi sempre più grande”, dice oggi il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego ricordando la sua figura di religiosa che a cavallo dell’Ottocento e del Novecento, lasciò S. Angelo lodigiano per seguire gli emigranti italiani che emigravano negli Stati Uniti d’America – oltre 1 milione negli ultimi vent’anni dell’Ottocento- , e occuparsi in particolare delle donne e dei minori. “ Siamo vicini come Fondazione Migrantes alle Figlie del Sacro Cuore e alla Diocesi di Lodi in occasione delle celebrazioni di questo 75° anniversario della canonizzazione di Madre Cabrini, affidando all’intercessione della madre dei migranti, che ha attraversato l’oceano numerose volte – “fra un’onda e l’altra” – come Ella scrive (28 aprile 1890) - , animata da una straordinaria capacità di contrastare la secolarizzazione tra gli emigranti, da uno stile nuovo, popolare, di evangelizzazione in emigrazione, dalla valorizzazione della comunicazione a tutela dei diritti dei migranti e contro ogni discriminazione, per la libertà nell'amministrazione dei beni a favore dei poveri emigranti, per la fedeltà alla Chiesa. Madre Cabrini, che aveva ricevuto anche la cittadinanza statunitense nel 1909, sarà la prima Santa degli Stati Uniti d’America”, dice mons. Perego. (Raffaele Iaria)
Tavolo Asilo: “basta stragi”
6 Luglio 2021 - Roma - Nel Mediterraneo si continua a morire. Le stragi di migranti che cercano di raggiungere le coste europee sono ormai quasi quotidiane, col rischio che si consumino nell’indifferenza generale. Il Tavolo Asilo e Immigrazione ha inviato una lettera aperta al presidente Draghi, perché fermi questa situazione e interrompa il finanziamento alla cosiddetta Guardia costiera libica. I motivi che hanno indotto il Tavolo Asilo e Immigrazione a prendere questa iniziativa verranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà domani, mercoledì 7 luglio alle 15 presso la sala Caduti di Nassirya del Senato. Parteciperanno alcuni parlamentari che sostengono l’iniziativa.
Le associazioni riunite nel Tavolo Asilo ricordano che "la politica dei respingimenti continua, nonostante lo stesso Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi sia intervenuto più volte per affermare che la Libia non può essere considerata Paese sicuro, visto che i diritti, compreso quello d’asilo, non vengono rispettati e chiedendo dunque di far cessare i respingimenti in quel Paese. Nonostante tutto questo, il Parlamento sta per votare la delibera sulle missioni militari all’estero, tra cui anche il rinnovo di quella in Libia".
"Noi pensiamo - affermano - che sia necessario un radicale cambio di rotta, mettendo in campo provvedimenti finalizzati al salvataggio delle persone, evacuando le persone rinchiuse in tutti i centri di detenzione in Libia, per inviarle verso Paesi dove i diritti siano rispettati".
Del Tavolo Asilo fanno parte : A Buon Diritto, Acli ActionAid, Amnesty international Italia, Arci, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di S. Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani senza cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Save the children, Senza Confine, Simm.
Mons. Perego: “il viaggio e il sogno sono due elementi che caratterizzano anche la vita dei migranti
6 Luglio 2021 - Roma - “Il viaggio e il sogno sono due elementi che caratterizzano anche la vita dei migranti. Un viaggio non facile e un sogno che è animato dalla speranza di un futuro migliore”. È quanto ha detto ieri sera l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, nell’omelia della celebrazione eucaristica a conclusione della prima giornata del corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” promosso dalla Fondazione Migrantes. Citando la storia di Giacobbe che si rivolge al Signore per essere protetto nel viaggio mons. Perego sottolinea che questa è la preghiera che “abbiamo ritrovato anche tra i materiali dei migranti naufragati” come la preghiera, ad esempio, di un diacono eritreo, morto durante la traversata del Mediterraneo, ritrovata in un diario di viaggio che era “una sola unica preghiera. E’ la preghiera che oggi vogliamo rivolgere al Signore per tutte le nostre sorelle e fratelli migranti, in cammino verso una terra dove trovare casa, protezione, lavoro, giustizia, pace: in una parola, vita”. La storia della salvezza – ha quindi aggiunto il presule – “è anche storia di migrazione, di cammini, di ricerca”.
Sr. Dias: i movimenti migratori in sé “tendono verso il rinnovamento della società
6 Luglio 2021 - Roma - “Come i percorsi riportati dalla Bibbia, anche i movimenti migratori odierni nascono da un profondo desiderio di cambiare il mondo. I migranti bramano per un mondo più giusto e più umano, per il diritto di acquistare il suo pane quotidiano degnamente”. Lo ha detto ieri sera sr. Elizangela Chaves Dias, intervenendo al corso di formazione di pastorale migratoria promosso dalla Fondazione Migrantes e in corso a Roma fino a venerdì. I movimenti migratori in sé “tendono verso il rinnovamento della società, al superamento delle differenze etniche, alla conformazione di un nuovo cielo e una nuova terra, tramite la cultura dell’incontro, della pace e della libertà. I movimenti umani, volontari o forzati, promuovono – ha detto la religiosa - il concepimento di una società basata sulla fratellanza universale, aprendo strada ad una maggiore giustizia sociale e allo sviluppo in favore della persona”.
