Mons. Perego sui migranti: serve uno scatto di umanità e di solidarietà

28 Maggio 2021 – Roma – Mons. Gian Carlo Perego ringrazia i vescovi italiani che lo hanno chiamato alla presidenza della Commissione Episcopale per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes durante l’ultima Assemblea svoltasi a Roma. In questo – ha detto oggi in una intervista a VaticanNews – il presule ha “visto un’attenzione dell’episcopato italiano al tema delle migrazioni come uno dei temi che stanno attraversando non solo l’opinione pubblica, ma anche la coscienza e la vita delle nostre comunità cristiane. Quindi, farmi ritornare, penso che sia stato anche un segno anche per dire di riprendere a rafforzare un cammino, che già era avvenuto, in un tempo nuovo, in un tempo in cui il cammino della Chiesa, che è un cammino sinodale, deve incontrare il cammino anche degli uomini, soprattutto degli uomini migranti che soffrono e che sono in una situazione ancora più difficile, come vediamo dalle immagini tutti i giorni”. In questi giorni c’è una ripresa degli sbarchi che – ha spiegato – “sono quattro volte meno rispetto al 2014-2015, quando arrivavano 150-170mila persone, oggi ne vediamo 35mila, che però  segnalano un disinteresse a riprendere il discorso, soprattutto,  di revisione di Dublino e di responsabilità comune dell’Europa, e su questo la Chiesa italiana è preoccupata. Non si possono abbandonare le persone in mare, vedere morire delle persone. D’altra parte, però, è importante che si arrivi a delle decisioni, da una parte, di redistribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo su tutto il territorio europeo, dall’altra a una politica rinnovata con i Paesi al di là del Mediterraneo”. E parlando delle foto, che hanno fatto il giro del mondo, di bambini vittime del mare il neo presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes sottolinea che sono  morti della “indecisione, sono i morti del rinvio”. Occorre “uno scatto non solo di umanità, ma anche di politica, nel senso di come ce lo ricorda il Papa nella Fratelli tutti, nel capitolo V, una politica  che sia attenta al rispetto della dignità della persona, della vita delle persone e che cerchi, effettivamente, di considerare ogni persona un fratello, quindi una politica che sia certamente di solidarietà e non, invece, di ignoranza di questi problemi”.

Nell’intervista mons. Perego allarga lo sguardo a tutti i mondi della mobilità: “oltre che ai volti dei richiedenti asilo e degli immigrati in Italia, delle diverse comunità, delle famiglie dei lavoratori e di chi cerca cittadinanza, i volti dei nostri cittadini italiani che vanno all’estero. Penso soprattutto ai più giovani, che si trovano in una situazione di difficoltà in alcuni Paesi, come  quella in cui si trovano gli italiani in Inghilterra da quando è uscita dall’Unione europea. Guarda poi anche a quegli altri piccoli mondi che hanno vissuto drammaticamente la realtà della pandemia, come il mondo dei circensi, dei fieranti e dello spettacolo viaggiante che si sono trovati con i tendoni chiusi, con le attività e le attrazioni chiuse per oltre un anno con la vita fortemente segnata. Fortunatamente – ha aggiunto – c’è stato un buon contributo da parte della Conferenza Episcopale Italiana, grazie all’8 per mille gestito da Migrantes e da Caritas a favore anche di queste imprese e di queste famiglie, circa 80mila persone”. E parlando del prossimo Sinodo, di cui si è parlato nell’Assemblea dei vescovo, ha detto che “l’icona più bella” del sinodo, che “significa camminare insieme, è l’icona dei migranti e, quindi, credo che, anche dalla storia dei migranti, dalla loro esperienza, potrà venire un grosso contributo all’esperienza di una Chiesa in cammino, affinché la Chiesa sia in cammino”.

 

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