Primo Piano
Ucraina: mons. Perego, positiva intesa Ue per i profughi ucraini
Ucrania: missione umanitaria di imprenditori della mobilità sostenibile
Ucraina: mons. Lachovicz, “il mondo non fa niente perché ha paura bomba atomica”
Roma - “La gente ucraina grida aiuto. Non bastano le parole e le sanzioni, si deve fare qualcosa di più ma il mondo non può fare niente perché c’è il pericolo della bomba atomica e di una apocalisse”. Lo ha detto mons. Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico per fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia, ospite del ‘Diario di Papa Francesco’ su Tv2000. “Viviamo un momento drammatico – ha aggiunto mons. Lachovicz - l’Ucraina è martoriata e lotta da sola contro l’impero russo. Preferiscono che muoia una sola nazione che tutto il mondo. Il mondo è stato minacciato dalla bomba atomica e ora ha paura di interferire in questa guerra”. “La speranza”, ha concluso mons. Lachovicz a Tv2000, è “l’ultima a morire e vede il futuro” ma “l’apocalisse oggi non è solamente simbolica ma è reale. Se dovesse scoppiare la guerra atomica finirà la vita su questa terra”.
Vangelo Migrante: I Domenica di Quaresima | Vangelo (Lc 4,1-13)
Ucraina, Scalabriniane: ora accogliere, essere solidali e pregare per la pace
Reggio Calabria: nasce un nuovo sportello per l’integrazione
“Mare monstrum”: incontro a Verona con il card. Montenegro
Verona -“Mare Monstrum” è il titolo dell’incontro con il card. Francesco Montenegro, già presidente della Fondazione Migrantes , membro del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che si svolgerà martedì 8 marzo alle ore 20.30 presso il teatro dell’Opera don Calabria a Verona (via san Zeno in Monte 23, Verona) e in diretta youtube sul canale dei Martedì del mondo. L’evento è promosso da Fondazione Nigrizia, Centro missionario diocesano, Cestim, ProgettoMondo, Ufficio Migrantes, Missio Cum, Missionarie comboniane Italia e fa parte del ciclo di incontri e dibattiti su temi di attualità dei Martedì del mondo. Sono infatti 1.864 le persone morte nel mar Mediterraneo lo scorso anno, un numero sicuramente sottostimato. Il Mediterraneo, affermano i promotori, è “diventato un mostro che inghiotte le persone migranti che tentano di attraversarlo”, “specchio di un’Europa, continente dell’indifferenza, dei muri e dell’ipocrisia, capace di accogliere solo quando chi migra appartiene a confini più vicini, a volti più bianchi”.
card. Bassetti in visita alla comunità ucraina di Perugia
Ucraina: arrivati in Italia 4mila profughi
Roma - Il flusso di profughi ucraini verso l’Italia è già iniziato, al ritmo di un migliaio di persone al giorno. Secondo fonti del Viminale, al 1° marzo ammontano a 3.840 gli ingressi dall’inizio del conflitto: 1.890 donne, 570 uomini e 1.380 minori. Arrivano soprattutto dal confine friulano, dopo estenuanti viaggi in automobile o in pullman. Sono famigliole, spesso composte solo dalla mamma e dai bambini, perché il papà è rimasto in patria a combattere. In molti casi, si sistemano presso familiari già presenti sul territorio nazionale o presso famiglie italiane che hanno dipendenti originari di Kiev, Mariupol o altre città. Ieri la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha avuto un lungo colloquio telefonico con l’omologo ucraino Denys Monastyrskiy, manifestandogli la solidarietà del governo e assicurando il massimo impegno italiano per accogliere chi arriva.
Ieri sera una circolare del Capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione ha fornito ai prefetti indicazioni operative sull’accoglienza, in attuazione del decreto legge del 28 febbraio con le misure urgenti per la crisi. Il decreto ha disposto l’incremento di 5mila posti nei centri temporanei di accoglienza (Cas), autorizza l’attivazione di altri 3mila posti del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) ed estende la riserva di posti (5mila) già finanziata per i cittadini afghani evacuati la scorsa estate. Oggi Lamorgese parteciperà alla riunione fra i ministri dell’Interno europei, chiamati a decidere se concedere ai profughi un visto di un anno per soggiornare nell’Ue. Nel frattempo, la circolare ricorda come gli ucraini potranno accedere alle strutture di accoglienza anche «se non in possesso della qualità di richiedente protezione internazionale ». Nell’invitare ad agire con «urgenza», la circolare richiama la possibilità di «sottoscrivere accordi di collaborazione» per «affidare ai comuni la gestione dell’accoglienza», con oneri a carico dell’Interno.
