Primo Piano

Migrantes-Mci-Acli Germania: il 12 marzo la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

4 Marzo 2022 - Francoforte - Le Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia, le Acli tedesche e la Fondazione Migrantes presenteranno, il 12 marzo, il Rapporto italiani nel mondo 2021, con focus sulla Germania. L’iniziativa prevede – dopo gli interventi di p. Tobia Bassanelli, Delegato nazionale delle Mci  e di Giuseppe Tabbì, presidente delle ACLI Baden-Württemberg - una relazione di Delfina Licata, curatrice del Rapporto, e, per il focus sulla Germania le relazioni di Luciana Mella, giornalista e coautrice del Rapporto, e di Daniela Di Benedetto, presidente del Comites di Monaco di Baviera e anch’essa coautrice del Rapporto.

Ucraina: mons. Perego, positiva intesa Ue per i profughi ucraini

4 Marzo 2022 - Roma - Ieri i ministri degli Interni della Ue hanno deciso di applicare la direttiva di protezione temporanea ai profughi ucraini. Una decisione certamente “positiva perché copre per un anno non solo i richiedenti asilo ucraini, ma anche migranti e rifugiati provenienti da Paesi terzi e residenti in Ucraina”, dice oggi al quotidiano Avvenire, il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego: “questo fa ben sperare anche per altre situazioni. Credo che sia stato un primo passo importante che ha guardato al precedente della Bosnia e del Kosovo. Poi deve seguire la collaborazione sui territori. Attualmente sono arrivate circa 6.600 persone secondo i dati del Viminale ma, poiché il meccanismo di redistribuzione assegna il 13% all’Italia, potrebbero arrivarne 500mila se in tutta l’Unione entrano 5 milioni di profughi ucraini come prevede l’Ue, o il doppio se i profughi saranno 10 milioni, come prevede l’Onu. Occorre dunque sforzarsi per una redistribuzione diffusa”. In Italia gli ucraini sono circa 250mila con maggioranza donne, le 150 comunità cattoliche ucraine con 60 preti: “è stato importante per la solidarietà e la preghiera, come quella del 2 marzo con il Papa. Sono state le prime a mobilitarsi a Ferrara, Genova, Firenze, Palermo, Padova, Trieste e Gorizia. Il ricongiungimento familiare dei profughi diventerà un elemento importante – sottolinea mons. Perego - per l’accoglienza. Vediamo che il flusso è per lo più composto da donne e bambini. Significa che l’attenzione alla tutela dei minori fuggiti da una guerra e un adeguato accompagnamento psicologico sono aspetti da mettere in campo”. Il presule spera che “l’accoglienza che inizia nei Paesi dell’Est Europa, nel cosiddetto gruppo di Visegrad, sia un primo avviso dell’auspicata redistribuzione dell’accoglienza dei richiedenti asilo, e quindi della tanto attesa modifica del regolamento di Dublino che lascia i profughi nel Paese europeo di primo arrivo”. Il tema della solidarietà  - sottolinea il presidente di Migrantes - torna a “essere elemento qualificante in Europa di fronte a questi come a tutti gli altri richiedenti asilo in arrivo. Ribadisco che l’apertura dei Paesi di Visegrad può essere di buon auspicio per la revisione della politica di asilo nei 27 Stati membri che aveva subito diverse battute di arresto. Ma anche una opportunità per rivedere l’atteggiamento verso altri fronti da cui arrivano i richiedenti asilo, nel nostro caso il Mediterraneo. È un tema discusso nell’incontro dei sindaci e dei vescovi del Mare nostrum a Firenze nei giorni scorsi. Questa guerra ci fa capire quanto è importante che ogni Paese europeo sia Paese di accoglienza, e al tempo stesso che tutta l’Ue sia impegnata nel superamento del regolamento di Dublino”.

Ucrania: missione umanitaria di imprenditori della mobilità sostenibile

4 Marzo 2022 - Roma - Quattro autisti Ncc, aderenti all’Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile, sono rientrati ieri sera dalla missione umanitaria volontaria in Ucraina, iniziata il 28 febbraio. Hanno portato a Leopoli e Ternopil, con quattro veicoli van, medicinali, articoli sanitari, cibo, coperte, vestiario, percorrendo, tra andata e ritorno, più di 3.600 km in tre giorni. Sulla via del ritorno, con loro 23 ucraine: 16 donne, 6 bambine e Raichel, una cucciola labrador, salvandole dai rischi della guerra.  Quattro passeggere sono giunte a destinazione in Polonia, 2 a Verona, 8 a Cattolica e le  altre a Roma. arriveranno a Roma questa sera. La missione umanitaria è completamente autofinanziata, e realizzata con i van che Alfonso, Alex, Nazare, Alexey, utilizzano professionalmente ogni giorno a Roma per trasportare i clienti. I quattro imprenditori del trasporto sostenibile hanno offerto alla causa della pace e della solidarietà umana, anche i mancati guadagni dei giorni impiegati a soccorrere gente sconosciuta e lontana, si legge in una nota. Il presidente di Aims, Paolo De Santis commenta: “Mi hanno raccontato di un momento significativo. All’ultimo check-point di militari ucraini prima di Leopoli, sono stati circondati da una ventina di militari con fare inquisitivo. Quando hanno capito di cosa si trattava si sono sciolti in un sorriso e con gli occhi commossi hanno detto di non poter immaginare che degli italiani potessero spontaneamente attraversare mezz’Europa per portare aiuti. Hanno augurato ogni bene, dando consigli sul percorso”. De Santis ha dichiarato che Aims pensa di far partire un altro convoglio umanitario la prossima settimana, se le circostanze lo consentiranno. (R.Iaria)

