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Migrantes: ha festeggiato 70 anni di sacerdozio mons. Ridolfi

2 Settembre 2021 - Cesena - Ha celebrato i suoi primi 70 anni di sacerdozio mons. Silvano Ridolfi, per anni impegnato nella pastorale con i migranti ed in particolare con gli emigrati italiani in Germania. Lo scorso 12 agosto, nel cortile della parrocchia di San Giacomo a Cesenatico si è tenuta una solenne celebrazione eucaristica. All’altare il vescovo di Cesena-Sarsina, mons. Douglas Regattieri e mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presifdente della Fondazione Migrantes. Nell’occasione è stato letto un «breve e grato saluto» da parte dei parrocchiani a «don Silvano, che ha retto questa parrocchia di San Giacomo dal 1990 al 2006». A don Silvano l’Amministrazione comunale di Cesenatico ha conferito, negli anni scorsi, la cittadinanza onoraria. "Oggi nel celebrare il prestigioso e raro traguardo del 70esimo di sacerdozio, siamo grati alla Provvidenza che ce lo ha lasciato ancora attivo e utile alla comunità cristiana. Col cuore pieno di gioia gli diciamo il nostro affettuoso grazie».

La casa simbolo di ogni autentica integrazione

30 Agosto 2021 - Loreto - Si è concluso il Corso di Alta Formazione dei collaboratori delle Migrantes diocesane che quest’anno si è tenuto a Loreto, nelle Marche, regione scelta dalla Commissione Cei per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per la celebrazione nazionale per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 26 settembre. Tema del corso “Costruire e custodire la casa comune”. “La casa, simbolo di Loreto, ma anche di ogni autentica integrazione che deve portare a farci sentire a ‘casa’  nel Paese e nella Chiesa”, dice al termine del Corso il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis, che ha coordinato i lavori e ha con concluso soffewrmandosi sul messaggi di papa Francesco per la GMMR. La settimana ha visto presenti oltre 70 persone da 13 regioni italiane e “ci ha permesso non solo di approfondire i diversi temi della cittadinanza, dell’inclusione, della Chiesa ‘dalle genti’ che comincia a nascere nel nostro Paese ma anche – ha aggiunto don De Robertis – di sperimentare fra noi una profonda comunione, di sentirci a casa”. Le giornate erano ritmate dalla preghiera: si aprivano con la lectio biblica del vescovo di Loreto, mons. Fabio Dal Cin  e si chiudevano con la celebrazione eucaristica presieduta da diversi vescovi marchigia, oltre  a momenti di studio ma anche “di condivisione in cui ci siamo sentiti a casa” vivendo il territorio dalla visita al museo dell’emigrazione di Recanati all’Hotel House di Porto Recanati,  dove vivono 1.800 persone di 40 nazionalità diverse. Il tema del corso  “Costruire e custodire la casa comune” è stato declinato nei suoi aspetti sociali, culturali ed ecclesiali attinenti le problematiche migratorie attuali ed ha visto la presenza di docenti universitari e di testimonianze ‘sul campo’, con una voce al di là del Mediterraneo, quella del card. Cristobal Lopez Romero, vescovo di Rabat, capitale del Marocco che è intervenuto in collegamento. Il porporato ha parlato della sua Chiesa come “la mia sposa”, piccola ma non insignificante realtà in un paese islamico dove i cristiani sono 30 mila su 37 milioni, stranieri, molti europei e moltissimi sub sahariani, studenti e operai. Una Chiesa “straniera ma non estranea al Paese, costruttrice di ponti…” come testimoniano le 12 scuole cristiane frequentate da 12mila persone e la facoltà teologica ecumenica a Rabat, caso unico al mondo in cui studenti cattolici, protestanti e mussulmani si radunano per studiare reciprocamente la rispettiva fede in modo da abbattere diffidenze e pregiudizi. Per il porporato è sbagliato definire la migrazione un problema ma un fenomeno, perché “il problema vero è la povertà”. Tra le testimonianze quella dei coniugi Antonio Calò e Nicoletta Ferrara, quattro figli,  che hanno aperto la loro casa a sei ragazzi africani salvati dai barconi dopo diverse esperienze negative e quella dell’accoglienza, da parte della parrocchia di Monticelli, in provincia di Ascoli Piceno, durante il periodo di pandemia, di un circo, composto da 70 persone, mezzi e animali, fermi senza poter lavorare. Tante anche le riflessioni a partire da Maurizio Ambrosini, sociologo delle migrazioni e docente all’Università degli Studi di Milano che in dialogo con p. Aldo Skoda si è soffermato sul tema della cittadinanza “non solo legata al riconoscimento ma cammino progressivo di impegno personale e civile verso un riconoscimento da un lato, e un impegno di partecipazione attiva dall’altro”. E quella di Paola D’Ignazi, docente dell’Università di Urbino su “Condizione migratoria e percorsi di cittadinanza: l’esperienza delle prime e seconde generazioni” e l’esperienza dell’Associazione “Agevolando” che lavora nel campo dell’integrazione. E ancora l’incontro con don Giovanni  Battista Sum Xuyi, di origine cinese, che ha parlato di p. Matteo Ricci e dell’opera del centro studi Li Madou di Macerata; di don Aldo Buonaiuto dell’Associazione Papa Giovanni XXIII che si è soffermayto sulla piaga della tratta di donne costrette a prostituirsi e di Francesco Paolo Capodaglio, medico di base per scelta presente da 17 anni col suo ambulatorio nel cuore dell’Hotel House dove vivono persone di 32 etnie. “Storie vive del prendersi cura dell’altro”, come dice il direttore Migrantes della marche, p. Renato Zilio. (Raffaele Iaria)  

De Robertis: a Loreto abbiamo sperimentato il “sentirci a casa”

30 Agosto 2021 - Loreto - Si è concluso il Corso di Alta Formazione dei collaboratori delle Migrantes diocesane che quest’anno si è tenuto a Loreto, nelle Marche, regione scelta dalla Commissione Cei per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per la celebrazione nazionale per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 26 settembre. Tema del corso “Costruire e custodire la casa comune”.

