Primo Piano

Corridoi umanitari Cei: in arrivo 100 rifugiati afghani

20 Febbraio 2023 -

Roma - Mercoledì arriveranno in Italia dal Pakistan un gruppo di circa cento rifugiati afghani nell’ambito del programma di Corridoi umanitari della Conferenza Episcopale Italiana, dalla Comunità di Sant' Egidio e dalla Fcei sulla base dei protocolli siglati con il Governo Italiano.Questi nuovi arrivi avvengono a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e saranno occasione, per presentare dati e storie sulle iniziative di accoglienza che Caritas Italiana, per conto della Cei, ha messo in atto, sia in favore del popolo ucraino, sia di profughi da altri Paesi.

Anci: più posti per i minori non accompagnati

20 Febbraio 2023 -

Roma - L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati rimane il tema che più preoccupa i sindaci. Secondo Matteo Biffoni, delegato Anci alle Politiche migratorie e sindaco di Prato, "i Comuni fanno la loro parte ma è fondamentale incrementare strumenti appropriati e ordinari, così da non mettere in difficoltà sindaci e comunità coinvolte. C’è piena collaborazione tra Comuni e prefetti – prosegue Biffoni – ma è necessario allargare l’accoglienza dei minori soli". E per "rispondere alle effettive esigenze, consentendo ai Comuni di poter offrire una concreta e qualificata presa in carico – conclude il delegato Anci – occorre aumentare i posti Sai a loro dedicati di almeno 4.000 unità".

Lo sbilanciamento dell’amore

20 Febbraio 2023 -
Città del Vaticano - L’evangelista Matteo ci porta ancora a riflettere sul Discorso della montagna, o meglio ci pone di fronte a quelle ‘antitesi’ che caratterizzano la novità del messaggio cristiano: “avete inteso che fu detto […] ma io vi dico”. Apparente contraddizione tra il Primo e il Nuovo Testamento. Non si tratta, però, di una semplice continuazione di quanto abbiamo ascoltato nella pagina di domenica scorsa, quando il richiamo che ci veniva dalle parole di Gesù era quello di non impoverire il grande dono di Dio che ci ha chiamati beati, ma di essere sale e luce del mondo. Così siamo chiamati a fare un altro passo in avanti e lo capiamo già dall’accostamento tra la prima lettura, tratta dal Levitico, il libro dei sacerdoti – dove leggiamo: “siate santi perché io, il Signore vostro Dio, sono santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro tuo fratello” – e il brano del primo Vangelo “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”. Ecco l’obiettivo cui tendere e che ha come presupposto quell’”amare i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” che si contrappone all’”amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico” iscritto nella legge del taglione, che però voleva essere un freno imposto alla vendetta indiscriminata. Gesù ci provoca, dice il Papa all’Angelus, ci chiede di andare oltre la legge e accettare di amare il proprio nemico, di fare senza attendere di ricevere qualcosa in cambio del nostro gesto; noi cerchiamo di compiere gesti che corrispondano alle nostre aspettative, dice il vescovo di Roma, “preferiamo amare soltanto chi ci ama per evitare le delusioni, fare del bene solo a chi è buono con noi, essere generosi solo con chi può restituirci un favore; e a chi ci tratta male rispondiamo con la stessa moneta, così siamo in equilibrio”. Ma questo non basta, non è cristiano; bisogna strappare dal cuore la radice stessa della vendetta e dunque riuscire ad amare anche il nemico. Anche nella lettera di Paolo ai Corinti troviamo una ricetta per essere discepoli: mai montarsi la testa. Gesù ci provoca, dice Francesco, e ci chiede di fare qualcosa di straordinario, “che va oltre i limiti del consueto, che supera le prassi abituali e i calcoli normali dettati dalla prudenza”. Noi tentiamo di “restare nell’ordinario dei ragionamenti utilitari”, Cristo invece “ci stimola a vivere lo sbilanciamento dell’amore. Gesù non è un bravo ragioniere: no! Sempre conduce allo sbilanciamento dell’amore. Non meravigliamoci di questo. Se Dio non si fosse sbilanciato, noi non saremmo mai stati salvati: è stato lo sbilanciamento della croce che ci ha salvati!”. Uno “sbilanciamento” che nella storia della Chiesa ha avuto molti testimoni che si sono opposti al male con il bene, come il cardinale Francois Xavier Van Thuan che ha trascorso 13 anni nelle carceri vietnamite, nove dei quali in isolamento, senza un processo, un giudizio e una condanna. Ma la sua “ribellione” era nei messaggi che scriveva di nascosto e che faceva uscire dalla prigione, messaggi di speranza, racconti di come celebrava messa con una goccia di vino e frammenti di ostia. Le autorità lo temevano perché parlava di amore e perdono, aprendo così una breccia anche nel cuore dei suoi carcerieri”. La lezione che ci viene dalla pagina del Vangelo di Matteo è che Dio “ci ama mentre siamo peccatori, non perché siamo buoni o in grado di restituirgli qualcosa”. Questa è la mentalità che dobbiamo cercare di assumere “perché solo così lo testimonieremo davvero”. Il Signore, afferma Francesco, “ci propone di uscire dalla logica del tornaconto e di non misurare l’amore sulla bilancia dei calcoli e delle convenienze. Ci invita a non rispondere al male con il male, a osare nel bene, a rischiare nel dono, anche se riceveremo poco o nulla in cambio. Perché è questo amore che lentamente trasforma i conflitti, accorcia le distanze, supera le inimicizie e guarisce le ferite dell’odio”. E non può mancare, anche questa domenica, il pensiero per la martoriata Ucraina, per i drammi di “tanti popoli che soffrono a causa della guerra o a motivo della povertà, della mancanza di libertà o delle devastazioni ambientali”. Ancora, il terremoto in Siria e Turchia: “l’amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare dalle situazioni di chi è provato”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Migrantes Emilia Romagna: sabato 25 febbraio la presentazione del Rapporto Immigrazione con il card. Zuppi e i vescovi Perego e Corazza

17 Febbraio 2023 -

Bologna – Sarà presentato sabato 25 febbraio dalle ore 10.30 nell’Aula Magna del Seminario di Bologna il XXXI Rapporto Immigrazione realizzato dalla Fondazione Migrantes e dalla Caritas Italiana. L’evento è promosso dall’Ufficio Migrantes dell’Emila Romagna insieme agli Uffici regionali per l’ecumenismo e il dialogo e le comunicazioni sociali. I lavori saranno introdotti dall’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego. Seguiranno gli interventi di Simone Varisco della Fondazione Migrantes, di Davide Rondoni, responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, del vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza , delegato dei vescovo della regione per l’Ecumenismo e di don Paolo Boschini della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna. Le conclusioni saranno affidate al card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. (R.Iaria)

Mons. Baturi: l’8xmille primo esempio di democrazia fiscale in Italia

17 Febbraio 2023 - Roma - "Il sistema di finanziamento alla Chiesa è come uno specchio che permette alla Chiesa di riflettere sul proprio ruolo, sul rapporto con lo Stato e con i fedeli". L’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, è intervenuto ieri a Roma al convegno nazionale su “Il Sovvenire nel Cammino sinodale”. Il presule ha definito uno spartiacque l’accordo del 18 febbraio 1984, tra Repubblica italiana e Santa Sede, che ha modificato il sistema di finanziamento. Mons. Baturi ha ricordato che "il cambiamento è avvenuto per il sistema democratico e per un’evoluzione di consapevolezza della Chiesa, perché ogni sistema di finanziamento è come uno specchio che ci restituisce l’immagine della comunità". Indicando le sfide attuali, il segretario generale della Cei ha ribadito che "i valori dell’attuale sistema sono di solidarietà e di uguaglianza" ed ha aggiunto che  il sistema "si presenta come un tentativo di applicare al sistema fiscale una forma di democrazia diretta. L’8xmille è stato la prima esperienza di democrazia fiscale". Dopo aver richiamato l’importanza della trasparenza, il segretario generale della Cei ha concluso dicendo che "non può esistere una comunità cristiana che non gestisce i beni per la comunione e per la carità".  

Mci Germania e Belgio: domani i funerali di don Stefani

17 Febbraio 2023 - Roma – Si svolgeranno domani, sabato 18 febbraio, alle 10,30, nella chiesa di Meulenberg, in Belgio, i  funerali di don Renzo Stefani, scomparso il 5 febbraio scorso. Nato il 10 giugno 1946 a Pramaggiore (Venezia), da piccolo – 4 anni - emigrò, con la famiglia in Belgio dove lavorava il padre Giovanni. Qui abitavano nelle baracche messe a disposizione delle famiglie dei minatori. A 15 anni don Stefani entra in seminario a St. Truiden e viene ordinato sacerdote il 25 giugno 1971. Studia successivamente a Roma e poi ritorna in Belgio come cappellano per gli italiani in diverse località: Meulenberg, Beringen e Maasmechen. Successivamente ha guidato le Missioni cattolice Italiane di Ulm, Remscheid e Krefeld in Germania. In una intervista diceva che “esseere missionario è essere pastore per questi uomini e donne che hanno lasciato la loro terra. La nostra. Un popolo che emigrava altrove per cercare  da altri pane e solidarietà. Ed è – aggiungeva – sostenere la loro fiducia un Dio che li ha presi per mano”. (R.Iaria)

Onu: “L’Italia ritiri il decreto Ong”

17 Febbraio 2023 - Milano - Si muove anche l'Onu contro il decreto sulle Ong. Dalle Nazioni Unite arriva una dura nota e l'invito all'Italia a ritirare quella che già da settimana prossima potrebbe diventare legge. È proprio il capo per i diritti umani Volker Türk a esprimere «serie preoccupazioni - riporta una nota dell'Alto commissariato di Ginevra - per una proposta di legge in Italia che potrebbe ostacolare la fornitura di assistenza salvavita da parte delle organizzazioni umanitarie di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, con conseguenti più morti in mare». «È semplicemente il modo sbagliato per affrontare questa crisi umanitaria», afferma Türk, esortando il governo italiano a ritirare la proposta di legge e a consultare i gruppi della società civile, in particolare le stesse organizzazioni non governative che si occupano di ricerca e soccorso, «per garantire che qualsiasi proposta di legge sia pienamente conforme al diritto internazionale dei diritti umani, al diritto internazionale sui rifugiati e ad altri quadri giuridici applicabili, comprese la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio in mare».

Vangelo Migrante: VII Domenica del Tempo Ordinario

16 Febbraio 2023 -
In questa settima domenica del tempo ordinario, alle soglie della Quaresima, il Vangelo proietta una scandalosa aurora sugli occhi dei cristiani, uno scorcio di quel “non ancora” che illumina e provoca il “già” di chi ascolta. Chi è venuto a dare compimento alle parole di Mosè le sta, via via, rendendo perfette liberandole dai limiti che la paura ha sinora imposto loro e adesso, in quest’ultimo commento, sembra giungere quasi stravolgerle. “Avete udito che fu detto: «Occhio per occhio e dente per dente»”: seguendo l’ordine in cui i precetti e divieti della Legge vengono elencati nel libro dell’Esodo, dopo il Decalogo, Gesù va a interpretare il cosiddetto “codice dell’Alleanza” dove si trova la legge del taglione (cf. Es 21,24). Legge, che dai vari membri del corpo, verrà estesa all’intera vita, nel Deuteronomio: “Il tuo occhio non avrà compassione: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente” (19,21). In realtà viene ad esservi stabilita una giustizia retributiva ben superiore a quella sproporzionata che la precedeva: la legge di Lamec, figlio di Caino. In essa, infatti, era detto: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette” (Gen 4,23-24). Un’asimmetria che ci ricorda qualcosa di molto più recente rispetto ai tempi del Caino biblico, quando la morte di un tedesco valeva la vendetta della morte di dieci italiani. La Legge del Sinai dimostra di essere madre di una più alta civiltà quando stabilisce che ogni vita vale come l’altra, sia quella del re sia quella del cittadino comune, sia quella del povero sia quella del ricco, conferendo alla vita un valore assoluto. Ma due sono i limiti su cui Gesù va a intervenire: il primo è quello che ivi si intenda la vita del fratello ebreo e non di tutti gli umani al mondo; ancorché non manchino delle attenzioni per la vita del “nemico”, infatti, quella che viene protetta con la comminazione della vendetta è la vita del fratello, del figlio di Abramo circonciso. Non per nulla Gesù prosegue dicendo: “Avete inteso che fu detto: «Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico»”. Il prossimo è quello che fa parte della tua famiglia, della tua etnia, della tua “nazione” – oggi qualcuno direbbe! – mentre nel “nemico” ci sono tutti gli altri: gli stranieri, i pagani, quelli che sono fuori dal “muro” della tua appartenenza. Qualcosa che viene spontaneo paragonare a tanti consigli che sentiamo dare oggi in Europa: stabiliamo un confine tra noi e i migranti, i profughi, i mussulmani, tutti coloro che premono alle porte – immaginarie – ed erette proprio dal limes escludente della legge. Il secondo limite sta nel fatto che la vendetta tradisce la ragione stessa per cui Dio donò la Legge ad Israele: perché avesse la vita! La vendetta non riesce infatti che ad accumulare morte su morte. Ed è per questo che, sin dalle pagine del libro dell’Esodo, poco dopo che vi leggiamo sulla legge del taglione vediamo che Dio stesso si trova a trasgredirla! Verso quel popolo che alle pendici del monte Sinai, infatti, avrebbe meritato la morte perché s’era fabbricato un vitello d’oro per adorarlo, Dio rinunciò alla vendetta e si fece per loro pura misericordia. Quel popolo che da alleato era divenuto un nemico del suo Dio fu trattato da Lui come un figlio adorato! Cui si perdona perché possa vivere e mutare il suo cuore e capire che l’unica “giustizia” che genera vita è la grazia dell’amore, è la fraternità universale, è la riconciliazione offerta incondizionatamente, che abbatte il muro fra amici e nemici. Di questa “giustizia” di Dio – “che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” – Gesù riconosce la radice nell’antica legge di Mosè e cerca di spiegarla a chi, pur sapendola a memoria, sembra non averla ben compresa. Qualcosa che rispecchia  l’ignoranza anche di molti tra noi cristiani che ancora si scandalizzano del porgi l’altra guancia, che non vedono ancora altra soluzione che quella armata a chi fa la guerra. “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. Chi si dice cristiano non può rinunciare a quell’unica, originaria “differenza” che Tertulliano già riconosceva: “Amare gli amici lo fanno tutti, i nemici li amano soltanto i cristiani” (Ad Scapulam 1,3). “Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? (…) Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. (Rosanna Virgili)  

