Primo Piano

Lamorgese: 6701 sbarchi nel 2022

30 Marzo 2022 - Roma - Nel 2021 sono arrivati in Italia 6.701 migranti dal Mediterraneo: 3.323 a seguito di interventi di soccorso - di cui 1.595 dopo operazioni di navi ong - e 3.378 sbarchi autonomi. Lo ha detto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, in audizione al Comitato Schengen, ricordando che la maggioranza "continua a partire da Libia (4.236) e Tunisia (1.494), ma ultimamente si sta registrando un allentamento della pressione da Libia e Tunisa".

Ucraina: trecento euro a ogni profugo accolto

30 Marzo 2022 -

Roma - Prende forma il quadro normativo necessario per sostenere la complessa macchina dell’accoglienza dei profughi in fuga dal conflitto in Ucraina. Ieri il premier Mario Draghi ha firmato il Dpcm su protezione temporanea e assistenza, che recepisce la decisione del Consiglio Ue dello scorso 4 marzo. E nelle stesse ore il capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha emanato un’ordinanza che dispone contributi economici per i rifugiati che troveranno una sistemazione abitativa autonoma. Finora, secondo i dati del Viminale, ammontano a 75.115 i rifugiati ucraini giunti in Italia: 38.735 donne, 7.158 uomini e 29.222 minori. Ormai gli ingressi si stanno assestando sul migliaio al giorno: ieri sono stati 1.217. Le destinazioni principali restano Milano, Roma, Napoli e Bologna. E la stragrande maggioranza delle persone risulta per ora ospitata da parenti o conoscenti, anche italiani. Nelle scuole italiane, sono già 7mila i bambini e ragazzi ucraini accolti, fa sapere il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, «e il loro numero cresce al ritmo di 180-200 al giorno». Il comitato parlamentare su Schengen ha chiesto alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese di riferire stamani in audizione sulla gestione della macchina dell’accoglienza.

Il Dpcm firmato da Draghi fissa, a partire dal 4 marzo 2022, la decorrenza della protezione temporanea, con durata di un anno. I beneficiari sono le persone sfollate dall’Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022, primo giorno dell’attacco russo: non solo i residenti nel Paese, ma anche cittadini di Paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale e i familiari. Il permesso di soggiorno viene rilasciato in Questura e vale un anno, ma può essere prorogato di sei mesi più altri sei, per un massimo di un anno. Cosa consente? L’accesso all’assistenza sanitaria, al mercato del lavoro e allo studio. Ma può essere revocato, anche prima della sua scadenza, se e quando il Consiglio Ue si trovi a decidere la cessazione della protezione temporanea. Il provvedimento consente ai cittadini ucraini già presenti in Italia il ricongiungimento con i propri familiari ancora presenti in Ucraina e prevede inoltre specifiche misure assistenziali.

Chi fa richiesta di protezione temporanea e trova una sistemazione autonoma (una stanza in affitto; un’abitazione) può ricevere «un contributo di sostentamento una tantum, pari a 300 euro mensili pro capite, per la durata massima di tre mesi decorrenti dalla data d’ingresso in Italia». Se ci sono minori, «in favore dell’adulto titolare della tutela legale o affidatario, è riconosciuto un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio di età inferiore ai 18 anni». Le due disposizioni sono contenute nell’ordinanza firmata dal capo della Protezione Civile Curcio. Chi beneficerà del contributo, si legge nell’atto, non potrà accedere «ad altre forme di assistenza alloggiativa», ma potrà avere i fondi «in un’unica soluzione e in forma cumulativa », anche per due o tre mensilità, qualora i tempi delle domande dovessero prolungarsi oltre i 90 giorni dall’ingresso in Italia. Chi verserà il contributo? Potrà essere erogato in contanti da qualsiasi istituto di credito nel Paese, qualora il beneficiario non abbia un conto corrente: basterà presentare in banca un documento d’identità valido, insieme alla ricevuta del permesso rilasciata dalla questura competente. «Ci sarà chiaramente un sistema di controlli sulla legittimità della richiesta », avverte Curcio. Invece «l’accoglienza diffusa riguarda i Comuni, gli enti del Terzo Settore» fino a un massimo «di 15mila posti». Una volta stabiliti criteri e tariffe massime pro capite al giorno, «passeremo alla valutazione di queste disponibilità e agli accordi attuativi», specifica Curcio.

