Primo Piano

Ucraina: Unhcr, 5,2 milioni i profughi

26 Aprile 2022 - Ginevra -  Il numero di rifugiati ucraini che sono fuggiti dal loro paese sotto l'attacco delle truppe russe dal 24 febbraio ha superato i 5,2 milioni.  Il dato è dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Secondo l'Unhcr, 5.232.014 ucraini hanno lasciato il loro Paese dall'inizio dell'invasione, 45.270 in più rispetto a ieri. Dall'inizio di aprile sono fuggiti poco meno di 1.197.000 ucraini, molto meno dei 3,4 milioni che avevano scelto di partire a marzo.    L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim)ha evidenziato che che oltre 218.000 non ucraini, principalmente studenti e lavoratori migranti, hanno lasciato l'Ucraina per i paesi vicini.   Quasi sei rifugiati ucraini su dieci (2.909.415 al 24 aprile) sono fuggiti in Polonia, che ospita di gran lunga il numero maggiore, anche se alcuni si sono poi trasferiti in altri paesi europei.

Naufragi e un maxi-soccorso: in 400 salvati dai guardacoste

26 Aprile 2022 -

Milano - Quasi 600 persone soccorse (di cui 400 messe in salvo a Pozzallo), 17 morti e almeno 12 dispersi nelle ultime 24 ore: è il drammatico bilancio della migrazione 'silenziosa' che si consuma ogni giorno nel Mediterraneo. Uomini, donne e bambini che sognano di raggiungere l’Europa. Partono soprattutto dalla Libia ma sempre di più i naufragi avvengono anche davanti alle coste tunisine. Come è accaduto lo scorso fine settimana: salgono a 17 le vittime accertate del ribaltamento sabato scorso di quattro barche al largo Sfax, in Tunisia, secondo la Guardia costiera tunisina. A bordo c’erano complessivamente 120 migranti, di cui 98 salvati e 17 corpi trovati finora. Risultano anche cinque dispersi. «Abbiamo bisogno di un cambiamento sistematico e di libertà di movimento per evitare ulteriori morti», afferma Alarm Phone. Nella notte c’è stato anche un maxi-soccorso davanti alle coste siciliane: un motopeschereccio a 4 miglia a sud di Porto Palo, nel Siracusano, in difficoltà e stracarico con a bordo 400 persone è stato raggiunto dai guardacoste che, con diverse motovedette, hanno garantito la staffetta dei soccorsi. I migranti avrebbero dovuto essere trasbordati sul rimorchiatore Nos Aries per essere messi in salvo. Invece, causa condizioni meteo proibitive, sono stati soccorsi a gruppi sulle motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza. Un’operazione lunga e complessa, resa ancora più difficile dal mare mosso. Il totale dei migranti messi in salvo, a fine operazione, è stato di 383. Molti provengono dalla Siria, tra loro anche donne, bambini e numerosi nuclei familiari. «Dopo parecchi e disumani naufragi nel Mediterraneo, la scorsa notte un barcone viene avvistato al largo delle coste – ha commentato il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna –. Come sempre Pozzallo assolve al proprio compito di città di accoglienza con grande spirito umanitario. Siamo appena all’inizio della stagione e- stiva e si ha purtroppo la sensazione che il governo nazionale stia sottovalutando la questione sbarchi». Intanto proseguono anche i soccorsi lungo la rotta centrale del Mediterraneo, fra Libia e Italia. Oltre ai 101 migranti soccorsi dalla nave di Medici senza frontiere, Geo Barents, (tra loro anche 4 bambini ed una donna incinta), altre 94 persone su un gommone alla deriva al largo della Libia sono state salvate dalla Ocean Viking. Durante l’operazione, informa la ong Sos Mediterranée, una motovedetta libica si è avvicinata «causando panico tra i naufraghi». Almeno 15 persone sarebbero cadute in acqua: solo tre sono riuscite a risalire sul gommone. «Gli altri sono probabilmente annegati» informa la Ong. Sono ora 164 le persone salvate a bordo della nave.

Un gommone con 20 migranti provenienti dalla Tunisia è inoltre approdato ieri mattina direttamente in porto a Pantelleria. Era da tempo che a Pantelleria, che dista 70 miglia dalle coste tunisine, non si registravano sbarchi a differenza di Lampedusa che è la rotta privilegiata sopratutto per gli arrivi dalla Libia. Proprio sull’isola, l’ultimo mini-arrivo è avvenuto la scorsa notta, con 8 cittadini egiziani entrati direttamente nel porto di Lampedusa a bordo di un peschereccio partito dalla Libia. Le forze dell’ordine sono riuscite a bloccarli e ora si trovano nell’hotspot di Contrada Imbriacola. Le autorità di Misurata, intanto, la seconda maggiore città della Libia, confermano di aver 'sventato' un tentativo di far arrivare più di 600 persone in Italia. I migranti sono stati intercettati in mare e riportati a terra fra sabato e domenica. (Daniela Fassini - Avvenire)

 

