Tag: Fondazione Migrantes

Migrantes: mons. Perego ha impartito il sacramento della Cresima ai giovani dello spettacolo viaggiante

20 Aprile 2022 - Ferrara - Giovani e ragazzi, figli di esercenti del Luna Park, hanno ricevuto, ieri mattina, nella Basilica di Santa Maria in Vado, a Ferrara, il sacramento della Confermazione. A presiedere la liturgia eucaristica l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego.  In questo periodo, in vista della festa di san Giorgio, a Ferrara stazionano diversi operatori dello spettacolo viaggiante.  A loro la diocesi, attraverso l'Ufficio Migrantes, ha voluto dedicare una giornata. Ad accompagnarli il direttore Migrantes di Ferrara-Comacchio, il diacono Roberto Alberti e gli operatori pastorali Migrantes Flaviano e Valeria Ravelli e Monica Bergamini. (Raffaele Iaria)  

Migrazioni interne: un mondo da riscoprire: un convegno a Genova

19 Aprile 2022 - Genova - Smarginando è il Festival che la Fondazione Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana ha ideato per promuovere e accompagnare l’apertura del nuovo MEI, il Museo dell’emigrazione italiana, che sarà inaugurato in primavera a Genova alla Commenda di San Giovanni di Pré. Il Museo, grazie al Festival, va oltre i propri confini, cercando di tracciare attraverso gli approfondimenti tematici una mappa di emozioni che ci riconnette al presente delle migrazioni planetarie, tornando contemporaneamente nei luoghi dell’emigrazione italiana, piccole comunità che attorno al tema della memoria e dei ricordi hanno costruito un racconto popolare, storico, sociale. L’Italia contemporanea è stata plasmata e trasformata dai flussi migratori che la hanno solcata. Fin dal periodo post unitario, attraverso l’età giolittiana, il fascismo e il miracolo economico, la mobilità interna ha rappresentato un eccezionale veicolo di cambiamento, tra conflitti ed emancipazione. Ancora oggi i movimenti interni rappresentano un elemento strutturale dell’equilibrio economico, con forti ripercussioni a livello sociale. I ricercatori del CNR Michele Colucci e Stefano Gallo a partire dal 2014 curano ogni anno un rapporto sulle migrazioni interne, frutto di ricerche approfondite di taglio interdisciplinare. I due ultimi volumi che verranno discussi nella presentazione hanno come oggetto rispettivamente una regione di forte emigrazione (la Campania) e una città di grande immigrazione (Roma). Nella prospettiva del Museo Nazionale dell’Emigrazione è importante riscoprire - spiegano i promotori - la centralità e il ruolo delle migrazioni interne, che anche nel contesto genovese hanno lasciato tracce importanti del loro passaggio. In un convegno che si svolgerà a Genova il 22 aprile discuteranno di questi temi  Paolo Giannone, Direttore della Biblioteca Universitaria di Genova; Paolo Masini, presidente del Comitato di Indirizzo Museo Nazionale dell’Emigrazione; Pierangelo Campodonico, Direttore Istituzione MuMA; Salvatore Capasso, Direttore CNR Istituto di studi sul Mediterraneo;  Fiorella Farinelli dell'Osservatorio nazionale integrazione studenti stranieri e Delfina Licata, Sociologa della Fondazione Migrantes. In occasione del convegno verrà firmato la convenzione tra CNR – Istituto di studi sul Mediterraneo e Museo Nazionale dell’Emigrazione.