Il fenomeno delle migrazioni – ha quindi aggiunto spiegando il tema del “forestiero nella Sacra Scrittura” – “non è una novità in sé, anzi è insito nella logica propria della vita”. Oltrepassando le frontiere i migranti arrivano, ormai, alle “nostre porte” e “fanno sentire la gravità della loro vulnerabilità, risvegliando con il loro ‘grido di dolore’ l’impegno etico-sociale e religioso-morale nei confronti della vita minacciata, stimolando i credenti a cercare fondamento o ispirazione per una risposta socio-pastorale, in favore dei migranti, nella Parola di Dio”. Per sr. Dias dal principio alla fine il lettore della Bibbia si confronta con l’universo dei migranti e delle migrazioni nelle sue più diverse espressioni e prospettive, attraverso le voci dei narratori, dei legislatori, dei saggi, degli oranti, dei profeti, dei re, degli evangelisti, degli apostoli e del proprio Dio, migrante con i migranti, pellegrino sulla terra”.
Migrantes: oggi la seconda giornata del Corso di Formazione
6 Luglio 2021 - Roma - Riprenderanno questa mattina con le Lodi - presiedute da don Marco Yaroslav Semehen - i lavori del Corso di Formazione "Linee di pastorale migratoria" della Fondazione Migrantes rivolta ai nuovi direttiri diocesani, ai cappellani etnici e ai sacerdoti destinati alla Missiioni cattolice Italiane.
Il programma della giornata prevede una relazione dello storico Michele Colucci sull'immigrazione e una relazione di Simone Varisco sulla storia della mobilità. Nel pomeriggio una relazione sullo statuto della Fondazione Migrantes affidata al presidente, l'arcivescovo mons. Gian Carlo Perego e una relazione "Pastorale e Migrazione sull'attualità liquida e frammentata: una sfida per un noi più grande" affidata a p. Aldo Skoda. La giornata si concluderà con una celebrazione eucaristica.
Mons. Perego: Madre Cabrini, un esempio per camminare insieme verso un ‘noi’ sempre più grande
5 Luglio 2021 - Roma - “Era appena terminata la guerra e iniziava anche nel nostro Paese una nuova ondata di emigrazione quando Papa Pio XII canonizzò, il 7 luglio 1946, la Madre Francesca Cabrini, la religiosa lodigiana, che a cavallo dell’Ottocento e del Novecento, lasciò S. Angelo lodigiano per seguire gli emigranti italiani che emigravano negli Stati Uniti d’America – oltre 1 milione negli ultimi vent’anni dell’Ottocento- , e occuparsi in particolare delle donne e dei minori”. Lo ha detto oggi pomeriggio l’arcivescovo, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes portando il suo saluto ai partecipanti al Corso di formazione sulla pastorale migratoria, iniziato oggi pomeriggio e che vede la partecipazione di circa 40 persone tra nuovi direttori e operatori diocesani Migrantes, nuovi cappellani per le comunità cattoliche di migranti in Italia e le missioni italiane all’estero. “Siamo vicini – ha aggiunto - come Fondazione Migrantes alle Figlie del Sacro Cuore e alla Diocesi di Lodi in occasione delle celebrazioni di questo 75° anniversario della canonizzazione di Madre Cabrini, affidando all’intercessione della madre dei migranti, che ha attraversato l’oceano numerose volte – “fra un’onda e l’altra” – come Ella scrive (28 aprile 1890) - , animata da una straordinaria capacità di contrastare la secolarizzazione tra gli emigranti, da uno stile nuovo, popolare, di evangelizzazione in emigrazione, dalla valorizzazione della comunicazione a tutela dei diritti dei migranti e contro ogni discriminazione, per la libertà nell'amministrazione dei beni a favore dei poveri emigranti, per la fedeltà alla Chiesa. Madre Cabrini, che aveva ricevuto anche la cittadinanza statunitense nel 1909, sarà la prima Santa degli Stati Uniti d’America”. Per usare le parole di Papa Francesco nel messaggio per la prossima Giornata mondiale dei migranti, Madre Cabrini è stata – ha concluso mons. Perego - un esempio per “camminare insieme verso a un noi sempre più grande”.
Mons. Perego: le sfide dell’incontro e di un “noi” sempre più grande
5 Luglio 2021 -
Roma - Oggi sono circa 272 milioni i migranti internazionali, la maggior parte (74%) in età economicamente attiva (tra 20 e 64 anni), 164 milioni sono lavoratori migranti, 26 milioni i rifugiati, 4,2 milioni i richiedenti asilo e 50,8 milioni gli sfollati interni sia a causa di conflitti e violenze (45,7 milioni) che di catastrofi naturali (5,1 milioni). Sono alcuni dati forniti questo pomeriggio da mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, in apertura del corso di formazione migratoria che si è aperto a Roma. In Italia i migranti internazionali sono 5.300.000, la maggior parte in età economicamente attiva; 2 milioni le famiglie; quasi tre milioni i lavoratori; 207.000 rifugiati: solo 1 su 10 di coloro che sono sbarcati in Italia si sono fermati nel nostro Paese. Solo 80.000 il saldo tra ingressi e uscite: “l’Italia non attrae più in questo momento, ma sta ritornando ad essere un grande Paese di emigrazione giovanile”: a 5.300.000 immigrati corrispondono altrettanti cittadini italiani all’estero.
