Tag: Immigrati e rifugiati
Mons. Perego: la Madonna del Carmelo è la Madonna dell’Accoglienza
R.Iaria
La situazione oggi a Lampedusa raccontata dal parroco don La Magra
Mons. Lorefice: il nostro Mediterraneo torni ad essere uno spazio di pace e di concordia tra i popoli. Un mare dolce, un mare ospitale”
Raffaele Iaria
Viminale: da inizio anno sbarcate 9.706 persone sulle nostre coste
Migranti: domani corridoi umanitari da Lesbo per lockdown
Viminale: oltre 9mila i migranti sbarcati nel 2020 in Italia
Msf, “rifugiati vulnerabili privati di alloggi e sussidi e lasciati dormire nelle strade di Atene”
Istat: In Italia presenti 194 nazionalità
Istat: stabili gli iscritti in anagrafe dall’estero
Istat: diminuisci l’immigrazione e aumento l’emigrazione
Conferenza ministri Mediterraneo, “sofferenza umana, combattere lo sfruttamento delle persone vulnerabili e la perdita di vite in mare”
Roma - “Ridurre la sofferenza umana, combattere lo sfruttamento delle persone vulnerabili e la perdita di vite in mare e a terra” rimane un “imperativo morale comune e una sfida comune per tutti”. È quanto si legge nella dichiarazione congiunta sottoscritta a seguito della Conferenza ministeriale per contrastare il traffico di migranti a cui stamattina hanno partecipato i ministri dell’Interno di Francia, Germania, Italia, Malta e Spagna e i Commissari europei per gli Affari interni e per il Vicinato e l’allargamento nella quale hanno incontrato le loro controparti provenienti da Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia al fine di rafforzare l’impegno reciproco nel prevenire e combattere il traffico di migranti. È stato espresso “un chiaro impegno a prevenire e combattere il traffico di migranti in modo congiunto e coordinato, nell’ambito del loro approccio globale ed equilibrato alla gestione della migrazione”. Inoltre, i partecipanti hanno espresso “un forte e continuo sostegno agli sforzi delle loro autorità di contrasto e di gestione delle frontiere per salvare vite in mare e a terra, allo scopo di smantellare le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di migranti e per rafforzare la resilienza sociale ed economica a questo grave crimine”. “I partecipanti – prosegue la dichiarazione ripresa dal Sir – si sono impegnati a compiere passi in avanti sulla base degli sforzi significativi già compiuti da tutti i soggetti per combattere il traffico di migranti e hanno sottolineato il proprio impegno a proseguire nel dialogo con i partner africani per individuare i futuri percorsi di cooperazione nella lotta contro il traffico di migranti con un approccio coerente”. L’intenzione emersa è quella di “una più stretta cooperazione tra Afripol e le agenzie dell’Ue, tra cui Frontex ed Europol, e la Rete europea di Ufficiali di collegamento per l’immigrazione”. Ribadita poi la “necessità di rafforzare la cooperazione tra forze dell’ordine di tutte le parti attraverso progetti di formazione di polizia, capacità operativa e sostegno finanziario per le attrezzature tecniche”. “I partecipanti hanno inoltre sottolineato l’importanza di sensibilizzare i potenziali migranti al fine di contrastare la narrativa dei trafficanti” e “hanno richiamato l’importanza del supporto di tutti gli Stati membri dell’Ue al fine di sostenere gli sforzi per il contrasto al traffico di migranti”.