 Se il profugo dovesse trovare un lavoro, l’ordinanza dispone che «il beneficiario può continuare a fruire della misura» solo per «60 giorni». Infine, rispetto alle cure, i profughi ucraini vengono equiparati ai cittadini italiani: avranno un codice fiscale per accedere alle prestazioni sanitarie. E a ogni regione sarà riconosciuto un rimborso forfettario di 1.520 euro a profugo, per un massimo di 100mila persone. «Ci interfacciamo con le reti, ma può esserci la piccola associazione, il nucleo familiare o nuclei di famiglie che decidono di mettersi insieme a soggetti che lo Stato conosce perché sono nei registri del ministero del Lavoro, del Mise, delle prefetture», argomenta Wladimiro Boccali, membro del gabinetto del ministero del Lavoro, appellandosi al «grande senso di responsabilità del Terzo settore». (V. R. Spagnolo)

Migrantes: domani la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo a cura dell’Istituto di Cultura di Berlino

30 Marzo 2022 - Berlino - Sarà presentato domani, 31 marzo alle ore 19 - a cura dell’Istituto italiano di cultura di Berlino - l''edizione 2021 del “Rapporto Italiani nel Mondo 2021” della Fondazione Migrantes. Alla presentazione interverranno la curatrice Delfina Licata, Edith Pichler, docente di politologia presso l’Università di Potsdam e membro del Rat für Migration e Luciana Degano-Kieser, medico psichiatra e psicoterapeuta, presidente dell’associazione “Salutare e.V.”. Il Rapporto Italiani nel Mondo da 16 ani si occupa di studi sulla mobilità italiana nel mondo e raccoglie cxontributi di studiosi provenienti da tutto il mondo. L'ultima edizione è dedicata all'epidemia di Covid-19 e ha visto la partecipazione di 75 autori che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a 54 saggi.

Ucraina: oltre 75mila i profughi arrivati in Italia

29 Marzo 2022 - Roma - Sono complessivamente 75.115 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Italia, 72.175 delle quali alla frontiera e 2.940 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Il dato è del Ministero dell'Interno che nel dettaglio quantifica  38.735 donne,  7.158 uomini e 29.222 minori. Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia continuano a essere Milano, Roma, Napoli e Bologna. Rispetto a ieri, l'incremento è di 1.217 ingressi nel territorio nazionale.

Cei: no a lavoro nero, capolarato e sfruttamento degli immigrati

29 Marzo 2022 - Roma - “La nostra coscienza è interpellata anche da quanti sono impegnati in lavori irregolari o svolti in condizioni non dignitose, a causa di sfruttamento, discriminazioni, caporalato, mancati diritti, ineguaglianze”. Lo scrivono i vescovi italiani nel messaggio per il 1° maggio diffuso questa mattina. “Il grido di questi nuovi poveri – si legge ancora - sale da un ampio scenario di umanità dove sussiste una violenza di natura economica, psicologica e fisica in cui le vittime sono soprattutto gli immigrati, lavoratori invisibili e privi di tutele, e le donne, ostaggi di un sistema che disincentiva la maternità e punisce la gravidanza col licenziamento”. “Un Paese che cerca di risalire positivamente la china della crisi non può fondare la propria crescita economica sul quotidiano sacrificio di vite umane” è il monito dei presuli italiani nel quale fanno presente che “lo scenario che abbiamo davanti è drammatico: nel 2021 sono stati 1.221 i morti (dati Inail), cui si aggiungono quelli ignoti perché avvenuti nelle pieghe del lavoro in nero, un ambito sommerso in cui si moltiplicano inaccettabili tragedie”. “Siamo di fronte a un moderno idolo che continua a pretendere un intollerabile tributo di lacrime”, la denuncia dei vescovi italiani, che fanno notare come “tra i settori più colpiti ci sono l’industria, i servizi, l’edilizia e l’agricoltura”.

Ucraina: sottoscritto protocollo per utilizzare beni confiscati alla criminalità organizzata per l’accoglienza dei profughi