Ucraina: mons. Lachovicz, “il mondo non fa niente perché ha paura bomba atomica”

4 Marzo 2022 -

Roma -  “La gente ucraina grida aiuto. Non bastano le parole e le sanzioni, si deve fare qualcosa di più ma il mondo non può fare niente perché c’è il pericolo della bomba atomica e di una apocalisse”. Lo ha detto mons. Dionisio Lachovicz, Esarca Apostolico per fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia, ospite del ‘Diario di Papa Francesco’ su Tv2000. “Viviamo un momento drammatico – ha aggiunto mons. Lachovicz - l’Ucraina è martoriata e lotta da sola contro l’impero russo. Preferiscono che muoia una sola nazione che tutto il mondo. Il mondo è stato minacciato dalla bomba atomica e ora ha paura di interferire in questa guerra”. “La speranza”, ha concluso mons. Lachovicz a Tv2000, è “l’ultima a morire e vede il futuro” ma “l’apocalisse oggi non è solamente simbolica ma è reale. Se dovesse scoppiare la guerra atomica finirà la vita su questa terra”.

Vangelo Migrante: I Domenica di Quaresima | Vangelo (Lc 4,1-13)

3 Marzo 2022 -   Dal deserto al giardino del sepolcro. Con il Mercoledì delle Ceneri ha avuto inizio il tempo di Quaresima. Non un percorso verso la morte ma verso vita. Il poco più di niente delle ceneri, è il segno della ripartenza della creazione e della fecondità, il preludio di una vita che diventa germoglio, poi arbusto e, quindi, pianta che produce vita a sua volta. Deserto e giardino accompagnano la storia del popolo di Israele e contengono la Storia della Salvezza rivolta a tutto il creato e all’uomo, chiamato a prendersene cura. Nel Vangelo di questa I domenica di Quaresima, le tentazioni di Gesù sono la prova cui è sottoposto il progetto che Dio ha sul mondo e sull’uomo, sul Messia inviato per salvare l’uomo e su Dio stesso. Con gli strumenti del desiderio, del possesso e della falsa gloria, il male vuole impedire che questo si manifesti. “Dì a questa pietra che diventi pane (…); se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo (…); se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui”. Trasformare le cose che Dio ha creato desiderandole per quelle che non sono, è il profilo di un essere umano che a suo piacimento abusa di tutto ciò che esiste fino a distruggerlo. L’uomo prostrato dinanzi al possesso e al potere, fa di essi il paradigma e la misura per la riuscita di una missione e per la verità di una profezia. La falsa immagine di un Dio che smonta e rimonta la natura e le sue leggi a piacimento, riduce Dio stesso ad un giocattolo, da usare quando serve, e l’uomo a burattino. La libertà dalle cose fa posto a Dio. Il libero riconoscimento di Dio spalanca le porte alla sovranità della dignità di ogni uomo. Nell’obbedienza alla vera immagine di Dio l’uomo ritrova la vera libertà che consiste innanzitutto nel rifiuto di essere trattato in modo diverso da quello che è. Dio rende possibile questa relazione con il miracolo umile e tenace della Sua Parola: lampada per i nostri passi, pane per la nostra fame, mutazione delle radici del cuore, cose che danno alla vita che germoglia, il sapore di relazioni nuove, con noi stessi, con il creato, con gli altri e con Dio. I passi incerti della guerra in corso, contengono tutti i segni delle contraddizioni subite da Gesù, fino all’ultima violenza della morte. L’umanità con cui le ha vissute è completa solidarietà con l’uomo e le sue risposte al diavolo aprono la via per nuovi cammini: di verità, di dignità, di libertà. (p. Gaetanpo Saracino)  

Ucraina, Scalabriniane: ora accogliere, essere solidali e pregare per la pace

3 Marzo 2022 - Roma - "Se non si dovesse raggiungere una tregua nei 27 Paesi dell’Unione europea sono attesi circa 7 milioni di rifugiati. Un numero considerevole, visto che secondo l’Unhcr in tutto il pianeta sono in fuga 8 milioni di persone”. A dirlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane: “In Ucraina sono poco meno di 300mila le persone che hanno passato il confine con la Polonia, altri 200 mila sono già in Ungheria, Moldavia, Romania e Slovacchia. L’Europa è, ancora una volta, colpita al cuore. Il mondo è con il fiato sospeso. Ciò che possiamo fare è continuare ad accogliere, essere solidali e pregare. Secondo l’Onu è la peggiore crisi umanitaria che ha colpito l’Europa negli ultimi decenni ed è l’ennesima dimostrazione che l’intero pianeta deve mobilitarsi per la pace – prosegue – Una piattaforma solidale e di aiuti è la base per contenere gli enormi danni che ne stanno derivando. Facciamo nostri gli appelli di Papa Francesco per porre fine a queste ostilità. Aderiamo convintamente alla Giornata di preghiera e digiuno di oggi e ricordiamo le parole del Pontefice ‘chi fa la guerra dimentica l’umanità’. Succede in Ucraina come in tantissime altre parti del mondo. È ora di pregare, essere uniti, offrirci gesti di solidarietà, educarci a gesti di pace nelle nostre realtà, aiutare la pace a risplendere nel pianeta”. --