Srilankesi in Italia: messa e udienza con papa Francesco nella Basilica vaticana

25 Aprile 2022 - Città del Vaticano -  I cattolici dello Sri Lanka in Italia questa mattina hanno voluto compiere un pellegrinaggio per ricordare e pregare per le vittime dei tragici eventi del giorni di Pasqua di tre anni fa. Eventi che hanno seminato morte e terrore nel Paese. "Oggi avete offerto il Sacrificio eucaristico in suffragio delle vittime di quei terribili attentati, e avete pregato per quanti rimasero feriti - alcuni dei quali qui presenti - e per i familiari, come pure per tutto il popolo dello Sri Lanka. Con tutto il cuore mi unisco alla vostra preghiera", ha detto papa Francesco incontrandoli nella Basilica di San Pietro: "di fronte all'orrore e all'assurdità di certi atti, che sembra impossibile siano commessi da uomini, appare evidente l'opera del Maligno". Il Papa ha invitato a pregare per tutte le vittime della violenza e della guerra, "in particolare del terrorismo": "Cari fratelli e sorelle insieme con voi desidero pregare per la vostra patria, lo Sri Lanka, che ho avuto la gioia di visitare nel gennaio del 2015. Preghiamo per i governanti, per quanti hanno responsabilità sociali ed educative e per tutto il popolo. Che le presenti difficoltà possano trovare soluzione con l'impegno e la collaborazione di tutti. Preghiamo per la Chiesa in Sri Lanka: per intercessione di Maria Santissima sia colma di Spirito Santo e annunci con gioia il Vangelo di Cristo Salvatore". Papa Francesco ha voluto concludere con un appello  alle autorità del "vostro Paese: per favore, per amore della giustizia, per amore al vostro popolo, che si chiarisca definitivamente chi sono stati i responsabili di questi eventi. Questo porterà pace alla vostra coscienza e alla patria!". Prima dell'incontro con il Papa i srilankesi hanno partecipato ad una celebrazione nella Basilica vaticana, tra canti e inni tradizionali. (R.Iaria)

Pace a voi

25 Aprile 2022 - Città del Vaticano - Pace a voi. Per tre volte, ci dice nel Vangelo Giovanni, Gesù si rivolge con questo augurio ai discepoli chiusi nel cenacolo. Domenica in Albis, per volere di san Giovanni Paolo II domenica della Divina misericordia; Francesco preside la messa nella basilica di San Pietro e ricorda che per tre volte Gesù augura ai suoi “pace a voi”; un saluto che viene incontro a ogni debolezza e sbaglio umano: vi troveremo altrettante “azioni della Divina misericordia in noi”: anzitutto “dà gioia; poi suscita il perdono; infine consola nella fatica”. Anche oggi abbiamo davvero bisogno della pace che non sia solo il silenzio delle armi, un intervallo tra due guerre. Domenica di Pasqua per le chiese orientali. In questi giorni sacri per i credenti in Cristo, in Ucraina sono continuati i combattimenti, e lacrime e sangue hanno continuato a scorrere. Nel Regina coeli, il vescovo di Roma fa gli auguri alle diverse comunità che celebrano la Pasqua secondo il calendario giuliano e chiede che sia il Signore risorto a “colmare di speranza le buone attese dei cuori. Sia lui a donare la pace, oltraggiata dalla barbarie della guerra”. Sono passati sessanta giorni dall’inizio di quella che, con un eufemismo, la Russia chiama operazione speciale, ma la guerra “anziché fermarsi, si è inasprita. È triste che in questi giorni, che sono i più santi e solenni per tutti i cristiani, si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la risurrezione; ed è triste che le armi stiano sempre più prendendo il posto della parola”. Torna a chiedere Francesco una “tregua pasquale, segno minimo e tangibile di una volontà di pace. Si arresti l’attacco, per venire incontro alle sofferenze della popolazione stremata; ci si fermi, obbedendo alle parole del Risorto, che il giorno di Pasqua ripete ai suoi discepoli: pace a voi”. Chiede il Papa preghiere per la pace e “di avere il coraggio di dire, di manifestare che la pace è possibile”. Ringrazia i partecipanti alla marcia Perugia-Assisi, e invita i leader politici a “ascoltare la voce della gente, che vuole la pace, non una escalation del conflitto”. Pace a voi. Gesù per due volte saluta così i suoi discepoli la sera della resurrezione, quando si manifesta nel cenacolo dove si trovavano chiusi per “timore dei giudei”, scrive Giovanni. Ma in quel giorno c’è un assente, Tommaso; è presente, invece, otto giorni dopo per la seconda manifestazione del Signore. In un certo senso Dìdimo, Tommaso, è l’immagine della comunità dei credenti, che si raduna ogni otto giorni per fare memoria della Pasqua, che nella sua fragilità, nella sua incertezza, ha bisogno di un segno, di toccare per credere. Il Vangelo, con questo racconto, ci dice che “il Signore non cerca cristiani perfetti. Io vi dico: ho paura quando vedo qualche cristiano, qualche associazione di cristiani che si credono i perfetti”. E aggiunge il Papa: “meglio una fede imperfetta ma umile, che sempre ritorna a Gesù, di una fede forte ma presuntuosa, che rende orgogliosi e arroganti”. Il Signore afferma ancora “non cerca cristiani che non dubitano mai e ostentano sempre una fede sicura. Quando un cristiano è così, c’è qualcosa che non va. No, l’avventura della fede, come per Tommaso, è fatta di luci e di ombre. Se no, che fede sarebbe? Essa conosce tempi di consolazione, di slancio e di entusiasmo, ma anche stanchezze, smarrimenti, dubbi e oscurità”. Il Vangelo narra di Tommaso per dirci che “non dobbiamo temere le crisi della vita e della fede”, che “non sono peccato, sono cammino. Tante volte ci rendono umili, perché ci spogliano dall’idea di essere a posto, di essere migliori degli altri”. Nelle crisi ci riconosciamo bisognosi dell’aiuto di Dio”. Cristo per due volte incontra i suoi discepoli: è la fedeltà del Signore che supera le assenze. Gesù “non si arrende, non si stanca di noi, non si spaventa delle nostre crisi, delle nostre debolezze”, ricorda Francesco. Ritorna sempre: “quando le porte sono chiuse, quando dubitiamo, quando, come Tommaso, abbiamo bisogno di incontrarlo e di toccarlo più da vicino”. Gesù torna sempre, “bussa alla porta sempre, e non torna con segni potenti che ci farebbero sentire piccoli e inadeguati, anche vergognosi”; torna “mostrandoci le sue piaghe, segni del suo amore che ha sposato le nostre fragilità”. (Fabio Zavattaro - Sir)