Di fronte a questi dati – ha spiegato mons. Perego – “sembra che l’unica modalità di governare le migrazioni sia quella di creare muri, barriere ai confini. La storia degli imperi, invece, ci insegna che i confini sono le strade per passare da un paese all’altro. Se le merci si controllano, le persone, anzitutto si accolgono e si accompagnano. Volerle fermare crea intolleranza da entrambe le parti, clandestinità, tratta, sfruttamento, che non creano sicurezza e tutela certamente”. Tra le sfide mons. Pergo ha citato quella degli studenti stranieri nel nostro Paese. La realtà scolastica multietnica e multiculturale che riguarda ormai il 10% di studenti in Italia e in alcuni contesti del Nord e del centro si arriva anche al 25% degli studenti pone la “sfida dell’accompagnamento. Solo il 48% degli studenti migranti ha un iter regolare, mentre il 39% perde mediamente un anno e il 12% anche due anni. Mentre le ripetenze degli studenti italiani sono al 14%, quelle degli studenti stranieri arrivano al 27%.” Per il presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes “passare dalla periferia alla città è la sfida del cammino dei migranti. Nella città dove arrivano i migranti via via si spostano – lo vediamo anche nell’emigrazione italiana in alcune città come Londra, Bruxelles, New York - dalla periferia alla città. L’inclusione nelle aree urbane a maggiore vulnerabilità sociale vede già in campo una ventina di Comuni italiani, da Milano, a Palermo, che alcune politiche sostengono nell'affrontare con soluzioni molto varie la specificità delle sfide che affrontano quotidianamente”. Per quanto riguarda la pastorale mons. Perego parla di sfida dell’incontro e sfida del costruire un ‘noi’ sempre più grande.
Il progetto “Confini” tra le SDGs Good Practices dell’ONU
5 Luglio 2021 - Roma - "Confini", il progetto educativo sul tema dell’immigrazione di Sophia impresa Sociale rivolto alle scuole superiori e medie è stato inserito tra le SDGs Good Practices: è un modello per come si propone di promuovere un mondo più sostenibile, secondo l’Agenda 2030 delineata dall’Onu nel 2015.
A Confini è stata riconosciuta la capacità di permettere agli studenti di “formare la propria percezione dell'immigrazione e di una società multiculturale e inclusiva basata su una corretta informazione sul fenomeno migratorio nella loro società e nel mondo”, contribuendo in particolare allo sviluppo dell'obiettivo 4: “Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti”.
Anche grazie al sostegno della Fondazione Migrantes, il team di Sophia ha sviluppato negli anni una metodologia di insegnamento che si è dimostrata efficace per far maturare negli studenti una nuova percezione del migrante e del fenomeno migratorio, la “Information and Knowledge for Change” (IK4C).
Secondo questa metodologia, il cambiamento avviene in primo luogo, grazie alla lettura in classe di storie di emigrazione e l’incontro con chi ha vissuto in prima persona le difficoltà nel lasciare il proprio paese e nell’integrarsi; in secondo luogo grazie alle informazioni fornite da un formatore di Sophia, sui dati economici, sui i numeri reali del fenomeno migratorio, le motivazioni di chi parte e le leggi sull’emigrazione, grazie all’ausilio di un Dossier e di dati puntuali. Al termine degli incontri - nell’era pre-covid - Sophia organizza un evento pubblico nel quale gli studenti sono chiamati a presentare un progetto ai loro colleghi, insegnanti e figure di spicco della politica e dell’ambito no-profit, sull’argomento che più li ha colpiti.
La Fondazione Migrantes è stata di deciso supporto sia per la realizzazione del libro “Là non morirai di fame”, che racconta la storia di Dullal, dal Bangladesh, sia nella realizzazione del Dossier Migrazione, adattamento per studenti del Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes.
Il riconoscimento dato a Confini arriva un anno dopo il suo “debutto” all’estero: dopo sei edizioni “italiane” e numerosissimi studenti formati è nato il desiderio di formare sul tema dell’immigrazione anche i giovani dei paesi dove è forte la spinta ad emigrare. Confini è diventato dunque “Educare Senza Confini” e è da oggi attivo in tre paesi diversi: Italia, Senegal e Guinea.
“Questo riconoscimento ci rende felici e ci sprona a fare ancora meglio per l’anno prossimo: abbiamo già previsto tantissime novità e non vediamo l’ora di incontrare nuovi studenti!” commenta Erik Conte, responsabile dei progetti educativi di Sophia in Italia e all’estero. (A.C.)
Migrantes: mons. Cantisani ha accompagnato la nascita e i primi anni di vita della Fondazione Migrantes con passione e intelligenza
1 Luglio 2021 - Roma - L'Arcivescovo mons. Antonio Cantisani, morto questa mattina a Catanzaro ha "accompagnato la nascita e i primi anni di vita della Fondazione Migrantes con passione e intelligenza per oltre un decennio". Lo afferma oggi mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes ricordando la sua figura. Anche al termine del suo mandato mons. Cantisani - aggiunge il presule - ha "continuato a seguire la vita e l'azione pastorale della Migrantes con suggerimenti e interventi, aiutando l'episcopato italiano ad aprirsi al nuovo tema dell'immigrazione. I suoi testi dedicati alla pastorale delle migrazioni rimangono ancora importanti per costruire nelle nostre comunità cristiane e nella vita sociale una 'cultura dell'incontro'". Nato il 2 novembre 1926 a Lauria (Potenza), già Diocesi di Policastro Bussentino, ora di Tursi-Lagonegro, mons Cantisani è stato ordinato sacerdote il 16 giugno 1949. Eletto arcivescovo di Rossano il 18 novembre 1971, riceve l'Ordinazione Episcopale a Sapri il 27 dicembre 1971 ed entra in diocesi il 16 gennaio 1972. Dal 7 aprile 1979 Vescovo di Cariati (unita in pari data "aeque principaliter" all'Arcidiocesi di Rossano). Nel 1980 viene chiamato alla guida della diocesi di Catanzaro e Vescovo di Squillace. Inizia il ministero episcopale: a Catanzaro il 20 settembre 1980, nella Diocesi di Squillace il 27 settembre 1980. Dal 30 settembre 1986 Arcivescovo di Catanzaro-Squillace.
Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e il Turismo (CEMIT) - Triennio 1982/85Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni per il quinquennio 1985-1990. Dal 1987 è anche Presidente della Fondazione Migrantes . Il 5 giugno 1990 è stato confermato dal Consiglio Permanente della C.E.I. Presidente della suddetta Commissione per un altro quinquennio, fino al 1995.
La pandemia non deve indebolire il diritto di asilo
25 Giugno 2021 - MIlano - La Giornata mondiale del rifugiato è caduta quest’anno in un momento ancora di incertezza, in conseguenza della pandemia da Covid-19. Un’incertezza che ha aumentato la precarietà e la solitudine di 82 milioni di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati: un popolo sempre più numeroso che chiede da parte di tutti il dovere di accoglienza, protezione, tutela.
Lo ha ricordato nel suo messaggio, con parole efficaci, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, richiamando come la pandemia non può diventare un motivo per indebolire il diritto di asilo al centro della Costituzione Italiana e dei principi dell’Europa. La pandemia non può neppure giustificare una chiusura dei confini o il respingimento in terra e in mare di persone in fuga da guerre, dittature, miseria, disastri ambientali. E’ un popolo in cammino che lascia un Paese, una casa e non trova sempre una casa e un Paese ad accoglierlo. Davanti ai nostri occhi, quasi ogni giorno, vengono ripresentati i volti, le storie, le sofferenze e i drammi di chi muore cercando di attraversare il Mediterraneo - oltre 700 morti dall’inizio del 2021 – i respingimenti continui, le omissioni di soccorso, ma soprattutto gli abbandoni di persone nei campi e nelle carceri in Libia: fratelli tutti, tutte sorelle abbandonate al loro destino.
Una strage sotto gli occhi di tutti, ma che sembra interessi solo a pochi. Una passione che continua e che non può essere nascosta con l’annuncio di un corridoio umanitario per 500 persone mentre si respingono o si lasciano morire quelle che attraversano il Mediterraneo: un’ipocrisia ancora più grave perché si nasconde dietro uno strumento nato per allargare il diritto
di asilo anche ai più deboli e fragili la volontà di non accogliere e respingere. Una strumentalizzazione che è figlia di una politica chiusa e nazionalista, che pensa di difendere un Paese dove si muore più che nascere, rifiutando la ricchezza e la storia di giovani e adulti, uomini e donne che possono diventare il nuovo volto di un Paese che domani o sarà capace di costruire convivenza, giustizia sociale, tutela o rischierà di morire.
Papa Francesco, nell’enciclica Fratelli tutti, ha ricordato – citando il passaggio di un documento dei Vescovi degli Stati Uniti e del Messico – che «quando il prossimo è una persona migrante si aggiungono sfide complesse» (numero 129). Sono le sfide di una nuova operazione Mare nostrum per soccorrere le persone che attraversano il Mediterraneo e ripensa re gli accordi con la Libia e la Turchia che generano oggi violenza e morte; di riconoscere l’asilo e la protezione umanitaria e sussidiaria o la protezione sociale, con un nuovo piano di accoglienza europeo; della promozione dei molti minori non accompagnati; della
cittadinanza, che regala una città a chi non ha più una città un Paese: è la sfida della fraternità. (Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes)
Corridoi umanitari Cei: arrivati oggi 45 rifugiati
23 Giugno 2021 - Roma - Sono arrivati oggi all’aeroporto di Fiumicino, attraverso i corridoi umanitari Cei, 45 profughi di otto diverse nazionalità (Sudan, Repubblica Centrafricana, Eritrea, Etiopia, Ciad, Camerun, Mali e Nigeria), molti dei quali passati attraverso le carceri libiche e poi nei campi in Niger tramite i meccanismi dell’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Hanno tutti alle spalle storie durissime e drammatiche, di fuga dagli integralisti di Boko haram, dai conflitti, dalla miseria, alcuni hanno tentato più volte di attraversare il deserto e il mare per venire in Europa. Tra loro otto famiglie e 22 bambini. Finanziati dalla Conferenza episcopale Italiana con i fondi otto per mille grazie a un’intesa siglata con con il governo italiano nel 2017, i corridoi costituiscono una via sicura e legale di accesso in Europa per le persone più vulnerabili bloccate nei campi profughi o negli alloggi urbani per rifugiati o per persone particolarmente meritevoli – sempre e comunque perseguitate in patria o in fuga da conflitti – che nel limbo dell’esilio in Paesi di transito spesso poveri non possono studiare o lavorare.
La Cei, grazie a questi protocolli ha organizzato negli ultimi anni – soprattutto tramite la Caritas Italiana, Migrantes e col sostegno delle comunità locali – partenze da Medio Oriente e Africa di richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità, individuati nei campi profughi di Etiopia, Giordania e Niger.
I 45 rifugiati arrivati oggi inizieranno una nuova vita in Italia, in otto diocesi che li accoglieranno: Rimini, Crema, Fiesole, Roma, Bolzano, Matera, Teggiano-Policastro e Assisi. Una persona sarà ospitata anche dalla Chiesa valdese di Torino. Tutti stanno seguendo i protocolli per la prevenzione del Covid-19 concordati con le Asl, con tamponi in partenza e in arrivo e quarantena di 15 giorni. In un anno e mezzo di pandemia c’è stato un solo caso di positività al Covid-19 tra i profughi ed il contagio è avvenuto in Italia. Dal 2014 ad oggi i corridoi umanitari promossi da varie realtà della società civile ed ecclesiale hanno portato in Italia, in maniera sicura e legale, oltre 3.000 persone.