Politiche della cura nelle migrazioni transnazionali: un percorso formativo on line dal 7 marzo

16 Febbraio 2023 - Bergamo: "Politiche della cura nelle migrazioni transnazionali". Questa la proposta formativa a cura di Centro Fo.R.Me, centro di formazione, ricerca e mediazione rivolto a operatori e professionisti impegnati nei percorsi di inclusione, accoglienza e cura delle persone richiedenti asilo e rifugiate. Si tratta di sei incontri dedicati al tema. La formazione si svolgerà da remoto su piattaforma Microsoft Teams ed è previsto l’accreditamento ECM. Il primo incontro è previsto per il 7 marzo. Il percorso mira ad introdurre sguardi plurali e fornire strumenti per poter meglio cogliere la complessità dell’esperienza della “dislocazione involontaria”, per andare ad ampliare il concetto di trauma e vittima, comprendere in quali orizzonti considerare la violenza di genere e sessuale, recuperando le analisi su quanto gli immaginari sedimentati di genere, cultura e razza possano opacizzare le dimensioni del dolore e le richieste di aiuto, spiegano i promotori.

Papa Francesco: “tutto il mondo è in guerra”

16 Febbraio 2023 -
Roma - “Tutto il mondo è in guerra! Sono un po’ pessimista”. Lo  ha detto il Papa, negli incontri avuti con i gesuiti nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, riportati in un articolo della rivista della Compagnia di Gesù, “La Civiltà cattolica”, di prossima uscita. “La Siria vive una guerra da 12 anni, e poi lo Yemen, il Myanmar con il dramma dei rohingya”, ha fatto notare papa Francesco: “Anche in America Latina ci sono tensioni e conflitti. E poi questa guerra in Ucraina. Tutto il mondo è in guerra, ricordiamocelo bene. Ma io mi domando: l’umanità avrà il coraggio, la forza o persino l’opportunità di tornare indietro? Si va avanti, avanti, avanti verso il baratro. Non so: è una domanda che io mi faccio. Mi dispiace dirlo, ma sono un po’ pessimista”. “Oggi davvero sembra che il problema principale sia la produzione di armi”, ha detto ancora il Pontefice sottolineando che “c’è ancora tanta fame nel mondo e noi continuiamo a fabbricare le armi. È difficile tornare indietro da questa catastrofe. E non parliamo delle armi atomiche! Credo ancora in un lavoro di persuasione. Noi cristiani dobbiamo pregare tanto: ‘Signore, abbi pietà di noi!’”. “In questi giorni mi colpiscono i racconti delle violenze”, ha rivelato Francesco: “Mi colpisce soprattutto la crudeltà. Le notizie che vengono dalle guerre che ci sono nel mondo ci parlano di una crudeltà persino difficile da pensare. Non solo si uccide, ma lo si fa crudelmente. Per me questa è una cosa nuova. Mi dà da pensare. Anche le notizie che arrivano dall’Ucraina ci parlano di crudeltà. E qui in Congo lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze dirette delle vittime”.

