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Migrantes Torino: l’accoglienza di nuclei familiari ucraini con il progetto “Diffusamente”

22 Novembre 2022 - Torino – Sono circa 150 i nuclei familiari ucraini accolti attraverso le reti ecclesiali della Diocesi di Torino. Il progetto “Diffusamente”, promosso da Acri e Fondazione Migrantes, ha  permesso a una parte di queste accoglienze di avere un supporto nell’accompagnamento sociale e le risorse per venire incontro alle esigenze dei nuclei accolti. Il progetto ha anche permesso di rispondere alle richieste di aiuto di quanti hanno trovato solidarietà e accoglienza nelle reti più informali, in particolare presso famiglie di connazionali. Il progetto ha stanziato per la Diocesi di Torino 8 mila euro che hanno permesso di dare un contributo alle Missionarie della Consolata di Venaria che ospitano 10 persone, alla Parrocchia di Torino Natale del Signore che ospita tre persone (una mamma con i suoi due figli minorenni), alle Suore di San Giuseppe di Torino che ospitano quattro persone (due donne e due minorenni), ma ha anche permesso di dare un supporto ad altre 130 famiglie presenti sul territorio (mediamente composte da quattro membri) attraverso il Polo alimentare, lo sportello ascolto e la mediazione interculturale in capo alla Migrantes di Torino.

Torino: al Politecnico “corridoi” per studenti rifugiati

21 Ottobre 2022 - Torino - Università come luogo di accoglienza e integrazione: tra corridoi universitari, reti con il Terzo Settore e pratiche di accoglienza il Politecnico di Torino vuole essere una casa inclusiva per studenti stranieri e rifugiati. Con l’inizio del nuovo anno accademico il Politecnico ci tiene a ribadire il ruolo fondamentale dell’Università per rispondere alle crisi globali con l’accoglienza in una conferenza dove si intrecciano le esperienze di alcuni dei vertici dell’ateneo con quelle di alcuni studenti di origine straniera protagonisti dei programmi di inclusione. «C’è una crescente emergenza mondiale che coinvolge donne e uomini che necessitano di protezione e accoglienza», sottolinea la prorettrice Laura Montanaro, «la nostra comunità politecnica ha condiviso da subito questo impulso all’accoglienza e all’integrazione, anche con una disponibilità che in tanti casi si è espressa al di là degli abituali compiti istituzionali. I nostri colleghi e colleghe hanno aperto le porte delle loro case, hanno ospitato e ospitano queste persone in difficoltà, si dedicano ad accompagnare il loro inserimento nella vita di tutti i giorni, per organizzare momenti di incontro che riportino la vita a quella serena quotidianità che molte di queste persone non conoscono da tempo». Già dal 2019 l’Ateneo ha aderito al Manifesto dell’Università Inclusiva promosso da Unhcr e sottoscritto da 52 atenei italiani per facilitare l’accesso all’istruzione superiore da parte di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Ispirato a quel manifesto, nel 2022 prende vita il progetto Piu-Aei - Piemonte Università Accoglienti Eque Inclusive, il cui obiettivo è il coinvolgimento attivo e in rete delle quattro Università, degli attori istituzionali e del Terzo Settore del Piemonte. L’intento è la creazione di condizioni di vita, studio e lavoro che almeno in parte mitighino il dramma di studenti rifugiati, richiedenti asilo o provenienti da Paesi in condizioni di fragilità e instabilità per cause geopolitiche, istituzionali, economiche e climatiche. Uno strumento determinante per l’inclusività della proposta formativa sono i corridoi universitari, creati grazie al progetto Unicore che prevede la creazione di percorsi di ingresso regolari e sicuri per lo studio e l’integrazione in Italia. Grazie a questo progetto, con il supporto dell’Ufficio Pastorale Migranti (Migrantes) della diocesi di Torino, qualche giorno fa è stato accolto al Politecnico uno dei primi studenti rifugiati in arrivo quest’anno. Si tratta di Yves Umuhotza, originario del Burundi, rifugiato in Zimbabwe. Attualmente è ospite della Diaconia Valdese a Torino e frequenterà, grazie ad una borsa di studio del Politecnico, la Laurea Magistrale in Ingegneria energetica e nucleare. Grazie invece ad una donazione privata 12 ragazzi afghani hanno potuto iniziare gli studi con una borsa pagata, mentre un altro connazionale ha ottenuto una borsa di dottorato. «Abbiamo predisposto aiuti sotto molteplici forme», aggiunge la vicerettrice per la Qualità, il Welfare e le Pari Opportunità Claudia De Giorgi, «ad esempio il coinvolgimento dei ‘Buddies’, studenti borsisti formati ad accogliere e accompagnare tutte le matricole. Nel caso degli studenti appena arrivati in Ateneo con i corridoi universitari, potranno offrire una guida e qualche risorsa in più per affrontare insieme il momento complesso dell’inserimento nella nostra comunità universitaria e cittadina». Grazie alla «Rete di Antenne» nei Dipartimenti, vengono, inoltre, coinvolti docenti e amministrativi per accompagnare gli studenti internazionali più fragili anticipando e affrontando uno a uno, ma con un’unica regia condivisa e consapevole, i problemi che si presenteranno. (Simone Garbero - Voce e Tempo)

Migrantes Torino: martedì incontro su protezione internazionale in Italia e Europa

7 Ottobre 2022 -

Torino - Martedì 11 ottobre dalle ore 18:00 a Torino il convegno "Il lento cammino dei diritti, la protezione internazionale in Italia e in Europa". All'incontro interverranno Mons. Gian Carlo Perego (Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente della Fondazione Migrantes), Lorenzo Trucco (avvocato, Presidente ASGI) e Nello Scavo (giornalista di  Avvenire) che dialogano sullo stato attuale e sugli scenari futuri della protezione internazionale in Italia e in Europa.

Migrantes Torino: Festival dell’accoglienza, venerdì sera in Duomo … testimonianze, letture e musica

27 Settembre 2022 - Torino - Venerdì 30 settembre il programma del Festival dell’accoglienza, l’iniziativa curata dall’Ufficio Migrantes di Torino, propone alle ore 20.45, nella cattedrale di San Giovanni Battista (piazza San Giovanni), l’appuntamento con “Beati coloro che indicano una strada”. Una serata con testimonianze rivelatrici di cammini che si intrecciano con la preghiera, accompagnate da letture tratte da testi sacri buddhisti, cristiani, induisti, mussulmani e narrate sulle note del “violino del mare”, uno strumento musicale con una storia molto particolare. Il legno con cui è stato fabbricato viene dall’Africa e, dopo essere stato per anni gozzo di pescatori, era diventato uno quei barconi che, carichi di migranti, facevano la spola tra le coste africane e la Sicilia. Poi, dopo il sequestro, grazie un’iniziativa della fondazione Casa dello Spirito e con il lavoro svolto da detenuti nel laboratorio di falegnameria e liuteria del carcere milanese di Opera, dal fasciame di quell’imbarcazione è nato il “violino del mare”. Accoglienza, coordinamento e letture a cura di Laura Curino in collaborazione con il Comitato Interfedi di Torino e Torino spiritualità, le testimonianze su vite di preghiera in terra straniera sono portate dall’insegnante Rasheed Gil e dall’operatrice sanitaria Therese Monte Manyombe, Arnoldo Mosca Mondadori (presidente della fondazione Casa dello Spirito) racconta il progetto “orchestra del mare” e al violino è Estefany Maria Mezza Caputti. Per partecipare è necessario iscriversi via web, al link https://www.upmtorino.it/festival-dellaccoglienza/il-programma/  Cliccando sulla sezione FEDE e poi sul titolo dell’appuntamento, compare il modulo d'iscrizione.  Una volta compilato e inviato, si riceve la conferma via mail.

Migrantes Torino, Festival dell’accoglienza, “Le guerre dimenticate” questa sera all’Auditorium Reale Group

21 Settembre 2022 - Torino - Nell'ambito del "Festival dell'accoglienza" organizzato dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Torino questa sera -ore 17.30, Auditorium Reale Group (via Bertola 48/c) - l’incontro sul tema “Le guerre dimenticate”. Nel mondo si contano a tutt’oggi una sessantina di guerre che, ogni giorno, sono causa di fame, sofferenza e morte per le popolazioni di quei Paesi teatro dei conflitti. Sono le tante tragedie umanitarie che spesso passano inosservate e di cui si sente parlare poco perché tormentano luoghi del pianeta geograficamente lontani, non destano forti interessi economici e politici e poche volte compaiono sulle prime pagine dei giornali. Sul tema  parleranno e si confronteranno il giornalista Domenico Quirico e il politico Pietro Marcenaro e porteranno la loro testimonianza la giornalista afghana Krishma Khaliq e l’operatore sociale sudanese Alhadi Ali Mohammad.