Migrantes-Transiti: la condizione psicologica degli expat, la nostalgia di casa

14 Aprile 2022 - Roma - La condizione psicologica degli italiani nel mondo durante il Covid-19.  Nel Capitolo sulla condizione psicologica degli expat del Rapporto Italiani nel Mondo 2021 della Fondazione Migrantes emerge un’altra fonte di sofferenza specifica legata alla nostalgia di casa, dovuta alla lontananza dagli affetti familiari (74%) e amicali (48,5%) e all’impedimento a muoversi o a viaggiare (65%) per poterli incontrare. In questi anni di lavoro con gli espatriati abbiamo avuto modo di comprendere quanto il tema del rapporto con la terra di origine sia centrale nella dinamica di espatrio. Per molte persone significa “poter tornare a casa”, per altre vuol dire “visitare gli affetti” e “rimanere connessi alle origini”. Il rientro ciclico in Italia, comunque, rappresentava prima del Covid-19 un ancoraggio di grande importanza per poter sentire un equilibrio emotivo tra le origini lasciate e la vita attuale. La pandemia ha spezzato questo filo di riconnessione: ha impedito ai nonni di passare del tempo con i nipoti, ha impedito ai figli di occuparsi dei genitori, ha impedito di salutare i defunti rimettendo in circolo sentimenti negativi di incertezza, disagio e senso di colpa che le persone pensavano di essere riuscite a fronteggiare, archiviare, dribblare e, nel migliore dei casi, superare. Un dato su cui abbiamo riflettuto molto è quello relativo alla percezione esperita dai genitori in merito al disagio osservato nei figli. Se da un lato i bambini e i ragazzi sono percepiti dai loro caregivers come forti e capaci di fronteggiare i disagi della pandemia – solo il 9% ha risposto “soffrono molto” e il 6% “destano preoccupazione” – la risposta “stanno bene” è espressa solo dal 36%. Per una possibile interpretazione di questo dato, può essere utile ricordare il concetto di “pensieri non pensati” di Bion. Quando qualcosa è difficile da digerire per la propria mente, come nel caso dell’angoscia per il futuro e della relativa paralisi, diventa difficile poter osservare con chiarezza ciò che accade nelle persone accanto e comprendere quanto queste, per esempio, siano realmente in grado di “digerire” la situazione e fronteggiarla. Si inizia quindi ad oscillare inconsapevolmente tra la speranza che l’altro sia più in grado di farvi fronte rispetto a noi e l’angoscia che possa stare male (o che si stia entrambi male). A maggior ragione se l’altro è una persona con la quale esiste un legame affettivo profondo e per la quale si sente di avere una responsabilità di crescita, come nel caso dei propri figli. Un ulteriore elemento che può aiutarci a comprendere il quadro delle risposte è che il 60% della popolazione ha un figlio tra 0 e 6 anni. Interpretare se la manifestazione del disagio in un bambino piccolo sia una conseguenza della vita in pandemia non è semplice. Il mondo del bambino è definito dalle relazioni familiari: se la famiglia sta attraversando un momento di disorientamento o fragilità, anche il bambino ne verrà coinvolto nel suo sviluppo. Come ha  espresso Alice Miller, «Ogni bambino ha il legittimo bisogno di essere guardato, capito, preso sul serio e rispettato dalla propria madre [...] [dai caregivers NdA]. Un’immagine di Winnicott illustra benissimo la situazione: la madre guarda il bambino che tiene in braccio, il piccolo guarda la madre in volto e vi si ritrova [...] a patto che la madre guardi davvero quell’esserino indifeso nella sua unicità, e non osservi invece le proprie attese e paure, i progetti che imbastisce per il figlio, che proietta su di lui. In questo caso nel volto della madre il bambino non troverà sé stesso, ma le esigenze della madre. Rimarrà allora senza specchio, e per tutta la vita continuerà invano a cercarlo». Abbiamo raccolto alcune voci degli expat che hanno sentito rafforzato il sentimento di nostalgia. In 48 risposte aperte, circa il 5% del campione esprime questo sentimento della nostalgia, che però non è correlato con una voglia di tornare nel paese d’origine. 114 sono le frasi, nelle risposte aperte, legate alla forte voglia di rientrare in Italia, espressa dal 14,5% del nostro campione. In queste, le parole più ricorrenti sono: Famiglia, lavoro, amici e casa. Parole usate per raccontarci di: “Ricongiungimento con il partner” (FRANCIA); “Nuove opportunita' LAVORATIVE” (BURKINA FASO); “Per vicinanza a AMICI e FAMIGLIA” (SPAGNA); “Perché Dubai è un luogo di transizione. Impossibile costruire una vita. Uno è qui solo per il LAVORO” (EAU); “Non mi sento tutelata nel diritto alla salute, in aggiunta dopo così tanti anni all'estero stiamo rivalutando le priorità nella nostra vita” (IRLANDA); “Mio marito andrà in pensione tra 4 anni e vorremmo trascorrere in Italia il resto della nostra vita” (IRLANDA); “L'Italia ha molto da offrire, non ci si annoia mai” (IRLANDA); “Mi mancano gli affetti e il clima mediterraneo” (UK); “Mi manca tutto, FAMIGLIA, relazioni” (GERMANIA); “Perché sono stanco di vivere lontano dalla FAMIGLIA” (LIBANO); “Era un progetto che avevamo da ben prima della pandemia. Italia perché è CASA e dopo anni passati all'estero abbiamo voglia di tornare alle nostre radici” (EMIRATI ARABI); “Mi manca il nostro modo di vivere, AMICI, parenti” (UK); “Perché mi manca tutto dell’Italia, eccetto la disoccupazione” (BELGIO)   Trovate questo articolo pubblicato anche nella sezione Articoli del sito di Transiti - Psicologia d’espatrio.  

Cei: il 21 aprile incontro nazionale dei giovani in servizio civile del Tavolo ecclesiale

12 Aprile 2022 - Roma - Dal 2003 il Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile - che annovera tra gli enti promotori Caritas Italiana, la Fondazione Migrantes, l’Ufficio Nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese, l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro e il Servizio Nazionale per la pastorale giovanile organizza ogni 12 marzo, nel giorno in cui si ricorda San Massimiliano di Tebessa, martire per obiezione di coscienza al servizio militare nel 295 d.C., l’incontro nazionale dei giovani in servizio civile. Quest’anno l’appuntamento si terrà ad Assisi giovedì 21 aprile sul tema scelto da papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio: “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”.