Germania: afflusso record di sfollati

16 Febbraio 2023 - Berlino - In Germania nell'ultimo anno sono arrivati oltre un milione di rifugiati ucraini. È la stima di media e Caritas, basata sui dati ufficiali del governo federale di Berlino. Secondo l'ufficio federale di statistica Destatis nel 2021 in tutta la Germania risiedevano circa 138.000 ucraini, il 31 ottobre 2022 l'ultimo dato ufficiale sottolineava che gli ucraini registrati erano 1.019.000, quindi secondo Caritas «nel primo trimestre del 2023 si supererà il milione di ucraini arrivati in Germania nell'ultimo anno». Ma quanti ne arriveranno ancora? È la domanda di opinione pubblica e mondo politico tedeschi. «Temiamo una nuova ondata di rifugiati provenienti dall'Ucraina se gli attacchi portati dall'esercito russo continueranno a distruggere le infrastrutture e a colpire le centrali elettriche. Le temperature rigide stanno già costringendo moltissimi civili ad abbandonare le proprie città», ha sottolineato ad inizio anno il responsabile di Caritas Deutschland per l'Ucraina, Gernot Krauss. Una nuova ondata di rifugiati, in concomitanza con la controffensiva russa di fine inverno, potrebbe mettere a dura prova la macchina dell'accoglienza tedesca. Nell'ultimo anno sono aumentati anche i richiedenti asilo da Siria, Afghanistan ed Iran, oltre 220.000, e il governo tedesco è pronto anche a dare il via libera ad un permesso di soggiorno trimestrale per tutte le persone coinvolte nel terremoto devastante che ha colpito le regioni a cavallo tra la Turchia e la Siria. (V.S.)

Save the Children: “4,2 milioni di rifugiati ucraini hanno ottenuto nel 2022 protezione temporanea in Europa”

16 Febbraio 2023 -
Roma - “Nel 2022 il conflitto in Ucraina ha spinto 4,2 milioni di persone, in gran parte donne e bambini, a cercare salvezza e sicurezza in Europa, dove  hanno avuto la possibilità immediata di accedere alla protezione temporanea. I bambini ucraini, con le loro famiglie e in molti casi anche da soli, hanno affrontato enormi sfide e rischi quando sono fuggiti sotto le bombe dal loro Paese. L’Europa e gli Stati membri hanno dimostrato in questo caso, concretamente, che è possibile predisporre e gestire, anche in larga scala, l’accoglienza e la protezione di chi fugge da una situazione di pericolo grave se c’è la volontà politica di farlo”. Lo dichiara in una nota Save the Children, che dall’inizio dell’escalation del conflitto in Ucraina ha assistito i bambini rifugiati ucraini in 13 Paesi europei e dal 2015 sostiene i minori rifugiati provenienti da altri conflitti o crisi umanitarie nelle zone di frontiera e all’interno dei Paesi europei. L’ong sottolinea in un rapporto  la gravità delle condizioni affrontate dai migranti che cercano di raggiungere la salvezza in Europa attraverso le rotte del Mediterraneo o dei Balcani. “L’impegno dell’Unione dovrebbe essere quello di garantire vie sicure e legali di accesso alle persone che fuggono da conflitti, violenze o povertà estrema, in particolare alle bambine, ai bambini e alle loro famiglie,  ma non essendoci modi sicuri e legali per i minori di raggiungere l’Europa e chiedere asilo, il 90% dei rifugiati a cui è stata concessa protezione nei Paesi europei è stato costretto a utilizzare percorsi insicuri attraverso terra e mare”. Il rapporto diffuso oggi  rileva che dal 2019 più di 8.000 persone su circa mezzo milione sono morte o disperse sulle rotte del Mediterraneo verso l’Europa, e tra coloro che sono arrivati in Europa il 20% era costituito da bambini. Save the Children mette inoltre in evidenza come le misure dure e drastiche  adottate dall’Ue e dai Paesi membri, determinati a impedire ai rifugiati di entrare nel loro territorio e a “respingere” illegalmente il loro tentativo, siano state fra le cause della morte di bambini e famiglie in cerca di salvezza e di come l’accoglienza e la protezione che l’Europa ha saputo mettere in campo con i rifugiati ucraini abbia dimostrato che queste morti e maltrattamenti non erano e non sono inevitabili.