29 Marzo 2022 - Roma - È stato sottoscritto un protocollo d’intesa per l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata ai fini dell’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione di prefetture e comuni, in via temporanea e straordinaria, le strutture non ancora destinate e nella diretta gestione della Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e quelle già trasferite agli enti locali e non ancora utilizzate. «Si tratta di una iniziativa», ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, «che intende ampliare il numero degli immobili disponibili per i profughi ucraini, prevedendo anche la possibilità di finanziare rapidamente, nell’ambito dei progetti europei PON/POC Legalità e Fami, gli interventi necessari per adeguarli alle nuove esigenze».  «È massimo l'impegno del ministero dell'Interno per dare risposte concrete alle persone più fragili, come donne e bambini», ha aggiunto la titolare del Viminale, sottolineando come «il ricorso ai beni confiscati assuma anche un forte valore simbolico in quanto patrimoni sottratti al circuito criminale saranno destinati a chi sfugge dal teatro di guerra, valorizzando le finalità sociali proprie del loro riutilizzo». Il protocollo assegna al Dipartimento per le libertà civili e per l’immigrazione del ministero dell’Interno il raccordo con le prefetture interessate dall’attuazione dell’intesa attraverso l’adozione di specifiche linee guida. L’Agenzia nazionale svolgerà un duplice compito. Da un lato, provvederà all’assegnazione dei beni in gestione in comodato gratuito e temporaneo alla prefettura del luogo in cui si trovano per l’esclusivo scopo di accoglienza dei profughi ucraini (234 beni tra strutture abitative e ricettive). Dall’altro, metterà a disposizione l’elenco degli immobili confiscati già trasferiti agli enti locali e non ancora utilizzati (388 immobili), individuati dalle prefetture e dagli stessi comuni, potenzialmente fruibili per le finalità di accoglienza dei profughi ucraini anche nell’ambito delle forme di accoglienza diffusa di cui all’articolo 31 del decreto-legge n. 21-2022. L’Autorità di gestione del PON/POC “Legalità” e l’Autorità responsabile del Fami metteranno a disposizione risorse per la realizzazione degli interventi sugli immobili per rendere possibile la loro destinazione all’accoglienza dei profughi. Fondamentale il ruolo dell’Anci che svolgerà una attività di impulso ed informazione nei riguardi dei comuni interessati anche sulla possibilità accedere ai suddetti finanziamenti per far fronte alle eventuali esigenze di allestimento ed efficientamento dei beni.

Ferrara: il 7 aprile la presentazione del Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes

29 Marzo 2022 - Ferrara - Sarà l'Istituto di cultura "Casa G. Cini" di Ferrara a ospitare il 7 aprile alle ore 17 l'incontro "Cittadinanza aperta. Presentazione del XXX Rapporto Immigrazione di Caritas-Migrantes". Per l'occasione interverranno mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e  Simone Varisco della Fondazione. Presenta l'incontro Orsetta Giolo, docente dell'Università di Ferrara. Si tratta del secondo incontro del III ciclo di seminari sui temi del razzismo e dell’antirazzismo dal titolo "Intersezioni di discriminazioni. Intersezioni di lotte", organizzato dal Laboratorio Antirazzista dell'Università di Ferrara e finanziato dal Fondo Culturale di Ateneo. L'iniziativa è organizzata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale indetta dalle Nazioni Unite nel 1966, che si tiene il 21 marzo 2022 e che ricorda l’eccidio di 69 persone che manifestavano pacificamente contro l’apartheid in Sudafrica. Il primo dei due incontri, invece, è in programma il 30 marzo alle 16.30 nell’Aula 9 del Dipartimento di Matematica a Ferrara. Tema di questo primo incontro è "Pandemia di tutte/i, salute di poche/i. Le disuguaglianze nell'accesso alle cure e alla vaccinazione".

Ucraina: il Viminale e la macchina dell’accoglienza

29 Marzo 2022 -

Roma - Al Viminale ieri erano in corso le ultime limature. E forse già oggi, salvo imprevisti, potrebbe essere varato il protocollo con le linee guida relative alle procedure di tutela e accoglienza dei minori non accompagnati fuggiti dall’Ucraina e in arrivo nel nostro Paese. I contenuti del provvedimento potrebbero essere resi noti dal prefetto Francesca Ferrandino, capo dipartimento Immigrazione e commissario per i minori non accompagnati, insieme al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. I meccanismi di protezione e affidamento dei minori soli (per evitare che se ne perdano le tracce o che finiscano in mano a trafficanti o sfruttatori) sono fra i nodi più delicati nella gestione della macchina dell’accoglienza, perché coinvolgono diverse istituzioni, comprese quelle scolastiche e i tribunali dei minori. Al momento, sono circa 300 i bambini e adolescenti arrivati in Italia senza genitori. Ma anche su quelli accompagnati andranno fatte verifiche: alcuni sono arrivati in compagnia di parenti, conoscenti, educatori, rapporti non sempre inquadrabili in forme di tutela legale.