25 aprile: liberi, limpidi e diritti

25 Aprile 2022 - “Quanto più s’addensa e s’incupisce l’avversario facci liberi e intensi”. Lo scrive nella “Preghiera del Ribelle” Teresio Olivelli, ucciso a 29 anni nel campo di sterminio nazista di Hersbruck colpevole di aver sottratto un giovane ucraino alla bestialità di un kapò. Ufficiale degli Alpini, aveva partecipato alla ritirata di Russia e aveva conosciuto la tragedia di uomini, soprattutto giovani, che andavano a morire per un delirio di onnipotenza dei dittatori del tempo. Ribellatosi per amore della verità al regime fascista entrò nella Resistenza con i partigiani cattolici, le “Fiamme Verdi”, che rifiutavano l’uso indiscriminato e spesso vendicativo delle armi, che si opponevano a condanne sommarie a morte chiedendo che fossero i legittimi tribunali a esprimere il giudizio. Mentre infuria la guerra e cresce l’odio in terra europea il XXV Aprile, riletto con le parole di un giovane proclamato beato il 3 febbraio 2018, si conferma memoria, monito e appello a ritrovare e vivere valori e ideali senza i quali in nessun tempo e in nessun luogo è stato ed è possibile prevenire o spezzare la spirale del terrore e dell’orrore. La “Preghiera del Ribelle” si accende oggi con le sue invocazioni: “facci liberi e intensi” nel distinguere l’aggredito dall’aggressore; “facci liberi e intensi” nella ricerca e nella rimozione delle cause di ogni conflitto; “facci liberi e intensi” nel dire che le armi non hanno mai portato e mai porteranno alla pace; “facci liberi e intensi” nell’accettare sacrifici pur di fermare la mano di Caino, “facci liberi e intensi” nel chiedere che l’unità dei cristiani sia al servizio della verità e non giustifichi alcuna menzogna. Sono richieste di uomini liberi da letture ideologiche dei fatti, per uomini limpidi nel dire che la vittoria non è la pace, per uomini intensi nel condividere il pianto e la speranza. Il XXV Aprile suscita questi tre atteggiamenti interiori. Ha bisogno di uomini e donne ribelli alla falsità, al rifiuto dell’altro, all’indifferenza. Ha bisogno che la libertà venga compresa e amata nella consapevolezza che non si raggiunge una volta per tutte e che ogni giorno va compresa e difesa. L’urlo di dolore e di disperazione che arriva dall’Ucraina come da altri Paesi lacerati da guerre scuote davvero le coscienze nel giorno in cui si celebra la liberazione da due dittature mentre si è vittime della follia di una terza? Le ombre dell’odio, dello scontro e dell’indifferenza rimangono minacciose e neppure è prevedibile il loro dissolversi. In questo tempo lacerato venga dal XXV Aprile un messaggio libero, limpido, diritto. (Paolo Bustaffa)

Dicastero Sviluppo Umano Integrale: stabilizzati i vertici

25 Aprile 2022 -
Città del Vaticano  - Papa Francesco ha stabilizzato i vertici del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale con la conferma, per un quinquennio, a prefetto del card. Michael Czerny, 76 anni a luglio, e sr. Alessandra Smerilli, 48 anni a novembre, come segretario. Entrambi erano stati nominati, nei mesi scorsi "ad interim". Il papa ha, inoltre nominato p. Fabio Baggio, 57 anni, nel ruolo di sottosegretario e con responsabilità specifiche per quanto concerne la sezione migranti e rifugiati e i progetti speciali dello stesso Dicastero. "Desideriamo ringraziare il Santo Padre per la fiducia che ha riposto in noi e nel nostro operato. Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato con noi durante questo periodo ad interim nel portare avanti la missione del Dicastero. Un pensiero riconoscente va al card. Peter K.A. Turkson e a tutti coloro che sono stati Superiori in Dicastero fino alla fine del 2021”, hanno sottolineato in una dichiarazione congiunta: “ci impegneremo al servizio del Santo Padre e della Chiesa in tutto il mondo  cercando di contribuire a promuovere lo sviluppo integrale di ogni persona e la cura della nostra casa comune, nella consapevolezza che ‘la manifestazione di Dio in Cristo – compresi i suoi gesti di guarigione, di liberazione, di riconciliazione e di pace che oggi siamo chiamati a riproporre ai tanti feriti sul ciglio della strada – indica il cammino e la via del servizio che la Chiesa intende offrire al mondo. Ci impegneremo anche ad implementare le raccomandazioni prodotte dalla metà del 2021 da parte della Commissione di valutazione istituita dal Santo Padre e guidata dal card. Blase Cupich”. “Le congratulazioni e i migliori auguri da parte di tutto il Dicastero vanno infine al card. Peter K.A. Turkson, chiamato dal Santo Padre a servire la Chiesa nel suo nuovo ruolo di Cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali”, conclude la nota. Al card. Czerny, a sr. Smerilli e a p. Baggio gli auguri di un proficuo lavoro da parte della Fondazione Migrantes. (R.Iaria)

Cei: ieri ad Assisi l’incontro del Tavolo ecclesiale del servizio civile, “un forte no a tutte le guerre”