Migrantes Messina-Lipari-S. Lucia del Mela: domani incontro sulle migrazioni forzate

15 Febbraio 2023 - Messina - Domani, giovedì 16 febbraio 2023 alle ore 19.00, presso il salone “san Francesco” della parrocchia S. Maria dell’Arco (viale della Libertà, 129 - Messina), si terrà un incontro sul tema “Migrazioni forzate e protezione. Riflessioni sul diritto d’asilo”. Interverrà Mariacristina Molfetta, antropologa culturale e ricercatrice della Fondazione Migrantes. Su invito del parroco, mons. Letterio Gulletta "abbiamo pensato - spiega a www.migrantesonline.it il direttore della Migrantes della diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Santino Tornesi -  ad un momento di confronto e riflessione su un tema così sensibile che interpella la società civile e le nostre comunità parrocchiali". Perché, come affermano i vescovi italiani: "L’approccio educativo al fenomeno dell’immigrazione può essere la chiave che spalanca la porta a un futuro ricco di risorse e spiritualmente fecondo” (EVBV, 14). L’incontro, pensato per i giovani e gli operatori pastorali della parrocchia, è aperto a quanti sono sensibili a questa tematica e sono impegnati nel mondo della mobilità umana. Introdurrà l’incontro Santino Tornesi  mentre la moderazione sarà a cura del giornalista  Fortunato Marino. (R.Iaria)

Diocesi Forlì-Bertinoro: alla scuola di formazione all’impegno politico si parlerà di Migrazioni

15 Febbraio 2023 -

Forlì - Si svolgerà il prossimo 7 marzo - dalle ore 20,45 -  nell’ambito della Scuola Diocesana di Formazione all’Impegno Sociale e Politico della Diocesi di Forlì-Bertinoro, l’incontro online “Migranti e integrazione nell’Italia di oggi”. Interverranno per la Fondazione Migrantes l'arcivescovo mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni dellòa Cei e della Fondazione  Migrantes, e Simone Varisco, co-curatore del Rapporto Immigrazione Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Agli interventi seguiranno riflessioni con riferimento alla situazione del territorio forlivese. Per informazioni: pastlav@forli.chiesacattolica.it

Ridiamo anima alle parole

15 Febbraio 2023 - Roma - Si dialoga sempre meno; non si discute; lo scambio di opinioni diventa spesso pretesto per sfogare le proprie frustrazioni e aggressività. Questa istantanea restituisce uno dei frutti marci dei social media: la polarizzazione, ovvero quella tensione che estremizza vari punti di vista contrapponendoli tra loro. Il risultato finale è la perdita di senso dell’incontro e della ricchezza che questo genera. “Se ci intendessimo prima sul significato delle parole che si usano – affermava Blaise Pascal – la maggior parte delle discussioni non si farebbe”. Forse il problema è proprio qui: l’incapacità di sintonizzarsi su un registro linguistico aperto e accogliente. Ridiamo anima alle parole. E facciamolo tutti insieme, prima che la polarizzazione divori la nostra quotidianità. (Vincenzo Corrado)

Catania: con la mediazione abitativa permesso un ricongiungimento familiare

15 Febbraio 2023 -
Catania - In Italia da oltre vent’anni, Jude adesso ha trovato una casa per la sua famiglia grazie anche alla mediazione abitativa degli operatori della Caritas di Catania. L’uomo, proveniente dallo Sri Lanka, è riuscito a ricostruirsi una vita a partire da Panarea, dove ha lavorato a lungo nel settore della ristorazione, e, in seguito, a Catania, trovando un’occupazione nell’ambito turistico. Da un paio di anni, una sostanziale stabilità lavorativa gli ha consentito anche di ritrovare la sua famiglia – la moglie e due figli – che ha fatto giungere in Sicilia dal suo Paese d’origine. Un ricongiungimento solo parziale visto che hanno vissuto in città differenti per la difficoltà di trovare un alloggio in grado di accoglierli nell’area etnea. Da qualche mese, grazie alla sinergia tra la Migrantes di Caltanissetta che ha segnalato il caso e la Caritas di Catania che si è impegnata in prima linea nella ricerca di un’abitazione adeguata alle esigenze del nucleo, la famiglia si è riunita nel territorio catanese.