GMMR: la giornata nazionale a Loreto
21 Giugno 2021 - Roma - La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato quest’anno, in Italia, si celebrerà, a livello nazionale, tra le pareti della "Santa Casa", nella Basilica Pontificia di Loreto, domenica 26 settembre. Questo ricorderà a tutti la passione da sempre di papa Francesco per l’avventura dei migranti. Come fu la sua. Coloro, cioè, che si muovono sui passi di Abramo e con la sua stessa speranza. Alla ricerca, instancabilmente tra mille peripezie, di dignità. Di vivere umanamente, pienamente. Ma ricorderà, anche, il valore della "casa ", il senso autentico della casa, del sentirsi a casa, dell’accoglienza. Ed è la sfida dei nostri giorni, per una società spesso chiusa e ripiegata in se stessa.
A Loreto, assieme a questo evento celebrativo, se ne avrà un altro, più formativo. Sarà il Corso di Alta Formazione per i direttori diocesani Migrantes , organizzato dalla Fondazione Migrantes n, ma anche per tutti coloro che sono sensibili alla problematiche migratorie. Si svolgerà nello straordinario e suggestivo contesto della Basilica e dei suoi annessi. Il tema sarà : "Costruire e custodire la casa comune", nei suoi più vari aspetti di realtà personale, cittadina, ecclesiale, sociale e culturale. Si svolgerà dal 23 al 27 agosto. Prevede la partecipazione di docenti universitari, di testimonianze, di laboratori di esperienze, ma anche di voci al di là del Mediterraneo, come quella del card. Cristòbal di Rabat (Marocco), una Chiesa di frontiera, coraggiosa costruttrice di ponti nel mondo dell’Islam e nel cuore dell’emigrazione. Sempre in nome del Vangelo. Stimolante sarà la giornata di visita al Museo dell’emigrazione marchigiana di Recanati (MEMA), - racconto commosso di ben 700.000 emigrati di una regione italiana piuttosto piccola, - la visita al tristemente noto Hotel House, un ghetto verticale di 17 piani per quasi 1.800 persone di 40 nazionalità differenti, ma anche luogo di testimonianze solidali come l’Associazione "On the road" in percorsi di integrazione o il medico di base, acquartierato all’ottavo piano di questo enorme condominio, con tutti gli ascensori da anni fuori uso.
Le Marche, insomma, terra di colline, di mare e di antichi borghi, per i partecipanti sarà un territorio da scoprire. Ma soprattutto da contemplare, da assaporare lentamente. "Viaggiare non è scoprire nuove terre, ma avere nuovi occhi" raccomanda Proust. Qui, dietro un colle o una siepe si può toccare l'infinito. Cioè il mistero dell'uomo e della sua avventura nell'incontro con altri uomini. Con altri mondi. Per questo, "il naufragar m'è dolce in questo mare".
Mons. Perego: una solidarietà che si allarghi a tutti i confini e le frontiere del mondo
21 Giugno 2021 - Città del Vaticano - “I dati parlano chiaramente: 82 milioni di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati. Il Papa ha fatto cenno anche al Myanmar dove moltissimi sono gli sfollati a causa di quanto sta accadendo, a causa della fame come in altri 35 Paesi che vivono altre situazioni di disastri ambientali. Il mondo dei rifugiati ci ricorda questa drammatica realtà della fame, della miseria, della guerra, dei cambiamenti climatici e dei disastri ambientali e al tempo stesso ci ricorda questo mondo di persone che sono in cammino, che stanno attraversando in questo momento il Mediteranneo e che muoiono in mare come 700 persone quest'anno o sono rimandati indietro o sono rifiutati”. Così mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, in una intervista ieri alla Radio Vaticana commentando le parole di Papa Francesco all’Angelus. “In questo momento – ha aggiunto - in cui viviamo una rinascita dopo la pandemia, credo che sia necessario ripensare a un piano di soccorso in mare europeo e ripensare veramente ad un piano di accoglienza che ci faccia sentire fratelli e sorelle, sulla scia dell'appello del Papa quando andò in visita a Lampedusa e si domando: ‘Dov'è tuo fratello?’. Credo che questa sia la cosa più urgente”.
“Serve uno scatto di umanità che metta al centro la tutela di ogni persona e serve anche una solidarietà che si allarghi sempre di più, che dall'Italia si allarghi a tutta l'Europa, che si allarghi a tutti i confini e le frontiere del mondo dove tante volte anziché creare corridoi umanitari, anziché creare accoglienza, c'è il rischio di ricreare quei muri, quelle distinzioni, quelle divisioni pensando che la divisione, la distinzione, la separazione, il rifiuto possa essere la nostra sicurezza. In realtà è una grande integrità perché soltanto la capacità del riconoscere l'altro e dell'accoglienza può generare un mondo diverso”. Il prossimo oggi è – ha detto ancora il presidente Migrantes - soprattutto “la persona che si mette in cammino, lasciando il proprio Paese, alla ricerca di una storia nuova, di comunità, di vita e quindi l'accoglienza diventa veramente uno dei segni del cristiano di riconoscere in chi è in cammino il volto di Cristo. Quindi educare a camminare nella carità certamente è uno degli impegni più importanti che oggi siamo chiamati, anche come Chiesa, a compiere, in questo tempo in cui il rifiuto, l'egoismo, l'individualismo rischiano di segnare anche quei principi democratici e costituzionali che hanno al centro il rispetto della dignità di ogni persona, di ogni richiedente asilo o rifugiato”.