Reggio Calabria: nasce un nuovo sportello per l’integrazione

3 Marzo 2022 - Reggio Calabria - Lunedì 7 marzo, presso la sede del Centro Provinciale Istruzione Adulti “Stretto Tirreno-Ionio” di via Frangipane, a Reggio Calabria, aprirà un nuovo sportello per migranti, mentre un distaccamento funzionerà a Locri, in costa ionica. Questo servizio fornirà supporto ai migranti nelle procedure giuridico-amministrative, sostegno psicologico e assistenza ai servizi scolastici. L’iniziativa fa parte del Progetto FAMI 1597, finalizzato alla realizzazione di “azioni e strumenti di governo per la qualificazione del sistema scolastico in contesti multiculturali”. Come emanazione dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Reggio Calabria-Bova, il Centro Ascolto “Scalabrini”, gestito dai missionari Scalabriniani della parrocchia S. Agostino, nel centro storico di Reggio Calabria, ha aderito al programma, curato dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell’Istruzione, finanziato dal Ministero dell’Interno, co-finanziato dall’Unione Europea, che vede come capofila e realizzatore il CPIA, con il Dirigente scolastico Gaetano Marciano. Il nuovo sportello nasce da una rete di collaborazione alla quale, oltre alla Prefettura e all’Ufficio scolastico regionale della Calabria, aderiscono vari enti e associazioni di Reggio Calabria, come l’I.I.S. Boccioni-Fermi, l’I.P.S.I.A. Siderno, gli Istituti Comprensivi Catanoso-De Gasperi, Giovanni XXIII e Alvaro-Gebbione. C’è, poi, il Movimento Cooperazione Internazionale (Mo.C.I.) e l’associazione di volontariato Abakhi, per la tutela e la promozione dei diritti delle persone deboli, promuovendo l’inclusione sociale. Si tratta, quindi, di un’opportunità offerta a immigrati non comunitari per favorire una maggiore e migliore integrazione sul territorio italiano. In concreto, il nuovo sportello mira a valorizzare e consolidare esperienze di integrazione scolastica, offrendo servizi qualificati agli studenti e alle loro famiglie. In tal modo, sarà possibile contribuire alla qualificazione del sistema scolastico in contesti multiculturali, offrendo strumenti utili al rafforzamento dell’integrazione scolastica degli alunni con background migratorio. Nella metodologia d’azione, si prevede anzitutto la pubblicazione di strumenti divulgativi, sia per il personale scolastico che per le famiglie dei migranti, per informarli sulle attività specifiche dello sportello. Poi, la raccolta di buone pratiche in tema di integrazione. Infine, la realizzazione di interventi di formazione o aggiornamento professionale in tema di integrazione. Lo sportello sarà attivo da martedì 8 marzo a sabato 21 maggio con i seguenti orari: Martedì dalle 17:00 alle 19:00; Giovedì dalle 17:00 alle 19:00; Venerdì dalle 9:30 alle 11:30; Sabato dalle 9:00 alle 11:00. (p. Gabriele Bentoglio)

“Mare monstrum”: incontro a Verona con il card. Montenegro

3 Marzo 2022 -

Verona -“Mare Monstrum” è il titolo dell’incontro con il card. Francesco Montenegro, già presidente della Fondazione Migrantes , membro del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che si svolgerà martedì 8 marzo alle ore 20.30 presso il teatro dell’Opera don Calabria a Verona (via san Zeno in Monte 23, Verona) e in diretta youtube sul canale dei Martedì del mondo. L’evento è promosso da Fondazione Nigrizia, Centro missionario diocesano, Cestim, ProgettoMondo, Ufficio Migrantes, Missio Cum, Missionarie comboniane Italia e fa parte del ciclo di incontri e dibattiti su temi di attualità dei Martedì del mondo. Sono infatti 1.864 le persone morte nel mar Mediterraneo lo scorso anno, un numero sicuramente sottostimato. Il Mediterraneo, affermano i promotori, è “diventato un mostro che inghiotte le persone migranti che tentano di attraversarlo”, “specchio di un’Europa, continente dell’indifferenza, dei muri e dell’ipocrisia, capace di accogliere solo quando chi migra appartiene a confini più vicini, a volti più bianchi”.