Complessivamente, alla data di ieri, il ministero dell’Interno ha contato 73.898 arrivi dall’inizio del conflitto: 38.068 donne, 6.959 uomini e 28.871 minori. Da 3-4mila arrivi quotidiani, si è scesi a meno di 2mila in media. Le aree urbane di Milano, Bologna, Roma e Napoli contano maggiori presenze. E finora la stragrande maggioranza dei profughi pare aver trovato sistemazione presso parenti, conoscenti o amici italiani, grazie a una comunità, quella ucraina, che in Italia conta 240mila persone. Oltre alle sistemazioni casalinghe, ci sono alcune migliaia di posti messi a disposizione dal Viminale nel circuito dei centri Cas e del sistema Sai. Il governo ha stanziato 428 milioni di euro da destinare all’accoglienza. E l’intenzione è quella – specie se i numeri dovessero crescere – di mettere in campo meccanismi che superino la prima fase di spontaneismo. In attesa del Dpcm di recepimento della direttiva europea che assegna ai profughi in fuga dal conflitto (ucraini, ma anche residenti in quel Paese) un permesso europeo di protezione e soggiorno per un anno, l’esecutivo italiano valuta diversi strumenti, come il contributo di «autonoma sistemazione»  (analogo a quello previsto per gli sfollati del sisma del 2016) per compensare i costi di un alloggio. Previsto per un massimo di 60mila persone per una durata di 90 giorni partire dall’ingresso, il contributo mensile – da precisare con un’ordinanza di Protezione civile – potrebbe oscillare tra i 300 e i 350 euro per ogni profugo ucraino adulto, titolare della protezione temporanea, e altri 150 euro per ogni minore. Rispetto all’assistenza diffusa Per quanto riguarda invece l’assistenza diffusa – prevista per 15mila persone – a enti e associazioni del Terzo settore che se ne faranno carico potrebbe essere destinato un importo di 30 euro a persona ospitata. C’è poi la questione scuola (oltre 5mila alunni ucraini sarebbero già stati inseriti nei programmi didattici) e l’assistenza sanitaria, a partire dalla vaccinazione anti Covid.

Da Bruxelles, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese puntualizza come non sia sul tavolo europeo un meccanismo di 'quote': gli spostamenti dei profughi verso questo o quel Paese restano su base volontaria. «L’Italia associa il principio di solidarietà a quello di responsabilità e farà la sua parte», assicura la ministra. Confidando in prospettiva su interventi di sostegno europei, il governo sta definendo il meccanismo di aiuti economici, da erogare anche tramite i comuni e la Protezione civile. Dal canto suo, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, ritiene «urgente definire un protocollo unico che ci permetta di fare ognuno la propria parte». (Vincenzo R. Spagnolo)

Profughi: 10 punti per aiutare gli Stati Ue

29 Marzo 2022 -

Bruxelles - Nessuna quota di ridistribuzione dei profughi ucraini. Piuttosto, si tratterà di creare un «indice» per fotografare la situazione reale di ogni Stato membro, al via inoltre la registrazione di quanti sono arrivati. Dopo una riunione di poco più di tre ore, i ministri dell’Interno dell’Ue, in un Consiglio straordinario, hanno trovato un’intesa su un piano in 10 punti già proposto dalla presidenza di turno francese per creare un miglior coordinamento della gestione dei flussi, i più ingenti dalla fine della Seconda guerra mondiale. Al momento, ha precisato la commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson, si assiste a una riduzione: circa 58.000 al giorno contro i 200.000 del picco. Comunque, ha precisato la svedese, «ci servono piani di emergenza se la situazione dovesse persino peggiorare in Ucraina». Complessivamente, ha detto la commissaria, nell’Ue sono arrivati 3,8 milioni di profughi dall’Ucraina, della quale «metà sono bambini». Gli altri per lo più donne o anziani. Di questi, 800.000 hanno chiesto l’applicazione della direttiva per la protezione temporanea, attivata a tempo record, una settimana dopo la guerra, dai Ventisette, e che consente ai profughi di restare fino a tre anni nel Paese ospite senza chiedere asilo. Alla vigilia dell’incontro, Varsavia e Berlino, in una lettera comune alla Commissione Europea, avevano chiesto maggiore solidarietà sia nella distribuzione dei profughi, sia nel sostegno finanziario. La Polonia deve ormai fronteggiare oltre due milioni di profughi, ma è stata la Germania (dove ne sono arrivati 270.000) a chiedere una ridistribuzione con quote. Idea respinta da quasi tutti. Molti Paesi dell’Est (Polonia inclusa) anche per il timore di creare un «precedente» per future crisi migratorie. «Non ci serve un sistema di ricollocamenti – ha spiegato il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas – perché le persone che arrivano si ricollocano in qualche modo da sole (gli ucraini sono esentati dal visto e possono restare nell’Ue fino a 90 giorni, ndr). E se ci saranno squilibri, con più persone in alcuni Paesi rispetto ad altri e servirà un sostegno per favorire gli spostamenti, lo faremo attraverso una piattaforma di solidarietà che permetterà la condivisione delle responsabilità tra le famiglie». Una piattaforma già attiva da vari giorni, in cui ogni Stato membro può dichiarare quanti posti è disponibile a mettere a disposizione. Soprattutto, si punta a una migliore informazione dei profughi ucraini. «È importante – ha dichiarato Johansson – incentivare i rifugiati a lasciare la Polonia e cercare di andare anche in altri Paesi, spiegando che avranno un trattamento equivalente. Altrimenti la situazione non sarà sostenibile». Coinvolti anche Paesi terzi come gli Usa, il Canada, il Regno Unito.