“La casa, simbolo di Loreto, ma anche di ogni autentica integrazione che deve portare a farci sentire a ‘casa’  nel Paese e nella Chiesa”, dice al termine del Corso il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis, che ha coordinato i lavori e ha con concluso soffewrmandosi sul messaggi di papa Francesco per la GMMR. La settimana ha visto presenti oltre 70 persone da 13 regioni italiane e “ci ha permesso non solo di approfondire i diversi temi della cittadinanza, dell’inclusione, della Chiesa ‘dalle genti’ che comincia a nascere nel nostro Paese ma anche – ha aggiunto don De Robertis – di sperimentare fra noi una profonda comunione, di sentirci a casa”. Le giornate erano ritmate dalla preghiera: si aprivano con la lectio biblica del vescovo di Loreto, mons. Fabio Dal Cin  e si chiudevano con la celebrazione eucaristica presieduta da diversi vescovi marchigiani, oltre  a momenti di studio ma anche “di condivisione in cui ci siamo sentiti a casa” vivendo il territorio dalla visita al museo dell’emigrazione di Recanati all’Hotel House di Porto Recanati,  dove vivono 1.800 persone di 40 nazionalità diverse.

Migrantes: concluso il corso di Alta formazione a Loreto

27 Agosto 2021 -

Loreto - Si è concluso a Loreto il Corso di Alta Formazione dei collaboratori delle Migrantes diocesane. Tema specifico: la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato che la Chiesa cattolica celebra in tutto il mondo l’ultima domenica di settembre.

La prima relazione, a cura di Simone Varisco della Fondazione Migrantes, ha illustrato il percorso della celebrazione di questa Giornata arrivata alla 108 edizione in quattro tappe: 1915 espressione soprattutto dalla cura della Chiesa italiana verso gli emigranti; anni ‘50-’60 in occasione del Vaticano II l’apertura al mondo e la celebrazione in molte nazioni; negli anni’70 l’attenzione progressiva alle comunità di immigrati; dalla nascita della Migrantes in poi dal 2005 l’attenzione alla mobilità umana in generale e il passaggio alla celebrazione “mondiale” della giornata. La seconda relazione, a cura di don Gianni De Robertis, direttore nazionale della Fondazione Migrantes che ha commentato il Messaggio di Papa Francesco per la GMMR 2021. Nell’incipit il riferimento esplicito è all’enciclica Fratelli Tutti: «Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» (FT 35). Ripercorrendo i quattro passaggi del messaggio don Gianni ha invitato gli uffici a farsi promotori nelle proprie diocesi del “sogno” di Dio che ci conduce “verso un NOI sempre più grande”: la “storia del noi” tratteggiata in riferimento ai testi biblici; la riscoperta e comprensione della cattolicità della Chiesa; l’impegno comune civile verso un mondo più inclusivo e infine la condivisione del sogno a cui insieme siamo chiamati.

Il dibattito è stato ancora una volta vivace ed arricchente. Riflesso delle differenti realtà rappresentate dai partecipanti del Corso.

In riferimento alla drammatica attualità dell’Afghanistan è intervenuta Mariacristina Molfetta della Fondazione che cura anche quest’anno la pubblicazione del Rapporto sul Diritto d’Asilo (dicembre), condividendo come la Chiesa Italiana, in rete con diversi enti, si sta muovendo per l’accoglienza e per sollecitare nuovamente il Governo italiano e l’Unione Europea nell’applicazione di politiche che permettano una reale solidarietà con il popolo afghano.

Si è infine condivisa la sintesi dei 5 gruppi di lavoro nelle giornate di confronto sui temi della cittadinanza e della comunità cristiana in merito alle azioni per trasformare la pluralità in diritti, cittadinanza e relazioni fraterne: come facilitare e promuovere il sentirsi “casa” nella città e nella comunità?

Verso ciascuno il grazie per la partecipazione attiva e l’augurio di far tesoro di queste giornate condivise e l’impegno di animare la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato nelle nostre diocesi come occasione per rilanciare la Pastorale dei Migranti. (don Sergio Gamberoni - Migrantes Bergamo)

La “pagella in tasca”: l’Agenzia Onu lancia il progetto con il contributo della Fondazione Migrantes