card. Bassetti in visita alla comunità ucraina di Perugia

3 Marzo 2022 - Perugia - “L’assedio alle città, gli attacchi spietati di questi giorni sono la prova del disprezzo e dell’offesa delle vite umane. La guerra contro un popolo indifeso fatto di uomini, donne, bambini, ragazzi, giovani, anziani, malati, come sono tutti i popoli della terra, è la più grande ingiustizia che possa essere perpetrata”. Con queste parole, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha salutato la numerosa comunità ucraina perugina di rito greco-cattolico che ha incontrato ieri  pomeriggio nella chiesa della Madonna delle Grazie del capoluogo umbro. Era presente anche il sindaco Andrea Romizi, che ha portato l’abbraccio dell’intera città agli amici ucraini, testimoniato la vicinanza concreta di tanti perugini al popolo ucraino e ha parlato dell’unanime condanna di questa guerra da parte della sua comunità. Un affetto, un calore, una partecipazione alla sofferenza degli ucraini che mai si erano registrati prima, ha commentato il primo cittadino.  Il cappellano della comunità ucraina cattolica, don Basilio Hushuvatyy, ha ringraziato i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose perugine per quanto si stanno prodigando ad organizzare l’accoglienza di profughi in fuga dalle atrocità della guerra, definendola una vera strage di innocenti, soprattutto di bambini. Don Basilio ha ricordato quando il cardinale Bassetti visitò l’Ucraina. Nel viaggio di ritorno, ha raccontato il sacerdote, “il cardinale si è avvicinato a me dicendomi: ‘Mi sono sentito davvero a casa mia’. E con l’aiuto di tutti, noi ucraini, vogliamo che il nostro Paese resti la casa di tutti”. E con voce commossa Bassetti ha poi detto: “Cari fratelli e sorelle siamo solidali con voi e con tutti i vostri cari che soffrono. La guerra, purtroppo, non risparmia nessuno, essa è quanto di più assurdo e mostruoso si possa concepire. Da una parte la feroce aggressione delle armate russe e, dall’altra, la disperata, dignitosa, coraggiosa risposta ucraina. La gente è disposta fino a morire pur di difendere quanto essa ha più di prezioso: la vita dei proprio cari e delle proprie famiglie”. “Noi stiamo con le vittime dell’Ucraina e chi volesse annientare l’Ucraina – ha proseguito il cardinale – è come se volesse annientare noi tutti, italiani ed europei. L’Ucraina, scriveva in questi giorni il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, ‘è anche la nostra terra’. E io lo dico con forza, come arcivescovo di questa città, l’Ucraina, in questo momento è anche la mia terra, è anche la mia patria a cui non posso rinunciarvi. Noi, come Chiesa e come cristiani, siamo con chi dice e fa la pace e non si rassegna all’orrore della guerra. Papa Francesco, la voce più umile che ci sia nella Chiesa e, al tempo stesso, la più forte, si è fatto sentire continuamente. Da Firenze, la scorsa settimana, sessanta vescovi e sessantacinque sindaci delle nazioni dell’area del Mediterraneo, hanno tutti insieme gridato: ‘No alla guerra!’. E non domani, o domani l’altro, ma adesso, adesso, non quando ci sarà un cimitero ancora più grande di morti”.  

Ucraina: arrivati in Italia 4mila profughi

3 Marzo 2022 -

Roma - Il flusso di profughi ucraini verso l’Italia è già iniziato, al ritmo di un migliaio di persone al giorno. Secondo fonti del Viminale, al 1° marzo ammontano a 3.840 gli ingressi dall’inizio del conflitto: 1.890 donne, 570 uomini e 1.380 minori. Arrivano soprattutto dal confine friulano, dopo estenuanti viaggi in automobile o in pullman. Sono famigliole, spesso composte solo dalla mamma e dai bambini, perché il papà è rimasto in patria a combattere. In molti casi, si sistemano presso familiari già presenti sul territorio nazionale o presso famiglie italiane che hanno dipendenti originari di Kiev, Mariupol o altre città. Ieri la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha avuto un lungo colloquio telefonico con l’omologo ucraino Denys Monastyrskiy, manifestandogli la solidarietà del governo e assicurando il massimo impegno italiano per accogliere chi arriva.

Ieri sera una circolare del Capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione ha fornito ai prefetti indicazioni operative sull’accoglienza, in attuazione del decreto legge del 28 febbraio con le misure urgenti per la crisi. Il decreto ha disposto l’incremento di 5mila posti nei centri temporanei di accoglienza (Cas), autorizza l’attivazione di altri 3mila posti del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) ed estende la riserva di posti (5mila) già finanziata per i cittadini afghani evacuati la scorsa estate. Oggi Lamorgese parteciperà alla riunione fra i ministri dell’Interno europei, chiamati a decidere se concedere ai profughi un visto di un anno per soggiornare nell’Ue. Nel frattempo, la circolare ricorda come gli ucraini potranno accedere alle strutture di accoglienza anche «se non in possesso della qualità di richiedente protezione internazionale ». Nell’invitare ad agire con «urgenza», la circolare richiama la possibilità di «sottoscrivere accordi di collaborazione» per «affidare ai comuni la gestione dell’accoglienza», con oneri a carico dell’Interno.