22 Aprile 2022 -

Assisi - Si è svolto ieri  ad Assisi il XVI incontro dei giovani in servizio civile del Tesc (Tavolo ecclesiale sul servizio civile) nel ricordo di san Massimiliano di Tebessa, giovane martire cristiano per obiezione di coscienza. Dal 2003 il Tesc organizza ogni anno il 12 marzo, nella data della ricorrenza liturgica del suo martirio, un incontro nazionale dei giovani in servizio civile. Nel 2020 l’incontro, già previsto ad Assisi, venne annullato a causa del lockdown, mentre l’anno scorso fu realizzato online e quest’anno rinviato al 21 aprile per realizzarlo in presenza tenendo conto del venir meno di alcune restrizioni legate alla pandemia. Il tema dell’incontro è stato quello scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio scorso “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”. Il raduno è stata anche una occasione per ribadire “un no forte alla guerra tra Russia e Ucraina e a tutte le guerre che si combattono nel mondo”. Nella città di San Francesco gli operatori volontari in servizio civile hanno confermato il loro impegno per la nonviolenza e la solidarietà, che si adopera anche a favore delle vittime della guerra che giungono in Italia. L’incontro si è svolto presso la “Cittadella” della Pro Civitate Christiana ed è stato concluso da una celebrazione nella cattedrale di San Rufino presieduta dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino mons. Domenico Sorrentino. Il Tesc, costituitosi nel 2003, attualmente riunisce 18 organismi, associazioni ed enti cattolici impegnati su questo ambito, che nei prossimi mesi vedranno in servizio oltre 10 mila giovani, dei quali più di 500 all’estero. Ne fanno parte: Caritas italiana, Fondazione Migrantes, Ufficio nazionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese, Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, Servizio nazionale per la pastorale giovanile, Azione cattolica italiana, Acli, Agesci, Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Confcooperative-Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Centro sportivo italiano, Volontari nel mondo-Focsiv, G.a.v.ci., Salesiani per il sociale, Cdo Opere sociali, Anspi, Unitalsi.

MCI in Europa: martedì su Radio Mater le comunità italiane in Romania

22 Aprile 2022 - Milano - Martedì 26 aprile 2022, andrà in onda l’ottava puntata de «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro». La trasmissione - in diretta su Radio Mater dalle ore 17.30 alle ore 18.30, l’ultimo martedì di ogni mese - presenta alcune Missioni cattoliche italiane, soprattutto europee. Esse, sono animate da circa 700 operatori (laici/laiche consacrati e non, sacerdoti diocesani e religiosi, suore). Lo spazio radiofonico di aprile, ospiterà - collegato da Oradea - don Valeriano Giacomelli, delegato Migrantes delle Missioni Cattoliche  Italiane in Romania. Nell’occasione, con Massimo Pavanello - sacerdote della diocesi di Milano, ideatore e conduttore della trasmissione, con la consulenza della Fondazione Migrantes - saranno descritte anche le attività umanitarie che i nostri connazionali, in Romania, stanno svolgendo nei confronti dei cittadini dalla confinante Ucraina. Radio Mater (www.radiomater.org) si può ascoltare - in Italia - attraverso la radio (sia in Fm sia in Dab) o la televisione (Digitale terrestre - Canale 403). In tutto il mondo, scaricando la app dedicata; oppure, all’indirizzo internet https://www.radiomater.org/it/streaming.htm

Migrantes: in libreria gli atti di “Costruttori di Ponti”

22 Aprile 2022 -

Mons. Staglianò: nessuno escluso, solo così l’accoglienza è giusta e vera

22 Aprile 2022 -

Roma - La nuova 'inutile strage' della guerra in Ucraina non accenna a finire. Il decisivo «Fermatevi!» di papa Francesco a questa pazzia fratricida sembra ancora non ascoltato dalla realpolitik dell’insipienza umana che, invece, riprende la 'corsa agli armamenti' investendo miliardi per comprare e usare armi. L’utopia cristiana della pace è irrisa come astratta e impraticabile. E mentre si discute e ci si accapiglia, la guerra genera mostruosità: città distrutte, stragi e civili in fuga, ormai a milioni. La sofferenza degli innocenti interpella la coscienza di ognuno di noi. Come dire che 'Dio è amore', secondo il Vangelo? Soprattutto in questo frangente, bisognerà dirlo con l’opera della carità, in un’ospitalità davvero cattolica, che non esclude nessuno.

Nei migranti e nei profughi c’è tutto il dramma del mondo, e tanto dolore può spingerci a riscoprire quel 'noi' che ci precede e ci fa dire con verità che Dio è Padre. È cristianamente impossibile essere 'adoratori del Padre' senza essere 'custodi dei fratelli tutti'. Accogliere alcuni e respingere altri mostrerebbe, invece, che non c’è vera fede in Dio e che non si è cresciuti molto in umanità.

L’accoglienza diventa allora un kairòs, un tempo di grazia che ci fa uscire da visioni ristrette e ci fa respirare e pensare in grande, in sintonia con il cuore di Dio. E la Chiesa diventa, come ha ricordato recentemente papa Francesco alla Congregazione per le Chiese orientali, «un segno tangibile della carità di Cristo aprendo nuove strade da percorrere insieme». Scrive Etienne Grieu: «L’apertura all’altro, specialmente a colui che soffre, fa passare dalla semplice immagine di Dio, quali siamo per la creazione, alla somiglianza con lui, cioè a un legame molto più intimo con lui, attraverso l’unione ai suoi disegni e ai suoi modi di essere. È così che ci rivestiamo di Cristo». NellaFratelli tutti il Papa chiarisce come, per i cristiani, c’è un motivo più profondo della semplice solidarietà e c’è una sorgente utile a tutti: «Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che 'soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra di noi'. Perché 'la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità'» (272). E alla fine dell’Enciclica, Francesco ricorda come sia importante la lezione dei testimoni, citando tra gli altri Charles de Foucauld che voleva essere il fratello universale, «ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò a essere fratello di tutti» (287).

Si risveglia nei momenti difficili una sensibilità bella, e però occorre vigilare: può restare solo emotiva, come è stata all’inizio del Covid, dal quale non stiamo uscendo migliori. Così, ora le immagini della sofferenza indicibile delle vittime della guerra in Ucraina risvegliano quell’«eterno dovere di restare umani », di cui parlava Simone Weil. E però si può anche insinuare anche una deformazione grave: accogliamo gli ucraini perché li avvertiamo simili a noi, respingiamo gli altri profughi perché li sentiamo diversi e persino pericolosi? Già più volte, e da più parti, si è chiarito che non è vero: abbiamo bisogno gli uni degli altri, e gli immigrati sono preziosi anche per la nostra economia e per contrastare la denatalità. Nell’accoglienza dei profughi ucraini, allora, c’è un esercizio di umanità e di carità che va incoraggiato e sostenuto perché diventi cura e coinvolgimento delle comunità verso tutti, nessuno escluso: dall’Ucraina come dall’Africa tutta (pensiamo in modo particolare ai lager della Libia) o dal Vicino Oriente.

