Migrantes: ieri la seconda giornata del corso a Loreto su “Città comune da costruire e custodire”

25 Agosto 2021 – Loreto – La seconda giornata del corso di Alta Formazione, promosso a Loreto dalla Fondazione Migrantes, cui stanno partecipando una sessantina di direttori e collaboratori degli Uffici diocesani ha avuto come tema la “Città comune da costruire e custodire”. Sfida cui anche la Chiesa è chiamata a partecipare attivamente. La giornata si è aperta con una meditazione del vescovo di Loreto,  mons. Fabio Dal Cin, che a partire dalla reliquia della Casa di Maria su cui si è strutturato il Santuario di Loreto  ha condotto in una meditazione sul Vangelo dell’annunciazione come primo luogo in cui i cristiani riconoscono l’agire di un Dio Trino, plurale e uno al tempo stesso nell’agire per la salvezza dell’uomo, impegnato nella storia della salvezza nella prospettiva della comunità credente, a servizio del Regno, dell’umanità tutta. Di un “noi” sempre più grande, a immagine di Dio.
La prima riflessione è stata offerta dal prof. Maurizio Ambrosini, sociologo delle migrazioni e docente all’Università degli Studi di Milano che in dialogo con p. Aldo Skoda ha permesso di lavorare sul tema di Cittadinanza e integrazione. Molti gli spunti per la comprensione di una cittadinanza dai molteplici volti: non solo legata al riconoscimento meramente legale, ma cammino progressivo di impegno personale e civile verso un riconoscimento da un lato, e un impegno di partecipazione attiva dall’altro. Nel caso dei migranti la sfida è sempre aperta. Diverse nazioni europee hanno messo in pista percorsi differenti e nel caso italiano dove la politica sembra faticare ad investire con maggiore impegno, si assiste a processi partecipativi dal basso che paiono più coraggiosi.
Si sono messe in luce la partecipazione associativa, sindacale, religiosa, del volontariato, quali forme una cittadinanza reale da costruire insieme. Se da un lato si attende ancora con fiducia la formulazione di una nuova legge di cittadinanza più conforme alla realtà, lungimirante e benefica per il Paese, dall’altra anche la Chiesa si sente impegnata in quei “processi di cittadinizzazione” possibili che passano per la società civile, l’associazionismo e anche le comunità credenti.
La seconda riflessione è stata offerta dalla prof.ssa Paola D’Ignazi, docente dell’Università di Urbino su “Condizione migratoria e percorsi di cittadinanza: l’esperienza delle prime e seconde generazioni”. Nel suo intervento sono risuonate soprattutto le storie e i volti di molte persone intervistate e accompagnate nel corso degli anni che hanno arricchito l’esperienza e la riflessione della docente sul tema migratorio e di cittadinanza. Si è sottolineato particolarmente come l’esperienza migratoria sia in generale anche traumatica sul piano psicologico della percezione di sé, sul piano affettivo, cognitivo, sociale, relazionale. Un ascolto profondo, graduale e paziente, è necessario per lasciare emergere ed accompagnare le dinamiche profonde personali che permettono un accompagnamento positivo e costruttivo in una relazione che è fortemente facilitata da esperienze di amicizia e fiducia laddove si riesce a costruire una “casa” in cui sentirsi accolti e riconosciuti. E’ uno sguardo che ben oltre la questione del riconoscimento legale ed impegna il singolo e la società in una relazione adulta e progressiva.
Nel pomeriggio è stata l’Associazione “Agevolando” , con sede a Bologna, ma che opera in vari luoghi d’Italia, a portare esperienze concrete di integrazione e cittadinanza e di tutto un lavoro che l’associazione promuove nel valorizzare i giovani che uscendo dal sistema di accoglienza (care leavers) possono divenire protagonisti e formatori verso la società nel restituire un messaggio positivo e competente – per propria esperienza – circa le modalità che più aiutano il processo di integrazione dei migranti coinvolti. Con Silvia Sanchini che ha parlato dell’associazione è stato il giovane Alpha Oumar Diallo a testimoniare la propria esperienza e lanciare messaggi positivi di riflessione ed esortazione sul tema.
Mons. Giuseppe Orlandoni, vescovo emerito di Senigallia, ha presieduto la Celebrazione eucaristica nel Santuario a conclusione della giornata. (don Sergio Gamberoni)

Temi: