Primo Piano

Anteprima “Rapporto Immigrazione 2025”: i podcast. Il contesto internazionale: in fuga dalla crisi ambientale

8 Ottobre 2025 - Dopo la sperimentazione dello scorso anno, l'edizione 2025 del Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, che sarà presentata martedì 14 ottobre 2025, a Roma, è arricchita da una nuova serie di contenuti audio extra. Il primo podcast proposto dai curatori del Rapporto aiuta a inquadrare l'immigrazione in Italia nel contesto della mobilità umana a livello internazionale. In un breve colloquio con Simone Varisco (Fondazione Migrantes), Anna Pozzi, giornalista e saggista (caposervizio  della rivista Mondo e Missione e docente a contratto dell'Università Cattolica di Milano), affronta il tema dei cosiddetti "migranti climatici". Il tema ambientale è sempre più ricorrente nelle storie di chi è costretto a lasciare le proprie case e la propria terra. Il Report di Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), intitolato Who Are Climate Migrants?, stima che siano 218,6 milioni gli sfollati causati da disastri meteorologici nell’ultimo decennio.

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Leone XIV ai giovani: “Mettetevi al fianco dei vostri coetanei esposti alla violenza e costretti alla migrazione e alla fuga”

7 Ottobre 2025 - È stato pubblicato oggi il messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale della gioventù, che si celebrerà il 23 novembre sul  tema «Anche voi date testimonianza, perché siete con me» (Gv 15,27) e che intende continuare "un percorso che ci guiderà fino all’edizione internazionale della GMG a Seoul, nel 2027". In un passaggio del testo, sul legame tra testimonianza e missione, Leone XIV in particolare scrive: "Tanti vostri coetanei sono esposti alla violenza, costretti ad usare le armi, obbligati alla separazione dai propri cari, alla migrazione e alla fuga. Molti mancano dell’istruzione e di altri beni essenziali. Tutti condividono con voi la ricerca di senso e l’insicurezza che l’accompagna, il disagio per le crescenti pressioni sociali o lavorative, la difficoltà di affrontare le crisi familiari, la sensazione dolorosa della mancanza di opportunità, il rimorso per gli errori commessi. Voi stessi potete mettervi al fianco di altri giovani, camminare con loro e mostrare che Dio, in Gesù, si è fatto vicino ad ogni persona. Come amava dire Papa Francesco: «Cristo mostra che Dio è vicinanza, compassione e tenerezza»".

XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes: il 14 ottobre la presentazione a Roma

7 Ottobre 2025 - Martedì 14 ottobre 2025, a Roma, dalle ore 14.30 fino alle 16.00 (Sala Maxxi, TH Roma - Carpegna Palace Hotel – Via Aurelia, 481) Caritas Italiana e Fondazione Migrantes organizzano e promuovono la presentazione pubblica del XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes. Logo RICM
Il programma
Presentazione del Rapporto
  • S. E. mons. Carlo Maria Redaelli (arcivescovo metropolita di Gorizia e presidente Caritas Italiana).
  • Manuela De Marco (Caritas Italiana, curatrice del Rapporto).
  • Simone Varisco (Fondazione Migrantes, curatore del Rapporto).
Tavola rotonda
  • Maurizio Ambrosini (Università degli studi di Milano).
  • Noura Ghazoui (presidente Conngi – Coordinamento nazionale nuove generazioni italiane).
  • Rosanna Rabuano (capo dipartimento Libertà civili e Immigrazione – ministero dell’Interno).
Esperienze
  • Paolo Seghedoni (direttore "Festival della migrazione").
Conclusioni
  • mons. Pierpaolo Felicolo (direttore generale Fondazione Migrantes).
Modera
  • Maris Milanese (Tv2000).

Prima l’abbraccio del Papa, poi la Festa dei Popoli: a Roma si è concluso il Giubileo dei migranti e del mondo missionario

6 Ottobre 2025 - Si sono conclusi a Roma due giorni intensi di pellegrinaggio, preghiera e festa per chi nella Chiesa vive e accompagna l'esperienza della mobilità umana. La Capitale ha infatti ospitato, il 4 e 5 ottobre, il Giubileo dei migranti e del mondo missionario, che eccezionalmente papa Francesco aveva inteso far coincidere con la annuale Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, con un'immagine che unisce questi due mondi: "Migranti, missionari di speranza". Leone XIV Giubileo Migranti   Dopo la partecipazione all'Udienza generale del sabato 4 e il pellegrinaggio alla Porta santa della basilica di S. Pietro, domenica 5 c'è stato l'abbraccio reciproco tra i pellegrini e papa Leone XIV che, durante la Santa Messa, nella sua Omelia ha annunciato l'apertura "nella storia della Chiesa" di "un’epoca missionaria nuova", perché "le frontiere della missione non sono più quelle geografiche, perché la povertà, la sofferenza e il desiderio di una speranza più grande, sono loro a venire verso di noi. Ce lo testimonia la storia di tanti nostri fratelli migranti, il dramma della loro fuga dalla violenza, la sofferenza che li accompagna, la paura di non farcela, il rischio di pericolose traversate lungo le coste del mare, il loro grido di dolore e di disperazione: fratelli e sorelle, quelle barche che sperano di avvistare un porto sicuro in cui fermarsi e quegli occhi carichi di angoscia e speranza che cercano una terra ferma in cui approdare, non possono e non devono trovare la freddezza dell’indifferenza o lo stigma della discriminazione!". Quindi, ha spiegato il Santo Padre, "Non si tratta tanto di 'partire', quanto invece di 'restare' per annunciare il Cristo attraverso l’accoglienza, la compassione e la solidarietà: restare senza rifugiarci nella comodità del nostro individualismo, restare per guardare in faccia coloro che arrivano da terre lontane e martoriate, restare per aprire loro le braccia e il cuore, accoglierli come fratelli, essere per loro una presenza di consolazione e speranza". Leone XIV ha anche sottolineato la forza missionaria di chi arriva: "La presenza di tanti fratelli e sorelle del Sud del mondo dev’essere colta come un’opportunità, per uno scambio che rinnova il volto della Chiesa e suscita un cristianesimo più aperto, più vivo e più dinamico". Nel pomeriggio, nei Giardini di Castel Sant’Angelo, il pellegrinaggio è divenuto una festa, la Festa dei popoli, dal tema “Migranti e Missionari di speranza tra le genti”. È stato un tempo di musica, testimonianze e spettacoli con migranti, missionari e artisti provenienti da tutto il mondo. Festa dei popoli 2025

Giubileo e Giornata del migrante e del rifugiato 2025, mons. Perego: “I migranti sono messaggeri di speranza”

3 Ottobre 2025 - 3 Ottobre 2025 - "I migranti, che non si sono arresi alle guerre, ai cambiamenti climatici, alla fame e alla sete sono dei testimoni, messaggeri di speranza". Scrive così S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, nel suo articolo sul mensile Vita Pastorale in occasione della celebrazione concomitante della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato e del Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4-5 ottobre 2025). "I migranti cristiani tra noi - continua mons. Perego nel testo -, con la loro esperienza di fede, rafforzata nel viaggio, possono essere protagonisti di 'percorsi di fede nuovi', inediti nelle nostre Chiese". Inoltre, "l’incontro delle nostre Chiese con migranti di altre Chiese - in Italia sono presenti 1.500.000 di fedeli delle Chiese ortodosse e 300.000 delle Chiese riformate - e religioni – 1.600.000 di fedeli delle diverse tradizioni islamiche, 180.000 buddisti, 200.000 induisti e sikh - possono accompagnare anche a un rinnovato cammino ecumenico e a dialoghi interreligiosi”. Migliaia di pellegrini - immigrati in Italia, rifugiati e richiedenti asilo, emigrati italiani, gente dello spettacolo viaggiante e dei popoli rom, sinti e camminanti, accompagnati da chi quotidianamente ne ha cura pastorale - si stanno riunendo a Roma per due giorni di preghiera e condivisione che culmineranno domenica 5 nella S. Messa con Leone XIV in piazza San Pietro e, nel pomeriggio, in una grande "Festa dei popoli" per tutta la città, nei Giardini di Castel S. Angelo. Manifesto GMMR 2025

“Migrazioni a fumetti”, esperienze editoriali e progetti culturali sulla mobilità umana

3 Ottobre 2025 - Venerdì 3 ottobre 2025 dalle 14.30 alle 18.00 il Centro Studi Emigrazione (Cser) propone online (canale YT: @fondazionecser5014) l'incontro “Migrazioni a fumetti”. I fumetti, grazie al linguaggio immediato di immagini e parole, offrono oggi nuove prospettive per raccontare le migrazioni: danno voce a storie personali e collettive, favoriscono l’empatia e rendono accessibili temi complessi legati a spostamenti, identità e diritti. Autori, studiosi ed esperti presenteranno esperienze editoriali e progetti culturali, aprendo uno spazio di dialogo tra ricerca, creatività e società civile.
Il programma:
  • 14.30 – 14.45 Lorenzo Prencipe (Cser), Introduzione
Esperienze
  • 14.45 – 15.00 Andrea Giovalè e Assia Ieradi, Draw my life. Tratti d’umanità in cammino (2022) e Draw my life. In senso inverso. Storie di donne in movimento (2024)
  • 15.00 –15.15 Cristina Molfetta e Pierpaolo Felicolo (Fondazione Migrantes), In fuga (2023) e 4 Vite che sono la mia. Percorsi dei minori stranieri non accompagnati in Italia (2024).
  • 15.15 - 15.30 Francesca Ceci (autrice) e Martina Petrucci (casa editrice) Le iniziative di Tunué.
  • 15.30 – 15.45 Francesco Della Puppa (Università di Venezia) e Francesco Saresin (Bologna), La linea dell’orizzonte (2021) e I disconosciuti (2024).
Analisi
  • 16.00 – 16.15 Matteo Sanfilippo (Università della Tuscia), L’emigrante pericoloso: dal feuilleton al fumetto.
  • 16.15 – 16.30 Federico Meschini (Università della Tuscia), Migranti nella produzione Marvel e DC.
  • 16.30 – 16.45 Martina Caschera (Università di Bergamo), La diaspora cinese raccontata nei fumetti.
  • 16.45 – 17.00 Anna Caprarelli (Liceo Linguistico, Bassano Romano), Il fumetto franco-belga.
  • 17.00 – 17.15 Michele Colucci (Ismed-CNR), L’utilità della divulgazione a fumetti.
  • 17.15 – 17.30 Luigi Maria Vignali (Direzione Generale Italiani all’Estero – MAECI) e Simona Binni, I progetti a fumetti del MAECI.
  • 17.30 – 17.45 Marco Pellitteri (Xi‘an Jiaotong-Liverpool University), Le migrazioni nei fumetti.
  • 17.45 Lorenzo Prencipe, Conclusioni
 

Migranti, Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Mons. Felicolo: “Accogliere certamente, ma anche accompagnare a una vita dignitosa”

3 Ottobre 2025 - "Il miglior modo per commemorare le vittime dell'immigrazione è fare di tutto per salvare le vite di chi arriva, accogliendo le persone nei modi possibili e soprattutto avviandole a un futuro dignitoso". Così il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, in occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, istituita nel 2016 per onorare i 368 rifugiati e migranti che sono morti nel tragico naufragio al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013 e tutti coloro che hanno perso la vita nel tentativo disperato di trovare sicurezza e protezione in Europa. "Bisogna fare attenzione a una cosa", continua monsignor Felicolo. "Come evidenziato in particolare in uno degli articoli del numero speciale del nostro mensile Migranti Press dedicato alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025, l’attenzione mediatica su Lampedusa e sugli 'sbarchi' ha sostenuto la narrazione di un 'loro' contrapposto a un 'noi', suggerendo aspirazioni divergenti e interessi contrapposti, che non possiamo accettare né alimentare". Nell’editoriale del medesimo numero di Migranti Press mons. Felicolo aveva anche scritto che nel suo Messaggio per la GMMR, "Leone XIV evoca una missio migrantium, –la «missione realizzata dai migranti, per la quale devono essere assicurate un’adeguata preparazione e un sostegno continuo frutto di un’efficace cooperazione interecclesiale». Il Papa sembra volerci dire che è proprio questa, oggi, la prima forma di testimonianza evangelica di speranza da contemplare, accanto, certamente, a quella delle comunità che li accolgono. Sono migranti e rifugiati i primi missionari della speranza in questo tempo in cui il cielo appare chiuso! Una sottolineatura che mi fa vedere meglio che spesso diamo molto – troppo? – più spazio a quello che facciamo e diciamo noi per loro, invece che direttamente alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sulla realtà dei migranti e dei rifugiati, anche nelle nostre comunità”.

Da “clandestini” a cittadini. La lunga strada in salita

2 Ottobre 2025 - Sempre più Md. (Mohammad) e Inaya, mentre Amira e Laurentiu cedono il passo a Sofia e Matteo. È nelle storie e nei volti dei cittadini stranieri in Italia che emerge con più evidenza il cambiamento intercorso nelle caratteristiche nell’immigrazione nell’ultimo quarto di secolo. Da un lato, la conferma di alcuni scenari storici, come la forte presenza numerica di cittadine e cittadini romeni (oltre 1 milione nel 2024, in maggioranza donne) e albanesi (400 mila); dall’altro, il lento, graduale ma sostanziale cambiamento nella loro partecipazione al contesto italiano. Questa si evidenzia non soltanto nel crescente radicamento socio-economico sul territorio, ma anche nel sentimento di inclusione culturale del quale – come metteva in luce l’Istat nel 2023 – una scelta di nomi per i nuovi nati e nate del tutto comune a quella dei cittadini italiani autoctoni è soltanto uno dei tratti più emblematici; infine, il delinearsi di nuove, consistenti, dinamiche di mobilità, come l’aumento degli ingressi dal Bangladesh, che negli ultimi anni ha condotto l’Italia a essere una delle mete europee privilegiate per gli emigranti di tale nazionalità, insieme al Regno Unito (cfr. lo studio di Morad-Sacchetto pubblicato per l’Organizzazione internazionale per le migrazioni nel 2020). Guardare agli ultimi 25 anni dell’immigrazione in Italia non è soltanto un esercizio simbolico: alla fine degli anni Novanta il numero di cittadini stranieri residenti superava la soglia storica del primo milione, oggi quintuplicata. Un cambiamento di scenario che ha coinvolto tanto la composizione dei flussi e le ragioni delle partenze quanto le nazionalità di provenienza, insieme allo stile di presenza sui territori e all’atteggiamento della società e della politica. Al volgere del secondo millennio, gli stranieri residenti in Italia si stimavano essere poco meno di un milione e mezzo (2,5% della popolazione totale), prevalentemente di sesso maschile e di età compresa fra i 19 e i 40 anni. Le nazionalità più rappresentate erano quella marocchina (146 mila persone), albanese (115 mila) e filippina (61 mila), mentre si assisteva già a una contrazione dell’immigrazione dall’Asia e dal continente americano, in special modo settentrionale, a fronte di un aumento degli arrivi dall’Europa dell’ex blocco sovietico (Jugoslavia, con 55 mila presenze, e Romania, con poco più di 51 mila). A leggerla oggi, colpisce la sesta posizione per numerosità dei cittadini statunitensi (47 mila) e la decima dei tedeschi (35 mila), segno di un’immigrazione di differente tipologia, contesto e storia, che progressivamente è stata soppiantata dai nuovi flussi in ingresso, sostenuti anche dalla crescente economia informale italiana, di lavoratori impiegati per lo più nell’agricoltura, nell’edilizia e nel lavoro domestico. 25 anni dopo la situazione è molto cambiata. La presenza di oltre 1 milione di cittadini romeni – comunitari – regolarmente residenti in Italia dice di una crescita dal ritmo incalzante, almeno nei primi anni Duemila, che ha condotto il totale dei cittadini stranieri in Italia a superare oggi i 5,2 milioni (poco meno del 9% della popolazione complessiva). Numericamente più arretrati, ma non meno consistenti nell’aumento delle presenze, sono anche le comunità albanese (416 mila) e marocchina (412 mila), seguite da quelle cinese (308 mila) e ucraina (273 mila). Significativa è però soprattutto la definizione di nuove direttrici migratorie dal Sudest asiatico – Bangladesh (192 mila), India (171 mila) e Pakistan (159 mila), su tutti – segno dei nuovi caratteri dell’immigrazione. Al cambiare della mobilità umana, è cambiata infatti l’Italia. Se l’ultimo decennio degli anni Novanta ha coinciso con la presa di coscienza – sociale, politica ed ecclesiale – della nuova mobilità che coinvolgeva la Penisola, non più soltanto in uscita, all’inizio del nuovo millennio la crescita della popolazione straniera in Italia si accompagnava a un inasprimento della crisi economica globale e alla paura della cosiddetta “invasione”. L’approccio securitario ai fenomeni migratori ha polarizzato il campo politico e, con esso, il dibattito sociale. L’attenzione mediatica su Lampedusa e, emblematicamente, sugli “sbarchi” di migranti dopo le traversate del Mediterraneo centrale ha sostenuto la narrazione di un “loro” contrapposto a un “noi”, suggerendo aspirazioni divergenti e interessi contrapposti. Gli ingenti movimenti migratori originati dalle numerose crisi internazionali, a partire dalle Primavere arabe fino ai tragici conflitti in area mediorientale, hanno scosso le coscienze, insieme alle frequenti tragedie in mare, su tutte la morte di quasi 400 persone al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013. D’altro canto, si è trattato di un’empatia di breve durata, che ha attraversato rapidamente le maglie larghe dell’indifferenza mediatica, politica e sociale. In pochi anni la strumentalizzazione elettorale, sostenuta da una narrazione mediatica troppo spesso miope, hanno fatto dei “clandestini” il capro espiatorio delle inquietudini, delle contraddizioni e delle ineguaglianze della società italiana, europea e mondiale. Il risultato è stato un progressivo disinvestimento nelle politiche a sostegno dell’inclusione dei cittadini stranieri, a favore di presunte soluzioni di chiusura. L’approccio nazionale alla mobilità umana in ingresso è divenuto sempre più un riflesso delle politiche europee, orientate al contenimento dei flussi più che a un lungimirante programma di gestione strutturale del fenomeno, che promuova vie legali di ingresso, accoglienza e inclusione. A farne le spese sono anzitutto i minori stranieri, inseriti in un sistema di accoglienza e poi in un sistema scolastico spesso tutt’altro che attenti alle loro esigenze; i lavoratori immigrati, ostaggio di contesti produttivi che sovente li sfruttano, fino a casi estremi di riduzione in schiavitù; i cittadini stranieri che, pur vivendo e lavorando da molti anni in Italia, faticano a regolarizzare la propria presenza a causa di un sistema normativo irrealistico; i milioni di giovani con background migratorio nati in Italia, che vedono disattese le speranze e le opportunità di una piena partecipazione civile, anche attraverso la cittadinanza. Fra il Grande Giubileo del 2000, il primo «per tutte le culture», come qualcuno allora lo ha definito, e l’Anno Santo che stiamo vivendo accanto ai «migranti, missionari di speranza», è avvenuta una metamorfosi che sotto lo stimolo della mobilità umana ha rimodellato la società, l’economia, la politica, la scuola, le famiglie, la cultura, il tessuto urbano e il panorama religioso della Penisola. Un volto multiculturale nuovo e insieme antico, che sarà tanto più valorizzato quanto l’Italia saprà rafforzare i canali legali per l’ingresso dei lavoratori e i ricongiungimenti familiari; snellire una burocrazia che genera esclusione, irregolarità e abusi; promuovere programmi di inclusione a livello nazionale e locale; cooperare con l’Unione europea per una politica migratoria condivisa, che sappia fare dei tanti volti della mobilità il volto composito di un continente in cammino.  (Simone Varisco | Migranti Press 7/8 2025)

Giubileo dei migranti e del mondo missionario. Presentata a Roma la mostra immersiva “Come Ponti sul Mondo”

2 Ottobre 2025 - Sarà aperta al pubblico da venerdì 3 ottobre, presso la Sala della Quadreria del Complesso Santo Spirito in Sassia (Borgo Santo Spirito, 3 - Roma) la mostra immersiva Come Ponti sul Mondo – Storie di Vita, Racconti di Missione”. Il progetto è realizzato dalla Fondazione Museo nazionale dell’emigrazione italiana (MEI) e dalla Fondazione Migrantes, in occasione del Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4 e 5 ottobre 2025), per ripercorrere la storia e dare voce anche all’attualità delle Missioni cattoliche italiane, volgendo lo sguardo all’intero universo missionario. La presentazione avvenuta questa mattina presso il Salone del Commendatore del Complesso Santo Spirito in Sassia ha visto l’introduzione e i saluti di: Paolo Masini, presidente Fondazione MEI, ideatore e coordinatore del progetto; Paola Casali, direttore UOC patrimonio e valorizzazione Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia; Civita Di Russo, vice capo Gabinetto presidente Rocca Regione Lazio. A intervenire inoltre: mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale Fondazione Migrantes; mons. Graziano Borgonovo, Sottosegretario Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo; S.E. mons. Samuele Sangalli, Segretario Aggiunto per l’Amministrazione del Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari.

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“La mission del nostro museo – ha dichiarato Paolo Masini – è proprio quella di dare vita alla più grande narrazione popolare e collettiva del nostro paese. Il Giubileo ci dà la grande opportunità di raccontare quella magnifica pagina rappresentata dal mondo missionario italiano. Un mondo ‘un po’ Marta e un po’ Maria’ che in tutti continenti, da secoli, insieme alla parola di Dio, porta conforto e aiuti concreti”. “Il tema del Giubileo è la speranza – ha ricordato nel suo intervento, mons. Pierpaolo Felicolo –. Essa nutre e sostenta il cammino di chi ha affrontato e affronta oggi la sfida della mobilità umana. Ha guidato nella migrazione anche i nostri connazionali che sono partiti e ha dato la forza ai missionari che sono stati al loro fianco. Li hanno fatti sentire a casa”. A presentare l’allestimento immersivo è stata Marisa Fois (Fondazione Migrantes): “Siamo andati a scavare negli archivi e, insieme alle esperienze più note – da Pallotti e Scalabrini fino a Francesca Saverio Cabrini – ne abbiamo trovate altre meno conosciute. Piccole e grandi storie di emigrazione e di missione che, insieme, fanno la Storia”.