Lamorgese: “da Europa e Africa impegno reciproco per prevenire e combattere il traffico”
Il Jesuit refugee service per i profughi in Angola: nuove strategie contro la pandemia
Don Buonaiuto: subito corridoi umanitari in Libia
Roma - L’altra sera in una strada della prostituzione del Centro Italia una ragazza nigeriana, al quinto mese di gravidanza, mi ha descritto l’orrore della sua prigionia in Libia, e lo stupro subito e della 'madame' incaricata di indirizzarla al mercimonio. Gli ho chiesto chi l’avesse messa incinta e mi ha risposto: 'i cattivi in Libia', mostrandomi la schiena piagata dalle frustate. In tanti anni sulle strade della tratta ho visto che i 'cattivi' non si trovano soltanto aldilà del mare, ma anche tra coloro che lasciano mano libera ai trafficanti senza arrivare mai a una politica internazionale che tolga alle organizzazioni criminali un formidabile strumento di sfruttamento e di arricchimento. Persino nelle guerre più cruente e nei momenti nei quali sembrava smarrito ogni senso di umanità, la salvaguardia dello straniero, maggiormente esposto e fragile è stata sempre riconosciuta e garantita. Una regola non scritta ma ovunque osservata fin dall’antichità, attribuisce all’ostaggio, al fuggitivo uno status di persona che scappa da morte certa e perciò merita tutela e misericordia. La storia ci insegna che, durante qualsiasi conflitto, negoziare e aprire vie di salvezza per fasce di popolazione particolarmente oppresse è l’unica soluzione praticabile per scongiurare stragi di innocenti. Come è possibile che nel terzo millennio non si comprenda che l’accorgimento più vantaggioso è quello di non far esplodere situazioni potenzialmente fuori controllo? Tra i tanti riferimenti concreti, guerre dimenticate e sofferenze ignorate, il pensiero va alla vicina e martoriata Libia, dove in tempi anche recenti hanno ben funzionato i 'corridoi umanitari', nati da un’iniziativa ecumenica dei cristiani italiani in collaborazione e in coordinamento con i ministeri degli Esteri e dell’Interno. Grazie a essi si è permesso di lasciare il Paese a donne, bambini, famiglie e ammalati senza dover sottostare alla violenza e alla cupidigia dei mercanti di carne umana. Incredibilmente, quando alla cronica instabilità di quell’area geografica si è aggiunto l’allarme coronavirus, si è smesso di percorrere il sentiero di vita che solo può opporsi alla civiltà della morte. Tanto più inconcepibile è questa perdurante sottovalutazione di una pratica virtuosa e salvifica che in un momento di emergenza sanitaria è, in realtà, ancora più necessaria. Non sarebbe più semplice regolare le partenze verificando le situazioni di bisogno e senza trascurare i dati epidemiologici dell’allerta Covid? Una famiglia che affronta mesi di migrazione coatta non può subire la pena supplementare di trovare un muro di indifferenza e ostilità proprio in quell’Europa che a parole si proclama paladina dei diritti universali e delle libertà inviolabili.
A tutta la classe dirigente vorrei ricordare l’immagine straziante del neonato emerso senza vita dal Mediterraneo con indosso una tenera tutina colorata. Le nostre mani gronderanno sangue innocente finché non saranno ripristinate vie legali e sicure per consentire di varcare le soglie dell’Occidente a coloro che sono dolorosamente costretti a sradicarsi dalla propria terra. Ogni giorno che perdiamo in sterili polemiche muoiono indigenti a causa della nostra accidia. Non c’è più tempo da perdere, 'corridoi umanitari' subito oppure dovremo renderne conto a Dio e alla storia. (Aldo Buonaiuto - Sacerdote, Comunità Papa Giovanni XXIII - Lettera al quotidiano "Avvenire)
Minori non accompagnati, arriva il protocollo per stabilire l’età
Milano - A volte, stabilire l’età può determinare il destino di una persona. Succede per esempio ai ragazzi non accompagnati, che giungono in Italia come migranti: essere o meno minorenni fa un’enorme differenza. Così il protocollo per la determinazione dell’età dei minori stranieri non accompagnati, firmato in Conferenza Stato- Regioni, costituisce uno strumento importante per l’effettiva attuazione della legge 47/2017 sulla protezione dei bambini migranti. Non esiste un metodo scientifico certo per determinare l’età di un soggetto e l’affidabilità dei sistemi in uso è molto discussa; in genere si pratica la misura del polso e della mano, con un margine di errore di un paio d’anni in più o in meno. Con il nuovo Protocollo multidisciplinare si stabiliscono la composizione e le modalità operative di un’équipe multiprofessionale che – commenta Maria Concetta Storaci, consigliera nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali – "ci vede protagonisti come avevamo richiesto e come facciamo da anni seppure in assenza di atti attuativi che arrivano soltanto oggi".
Don De Robertis: “sentenza Consulta è grande risultato che non risolve elementi di incostituzionalità dei decreti Sicurezza”
Viminale: 8000 i migranti arrivati sulle coste italiane nel 2020
Regolarizzazione migranti: presentate 93.371 domande, oltre 81mila per lavoro domestico
R.I.
Corte Costituzionale: “irragionevole la norma che preclude l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo”
R.I.