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Migrantes Piemonte-Valle d’Aosta: ad Asti il pellegrinaggio annuale dei migranti

8 Maggio 2024 - Torino - Giunto alla sua nona edizione, il Pellegrinaggio dei popoli promosso dalla Migrantes Piemonte si terrà domenica 16 giugno nella città di Asti. Attese mille persone provenienti dalle diverse diocesi del Piemonte e Valle d'Aosta, originarie dell’Africa, America Latina e Asia. L’incontro delle comunità etniche è un momento di festa e di preghiera, sottolinea la Migrantes regionale  e vede partecipare, ogni anno in una sede diversa, centinaia di pellegrini. La scorsa edizione si è svolta presso il Colle don Bosco a Castelnuovo don Bosco, la precedente al Santuario Regina Pacis a Fontanelle di Boves, mentre il prossimo 16 giugno la giornata sarò diffusa per diversi centri nella città di Asti. Il programma prevede l'esibizione degli sbandieratori e della banda musicale cittadina e i saluti di mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti e vescovo incaricato della Migrantes regionale; di Maurizio Rasero, Sindaco di Asti e diSergio Durando, Coordinatore regionale Migrantes. Seguranno catechesi per gruppi linguistici, una festa aperta alla cittadinanza con danze e canti dal mondo e la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Prastaro presso la cattedrale di Asti, con la partecipazione del coro multietnico di Torino.

Migrantes Piemonte-Valle d’Aosta: domenica il Pellegrinaggio dei Popoli

9 Giugno 2023 -   Torino – Si svolgerà domenica prossima a Colle don Bosco, l’ottava edizione del Pellegrinaggio dei popoli promosso dal Coordinamento Migrantes regionale del Piemonte e della Valle d’Aosta e che vede partecipare, ogni anno in una sede diversa, centinaia di pellegrini. All’edizione di quest’anno sono attese oltre mille persone provenienti dalle diverse zone diocesane del Piemonte, e che arrivano da ogni angolo del mondo, dell'Africa all'America Latina, dal Medio Oriente all'Asia.  

Migrantes Piemonte- Valle d’Aosta: religiosi e religiose su “costruiamo insieme il futuro con migranti e rifugiati”

9 Marzo 2023 - Torino - Nell’ottica dell’invito di papa Francesco ad impegnarsi nella costruzione di un futuro con i migranti, il Coordinamento regionale della Migrantes Piemonte-Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia (USMI), ha organizzato  a Torino, nei locali della Migrantes, una giornata di studio e confronto a cui hanno preso parte oltre 90 religiose appartenenti a trenta congregazioni differenti delle diocesi di Torino, Cuneo, Asti e Ivrea. Buona parte delle religiose presenti erano di origini straniera, altre avevano un’esperienza alle spalle di missione e altre ancora sono oggi impegnate nel campo della mobilità umana. Tutte sono state chiamate a riflettere sulla ricchezza dei loro carismi e della loro cultura nell’ambito specifico. “In un tempo di cambiamento, di secolarizzazione e di grande mobilità umana – afferma Sergio Durando, direttore della Migrantes di Torino e direttore regionale della Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta -  in cui assistiamo all’arrivo di numerose persone provenienti da mondi diversi, urge la necessità che la Chiesa investa sempre di più nell’ accompagnamento e nella cura delle persone che si muovono e che arrivano”.  E’ importante quindi che tutti i servizi di accoglienza, di ascolto, di carità, di apostolato rispondano a questo orizzonte "che è quello di manifestare l’apertura della comunità cristiana – continua Durando -, l’attenzione e la cura di una chiesa che si fa sempre più prossima e soprattutto di favorire il coinvolgimento dei nuovi arrivati, che non sono solo ‘poveri da aiutare’, ma fratelli e sorelle con cui condividere un pezzo di strada”. La giornata si è svolta all’insegna della fraternità, della riflessione e dello scambio. Dopo un momento di preghiera, che ha coinvolto le diverse religiose, hanno aperto la giornata le parole di mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti e Delegato Migrantes CEP e della Delegata Nazionale USMI, Sr. Azia Ciairano. Mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e Susa, nel suo intervento ha ripreso il titolo della giornata “Costruiamo insieme il futuro” dando un’approfondita lettura cristiana alle singole parole e contestualizzando nella fase storica attuale il compito della Chiesa cattolica di esprimere la volontà di Dio di “costruire coinvolgendo” il popolo di Dio, ma anche tutta la comunità che non è Chiesa perché “qualunque uomo è messo nella condizione di essere con Cristo”. La Chiesa cattolica è plurale e il ruolo delle sorelle dalle diverse culture ed esperienze diventa oggi sempre più importante per creare ponti, legami dentro e fuori la Chiesa. “Testimoniare – afferma mons. Repole -  con radicalità l’altrove di Dio”. Ritessere legami oltre l’individualismo dettato dall’economicismo imperante in cui viviamo. Al termine dell’intervento dell’arcivescovo, lo spazio è stato dato alle sorelle che hanno avuto modo prima e dopo il pranzo condiviso, di raccontarsi e raccontare le fatiche, di supportarsi nella condivisione delle esperienze. “Cercare insieme segni di futuro per creare luoghi di fraternità e accoglienza… di entrare in spazi di disumanità per essere ‘stimolo’, per un’’esperienza di prossimità’”; di “porre lo sguardo, l’udito e la parola dove la comunione germoglia”; “…sono profondamente convinta che ognuna di noi porta in cuore il desiderio di camminare insieme alle sorelle e ai fratelli che incontriamo per cercare strade possibili, per una vita dignitosa arricchita dalle diverse culture ed esperienze. Come religiose credo che abbiamo bisogno di confronto, di sostegno, di condivisione per aiutarci ad aiutare”; “…ci aspettiamo un confronto rinnovato e progettuale per continuare a fare bene il bene di tanti fratelli che accogliamo e a far crescere la comunione intorno a noi… che la sinodalità di cui oggi si parla tanto diventi realtà concreta e vissuta!”. La vita religiosa femminile è impegnata nei vari ambiti della catechesi, nella liturgia, in azioni caritative, nell’animazione sociale, nell’evangelizzazione, in attività che favoriscono l’inserimento delle persone in realtà socioculturali. E’ chiamata quindi a vivere l’accoglienza, la relazione, la cura, l’ascolto, l’attenzione verso i migranti in numerosi ambiti, anche in quelli più lontani, come nella pastorale giovanile, nell’educazione scolastica, nella pastorale con le famiglie, ma anche  con le persone più periferiche e vulnerabili: le persone che vivono in strada, che sono recluse nei CPR, che vivono negli insediamenti informali, in case occupate, nei grandi condomini… Essa rappresenta quindi un’opportunità per la società e per il futuro della chiesa in quanto offre linfa nuova e vitalità. Le religiose ad esempio che rientrano dopo esperienze di missione o che sono di origine straniera, arricchiscono di valori, di esperienze di chiesa di contesti diversi e a volte complessi, di formazione e di attitudini positive ed edificanti anche le nostre comunità.                      

Migrantes Piemonte- Valle d’Aosta: giovedì un convegno su Religiose e migranti

28 Febbraio 2023 - Torino - Giovedì 2 marzo il Coordinamento regionale Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta e l’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia (USMI) promuovono una giornata di studio dal titolo: «Religiose e migranti: costruiamo insieme il futuro!» per riflettere sulla ricchezza dei carismi e delle culture e sulla missione cristiana nel campo della mobilità umana. Dopo il momento di preghiera iniziale, i lavori saranno introdotti dai saluti di mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti e delegato Migrantes della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta, e da suor Azia Clairano, delegata nazionale dell’Usmi. Seguirà l’intervento di mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa. Spazio poi alle riflessioni proposte da Sergio Durando, coordinatore regionale Migrantes, suor Gemma Dalmasso, delegata regionale Migrantes Usmi. Le conclusione sono affidate a mons. Prastaro.  