Tra i punti principali del «piano», un «indice» per capire quali sono i Paesi sottoposti a maggior pressione. C’è poi una piattaforma Ue, attiva da ieri, destinata a creare, si legge nel comunicato finale, «un approccio centralizzato a livello europeo per la registrazione dei rifugiati ucraini ». Importante è pure la questione dei trasporti di profughi, con un coordinamento europeo di servizi di treni e autobus. Questo anche per evitare il dilagare di ambigue offerte di individui che potrebbero esser legati alla tratta di esseri umani (soprattutto per la prostituzione). Previsto dall’Ue un piano per combattere questa piaga, i Ventisette hanno deciso la mobilitazione della rete Ue per la lotta al crimine organizzato (Empact). La Commissione sta inoltre preparando linee guida per l’accoglienza dei minori non accompagnati. Sul fronte dei finanziamenti, la richiesta di Polonia e Germania di un contributo pari a 1.000 euro a profugo non ha trovato per ora riscontro, la Commissione studierà fondi aggiuntivi. Tra gli altri punti, infine, il sostegno alla Moldavia, non in grado di reggere la pressione di 300.000 profughi. (Giovanni Maria Del Re - Avvenire)

Guerra all’infanzia: chi perde di più, al fronte e nei luoghi di rifugio

28 Marzo 2022 - Roma - Un bambino è l’esatto opposto della guerra. Vitalità piena contro la morte. E la guerra dovrebbe restare quanto di più lontano rispetto ai bambini, non dovrebbe toccarli mai. E invece succede sempre. Ogni volta che scoppia, ovunque, la guerra si accanisce contro i civili e, tra loro, sono i bambini a soffrire di più. Quando non viene recisa la loro stessa vita, la devastazione del loro Paese – materiale, morale, sociale, economica – ruberà loro le opportunità e i mezzi per coglierle, a partire dal diritto allo studio, e spezzerà il loro futuro. Le privazioni del tempo di guerra potrebbero pregiudicare la loro crescita irrimediabilmente. Nel migliore dei casi, avranno davanti un’esistenza intera per fare i conti con gli spettri della perdita e del distacco. Lo sperimentano oggi i piccoli ucraini. Le Nazioni Unite contano oltre cento bambini rimasti feriti dall’inizio dei combattimenti. E 78 piccole vittime, solo tra quelle che l’ONU ha potuto confermare. Le fonti ucraine rendono un conto che cresce inarrestabile, di già oltre 130 bambini uccisi. Sconvolge ma non sorprende, in una guerra che ha rivelato una ferocia particolare contro le istituzioni civili e i luoghi della vita quotidiana. Chi uccide le persone in fila per procurarsi l’acqua o in fuga attraverso i corridoi umanitari, chi distrugge i teatri – anche quando, nel frattempo, sono diventati un rifugio per chi ha perso la casa sotto le bombe – non si ferma neanche davanti a scuole e reparti di maternità. I bambini sono stati dall’inizio nell’occhio di questa guerra. E anche per questo, voci insistenti si levano oggi ad accusare chi la conduce di crimini di guerra. Mentre la diplomazia stenta, i cessate il fuoco, quand’anche concessi, restano largamente ineffettivi e la difesa, pur coraggiosa, non può garantire protezione, l’unica strada per la sicurezza, al momento, è quella che porta fuori dalle città sotto attacco. Dei sette milioni e mezzo di bambini ucraini, la metà (4,3 milioni) già si trova costretta lontana dalla propria casa. Quasi due milioni hanno lasciato il Paese, nell’esodo infantile più imponente dalla Seconda guerra mondiale. Si può immaginare una categoria più vulnerabile? Quando non sono completamente soli – orfani di ieri e di oggi o spinti in salvo, almeno loro, dalle famiglie disperate – questi bambini viaggiano spesso con la sola mamma. Indifesi e traumatizzati, nei Paesi in cui giungono si ritrovano esposti ad ogni genere di insidia. Associazioni e organizzazioni, comprese UNICEF e UNHCR, chiamano gli Stati di accoglienza ad un’azione coordinata per proteggerli: il primo passo è tracciarli, contandoli e identificandoli quando fanno ingresso nel territorio nazionale. Poi occorre elaborare una strategia di gestione, come l’affidamento ad un tutore. Non dimenticando che la delicatezza della materia richiede un bilanciamento attentissimo tra i mille profili in gioco, comprese la temporaneità – in cui vogliamo continuare a sperare – della permanenza dei bambini lontano da casa e l’opportunità, anche nel frattempo, di organizzare il ricongiungimento con le loro famiglie. Dei piccoli profughi ucraini giunti in Italia – già oltre 25.000 bambini, di cui 277 minori non accompagnati coinvolti nel circuito di accoglienza dedicato – ha parlato la ministra dell’interno Luciana Lamorgese alla Camera dei deputati. Ora il Governo si impegna a non tradire l’aspettativa di pace che li ha spinti fin qui. Sono ospitati in famiglie e strutture dove nulla mancherà loro, in 5.000 si stanno già inserendo nel sistema scolastico. Nella speranza che sia per poco e che, nell’attesa di ricucire la loro normalità, di tornare nel mondo abbandonato dei loro affetti, dei loro giochi, dei loro studi, questi bambini trovino in Italia la salvezza e almeno un po’ di serenità. (Livia Cefaloni)