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La mostra si sviluppa su due principali prospettive: una geografica, che abbraccia il mondo intero, evidenziando la presenza italiana in ogni continente – oggi più di 6 milioni di italiani vivono all’estero, principalmente in Europa, ma anche in America, Africa, Asia e Oceania; e una storica, che parte dalla seconda metà del XIX secolo e arriva ai giorni nostri. Attraverso un linguaggio visivo e narrativo coinvolgente, la mostra racconta le storie di missioni, parrocchie, oratori, scuole e strutture che, dal Nord Europa al Sud America, hanno accolto gli emigranti italiani. Entrando nella sala, i visitatori saranno accolti da un planisfero interattivo, che prende vita attraverso linee luminose, collegando l’Italia con altri Paesi del mondo. La narrazione, affidata alla voce di Massimo Wertmuller, guiderà il pubblico in un viaggio nel tempo e nello spazio, mettendo in risalto volti del passato e immagini contemporanee che si alternano per raccontare le partenze di ieri e gli incontri di oggi. Tra le testimonianze – documenti d’archivio, lettere, stralci di giornali e immagini di chiese, scuole e centri di aggregazione –, il pubblico potrà scoprire come questi "ponti sul mondo" siano stati luoghi di accoglienza, solidarietà e crescita. Tra le figure centrali della mostra spiccano Vincenzo Pallotti, Geremia Bonomelli, Giovanni Battista Scalabrini, Luigi Guanella e Francesca Saverio Cabrini, protagonisti della storia della Chiesa e del movimento di solidarietà che ha accompagnato gli italiani all’estero. Le loro storie si intrecciano con quelle di tanti altri missionari e missionarie, sacerdoti e laici, che si sono dedicati, in tempi diversi, a stare accanto ai migranti. Il sottotitolo della mostra, “Scelte di vita, racconti di missione”, sottolinea come questo viaggio sia fatto di tanti tasselli, di tante persone, di scelte di vita, di storie, che insieme aiutano a scrivere una pagina di storia che sta continuando a essere scritta. Non solo quindi Madre Cabrini, Patrona di tutti gli Emigranti, la prima italiana a diventare cittadina statunitense e poi canonizzata, ma anche numerosi sacerdoti che sono ricordati per il loro impegno attraverso giardini commemorativi e piazze, sia negli Stati Uniti che in Australia. La mostra racconta anche le richieste di assistenza arrivate da tutto il mondo: dalle miniere dell'India, dove il bisogno di un missionario che parlasse italiano era forte, alle terre del Nord Europa, come la Svezia degli anni Trenta. Si parlerà della costruzione di chiese nel Regno Unito e in Marocco, della fondazione di parrocchie e asili in Kenya, nonché della creazione di orfanotrofi in Brasile per accogliere i figli dei migranti rimasti orfani. Saranno raccontati anche frammenti della vita quotidiana di quei missionari che, nel dopoguerra, offrivano una voce amica attraverso le radio in Belgio, o che, negli anni Cinquanta, sostenevano la stampa in lingua italiana in Germania; si parlerà dei corsi di lingua organizzati in Svizzera negli anni Sessanta, e dei recenti progetti di solidarietà in Russia, emersi nei primi anni Duemila. Un vero e proprio mosaico di iniziative, che racconta una realtà viva: quella delle missioni che accompagnano, curano e accolgono, in dialogo con la realtà delle migrazioni e degli italiani all'estero. Che si tratti di nuovi italiani che acquistano la cittadinanza italiana e lasciano il Paese, di italiani nati all'estero, o di italo discendenti, queste storie raccontano di legami indissolubili e di un impegno che non si è mai fermato. A completare la mostra immersiva "Come Ponti sul Mondo – Storie di Vita, Racconti di Missione" numerose immagini contemporanee per non dimenticare i tanti missionari italiani e le tante missionarie italiane che tuttora sono nel mondo per sostenere le comunità delle zone più disagiate e i numerosi ordini missionari per la parte legata all’attualità e alle missioni rivolte alle comunità locali. La mostra è solo il primo passo di un progetto più ampio, frutto di una lunga ricerca di testimonianze storiche, che continuerà a scoprire nuove storie di impegno, di accoglienza e di speranza. “Come Ponti sul Mondo” non è solo una retrospettiva, ma un invito a riflettere sul presente e sul futuro della migrazione, mettendo in luce il ruolo fondamentale delle missioni nel supportare le comunità italiane e i migranti in ogni angolo del mondo. Per offrire un’esperienza visiva ed emozionale unica, il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana ha collaborato con Opera Laboratori, società leader nelle gestioni museali in Italia, che grazie ai suoi laboratori che ha curato la progettazione e la realizzazione della mostra immersiva. Grazie a tecnologie avanzate, i visitatori potranno "vivere" la storia, immergendosi nelle immagini, nei suoni e nelle testimonianze che compongono questo mosaico di esperienze di vita. In contemporanea al MEI (Commenda di San Giovanni in Prè̀ Piazza della Commenda 1, Genova), a partire dal 3 ottobre e per tutta la durata della mostra, sarà visibile un video omaggio al mondo delle missioni e delle migrazioni. Sia a Genova sia a Roma è prevista una campagna promozionale all’interno delle principali linee metropolitane cittadine. Il progetto è realizzato in collaborazione con Regione Lazio e ASL Roma 1, con il patrocinio di Comune di Roma, con la coprogettazione e realizzazione di Opera Laboratori.
La mostra “Come Ponti sul Mondo – Storie di Vita, Racconti di Missione” inaugurata questa mattina presso il Salone del Commendatore, sarà visitabile da domani e fino al 16 novembre 2025 dalle 10 alle 18 a ingresso gratuito Sala della Grande Quadreria del Complesso Santo Spirito in Sassia (Borgo Santo Spirito, 3).
Ideazione e coordinamento scientifico: Paolo Masini Fondazione MEI e Delfina Licata Fondazione Migrantes Ricerca storica ed elaborazione testi: Marisa Fois, Fondazione Migrantes Consulenza storica: Raffaele Iaria Consulenza museale: Giorgia Barzetti, Museo MEI Co-progettazione e realizzazione: Opera Laboratori Hanno partecipato alla realizzazione dei contenuti: Dicastero per l’Evangelizzazione, Congregazione Missionari di San Carlo – Scalabrinani, Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù – Cabriniane, Archivio Storico di Propaganda Fide (Dicastero per l’Evangelizzazione), Archivio della Fondazione Migrantes, Archivio Generale Scalabriniano, Istituto Storico Scalabriniano.

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Come Ponti sul mondo

Spagna, Servizio gesuita per i migranti, dati su centri internamento per stranieri: “Lunghe e inutili detenzioni”

1 Ottobre 2025 - I rappresentanti dell’ong spagnola “Servizio Gesuita per i migranti” hanno presentato ieri al Congresso dei deputati di Madrid la quindicesima edizione del rapporto annuale sui centri di internamento per stranieri (Cie) nello Stato spagnolo. Il documento – si legge sulla pagina web dell’organizzazione – si intitola “Raíces tras los muros” (Radici dietro le mura) e presenta un’analisi dell’internamento, sottolineando il paradosso che in molti casi nei centri per stranieri vengano trattenuti migranti con forti radici in Spagna, con progetti familiari e lavorativi già avviati. Nello specifico, il 59,6% delle persone internate risiedeva in Spagna da 1 a 7 anni, il 15,82% da più di 15 anni e il 13,47% da 7 a 15 anni. Solo l’11,11% era presente nella penisola iberica da meno di un anno, secondo quanto precisato da Iván Lendrino, autore del rapporto. Nel 2024 sono state complessivamente internate 1.863 persone, di cui 85 donne. Le cause di internamento si dividono in due grandi blocchi: l’83,9% per ordini di espulsione e il 16,1% per procedimenti di rimpatrio. In particolare, la memoria attesta come l’internamento continui a mostrare una predominanza di cause amministrative, legate soprattutto a situazioni di irregolarità documentale. Il 70,8% delle persone è stato internato per semplice soggiorno irregolare nel territorio e il 10,14% per ingresso irregolare via mare. Uno dei dati più sorprendenti – evidenzia la memoria – è che circa la metà delle persone internate nel 2024 non è stata rimpatriata: “Escono dai centri dopo un’inutile privazione della libertà che ha comportato un enorme costo economico, sociale e soprattutto umano”. Alla luce di questi dati, il servizio dei gesuiti ricorda che “la legge sull’immigrazione stabilisce che la detenzione deve essere una misura eccezionale e non penitenziaria, concepita esclusivamente per facilitare il rimpatrio. Tuttavia, i casi seguiti dimostrano che questa eccezionalità non viene rispettata”. (fonte: Sir) Servizio dei gesuiti per i migranti

Mons. Gallagher (Santa Sede) all’Onu: “La risposta alle crisi migratorie dovrebbe trascendere le considerazioni puramente politiche”