Migrantes Piemonte-Valle d’Aosta: ieri l’incontro con mons. Felicolo

27 Gennaio 2023 - Torino - Ieri, 26 gennaio, gli uffici Migrantes di Piemonte e Valle d’Aosta hanno incontrato, per la prima volta, il nuovo direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolopresso Villa Lascaris, a Pianezza (To). Delle diocesi erano presenti non solo i responsabili, ma anche volontari e alcune religiose. A condurre l’incontro il vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Regionale, mons. Marco Prastaro e Sergio Durando, direttore del Coordinamento regionale Migrantes. Nel corso dell’incontro è stato presentato il programma delle attività del Coordinamento nel primo semestre dell’anno che vede tra gli appuntamenti il Pellegrinaggio dei popoli con il coinvolgimento delle comunità etniche cattoliche di tutta la regione, l’incontro tra i Coordinamenti regionali Migrantes e Missio e l’appuntamento regionale, organizzato in collaborazione con l’USMI, con le religiose presenti nelle diverse diocesi che prestano il loro servizio in ambiti interculturali. Mons. Felicololo ha avuto l’occasione per presentarsi e riprendere gli obiettivi della Fondazione Migrantes che in Italia e all’estero è presente con uffici e attività che accompagnano la mobilità umana in tutte le sue forme. Ha ricordato per esempio il mondo dei circensi e dei fieranti emerso in particolare nel periodo della pandemia quando si è trovato in estrema difficoltà, così come i mondi legati ai Rom e i Sinti, spesso ancora ridotti a vivere in campi e baracche che ricordano le lontane favelas o las villas.  

Migrantes Piemonte: la presentazione del rapporto Immigrazione ad Asti e Torino

7 Dicembre 2022 - Torino - Sarà presentato in Piemonte, nella prossima settimana, il Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Il primo appuntamento il 15 dicembre ad Asti su iniziativa degli uffici Caritas e Migrantes della diocesi. Interverranno Simone Varisco della Fondazione Migrantes e il vescovo mons. Marco Prastaro, delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d'Aosta. Il secondo appuntamento a Torinoi il giorno successivo. Ad introdurre i lavori il direttore Migrantes regionale, Sergio Durandoseguito dai saluti istituzionali di mons. Gian Carlo Perego, Presidente Fondazione Migrantes  e Stefano Tallia,  Presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte. A presentare il Rapporto Laura Fusca, Simone Varisco, Paola Barretta e Asmae Dachan. A concludere Pierluigi Dovis, Direttore della Caritas Piemonte/Valle d’Aosta.  

Migrantes Piemonte-Valle d’Aosta: domenica scorsa la settima edizione del Pellegrinaggio dei popoli

14 Giugno 2022 - Asti - Dopo due anni di silenzio, domenica 12 giugno le comunità cattoliche e straniere provenienti da diverse diocesi del Piemonte hanno potuto ritrovarsi al Pellegrinaggio dei popoli presso il Santuario Regina Pacis di Fontanelle di Boves (Cn), non a caso nella stessa sede dove si erano ritrovate due anni prima, a giugno 2019. L’appuntamento annuale, organizzato dal Coordinamento regionale Migrantes, è giunto alla sua settima edizione nonostante la lunga pausa che la pandemia ha provocato e i cui segni sono ancora visibili nella lenta ripresa delle attività aggregative delle Migrantes. A Fontanelle ad accogliere i 700 pellegrini provenienti da Alba, Asti, Cuneo e Torino erano presenti Mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti e delegato Cep per la Pastorale Migrantes don Giuseppe Panero, Rettore del Santuario e Maurizio Paoletti, Sindaco di Boves e Sergio Durando, Direttore della Migrantes di Torino e responsabile del coordinamento regionale Migrantes. Ha poi raggiunto il Santuario e concelebrato la S. Messa Mons. Piero Delbosco, Vescovo della Diocesi di Cuneo. Come nell’edizione del 2019, l’atmosfera è stata riscaldata dalla grande accoglienza dei cittadini di Fontanelle, capaci di un’accoglienza calorosa e partecipata. Filippini, africani anglofoni, francofoni e lusofoni, latinoamericani e famiglie ucraine fuggite dalla guerra hanno animato il Pellegrinaggio, portando la testimonianza di un mondo ancora troppo segnato dalle sofferenze, dalla paura e dalle ingiustizie, un mondo che non possiamo ignorare. Dopo un momento di accoglienza e saluto, nella mattinata, ci sono state alcune testimonianze. Ha così preso la parola Moustafà, rifugiato afgano, oggi mediatore culturale, che ha voluto evidenziare come sia calato il silenzio sulle condizioni critiche in cui continua a versare il suo paese, oggi dimenticato dalle prime pagine dei giornali italiani. Anche la signora Mina, fuggita dalla città di Charkiv in Ucraina, ha raccontato ai pellegrini la sua storia di migrante forzata, una storia ancora troppo vicina per non leggerla nei suoi occhi. Le bombe l’hanno raggiunta quando era nella sua casa e nel crollo ha trovato riparo in un piccolo angolo. Negli attimi infiniti di paura e distruzione, Mina si è rifugiata nella preghiera, l’unica risposta alla disperazione. Nel piazzale del Rosario, domenica 12 giugno, le comunità insieme hanno pregato per la Pace e hanno condiviso momenti intensi di vicinanza, fratellanza e gioia dell’incontro.  