Migrantes Torino: in cammino con il Festival dell’Accoglienza

19 Settembre 2022 - Torino - Con venerdì 9 settembre ha preso avvio il Festival dell’Accoglienza. Si tratta di un progetto culturale condiviso, in particolare con la Fondazione Migrantes, l’Ufficio Missionario della Diocesi di Torino e l’Opera Barolo, patrocinato dal Comune di Torino e sostenuto dalle fondazioni Compagnia di San Paolo e CRT. Si tratta di uno tra gli eventi di settembre che ha come focus l’accoglienza nelle sue varie declinazioni. Il progetto è nato per fare in modo che la GMMR (Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 25 settembre, che quest’anno giunge alla 108esima giornata) non sia solo una giornata, ma diventi l’occasione per confrontarsi, formarsi, sensibilizzare ciascuno di noi, le nostre comunità e gruppi di appartenenza su un tema così importante. L’Accoglienza non è l’attività di un gruppo che ha dato la disponibilità a occuparsi della gestione di un alloggio per senza fissa dimora o per rifugiati, ma è, o dovrebbe essere, lo stile e il biglietto da visita delle relazioni nei nostri ambienti. L’Accoglienza è un cammino e non è facile. Accogliere chi la pensa in modo diverso, chi per qualche ragione non ci va a genio, chi esprime culture molto diverse dalla nostra o è l’immagine di pregiudizi che con il tempo si sono sedimentati dentro di noi, sappiamo tutti che non è semplice. Spesso le reazioni sono di indifferenza, disinteresse, chiusura, rimozione, allontanamento. Per altro, è un bisogno che ciascuno di noi ha e che alcune volte si trasforma in paura e ansia. Il primo giorno di scuola, cambiando istituto, per i nostri figli è un giorno molto faticoso. I ragazzi sono nervosi. La domanda è: chi incontrerò? Come mi troverò? Sarò accolto? Gli altri mi accoglieranno per quello che sono e per come sono? O dovrò mettermi qualche maschera, nascondermi, ritoccarmi per poter essere accettato dal gruppo? In ogni azione pastorale l’accoglienza è l’inizio di una relazione che apre alla possibilità di costruire in seguito occasioni e confronti su contenuti, che riconosce l’altro nelle sue potenzialità e lo rende protagonista. Per quanto il Festival dell’Accoglienza sia promosso dall’Ufficio Migrantes, come ci dice il titolo “E mi avete accolto”, il richiamo è immediato al capitolo 25 del Vangelo di Matteo, dove si legge certamente “Ero straniero e mi avete accolto”, ma anche “Avevo fame e sete e mi avete dato da mangiare e da bere, ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete visitato, in carcere siete venuti a trovarmi”. Questo per dire che il Festival dell’Accoglienza non è il festival dell’immigrazione, che a Torino è organizzato da altri gruppi (anche in collaborazione con UPM-Migrantes) e si terrà dal 27 settembre al 2 ottobre, ma è un festival per parlare dell’accoglienza della vita nelle sue diverse stagioni e in qualsiasi ambito e latitudine della Terra. L’ospitalità dello straniero è per noi un tema fondamentale, ma anche la visita del malato e del carcerato, dare da mangiare all’affamato, vestire l’ignudo, far spazio ai giovani, non accantonare gli anziani e in generale l’attenzione ai vulnerabili per noi è il segno di una società che è attenta a tutti, nessuno escluso. Il messaggio per la GMMR del 2022 di Papa Francesco ha per tema “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”. Papa Francesco ci dice che la costruzione del Regno di Dio, del futuro dell’Umanità è con tutti, compresi i migranti, i rifugiati, gli sfollati, le vittime di tratta. La costruzione del Regno è con loro perché senza di loro non sarebbe il Regno che Dio vuole. Il tema di questa edizione del festival è dunque il cammino. Il costruire CON di Papa Francesco è chiaramente un percorso, un processo, un cammino che bisogna intraprendere. Per arrivare alla meta bisogna camminare in questa direzione. Ma non solo il messaggio del Papa ci ha richiamato al tema del cammino, ma anche i 50 anni, celebrati da poco, della Lettera pastorale “Camminare insieme” del Cardinal Pellegrino e la stagione sinodale che, come Chiesa universale, stiamo vivendo. Il cammino è anche una metafora del pellegrinaggio terreno che, come credenti, viviamo. E’ un cammino fatto di tappe, salite, di incontri, di compagni di viaggio, di gioie, di dolori, di emozioni, di ricordi, di cambiamenti. Camminare non è solo andare, ma è anche la ricerca di una direzione da scegliere e intraprendere. Camminare è cambiamento, è disponibilità a lasciarsi mettere in discussione, ad accogliere altri punti di vista. Camminare è approfondire le situazioni, senza cadere nel rischio di superficialità, di strumentalizzazioni, chiusure o ideologismi. L’invito di Papa Francesco non è di camminare da soli. Un cammino percorso insieme costruisce senso comune e produce bene comune. Anche la costruzione del programma del Festival si è rivelata un esercizio intrapreso di cammino insieme. E’ un programma ricco e articolato che è stato possibile grazie alle tante organizzazioni che ne hanno condiviso i presupposti, la necessità, l’urgenza: investire tempo e risorse per riflettere su un tema che non è di nicchia, ma è la risposta profonda ad un desiderio dell’uomo, e si traduce in qualità dei servizi e qualità delle relazioni, in incontri reali e non virtuali e nel saper guardare negli occhi, prendere per mano, accarezzare, ascoltare in silenzio, stare accanto nella quotidianità e nelle diverse situazioni in cui ciascuno di noi è immerso. La capacità di accogliere e di rendere un contesto accogliente è la capacità di umanizzare, di mettere al centro l’altro. Non è la perfezione delle attività, ma è la capacità di rendere i nostri ambienti casa, punto di riferimento, porto sicuro, porta aperta. Il festival valorizza quattro giornate per fare in modo che non passino sottotraccia o in silenzio nelle nostre comunità. Abbiamo già parlato della 108esima GMMR. Una seconda ricorrenza è la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza istituita nel 2016 dopo il tragico episodio delle morti nel Mediterraneo del 2013 a Lampedusa; una terza è la Giornata europea contro la Tratta di Esseri umani del 18 ottobre, istituita nel 2006 dalla Commissione europea; e poi la Giornata Missionaria Mondiale del 23 ottobre con il tema quest’anno “Di me sarete testimoni”. Le sei sezioni del Festival (Percorsi di fede, Cinema, Eventi, Libri, Narrazioni di ordinaria accoglienza, Giovani) saranno animate da 150 ospiti, relatori, testimoni, che porteranno il loro contributo nei 50 appuntamenti in programma che si terranno in 25 sedi diverse tra Torino, Chieri e Susa. Lungo il Festival dell’Accoglienza si camminerà insieme, si condividerà il cibo, ci si confronterà su molti temi; guarderemo alla situazione mondiale, alle guerre dimenticate, alle sfide della mobilità umana; racconteremo la fatica dell’accoglienza nei nostri territori, le condizioni di marginalità, il crescere di fatto come italiani ma senza cittadinanza; affronteremo la situazione di uomini e di donne vittime di tratta, ascolteremo storie di vita di giovani studenti internazionali, di migranti italiani all’estero, di operatori  e volontari in prima linea, di rifugiati e di famiglie e comunità accoglienti. Daremo voce a cammini positivi: a racconti di accoglienza, alla voglia di protagonismo e di mettersi in gioco di cittadine/i e di tanti giovani, ai diversi linguaggi artistici dell’accoglienza, al progetto delle Guide del Distretto Barolo e a persone che sono state accolte e che ora accolgono a loro volta. L’invito è quello di “utilizzare”, ciascuno secondo la sua disponibilità di tempo, questi 50 appuntamenti per tessere relazioni, ritessere legami, per confrontarsi sulla capacità delle nostre scuole, della sanità, del mondo del lavoro, di essere inclusivi per condividere una storia fatta di speranza e di umanità di tante famiglie e comunità accoglienti, ma anche per confrontarsi sui problemi che sperimentano i nostri territori, sulla insicurezza, sulla paura crescente, con l’obiettivo di costruire comunità coese. I problemi ci sono: non basta una giornata di memoria per ricordare le vittime dell’immigrazione. Sappiamo che ogni giorno persone muoiono nel tentativo di raggiungere terre sicure o migliori condizioni di vita, che in tutto il Mondo crescono i muri, le recinzioni di filo spinato e le restrizioni per l’accesso alla permanenza delle persone con cittadinanza altra; sappiamo che la tratta di esseri umani, uomini e donne, continua a crescere, che i Crocifissi della storia ma anche dell’oggi sono tanti, che le guerre nel mondo crescono, che la disperazione dei bambini è visibile nei loro occhi e che molti anziani concludono gli ultimi anni di vita nella completa solitudine. Calvino scriveva: “Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e che qualcosa cambi in noi”. E allora non rimane che augurare a tutti buon Festival dell’Accoglienza, ma soprattutto buon cammino, perché di accoglienza si parli tutto l’anno e perché questo sia lo stile dei nostri uffici, parrocchie, gruppi, territori, ospedali, scuole. Camminiamo! Non fermiamoci! Ma, soprattutto, non torniamo indietro. (Sergio Durando - Direttore Migrantes Torino)