27 Agosto 2021 - Roma - Una “pagella in tasca”, per permettere ai ragazzi rifugiati di arrivare in Italia e poter proseguire gli studi. Il progetto, promosso da Intersos, Unhcr e Agenzia Onu, partirà a settembre, quando giungeranno i primi cinque minori non accompagnati che saranno ospitati da famiglie affidatarie di Torino. L’ingresso dei giovani migranti verrà consentito attraverso un visto per motivi di studio e riguarderà, in tutto, 35 rifugiati in Niger tra i 15 e i 17 anni. La “pagella” sarà un canale di accesso in Italia regolare e sicuro: i minori potranno così continuare a studiare senza rischiare la vita affidandosi ai trafficanti di persone per affrontare il viaggio nel Mediterraneo. Il progetto, riconosciuto dai ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Lavoro, e dal Comune di Torino, coinvolge famiglie e organizzazioni del privato sociale nell’accoglienza e nella promozione dei percorsi di inclusione dei minori: c’è, quindi, una forte partecipazione della società civile accanto alla presa in carico istituzionale. «Con questo progetto lavoriamo a due obiettivi: aumentare le opportunità di accesso all’educazione per i ragazzi e le ragazze rifugiate e ampliare i canali di accesso sicuri per chiedere asilo» ha detto Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per Italia, Santa Sede e San Marino. «È importante creare le condizioni per accogliere in modo sicuro e pianificato i giovani rifugiati offrendo loro la possibilità di studiare in Italia e, allo stesso tempo, sottraendoli ai rischi connessi a viaggi tanto disperati quanto pericolosi». Il progetto è stato realizzato con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana nell’ambito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare - Fondi 8 per mille Chiesa cattolica”, della Fondazione Migrantes, di Acri e Fondazione Compagnia San Paolo

Migrantes: ieri visita al museo di Recanati. Oggi la conclusione del Corso

27 Agosto 2021 - Loreto - Si concluderà oggi a Loreto il Corso di Alta Formazione, promosso dalla Fondazione Migrantes  sul tema "Costruire e custodire la casa comune". Ieri la giornata si è aperta con la preghiera del mattino, presieduta quotidianamente da mons. Fabio Dal Cin, vescovo di Loreto: un insegnamento tra i molti offerti dall’icona della Santa Casa di Loreto è l’incoraggiamento a vivere un servizio cristiano umile, che non cerca la vetrina e il protagonismo. Successivamente il gruppo si è trasferito in pullman a Recanati per una serie di appuntamenti. Prima tappa: la visita al museo della “Migrazione dalle Marche”, un percorso allo stesso tempo struggente e appassionante, che ha trasferito i presenti nel vivo delle vicende umane di intere generazioni di mezzadri, braccianti, pescatori decisi ad affrontare viaggi pericolosi e lunghi, ad accettare lavori in miniere, in campi sperduti o in anonime fabbriche, aggrappati alla sola speranza di salvare le loro famiglie dalla fame e di guadagnare condizioni di vita appena migliori. Dopo un passaggio al duomo della città (nel quale sono custodite le spoglie di papa Gregorio XII, che con la scelta di dimettersi ricompose il doloroso scisma di Avignone) siamo giunti al secondo appuntamento, quello con don Giovanni Battista Sum Xuyi. Il prete di origine cinese ci ha presentato la figura di Matteo Ricci, recanatese di origine, e l’opera del centro studi Li Madou di Macerata. Definito ‘Ponte tra Oriente ed Occidente’, il missionario gesuita (vissuto tra il 1552 e il 1610) ha inaugurato un metodo di evangelizzazione ancora oggi straordinariamente attuale, basato sul dialogo e su una rispettosa inculturazione della fede contestualizzati in una relazione di autentica amicizia con i propri interlocutori. Tra i numerosi libri da lui pubblicati (da subito in lingua cinese!) il catechismo è stato definito “medicina spirituale” dagli stessi dignitari presenti presso la corte dell’imperatore. Il Centro studi Li Madou si prefigge di sostenere la ricerca teologica, gli scambi culturali tra Italia e Cina e diverse pubblicazioni, in ideale continuità con il lungimirante lavoro iniziato da Matteo Ricci. Nel pomeriggio ci si è trasferiti a Porto Recanati, presso una struttura della parrocchia San Giovanni battista. L’attività pomeridiana ha visto in successione tre testimonianze. La prima, quella di don Aldo Buonaiuto dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, ha illustrato in maniera efficace la terribile e dolorosissima piaga della tratta di donne costrette a prostituirsi e l’infaticabile opera di liberazione e di riscatto che l’Associazione sta ancora portando avanti sul solco del suo fondatore, don Oreste Benzi. La seconda, quella del dott. Francesco Paolo Capodaglio, medico di base per scelta presente da 17 anni col suo ambulatorio nel cuore dell’Hotel House, realtà di estrema periferia esistenziale: 460 interni, 16 piani, 32 etnie. Hanno colpito molto la sua professionalità, la sua dedizione al prossimo e la sua scelta di “essere raggiungibile proprio da tutti”. Il terzo intervento infine ci è stato offerto da Nicola Pallotto, della coop. sociale On The Road, il quale ha sviscerato le numerosissime iniziative che dal 2019 hanno coinvolto i residenti dell’Hotel House, le istituzioni locali e gli uffici di servizi per aiutare i primi a trovare una situazione più agevole di vita: mappature dei bisogni, prevenzione e riduzione delle dipendenze, sportello multi-agenzia, mediazione culturale, individuazione di peer-counselor tra i residenti, ecc. La giornata di incontri si è conclusa infine con la celebrazione della messa presieduta da mons. Nazzareno Marconi, vescovo della diocesi di Macerata -Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, il quale ci ha condiviso una delle ricchezze della sua chiesa: l’incredibile varietà di culture nel clero diocesano (23 nazioni presenti tra 108 preti più 15 missionari) costituisce una sfida e allo stesso tempo una concreta profezia di cattolicità per questa diocesi. (don Graziano Gavioli - Migrantes Modena-Nonantola)