Migrantes: uno scatto di umanità e di solidarietà europea
18 Giugno 2021 - Roma - La Giornata mondiale del rifugiato quest’anno riporta alla nostra attenzione il cammino di 80 milioni di persone, di cui 50 milioni di sfollati interni in diversi Paesi a causa delle guerre e dei conflitti in atto e dei disastri ambientali, 26 milioni di rifugiati e oltre 4 milioni di richiedenti asilo. E’ un popolo in cammino che lascia un Paese, una casa e non trova sempre una casa e un Paese ad accoglierlo. Davanti ai nostri occhi, quasi ogni giorno, vengono ripresentati i volti, le storie, le sofferenze e i drammi di chi cerca di attraversare il Mediterraneo, il Mare nostrum che sembra che l’Europa ignori, come dimostrano le morti sempre più numerose - oltre 700 dall’inizio del 2021 – i respingimenti continui, le omissioni di soccorso, ma soprattutto gli abbandoni di persone al di là del Mediterraneo, in Libia: fratelli tutti, tutte sorelle abbandonate al loro destino.
Una strage sotto gli occhi di tutti, ma che sembra interessi solo a pochi. Una passione che dalla Libia arriva anche alle porte di casa nostra in Bosnia che non può essere dimenticata in questa giornata dove affermiamo un diritto, il diritto d’asilo, che però di fatto è ancora negato. In questo giorno si alza forte il grido per una nuova operazione europea di soccorso in mare che abbia ancora una volta l’Italia come protagonista e per un nuovo sistema di accoglienza europeo. Al tempo stesso, è urgente ripensare gli accordi con la Turchia e la Libia, perché il diritto d’asilo sia al centro e, attraverso i corridoi umanitari, possa estendersi anche alle persone più fragili e deboli. Uno scatto di umanità e di solidarietà sarebbe un segno di un’Europa che riparte e si rinnova dopo la pandemia proprio a partire dalla tutela dei richiedenti asilo e rifugiati.
Mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo
Presidente della Fondazione Migrantes e della CEMi
Migrantes: l’impegno di don Riboldi un “tesoro pastorale da custodire”
11 Giugno 2021 - Roma - L’impegno di don Riboldi e la “sua intelligenza pastorale, i numerosi materiali da lui realizzati per l’evangelizzazione delle comunità rom e sinte rimangono nella Chiesa italiana un tesoro da custodire e a cui fare riferimento”. Lo ha scritto mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni della Cei e della Fondazione Migrantes in un messaggio all’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, per la morte di don Mario Riboldi. Don Mario – ha scritto mons. Perego - ha sempre collaborato con l’Ufficio rom e sinti dell’UCEMI prima e della Fondazione Migrantes poi: “gli incontri con Lui, le telefonate sapevano sempre di ‘gioia del Vangelo’, che desiderava condividere con le diverse comunità rom e sinte”. La “sua fede ha camminato” con le comunità rom e sinte che “spesso vivono, anche l’esperienza di fede, ai margini delle città. Per la sua esperienza e passione pastorale è stato, con don Bruno Nicolini, il protagonista dello storico incontro di papa Paolo VI con i rom e i sinti, a Pomezia, nel 1965”.
Mons. Perego sui migranti: serve uno scatto di umanità e di solidarietà
28 Maggio 2021 - Roma – Mons. Gian Carlo Perego ringrazia i vescovi italiani che lo hanno chiamato alla presidenza della Commissione Episcopale per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes durante l’ultima Assemblea svoltasi a Roma. In questo – ha detto oggi in una intervista a VaticanNews – il presule ha “visto un'attenzione dell'episcopato italiano al tema delle migrazioni come uno dei temi che stanno attraversando non solo l'opinione pubblica, ma anche la coscienza e la vita delle nostre comunità cristiane. Quindi, farmi ritornare, penso che sia stato anche un segno anche per dire di riprendere a rafforzare un cammino, che già era avvenuto, in un tempo nuovo, in un tempo in cui il cammino della Chiesa, che è un cammino sinodale, deve incontrare il cammino anche degli uomini, soprattutto degli uomini migranti che soffrono e che sono in una situazione ancora più difficile, come vediamo dalle immagini tutti i giorni”. In questi giorni c’è una ripresa degli sbarchi che – ha spiegato – “sono quattro volte meno rispetto al 2014-2015, quando arrivavano 150-170mila persone, oggi ne vediamo 35mila, che però segnalano un disinteresse a riprendere il discorso, soprattutto, di revisione di Dublino e di responsabilità comune dell'Europa, e su questo la Chiesa italiana è preoccupata. Non si possono abbandonare le persone in mare, vedere morire delle persone. D’altra parte, però, è importante che si arrivi a delle decisioni, da una parte, di redistribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo su tutto il territorio europeo, dall'altra a una politica rinnovata con i Paesi al di là del Mediterraneo”. E parlando delle foto, che hanno fatto il giro del mondo, di bambini vittime del mare il neo presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes sottolinea che sono morti della “indecisione, sono i morti del rinvio”. Occorre “uno scatto non solo di umanità, ma anche di politica, nel senso di come ce lo ricorda il Papa nella Fratelli tutti, nel capitolo V, una politica che sia attenta al rispetto della dignità della persona, della vita delle persone e che cerchi, effettivamente, di considerare ogni persona un fratello, quindi una politica che sia certamente di solidarietà e non, invece, di ignoranza di questi problemi”.