Migrantes Torino: da venerdì la seconda edizione del Festival dell’Accoglienza

5 Settembre 2022 - Torino - L’Ufficio Pastorale Migrantes di Torino il 9 settembre presenterà in conferenza stampa la seconda edizione del "Festival dell'Accoglienza" . Interverranno il Sindaco di Torino, l’arcivescovo mons. Roberto Repole, il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia e Marzia Sica della Compagnia di San Paolo, il direttore dell’Ufficio Migrantes Sergio Durando. Il Festival organizzato in collaborazione con l’Ufficio Missionario della diocesi  si terrà dal 9 settembre al 27 ottobre sui temi legati all’incontro, al confronto e all’integrazione dei migranti che vengono a vivere nelle nostre città, per costruire insieme una nuova comunità. Sono previsti 49 appuntamenti in 25 sedi sulle questioni sociali, etiche, legali e culturali; spettacoli teatrali e musicali, una rassegna cinematografica, presentazioni di libri, iniziative particolari per i giovani e quattro incontri dedicati ai temi della Fede. Porteranno il loro contributo 151 relatori (di questi 46% donne e 25% di origine straniera), fra cui: l’arcivescovo Repole, il Vescovo di Asti e delegato regionale Migrantes, mons. Marco Prastaro,  i giornalisti Domenico Quirico e Nello Scavo, il parlamentare Andrea Giorgis, lo scrittore Paolo Rumiz e il monaco Enzo Bianchi, i registi Laura Curino e Gabriele Vacis, il presidente della Fondazione Migrantes mons. Gian Carlo Perego. Il Festival dell'Accoglienza vuole offrire una occasione alle istituzioni, al mondo del terzo settore e alla cittadinanza di "soffermarsi per riflettere sui significati profondi del verbo accogliere, per costruire relazioni e alleanze, per riconoscere i nostri limiti e le nostre fragilità ma anche per valorizzare l’impegno di chi quotidianamente opera a favore di coloro che giungono nel nostro Paese: Istituzioni religiose e laiche, pubbliche e private, famiglie e tante singole persone. Tema conduttore di questa edizione della manifestazione sarà il 'cammino'". Anche quest’anno si viaggerà dentro i molteplici significati del verbo «accogliere» grazie ai contributi di operatori sociali, artisti, scrittori, filosofi, teologi, docenti, volontarie e volontari, ma soprattutto alle testimonianze di coloro che hanno vissuto e/o vivono «l’accoglienza» offerta loro dall’Italia. Diversi appuntamenti (con il titolo «Narr-Azioni di ordinaria accoglienza») cercheranno di documentare come l’accoglienza sia già presente nel sistema della Sanità (in collaborazione con Medici senza Frontiere e Camminare Insieme), nella Società, nel mondo del Lavoro e della Scuola. È anche prevista una escursione a piedi sul percorso montano dei migranti che dal Piemonte cercano di raggiungere la Francia e un altro sulla Collina torinese. Il Festival sarà organizzato in collaborazione con la Fondazione Migrantes della CEI, l’Opera Barolo, Torino Spiritualità, il Festival delle Migrazioni, il Museo del Risorgimento, il Circolo dei lettori, il Torino Film Festival, il Museo del Cinema, l’ASGI, il Comitato Interfedi, Reale Foundation e altre istituzioni torinesi.

Migrantes Piemonte: domenica il pellegrinaggio dei migranti

9 Giugno 2022 - Torino - Partiranno in 700 da tutte le diocesi del Piemonte per invocare il dono della pace al Santuario Regina Pacis di Fontanelle di Boves in provincia di Cuneo. Migranti che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma della guerra e migranti che hanno lasciato il proprio paese per sfuggire a fame e persecuzioni, per garantire un futuro migliore ai propri figli e che quest’anno hanno scelto di vivere il loro tradizionale pellegrinaggio annuale organizzato dal Coordinamento regionale Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta proprio pregando insieme per la fine di ogni conflitto in ogni parte del mondo. Il pellegrinaggio è rivolto a tutte le Comunità cattoliche Migrantes di tutte le Diocesi piemontesi e ai volontari impegnati nella promozione dell’accoglienza ed è ormai una tradizione ma che aveva subito una interruzione di due anni a causa della pandemia. «Quest’anno», spiega Sergio Durando, direttore della Migrantes  diocesana di Torino e coordinatore regionale, «abbiamo scelto di tornare a Fontanelle di Boves dove si invoca Maria Regina della Pace proprio per affidare alla preghiera il desiderio che si ponga fine ad ogni conflitto in ogni parte del mondo». Da Torino sono in 500 ad aver aderito alla proposta, appartenenti a tutte le cappellanie e fra loro anche una ottantina di Ucraini, tra chi da tempo vive nel territorio  e chi è stato accolto in questi mesi. Il pellegrinaggio intitolato «Insieme per la pace» prevede alle 10 un primo ritrovo nel santuario cuneese per un saluto e una introduzione di mons. Marco Prastaro, incaricato regionale Migrantes, di don Giuseppe Panero, rettore del Regina Pacis, e di Maurizio Paoletti, sindaco di Boves. Prima della preghiera del rosario sono previste tre testimonianze di profughi fuggiti dalle guerre, dall’Ucraina e dall’Afganistan. Alle 11 la preghiera del rosario per la pace con itinerari diversi. Tre le proposte, una prima che prevede la recita nel piazzale antistante il santuario, una che prevede un percorso di 4 km e una terza un percorso più breve, per accompagnare con il cammino la preghiera, altro aspetto che accomuna tanti migranti che hanno percorso centinaia di chilometri invocando la salvezza per se stessi e i familiari. Dopo il pranzo, il tempo della festa con canti e danze proposti dalle diverse cappellanie e a conclusione la Messa concelebrata da mons. Prastaro e da mons. Piero Delbosco, Vescovo di Cuneo e Fossano, le diocesi che animano questa edizione del pellegrinaggio. (VeT)

Migrantes Torino: la solidarietà viaggia in apecar. Anzi, in “ApeCare”

27 Maggio 2022 -

Torino - Tre volte a settimana arrivano nel quartiere torinese Aurora, parcheggiano un’apecar bianco e verde, indossano pettorine bianche e con scope e palette iniziano a pulire il marciapiede. Sono i giovani del progetto 'ApeCAre' che la Migrantes della diocesi di Torino e l’associazione di volontariato “Camminare Insieme” hanno elaborato e che da gennaio hanno iniziato la propria attività. Lo scopo non è togliere mozziconi o cartacce, ma incontrare sul territorio le persone fragili, avviare contatti e poi cercare soluzioni alle diverse situazioni. Il progetto ha ottenuto il finanziamento del bando “ToNite” del programma europeo Uia ( Urban innovative actions) sul tema “Urban security” e si sviluppa in uno dei quartieri più multietnici di Torino (nella zona Nord) sempre più teatro di episodi di violenza, spaccio, degrado, anche in pieno giorno. «Posso fare anche io il volontario?», «Mi trovi davvero un lavoro?», «Ma domani mi chiami?»: sono passati pochi minuti dal loro arrivo ed ecco che Mamadou, Idriss, Diallo si rivolgono già ai ragazzi, li hanno visti mettersi a pulire il marciapiede, ma anche fermarsi a salutare e così ci provano anche loro, stupiti, perché in quel corso chi non è del quartiere passa veloce… Fermarsi a parlare con le persone che si guarderebbero con sospetto, fermarsi con chi ha lavorato tutto il giorno su un ponteggio e, passando, scambia alcune battute forse cercando nel dialogo un po’ di quella umanità che qui sembra aver perso. Questa è la sfida dei giovani di “ApeCare”: stabilire un dialogo a partire da una azione semplice come quella di usare ramazza e paletta, ma anche fare emergere il volto bello e vitale del quartiere: il volto sorridente della signora italiana che da quando li vede al giovedì sforna una torta per loro e la offre in strada, o quello del giovane gambiano che al ritorno dal lavoro mette la musica per tutti e accompagna a ritmo i pulitori. «All’interno di questo progetto –, spiega Sergio Durando direttore dell’Ufficio Migrantes  – “ApeCare”, si propone infatti di costruire occasioni di incontro avvicinando, con un presidio sociosanitario mobile riconoscibile, persone fragili del quartiere portando direttamente sul territorio le competenze mediche della Camminare Insieme e quelle socio-pastorali dell’Ufficio Migranes. L’obiettivo è quello di offrire un accompagnamento all’accesso ai servizi di cura, prevenzione e informazione pubblici e del privato sociale a persone che, per vari motivi, non riescono ad accedere alle risorse del territorio. Per fare questo, abbiamo coinvolto e formato 25 animatori di strada: studenti universitari, lavoratori e rifugiati».