Proviamo a pensarla come Dio e riusciremo per davvero a far pace
Mons. Delpini: “le vittime trovino in noi un’accoglienza lungimirante e generosa
Comunicare l’uomo, comunicare l’umanità
Lì dove le suore aiutano le schiave. Al Maxxi le foto di Talitha Kum
Roma - Lo si potrebbe definire una sorta di viaggio nell’accoglienza e nella cura dei cuori. Un viaggio al femminile. Cuori di donna, cuori di religiose che accolgono e curano cuori di giovani, giovanissime e bambine la cui vita, in questo primo scorcio del secondo millennio, è stata sconvolta dalla tratta: la riduzione in schiavitù e il commercio che ne deriva. Stiamo parlando della mostra fotografica Nuns healing hearts (Suore che curano i cuori), che si è aperta martedì al Maxxi di Roma (fino al 6 marzo) e di cui 'Avvenire' è mediapartner (fotogallery sul sito avvenire. it). L’iniziativa è stata presentata in una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, fra gli altri, la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, il prefetto del Dicastero vaticano per le Comunicazioni sociali Paolo Ruffini, il sottosegretario per i rifugiati presso il Dicastero vaticano per lo sviluppo integrale, padre Fabio Baggio, la coordinatrice internazionale della fondazione Talitha Kum suor Gabriella Bottani e la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri.
L’esposizione è stata curata da Claudia Conte in collaborazione col Global solidarity fund, per conto dell’Unione italiana delle superiore generali (Uisg) e per Talitha Kum. Propone dieci foto di grande formato realizzate per Talitha Kum dalla fotografa e attivista umanitaria statunitense Lisa Kristine, selezionate da una serie di 30 scatti. La mostra era nata nel 2019 ed era stata presentata a papa Francesco in occasione dell’udienza delle superiore generali della Uisg. Poi, dopo essere stata portata il 30 luglio dello stesso anno al palazzo dell’Onu per la giornata mondiale contro la tratta e riallestita a novembre a Tokyo in occasione della visita del Papa, si era dovuta fermare a causa della pandemia. Adesso riprende il suo viaggio con questa mostra che la propone al pubblico italiano, per poi diventare itinerante e multimediale. Le fotografie (scattate in Thailandia, Filippine, Messico, Stati Uniti, Italia e Guatemala) documentano l’impegno della rete che fa riferimento a Talitha Kum. Un lavoro che ha il volto e il cuore di più di 3000 suore di varie congregazioni e volontari in oltre 90 Paesi, accanto alle donne sopravvissute alla tratta (circa 15.000 nel 2020). Come ha spiegato suor Gabriella Bottani, le foto «vogliono essere spunto di riflessione che spinga a riflettere ma senza perdere la speranza, perché se l’umanità perde la speranza di fronte alla violenza è destinata a soccombere». Per Padre Baggio sono immagini che «rendono il giusto onore al lavoro di tante donne che quasi sempre rimane nel segreto». (RobertoI. Zanini - Avvenire)
#abbraccioperlapace: la società civile si mobilita per il dialogo tra comunità ucraine e russe
Roma - Al via domani, 3 marzo, #abbraccioperlapace, Campagna di mobilitazione per promuovere l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe presenti in Italia, arginando e prevendo l’odio che potrebbe divampare tra i due popoli fratelli in conseguenza dell’aggressione Russa all’Ucraina.
Promossa dall’Alleanza “Per un Nuovo Welfare”, che riunisce oltre 100 organizzazioni del terzo settore diffuse in tutta Italia e dal Comitato editoriale di Vita società editoriale e impresa sociale. #abbraccioperlapace ha un grande valore concreto perché vuole costruire in maniera diffusa - attraverso i tavoli di dialogo - l’opportunità di confronto tra persone e quindi popoli, spiega una nota spiegando che è anche una Campagna Culturale perché narra tutta la capacità della società civile di essere terreno di dialogo tra le diversità, tra i popoli, tra le culture con un no deciso ad ogni forma di violenza.
I tavoli di dialogo sono incontri, momenti di confronto, che ospitano anche cittadini di nazionalità Ucraina e Russa promossi e ospitati nelle loro sedi dalle tante organizzazioni che sin dalle prime ore di diffusione della campagna hanno dato la loro adesione. Tra questi Azione Cattolica Italiana, Acli, Action Aid, Save the Children, Banco Alimentare, Next Nuova Economia per Tutti, Scuola di Economia Civile, Rete di Economia Sociale Internazionale, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Associazione Papa Giovanni XXIII, Fondazione Ebbene, la Rete di Economia Civile Sale della Terra, Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, Casa della Carità, la Conferenza Permanente Franco Basaglia, Associazione Borghi Autentici d'Italia, Associazione Nazionale Bioas.