Una comunità accoglie davvero se si coinvolge, immedesimandosi nel dolore e nel dramma di chi vive, nella propria carne, l’abbandono e la perdita degli affetti più cari, per i quali vale la pena stare in questo mondo. Papa Francesco ce l’ha spiegato nella Fratelli tutti, chiarendo (al punto 129) il 'come' e il 'perché': «I nostri sforzi nei confronti delle persone migranti che arrivano si possono riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Infatti, 'non si tratta di calare dall’alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire città e Paesi che, pur conservando le rispettive identità culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umana'». (mons. Antonio Staglianò - Vescovo di Noto e delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Sicilia)

                  Il testo è stato pubblicato sul numero odierno di Avvenire come lettera al direttore

Ucraina: le aziende italiane in campo in aiuto dei profughi

22 Aprile 2022 - Padova - Ben 67 aziende delle province di Padova e Treviso hanno messo a disposizione 240 posti di lavoro per i profughi arrivati dall’Ucraina. È accaduto esattamente un mese fa. Gli esempi sono diversi. Il punto è che l’offerta di lavoro, uno degli aspetti inediti dell’attuale campagna di apertura ai rifugiati, non ha ancora portato a risultati concreti in termini di assunzione e inserimento del personale ucraino. Il caso Nord Est è da manuale: le imprese disponibili ci sono, ma i posti non sono ancora stati riempiti. Troppe le incertezze sulla permanenza in Italia dei profughi: è questa la ragione principale al momento sull’impasse in corso. La friulana Roncadin, un colosso delle pizze, ha aperto agli scampati dalla guerra le liste di 100 nuove assunzioni negli stabilimenti del gruppo. Altre centinaia di posti sono stati messi a disposizione nel commercio e nei servizi ricettivi. Il gruppo Fedrigoni di Verona, tra i primi al mondo nella produzione e vendita di carte speciali per packaging di lusso, editoria e grafica, e di autoadesivi per l’etichettatura, ieri ha annunciato un supporto ai cittadini ucraini: possibili eventuali assunzioni sia in Polonia, prima méta dei profughi, sia in Italia, dove è stato attivato il sostegno all’opera di Medici senza frontiere. A Verona, famiglie ucraine hanno trovato ospitalità in locali di pertinenza dell’azienda. Otb Foundation, che fa capo a Renzo Rosso, in collaborazione con l’associazionismo e 43 Comuni del Vicentino, nonché con numerose parrocchie, sta ospitando mezzo migliaio di persone; non mancano anche in questo caso le opportunità di lavoro. Tra Cordignano e Sacile, sul confine veneto-friulano, opera Itlas, una delle industrie del legno più performanti. Ne è titolare Patrizio Dei Tos, presidente anche di Confindustria Serbia. La sua esperienza l’ha portato a mettere a disposizione due alloggi, per una decina di profughi. Gli ultimi due sono appena arrivati. «Marito e moglie. Il marito fa di professione il fisico. L’avrei assunto in azienda, ma non come fisico. Devo cercargli pertanto un impiego adeguato. Spero di trovarlo» anticipa. Bottega Spa, azienda di vini e liquori con sedi fra Veneto e Friuli, ha messo a disposizione ben 50 posti. «In queste settimane abbiamo accolto fino a 35 persone, in collaborazione con la Caritas ed il volontariato – spiega Stefano Bottega, uno dei titolari –. Siamo pronti ad inserire, nelle nostre attività, gli ospiti che decidano di fermarsi, anche dopo la guerra. Per il momento abbiamo raccolto la disponibilità di uno dei pochi uomini arrivati ancora all’inizio della guerra. Fa parte del nostro ufficio commerciale e siamo veramente soddisfatti. Conosciamo tante persone in Ucraina – aggiunge –, è un mercato che per noi vale un milione di euro e che ora è ovviamente sospeso. Così abbiamo i nostri importatori, collocati in particolare nel territorio a ovest di Donetsk». La Meccanica di Cittadella, nel Padovano, produce macchinari per il legno e le biomasse. «Lavoriamo, anzi lavoravamo molto per l’Ucraina, la Bielorussia e la Russia. Adesso è tutto sospeso – ammette con preoccupazione il titolare, Roberto Reffo – . Nella nostra foresteria abbiamo accolto due famiglie, mamme con i bambini. Una è la moglie di un nostro operatore commerciale che segue il mercato in quel territorio. Una mamma con due figli, dopo un po’, è rientrata a Kiev, perché da infermiera non se la sentiva di rimanere, con le necessità che c’erano nella sua città». Complessivamente, le associazioni industriali del territorio hanno reso disponibili 24 alloggi, circa 100 posti letto. Nei Comuni di Asolo, Castelfranco, Cittadella, Conselve, Villa del Conte, Saonara, Piove di Sacco, i posti di lavoro disponibili raggiungono quota 240 posti. Le imprese appartengono ad ogni settore: metalmeccanico, arredo e design, alimentare, cartario, calzature, chimica farmaceutica, alberghi, Ict. «La risposta che sta arrivando dalle nostre imprese – sottolinea Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro – è di vicinanza e di speranza per que- ste persone in fuga dalla guerra e per il loro futuro». Intanto a Pordenone è stato sottoscritto da Camera di Commercio, prefettura, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, un accordo per permettere, in condizioni di piena garanzia legale, contrattuale e retributiva, di far accedere a occasioni lavorative i profughi che decidono di restare. Il problema è solo quello di far incontrare offerta e domanda di lavoro? No, risponde il segretario della Cisl del Veneto, Gianfranco Refosco. «Oggi il permesso di soggiorno straordinario della durata di 12 mesi rende possibile e consente senza problemi l’assunzione di una persona ucraina profuga arrivata in Italia in fuga dalla guerra – spiega –. Tanti di loro però vivono la situazione come provvisoria e si percepisce chiaro il senso di attesa e di speranza per un rientro che confidano possa avvenire prima possibile ». E poi, naturalmente, vi è l’ostacolo della lingua, che certo non aiuta un inserimento lavorativo, motivo per cui come Cisl Veneto, spiega Refosco, «abbiamo lanciato una call a insegnanti, formatori e mediatori culturali con lo scopo di avviare percorsi di prima formazione linguistica, e non solo». (Francesco Dal mas - Avvenire)    