«La forza del progetto –, aggiunge Giulio Fornero, direttore sanitario della Camminare Insieme – sta nel fatto che dietro all’aggancio ci sono delle strutture pronte a accogliere le richieste delle persone e un poliambulatorio attrezzato per la tutela e la promozione della salute». E in quattro mesi sono già 300 i contatti stabiliti: persone che hanno lasciato il proprio numero all ’“ApeCare” e sono stati richiamati. «Per me – conclude Durando – è come portare l’Ufficio per strada, tra la gente che in sede non arriverebbe mai, ma che non può essere lasciata a se stessa».

Torino: a Roma con i “nuovi italiani”

20 Aprile 2022 -

Torino - Zaino in spalla e sacco a pelo, sono partiti alle 23 della sera di Pasqua dalla chiesa dell’Immacolata Concezione di Torino, sede della cappellania latinoamericana della diocesi: tra i 550 ragazzi e ragazze che hanno aderito al pellegrinaggio promosso dalla Pastorale giovanile subalpina, si sono iscritti anche 50 adolescenti delle comunità etniche torinesi con i loro animatori, guidati dal diacono Eugenio Teresa Uiliamo, missionario della Consolata mozambicano. Un viaggio sostenuto anche dall’Ufficio Migrantes della diocesi che ha contribuito a pagare le quote d’iscrizione per i ragazzi con famiglie in difficoltà economica, tutti ospitati nell’oratorio salesiano Maria Ausiliatrice.

Un pullman “colorato” con giovani italiani, latino-americani e africani che si sono preparati insieme all’incontro con il Papa, come ci ha spiegato alla partenza suor Estella Luengas, messicana del Famulato cristiano, pellegrina con i giovani latinoamericani, «un’occasione unica per vivere insieme una pagina della enciclica Fratelli tutti. Tra loro anche 9 ragazze accompagnate da una mamma, Angel Okosun, del Gruppo ecumenico nigeriano della diocesi a cui aderiscono 50 famiglie cattoliche e pentecostali della parrocchia di San Giuseppe Cafasso nella periferia della città. Li abbiamo raggiunti al telefono ieri pomeriggio sulla strada del ritorno dopo due giorni faticosi ma che rimarranno scolpiti nella memoria di tutti «perché vedere il Papa da vicino è stata un’emozione unica e poi per i ragazzi era la prima volta che visitavano Roma – dice Queensley Eze, 20 anni, animatrice del Gruppo ecumenico –. Ciò che ha colpito di più le nostre ragazze, e anche me, è quando il Papa ci ha detto che è felice, dopo due anni in cui piazza San Pietro è stata vuota per il Covid, che siano proprio i giovani a tornare a riempirla ricordando che durante la pandemia lui, da solo, era in quella stessa piazza a parlare al mondo e anche a noi davanti alla tv. Ci siamo commossi, perché abbiamo capito che il Papa conta su di noi». Mamma Angel le fa eco: «I nostri ragazzi si portano a casa il dono grande di essere accolti dai loro coetanei provenienti da tutta Italia, di essersi sentiti come loro amati dal Papa che li ha incoraggiati a non aver paura, perché la vita è bella».

«Per i ragazzi figli di migranti – commenta il diacono Uliano – è stato importante capire che non sono i soli ad avere difficoltà, anche di integrazione, e questo grazie alle testimonianze dei giovani italiani che hanno parlato delle proprie sofferenze e crisi. È una spinta a uscire dai loro gruppi a non avere paura delle diversità, perché agli occhi del Signore siamo tutti uguali. E in piazza San Pietro attendendo il Papa abbiamo vissuto davvero un bel momento di fraternità in cui i nostri ragazzi si sono mischiati con i loro coetanei, cantando, pregando, raccontandosi le loro storie. Alcuni mi hanno detto che non dimenticheranno che il Papa li ha invitati ad avere coraggio, a non tenere dentro le paure ma di parlarne con gli amici, i genitori, gli educatori. Ecco il nostro impegno per il futuro: tenere per mano i nostri ragazzi e ripetere loro, con il Papa: non scoraggiatevi, fatevi aiutare, noi siamo con voi». Ad aspettare i ragazzi a Torino padre John Nkinga, missionario della Consolata, originario del Kenya: «Per i nostri adolescenti si è trattato di un’esperienza nuova che li porterà a “uscire” dalle proprie realtà etniche, che li aiuterà grazie all’invito del Papa a vivere la dimensione universale della fede che nelle nostra città non sempre è possibile». (Marina Lomunno - Avvenire) 

Migrantes Torino: domenica messa per “stringersi alla comunità ucraina”

10 Marzo 2022 - Torino- Una celebrazione eucaristica per stringersi forte alla comunità ucraina di Torino. La liturgia eucaristica, promosso dall'Ufficio Migrantes di Torino, domenica 13 marzo (ore 12.15) sarà celebrata dal cappellano della comunità ucraina della diocesi, p. Ihor Holynskyy e dal parroco don Andriy Vachrushev, presso la Chiesa Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù. A Torino le azioni messe in campo per l'Ucraina dalla Migrantes sono una raccolta farmaci e materiale sanitario presso la sede di Migrantes  in collaborazione con l'Esarcato Apostolico e la Comunità ucraina di Torino; una raccolta di segnalazioni di cittadini ucraini sprovvisti di alloggio e ricerca di soluzioni alloggiative di emergenza; una raccolta di disponibilità di accoglienza da parte di singoli e famiglie, associazioni, gruppi di cittadini, comunità religiose, a livello regionale; l'organizzazione di un servizio di mediazione linguistica e culturale in lingua ucraina; il coordinamento con le istituzioni regionali e comunali piemontesi per l'accesso ai servizi e il coordinamento con le cappellanie ucraine di rito cattolico e bizantino di Torino per la raccolta di segnalazioni di cittadini ucraini in difficoltà.