30 Settembre 2025 - S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, ha partecipato all’ottantesima Assemblea generale delle Nazioni unite del 29 settembre 2025. Nel suo intervento, dopo aver detto che "il vero progresso non si misura in termini di potere o ricchezza, ma in base alla capacità di elevare i meno privilegiati della società, salvaguardando al contempo la dignità data da Dio a ogni persona", ha dedicato ampio spazio ai migranti e ai rifugiati. "I migranti sono tra le prime vittime delle molteplici disparità globali. Non solo viene loro negata la dignità nei paesi d'origine, ma le loro vite sono anche messe a rischio poiché non hanno più i mezzi per creare una famiglia, lavorare o nutrirsi. La risposta alle crisi migratorie, dei rifugiati e degli sfollati dovrebbe trascendere le considerazioni puramente politiche e abbracciare un approccio etico, umanitario e basato sulla solidarietà. La Santa Sede sottolinea che la dignità umana intrinseca dei migranti, dei rifugiati e degli sfollati interni (IDP) deve essere rispettata indipendentemente dal loro status giuridico, dalla loro nazionalità, etnia, religione o sesso. Le politiche e le azioni devono dare priorità alla loro sicurezza, protezione e a un trattamento umano, aderendo al principio di non respingimento e attuando misure per prevenire la violenza e lo sfruttamento. In questo contesto, dovrebbe essere data priorità al ricongiungimento familiare, riconoscendo il ruolo fondamentale della famiglia nello sviluppo umano, nella salute psicologica e nella stabilità sociale. Per ridurre i pericoli associati alla migrazione irregolare, la Santa Sede esorta ad ampliare i canali di migrazione sicuri, ordinati e regolari per contrastare le attività dei trafficanti e dei contrabbandieri di esseri umani, prevenendo viaggi pericolosi e spesso mortali. La Santa Sede condanna fermamente il crimine atroce della tratta di esseri umani e auspica vivamente che si raggiunga un consenso sulla Dichiarazione politica in occasione della prossima riunione di alto livello per la revisione del Piano d'azione globale per combattere la tratta di esseri umani. Inoltre, la Santa Sede auspica che il Secondo Forum internazionale di revisione sulla migrazione ribadisca gli impegni assunti nel Patto globale sulla migrazione. Allo stesso modo, la revisione dei progressi compiuti dal Forum globale sui rifugiati nel dicembre 2025 dovrebbe rafforzare gli impegni esistenti per garantire che continuino i progressi nel sostegno ai rifugiati".

“Come ponti sul mondo”. Il 2 ottobre a Roma l’anteprima della mostra immersiva su emigrazione e missione

30 Settembre 2025 - Giovedì 2 ottobre alle ore 11, a Roma, presso il Salone del Commendatore (Complesso di Santo Spirito in Sassia, Borgo Santo Spirito, 3) si terrà la presentazione di “Come ponti sul mondo. Scelte di vita, racconti di missione”, una mostra immersiva per rendere omaggio ai tanti missionari e alle tante missionarie che, partendo dal nostro Paese, hanno scelto di essere accanto e di accompagnare gli emigranti italiani nel mondo. La voce narrante è di Massimo Wertmüller. La mostra sarà visitabile dal 3 ottobre al 16 novembre – dalle ore 10 alle ore 18 – con ingresso libero presso la Sala della Quadreria nel complesso Santo Spirito in Sassia. Il programma:
Introduzione e moderazione
  • Paolo Masini, Presidente Fondazione Mei, ideatore e coordinatore del progetto.
Saluti istituzionali
  • Paola Canali, direttore UOC patrimonio e valorizzazione Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia.
  • Civita Di Russo, Vice Capo Gabinetto Presidente Rocca Regione Lazio.
Interventi
  • Mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale Fondazione Migrantes.
  • Mons. Graziano Borgonovo, Sottosegretario Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo.
  • S.E. Mons. Samuele Sangalli, Segretario Aggiunto per l’Amministrazione del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari.
Presentazione della sala immersiva
  • Marisa Fois, Fondazione Migrantes.
Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Museo Nazionale dell’emigrazione italiana (Mei) e dalla Fondazione Migrantes, in occasione del Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4 e 5 ottobre 2025), per ripercorrere la storia e dare voce anche all’attualità delle Missioni cattoliche italiane, volgendo lo sguardo all’intero universo missionario.
Ideazione e coordinamento scientifico: Paolo Masini, Fondazione MEI, e Delfina Licata Fondazione Migrantes. Ricerca storica ed elaborazione testi: Marisa Fois, Fondazione Migrantes. Consulenza storica: Raffaele Iaria, giornalista. Consulenza museale: Giorgia Barzetti, Museo MEI. Co-progettazione e realizzazione: Opera Laboratori. Hanno partecipato alla realizzazione dei contenuti: Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (De Propaganda Fide), Congregazione Missionari di San Carlo – Scalabrinani, Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù – Cabriniane, Archivio Storico “De Propaganda Fide” (Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli), Archivio della Fondazione Migrantes, Archivio Generale Scalabriniano, Istituto Storico Scalabriniano. Mei Mostra Roma 2025 Emigrazione e missione

5 ottobre: a Roma la “Festa dei popoli” con i pellegrini del Giubileo dei migranti e del mondo missionario

29 Settembre 2025 - Il Giubileo dei migranti e del mondo missionario porta a Roma tanti pellegrini, ma anche un’evento di festa per tutta la città. Il 5 ottobre, a partire dalle ore 14.30 sino alle ore 19.00, presso i Giardini di Castel Sant’Angelo più di 20 gruppi etnici proporranno momenti di musica, danza, canto. Alle performance artistiche si alterneranno testimonianze da diversi Paesi del mondo. Una festa organizzata dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano Integrale e dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, con il sostegno e la collaborazione della Fondazione Migrantes e di tante realtà del mondo della pastorale dei migranti e del mondo missionario. "Un evento di gioia condivisa e di conoscenza reciproca al quale siete caldamente invitati - ha scritto in una lettera alla diocesi di Roma, il cardinale vicario Reina -. Una Festa dei Popoli a cui non mancare, insieme alle Vostre Comunità!". Tra gli eventi giubilari collegati da segnalare “COME PONTI SUL MONDO. Scelte di vita, racconti di missione”, una mostra immersiva realizzata da Fondazione Migrantes e Museo dell'emigrazione italiana (Mei) per rendere omaggio ai tanti missionari e alle tante missionarie che hanno scelto di essere accanto e di accompagnare gli emigranti italiani nel mondo. La voce narrante è di Massimo Wertmuller. L’inaugurazione sarà giovedì 2 ottobre p.v. alle ore 11.00, a Roma, presso il Salone del Commendatore (Complesso di Santo Spirito in Sassia, Borgo Santo Spirito, 3). La mostra sarà visitabile dal 3 ottobre al 16 novembre – dalle ore 10 alle ore 18.   Festa dei Popoli Roma 2025

“Libere da, libere di?”. Alla Cattolica di Milano la presentazione di una ricerca sui corridoi umanitari. Con mons. Perego