Migrantes Piemonte: domenica il pellegrinaggio dei migranti

9 Giugno 2022 - Torino - Partiranno in 700 da tutte le diocesi del Piemonte per invocare il dono della pace al Santuario Regina Pacis di Fontanelle di Boves in provincia di Cuneo. Migranti che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma della guerra e migranti che hanno lasciato il proprio paese per sfuggire a fame e persecuzioni, per garantire un futuro migliore ai propri figli e che quest’anno hanno scelto di vivere il loro tradizionale pellegrinaggio annuale organizzato dal Coordinamento regionale Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta proprio pregando insieme per la fine di ogni conflitto in ogni parte del mondo. Il pellegrinaggio è rivolto a tutte le Comunità cattoliche Migrantes di tutte le Diocesi piemontesi e ai volontari impegnati nella promozione dell’accoglienza ed è ormai una tradizione ma che aveva subito una interruzione di due anni a causa della pandemia. «Quest’anno», spiega Sergio Durando, direttore della Migrantes  diocesana di Torino e coordinatore regionale, «abbiamo scelto di tornare a Fontanelle di Boves dove si invoca Maria Regina della Pace proprio per affidare alla preghiera il desiderio che si ponga fine ad ogni conflitto in ogni parte del mondo». Da Torino sono in 500 ad aver aderito alla proposta, appartenenti a tutte le cappellanie e fra loro anche una ottantina di Ucraini, tra chi da tempo vive nel territorio  e chi è stato accolto in questi mesi. Il pellegrinaggio intitolato «Insieme per la pace» prevede alle 10 un primo ritrovo nel santuario cuneese per un saluto e una introduzione di mons. Marco Prastaro, incaricato regionale Migrantes, di don Giuseppe Panero, rettore del Regina Pacis, e di Maurizio Paoletti, sindaco di Boves. Prima della preghiera del rosario sono previste tre testimonianze di profughi fuggiti dalle guerre, dall’Ucraina e dall’Afganistan. Alle 11 la preghiera del rosario per la pace con itinerari diversi. Tre le proposte, una prima che prevede la recita nel piazzale antistante il santuario, una che prevede un percorso di 4 km e una terza un percorso più breve, per accompagnare con il cammino la preghiera, altro aspetto che accomuna tanti migranti che hanno percorso centinaia di chilometri invocando la salvezza per se stessi e i familiari. Dopo il pranzo, il tempo della festa con canti e danze proposti dalle diverse cappellanie e a conclusione la Messa concelebrata da mons. Prastaro e da mons. Piero Delbosco, Vescovo di Cuneo e Fossano, le diocesi che animano questa edizione del pellegrinaggio. (VeT)