Nell’intervista mons. Perego allarga lo sguardo a tutti i mondi della mobilità: “oltre che ai volti dei richiedenti asilo e degli immigrati in Italia, delle diverse comunità, delle famiglie dei lavoratori e di chi cerca cittadinanza, i volti dei nostri cittadini italiani che vanno all'estero. Penso soprattutto ai più giovani, che si trovano in una situazione di difficoltà in alcuni Paesi, come quella in cui si trovano gli italiani in Inghilterra da quando è uscita dall’Unione europea. Guarda poi anche a quegli altri piccoli mondi che hanno vissuto drammaticamente la realtà della pandemia, come il mondo dei circensi, dei fieranti e dello spettacolo viaggiante che si sono trovati con i tendoni chiusi, con le attività e le attrazioni chiuse per oltre un anno con la vita fortemente segnata. Fortunatamente – ha aggiunto - c'è stato un buon contributo da parte della Conferenza Episcopale Italiana, grazie all’8 per mille gestito da Migrantes e da Caritas a favore anche di queste imprese e di queste famiglie, circa 80mila persone”. E parlando del prossimo Sinodo, di cui si è parlato nell’Assemblea dei vescovo, ha detto che “l'icona più bella” del sinodo, che “significa camminare insieme, è l’icona dei migranti e, quindi, credo che, anche dalla storia dei migranti, dalla loro esperienza, potrà venire un grosso contributo all’esperienza di una Chiesa in cammino, affinché la Chiesa sia in cammino”.
Mondo Scalabrianiano: l’augurio a mons. Perego a Presidente Migrantes
28 Maggio 2021 - Roma – “Con grande gioia” le Suore Missionarie Scalabriniane hanno appreso la notizia dell’elezione a presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes di mons. Giancarlo Perego, vescovo di Ferrara-Comacchio. “Con stima e riconoscenza facciamo – si legge in una nota - gli auguri con la promessa di sostenere il nuovo servizio con la preghiera e la collaborazione”. Mons. Perego ha “un’attenzione molto particolare verso i migranti: il suo sguardo va sempre oltre le frontiere. Siamo realmente contente di poter collaborare nuovamente insieme a lui per il bene dei migranti”, commenta la superiora provinciale per l’Europa, sr. Milva Caro.
L’augurio a mons. Perego di un “buon lavoro” arriva anche dagli scalabriniani che ricordano il recente passato del presule alla direzione della Fondazione Migrantes.
Migrantes: mons. Perego nuovo presidente
26 Maggio 2021 - Roma - Mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, è stato eletto nuovo Presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della Fondazione Migrantes.
L’elezione è avvenuta durante l’Assemblea Generale dei vescovi italiani, che si concluderà domani all’Hotel Ergife di Roma. Mons. Perego, già direttore generale della Fondazione Migrantes, sostituisce mons. Guerino Di Tora che ha guidato la Commissione CEI per le Migrazioni e la Fondazione Migrantes per sei anni.
A Mons. Di Tora il ringraziamento della Migrantes per il lavoro svolto, in un delicato momento della vita dei migranti e rifugiati nel nostro Paese. Al neo presidente, mons. Perego gli auguri della Migrantes per un rinnovato, proficuo lavoro a servizio della mobilità umana.
Nato a Vailate (Cr), il 25 novembre 1960, Mons. Perego entra nel Seminario Vescovile di Cremona nell’autunno del 1971, dove frequenta le scuole medie e le scuole superiori, concluse con la maturità classica. Continua la sua permanenza in Seminario
dove frequenta lo Studio teologico. Nel 1984, dopo l’ordinazione sacerdotale, consegue il baccalaureato in Teologia presso lo Studio teologico del Seminario, affiliato alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. Nello stesso anno è nominato vicario coadiutore della parrocchia di S. Giuseppe in Cremona. Nel frattempo, dal 1984 al 1992 è collaboratore di studio del Vescovo di Cremona Mons. Enrico Assi, e negli anni 1993-1994 segretario del Vescovo di Cremona, Mons. Giulio Nicolini.
Negli anni 1986-1994 è tra i fondatori e animatori a Cremona del Centro studi sul disagio e l’emarginazione giovanile, segue la nascita della cooperativa dei servizi per l’accoglienza degli immigrati, con un’attenzione particolare ai richiedenti asilo, rifugiati o in protezione temporanea. Collabora con il nascente Osservatorio dell’immigrazione della provincia di Cremona. È docente e responsabile del corso di teologia e pastorale della carità presso il Centro pastorale diocesano e segretario della Commissione sinodale carità. È amministratore parrocchiale in diverse parrocchie.
Negli anni 1994-1996 soggiorna a Roma, alunno del Pontificio Seminario Lombardo, dove frequenta i corsi di Dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana e l’istituto Sacrum Ministerium, promosso dalla Congregazione del clero, per la formazione degli educatori nei seminari. Nei due anni segue anche alcune esperienze di assistenza degli emigranti italiani in Germania a Mettmann e Dusseldorf.