Migrantes Emilia Romagna: sabato convegno su “Cercate il bene della città”

7 Aprile 2022 - Bologna - “Gli Uffici regionali Migrantes, Caritas, e Missio della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna (Ceer), in collaborazione con l’Ufficio regionale Ceer per le Comunicazioni sociali, organizzano sabato 9 aprile alle ore 10.00 il webinar “Cercate il bene della città – Partecipazione e identità in cammino. Generazioni a confronto”. Interverranno Mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza episcopale italiana e della Fondazione Migrantes; Cristina Pasqualini, docente di Sociologia dei fenomeni collettivi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e Paula Baudet Vivanco, giornalista e attivista del movimento “Italiani senza cittadinanza”. L’arcivescovo di Bologna, il Card. Matteo Zuppi, presidente della Ceer, concluderà i lavori. «Spesso usiamo in modo improprio – spiegano i promotori dell’iniziativa – la parola “integrazione”, immaginando talora una forma di assimilazione delle popolazioni immigrate nelle realtà pastorali e sociali del nostro territorio. I migranti, invece, portano con i loro bagagli anche un grande patrimonio di cultura e di valori spirituali che costituiscono per tutti un capitale da non disperdere. Il processo sinodale che le Chiese in Italia stanno vivendo suggerisce la prospettiva più ricca della “comunione”, nella quale le identità affermate costituiscono un vero stimolo della partecipazione comunitaria. La riflessione cercherà di immaginare anche il futuro prossimo, con una attenzione a quelle cosiddette “seconde generazioni”».      

Migrantes-Transiti: la condizione psicologica degli expat, voci degli expat

7 Aprile 2022 - Roma - Il campione di italiani intervistati da Transiti per la ricerca sulla condizione psicologica nel Rapporto Italiani nel Mondo 2021 vive attualmente all’estero (95%) e solo il 5% è rientrato stabilmente in Italia. Di questi, l’80% è da considerarsi di fatto “expat”, con più di tre anni di vita all’estero. Pochi (5%) sono i neoemigrati negli ultimi 12 mesi. Un dato a cui ha certamente contribuito la pandemia. Il tema della salute psicologica è percepito più facilmente dalla popolazione femminile. Questo spiega il fatto che il 73,4% del campione sia costituito da donne. È un dato assolutamente discordante rispetto alla distribuzione per sesso degli expat italiani. Così come è discordante il dato del profilo formativo: il 65% del campione ha almeno la laurea magistrale. Un campione prevalentemente giovane (il 61,4% è under 40), colto, emancipato, con un progetto di espatrio ben costruito e riuscito sia sul piano personale (il 75,5% ha una relazione stabile) che sul piano professionale: si tratta di persone soddisfatte del proprio lavoro (71%). Un universo fortemente diverso da quello caratteristico della popolazione italiana ma che rispecchia bene l’esodo dei cervelli, l’uscita dall'Italia della popolazione giovane, colta e femminile che non riesce a trovare nel nostro paese la giusta collocazione sociale ed economica. È una popolazione molto più attenta della media dei connazionali al tema dei disagi psicologici (il 40% è attualmente in terapia o lo è stato, contro il 15% della media italiana), capace di aprirsi e rispondere su temi delicati, desiderosa di esporsi per trovare delle soluzioni per sé, la propria famiglia e le persone che hanno lasciato l’Italia negli ultimi 10-15 anni. Una popolazione, questa, che ha vissuto il primo anno di pandemia con un certo livello di benessere grazie a spazi adeguati e confortevoli in casa (68,3%), ma che ha visto insorgere, per sé e per la propria famiglia, nuove difficoltà. La rilevazione ha fatto emergere che questa popolazione di expat italiani, prima del Covid-19, sentiva di avere una “buona” (38,5%) se non addirittura “molto buona” (48,2%) salute psicologica (per un totale di 86,7%). Dopo dodici mesi di restrizioni e disagi causati dalla pandemia, il 71,5% ha osservato un peggioramento della propria condizione psicologica, che imputa “principalmente al Covid-19” (31,8%) o “fortemente al Covid-19” (39,8%). Approfondendo la sintomatologia del disagio provato, emergono elementi evidenti quali ansia e insonnia (20%) e tristezza/depressione (35%). Si tratta di sintomi che si evidenziano anche nella perdita di prospettiva e nel senso di oppressione (entrambe al 30%). Da questi primi dati e dalle parole che abbiamo raccolto per gli italiani nel mondo, risulta evidente come il Covid-19 abbia implicato lo stravolgimento della vita costruita attorno all’espatrio, imponendo alle persone di “osservarsi” e fare un bilancio della propria esistenza rimettendo in discussione le priorità, senza però ancora essere in grado di riprogettare il futuro nel tempo e nello spazio. Abbiamo raccolto alcune voci degli expat che hanno visto peggiorata la propria situazione psicologica a causa del Covid-19, frasi in cui  ritornano molto frequentemente le parole Famiglia, Lavoro, Incertezza, Solitudine, Ansia, Viaggiare, Isolamento, Lontanza e Depressione. Di seguito, le loro parole: I rapporti sociali al di fuori della Famiglia  sono diminuiti notevolmente, mio marito pauroso del Covid ha stressato tutta la Famiglia". (Germania) "Isolamente, mancanza di opportunità, servizio sanitario locale non adeguato, paura per la mia Famiglia, reperibilità costante in smart working". (Albania) "Ho sempre paura di ammalarmi o che si ammali uno dei miei cari e di non poterlo rivedere. Ora che sono iniziate le riaperture mi sento a disagio in mezzo alla gente". (Francia) "Sono infermiera. Il mio Lavoro è diventato la mia vita. Ho avuto un burn out e sono caduta in Depressione. Non ho più potuto svolgere le attività ricreative e sociali che svolgevo precedentemente per cui il peso psicologico del mio Lavoro è diventato quasi insopportabile". (Germania) "Mi sento prigioniero". (Canada) "Il mio compagno ha perso il Lavoro a causa della crisi e non sono riuscita a Lavorare  come avrei voluto, inoltre ho sentito molta nostalgia dei miei genitori". (Uk) "Sono lontana da casa, in un paese straniero che per quasi un anno ha gestito la pandemia in modo pessimo, senza sapere quando riuscirò a tornare a vedere la mia Famiglia". (Uk) "Le restrizioni in Irlanda sono state particolarmente severe e il fatto di essere vicini ma con pochissimi voli e la quarantena in hotel per un periodo mi ha veramente messo delle preoccupazioni assurde". (Irlanda) "Perché qui è come stare in carcere e senza diritti". (Cuba) -  Anna Pisterzi, Presidente di Transiti Psicologia d'Espatrio Coop Soc.   (Trovate questo articolo pubblicato anche nella sezione Articoli del sito di Transiti - Psicologia d’espatrio).    