Migrantes Piemonte: il 12 giugno il Pellegrinaggio dei Popoli

1 Giugno 2022 - Santuario di Fontanelle di Boves: invito al pellegrinaggio dei popoli Alba - Mi rivolgo a tutti gli amici immigrati cattolici di ogni Paese e lingua che stanno ad Alba e nella diocesi albese. Vi rivolgo un invito fraterno a rispondere con generosità. Carissimi, questo invito è rivolto a voi e alle vostre famiglie. È per voi cattolici africani nigeriani, ivoriani, ganesi, senegalesi, congolesi, camerunensi e latinoamericani di Messico, Perù, Brasile, Argentina, Cile, Repubblica Dominicana, e di tanti altri Paesi in compagnia anche degli albanesi cattolici. Domenica 12 giugno possiamo trovarci tutti puntuali per le ore 8 con le macchine per avviarci insieme da piazza Cristo Re in Alba fino a Fontanelle di Boves dopo Cuneo, dove c' è un meraviglioso santuario dedicato alla Madonna che attende tutti con gioia! Questo mio invito è per il Pellegrinaggio dei popoli, organizzato dal Coordinamento regionale Migrantes del Piemonte, che inizierà alle ore 10 (portarsi pranzo al sacco per voi e i bambini)! Posteggeremo le auto nella piazza davanti al grande santuario e là tutto verrà spiegato nei dettagli su ciò che faremo per rendere grande la nostra partecipazione. Preghiera e festa insieme. Contenti di aver accolto l' invito di Gesù e di Maria, non esitate a portare con voi gli amici e le loro famiglie che abbiano disponibilità di un' auto a questo importante appuntamento della Pastorale Migrantes 2022. Vi ringrazio tutti di cuore. (don Paolo Rocca - Direttore Migrantes Alba)

La valle solidale e i migranti bambini

21 Dicembre 2021 -

Torino - Non piangono mai i bambini che arrivano all’ultima tappa prima del confine francese. Sono esausti, dormono di continuo, qualcuno ha i piedi morsicati dai topi negli accampamenti di fortuna in Bosnia, eppure non piangono. Lo raccontano commossi gli operatori e i volontari del rifugio per immigrati 'Fraternità Massi' nella casa dei salesiani accanto alla stazione di Oulx. Ai piccoli il lungo viaggio sembra un gioco in compagnia dei genitori. Per gli esperti il gioco si chiama 'rotta italiana' oppure 'terminale della rotta mediterranea' e anche 'limite occidentale della rotta balcanica'. Comunque la si veda, Oulx dal 2017 è diventata una porta di uscita sempre più battuta dall’Italia verso la Francia e l’Ue, per marciatori della speranza in viaggio da anni.

Non temono di andare in mezzo alla neve in scarpe da tennis, ma se vengono al rifugio voluto dalla fondazione 'Talità Kum' con i medici di Rainbow 4 Africa aperto h 24 trovano scarponi, cibo, possono farsi visitare e passare una notte al caldo dopo le 16, quando d’inverno cala subito il buio e la temperatura scende sottozero.

A pochi passi dal rifugio in Alta Val di Susa, ironia della sorte, fermano i treni di linea per la Francia e persino il Tgv. Ma il viaggio comodo è roba per chi ha documenti europei e Green pass. Il resto dell’umanità tenta di prendere un bus di linea, se non controllano i 'certificati verdi', o arriva a piedi fino alle piste di fondo di Claviere e poi si infila nei boschi per 20 chilometri per passare il Monginevro. Un’impresa al buio col freddo, specie per le famiglie con donne incinte e bambini. Oltretutto la sorveglianza dei gendarmi dotati anche di visori notturni al confine e lungo la statale è continua. Inflessibili anche con i più vulnerabili, non rilasciano il documento di respingimento, il 'refus d’entrée', contro cui presentare appello. Chi passa, però, in 5 giorni arriva a Parigi e da lì prosegue per Germania, Paesi Bassi, Belgio o Regno Unito, nell’Europa che cerca manodopera.