Possono aderire alla campagna tutte le organizzazioni della società civile, ma anche a gruppi di cittadini informali, inviando una mail all’indirizzo abbraccioperlapace@gmail.com ed apponendo all’ingresso della propria sede il cartello simbolo di #abbraccioperlapace che riporta la dicitura “Qui c’è un Tavolo di Dialogo per la Pace”, accompagnata dall’immagine di un abbraccio realizzata appositamente dall’attivista e fumettista Gianluca Constantini.
Per diventare promotori di un Tavolo di Dialogo per la Pace basterà accogliere nella propria sede la testimonianza di cittadini dell’est di diverse nazionalità, in particolar modo russi e ucraini. Il dialogo potrà avere origine da un qualsiasi tema: leggere insieme autori delle due nazionalità e del pensiero nonviolento, organizzare insieme raccolte di beni di prima necessità da inviare nelle zone del conflitto, condividere progettualità utili per il sostegno a distanza e per l’accoglienza di profughi della guerra. Durante il tavolo le persone che partecipano sono accompagnate da operatori capaci di essere accoglienti e di animare il dibattito. Il tavolo di dialogo può concludersi con un impegno scritto dei componenti di entrambe le comunità per far avanzare la pace ma soprattutto con un loro abbraccio. Saranno proprio le foto di questi abbracci a diventare la base dello storytelling di questo movimento dal basso che in tutto il Paese chiede dialogo e Pace.
La campagna di Mobilitazione si muoverà anche sul web. I promotori hanno realizzato materiali per brandizzare siti e social delle persone e delle organizzazioni che credono nella necessità di un #abbraccioperlapace. Tutti i materiali ufficiali sono scaricabili alle pagine www.vita.it, www.perunnuovowelfare.it, www.azionecattolica.it e www.ebbene.org. Per l’occasione la Società editoriale Vita ha realizzato in un Instant Book gratuitamente scaricabile http://www.vita.it/it/magazine/2022/03/01/letture-per-la-pace/426/ che contiene alcune tra le pagine più belle della letteratura ucraina e russa ma anche del pensiero non violento.
Diocesi Locri-Gerace: strutture diocesane per l’accoglienza dei profughi ucraini
Portate indietro le lancette della storia
Ucraina: oltre 100mila i rifugiati in Romani dall’inizio della crisi
Libia: 99 rifugiati portati in Italia
Roma - Un gruppo di 99 migranti rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili è stato evacuato nella notte scorsa dalla Libia con un volo umanitario, il primo del 2022, organizzato dall’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) in collaborazione con il ministero degli Interni, la Farnesina e l’Istituto nazionale per la migrazione e la povertà (Inmp). Le persone evacuate nella notte provengono da Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen e molte di loro hanno trascorso lunghi periodi di privazioni ed hanno bisogno urgente di assistenza. I rifugiati, dopo 10 giorni di quarantena come previsto dai protocolli per l’emergenza Covid, saranno trasferiti in strutture del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) a carico del Ministero dell’Interno e distribuite su tutto il territorio nazionale. I voli di evacuazione dalla Libia verso l’Italia, che erano stati sospesi da oltre due anni, hanno portato in salvo oltre 1.100 rifugiati dal 2017 ad oggi.
Ucraina: in 680mila hanno lasciato il Paese
Roma - Un “esercito” di invisibili. Che prova, in tutti i modi, a sfuggire all’orrore della guerra. Secondo una stima dell’Onu, sono un milione gli sfollati interni in Ucraina. «C’è stata molta attenzione su coloro che fuggono nei Paesi vicini, ma è importante ricordare che la maggior parte delle persone colpite si trova in Ucraina», ha spiegato una funzionaria dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, Karolina Lindholm Billing. C’è chi ha poi scelto di abbandonare il Paese, cercando rifugio superando il confine. Sono almeno 680mila: oltre 400mila sono entrati in Paesi Ue, la maggior parte in Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania. «I numeri stanno crescendo in modo esponenziale. Sono passati solo sei giorni dall’inizio del conflitto », ha detto
da Ginevra la portavoce dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Acnur- Unhcr), Shabia Mantoo, assicurando che l’Onu sta mobilitando le risorse necessarie per rispondere più rapidamente ed efficacemente possibile all’emergenza. «Di questo passo, con un aumento così esponenziale, la situazione è destinata a diventare la più grande crisi dei rifugiati in Europa dall’inizio del secolo », ha aggiunto. «In arrivo quattro milioni di rifugiati dall’Ucraina, non lasciamo soli i Paesi che accolgono »: è l’accorato appello lanciato dall’Alto commissario Filippo Grandi in una lettera aperta al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Mentre la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson ha parlato di «cinque milioni di profughi»: «L’Onu parla di prepararsi a cinque milioni di persone e penso sia il numero a cui dovremmo prepararci».