Migrantes: domani la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo a cura dell’Istituto di Cultura di Berlino

30 Marzo 2022 - Berlino - Sarà presentato domani, 31 marzo alle ore 19 - a cura dell’Istituto italiano di cultura di Berlino - l''edizione 2021 del “Rapporto Italiani nel Mondo 2021” della Fondazione Migrantes. Alla presentazione interverranno la curatrice Delfina Licata, Edith Pichler, docente di politologia presso l’Università di Potsdam e membro del Rat für Migration e Luciana Degano-Kieser, medico psichiatra e psicoterapeuta, presidente dell’associazione “Salutare e.V.”. Il Rapporto Italiani nel Mondo da 16 ani si occupa di studi sulla mobilità italiana nel mondo e raccoglie cxontributi di studiosi provenienti da tutto il mondo. L'ultima edizione è dedicata all'epidemia di Covid-19 e ha visto la partecipazione di 75 autori che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a 54 saggi.

Ferrara: il 7 aprile la presentazione del Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes

29 Marzo 2022 - Ferrara - Sarà l'Istituto di cultura "Casa G. Cini" di Ferrara a ospitare il 7 aprile alle ore 17 l'incontro "Cittadinanza aperta. Presentazione del XXX Rapporto Immigrazione di Caritas-Migrantes". Per l'occasione interverranno mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e  Simone Varisco della Fondazione. Presenta l'incontro Orsetta Giolo, docente dell'Università di Ferrara. Si tratta del secondo incontro del III ciclo di seminari sui temi del razzismo e dell’antirazzismo dal titolo "Intersezioni di discriminazioni. Intersezioni di lotte", organizzato dal Laboratorio Antirazzista dell'Università di Ferrara e finanziato dal Fondo Culturale di Ateneo. L'iniziativa è organizzata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale indetta dalle Nazioni Unite nel 1966, che si tiene il 21 marzo 2022 e che ricorda l’eccidio di 69 persone che manifestavano pacificamente contro l’apartheid in Sudafrica. Il primo dei due incontri, invece, è in programma il 30 marzo alle 16.30 nell’Aula 9 del Dipartimento di Matematica a Ferrara. Tema di questo primo incontro è "Pandemia di tutte/i, salute di poche/i. Le disuguaglianze nell'accesso alle cure e alla vaccinazione".

Ucraina: domani voli umanitari con oltre 600 persone

21 Marzo 2022 - Roma - Prosegue l’impegno della Chiesa che è in Italia per l’accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina, nelle nazioni limitrofe e nel nostro Paese. In questa settimanasono stati organizzati tre voli umanitari grazie alla collaborazione con la ong Solidaire e il supporto di Open Arms. Questi voli, che da Varsavia giungeranno negli aeroporti di Fiumicino, Cagliari e Palermo, permetteranno a oltre 600 cittadini ucraini di arrivare in Italia e di essere accolti da circa 40 Caritas diocesane del nostro Paese, isole comprese. In coincidenza con l’arrivo previsto presso l’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino nella giornata di domani, martedì 22 marzo 2022, alle 17.30 si terrà una Conferenza stampa alla quale interverranno il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Enrique Piñeyro presidente di Solidaire, Oscar Camps, fondatore di Open Arms. Saranno inoltre presenti mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e Presidente di Caritas Italiana e mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente della Fondazione Migrantes.  