Corso Migrantes a Loreto: accoglienza, fragilità, ospitalità, incontro…

26 Agosto 2021 - Loreto - Dire “Accoglienza” in un tempo incerto per cui le identità si irrigidiscono. Questa la sfida che attende le comunità cristiane all'insegna  della Laudato sii e della Fratelli Tutti. E che il prof. Strona, prete diocesano di Fabriano e docente all'istituto teologico marchigiano di Ancona, ha consegnato nel terzo giorno del corso di Alta Formazione della Fondazione Migrantes in corso, fino a domani, a Loreto. “Fragilità” è ciò che si può infrangere e al tempo stesso si sente di proteggere come prezioso. Condizione dell'uomo acuita dall'essere migrante, come Abramo, come Dio stesso in Gesù, migrante tutta la vita. La risposta è “l’ospitalità”, superata la istintiva diffidenza verso il diverso, da hostes a hospes, in un passaggio liberante e apportatore di meravigliosi sviluppi, se ci si mette in gioco come umanità vera. “l’incontro”, risultato arricchente per entrambi, che davvero può dare una svolta alla storia del mondo, da intendere sempre più come casa comune, che riguarda tutti: nessuno si senta escluso p. Aldo Skoda, ha inteso dire del cambiamento da fare per una chiesa sempre più inclusiva, che intende superare il vocabolario dell’ “emergenza” migratoria, per cui il migrante è un pericolo...o è utile per il sistema economico che schiaccia lui e i penultimi, i poveri del posto, che lo vedono come il nuovo nemico. Se “ideologia” è il modo di leggere la realtà con i modi di pensare umani, “teologia” è farlo con la luce della parola di Dio. Perché per come si legge... così si decide ed agisce: la fase performante della teologia cambia il mondo per come lo vuole  Dio, che ci ha già dato l'esempio incarnandosi. Che noi possiamo seguire costruendo comunità capaci di accompagnare questi nostri fratelli: convincerci che ce la possiamo fare a migliorare questo nostro mondo. E un esempio davvero convincente ce lo ha dato il gruppo parrocchiale di Monticelli, Ascoli Piceno. Un grande circo, 70 persone, mezzi e animali bloccati dalla 'grande serrata' causata dal covid: le spese per mangiare senza il guadagno degli spettacoli! Ma la parrocchia si organizza, sensibilizza, procura cibo e gasolio. Alla generosità della gente corrispondono gli spettacoli gratuiti dei circensi in presenza e on line: una vera amicizia con migliaia di risposte di gratitudine e amicizia. Comunione e cresime dei ragazzi del circo celebrate in parrocchia diventa un bellissimo compimento della solidarietà: una risposta bellissima a un problema come quello della pandemia! (don Alberto Balducci – Migrantes Jesi)

Migrantes: ieri la seconda giornata del corso a Loreto su “Città comune da costruire e custodire”

25 Agosto 2021 - Loreto - La seconda giornata del corso di Alta Formazione, promosso a Loreto dalla Fondazione Migrantes, cui stanno partecipando una sessantina di direttori e collaboratori degli Uffici diocesani ha avuto come tema la "Città comune da costruire e custodire". Sfida cui anche la Chiesa è chiamata a partecipare attivamente. La giornata si è aperta con una meditazione del vescovo di Loreto,  mons. Fabio Dal Cin, che a partire dalla reliquia della Casa di Maria su cui si è strutturato il Santuario di Loreto  ha condotto in una meditazione sul Vangelo dell’annunciazione come primo luogo in cui i cristiani riconoscono l’agire di un Dio Trino, plurale e uno al tempo stesso nell’agire per la salvezza dell’uomo, impegnato nella storia della salvezza nella prospettiva della comunità credente, a servizio del Regno, dell’umanità tutta. Di un “noi” sempre più grande, a immagine di Dio. La prima riflessione è stata offerta dal prof. Maurizio Ambrosini, sociologo delle migrazioni e docente all’Università degli Studi di Milano che in dialogo con p. Aldo Skoda ha permesso di lavorare sul tema di Cittadinanza e integrazione. Molti gli spunti per la comprensione di una cittadinanza dai molteplici volti: non solo legata al riconoscimento meramente legale, ma cammino progressivo di impegno personale e civile verso un riconoscimento da un lato, e un impegno di partecipazione attiva dall’altro. Nel caso dei migranti la sfida è sempre aperta. Diverse nazioni europee hanno messo in pista percorsi differenti e nel caso italiano dove la politica sembra faticare ad investire con maggiore impegno, si assiste a processi partecipativi dal basso che paiono più coraggiosi. Si sono messe in luce la partecipazione associativa, sindacale, religiosa, del volontariato, quali forme una cittadinanza reale da costruire insieme. Se da un lato si attende ancora con fiducia la formulazione di una nuova legge di cittadinanza più conforme alla realtà, lungimirante e benefica per il Paese, dall’altra anche la Chiesa si sente impegnata in quei “processi di cittadinizzazione” possibili che passano per la società civile, l’associazionismo e anche le comunità credenti. La seconda riflessione è stata offerta dalla prof.ssa Paola D’Ignazi, docente dell’Università di Urbino su “Condizione migratoria e percorsi di cittadinanza: l’esperienza delle prime e seconde generazioni”. Nel suo intervento sono risuonate soprattutto le storie e i volti di molte persone intervistate e accompagnate nel corso degli anni che hanno arricchito l’esperienza e la riflessione della docente sul tema migratorio e di cittadinanza. Si è sottolineato particolarmente come l’esperienza migratoria sia in generale anche traumatica sul piano psicologico della percezione di sé, sul piano affettivo, cognitivo, sociale, relazionale. Un ascolto profondo, graduale e paziente, è necessario per lasciare emergere ed accompagnare le dinamiche profonde personali che permettono un accompagnamento positivo e costruttivo in una relazione che è fortemente facilitata da esperienze di amicizia e fiducia laddove si riesce a costruire una “casa” in cui sentirsi accolti e riconosciuti. E’ uno sguardo che ben oltre la questione del riconoscimento legale ed impegna il singolo e la società in una relazione adulta e progressiva. Nel pomeriggio è stata l’Associazione "Agevolando" , con sede a Bologna, ma che opera in vari luoghi d’Italia, a portare esperienze concrete di integrazione e cittadinanza e di tutto un lavoro che l’associazione promuove nel valorizzare i giovani che uscendo dal sistema di accoglienza (care leavers) possono divenire protagonisti e formatori verso la società nel restituire un messaggio positivo e competente - per propria esperienza - circa le modalità che più aiutano il processo di integrazione dei migranti coinvolti. Con Silvia Sanchini che ha parlato dell'associazione è stato il giovane Alpha Oumar Diallo a testimoniare la propria esperienza e lanciare messaggi positivi di riflessione ed esortazione sul tema. Mons. Giuseppe Orlandoni, vescovo emerito di Senigallia, ha presieduto la Celebrazione eucaristica nel Santuario a conclusione della giornata. (don Sergio Gamberoni)