Tavolo Asilo e Immigrazione: il decreto legge 1/2023 non va convertito

14 Febbraio 2023 - Roma - "Il Parlamento si appresta a votare il Disegno di Legge di conversione del decreto ONG: chiediamo ai parlamentari e alle parlamentari di opporsi affinché la legge non venga approvata. L’Italia deve garantire una maggiore tutela dei diritti delle persone in cerca di protezione e non ostacolare chi salva le persone che rischiano di
morire in mare". E' quanto si legge in un nota del Tavolo Asilo diffuso oggi. Il decreto ordina alle Ong di procedere allo sbarco subito dopo ogni operazione di salvataggio. Una misura  -spiega il Tavolo Asilo - che ostacola ulteriori salvataggi, "contrastando con quanto sancito dall’Unclos, che obbliga il capitano a prestare assistenza immediata alle persone in difficoltà. A questo si aggiunge la recente prassi governativa di assegnare come porti di sbarco luoghi lontani dalle aree di salvataggio: di fatto, le Ong sono obbligate a trascorrere molto tempo in mare, con a bordo persone già in situazione di vulnerabilità, e senza poter effettuare altri salvataggi".
"In assenza di uno sforzo di pattugliamento e soccorso statale italiano ed europeo - spiegano le associazioni firmatarie - l’allontanamento forzato delle navi di soccorso delle Ong aumenta il rischio di perdita di vite umane in mare. Il decreto impone inoltre compiti eccessivi e ingiustificati al comandante della nave, che dovrebbe raccogliere i dati dei richiedenti asilo: un processo che è invece a carico degli Stati e, come evidenziato dall’Unhcr, deve essere svolto solo dopo lo sbarco in un luogo sicuro e una volta soddisfatte le necessità immediate". Il Tavolo Asilo fa appello  a tutti i membri del Parlamento italiano affinché "si oppongano al decreto legge 1/2023 impedendone la conversione" e chiedono al Governo di "non intervenire con ulteriori provvedimenti contro chi pratica la solidarietà. L’Italia deve garantire una maggiore tutela dei diritti e delle persone che cercano protezione". Con questo provvedimento "l’Italia - prosegue la nota - rischia un ulteriore isolamento in Europa". Alle 14.00 di domani, mercoledì 15 febbraio 2023, presso la Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio a Roma è prevista una conferenza stampa con la partecipazione delle associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione, delle ONG che operano salvataggio in mare e dei parlamentari che si oppongono alla conversione in legge del Decreto del Governo.

Consiglio d’Europa: In Italia “non è stato adottato alcun quadro legislativo nazionale specifico per la protezione di Rom e Sinti”

14 Febbraio 2023 - Bruxelles - Il Consiglio d’Europa richiama l’Italia sulla tutela delle minoranze linguistiche “numericamente inferiori”. “Non è stato adottato alcun quadro legislativo nazionale specifico per la protezione di Rom e Sinti. L’Italia dovrebbe adottare tutte le misure necessarie”. È quanto emerge dal parere pubblicato dal Comitato consultivo sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa. In Italia, “il ritratto negativo di Rom e Sinti rimane diffuso nella percezione generale, anche sui social media”. I diritti delle minoranze sono protetti e attuati in modo molto asimmetrico: la tutela delle minoranze linguistiche storiche “è ulteriormente rafforzata” in Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige. Anche “l’insegnamento nelle e delle lingue minoritarie è asimmetrico” nel Paese. “Occorre compiere degli sforzi per assicurare accesso continuo, nelle aree rurali o di montagna, all’insegnamento nelle lingue minoritarie”, si ribadisce. Inoltre, si invitano le autorità a “migliorare l’efficienza del meccanismo per il sostegno delle lingue e delle culture minoritarie attraverso, tra l’altro, l’adattamento della legislazione alle priorità delle minoranze linguistiche, comprese quelle numericamente inferiori, e la semplificazione delle procedure di concessione per accedere ai finanziamenti, rendendoli più sostenibili”. Infine, il parere chiede di prevedere i programmi Rai anche nelle lingue minoritarie e la rappresentanza delle comunità linguistiche negli organi di monitoraggio dei media.      