Comunità francofone in Emilia Romagna: il 27 marzo incontro a Ferrara

18 Marzo 2022 - Ferrara - In collaborazione con l’Ufficio Migrantes diocesano di Ferrara-Comacchio, le comunità francofone dell’Emilia-Romagna organizzano per domenica 27 marzo una giornata di ritiro spirituale, per fare un’esperienza comune d’incontro, preghiera e condivisione della vita fraterna. Don Mathieu Malick Faye, coordinatore nazionale Migrantes delle comunità francofone in Italia, guiderà la meditazione del ritiro spirituale basato sul Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima, sul tema “Tempo di Quaresima, tempo di Grazia...”. L’incontro si terrà nella parrocchia di S. Maria Codifiume (via Fascinata, 15). La Messa pontificale concelebrata sarà presieduta da mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, e animato dal Coro “Po’ o Si” di Ferrara. Il programma prevede alle ore 9 l’accoglienza e il saluto di benvenuto, alle 9.30 la meditazione, alle 10.30 le confessioni, una pausa e l’adorazione silenziosa, alle 11.30 la Messa, alle 13.30 l’animazione e alle 15 le conclusioni e i saluti.

Mons. Perego: nella scuola il “passaggio è a percorsi interculturali”

17 Marzo 2022 - Roma – “Occorre costruire in città una nuova relazione diffusa e intelligente, con un’attenzione preferenziale ai più deboli, con un orecchio alle ‘attese della povera gente’: di chi arriva e rimane ai margini della città; di chi è espulso dalla città, di chi è solo tra le case, di chi abbandona la scuola, di chi ha paura – sia in senso fisico che psichico; di chi non ha famiglia, di chi perde il lavoro o coniuga con il lavoro tempi di attesa, di chi lavora irregolarmente ed è schiavo di nuovi meccanismi di caporalato o d’impresa o d’agenzia”. Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, nel volume “Di generazione in generazione”, edito dalla Fondazione Migrantes nella collana “Quaderni” e diffuso questa mattina durante il convegno per la presentazione degli “Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori”. Nella scuola – ha evidenziato il presidente della Migrantes, “certamente il passaggio richiesto è a percorsi interculturali”.

Bianchi: presenza alunni stranieri ”grande occasione per ripensare alla scuola e al suo mandato”

17 Marzo 2022 - Roma – “Di fronte ad un compito così difficile e decisivo, che sollecita ad esprimere tutta la qualità inclusiva del nostro sistema scolastico, è necessario costruire alleanze nei diversi contesti territoriali, con il mondo delle istituzioni, degli enti locali, delle associazioni, del volontariato”. Lo scrive il ministro dell’Istruzione , Patrizio Bianchi, nell’introduzione agli “Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori” presentato questa mattina a Roma presso l’Università di Roma Tre. Per il Ministro è “importante, come viene suggerito le documento, coinvolgere tutti gli studenti, indipendentemente dalla propria provenienza, insieme, in azioni di partecipazione attiva e reciproco scambio”. La presenza nella comunità scolastica – ricorda Bianchi – di alunni e studenti “portatori di ulteriori valori culturali, linguistici, religiosi, è certamente un elemento di complessità, ma può rivelarsi, come testimoniato da diverse positive progettualità scolastiche, anche una grande occasione per ripensare alla scuola e al suo mandato di fronte alle sfide del pluralismo socio culturale”. Durante la presentazione degli “Orientamenti” è stato anche consegnato ai partecipanti il volume “Di generazione in generazioni” pubblicato dalla Fondazione Migrantes nella collana “Quaderni” e curato da Delfina Licata e Vinicio Ongini”. Il volume ha la prefazione del Ministro Bianchi e ospita anche un interventi di mons. Gian Carlo ”Perego, Presidente della Fondazione Migrantes dal titolo “Per una educazione intergenerazionale”. (R.Iaria)

Bianchi: il dialogo è il “principale ponte che le giovani generazioni possono attraversare”