Card. Romero: non definire mai la migrazione un problema, il problema è la povertà

24 Agosto 2021 - Loreto  - L’ entusiasmo di raggiungere il colle della santa Casa di Loreto era evidente, per la settantina di partecipanti al Corso di Alta formazione promosso dalla Fondazione Migrantes e iniziato ieri. Un entusiasmo che non si spense neppure con il nubifragio che dopo la messa serale impediva a tutti perfino di uscire dalla Basilica. Presieduta dal arcivescovo di Ancona, mons. Angelo Spina la celebrazione  coronava con la sua abituale semplicità di cuore e nella preghiera, un primo pomeriggio, intenso di testimonianze. Due, infatti, le testimonianze che hanno aperto il convegno. La prima è stata quella del card. Cristobal Lopez Romero, vescovo di Rabat, in Marocco, che era stato visitato nel settembre 2019 da dieci componenti della Migrantes Marche. Il porporato si è collegato on line parlando della sua Chiesa come “la mia sposa”, piccola ma non insignificante realtà in un paese islamico dove i cristiani sono 30 mila su 37 milioni, stranieri, molti europei e moltissimi sub sahariani, studenti e operai, una Chiesa “straniera ma non estranea al Paese, costruttrice di ponti...” come testimoniano le 12 scuole cristiane frequentate da 12mila tra studenti ed insegnanti mussulmani, ma i cui valori sono attinti in modo condiviso dal Vangelo e dal Corano e si richiamano a quelli del Regno di Dio: pace, giustizia, libertà, amore, tutto quanto serve per lo sviluppo umano integrale della società con cui questa chiesa vive in maniera minoritaria ma ampiamente stimata. Un frutto di questa collaborazione è la facoltà teologica ecumenica a Rabat, caso unico al mondo in cui studenti cattolici, protestanti e mussulmani si radunano per studiare reciprocamente la rispettiva fede in modo da abbattere le diffidenze e i pregiudizi che impediscono di costruire con fiducia e mutuo rispetto vie per un mondo più bello per conoscersi, collaborare e perfino  pregare insieme! Il card. Romero ha concluso la sua testimonianza ammonendo di non definire mai la migrazione un problema, ma un fenomeno, perché il problema vero è la povertà. “Se la ricchezza non andrà dai poveri, saranno i poveri ad andare alla ricchezza”. Del resto la libertà di migrare è un diritto garantito dall'art. 13 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo. Un invito ad ampliare lo sguardo e andare alla radice del problema che è la povertà, non l'emigrazione, che ne è un effetto,  seguito dall'invito di andarlo a trovare in piccoli gruppi per conoscere sempre più questa realtà così interessante e stimolante di proposte, prospettive e soluzioni nuove. La seconda testimonianza è stata dei coniugi Antonio Calò e Nicoletta Ferrara, due insegnanti del trevigiano, con quattro figli, che all'ennesima notizia di centinaia di migranti morti, abbandonato ogni calcolo, chiesto solo il consenso dei figli (tra i 16 e 22 anni), hanno aperto la loro casa a sei ragazzi africani salvati dai barconi e che poi, hanno appurato, avevano attraversato l'esperienza del carcere, della tortura, raccontando la loro storia nel libro “A casa nostra, la trasformazione della nostra famiglia” edito da Emi. I due coniugi hanno avuto problemi ad abbattere qualche ostacolo (passare dalla mia o tua mamma alla nostra mamma ha richiesto...un esercizio non da poco!!!). Permettere a un loro figlio estroso e geniale ma con la testa sempre un po' sulle nuvole di  partecipare al cammino di Santiago accorgendosi solo il giorno prima di non avere scarpe adatte, grazie al dono di uno dei nuovi fratelli delle sue scarpe è costato qualcosa di davvero sorprendente... Grazie alla fede di questi sei ragazzi mussulmani e alla costante preghiera cinque volte al giorno anche i loro quattro figli, bravi ma poco...inclini a pregare, hanno avuto una trasformazione inaspettata di modo nuovo di accostarsi alla preghiera. Senza mai discutere se meglio l'Islam che il cristianesimo...ma cristiani e mussulmani veri fratelli!!! Importante è stata la cucina etnica. A pranzo una pastasciutta veloce per tutti, la sera l'aria di casa si carica degli aromi delle spezie e del cibo di terre lontane: quello delle loro terre di origine! Sono venuti a contatto con la mamma di uno di loro per telefono, che ha assicurato i nuovi genitori di essere al centro della sua preghiera perché Dio possa benedirli a dismisura. I sei ragazzi hanno attraversato prigione, tortura, pericolo del mare per arrivare fin qui. Questa famiglia ha superato le critiche asprissime dei vicini, nonostante il loro buon rapporto insieme ad ogni tipo di obiezione dei parenti. Ma ne è davvero valsa la pena perché...il bene genera sempre il bene. Proprio due belle testimonianze per iniziare nel migliore dei modi questo corso (Don Alberto Balducci - Migrantes Jesi)