Proviamo a pensarla come Dio e riusciremo per davvero a far pace

3 Marzo 2022 - Milano - Questa guerra alle porte di casa, come tutti i conflitti, come ogni gesto che coinvolge totalmente l’uomo, parte dal cuore e dalla testa e poi arriva alle mani. Mani che caricano un fucile, che demoliscono pareti, che alzano un indice accusatorio. E, dall’altra parte, che erigono trincee, che costruiscono bombe a loro volta, che cercano una via di fuga tra boschi e palazzi. Facile dire che non sono fatte per tutto questo, che un un buon libretto di istruzioni spiega come montare un oggetto e non la via per distruggerlo. Se ci si avvia sulla strada della violenza, quando l’unico linguaggio possibile sembra essere quello della rabbia, tornare indietro diventa a ogni passo più difficile. Si tratta invece di fermarsi un attimo, di resettare la testa infarcita di propaganda, di dare al cuore il tempo di vedere quale tragedia si prepara dietro l’angolo. Andava in questo senso l’invito di papa Francesco per il Mercoledì delle Ceneri. Una formula semplice: preghiera e digiuno per far tacere le armi, per invocare il dono della pace. Non la rinuncia alle proprie responsabilità, tanto meno una ricetta magica, piuttosto l’impegno a provare a ragionare in un altro modo, a tentare di capire la logica di Dio, che è Padre di tutti, e tutti vuole fratelli. Non nemici. Certo, le obiezioni sono facili: ma, come, siamo sull’orlo di un conflitto mondiale e l’unica cosa che proponete è mettervi in ginocchio? E poi, andiamo, certe formule sono vecchie, superate. Può darsi sia così. Però non vanno fuori moda le domande di senso, il perché siamo in questo mondo e cosa fare per migliorarlo. La preghiera ci riporta proprio lì, dove si formano i dubbi, nell’abisso più profondo di noi stessi, in cui cadono le maschere e si resta nudi nelle proprie paure e fragilità. La Quaresima, per i cristiani, è l’itinerario privilegiato per arrivarci. Come uno zoom fotografico allarga le immagini dell’orrore: i morti bambini, i missili sui civili, la lunga interminabile fila dei tank invasori. E allora che fare? Non possiamo nulla, verrebbe voglia di dire ma è la risposta sbagliata. Assieme agli aiuti materiali e all’accoglienza dei rifugiati, si tratta di lavorare su noi stessi. «La pace nel mondo inizia sempre con la nostra conversione personale», ha sottolineato ieri il Papa. Vuol dire, per esempio, disarmare i gesti e il vocabolario, informarsi con cura e non per schieramenti, ascoltare la sofferenza. E qui torna in campo la preghiera, più assidua e profonda durante il tempo che prepara la Pasqua, come un collirio per liberare gli occhi dai pregiudizi. Non una tessera di appartenenza, ma una scuola di umanità cui tutti possono iscriversi. Perché la preghiera è lì, esiste, anche se non si rivolge a Dio. Ti esplode dentro quando il dolore è troppo forte e allora urla, grida, piange. È naturale come l’aria, appartiene a tutti, in più nel credente ha un indirizzo chiaro e la certezza di essere ascoltato. Che non vuol dire ottenere ciò che desideriamo. La logica di Dio, infatti, è diversa dalla nostra. Invocarlo significa dirsi disponibili a provare a pensarla come Lui, passando il più possibile attraverso lo svuotamento di noi stessi, rinunciando all’esagerata autoreferenzialità, mettendo a tacere il narcisismo. Il digiuno, dicono i saggi di ogni tempo e le Scritture, in questo senso aiuta. Fortifica la volontà, educa al sacrificio, qualche volta somiglia al bambino che rinuncia a qualcosa che gli piace molto per dimostrare che la prossima volta saprà fermarsi in tempo, non commetterà più l’errore appena commesso. Una richiesta d’amore e, dal-l’altra parte, una lezione di perdono. Tra le tante testimonianze di questi giorni, una colpisce in particolare. È del nunzio apostolico a Kiev, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, che ha provato a mettersi nei panni di Dio. «Se vedessi una grandissima solidarietà tra gli esseri umani – che si aiutano a vicenda, si sostengono, aprono il cuore – direi: che bello, sono diventati fratelli! E la conclusione sarebbe: basta, si è superata la prova, non c’è più bisogno di guerra. Eccovi come dono la pace». La preghiera ci insegna proprio questo. Ad andare a lezione di umanità dal Signore. Per imparare la logica che riempie il cuore di progetti di bene, che impegna la testa nella ricerca del modo per realizzarli. E così disarma le mani. (Riccardo Maccioni- Avvenire)

Mons. Delpini: “le vittime trovino in noi un’accoglienza lungimirante e generosa

3 Marzo 2022 - Milano – “Questo momento drammatico, questo tempo confuso, questa umanità smarrita, angosciata, indignata, spaventata, domanda una parola che non sia solo convenzionale, che non sia solo una retorica proclamazione di principi. Quale parola possiamo dire noi, discepoli di Gesù?”. Così l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha iniziato la sua meditazione nel corso dell’Adorazione eucaristica che si è celebrata ieri pomeriggio in Duomo, accogliendo l’invito del Papa a dedicare la giornata del 2 marzo al digiuno e alla preghiera per la pace. “Non disperate dell’umanità. Non pensate solo a voi stessi. Ammonite i violenti. Prendetevi cura delle vittime”: questi i quattro appelli dell’arcivescovo nel suo intervento. Di fronte allo sconforto per questa ennesima guerra, per “la perversione di rapporti tra popoli fratelli che genera il fratricidio, la desolazione di gente che lascia il paese, la casa, la terra”, l’arcivescovo ha invitato anzitutto a “non disperare dell’umanità”: “Continuate a credere che tutti siamo fatti per edificare la fraternità universale. Trovate parole e gesti, pensieri e occasioni per dichiarare la stima, l’invito a conversione, la vocazione all’amore fraterno di tutti gli uomini e le donne che abitano questa terra”. “Nella tragedia abita la tentazione di ripiegarsi su di sé e di intendere il dramma presente solo come un danno economico”, ha proseguito mons. Delpini: “è necessario invece un animo grande e sensibile, che sosta in preghiera per ascoltare lo Spirito che suggerisce le vie da percorrere e non solo i danni prevedibili e i vantaggi probabili. Abbiamo una parola da dire a tutti coloro che vogliono la guerra - ha poi ammonito -: ricordatevi che dovete morire, tutti dobbiamo morire. Dovrete rendere conto a Dio di quello che avete fatto”. “Viene il momento del prendersi cura”, ha concluso l’arcivescovo: “Verranno a bussare persone che hanno perso la casa. Trovino casa tra noi in una accoglienza intelligente, lungimirante, generosa e sollecita. (…) Sia generosa la mano che dona e che organizza il sollievo”.