Latinoamericani a Torino: sempre devoti a Maria

3 Febbraio 2022 - Torino - Nella chiesa un tempo delle Suore Sacramentine la comunità latinoamericana condivide la vita di fede guidata a tempo pieno da padre Noè. Le porte della chiesa dell’Immacolata Concezione di via Nizza 47 sono aperte tutti i pomeriggi: potrebbe essere una chiesa tra tante, ma entrando ci si rende conto di muoversi in un luogo «insolito». Un gruppetto di anziane signore sta recitando il rosario, in italiano, mentre negli altari laterali statue di madonne in colorati mantelli accompagnati da stendardi scritti in spagnolo hanno un inequivocabile sapore esotico. A completare un quadro sull’altar maggiore troneggia il Santissimo Sacramento, centro di tutta l’architettura. Sembrano elementi scollegati, ma qui sono in realtà la sintesi tra culture, storie e luoghi diversi. La storia è quella di questa chiesa, un tempo dell’Istituto delle suore Sacramentine: le religiose hanno lasciato Torino e venduto la struttura, ma la devozione per il Sacramento è rimasta. Oggi la chiesa è la casa della comunità latinoamericana torinese, ma non ci sono solo celebrazioni in spagnolo: la chiesa è rimasta il punto di riferimento anche per i fedeli che erano legati alle Sacramentine che si trovano ogni sera per l’adorazione, il rosario e la Messa. Padre Noé Antonio Romero Coreas, Missionario della Consolata salvadoregno è la guida di questo puzzle colorato: «Ogni domenica celebriamo la Messa in spagnolo e la chiesa è piena di tutta l’America latina: la nazionalità più numerosa è Peruviana, ma ci sono anche molti boliviani, ecuadoregni, colombiani e un po’ da tutto il Sudamerica. Non mancano anche alcuni italiani affezionati alle nostre celebrazioni vivaci!». Caratteristica dei fedeli latinoamericani è la forte devozione per i santi e la Madonna, venerata sotto molti nomi: per ogni santo c’è un gruppo di devoti rappresentato da uno stendardo colorato e a turno ogni gruppo anima la celebrazione. Alcuni gruppi si trovano anche in altre zone della città, sempre accompagnati da padre Noè. La cappellania è punto di riferimento per tutti i fedeli di lingua spagnola a Torino, ma il cappellano è molto attento perché i fedeli siano inseriti a pieno nella vita della Chiesa territoriale: «C’è sempre il rischio che le cappellanie diventino una Chiesa parallela: per questo ho deciso di non celebrare i sacramenti a parte il Battesimo. Invito tutti ad andare per il catechismo nelle parrocchie italiane. È vero che la fede è molto legata alla cultura: ma piano piano bisogna prendere coscienza del fatto che Gesù non appartiene alla cultura». Momenti importanti della vita della cappellania sono i festeggiamenti nel giorno dell’indipendenza di ciascun Paese rappresentato nella comunità: sono occasioni di festa e colori. «Putroppo oltre alla chiesa non abbiamo molti locali per fare incontri, ma ci accontentiamo di questo spazio che è sempre pieno di vita». (Simone Garbero) Simone

Mons. Nosiglia: “passare dall’affermazione dei principi di fratellanza e solidarietà a compiere gesti e fatti concreti di accoglienza”

6 Gennaio 2022 -
Torino - "Il divino bambino di Betlemme è nato per tutti, nessuno escluso, e l’episodio dei Magi lo conferma con tutta la sua carica di novità sconvolgente". Lo ha detto questa mattina l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia celebrando, nella Chiesa del santo Volto, la Festa dei Popoli promossa dall'Ufficio Migrantes nella solennità dell'Epifania del Signore.  Il Vangelo dice che quando i Magi annunciano che è nato il Messia tutta la città di Gerusalemme si turba e in particolare Erode: "È proprio questa la novità che sconvolge e turba Erode e i religiosi di quel tempo e continua a inquietare i potenti di sempre. Sembra assurdo ma è così: sono i poveri che spaventano, per cui vanno aiutati ma a restare poveri, altrimenti se alzano la testa e diventano attivi protagonisti del loro futuro, cambiano la storia del mondo, perchè - ha detto mons. Nosiglia - dalla loro parte si schiera Dio stesso che si fa uno di loro  e  che abbatte i potenti dai troni ed esalta gli umili. Questa è la sfida che interpella anche la nostra città  e invita a lasciarci provocare dalla presenza e dalle richieste espresse o inespresse, ma sempre reali e concrete, dei poveri, degli immigrati, dei senza  dimora, dei lavoratori e le loro famiglie che  soffrono per l’abbandono in cui sono costretti  e rischiano  di perdere il posto di lavoro come i miei amici del ex Embraco". Non bisogna dimenticare - ha quindi aggiunto mons. Nosiglia - che i Magi sono di altri Paesi e anche di religione diversa rispetto a quella del popolo di Israele. A noi oggi capita - ha detto l'arcivescovo di Torino - che "tante persone  bisognose di accoglienza e di solidarietà ci interroghino con la loro presenza, e le loro necessità: Voi che dite di credere in Cristo difensore degli ultimi, sapete indicarci la strada che ci permette di riconoscerlo ed incontrarlo qui e ora nella vostre comunità e nella città? Se la nostra risposta resta estranea ai loro bisogni esistenziali, spirituali ed umani, facciamo come Erode, i sacerdoti e gli scribi, non ci interessiamo delle loro richieste e pensiamo solo a noi stessi. Se invece comprendiamo che la loro provocazione ci stimola ad uscire dalle nostre paure, dal nostro perbenismo e paternalismo, dal nostro dare buoni consigli senza impegnarci in prima persona a farci carico di assumere le loro necessità, allora  il nostro agire diventerà forza di cambiamento anche per la nostra realtà sociale e la renderà più sicura, e concreta" . Torino è "certamente una delle città  più aperte alla accoglienza e integrazione e per questo molti sono gli immigrati e rifugiati che cercano di venire tra noi, anche se la fatica  per riconoscerli come cittadini a tutti gli effetti, soggetti  di uguali diritti e doveri, è ancora grande", ha detto ancora il presule spiegando che "siamo stati un popolo, e in parte lo stiamo ridiventando in questo periodo, di emigranti in tutte le nazioni del mondo e conosciamo bene i pregiudizi e rifiuti di cui sono stati oggetto tanti nostri connazionali, per cui  dovremmo aver imparato a operare perché oggi nel nostro Paese nessuno soffra le stesse situazioni. È un compito di tutte le componenti della popolazione". Da qui l'invito "a passare dalla  pur lodevole  affermazione dei principi di fratellanza e solidarietà a compiere gesti e fatti concreti di accoglienza e di  difesa e promozione dei diritti umani  e civili di immigrati e rifugiati. Apriamo inoltre  le nostre chiese e strutture  alle comunità etniche che necessitano di luoghi di incontro  e  di formazione alla fede e alla vita cristiana". E ancora le istituzioni "che pur impegnandosi  su diversi fronti rischiano di apparire sorde e con risorse sempre più scarse  rispetto ai problemi che loro si presentano. Il loro compito è anche quello di  far sì che gli immigrati possano contribuire  a promuovere la democrazia nel nostro Paese, una comunità  più solidale  e   aperta all’incontro e alla loro valorizzazione sia nel mondo del lavoro che nella partecipazione alla vita civile.." E poi "il  volontariato, che è molto attivo e presente ma spesso chiuso dentro il suo specifico servizio o ambito di intervento e poco collaborativo difronte ad altre iniziative non proprie. Solo l’unità e la sinergia di un lavoro fatto insieme  permetterà di affrontare  con qualche speranza di soluzione i problemi e le attese delle persone e famiglie. Dei mass-media,  che dovrebbero assumersi il compito di educare la gente allo spirito di accoglienza fraterna e  alla comunione  non accentuando una visione troppo  negativa o problematica di fronte  al fenomeno immigratorio". La città nel suo complesso: "occorre sradicare l’individualismo dai cuori e favorire la mutua conoscenza  e relazioni interpersonali e familiari improntate al rispetto e collaborazione, promuovere un’azione di insieme  dei vari organismi cittadini, coinvolgere  le persone   ascoltando e aiutando a inserirsi nel tessuto della società, condividendo la nostra lingua, la cittadinanza in particolare ai minori nati nel nostro Paese, le leggi e i valori,  per offrire così  il loro contributo al suo progresso morale e civile". Occorre - ha concluso l'arcivescovo di Torino - vedere  in ogni  immigrato o rifugiato "non un problema ma una risorsa anche economica e sociale  oltre che  un fratello e una sorella da rispettare e amare come ogni altra persona del nostro Paese. Occorre dunque passare dalla cultura dello scarto a quella dell’incontro". In questo giorno dell’Epifania mons. Nosiglia ha salutato e rivolto un augurio "ai fratelli e sorelle delle comunità di immigrati cattolici  e cristiani che vivono e lavorano tra noi .Per i nostri fratelli e sorelle ortodossi in particolare, oggi è una grande festa, come è per noi cattolici latini, il Natale. Voglia Cristo Signore e la madre di Dio Maria Santissima accogliere le loro preghiere e far risplendere su di essi, le loro famiglie e comunità la luce del suo volto. Anche ai credenti di altre religioni rivolgo il mio saluto e invoco  Dio Santo, giusto e misericordioso perché ci aiuti a promuovere il dialogo interreligioso, la conoscenza e il rispetto delle reciproche tradizioni, la collaborazione per costruire una società, più giusta e pacifica per tutti, dove ogni persona possa trovare accoglienza, integrazione e amore". (Raffaele Iaria)