17 Marzo 2022 - Roma – “Stiamo attraversando un periodo di cambiamento culturale, che è stato accelerato, ma non iniziato, dalla complessa situazione pandemica. L’idea dietro a tale cambiamento ci invita a riflettere proprio sulla costruzione di ponti, che sottintende un approccio di fattiva collaborazione tra tutti gli attori istituzionali, sociali, culturali, economici, religiosi, territoriali. L’ottica è quella di un condiviso patto educativo, in cui l’istruzione si pone al centro del cambiamento culturale, facendo tesoro degli strumenti e delle proposte volte a rilanciare lo sviluppo del Paese, inserendoli in un quadro progettuale di condivisione integrata e di corre- sponsabilità educativa”. E’ quanto scrive il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nel volume “Di generazione in generazione”, edito dalla Fondazione Migrantes nella collana “Quaderni” e diffuso questa mattina durante il convegno per la presentazione degli “Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori”. Per Bianchi la scuola è “il battito della comunità, è il luogo in cui si formano cittadini attivi e partecipi, in cui si sviluppano i rapporti, le idee, le conoscenze e le convinzioni. I nostri giovani hanno dimostrato di intraprendere percorsi di crescita, coltivando e valorizzando il loro stesso senso di responsabilità, la partecipazione e il sentimento del bene comune. In un momento di rapido cambiamento culturale, emerge sempre più forte l’importanza del dialogo, fondamentale per la salvaguardia della memoria e del patrimonio culturale condiviso. Il dialogo – ha scritto Bianchi -  è il principale ponte che le giovani generazioni possono attraversare, che riescono ad approcciare abilmente anche attraverso il digitale, e che diventa un elemento fondante per la costruzione di una comunità umana equa ed inclusiva, che crea cittadini partecipi, impegnati a preservare i principi costituzionali di eguaglianza, democrazia, libertà e dignità umana”. (Raffaele Iaria)

Mci Ungheria: testimonianze e riflessioni a Radio Mater

15 Marzo 2022 -

 Milano - Martedì 22 marzo 2022, andrà in onda la settima puntata de «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro». La trasmissione - in diretta su Radio Mater dalle ore 17.30 alle ore 18.30, l’ultimo martedì di ogni mese - presenta alcune Missioni cattoliche italiane, soprattutto europee. Esse, sono animate da circa 700 operatori (laici/laiche consacrati e non, sacerdoti diocesani e religiosi, suore). Lo spazio radiofonico di marzo, ospiterà alcune testimonianze dall’Ungheria. Si collegheranno il francescano fra Sergio Tellan, delegato della locale Comunità cattolica italiana e Ida Addesa, impegnata nella medesima MCI, sposata con un ungherese.

Nell’occasione, con Massimo Pavanello - sacerdote della diocesi di Milano, ideatore e conduttore della trasmissione, con la consulenza della Fondazione Migrantes - gli ospiti descriveranno anche le attività che i nostri connazionali stanno svolgendo a Budapest, in ordine all’accoglienza dei profughi provenienti dalla confinante Ucraina. Radio Mater si può ascoltare - in Italia - attraverso la radio (sia in Fm sia in Dab) o la televisione (Digitale terrestre - Canale 403). In tutto il mondo all’indirizzo internet https://www.radiomater.org/it/streaming.htm

La Chiesa in Sinodo e i migranti

14 Marzo 2022 - Roma - Pubblichiamo di seguito l’editoriale, a firma di mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes pubblicato nel numero di marzo della rivista “Migranti-Press”.   Stiamo vivendo un tempo di Sinodo, un tempo cioè in cui scopriamo come la Chiesa cammina, è pellegrina. Questa dimensione della Chiesa pellegrina, in cammino è una delle caratteristiche della Chiesa ripresa dal Concilio Vaticano II. Infatti, ricorre spesso nei documenti del Concilio. La troviamo, ad esempio, nella Costituzione sulla Sacra Liturgia, dove è detto della Chiesa che è «presente nel mondo e tuttavia pellegrina» (Sacrosanctum Concilium, 2); la ritroviamo, nella Costituzione Lumen gentium, che riprende una bella citazione di S. Agostino che «la Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio» (Lumen gentium, 8; De Civit. Dei, 18, 51, 2; PL 41, 614). Ritroviamo ancora questa espressione in un passaggio della Gaudium et spes, laddove si richiama che «tutto ciò che di bene il Popolo di Dio può offrire alla umana famiglia, nel tempo del suo pellegrinaggio terrestre, scaturisce dal fatto che la Chiesa è l’universale sacramento della salvezza» (Gaudium et spes, 45). Il cammino rinnova la vita, la celebrazione della Chiesa e il suo rapporto con il mondo. Il cammino, con i suoi incontri aiuta l’inculturazione della fede, sempre nella storia, come ci ha insegnato l’esperienza di Matteo Ricci. Il cammino aiuta a scoprire tutto ciò che di bene il “popolo di Dio può offrire alla umana famiglia”. Il cammino aiuta la conoscenza ed evita ripetitività, stagnazione, stanchezza. Il Sinodo aiuta la Chiesa a camminare e aiuta a valorizzare le persone in cammino, i migranti. E questo cammino – come ci ricorda il documento preparatorio del sinodo – ha tre obiettivi. Anzitutto la comunione. Il camminare insieme aiuta a conoscersi, a valorizzare i carismi e i doni di ciascuno, a guardare alla stessa meta, ad affrontare insieme le difficoltà. La comunione chiede di guardare anche alla diversità: delle culture, dell’esperienza cristiana, della fede religiosa. Non c’è comunione quando si dimentica la diversità. Il camminare insieme chiede anche di verificare se la comunione apre alla partecipazione, alla responsabilità di tutti nella Chiesa, in forza del Battesimo. Per noi, come Chiese in Italia, il cammino sinodale chiede di verificare quanto le diverse comunità di fedeli cattolici di oltre 100 nazionalità partecipano alla vita delle Chiese locali, quanto quasi un milione di cattolici immigranti tra noi hanno voce nella comunità, quanto conosciamo le loro «gioie e speranze, tristezze e angosce» (G.S.1). E infine il camminare insieme, significa come cattolici italiani e cattolici migranti condividere la necessità di annunciare la gioia del Vangelo, in un mondo disorientato, indifferente, lontano. Per queste ragioni, il cammino sinodale delle Chiese in Italia incrocia il cammino dei migranti: e i due cammini possono rinnovare la vita della Chiesa e del mondo.