Gli scarponi li lasciavano i valligiani quando si è aperta la rotta. Il rifugio prosegue la tradizione solidale, mettendoli nelle rastrelliere. Ogni giorno passano da qui almeno 60 persone, con punte di 100 dall’estate a novembre. Quando si supera quota 50 la Croce rossa sposta i profughi al polo logistico di Bussoleno, 20 chilometri a valle, così che nessuno dorma all’aperto. Da aprile a dicembre sono passate 9mila persone e altre 1.500 sono state portate alla Croce rossa. Il 60% proveniva dalla rotta balcanica, gli altri erano subsahariani sbarcati da poco e tunisini alle prese con disoccupazione.

«È dura marciare nella neve, ma chi proviene dai Balcani dice che dopo Bosnia e Croazia passare il Monginevro è come bere un bicchiere d’acqua – spiega don Luigi Chiampo, 62 anni, da 10 parroco di Bussoleno, presidente di Talità Kum e responsabile Migrantes della diocesi susina – e da quando abbiamo aperto il centro a Oulx nel 2018 non ci sono più stati morti sulle montagne. Passavano dal Colle della Scala, molto pericoloso. Nel 2021 dalla valle è passato un fiume di circa 15mila persone dirette a Claviere. Arrivano a Trieste e in 72 ore attraversano il nord in treno o bus, oppure vengono dai centri di accoglienza. Il rifugio lo abbiamo aperto per non far dormire più nessuno in mezzo alla strada ed è importante la rete che si è creata e la collaborazione con le istituzioni». I Comuni, al contrario di quanto accade Oltralpe, sono presenti. La Prefettura di Torino contribuirà al nuovo rifugio di fronte alla 'Fraternità Massi', sempre di proprietà dei salesiani, molto più grande, in cui a giorni si sposteranno le attività. Che comprendono le attività dei medici e infermieri di 'Rainbow for Africa' e degli operatori legali di Diaconia valdese e Danish refugee Council, che qui hanno un punto nodale del loro osservatorio dei tre confini. Cena e assistenza le offrono la rete solidale di Talità Kum, aperta ad associazioni laiche e nazionali.

«Prepariamo un piatto di pasta, offriamo un letto caldo – afferma racconta Giorgio Guglielminotti, storico operatore – e se lo desiderano parliamo. Soprattutto diamo le scarpe a chi arriva con i piedi rotti da marce interminabili». I single dormono in uno camerone e le famiglie nei container in cortile. Si resta al massimo 48 ore ad eccezione delle famiglie numerose. Secondo Serena Tiburtini, coordinatrice di programma per Danish refugee council, le famiglie sono soprattutto afghane (il 40%) e iraniane. Poi i pachistani. «Passano da Claviere a piedi – aggiunge – perché sono abituati alla montagna. Sono arrivati i primi evacuati in estate da Kabul, i più ricchi, gli altri li attendiamo nei prossimi mesi. I tempi di ricongiungimento con i parenti sono troppo lunghi. Una ragazza afghana a settembre mi ha detto che non poteva attendere sei mesi per raggiungere la madre in Svezia, mentre poteva farcela in 15 giorni. Un giovane curdo iraniano, rimasto storpio a una gamba, fratturata dalle botte prese in Croazia, non riusciva a passare a piedi. Ma voleva raggiungere moglie e figlioletta in Svizzera. Niente ricongiungimento, alla fine è partito con un passeur ».

«Chi arriva a Oulx dalla rotta balcanica è esausto fisicamente e mentalmente – prosegue Eloisa Franchi dei medici di Rainbow 4 Africa – poi c’è chi arriva con ferite da marcia o con le cicatrici delle torture inferte dai poliziotti croati. Noi offriamo primo soccorso per curare la 'patologia di confine', uno stress psicofico continuo. Nel nuovo rifugio avremo uno spazio per dare assistenza continuativa». A Oulx sono arrivate quest’anno due donne in procinto di partorire: una ci è riuscita, l’altra ha messo al mondo un bambino morto. Era da sola, marito e figlio erano già passati, ma sono tornati indietro per salutare il piccolo e ripartire con lei. Domani si concluderà qui il 'Cammino della Speranza', staffetta partita da Trieste in bici una settimana fa per ricordare cosa accade ogni giorno da un confine all’altro. (Paolo Lambruschi – Avvenire)