Ucraina: cira 74mila i profughi giunti in Italia

28 Marzo 2022 -
Roma - Sono complessivamente 73.898 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Italia, 71.043 delle quali alla frontiera e 2.855 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Lo rende noto il Ministero dell'Interno. Nel dettaglio 38.068 sono donne, 6.959 uomini e 28.871 minori. Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia continuano a essere Milano, Roma, Napoli e Bologna. Rispetto a ieri, l'incremento è di 1.958 ingressi nel territorio nazionale.

Ucraina: Onu, 40mila gli ucraini fuggiti nelle ultime 24 ore

28 Marzo 2022 - Roma - Sono poco più di 40.000 i rifugiati sono fuggiti dall'Ucraina nelle ultime 24 ore, portando il numero totale di persone che cercano di sfuggire dai combattimenti scatenati dall'esercito russo il 24 febbraio a quasi 3,9 milioni (3.862.797), secondo il conteggio delle Nazioni Unite pubblicato oggi. Dal 22 marzo il flusso di profughi - scrive l'Ansa - è notevolmente rallentato, anche se la cifra si avvicina ai quattro milioni che l'Unhcr prevedeva all'inizio del conflitto. In totale sono più di dieci milioni le persone che hanno lascoiato l'Ucraina attraversando il confine per trovare rifugio nei paesi vicini o trovando rifugio altrove. L'Onu stima che il numero di sfollati interni sia di quasi 6,5 milioni.

Viminale: da inizio anno sbarcate 6.544 persone migranti sulle coste italiane

28 Marzo 2022 -
Roma -Sono 6.544 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 1.621 sono di nazionalità egiziana (25%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (1.276, 20%), Tunisia (912, 14%), Afghanistan (469, 7%), Costa d’Avorio (393, 6%), Eritrea (341, 5%), Siria (291, 4%), Guinea (234, 4%), Camerun (145, 2%), Sudan (140, 2%) a cui si aggiungono 722 persone (11%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Migrantes Messina: prosegue il cammino di “Trame migranti”

28 Marzo 2022 - Messina - Prosegue il cammino di “Trame Migranti” con il terzo Seminario di questo secondo ciclo che si terrà oggi pomeriggio alle ore 15.30, presso l’aula 6 del dipartimento Cospecs (Via Concezione a messina).  Il ciclo di incontri vuole essere un percorso di ricerca sul campo, di formazione e aggiornamento per chi è del settore ma anche per tutti i cittadini interessati a confrontarsi sui temi oggetto di discussione. I lavori verranno aperti dalla relazione della sociologa Chiara Marchetti, curatrice del “Rapporto sul diritto d’asilo” della Fondazione Migrantes. Un volume giunto alla sua quinta edizione con l’intento di aiutare a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva a chiedere protezione nel nostro Continente e nel nostro Paese, che ci aiuti a restare o ritornare “umani”, capaci di rimuovere – come riporta il titolo – gli ostacoli verso un noi sempre più grande.  

Bologna: questa sera incontro sui giovani che emigrano

28 Marzo 2022 - Bologna - Questa sera, nell’Aula Magna dell’Accademia di belle Arti di Bologna, una conferenza sul tema "Fuga dei cervelli, opportunità o sventura? L’impatto su Università e Impresa", promossa dall’Accademia Clementina con la partecipazione di Carlo Cottarelli, economista ed ex Direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale, Giulia Pastorella, responsabile delle relazioni istituzionali con l’Unione Europea per Zoom e autrice del libro Exit Only. Cosa sbaglia l’Italia sui cervelli in fuga (Laterza, 2021), e Giacomo Di Federico, docente presso in Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna. La fuga di talenti comporta perdita di capacità di creazione di impresa e di innovazione culturale e produttiva. Gli effetti negativi dell’emigrazione qualificata - si legge in una nota -  sono particolarmente evidenti quando, come nel caso dell’Italia, tende a essere una fuga unidirezionale senza essere compensata da talenti esteri in entrata. L’incontro sarà un’occasione per interrogarsi allo stesso tempo sulle opportunità e sulle difficoltà che il fenomeno generalizzato dei cervelli in fuga rappresenta, analizzando l’impatto sulle Università e sulle Imprese italiane.

