Vangelo Migrante: I Domenica di Quaresima | Vangelo (Lc 4,1-13)

3 Marzo 2022 –  

Dal deserto al giardino del sepolcro. Con il Mercoledì delle Ceneri ha avuto inizio il tempo di Quaresima. Non un percorso verso la morte ma verso vita. Il poco più di niente delle ceneri, è il segno della ripartenza della creazione e della fecondità, il preludio di una vita che diventa germoglio, poi arbusto e, quindi, pianta che produce vita a sua volta.

Deserto e giardino accompagnano la storia del popolo di Israele e contengono la Storia della Salvezza rivolta a tutto il creato e all’uomo, chiamato a prendersene cura.

Nel Vangelo di questa I domenica di Quaresima, le tentazioni di Gesù sono la prova cui è sottoposto il progetto che Dio ha sul mondo e sull’uomo, sul Messia inviato per salvare l’uomo e su Dio stesso. Con gli strumenti del desiderio, del possesso e della falsa gloria, il male vuole impedire che questo si manifesti.

“Dì a questa pietra che diventi pane (…); se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo (…); se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui”.

Trasformare le cose che Dio ha creato desiderandole per quelle che non sono, è il profilo di un essere umano che a suo piacimento abusa di tutto ciò che esiste fino a distruggerlo.

L’uomo prostrato dinanzi al possesso e al potere, fa di essi il paradigma e la misura per la riuscita di una missione e per la verità di una profezia.

La falsa immagine di un Dio che smonta e rimonta la natura e le sue leggi a piacimento, riduce Dio stesso ad un giocattolo, da usare quando serve, e l’uomo a burattino.

La libertà dalle cose fa posto a Dio. Il libero riconoscimento di Dio spalanca le porte alla sovranità della dignità di ogni uomo. Nell’obbedienza alla vera immagine di Dio l’uomo ritrova la vera libertà che consiste innanzitutto nel rifiuto di essere trattato in modo diverso da quello che è.

Dio rende possibile questa relazione con il miracolo umile e tenace della Sua Parola: lampada per i nostri passi, pane per la nostra fame, mutazione delle radici del cuore, cose che danno alla vita che germoglia, il sapore di relazioni nuove, con noi stessi, con il creato, con gli altri e con Dio.

I passi incerti della guerra in corso, contengono tutti i segni delle contraddizioni subite da Gesù, fino all’ultima violenza della morte. L’umanità con cui le ha vissute è completa solidarietà con l’uomo e le sue risposte al diavolo aprono la via per nuovi cammini: di verità, di dignità, di libertà. (p. Gaetanpo Saracino)

 

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