Migrantes: il 18 marzo la presentazione del Rapporto Diritto Asilo a Trieste

11 Marzo 2022 - Trieste - Sarà presentato a Trieste, il prossimo 18 marso, alle ore 17.00 presso il Circolo della Stampa, il "Rapporto sul Diritto d'Asilo 2021" della Fondazione Migrantes. A presentarlo, dopo i saluti introduttivi di Claudio Martellozzo, consigliere del Circolo della Stampa e Emmanuele Natoli, referente Fondazione Migrantes a Trieste, Cristina Molfetta, curatrice del Rapporto e  Gianfranco Schiavone, presidente ICS e coautore del Rapporto. I lavori saranno moderati da Fabiana Martini.

Ucraina: mons. Perego (Migrantes), “questa tragedia faccia cadere i muri, tutti”

10 Marzo 2022 - Milano- «Forse questa guerra che viviamo da dentro e non alla finestra, mediata da persone che lavorano nelle nostre case, frequentano le nostre chiese, vivono nelle nostre città ci aiuterà ad aprire la mente e il cuore all’accoglienza di tutti i profughi, a spingere l’Europa a fare uno scatto di umanità e solidarietà, a ribadire il nostro “ripudio per la guerra” e a far cadere “i muri dentro e i muri fuori” (Gaber), che non ci aiutano a leggere la storia dalla parte degli ultimi e a deciderci per “una scelta preferenziale per i poveri”». Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes in un editoriale che Famiglia Cristiana pubblica nel numero in edicola da oggi. «L’esodo», osserva monsignor Perego, «riguarda un grande Paese di 44 milioni di persone e potrà raggiungere e superare i 5 milioni di profughi che si aggiungono agli oltre 5 milioni di immigrati ucraini nel mondo. Abbiamo la guerra fuori casa, ai confini dell’Europa, e i profughi in casa: in Romania, in Polonia, in Ungheria e ora anche in Italia. E attraverso soprattutto il dolore delle migliaia di cosiddette “badanti”, che assistono i nostri bambini e i nostri anziani in casa, la parte più significativa degli oltre 250 mila ucraini presenti nelle nostre città e paesi, stiamo condividendo una guerra, la preghiera per la pace, il dolore per i morti, la preoccupazione per i familiari e stiamo accorgendoci, in Europa, che tutti i rifugiati e profughi hanno la stessa storia e chiedono a noi lo stesso dolore, la stessa preoccupazione, la stessa accoglienza». «Dalle nostre città è salito subito il grido: accogliamoli», puntualizza ancora monsignor Perego. «Abbiamo visto persone partire per l’Ucraina per accompagnare i familiari delle “badanti” che assistevano la propria madre anziana; abbiamo ammirato la solidarietà che è cresciuta attorno alle 150 comunità ucraine di rito greco-cattolico, assistite da oltre 60 sacerdoti, in collaborazione con Migrantes: cibo, medicinali, generi per i bambini hanno riempito camion e tir che sono partiti per Leopoli. Le Caritas si sono attivate per raccogliere la disponibilità di appartamenti e per ampliare le accoglienze diffuse nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), in coordinamento con le prefetture, per costruire un filo diretto con le Caritas ucraine e la Caritas internazionale». Tutto questo, conclude monsignor Perego, deve «aiutare ad aprire menti e cuori all’accoglienza dei profughi. Tutti»