Comunicare l’uomo, comunicare l’umanità

3 Marzo 2022 - Roma - “Essere per l’uomo è comunicare. Essere è essere in comunicazione. Senza il tu non esiste nemmeno l’io”. Questo antico adagio, appreso dalla scuola dei settimanali diocesani, orienta il senso di queste tristi giornate per la guerra in Ucraina e suona come un ringraziamento ai tanti giornalisti e operatori della comunicazione impegnati in una narrazione altra. La comunicazione e l’informazione diventano ponte di comprensione, di conoscenza, ma soprattutto di reciprocità umana e di empatia. Sono le storie che trafiggono l’animo di chi le ascolta e diventano tracciato di racconti che uniscono. In un’informazione caratterizzata da pacchetti di dati e algoritmi, oggi esprimiamo gratitudine a quanti riescono a fare sentire al mondo il grido di dolore e – auspichiamo – la luce della speranza. (Vincenzo Corrado)

Lì dove le suore aiutano le schiave. Al Maxxi le foto di Talitha Kum

3 Marzo 2022 -

Roma - Lo si potrebbe definire una sorta di viaggio nell’accoglienza e nella cura dei cuori. Un viaggio al femminile. Cuori di donna, cuori di religiose che accolgono e curano cuori di giovani, giovanissime e bambine la cui vita, in questo primo scorcio del secondo millennio, è stata sconvolta dalla tratta: la riduzione in schiavitù e il commercio che ne deriva. Stiamo parlando della mostra fotografica Nuns healing hearts (Suore che curano i cuori), che si è aperta martedì al Maxxi di Roma (fino al 6 marzo) e di cui 'Avvenire' è mediapartner (fotogallery sul sito avvenire. it). L’iniziativa è stata presentata in una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, fra gli altri, la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, il prefetto del Dicastero vaticano per le Comunicazioni sociali Paolo Ruffini, il sottosegretario per i rifugiati presso il Dicastero vaticano per lo sviluppo integrale, padre Fabio Baggio, la coordinatrice internazionale della fondazione Talitha Kum suor Gabriella Bottani e la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri.

L’esposizione è stata curata da Claudia Conte in collaborazione col Global solidarity fund, per conto dell’Unione italiana delle superiore generali (Uisg) e per Talitha Kum. Propone dieci foto di grande formato realizzate per Talitha Kum dalla fotografa e attivista umanitaria statunitense Lisa Kristine, selezionate da una serie di 30 scatti. La mostra era nata nel 2019 ed era stata presentata a papa Francesco in occasione dell’udienza delle superiore generali della Uisg. Poi, dopo essere stata portata il 30 luglio dello stesso anno al palazzo dell’Onu per la giornata mondiale contro la tratta e riallestita a novembre a Tokyo in occasione della visita del Papa, si era dovuta fermare a causa della pandemia. Adesso riprende il suo viaggio con questa mostra che la propone al pubblico italiano, per poi diventare itinerante e multimediale. Le fotografie (scattate in Thailandia, Filippine, Messico, Stati Uniti, Italia e Guatemala) documentano l’impegno della rete che fa riferimento a Talitha Kum. Un lavoro che ha il volto e il cuore di più di 3000 suore di varie congregazioni e volontari in oltre 90 Paesi, accanto alle donne sopravvissute alla tratta (circa 15.000 nel 2020). Come ha spiegato suor Gabriella Bottani, le foto «vogliono essere spunto di riflessione che spinga a riflettere ma senza perdere la speranza, perché se l’umanità perde la speranza di fronte alla violenza è destinata a soccombere». Per Padre Baggio sono immagini che «rendono il giusto onore al lavoro di tante donne che quasi sempre rimane nel segreto». (RobertoI. Zanini - Avvenire)

#abbraccioperlapace: la società civile si mobilita per il dialogo tra comunità ucraine e russe

2 Marzo 2022 -

Roma - Al via domani, 3 marzo, #abbraccioperlapace, Campagna di mobilitazione per promuovere l’apertura di tavoli di dialogo tra le comunità ucraine e russe presenti in Italia, arginando e prevendo l’odio che potrebbe divampare tra i due popoli fratelli in conseguenza dell’aggressione Russa all’Ucraina.

Promossa dall’Alleanza “Per un Nuovo Welfare”, che riunisce oltre 100 organizzazioni del terzo settore diffuse in tutta Italia e dal Comitato editoriale di Vita società editoriale e impresa sociale. #abbraccioperlapace ha un grande valore concreto perché vuole  costruire in maniera  diffusa  - attraverso i tavoli di dialogo - l’opportunità di confronto tra persone e quindi popoli, spiega una nota spiegando che è anche  una Campagna Culturale perché narra tutta la capacità della società civile di essere terreno di dialogo tra le diversità, tra i popoli, tra le culture con un no deciso ad ogni forma di violenza.