Ucraina: papa Francesco, guerra “bestiale”, “barbara”, “sacrilega”

28 Marzo 2022 - Città del Vaticano - Ancora un forte appello alla pace e un no alla guerra che non porta da nessuna parte. Papa Francesco, al termine della preghira dell'Angelus, ieri mattina, ha definito la guerra "bestiale", "barbara", "sacrilega". "E' passato più di un mese dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina- ha detto -  dall'inizio di questa guerra crudele e insensata che come ogni guerra rappresenta una sconfitta per tutti, per tutti noi". Il Papa  evoca anche lo spettro di un conflitto globale che potrebbe essere, nel caso dell'utilizzo di armi nucleari, senza ritorno. "Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l'umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell'uomo prima che sia lei a cancellare l'uomo dalla storia". Da qui la preghiera affinché ogni responsabile politico rifletta su questo e si impegni,"guardando alla martoriata Ucraina, di capire come ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti". "Perciò rinnovo il mio appello: basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace". La guerra è "luogo di morte, dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono". Il pensiero di papa Franceso va soprattutto ai bambini: metà di loro sono già usciti dall'Ucraina. "Questo vuol dire - ha detto - distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli innocenti". "Proprio due anni fa - ha ricordato lui stesso all'Angelus - da questa piazza abbiamo elevato la supplica per la fine della pandemia. Oggi l'abbiamo fatto per la fine della guerra in Ucraina". E come per la prova della pandemia anche oggi, con le bombe che devastano un Paese nel cuore dell'Europa, papa Francesco torna ad indicare che non se ne può uscire senza cambiare, tutti, profondamente. "La guerra non può essere qualcosa di inevitabile. Non dobbiamo abituarci alla guerra, dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell'impegno di domani perché se da questa vicenda usciremo come prima saremo in qualche modo tutti colpevoli". E per questo "c'è bisogno di ripudiare la guerra".

Dio: Padre misericordioso

28 Marzo 2022 - Città del Vaticano - È passato più di un mese dall’inizio di questa “guerra crudele e insensata” in Ucraina, “atto barbaro e sacrilego”, ricorda Papa Francesco nel dopo Angelus, rivolgendosi ai presenti in una piazza san Pietro dove si vedono bandiere ucraine e una lunga bandiera della pace. Ogni guerra “rappresenta una sconfitta per tutti noi; per questo il vescovo di Roma chiede di convertire “lo sdegno di oggi nell’impegno di domani”; di ripudiare “la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i loro figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono”. Che cos’è la guerra? È bestialità; è un bambino su due in Ucraina sfollato, “questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli e innocenti tra di noi”. Non può essere “qualcosa di inevitabile. Non dobbiamo abituarci alla guerra”. Da questa vicenda non possiamo uscire come prima, altrimenti “saremo in qualche modo tutti colpevoli. Di fronte al pericolo di autodistruggersi l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia”. La guerra “non devasta solo il presente, ma anche l’avvenire di una società”. Ancora un appello, accorato, sofferto, dopo la preghiera di venerdì, consacrazione a Maria, regina della pace, dell’umanità, dell’Ucraina e della Russia. Preghiera per chiede la fine del conflitto – “ogni giorno di guerra peggiora la situazione per tutti” – e per invitare i responsabili politici a fermare il conflitto: “tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace”. Appello, preghiera, nella domenica in cui la liturgia ci propone l’invito a lasciarci riconciliare con Dio, a avere fiducia nella sua promessa. Luca ci propone la famosa parabola del figlio prodigo, o forse dovremmo dire del padre misericordioso, e ci rivela così un altro aspetto del volto del nostro cammino in questo tempo dell’anno liturgico. Da un lato c’è il figlio minore che si allontana con la parte del patrimonio che gli spetta e che sperpera; e c’è un padre che ha il coraggio e la forza di non fare niente, non lo va a cercare come il pastore che si mette in cerca della pecora smarrita, ma resta a casa, e ne attende il ritorno: non è rassegnazione o disinteresse, ma attesa sempre vigile. La parabola, inoltre, ci dice che Dio non legge la storia con i nostri occhi, che non vede servi ma figli e che rifiuta di essere trattato da padrone. Rifiuto che è segnato dai gesti che ordina ai servi: portare al figlio l’abito lungo, l’abito della festa, l’abito del signore della casa e non del servo; mettere l’anello al dito del figlio che viene così reinserito nella sua dignità filiale. Infine, i sandali, segno che si tratta di un uomo libero: il servo non indossa calzari nuovi. C’è poi la figura del figlio maggiore, il quale, dice Francesco, “nel rapporto con il Padre basa tutto sulla pura osservanza dei comandi, sul senso del dovere. Può essere anche il nostro problema con Dio: perdere di vista che è Padre e vivere una religione distante, fatta di divieti e doveri. E la conseguenza di questa distanza è la rigidità verso il prossimo, che non si vede più come fratello”. Siamo un po’ tutti dei figli maggiori nei nostri comportamenti; non ci rendiamo conto che nella festa del ritorno, il padre, Dio, ridà all’uomo, mediante il suo perdono, la dignità perduta, la dignità del figlio. Il padre cerca di far capire al figlio maggiore che “per lui ogni figlio è tutta la sua vita”. Così gli esprime due bisogni “che non sono comandi – dice il Papa – ma necessità del cuore: far festa e rallegrarsi”. Far festa per “aiutare a superare la paura e lo scoraggiamento, che possono venire dal ricordo dei propri peccati, offrire una calda accoglienza, che incoraggi ad andare avanti. Dio non sa perdonare senza fare festa”. E poi rallegrarsi perché “chi ha un cuore sintonizzato con Dio, quando vede il pentimento di una persona, per quanto gravi siano stati i suoi errori, se ne rallegra. Non rimane fermo sugli sbagli, non punta il dito sul male, ma gioisce per il bene, perché il bene dell’altro è anche il mio”. Una parabola, ricordava Benedetto XVI che “costituisce un vertice della spiritualità e della letteratura di tutti i tempi. Che cosa sarebbero la nostra cultura, l’arte, e più in generale la nostra civiltà senza questa rivelazione di un Dio padre pieno di misericordia”. (Fabio Zavattaro- Sir)