Dal settembre 1996 è in Diocesi a Cremona come insegnante di Patrologia e di Teologia Dogmatica (Cristologia, Sacramentaria, Escatologia) presso lo studio teologico del Seminario e di Introduzione alla Teologia: il mistero di Cristo, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Cremona-Piacenza. Nel novembre 1996 ha conseguito il dottorato in Teologia Dogmatica. Dal 1997 al 2002 è Direttore della Caritas Diocesana di Cremona e Assistente Diocesano della FUCI e del MEIC. Dall’anno scolastico 2001-2002 è incaricato dall’Università Cattolica di Brescia, Dipartimento di scienze religiose, di tenere un corso sulla ‘Storia della Teologia del diaconato’ (2002-2010) prima e poi di Pastorale della carità (dal 2011).
Dal 2002 al 2006 è stato chiamato a Roma dalla Caritas Italiana come Responsabile dell’Area nazionale. È stato membro della Commissione nazionale povertà (2003-2007); della Consulta nazionale del servizio civile (dal 2002-2009) e dell’Osservatorio nazionale del volontariato (dal 2002-2009), oltre che partecipare a altre Commissioni e osservatori ministeriali (immigrazione, tratta, pari opportunità…).
Dal 1° ottobre 2006 è stato incaricato da Caritas Italiana di istituire un Centro documentazione unitario con la Fondazione Migrantes e di curare la nascita dell’Archivio per la storia della Caritas in Italia.
Nel 2009 è stato nominato Cappellano di Sua Santità. Dal 1° dicembre 2009 è Direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Nel 2017 Papa Francesco lo nomina arcivescovo di Ferrara-Comacchio. (Raffale Iaria)
dove frequenta lo Studio teologico. Nel 1984, dopo l’ordinazione sacerdotale, consegue il baccalaureato in Teologia presso lo Studio teologico del Seminario, affiliato alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. Nello stesso anno è nominato vicario coadiutore della parrocchia di S. Giuseppe in Cremona. Nel frattempo, dal 1984 al 1992 è collaboratore di studio del Vescovo di Cremona Mons. Enrico Assi, e negli anni 1993-1994 segretario del Vescovo di Cremona, Mons. Giulio Nicolini.
Negli anni 1986-1994 è tra i fondatori e animatori a Cremona del Centro studi sul disagio e l’emarginazione giovanile, segue la nascita della cooperativa dei servizi per l’accoglienza degli immigrati, con un’attenzione particolare ai richiedenti asilo, rifugiati o in protezione temporanea. Collabora con il nascente Osservatorio dell’immigrazione della provincia di Cremona. È docente e responsabile del corso di teologia e pastorale della carità presso il Centro pastorale diocesano e segretario della Commissione sinodale carità. È amministratore parrocchiale in diverse parrocchie.
Negli anni 1994-1996 soggiorna a Roma, alunno del Pontificio Seminario Lombardo, dove frequenta i corsi di Dottorato in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana e l’istituto Sacrum Ministerium, promosso dalla Congregazione del clero, per la formazione degli educatori nei seminari. Nei due anni segue anche alcune esperienze di assistenza degli emigranti italiani in Germania a Mettmann e Dusseldorf.
Dal settembre 1996 è in Diocesi a Cremona come insegnante di Patrologia e di Teologia Dogmatica (Cristologia, Sacramentaria, Escatologia) presso lo studio teologico del Seminario e di Introduzione alla Teologia: il mistero di Cristo, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Cremona-Piacenza. Nel novembre 1996 ha conseguito il dottorato in Teologia Dogmatica. Dal 1997 al 2002 è Direttore della Caritas Diocesana di Cremona e Assistente Diocesano della FUCI e del MEIC. Dall’anno scolastico 2001-2002 è incaricato dall’Università Cattolica di Brescia, Dipartimento di scienze religiose, di tenere un corso sulla ‘Storia della Teologia del diaconato’ (2002-2010) prima e poi di Pastorale della carità (dal 2011).
Dal 2002 al 2006 è stato chiamato a Roma dalla Caritas Italiana come Responsabile dell’Area nazionale. È stato membro della Commissione nazionale povertà (2003-2007); della Consulta nazionale del servizio civile (dal 2002-2009) e dell’Osservatorio nazionale del volontariato (dal 2002-2009), oltre che partecipare a altre Commissioni e osservatori ministeriali (immigrazione, tratta, pari opportunità…).
Dal 1° ottobre 2006 è stato incaricato da Caritas Italiana di istituire un Centro documentazione unitario con la Fondazione Migrantes e di curare la nascita dell’Archivio per la storia della Caritas in Italia.
Nel 2009 è stato nominato Cappellano di Sua Santità. Dal 1° dicembre 2009 è Direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Nel 2017 Papa Francesco lo nomina arcivescovo di Ferrara-Comacchio. (Raffale Iaria)
GMMR: nelle Marche le celebrazioni principali
6 Maggio 2021 - Roma - Le celebrazioni ufficiali della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato si svolgeranno quest’anno nelle Marche. L’iniziativa è della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes che proprio in questa regione promuoverà, dal 23 al 27 agosto, a Loreto, in collaborazione con il SIMI (Scalabrini International Migration Institute), il Corso di Alta Formazione sul tema “Costruire e custodire la casa comune” con la partecipazione di vescovi, direttori Migrantes, operatori di diverse diocesi italiane. Un santuario, quello di Loreto, che ogni anno accoglie il pellegrinaggio regionale dei migranti. Nelle Marche anche la celebrazione eucaristica nazionale c che si svolgerà domenica 26 settembre, Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
Attualmente nelle Marche risiedono 136mila cittadini stranieri, il 9% della popolazione mentre i cittadini marchigiani residenti all’estero sono 155mila con una incidenza sulla popolazione marchigiana pari al 10%. (Raffaele Iaria)