I tavoli di dialogo sono incontri, momenti di confronto, che ospitano anche cittadini di nazionalità Ucraina e Russa promossi e ospitati nelle loro sedi dalle tante organizzazioni che sin dalle prime ore di diffusione della campagna hanno dato la loro adesione. Tra questi Azione Cattolica Italiana, Acli, Action Aid, Save the Children, Banco Alimentare, Next Nuova Economia per Tutti, Scuola di Economia Civile, Rete di Economia Sociale Internazionale, Gruppi di Volontariato Vincenziano, Associazione Papa Giovanni XXIII, Fondazione Ebbene, la Rete di Economia Civile Sale della Terra, Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, Casa della Carità, la Conferenza Permanente Franco Basaglia, Associazione Borghi Autentici d'Italia, Associazione Nazionale Bioas.

Possono aderire alla campagna tutte le  organizzazioni della società civile, ma anche a gruppi di cittadini informali, inviando una mail all’indirizzo abbraccioperlapace@gmail.com ed apponendo  all’ingresso della propria sede il cartello simbolo di #abbraccioperlapace che riporta la dicitura “Qui c’è un Tavolo di Dialogo per la Pace”, accompagnata dall’immagine di un abbraccio realizzata appositamente dall’attivista e fumettista Gianluca Constantini.

Per diventare promotori di un Tavolo di Dialogo per la Pace basterà accogliere nella propria sede la testimonianza di cittadini dell’est di diverse nazionalità,  in particolar modo russi e ucraini. Il dialogo potrà avere origine da un qualsiasi tema: leggere insieme autori delle due nazionalità e del pensiero nonviolento, organizzare insieme raccolte di beni di prima necessità da inviare nelle zone del conflitto, condividere progettualità utili per il sostegno a distanza e per l’accoglienza di profughi  della guerra.  Durante il tavolo le persone che partecipano sono  accompagnate da operatori capaci di essere accoglienti e di animare il dibattito. Il tavolo di dialogo può concludersi con un impegno scritto dei componenti di entrambe le comunità per far avanzare la pace ma soprattutto con un loro abbraccio.  Saranno proprio le foto di questi abbracci a diventare la base dello storytelling di questo movimento dal basso che in tutto il Paese chiede dialogo e Pace.

 La campagna di Mobilitazione si muoverà anche sul web. I promotori hanno realizzato materiali per brandizzare siti e social delle persone e delle organizzazioni che credono nella necessità di un #abbraccioperlapace. Tutti i materiali ufficiali sono scaricabili alle pagine www.vita.it, www.perunnuovowelfare.it, www.azionecattolica.it e www.ebbene.org. Per l’occasione la Società editoriale Vita ha realizzato in un Instant Book gratuitamente scaricabile http://www.vita.it/it/magazine/2022/03/01/letture-per-la-pace/426/ che contiene alcune tra le pagine più belle della letteratura ucraina e russa ma anche del pensiero non violento.

Diocesi Locri-Gerace: strutture diocesane per l’accoglienza dei profughi ucraini

2 Marzo 2022 - Locri - La diocesi di Locri-Gerace si mobilita per sostenere la popolazione ucraina colpita dalla guerra. Accogliendo l’appello di papa Francesco, il vescovo, mons. Francesco Oliva, invita tutta la Chiesa diocesana alla preghiera ed al digiuno e chiede la partecipazione alla “Veglia diocesana di preghiera per la pace in Ucraina e nel mondo” che sarà celebrata oggi, Mercoledì delle Ceneri, alle ore 21.00 nella Cattedrale di Locri. Tale giornata ha valenza spirituale e pastorale. Essa - scrive in una nota la diocesi -  è un richiamo alla pratica delle opere di misericordia spirituali e corporali per salvare il popolo ucraino dalla guerra. La preghiera, con il digiuno e l’elemosina, costituisce uno degli atti essenziali che traducono davanti a Dio l’umiltà, la speranza e l’amore dell’uomo. È, contemporaneamente, un’offerta ed un atto d’amore al Padre. Infatti, per essere efficaci, il digiuno e l’astinenza devono unirsi alla preghiera e alla carità. La Caritas diocesana in tale prospettiva, ricordando le parole di Sant’Agostino di «dare in elemosina quanto riceviamo dal digiuno», seguendo le indicazioni del vescovo  in collaborazione con gli Uffici e le realtà diocesane, promuove un calendario di iniziative per fare fronte alla situazione emergenziale che l’Ucraina si è trovata ad affrontare. In particolare mons. Oliva, "preoccupato della drammatica situazione", chiede ad ogni famiglia, ove possibile, di devolvere a favore del popolo ucraino il frutto delle nostre rinunce cioè l’equivalente di un pasto pari a € 10,00 di un giorno feriale. Inoltre, chiede alle parrocchi e raccomanda i parroci a destinare la raccolta della Prima Domenica di Quaresima (6 Marzo) a sostegno delle popolazioni dell’Ucraina. Inoltre organizza con l’ufficio Migrantes diocesano e i centri di ascolto diocesani e parrocchiali, attività di ascolto ed accoglienza delle istanze provenienti dai fratelli e dalle sorelle ucraini, che vivono nel territorio diocesano dando, per quanto possibile, risposte concrete di vicinanza e prossimità e in collaborazione con la fondazione Santa Marta e la Fondazione Opere di religione, predispone le strutture diocesane per l’accoglienza dei profughi ucraini in caso di necessità e di emergenza.