Preghiera dei fedeli: Domenica 27 marzo 2022 – IV domenica di Quaresima – Laetare – Anno C –

27 Marzo 2022 -
Uniamo le nostre anime e le nostri voci, perché la comune preghiera sia capace di attraversare le nubi e di giungere, come il grido del povero, fino al trono di Dio.   Preghiamo invocando: Ascolta, o Padre, la voce del tuo popolo.   Perché tutti noi, fratelli e sorelle in Cristo, ritorniamo al nostro fonte battesimale, per rinnovare la rinunzia al maligno e l’adesione a Cristo, come professione di fede della nostra vita, preghiamo. Perché accogliendo l’invito del Signore, possiamo celebrare il sacramento della riconciliazione, battesimo delle lacrime e segno della nostra conversione, preghiamo. Perché noi figli prodighi e dispersi, sentiamo nostalgia della casa del Padre e ritorniamo per riunirci, con convinzione e amore, al banchetto della fraternità, preghiamo. Preghiamo il Signore per la pace, perché noi uomini poniamo fine ai disastrosi eventi bellici che ci circondano, o che, lontano da noi, continuano a provocare morti innocenti, prevaricazioni, oppressioni e tanta sofferenza, preghiamo.   O Padre, che hai cura dei deboli, rivolgi il tuo sguardo misericordioso su quanti attendono il tuo soccorso e il tuo perdono, perché, restituiti alla speranza dalla morte redentrice del tuo Figlio, innalziamo a te il canto della riconoscenza e della lode. Per Cristo nostro Signore.Amen.

Migrantes Padova: domenica feste delle Comunità con mons. Cipolla

25 Marzo 2022 - Padova - Appuntamento domenica 27 marzo, alle ore 16,  a Padova, nella Cattedrale, con la Festa delle comunità. Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, celebrerà la santa messa con la presenza delle comunità cattoliche di altra madrelingua presenti in diocesi. Concelebreranno i rispettivi sacerdoti che seguono le comunità cattoliche: cinese, africana francofona, africana anglofona, sri-lankese, filippina, indiana, polacca, romena, ispano-americana, ucraina. La festa si colloca nella quarta domenica di Quaresima, “domenica della gioia”: «in questa domenica le comunità cattoliche che dal mondo hanno trovato casa nella Diocesi di Padova, ringraziano il Signore con il vescovo Claudio e si incaricano di dare un messaggio di unità e di pace», commenta don Gianromano Gnesotto, direttore dell’Migrantes che coordina le diverse realtà. «È un momento di festa – prosegue – per dare rilievo a questa pluralità di tradizioni, riti e devozioni particolari: è la ricchezza della diversità. Il significato di questa festa è di fare di tutti i popoli un’unica grande famiglia dove nessuno è indifferente all’altro».

Ucraina: circa 70mila i profughi arrivati in Italia

25 Marzo 2022 - Roma - Sono complessivamente 69.154 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Italia, 66.544 delle quali alla frontiera e 2610 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Nel totale prevalgono donne, 35.577, e minori, 27.311, mentre gli uomini sono 6.266. Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia continuano a essere Milano, Roma, Napoli e Bologna. Rispetto a ieri, fa sapere il Viminale - l'incremento è di 1.269 ingressi nel territorio nazionale.