Vangelo Migrante: II domenica di Pasqua | Vangelo

21 Aprile 2022 -

La Resurrezione per essere compresa ha bisogno di spazi. È necessario farle posto come fanno le donne al mattino presto al sepolcro: ricordano le parole che Lui aveva detto e credono. Gli fa posto il discepolo più giovane che corre con Pietro al sepolcro: non vede ciò che manca ma vede ciò che è dato, ovverosia una morte sconfitta e privata del suo trofeo più prezioso, e crede mentre Pietro non ha posto: è pieno di preoccupazioni e rimpianti; è agitato. Un posto glielo fanno anche i discepoli di Emmaus, lasciando che un forestiero si inserisca nei loro discorsi e dica la sua a riguardo: Gesù risorto è migrante! Mentre conversano con lui sono contenti e lo riconoscono allo spezzare del pane.  

Ma la Resurrezione non è solo per l’intuizione di alcuni o un lampo momentaneo. Gesù è risorto per tutti e per sempre. E trova il modo di farsi spazio nella vita di tutti.

Ce lo racconta il Vangelo di questa domenica: la sera di quello stesso giorno, nel Cenacolo dove si trovavano i discepoli a porte chiuse, per timore dei giudei, “venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: Pace a voi! (…) E i discepoli gioirono al vedere il Signore”.

Quella sera manca Tommaso. Otto giorni dopo accade la stessissima cosa: “venne Gesù, stette in mezzo e disse: Pace a voi!

La presenza di Gesù lascia il segno. È pacifica come cosa, nel senso che è evidente. Nessuno dei presenti contesta nulla. Nemmeno Pietro. Gioisce pure lui: Gesù è lì!

Ma manca Tommaso e, allora, Gesù ripete l’operazione anche in sua presenza. Perchè? Non certo per dimostrare la Sua forza e umiliare il discepolo o per dire la sua sulla disputa ‘fede e ragione’. No. Gesù conferma che Lui è vivo e vive nel cuore di chi lo comprende (gli fa posto) e crede; ma se uno non ha posto, Lui l’appuntamento ‘pacifico’ per farsi vedere lo dà nel Cenacolo.

Quel luogo non è casuale o accessorio: è decisivo! È là che risiede un dono che è per tutti. Ed è da lì che può esser portato ovunque: “soffiò e disse: ricevete lo Spirito Santo …”.

Questa è detta anche domenica della Misericordia: perché all’indescrivibile prodigio della Resurrezione e agli inesprimibili effetti derivanti dalla vittoria sul male e sulla morte, Dio ha aggiunto quello della Sua presenza risorta, accessibile alle creature e liberatrice dalle paure e dai turbamenti.

Ogni Cenacolo è casa Sua e, in Lui, diventa casa di tutti e per tutti! (P. Gaetano Saracino)

Ucraina: la Santa Sede e il Papa si uniscono all’appello dell’Onu per una tregua pasquale

21 Aprile 2022 - Città del Vaticano - Nella scorsa domenica delle Palme Papa Francesco aveva chiesto una tregua pasquale, per arrivare alla pace. "La Santa Sede ed il Santo Padre - si legge oggi una nota pubblicata sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede - si uniscono all’appello che il Sig. António Guterres, Segretario Generale dell'Onu, d’accordo con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, ha lanciato il 19 aprile scorso, per una tregua in occasione della celebrazione della Pasqua secondo il calendario giuliano, il 24 aprile prossimo. Nella consapevolezza che nulla è impossibile a Dio- si legge nel testo -  invocano il Signore perché la popolazione intrappolata in zone di guerra sia evacuata e sia presto ristabilita la pace, e chiedono a chi ha la responsabilità delle Nazioni di ascoltare il grido di pace della gente".

Migrantes-Transiti: la condizione psicologica degli italiani nel mondo durante il Covid-19, lo spazio e il tempo in pandemia