Portate indietro le lancette della storia

2 Marzo 2022 - Su quadrante dell’Europa, la culla della luminosa civiltà, le lancette tornano sulle ore buie. Circolarità di una storia che sembra ripetersi non a causa del fato ma per scarsa memoria. Terra meravigliosa, che ha visto piangere i suoi figli e le sue figlie, a causa delle guerre che sul suolo si sono consumate. Non solo epiche battaglie, ma conflitti dalle dimensioni mondiali. Ideologie che hanno annichilito l’uomo per quella brama di potere e di imperialismo, che fa perdere la testa. Ore buie, che scandiscono una notte che sembrava ormai passata, di cui si faceva memoria solo nelle giornate legate agli orrori dell’olocausto e delle foibe, dei genocidi. Scene viste nei film che si ripropongono con agghiacciante violenza, terribile contemporaneità. Muro contro muro le due superpotenze si affrontano su un terreno conteso. Guerra fredda, Stati considerati campi di battaglia, attacchi tecnologici e sanzioni commerciali, interessi e crolli della borsa. File di carri armati, missili e droni, armi sempre più sofisticate. E l’uomo continua la sua egoistica corsa verso un potere che non deve essere messo in crisi per nessun motivo. Dove c’è puzza di complotto, vero o presunto, si interviene in maniera devastante. L’io si riprende il suo spazio e riappare l’uomo solo al comando, così come accadde in tempi passati. I dissensi non sono ammessi! Minacce terribili: chi si metterà contro farà le spese con una forza distruttiva mai vista prima. Non è passato nemmeno un secolo di pace in Europa e i confini di uno Stato sovrano sono stati violati per imporre con forza la volontà suprema; il grande Impero fa sentire il fiato sul collo del debole offrendo in cambio solo una libertà limitata, come quella di un cane legato alla catena. Fin qui e non oltre! Si dibatte, si calcola, si tira la corda per vedere chi cede prima, da che parte cede e fin dove possono tirare gli altri partner che potrebbero perdere tutto. Fino a quando può resistere il giovane stato Ucraino? Il piccolo Davide contro il colosso Golia. Ma volte possono bastare anche cinque ciottoli di fiume, una pietra che rotolando dalla montagna colpisce la base della grande statua di Nabucodonosor. E il gigante dai piedi di argilla può crollare definitivamente. (Enzo Gabrieli - Direttore "Parola di Vita")

Ucraina: oltre 100mila i rifugiati in Romani dall’inizio della crisi

2 Marzo 2022 - Roma - Dall'inizio della crisi in Ucraina sono stati 105.452 i rifugiati a varcare la frontiera verso la Romania, secondo il quotidiano cotidianul.ro. Molti hanno già lasciato la Romania per raggiungere i propri familiari sparsi in vari Paesi dell'Europa occidentale, ma molti altri sono rimasti ricevendo la straordinaria solidarietà della popolazione romena che, soprattutto nelle città in prossimità delle frontiere, sta garantendo in tutti i modi assistenza. Secondo l'alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Kelly Clements, circa 677.000 persone hanno abbandonato l'Ucraina a meno di una settimana dall'inizio della guerra. Per l'Unicef la metà di questi rifugiati sono bambini.

Libia: 99 rifugiati portati in Italia

2 Marzo 2022 -

Roma - Un gruppo di 99 migranti rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili è stato evacuato nella notte scorsa dalla Libia con un volo umanitario, il primo del 2022, organizzato dall’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) in collaborazione con il ministero degli Interni, la Farnesina e l’Istituto nazionale per la migrazione e la povertà (Inmp). Le persone evacuate nella notte provengono da Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen e molte di loro hanno trascorso lunghi periodi di privazioni ed hanno bisogno urgente di assistenza. I rifugiati, dopo 10 giorni di quarantena come previsto dai protocolli per l’emergenza Covid, saranno trasferiti in strutture del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) a carico del Ministero dell’Interno e distribuite su tutto il territorio nazionale. I voli di evacuazione dalla Libia verso l’Italia, che erano stati sospesi da oltre due anni, hanno portato in salvo oltre 1.100 rifugiati dal 2017 ad oggi.

Ucraina: in 680mila hanno lasciato il Paese

2 Marzo 2022 -

Roma - Un “esercito” di invisibili. Che prova, in tutti i modi, a sfuggire all’orrore della guerra. Secondo una stima dell’Onu, sono un milione gli sfollati interni in Ucraina. «C’è stata molta attenzione su coloro che fuggono nei Paesi vicini, ma è importante ricordare che la maggior parte delle persone colpite si trova in Ucraina», ha spiegato una funzionaria dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, Karolina Lindholm Billing. C’è chi ha poi scelto di abbandonare il Paese, cercando rifugio superando il confine. Sono almeno 680mila: oltre 400mila sono entrati in Paesi Ue, la maggior parte in Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania. «I numeri stanno crescendo in modo esponenziale. Sono passati solo sei giorni dall’inizio del conflitto », ha detto

da Ginevra la portavoce dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Acnur- Unhcr), Shabia Mantoo, assicurando che l’Onu sta mobilitando le risorse necessarie per rispondere più rapidamente ed efficacemente possibile all’emergenza. «Di questo passo, con un aumento così esponenziale, la situazione è destinata a diventare la più grande crisi dei rifugiati in Europa dall’inizio del secolo », ha aggiunto. «In arrivo quattro milioni di rifugiati dall’Ucraina, non lasciamo soli i Paesi che accolgono »: è l’accorato appello lanciato dall’Alto commissario Filippo Grandi in una lettera aperta al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Mentre la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson ha parlato di «cinque milioni di profughi»: «L’Onu parla di prepararsi a cinque milioni di persone e penso sia il numero a cui dovremmo prepararci».