Migrantes Torino: domani la celebrazione di mons. Nosiglia con le comunità etniche della diocesi

5 Gennaio 2022 -

Rom e sinti: oggi mons. Nosiglia visita il campo rom

4 Gennaio 2022 -
Torino -L' arcivescovo di Torino,  mons. Cesare Nosiglia,  visiterà oggi pomeriggio alle 15.00  il campo Rom di strada dell'Aeroporto 235/25  a Torino.
Come ogni anno l'arcivescovo fa visita a un campo Rom  per incontrare il mondo delle periferie non solo fisiche ma anche esistenziali,  dove si trova grande povertà di relazioni  anche a causa delle discriminazioni che si continuano a subire, fa sapere una nota della diocesi piemontese. Mons. Nosiglia incontrerà le singole famiglie nella sua visita al campo,  evitando assembramenti vista l'emergenza COVID-19.  Ad accompagnare il presule il direttore Migrantes della diocesi Sergio Durando e Carla Osella, presidente di AIZO.

Le sfide della migrazione: una riflessione a Torino

28 Ottobre 2021 - Torino - Gli stranieri in Italia diminuiscono, ma i toni allarmistici continuano, mentre nessuno pensa alle migliaia di emigrati italiani: Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes di Torino in un incontro a Pino Torinese ha tracciato le linee del fenomeno migratorio in Italia alla luce del Rapporto Immigrazione Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. C’è emozione nelle parole del parroco don Mimmo Mitolo nell’introdurre la prima serata di nuovo nel teatro parrocchiale dopo la pandemia: è mercoledì 20 ottobre e a Pino Torinese l’Azione Cattolica, il Volontariato Vincenziano e il gruppo scout cittadino hanno invitato Sergio Durando a parlare delle sfide della migrazione. «Quest’anno gli immigrati residenti in Italia sono diminuiti di 300 mila unità: un fatto nuovissimo che non accadeva da moltissimi anni». Il direttore Migrantes focalizza l’attenzione sui numeri: il calo di immigrati nel nostro Paese fa riflettere, anche se non bisogna considerare in maniera acritica il numero assoluto. Nella diminuzione di stranieri rispetto agli anni precedenti bisogna infatti contare chi nel frattempo è diventato italiano assumendo la cittadinanza e chi è deceduto, senza dimenticare le vittime della pandemia. «In ogni caso il numero complessivo è diminuito, così come gli sbarchi in Sicilia da anni non sono più i grandi numeri del 2015 – 2016», argomenta il direttore Migrantes di Torino: «Questo ci fa pensare da un lato all’attenzione mediatica, che continua ad essere spesso una narrazione di emergenza, dall’altro all’attrattività del nostro Paese: è indubbio che tra questi numeri ci sono migliaia di persone straniere che hanno deciso di andarsene dall’Italia». Durando ha poi portato a riflettere sul calo demografico in corso nel Paese a causa della bassa natalità: per la prima volta quest’anno la popolazione straniera non compensa la diminuzione degli Italiani, in quella che viene considerata la più grave crisi demografica dal dopoguerra. In tutto ciò si inserisce, con scarsa attenzione da parte dei mezzi di informazione, il fenomeno degli italiani che emigrano: «Tutti gli anni come Fondazione Migrantes pubblichiamo il ‘Rapporto Italiani nel mondo’, ma se ne parla pochissimo eppure dovremmo rifletterci: si tratta del futuro dell’Italia». Citando dal «XXX Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes» appena uscito, Durando evidenzia l’effetto negativo della pandemia sulla situazione della povertà: il 26% della popolazione straniera in Italia vive sotto la soglia della povertà, contro il 6% di quella italiana e i poveri stranieri sono tendenzialmente più giovani. «È molto negativo anche il ritardo sulla vaccinazione della popolazione straniera rispetto a quella italiana: sono effetti di una politica che nette in concorrenza i poveri facendo crescere la conflittualità sociale». Di fronte ad un quadro così complesso dalla platea emerge subito spontanea la domanda: che fare? Come si può impegnare ognuno di noi per contribuire a questa sfida del nostro tempo? «A livello istituzionale occorrono investimenti seri nei Paesi in difficoltà», risponde Durando, «servono corridoi umanitari e sistemi di accoglienza efficaci. Ognuno di noi, oltre a mettersi a servizio nel volontariato, può impegnarsi per costruire una società che sia davvero accogliente a tutti i livelli e non solo nei confronti degli stranieri: serve una cultura dell’accoglienza reciproca». (Simone Garbero – La Voce e il Tempo)      