21 Aprile 2022 - Roma - All’interno dell’indagine del 2021 - pubblicata nel Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes - che ha raccolto le risposte di 925 expat italiani residenti all’estero, Transiti ha indagato il loro vissuto rispetto alle dimensioni del tempo e dello spazio, fondamentali per la salute psicologica Il 40% degli intervistati ritiene che lo spazio a disposizione in casa fosse adeguato. Il 28% ha dichiarato di non essersi sentito limitato negli spazi. Di riflesso, ha vissuto positivamente i lockdown. Un elemento che ha favorito questo vissuto è stata la possibilità di usufruire di spazi esterni all’abitazione. Si aggira intorno a un quarto del campione (23%) la percentuale di chi afferma di aver sofferto la dimensione della casa. Nei differenti linguaggi del mondo, con la parola “casa” si indica il luogo intimo dei rapporti, in cui sono custoditi gli aspetti più sentimentali e all’interno del quale si chiede protezione e cura. In realtà, sappiamo che il concetto di casa si modella e trasforma poiché, rappresentando una fotografia del momento di vita in cui ci troviamo, ne assorbe le peculiarità. Se per molti è luogo di protezione e cura, per altri è un luogo di malessere e conflitti, se non addirittura di pericolo e violenza. L’essere stati costretti a questa intimità, nel corso dei lockdown che si sono susseguiti negli ultimi anni, ha quindi esacerbato le situazioni che ciascuno stava vivendo, nel bene o nel male. Inoltre, ha amplificato la percezione del sentirsi a casa in una terra straniera, mettendo in luce un caleidoscopio di vissuti di appartenenza o sospensione, possibilità e limiti, temporaneità o stabilità, acquisizioni e perdite con cui ogni expat si trova costantemente a confrontarsi nel corso della propria esistenza. La percezione e la gestione del tempo degli expat durante il Covid-19 In termini di bilancio dell’anno passato, quasi il 50% degli expat intervistati ritiene di aver sprecato o perso tempo. In pochi sono riusciti a capitalizzare il periodo considerando l’anno di pandemia come un tempo di riflessione utile per rivedere in meglio il proprio futuro. Il 38% ha addirittura dichiarato di stare ripensando totalmente al proprio progetto di vita. Oltre il 20%, invece, non riesce a fare un bilancio dell’esperienza trascorsa. Nel nostro campione, rappresentativo di una particolare fetta di popolazione, questa difficoltà di pensare si evidenzia nelle attività scelte. Le persone si sono dedicate maggiormente alla cucina, alle attività online e al mantenimento dei rapporti di amicizia (80%), mentre le attività intellettuali come la lettura e lo studio, al contrario di quanto rilevato per i connazionali in Italia, sono risultate di difficile attuazione, così come maggiori disagi si sono ravvisati nella sfera intima. Un quarto degli intervistati (26%) ritiene che la condizione di distanziamento sociale generata dalla pandemia rappresenti una situazione migliorativa della propria esistenza. Le differenze individuali Questi elementi ci riconducono a un tema generale: non tutte le persone per stare bene hanno lo stesso bisogno di relazioni plurime, assidue e continuative. Le strutture di personalità introverse, per esempio, hanno beneficiato della dilatazione del tempo, dell’autorganizzazione, della rarefazione delle relazioni in quantità e presenza. Queste sono, nei fatti, le persone che, a parità di condizioni, sono riuscite meglio a organizzarsi nello smart working e che vorrebbero, almeno in parte, continuare a lavorare attraverso questa modalità. E’ il caso anche di alcuni studenti che hanno mostrato un miglioramento durante il periodo di didattica a distanza (DAD). Questa riflessione apre un tema complesso per chi si occupa di salute e benessere psicologici e non solo. Ci suggerisce la possibilità di osservare senza patologizzare, di asserire che il concetto di normalità è ampio. Questa situazione, occorsa nella vita di tutti contemporaneamente, ci insegna che ci possono essere modi diversi per ottenere risultati soddisfacenti negli obiettivi lavorativi e scolastici. (Anna Pisterzi, Presidente di Transiti Psicologia d'Espatri)     Trovate questo articolo pubblicato anche nella sezione Articoli del sito di Transiti - Psicologia d’espatrio.

Da Perugia ad Assisi: “diamo voce alle vittime”

21 Aprile 2022 -

Roma - A chiedere la pace «non sono i pacifisti, ma le vittime: vogliamo dare loro voce, siamo i loro megafoni». Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore della Perugia Assisi, presenta così la Marcia della Pace di domenica prossima. «Fermatevi! La guerra è una follia», lo slogan scelto per l’edizione straordinaria. Centinaia le adesioni di associazioni, volontariato, enti pubblici e privati, 300 comuni, Cgil, Conferenza rettori universitari. Assieme al mondo dei media: Fnsi, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Articolo 21.

A precedere la manifestazione, sabato pomeriggio, l’incontro al Sacro Convento su 'La via della pace' con, tra gli altri, Cecilia Strada di ResQ, la scrittrice Dacia Maraini, l’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Zuppi, il missionario padre Renato Kizito Sesana, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Poi in serata, nella Basilica di San Francesco, la veglia di preghiera sulla Fratelli tutti, guidata dal cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede.

«Accoglieremo la marcia nella piazza della Basilica di San Francesco - dice padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento - perché condividiamo questa scelta e non comprendiamo la decisione di puntare solo sulle armi». Per Flavio Lotti «marceremo simbolicamente assieme a Papa Francesco. Siamo convinti che c’è un’altra strada, rispetto alle armi. Non siamo mai stati equidistanti, ma sempre per l’'equi-vicinanza' alle vittime, ucraine e di tutti i conflitti: negli ultimi otto anni abbiamo fatto sei marce contro le guerre, a partire da quella nel Donbass. Dove erano allora quelli che oggi ci accusano? Oggi assistiamo al suicidio della politica che si arrende alla logica delle armi, col rischio di una espansione della guerra».

Per Raffaele Lorusso, segretario Fnsi, «l’invio di armi aumenta le vittime. Vanno invece moltiplicati gli sforzi diplomatici. Ci sono gli invasori e ci sono gli invasi, non c’è dubbio, ma vedo anche molti invasati, che esaltano operazioni militari letali anche per i civili. Noi siamo con i colleghi in prima linea, molti precari, con i media ucraini, con i giornalisti russi che si oppongono alla propaganda ». Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi, annuncia un’altra iniziativa: «Il 3 maggio, nel giorno di Libertà dell’informazione, saremo a protestare davanti all’ambasciata russa, con i cartelli dedicati ai giornalisti assassinati in Ucraina, ma anche in Russia, Bielorussia e Siria». Elisa Marincola di Articolo 21 rivendica che «da sempre siamo contro la repressione della libertà di informazione in Russia, molto prima dell’omicidio di Anna Politovskaya». (Luca Liverani)

Ucraina: il grazie di Papa Francesco alla Polonia per i rifugiati accolti

21 Aprile 2022 -

Roma - Ha preso spunto dalla festa della Divina Misericordia che si celebra domenica per ringraziare la Polonia dell’accoglienza agli sfollati ucraini. Nei saluti ai pellegrini polacchi al termine dell’udienza generale di ieri, papa Francesco ha ricordato che «Cristo ci insegna che l’uomo non solo sperimenta la misericordia di Dio, ma è anche chiamato a mostrarla al suo prossimo». Poi le parole di riconoscenza. «Vi sono particolarmente grato per la vostra misericordia verso tanti rifugiati dall’Ucraina, che hanno trovato in Polonia porte aperte e cuori generosi. Che Dio vi ricompensi per la vostra bontà».