Ucraina: iniziative dell’Università di Ferrara

10 Marzo 2022 - Ferrara - Dall’inizio del conflitto in Ucraina, che ha colpito il cuore dell’Europa e non solo, l’Università di Ferrara ha immediatamente espresso ferma condanna alla guerra e ha messo in campo le proprie competenze organizzando una serie di iniziative per parlare del conflitto e delle sue implicazioni. Ha inoltre attivato un servizio di counseling per le sue studentesse e i suoi studenti di nazionalità ucraina e russa, ha aderito all’appello per la pace della CRUI e ha condiviso la dichiarazione della Carta per le Pari opportunità (Italian Diversity Charter) a condanna di quanto sta avvenendo. Il 3 marzo scorso si è svolto l’incontro online anche un incontro su “La guerra in Ucraina e le vie della pace”, organizzato dall’Università di Ferrara, dal Centro Macro Crimes - Centro studi giuridici europei sulla grande criminalità e dal Centro di Ateneo per la cooperazione allo sviluppo internazionale.  A presiedere il dibattito è stato Luca Baccelli, professore dell’Università di Camerino e presidente del Centro Jura Gentium con l’introduzione delle docenti Orsetta Giolo dell’Università di Ferrara e Valeria Verdolini dell’Università di Milano-Bicocca e l’intervento del professor Alessandro Colombo dell’Università di Milano. In chiusura è intervenuta Serena Forlati, direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza di Unife. Hanno partecipato inoltre Alessandra Annoni (Unife), Roger Campione (Univ. Oviedo), Khrystyna Gavrysh (Unife), Olivia Guaraldo (Univr - Centro Hannah Arendt), Daniele Lugli (Movimento Nonviolento), Gian Carlo Perego (Fondazione Migrantes), Stefano Pietropaoli (Unifi), Filippo Ruschi (Unifi), Emilio Santoro (Unifi - Centro L'altro diritto), Mirko Sossai (UniRoma Tre), Andrea Spagnolo (Unito).  Nei prossimi giorni altri momenti di incontro e confronto.    

Tavolo Asilo: crisi ucraina e accoglienza degli sfollati in Italia

8 Marzo 2022 - Roma - Trentadue organizzazioni nazionali che fanno parte del Tavolo Asilo e immigrazione hanno inviato una nota urgente al Presidente del Consiglio Draghi, alla Ministra dell’Interno Lamorgese e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Orlando in relazione alla crisi ucraina e all’accoglienza degli sfollati in Italia. In particolare le osservazioni e proposte riguardano il riconoscimento della protezione temporanea anche alle persone che sono fuggite dall'Ucraina nelle settimane precedenti il 24 febbraio 2022 o che comunque in tale data già si trovavano nel territorio dell’Unione (per vacanza, lavoro, studio o altri motivi) e che, a causa del conflitto armato, non possono ritornare in Ucraina; prevedere "procedure semplificate per la verifica della cittadinanza ucraina dei richiedenti, del godimento della protezione internazionale in Ucraina,  nonché del legame famigliare o parentale dei familiari, dal momento che il conflitto in atto può impedire alle persone di dimostrare il possesso di tali requisiti in via documentale; di differire il termine per l’esame delle domande di riconoscimento della protezione internazionale prevedendo che il richiedente possa intanto beneficiare comunque del regime di protezione temporanea; prevedere modalità semplificate e veloci per consentire un allontanamento temporaneo dal territorio nazionale dei beneficiari di protezione temporanea, nonché dei cittadini/e ucraini/e presenti in Italia ancora in attesa della definizione della procedura di emersione; riconoscere la protezione temporanea anche a cittadini di paesi terzi che soggiornavano in Ucraina e che non possono ritornare in condizioni sicure nel proprio paese di origine; ampliare il sistema di accoglienza e integrazione, in particolare il sistema SAI, anche sostenendo concretamente le forme di “accoglienza esterna” (per esempio in famiglia) nell’ambito del sistema pubblico; coinvolgere il Tavolo Asilo e Immigrazione nella definizione degli strumenti operativi e legislativi che definiranno le modalità di gestione dell’accoglienza nel nostro Paese".

Ucraina: don Semehen: grati al Papa e al presidente Mattarella

[caption id="attachment_27253" align="alignnone" width="300"] (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)[/caption] 6 Marzo 2022 - Roma – “E’ stata veramente una visita che ci ha riempito di gioia. Abbiamo sentito concretamente la vicinanza dell’Italia che in questi giorni non ha mancato di esprimere solidarietà in tanti modi”. Lo dice a www.migrantesonline.it don Marco Yaroslav Semehen, Rettore della Basilica di Santa Sofia a Roma e direttore Migrantes dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia  dopo che questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha partecipato alla messa, nella prima domenica di Quaresima, presieduta da don Semehen. È un “grande segno di vicinanza. Siamo grati all’Italia e agli italiani: in questi giorni sono tanti i volontari che partecipano e aiutano nella raccolta e smistamento di medicine e viveri che arrivano qui da ogni parte della città e non solo”. “Siamo grati – dice ancora don Semehen - anche a Papa Francesco per “il nuovo appello che ha rivolto questa mattina all’Angelus affinché prevalgono trattative di pace. E’ quello che chiedono tutti gli ucraini che vivono in Italia e non solo”. E la vicinanza del Papa è stata anche “molto concreta” con la visita, nei giorni scorsi ,dell'elemosiniere che “a nome del Santo Padre ha portato anche viveri e medicinali che noi abbiamo già inviato in Ucraina. Una vicinanza e una solidarietà concreta di Papa Francesco e del presidente Mattarella”. La visita del presidente Mattarella - gli fa eco il presidente della Fondazione Migrantes, l'arcivescovo mons. Gian Carlo Perego - è stata "un segno di attenzione a tutte le 150 comunità cattoliche ucraine in Italia e un segno di riconoscenza per l'impegno negli aiuti umanitari oltre che della preghiera per il popolo ucraino".