Migrantes Torino: dialogo sull’accoglienza

25 Ottobre 2021 - Torino – All’interno del Festival dell’Accoglienza “E mi avete accolto”, in corso a Torino su iniziativa dell’Ufficio Migrantes, oggi pomeriggio, 25 ottobre, alle ore 18, una occasione per riflettere sul significato del verbo accogliere: Monsignor Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e Presidente della Fondazione Migrantes dialogherà con Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale. A moderare sarà Angela La Rotella, responsabile dell’Area Cultura e Comunicazione del Politecnico di Torino. L’incontro si svolgerà presso il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano (Piazza Carlo Alberto, 8).

Migrantes Torino: dialogo sull’accoglienza

20 Ottobre 2021 - Torino - All'interno del Festival dell'Accoglienza "E mi avete accolto", in corso a Torio su iniziativa dell’Ufficio Migrantes, lunedì 25 ottobre alle ore 18 una occasione per riflettere sul significato del verbo accogliere: Monsignor Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e Presidente della Fondazione Migrantes dialogherà con Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale. A moderare sarà Angela La Rotella, responsabile dell'Area Cultura e Comunicazione del Politecnico di Torino. L'incontro si svolgerà presso il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano (Piazza Carlo Alberto, 8).  

Migrantes Torino: le iniziativa per la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza per costruire un futuro più inclusivo

1 Ottobre 2021 -
Torino - Domenica 3 ottobre la Migrantes di Torino, nell'ambito dell'iniziativa "E mi avete accolto - Festival dell'Accoglienza" propone una giornata ricca di eventi per celebrare insieme la #𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮𝗲𝗱𝗲𝗹𝗹𝗔𝗰𝗰𝗼𝗴𝗹𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮, per ricordare tutte le vittime dell'immigrazione e costruire insieme un futuro più inclusivo e accogliente.
Alle ore 15,00 "𝗧𝗛𝗘 𝗚𝗔𝗠𝗘- 𝗔𝗦𝗖𝗦 - Polo del '900: l’attraversamento dei confini tra i mille ostacoli che si frappongono tra la partenza e la meta tanto sognata. Provare a immedesimarsi per capire le dinamiche ostili e le atrocità vissute sulla pelle dei migranti è l’obiettivo di questo gioco di ruolo in cui tutto è imprevedibile, ma tutto è pensato per bloccarti al di là della frontiera
- 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟳.𝟬𝟬: 𝗽𝗿𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗙𝗟𝗔𝗦𝗛 𝗠𝗢𝗕 - Polo del '900
L’ organizzazione dell'azione pubblica rivolta ai giovani per ricordare le 368 vittime del naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013. Con le coperte dorate della campagna #ioaccolgo e le maschere del progetto “𝑭𝒂𝒄𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝑾𝒂𝒍𝒍” di Fabio Saccomani, i giovani possono metterci la faccia per dire il loro impegno nella costruzione di un futuro più inclusivo e accogliente.
- 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟴.𝟯𝟬: 𝗙𝗟𝗔𝗦𝗛 𝗠𝗢𝗕 - Piazza Castello
Con le coperte dorate della campagna #ioaccolgo e le maschere del progetto “𝑭𝒂𝒄𝒆 𝒕𝒉𝒆 𝑾𝒂𝒍𝒍” di Fabio Saccomani, i giovani possono metterci la faccia per dire il loro impegno nella costruzione di un futuro più inclusivo e accogliente.
- 𝗼𝗿𝗲 𝟮𝟬.𝟯𝟬: 𝗖𝗜𝗡𝗘𝗠𝗔 𝗜𝗡 𝗚𝗜𝗔𝗥𝗗𝗜𝗡𝗢 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮 𝙄𝙇 𝙎𝙊𝙇𝙀 𝘿𝙀𝙉𝙏𝙍𝙊 di Paolo Bianchini - Teatro Monterosa
Grazie alla collaborazione con ACEC e Teatro Monterosa, la quinta e ultima proiezione della rassegna ad ingresso gratuito. Prima della proiezione del film, presentazione del videoclip “Welcome Refugees” di Alberto Visconti con CoroMoro l’episodio pilota di ARTatSEA (ASPRA sail) , progetto d’integrazione e bellezza sociale attraverso l’arte e il mare.
Il film intreccia due storie, l’una vera, l’altra di fantasia. A distanza di tempo, due viaggi uniscono l’Europa all’Africa e viceversa. Yaguine e Fodè partono dalla Guinea per portare a Bruxelles una lettera indirizzata alle istituzioni europee, mentre Thabo e Rocco fuggono dall’Europa per raggiungere l’Africa portando un pallone. Guarda qui il trailer: https://youtu.be/E0NdjIuZlaI

Migrantes Torino: una giornata per parlare di prossimità

16 Settembre 2021 - Torino - Si intitola “Il volontariato oggi: ridurre le distanze” l’incontro che si svolgerà sabato 9 ottobre presso il Centro Congressi del Santo Volto a Torino.  Una giornata riservata ad operatori e volontari Migrantes e dell’Associazione Camminare Insieme, organizzata nell’ambito del progetto ProXimo, realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con Regione Piemonte. che servirà a riflettere e a rifocalizzarci. “In questo tempo così difficile e complesso, infatti, le nostre due organizzazioni non si sono mai fermate. L’emergenza sanitaria si è svelata sempre di più nella sua natura di emergenza sociale, che continua a colpire soprattutto chi vive in situazioni di difficoltà o di fragilità, creando nuove situazioni di povertà”, spiegano alla Migrantes di Torino: “con molto impegno e creatività siamo riusciti a sviluppare nuove modalità di relazione per rimanere prossimi nonostante il distanziamento fisico. Oggi riteniamo importante per tutti noi condividere le esperienze e riflettere sulle nostre prassi ripartendo dalle nostre mission. Con questo intento abbiamo costruito per tutti i volontari e gli operatori delle nostre realtà questa giornata, prima tappa di un percorso formativo che ha lo scopo di sviluppare idee concrete e piste per il futuro”.