27 Settembre 2025 - A dieci anni dall’attivazione dei corridoi umanitari e in prossimità della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato e del Giubileo dei migranti, lunedì 29 settembre verrà presentato in Università Cattolica (Milano, ore 16.00, Aula Maria Immacolata) il volume Libere da, libere di? Storie di giovani donne in Italia con i corridoi umanitari, edito da Vita e Pensiero. All’incontro, oltre ai curatori del libro Cristina Pasqualini e Fabio Introini, docenti di Sociologia in Università Cattolica, Mons. Gian Carlo Perego, presidente Fondazione Migrantes e CEMI; Alganesh Fessaha, presidente di Associazione Gandhi; Monica Attias (Comunità di Sant’Egidio); Monica Massari, docente di Sociologia generale all’Università degli Studi di Milano; Max Hirzel, fotografo. Modera Paolo Lambruschi di Avvenire. Porterà i saluti iniziali la Rettrice Elena Beccalli. Poiché gli studi sulle migrazioni hanno sottolineato che le donne migranti si trovano ad affrontare situazioni più complesse e delicate rispetto a quelle degli uomini, quali opportuni­tà possono offrire loro i corridoi umanitari? Su tale rilevante questione, l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo nel biennio 2022-2024 ha condotto una ricerca qualitativa insieme a venti giovani donne under 35, provenienti da diversi Paesi. Il volume ne presenta i risultati Scrive mons. Perego nelle conclusioni della sua postfazione al volume: "Il Patto europeo Migrazione e Asilo, approvato a fine legislatura nel 2024 e che entrerà in vigore nel 2026, segna un’ulteriore limitazione dei diritti dei richiedenti asilo e rifugiati. Infatti ha previsto, annualmente, l’accoglienza di 30.000 rifugiati, un numero che è di poco superiore ai rifugiati accolti da 17 Paesi nel 2023 con i reinsediamenti: questo a dimostrare che la politica europea ha di fatto utilizzato i corridoi umanitari come unico canale per stabilire il numero dei richiedenti asilo da accogliere in Europa a partire dal 2026. Sarà anche l’unico canale legale di ingresso in Europa?". Perego Cattolica Milano 29 settembre 2025

Sassari: “Se il mare sapesse”, un’opera in due atti dedicata a tutti i migranti che hanno perso la vita in mare

26 Settembre 2025 - Domenica 28 settembre 2025, alle ore 21.00 presso il Teatro Verdi di Sassari (ingresso libero sino a esaurimento posti), in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, la Fondazione Accademia, Casa di Popoli, Culture e Religioni, e l’Arcidiocesi di Sassari, presentano Se il mare sapesse…, un’opera in due atti di Giovanna Dongu, ispirata a Preghiera del mare di Khaled Hosseini. L’opera prende la forma di una lettera toccante che un padre scrive alla figlia Aurora, in una notte stellata sulla spiaggia, circondato da uomini, donne e bambini che condividono la stessa sorte: la ricerca di un futuro incerto, segnato da speranza e paura. Il racconto intreccia i ricordi sereni del passato – la fattoria dei nonni, i campi in fiore, le passeggiate familiari – con l’angoscia del presente e l’ignoto del futuro, in una nuova terra percepita come ostile, «dove nessuno ci ha invitato». Ne nasce un contrasto emotivo che mette in luce la vulnerabilità e, al tempo stesso, la forza dell’amore paterno, capace di custodire e trasmettere speranza anche nei momenti più bui. L’opera richiama esplicitamente la tragedia del piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano annegato nel Mediterraneo nel 2015: un’immagine che è diventata simbolo universale del dramma delle migrazioni forzate. La sua storia, qui, si intreccia con quella di tanti altri volti e vite spezzate, dando voce a chi il mare ha inghiottito nel silenzio. Se in Hosseini i protagonisti sono migranti siriani, in questa rappresentazione sono sardi, scelta che nasce dal desiderio della compositrice di avvicinare ancora di più questa esperienza al proprio popolo, rendendo la narrazione un’esperienza condivisa e profondamente sentita. Se il mare sapesse… è dedicata a tutti i migranti che hanno perso la vita in mare fuggendo da guerre e persecuzioni. Un’opera che non vuole solo raccontare, ma anche farci riflettere sulla nostra comune umanità, ricordandoci che “tutto questo ci riguarda”.

Info: www.fondazioneaccademia.com

Se il mare sapesse Sassari

“Pellegrini di speranza”: a Tivoli (RM), in una mostra sul Giubileo, un’istallazione curata dalla Migrantes

26 Settembre 2025 - Dal 20 settembre al 5 ottobre 2025 la chiesa di San Vincenzo Martire a Tivoli (RM) ospita la mostra "Pellegrini di Speranza" di Paula Caccavale e Italo Carrarini. L’esposizione, promossa dalla Diocesi di Tivoli e di Palestrina, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Tivoli, realizzata in partnership con altri soggetti, propone note, installazioni e riflessioni imperniate sull’annuncio della “speranza”, tema centrale della Bolla di Indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025 Spes non confundit emanata da papa Francesco il 9 maggio 2024. Da segnalare, in particolare, tra le istallazioni presenti nella mostra, quella che prende proprio il nome dal testo della Bolla, “Spes non confundit”: si tratta di un’ambientazione con emissioni sonore polifoniche multilingue della lettura integrale del testo papale, realizzata in collaborazione con Francesco Passarelli e con don Denis Kibangu Malonda, direttore diocesano Migrantes di Tivoli e di Palestrina, con sede a Villalba di Guidonia – Montecelio. _________ Orari di visita Feriali: 16.30 – 19.30  |  Festivi: 11.00 – 13.00  | 16.30 – 19.30 Orari di emissione dell’installazione sonora SPES NON CONFUNDIT Feriali: 17.00 – 18.00 – 19.00 Festivi: 11.30 – 12.30  l 17.00 – 18.00 – 19.00

A Cagliari due eventi in preparazione alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

