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Dove nasce la coerenza
Tavolo Asilo: intervenire con urgenza per garantire diritto d’asilo alle persone in fuga dall’Afghanistan
- che siano garantite con urgenza protezione e assistenza umanitaria ai 39 milioni di afghani
- che si definisca un chiaro impegno degli Stati Membri a partecipare al meccanismo di reinsediamento (resettlement), di cittadini afghani verso il territorio dell’Unione Europea;
- che venga in via complementare attuata la Direttiva 2011/55/CE al fine di assicurare una tutela immediata e temporanea ai cittadini afghani costretti a lasciare il proprio Paese anche qualora gli stessi si trovino già nel territorio di Stati terzi, garantendo un’adeguata ripartizione tra gli Stati membri nonché l’unità dei nuclei familiari, come previsto dall’art 15 della medesima Direttiva, e assicurando in ogni caso l’accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale ,
- che, adottando criteri unici tra i diversi paesi UE, con priorità nei confronti delle categorie vulnerabili e delle persone a rischio, venga in ogni caso consentito l’accesso in sicurezza nel territorio dell’UE a tutte quelle persone che rischiano la vita per ragioni diverse restando in Afghanistan, o che siano fuggite dal Paese attraverso il rilascio di visti umanitari in base all’art. 25 del Codice Visti (Regolamento CE 810/2009);
- che venga sempre consentito l’accesso al territorio dell’Unione Europea e alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e vengano sospesi i respingimenti posti in essere sia dalle autorità nazionali sia dall’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera, in particolare nel Mare Egeo e verso la Turchia così come verso i Paesi non UE dell’area balcanica;
- che si sospenda qualsiasi forma di decisione negativa (dinieghi, rimpatri e respingimenti) nei confronti degli afghani presenti nei Paesi dell’Unione Europea o alle frontiere dell’UE, così come richiesto anche dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, considerando tutte le donne come rifugiate prima facie, e che si proceda ad un rapido riesame delle decisioni negative che hanno precluso a cittadini afghani il riconoscimento della protezione internazionale, così come delle richieste di protezione internazionale attualmente in corso di valutazione, garantendo l’adozione di decisioni rapide;
- che si adotti un programma almeno biennale di ricollocazione in tutta la UE delle persone attualmente accolte nei centri di accoglienza presenti in Grecia e in particolare nelle isole greche, a partire dai minori non accompagnati, dai nuclei familiari e dai soggetti vulnerabili, in considerazione delle condizioni estremamente critiche dei centri e della concreta possibilità che i nuovi arrivi spontanei di migranti portino ad una eccessiva pressione sulla Grecia e a un ulteriore deterioramento delle condizioni di vita delle persone;
- che il c.d. “Blueprint network”, istituito come previsto dal Patto europeo asilo e migrazione, nonché qualsiasi altra task force che verrà creata per affrontare gli sviluppi in corso a livello europeo includa competenze in materia di protezione dei minori.
- che venga supportata la costituzione di un meccanismo indipendente per monitorare violazioni e abusi dei diritti umani che dovessero verificarsi nel Paese.
- che vengano trasferite alle rappresentanze consolari italiane nei Paesi limitrofi (insieme agli altri servizi consolari) anche le competenze relative al rilascio di visti d’ingresso per i cittadini afghani, in particolare quelli per ricongiungimento familiare o comunque il rilascio di visti umanitari, garantendo procedure rapide e semplificate che tengano conto della possibilità che il passaporto afgano possa essere scaduto o non sia più in possesso degli interessati in considerazione della situazione e del mancato soggiorno regolare del richiedente nel Paese in cui la rappresentanza consolare è situata;
- che venga consentito l’accesso in Italia di quelle persone che hanno già ricevuto un nulla osta per il ricongiungimento familiare dalle autorità italiane e non sono riusciti ad ottenere il visto, anche in considerazione della chiusura da oltre un anno dell’ufficio visti a Kabul, e di tutti i parenti, anche in una accezione allargata, di coloro che hanno chiesto e possono chiedere il ricongiungimento, anche se non hanno concluso la procedura;
- che venga facilitato il reingresso di cittadini afghani titolari di un permesso di soggiorno italiano che, per varie ragioni, risultano essere bloccati in Afghanistan o nei Paesi limitrofi attraverso il rapido rilascio di visti di reingresso;
- che si favorisca l’arrivo e l’accoglienza degli studenti universitari attraverso il rilascio di visti d'ingresso per studio;
- che, in attesa dell’eventuale attivazione della Direttiva 55/2001, venga assicurato ai cittadini afghani comunque presenti in Italia, l’immediato accesso alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e ad un titolo di soggiorno che garantisca loro e, per quanto possibile, i propri familiari attualmente in Afghanistan o in Paesi terzi una adeguata tutela. Nei confronti di costoro è opportuno che, attraverso un esame prioritario ai sensi art. 28, co. 2, lett. a) d.lgs. 25/2008, le commissioni territoriali riconoscano una delle due forme di protezione internazionale previste dall’ordinamento giuridico e che ciò avvenga – ove possibile – omettendo il colloquio personale con il richiedente, ai sensi dell’art. 12, co. 2 e 2 bis, d.lgs. 25/2008;
- che venga sospeso ogni trasferimento dall’Italia verso altri Stati membri di cittadini afghani destinatari di un provvedimento di trasferimento ai sensi del Regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013 (cd. Regolamento Dublino III) garantendo l’assunzione della competenza da parte dell’Italia all’esame della domanda di protezione internazionale, ivi compresi quelli che hanno procedure giudiziarie in corso;
- che venga ampliato il sistema d’accoglienza pubblico, attraverso un finanziamento straordinario del SAI che consenta ai nuovi richiedenti asilo di essere ospitati nel sistema dei Comuni anche attraverso assorbimenti consistenti dal sistema CAS al SAI, e valorizzando le disponibilità volontarie della popolazione italiana da collegare subito al sistema SAI, senza attivare sistemi paralleli, in modo da consentire una gestione competente e integrata ai servizi del territorio;
- che venga in ogni caso assicurata un’adeguata presa in carico medica e psicologica, attraverso un pieno coinvolgimento dei servizi sanitari pubblici e in collaborazione con le associazioni e le realtà del privato sociale con specifiche competenze in materia.
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Sassari: accoglienza dei profughi afghani
Sassari - Stremati ma felici di essere arrivati a destinazione. E' questo lo stato d'animo dei profughi afghani che sono arrivati a Sassari dopo lunghe e faticose ore di viaggio. Visibilmente disorientati, sono stati accolti nella Casa delle Figlie della Carità di via Solari, opportunamente preparata per ospitare gruppi di famiglie e singole persone. Nel gruppo di 26 persone la maggior parte sono donne, due delle quali in stato di gravidanza avanzato. Una decina i minori di cui due molto piccoli e alcuni adolescenti. Il sorriso di suor Andreana e delle altre suore della comunità ha contribuito a trasmettere serenità in questa prima fase, che si baserà nell'assicurare ai rifugiati un'accoglienza in una dimensione domestica e familiare. All'arrivo la cena è stata preparata da una mamma siriana, arrivata a Sassari dal Libano un anno e mezzo fa insieme al marito e ai suoi tre figli, attraverso i corridoi umanitari. Sarà lei a occuparsi della cucina in questi primi giorni.
Per garantire un'effettiva accoglienza, la Diocesi di Sassari si avvarrà dell’ausilio di mediatori linguistici. Soltanto pochi conoscono l’inglese mentre uno di loro parla qualche parola di italiano. In questi primi giorni, osservando e conoscendo le singole situazioni, si imposterà l’organizzazione più adeguata per rendere il più sereno possibile il loro soggiorno e predisporre il percorso di inserimento secondo appositi accordi con gli enti preposti. I diversi servizi verranno assicurati dall’Accademia Casa di popoli, culture e religioni.