Migrantes: da ieri il corso “Costruire e custodire la casa comune”

24 Agosto 2021 - Loreto - “Costruire e custodire la casa comune”. Questo il tema del Corso di Alta Formazione, promosso dalla Fondazione Migrantes, che si è aperto ieri a Loreto, nelle Marche. La regione ecclesiastica marchigiana  è stata scelta dalla Commissione Cei per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per le celebrazioni nazionali della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 26 settembre. Il tema del corso sarà declinato nei suoi aspetti sociali, culturali ed ecclesiali attinenti le problematiche migratorie attuali e vedrà la presenza di docenti universitari e diverse testimonianze. Durante le giornate di corso è prevista anche la visita al Museo dell’emigrazione marchigiana di Recanati, che raccoglie foto e documenti del racconto degli emigrati marchigiani e una visita all’Hotel House di Porto Recanati,  dove vivono 1.800 persone di 40 nazionalità diverse. La città di Loreto ospiterà anche la celebrazione nazionale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato nel Santuario Pontificio della Santa Casa. (Raffaele Iaria)

Migrantes: da oggi a Loreto il corso di alta formazione

23 Agosto 2021 -
Loreto – Due eventi nazionali a Loreto in vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Li propone la Fondazione Migrantes. Il primo è il corso di alta formazione, da oggi al al 27 agosto, per i direttori diocesani Migrantes  e per collaboratori e operatori pastorali che si svolgerà nel contesto del santuario di Loreto e nelle sue vicinanze. Il tema sarà: “Costruire e custodire la casa comune”, declinato nei suoi aspetti sociali, culturali ed ecclesiali attinenti le problematiche migratorie attuali. Vedrà la presenza di docenti universitari e di testimonianze ‘sul campo’, con una voce da al di là del Mediterraneo, quella del card. Cristobal Lopez Romero, vescovo di Rabat, capitale del Marocco. Prevista anche la visita al Museo dell’emigrazione marchigiana di Recanati, che raccoglie foto e documenti del racconto dei 700mila emigrati marchigiani, e alla casa di Leopardi. Il programma prevede anche la visita all’Hotel House di Porto Recanati,  17 piani dove vivono 1.800 persone di 40 nazionalità diverse. L’ultima domenica di settembre, il 26, la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che vedrà nella basilica della Santa Casa la celebrazione principale. Sarà una celebrazione eucaristica animata dalla musica etnica di vari popoli migranti presenti nelle Marche.

Migrantes: Afghanistan, un dramma che chiede solidarietà

19 Agosto 2021 - Le ore drammatiche che vivono le persone nelle città e nei paesi in Afghanistan sono sotto gli occhi di tutti. E’ un dramma che dura da anni e che si aggrava in queste ore e che ha portato molti afghani a fuggire dal proprio paese con ogni mezzo e a raggiungere anche l’Italia – dove la comunità afgana è formata da 15.000 persone - e l’Europa. Mille afgani sono sbarcati lo scorso anno in Italia, altrettanti quest’anno; alcuni sono stati accolti, molti di loro hanno continuato il viaggio in Europa. Altri sono stati respinti nei campi e nelle carceri libiche. Il dramma di queste ore dell’Afghanistan ripropone un’azione comune europea nel Mediterraneo che unisca ai controlli, il salvataggio, il riconoscimento e la tutela di coloro che hanno diritto a una protezione internazionale, nelle diverse forme, e la loro accoglienza in tutti i Paesi europei. Al tempo stesso, è necessario favorire e accelerare il ricongiungimento familiare per gli afgani in Italia che hanno nel loro paese i propri familiari. In Afghanistan, oltre a donne e bambini sono presenti anziani, disabili che non possono, come altri, mettersi in fuga e in cammino, ma hanno bisogno da subito di un ponte aereo e poi di corridoi umanitari che possano dare loro accoglienza sicurezza in uno dei Paesi dell’Europa e del mondo che fino ad ora erano stati presenti in Afghanistan solo attraverso i militari e gli eserciti. Come ha comunicato la Presidenza della CEI, le Chiese in Italia continueranno l’ accoglienza degli afgani e di tutti coloro che chiedono una protezione internazionale, collaborando con le istituzioni, ma anche continuando a sollecitare una politica migratoria che esca dalle pieghe ideologiche e si apra alla concretezza dell’accoglienza, della tutela, della promozione e dell’integrazione di ogni migrante.

Mons. Gian Carlo Perego Presidente Cemi e Fondazione Migrantes

Migrantes: a Loreto il corso di Alta Formazione e la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

16 Agosto 2021 -
Roma - Du eventi nazionali a Loreto in vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Li propone la Fondazione Migrantes. Il primo è il corso di alta formazione, dal 23 al 27 agosto, per i direttori diocesani Migrantes  e per collaboratori e operatori pastorali che si svolgerà nel contesto del santuario di Loreto e nelle sue vicinanze. Il tema sarà: “Costruire e custodire la casa comune”, declinato nei suoi aspetti sociali, culturali ed ecclesiali attinenti le problematiche migratorie attuali. Vedrà la presenza di docenti universitari e di testimonianze ‘sul campo’, con una voce da al di là del Mediterraneo, quella del card. Cristobal Lopez Romero, vescovo di Rabat, capitale del Marocco. Prevista anche la visita al Museo dell’emigrazione marchigiana di Recanati, che raccoglie foto e documenti del racconto dei 700mila emigrati marchigiani, e alla casa di Leopardi. Il programma prevede anche la visita all'Hotel House di Porto Recanati,  17 piani dove vivono 1.800 persone di 40 nazionalità diverse. L'ultima domenica di settembre, il 26, la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che vedrà nella basilica della Santa Casa la celebrazione principale. Sarà una celebrazione eucaristica animata dalla musica etnica di vari popoli migranti presenti nelle Marche.

Mons. Perego: Gino Strada “attento ai diritti umani”

13 Agosto 2021 - Roma - "Ho incontrato Gino Strada in alcune occasioni, una di queste in Kosovo. Era un uomo sempre molto attento ai diritti umani ma soprattutto attento a far sì che l'Italia dimostrasse davvero di ripudiare la guerra". E' quanto ha detto  all'agenzia  LaPresse l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons.  Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, commentando la morte del fondatore di Emergency, Gino Strada. Strada era  "molto attento alle problematiche dell'immigrazione, il suo impegno era a tutela diritti. Ci mancherà un uomo capace di dare voce ai diritti dei più deboli e a questo articolo 11 della Costituzione che trova l'Italia ancora molto lontana dal ripudio della guerra. Ci mancherà molto. In Afghanistan la storia gli sta dando ragione, sta dimostrando che il popolo è abbandonato e sfruttato in una situazione drammatica. E' la cifra sintetica più chiara del suo impegno", ha aggiunto.

Migrantes: Giornata del ricordo del Porrajmos, per non dimenticare

2 Agosto 2021 - Roma - Un’occasione per riflettere su ciò che è stato il genocidio di Rom e Sinti durante la seconda Guerra Mondiale noto come Porrajmos (divoramento). Un genocidio che causò oltre mezzo milione di vittime e che viene ricordato oggi, 2 agosto, poiché in quel giorno, nel 1944, gli ultimi rom del cosiddetto "Zigeunerlager" (lager rom), furono sterminati nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau. Anche in Italia – evidenzia oggi la Fondazione Migrantes - non si possono dimenticare i campi di concentramento dei rom realizzati dopo le leggi razziali in diverse città e paesi: Perdasdefogu (Nuoro), Agnone (Campobasso),Tossicia, ai piedi del Gran Sasso, Ferramonti (Cosenza),Poggio Mirteto (Rieti), a Gries (Bolzano). Città e paesi che “diventano le tappe di un pellegrinaggio per chiedere perdono, ma anche per non dimenticare la memoria del genocidio. Un pellegrinaggio che ci aiuta anche a superare paure e pregiudizi che purtroppo ancora crescono nei confronti dei rom, come dei migranti, e che possono rischiare di sfociare in nuove forme di violenze e di razzismo". La Giornata di oggi diventa anche l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle minoranze “più vulnerabili”. (R.Iaria)  

Un incrocio di tradizioni: a Mazara del Vallo il ristorante Habibi

19 Luglio 2021 - Mazara del Vallo - E’ stato inaugurato a Mazara del Vallo il ristorante Habibi – storie e sapori mediterranei. Da come si legge sulla brochure, “vuole essere uno spazio comunitario che, a partire dal cibo e dalle tradizioni del bacino del Mediterraneo, sia una proposta culturale di integrazione, scambio e conoscenza di diversità”. Ed è proprio la diversità dello staff, persone che fanno parte della cooperativa sociale agricola “Terre Senza Frontiere”, nata nel maggio 2020, che rende unica l’iniziativa. I componenti della cooperativa provengono dai Paesi dell’area del Mare Nostrum, parlano lingue diverse, hanno tradizioni e religioni diverse, però sono legate dall’amore e dal rispetto per la terra e per la natura, attraverso i suoi cicli biologici e credono che tutti insieme possono portare avanti un sogno. Il ristorante è stato aperto grazie al contributo della Fondazione Haiku di Lugano, la Fondazione Migrantes, la diocesi  di Mazara del Vallo con i Fondi dell’8x Mille della Chiesa Cattolica. Il ristorante è stato inaugurato alla presenza del Vescovo, mons. Domenico Mogavero, del sindaco Salvatore Quinci e di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo spazio che non è solo culinario, ma l’approdo di tante culture diverse. Il ristorante Habibi è pronto ad ospitare turisti e isolani con i suoi colori mediterranei, che degradano dalle sfumature del blu-mare fino al bianco della luce pura, e inebriarli di odori e sapori dei piatti cucinati con maestria culinaria. (NDB)