25 Settembre 2025 - In preparazione alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, prevista il 5 ottobre, l’ufficio diocesano Migrantes in collaborazione con la Caritas diocesana propongono due momenti di riflessione e condivisione. Il 26 settembre 2025 alle ore 17, presso Sa Manifattura (viale Regina Elena, 33 a Cagliari) è previsto un incontro al quale parteciperanno la prof.ssa Laura Zanfrini (Università Cattolica del Sacro Cuore) su “La sfida profetica dei nuovi italiani: situazione attuale e prospettiva di speranza”, prof. Fabio Onnis (presidente Confcooperative Cagliari) su “La cooperazione e le cooperative sociali: luogo e opportunità di inclusione e riscatto”. Le conclusioni saranno affidate a mons. Giuseppe Baturi. Coordina i lavori il diacono Enrico Porru, direttore dell’ufficio diocesano Migrantes. Durante l’incontro sarà possibile visitare la mostra “Oltre i muri”. Il 27 settembre 2025 alle ore 17, presso il Teatro Sant’Eusebio (via Quintino Sella, Cagliari) è in programma la proiezione del film Qualcosa di meraviglioso (Francia, 2019), regia di Pierre-François Martin-Laval. Al termine è prevista la possibilità di interventi e commenti. Coordina il diacono Enrico Porru, direttore dell’ufficio diocesano Migrantes. (fonte: chiesadicagliari.it) Cagliari GMMR 2025

Bologna, Festival Francescano: il card. Zuppi interviene nella tavola rotonda “Migranti, missionari di speranza”

25 Settembre 2025 - Inizia a Bologna il Festival Francescano 2025. Nella giornata inaugurale, alle ore 20.15, in piazza Maggiore, è in programma la tavola rotonda “Migranti, missionari di speranza”. L'incontro, a cura del Tavolo diocesano per la Pastorale dei Migranti, vedrà la partecipazione di Geppi Cucciari, Mattia Ferrari e il cardinale Matteo Maria Zuppi, moderati da Luca Bottura. Un dialogo a più voci per riflettere sul tema dell’accoglienza in vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il programma completo è disponibile su www.festivalfrancescano.it, dove è possibile prenotare i posti a sedere gratuitamente. Tutti gli eventi all’aperto, in caso di pioggia, saranno spostati al chiuso a pochissima distanza dalle sedi previste. Il Festival Francescano 2025 è organizzato dal Movimento Francescano dell’Emilia Romagna con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, nell’ambito di Bologna Estate; con il patrocinio di Città Metropolitana di Bologna e Comitato nazionale per la celebrazione dell'ottavo centenario della morte di San Francesco; grazie al contributo di Chiesa di Bologna, Fondazione Carisbo, Fondazione del Monte, Fondazione Comunicazione e Cultura. [caption id="attachment_64593" align="aligncenter" width="1024"]Festival Francescano (foto: festivalfrancescano.it)[/caption]

Emigrazione e missione: a Roma apre la mostra immersiva “Come ponti sul mondo”

25 Settembre 2025 - Giovedì 2 ottobre alle ore 11, a Roma, presso il Salone del Commendatore (Complesso di Santo Spirito in Sassia, Borgo Santo Spirito, 3) – alla presenza di autorità religiose e istituzionali – si terrà la presentazione di “Come ponti sul mondo. Scelte di vita, racconti di missione”, una mostra immersiva per rendere omaggio ai tanti missionari e alle tante missionarie che, partendo dal nostro Paese, hanno scelto di essere accanto e di accompagnare gli emigranti italiani nel mondo. La voce narrante è di Massimo Wertmüller. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Museo Nazionale dell’emigrazione italiana (Mei) e dalla Fondazione Migrantes, in occasione del Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4 e 5 ottobre 2025), per ripercorrere la storia e dare voce anche all’attualità delle Missioni cattoliche italiane, volgendo lo sguardo all’intero universo missionario. La mostra sarà visitabile dal 3 ottobre al 16 novembre – dalle ore 10 alle ore 18 – con ingresso libero presso la Sala della Quadreria nel complesso Santo Spirito in Sassia.
Introduzione e moderazione:
  • Paolo Masini, Presidente Fondazione Mei, ideatore e coordinatore del progetto.
Saluti istituzionali:
  • Paola Canali, direttore UOC patrimonio e valorizzazione Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia.
  • Civita Di Russo, Vice Capo Gabinetto Presidente Rocca Regione Lazio.
Interventi:
  • Mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale Fondazione Migrantes.
  • Mons. Graziano Borgonovo, Sottosegretario Dicastero per l’Evangelizzazione.
  • S.E. Mons. Samuele Sangalli, Segretario Aggiunto per l’Amministrazione del Dicastero per l’Evangelizzazione.
Presentazione della sala immersiva:
  • Marisa Fois, Fondazione Migrantes.

Ideazione e coordinamento scientifico: Paolo Masini, Fondazione MEI, e Delfina Licata Fondazione Migrantes. Ricerca storica ed elaborazione testi: Marisa Fois, Fondazione Migrantes. Consulenza storica: Raffaele Iaria, giornalista. Consulenza museale: Giorgia Barzetti, Museo MEI. Co-progettazione e realizzazione: Opera Laboratori. Hanno partecipato alla realizzazione dei contenuti: Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (De Propaganda Fide), Congregazione Missionari di San Carlo – Scalabrinani, Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù – Cabriniane, Archivio Storico “De Propaganda Fide” (Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli), Archivio della Fondazione Migrantes, Archivio Generale Scalabriniano, Istituto Storico Scalabriniano. Mei Mostra Roma 2025 Emigrazione e missione  

Gaza, Cei: “Chiediamo con forza che cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi”

24 Settembre 2025 - "Chiediamo con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi. Si rispetti il diritto umanitario internazionale, ponendo fine all’esilio forzato della popolazione palestinese, aggredita dall’offensiva dell’esercito israeliano e pressata da Hamas. Ribadiamo che la prospettiva di 'due popoli, due Stati' resta la via per un futuro possibile. Per questo, sollecitiamo il Governo italiano e le Istituzioni europee a fare tutto il possibile perché terminino le ostilità in corso e ci uniamo agli appelli della società civile". Inizia così la nota "Sia pace in Terra Santa!" firmata dai vescovi della Chiesa italiana riuniti a Gorizia per il Consiglio episcopale permanente della Cei. La nota preannuncia anche che "nei prossimi giorni, il Segretario Generale, S.E. Mons. Giuseppe Baturi, si recherà a Gerusalemme per esprimere solidarietà alla Chiesa di Terra Santa, verificare la possibilità di incrementare l’aiuto umanitario e di realizzare, come già avvenuto con alcune Conferenze Episcopali Regionali, una prossima visita fraterna da parte di rappresentanti dell’Episcopato italiano". Nel corso dei lavori, il Consiglio episcopale permanente ha provveduto, tra le altre, anche alla nomina a Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici filippini in Italia di don Gregory Ramon Dacer Gaston (Rettore del Pontificio Collegio Filippino a Roma).