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Il Jesuit refugee service per i profughi in Angola: nuove strategie contro la pandemia

13 Luglio 2020 -
Luanda - "Dopo che il covid-19 ha bussato alle nostre porte a metà marzo, il Jesuit refugee service (Jrs) è stato costretto a ripensare la sua missione. Non si trattava di cambiare il contenuto della missione stessa, ma di adattare le nostre strategie al nuovo contesto creato dalla pandemia di coronavirus»: lo afferma padre Celestine Epalango, che opera in Angola con il Jrs. L’organizzazione, prosegue, «sta ancora servendo, accompagnando e difendendo i rifugiati nella provincia di Lunda Norte, sviluppando materiali formativi che mirano a sensibilizzare la comunità in modo da preveni-
re un numero maggiore di rifugiati o lo spostamento interno delle persone causato dagli effetti dirompenti del covid-19». Inoltre, il Jrs partecipa alla promozione di iniziative avviate ai rifugiati, come ad esempio la produzione di più di 6.000 mascherine, vendute al prezzo di 100 Kwanzas. «Questo è un modo concreto per promuovere la sostenibilità economica dei rifugiati e fornire mezzi per combattere la diffusione della pandemia», sottolinea padre Epalango. L’organizzazione fornisce regolarmente attrezzature igieniche ai rifugiati, in particolare a quelli che sono vittime della violenza di genere, e organizza sessioni di dimostrazione di buone pratiche di protezione e prevenzione contro il covid-19. Il Jrs infine effettua visite quotidiane ai centri di detenzione per assistere nel rilascio di rifugiati che, avendo violato le regole dello stato di emergenza, sono stati arrestati. In media, due detenuti vengono rilasciati a settimana.
La realtà dei rifugiati in Angola, assistiti dal Jrs, è molto complessa e articolata. Nel 2017 un gran numero di persone è fuggito dalla provincia di Kasai nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) ed è entrato nella parte nord-orientale dell’Angola. Questa migrazione forzata è il risultato di un conflittoall’interno della Rdc, che ha causato lo sfollamento interno di 1,4 milioni di persone. In quel momento circa 35 mila persone sono fuggite nella provincia di Lunda Norte. «Negli ultimi tredici anni — sottolinea padre Epalango — il Jrs ha fornito assistenza legale gratuita, consulenza sociale e spirituale a rifugiati e richiedenti asilo, bambini non accompagnati, orfani, vittime della violenza di genere, giovani madri single, bambini rifugiati che non possono andare a scuola e coloro che non hanno nemmeno certificati di nascita, anziani e rifugiati e richiedenti asilo in Angola» (Osservatore Romano)