Migrantes: ancora una volta si è persa l’occasione per scrivere una pagina per la costruzione di un’Europa più solidale

15 Luglio 2021 - Roma - "Ancora una volta si è persa l'occasione per scrivere una pagina per la costruzione di un'Europa più solidale. Ancora una volta saranno schiacciati i diritti dei più deboli e verrà ingannata l'opinione pubblica. La votazione di oggi a favore del rifinanziamento della Guardia costiera libica è una pagina triste: se porta a prorogare uno stato di fatto che vede i respingimenti dei migranti in fuga da situazioni drammatiche e a non tutelare il diritto alla protezione internazionale, tollera allo stesso tempo le violenze e le morti non solo in mare, ma anche nelle carceri". Lo afferma oggi mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes.

Migrantes: entra nel vivo oggi il corso di formazione per i coordinatori etnici

14 Luglio 2021 - Firenze - Entra nel vivo oggi a Firenze il Corso di Formazione per i coordinatori delle comunità linguistiche in Italia promosso dalla Fondazione Migrantes.  Il programma prevede gli interventi, tra gli altri, dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, della teologa Serena Noceti, di p. Alessandro Cortesi, dello scalabriniano, Gioacchino Campese e di P. Jonas Donassollo. Tra i momenti la celebrazione di Perego e del card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore e la visita al Centro Studenti Internazionali “Giorgio La Pira”. Il corso si concluderà con una riflessione del direttore generale della Migrantes, don Giovanni De Robertis, sulla prossima giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 26 settembre. Il Servizio di coordinamento per le comunità cattoliche etniche residenti in Italia è stato istituito dalla Commissione ecclesiale per le migrazioni e prevede per ogni comunità etnica un coordinatore nazionale, nominato dal Consiglio episcopale permanente, che ha il compito di assicurare il regolare svolgimento dell’assistenza pastorale agli immigrati cattolici della medesima etnia o lingua residenti nelle diocesi italiane. In Italia sono 15 i coordinatori delle comunità linguistiche. Il corso si svolge a pochi giorni dall’altro corso di pastorale migratoria promosso dall’organismo pastorale della Chiesa italiana destinato ai direttori Migrantes di recente nomina e loro collaboratori; cappellani etnici che svolgono il ministero nelle diocesi italiane e missionari per gli italiani all’estero di nuova nomina che si è svolto a Roma la settimana scorsa. (R.Iaria)

Migrantes: domenica una “preghiera per la vita dei migranti” in tutte le chiese

9 Luglio 2021 -  Roma - Domenica 11 luglio, in tutte le nostre parrocchie, una delle preghiere dei fedeli che guardano alla vita della Chiesa e del mondo sarà per le persone migranti - uomini, donne e bambini – che sono morte nel nostro mare, il Mediterraneo. Sono oltre 7000 dal 2017 e 700 nei primi sei mesi del 2021. Sono nostri fratelli e sorelle che nel loro cammino, talora una fuga dalla morte, dalla miseria, dalla guerra, dalle inondazioni, hanno trovato la morte mentre cercavano la vita, la sicurezza, un futuro. La nostra preghiera Domenica sarà anche accompagnata da un impegno, che nasce anche dal ricordo di S. Benedetto, patrono d’Europa, perchè l’Europa si apra alla solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo da una parte attraverso una nuova operazione Mare nostrum per il salvataggio in mare e dall’altra per un sistema europeo di accoglienza che veda impegnati tutti i 27 Paesi europei. E’ un impegno che chiede la responsabilità di tutti, dai singoli cittadini ai governi. E’ un impegno per la vita, che va tutelata sempre. (mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes)

Migrantes: oggi la chiusura del Corso di Formazione

9 Luglio 2021 - Roma - Si chiuderà oggi a Roma il Corso di Formazione promosso dalla Fondazione Migrantes per direttori Migrantes regionali e diocesani di recente nomina e loro collaboratori; cappellani etnici che svolgono il ministero nelle diocesi italiane e missionari per gli italiani all’estero di nuova nomina; religiosi, religiose, laici impegnati nel volontariato e interessati alle migrazioni. L'ultima giornata sarà dedicata alla prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 26 settembre. Durante la giornata sarà distribuito ai partecipoanti il nuovo numero della rivista menseile "Migranti-Press" dedicato alla Giornata. Al corso hanno partecipato circa 50 persone da oltre 30 diocesi italiane e dalle comunità italiane all’estero coordinati del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, e hanno visto come relatori giuristi, direttori regionali e diocesani Migrantes, sacerdoti italiani impegnati nell’accompagnamento pastorale con gli italiani all’estero e di persone impegnate nei vari settori della mobilità umana: dai rom e sinti, allo spettacolo viaggiante, ai rifugiati, etc.