Terremoto Turchia e Siria: il dramma della famiglia Hassan partita da Varese

14 Febbraio 2023 - Varese - Erano volate in Turchia per celebrare la vita, e purtroppo hanno trovato la morte uccise dal devastante terremoto di una settimana fa. Shouha Ibrahim, 44 anni, e le sue due figlie, Sabrin e Uafa, sono rimaste sepolte sotto le macerie a Antiochia. Residenti a Busto Arsizio (Varese), ma di origine siriana, Shouha e Uafa avevano raggiunto la figlia e sorella maggiore, Sabrin, che aveva appena dato alla luce la sua bambina in Turchia. A casa era rimasto il papà, Khalid Hasan, dipendente di un'officina di Vanzaghello (Milano), insieme ad altri 4 figli. Sabato mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva dato la notizia del decesso delle donne, da anni residenti in Lombardia e con passaporto italiano. «Una famiglia felice, serena, che in Italia aveva messo radici, con i figli impegnati nelle scuole di Busto e con ottimi risultati, perfettamente integrati, gli Hasan stavano vivendo la gioia di abbracciare la prima nipotina»: così li descrive chi conosce la famiglia a Busto Arsizio.

Più irregolari in mare e su terra

14 Febbraio 2023 - Milano - I flussi migratori non si fermano. Neppure per decreto. I dati dei primi quaranta giorni del 2023 fotografano ingressi in crescita nel nostro Paese, via mare e via terra. Su tutti, è il dato del cruscotto del Viminale, che viene quotidianamente aggiornato dal ministero, a dare il polso della situazione: dal 1° gennaio 2023 al 13 febbraio 2023, sono stati 6.460 i migranti sbarcati. Erano 4.024 nell’analogo periodo del 2022 e 2.341 nel 2021. Una crescita netta, dunque, confermata anche dai dati macro a livello europeo. Ieri è toccato a Frontex certificare l’aumento degli arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale. Con 4.500 attraversamenti, è stata proprio questa la rotta che ha registrato il maggior incremento di profughi irregolari rilevati, nel solo mese di gennaio questa volta, rispetto allo stesso mese del 2022 (+49%). La rotta dei Balcani occidentali, invece, è quella che ha fatto segnare, in percentuale, il maggior numero di attraversamenti (43% a gennaio), anche se la situazione rispetto allo scorso anno rimane sostanzialmente invariata, con un -5% su base annua. Le rotte che a gennaio hanno registrato il maggior calo nei flussi migratori sono state invece quelle dell’Africa occidentale e del Mediterraneo Occidentale, rispettivamente dell’82% e del 49%, principalmente a causa delle condizioni meteorologiche avverse che hanno influenzato le partenze. Un altro motivo di questa diminuzione, osserva Frontex, è l’aumento delle attività di pattugliamento e prevenzione messe in atto dai Paesi extra Ue, Marocco in primis. Complessivamente, infatti, a gennaio, sono stati rilevati più di 13.200 attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell'Ue, in calo del 12% rispetto a un anno fa. Resta il fatto che la situazione degli irregolari preoccupa non soltanto per i controlli alle frontiere, nazionali e d europee, ma anche per la presenza crescente nelle grandi città. Oltre 800 cittadini stranieri si sono radunati due notti fa a Milano, nel corso della notte, fuori dalla caserma Annarumma della Polizia di Stato dove si trova la sede distaccata dell’ufficio Immigrazione. Il Reparto mobile è dovuto intervenire per bloccare quasi 400 cittadini egiziani che si erano mossi insieme per tentare di forzare il blocco: l’obiettivo era guadagnare le prime file della coda, strategiche visti i tempi lunghi di attesa per l’esame delle domande di protezione da parte della Questura. Proprio il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intanto, ha voluto ribadire ieri l’importanza di politiche rigorose sul tema immigrazione. Fondamentali, da questo punto di vista, sono gli interventi per favorire i rientri in patria pr gli stranieri che non possono restare in Italia. «I Cpr, i centri di permanenza per il rimpatrio, per questo governo sono strutture importanti per l’implementazione e miglioramento delle politiche di rimpatrio degli stranieri irregolari» ha spiegato il titolare del Viminale, rilevando che tra le persone che vengono trattenute presso i Cpr la capacità di eseguire rimpatri va dal 50 al 55% mentre tra coloro che non passano attraverso i Cpr è del 2%. Quanto all'adeguamento delle strutture, Piantedosi ha precisato che «noi speriamo che si verifichino sempre meno le cause per cui i Cpr talvolta vengono messi in condizioni di non funzionare bene, che sono tutte cause autoindotte». Secondo l’esponente di governo, «noi, ovviamente, staremo sempre dietro al mantenimento di condizioni adeguate perché è giusto sia così ma confidiamo che non siano altri a mettere i Cpr in condizioni di non presentarsi in maniera adeguata alle esigenze di trattenimento delle persone». (Giulio Isola - Avvenire)