Cei: oggi l’incontro dei giovani in servizio civile del Tavolo ecclesiale

21 Aprile 2022 -

Assisi - Si svolgerà  oggi ad Assisi (PG) il XVI incontro dei giovani in servizio civile del TESC (Tavolo ecclesiale sul servizio civile) nel ricordo di san Massimiliano di Tebessa, giovane martire cristiano per obiezione di coscienza. Dal 2003 il TESC organizza ogni anno il 12 marzo, nella data della ricorrenza liturgica del suo martirio, un incontro nazionale dei giovani in servizio civile. Nel 2020 l’incontro, già previsto ad Assisi, venne annullato a causa del lockdown, mentre l’anno scorso fu realizzato online e quest'anno rinviato al 21 aprile per realizzarlo in presenza tenendo conto del venir meno di alcune restrizioni legate alla pandemia per COVID-19. Tema del XVI incontro è quello scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio scorso "Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura". Il raduno sarà anche l’occasione per ribadire un no forte alla guerra attualmente in corso tra Russia e Ucraina e a tutte le guerre che si combattono nel mondo. Nella città di San Francesco gli operatori volontari in servizio civile confermeranno il loro impegno per la nonviolenza e la solidarietà, che si adopera anche a favore delle vittime della guerra che giungono in Italia. L'incontro si svolgerà presso la “Cittadella” della Pro Civitate Christiana (via degli Ancajani, 3) e sarà aperto dai saluti del Sindaco di Assisi, Stefania Proietti, e del Presidente della Consulta nazionale del Servizio Civile, Giovanni Rende. Successivamente, con la moderazione di Enrico Selleri (TV2000), si svolgerà un confronto su "«In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso». Col servizio civile per costruire la pace" con gli interventi di Alberto Trevisan (obiettore di coscienza nel 1972),  Eustachio Santochirico (animatore di Comunità, artigianato solidale),  Claudio Tuveri  (Salesiani per il Sociale), Vyacheslav Grynevych (Caritas Spes Ucraina), Alberto Capannini (Operazione Colomba),  Agnese Di Giusto (casco bianco FOCSIV-IBO), don Tonio Dell'Olio (Pro Civitate Christiana). È stata invitata l'on. Fabiana Dadone, Ministro per le Politiche Giovanili con delega al Servizio Civile Universale. Il Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, Mons. Domenico Sorrentino, concluderà l’incontro con la celebrazione alle 16.00 della Santa Messa nella Cattedrale di San Rufino. 

Il TESC, costituitosi nel 2003, attualmente riunisce 18 organismi, associazioni ed enti cattolici impegnati su questo ambito, che nei prossimi mesi vedranno in servizio oltre 10mila giovani, dei quali più di 500 all’estero. Ne fanno parte: Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Ufficio nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, Ufficio nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile, Azione Cattolica Italiana, ACLI, AGESCI, Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Confcooperative-Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Centro Sportivo Italiano, Volontari nel mondo-FOCSIV, G.A.V.C.I., Salesiani per il Sociale APS, CDO Opere Sociali, Anspi, Unitalsi.

Viminale: 8669 persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio del 2022

20 Aprile 2022 -
Roma - Sono 8.669 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato è stato diffuso dal Ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 1.896 sono di nazionalità egiziana (22%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (1.467, 17%), Tunisia (997, 11%), Afghanistan (586, 7%), Costa d’Avorio (525, 6%), Eritrea (370, 4%), Siria (335, 4%), Guinea (320, 4%), Sudan (245, 3%), Camerun (186, 2%) a cui si aggiungono 1.742 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Mci Germania: riproposta a Wuppertal la Passione Vivente

20 Aprile 2022 - Wuppertal - Dopo due anni la Missione Cattolica Italiana di Wuppertal, in Germania, ha riproposto la rappresentazione della Passione Vivente. Una rievocazione della Passione e Morte di Gesù nata 40 anni fa su iniziativa dei tanti emigrati italiani che hanno voluto portare anche qui una tradizione molto sentita nei loro luoghi di origine. Nata in sordina oggi la Passione Vivente di Wuppertal vede il coinvolgimento degli emigrati italiani ed è seguita da tanti cittadini di varie nazionalità in questo territorio di oltre 300mila abitanti nella Renania Settentrionale dove vivono oltre 11mila italiani. Purtroppo in occasione dell’anniversario del quarantesimo – lo scorso anno - a causa della pandemia, la rappresentazione non si è svolta ma la Mci, guidata da don Angelo Ragosta, insieme con la comunità, ha deciso di farla «rivivere» ripubblicando, sui canali social, video delle edizioni trascorse. Quest’anno dal vivo anche se in forma ridotta – ci dice il sacerdote italiano  - evidenziando come la comunità italiana sente molto questo momento che «non è uno spettacolo, non è una recita» ma narra la fede di una comunità e ne è il «cuore pulsante». (Raffaele Iaria)  

Migrantes: mons. Perego ha impartito il sacramento della Cresima ai giovani dello spettacolo viaggiante

20 Aprile 2022 - Ferrara - Giovani e ragazzi, figli di esercenti del Luna Park, hanno ricevuto, ieri mattina, nella Basilica di Santa Maria in Vado, a Ferrara, il sacramento della Confermazione. A presiedere la liturgia eucaristica l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego.  In questo periodo, in vista della festa di san Giorgio, a Ferrara stazionano diversi operatori dello spettacolo viaggiante.  A loro la diocesi, attraverso l'Ufficio Migrantes, ha voluto dedicare una giornata. Ad accompagnarli il direttore Migrantes di Ferrara-Comacchio, il diacono Roberto Alberti e gli operatori pastorali Migrantes Flaviano e Valeria Ravelli e Monica Bergamini. (Raffaele Iaria)