Primo Piano

Più irregolari in mare e su terra

14 Febbraio 2023 - Milano - I flussi migratori non si fermano. Neppure per decreto. I dati dei primi quaranta giorni del 2023 fotografano ingressi in crescita nel nostro Paese, via mare e via terra. Su tutti, è il dato del cruscotto del Viminale, che viene quotidianamente aggiornato dal ministero, a dare il polso della situazione: dal 1° gennaio 2023 al 13 febbraio 2023, sono stati 6.460 i migranti sbarcati. Erano 4.024 nell’analogo periodo del 2022 e 2.341 nel 2021. Una crescita netta, dunque, confermata anche dai dati macro a livello europeo. Ieri è toccato a Frontex certificare l’aumento degli arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale. Con 4.500 attraversamenti, è stata proprio questa la rotta che ha registrato il maggior incremento di profughi irregolari rilevati, nel solo mese di gennaio questa volta, rispetto allo stesso mese del 2022 (+49%). La rotta dei Balcani occidentali, invece, è quella che ha fatto segnare, in percentuale, il maggior numero di attraversamenti (43% a gennaio), anche se la situazione rispetto allo scorso anno rimane sostanzialmente invariata, con un -5% su base annua. Le rotte che a gennaio hanno registrato il maggior calo nei flussi migratori sono state invece quelle dell’Africa occidentale e del Mediterraneo Occidentale, rispettivamente dell’82% e del 49%, principalmente a causa delle condizioni meteorologiche avverse che hanno influenzato le partenze. Un altro motivo di questa diminuzione, osserva Frontex, è l’aumento delle attività di pattugliamento e prevenzione messe in atto dai Paesi extra Ue, Marocco in primis. Complessivamente, infatti, a gennaio, sono stati rilevati più di 13.200 attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell'Ue, in calo del 12% rispetto a un anno fa. Resta il fatto che la situazione degli irregolari preoccupa non soltanto per i controlli alle frontiere, nazionali e d europee, ma anche per la presenza crescente nelle grandi città. Oltre 800 cittadini stranieri si sono radunati due notti fa a Milano, nel corso della notte, fuori dalla caserma Annarumma della Polizia di Stato dove si trova la sede distaccata dell’ufficio Immigrazione. Il Reparto mobile è dovuto intervenire per bloccare quasi 400 cittadini egiziani che si erano mossi insieme per tentare di forzare il blocco: l’obiettivo era guadagnare le prime file della coda, strategiche visti i tempi lunghi di attesa per l’esame delle domande di protezione da parte della Questura. Proprio il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intanto, ha voluto ribadire ieri l’importanza di politiche rigorose sul tema immigrazione. Fondamentali, da questo punto di vista, sono gli interventi per favorire i rientri in patria pr gli stranieri che non possono restare in Italia. «I Cpr, i centri di permanenza per il rimpatrio, per questo governo sono strutture importanti per l’implementazione e miglioramento delle politiche di rimpatrio degli stranieri irregolari» ha spiegato il titolare del Viminale, rilevando che tra le persone che vengono trattenute presso i Cpr la capacità di eseguire rimpatri va dal 50 al 55% mentre tra coloro che non passano attraverso i Cpr è del 2%. Quanto all'adeguamento delle strutture, Piantedosi ha precisato che «noi speriamo che si verifichino sempre meno le cause per cui i Cpr talvolta vengono messi in condizioni di non funzionare bene, che sono tutte cause autoindotte». Secondo l’esponente di governo, «noi, ovviamente, staremo sempre dietro al mantenimento di condizioni adeguate perché è giusto sia così ma confidiamo che non siano altri a mettere i Cpr in condizioni di non presentarsi in maniera adeguata alle esigenze di trattenimento delle persone». (Giulio Isola - Avvenire)  

Viminale: da inizio anno sbarcate 6.460 persone migranti sulle coste italiane

13 Febbraio 2023 -
Roma - Sono 6.460 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 1.032 sono di nazionalità ivoriana (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Pakistan (967, 15%), Guinea (912, 14%), Egitto (430, 7%), Tunisia (373, 6%), Siria (338, 5%), Afghanistan (336, 5%), Bangladesh (253, 4%), Eritrea (236, 4%), Camerun (225, 3%) a cui si aggiungono 1.358 persone (21%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Fino ad oggi sono stati 838 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

Scalabriniane: un nuovo logo “Humilitas” sostiene la missione per i migranti

13 Febbraio 2023 - Roma - Per un mondo senza frontiere e per accendere ancora una volta i riflettori sul mondo dei migranti. Questi sono i due obiettivi del nuovo piano di immagine della Congregazione delle Suore Missionarie di san Carlo Borromeo - Scalabriniane, che sin dalla loro fondazione vivono la missione di essere al fianco dei migranti e dei rifugiati. La X Assemblea generale della Congregazione che si è chiusa di recente ha scelto di rilanciare con rinnovato impegno il logo chiamato a esprimere il carisma delle suore impegnate in tutto il pianeta. “Siamo presenti in 27 Paesi del mondo, camminando con gioia seguendo i passi di Gesù Cristo, insieme ai migranti e ai rifugiati – spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane – Questo logo illumina gli aspetti più significativi del nostro carisma e si basa sui valori e sui principi congregazionali. Spero che sia sempre più condiviso da religiosi e laici per rafforzare l'unità, l'articolazione e la sinergia del nostro essere”. Il logo “Humilitas/Scalabriniane”, si ispira al motto Humilitas del patrono della Congregazione, san Carlo Borromeo. “Rappresenta per noi uno stile di vita e un modo di agire – prosegue suor Neusa – Siamo donne consacrate per la missione con i migranti e i rifugiati, viviamo una spiritualità del cammino. Nell'itineranza siamo alla ricerca di un atteggiamento permanente di incontro con l'altro. Essere suore Scalabriniane, oggi, vuol dire considerare un mondo di pace, senza frontiere, in grado di sostenere la speranza e la virtù dei piccoli. Secondo l'insegnamento biblico, camminiamo umilmente con il nostro Dio”.

Migranti tratti in salvo al largo delle Canarie

13 Febbraio 2023 - Roma - Nove giorni in balia del mare, a bordo di un gommone di fortuna: è la storia di 23 migranti, tratti in salvo nella notte al largo di Tenerife, nelle isole Canarie. Partiti dallAfrica, i naufraghi 14 uomini, 5 donne e 4 minori sono finiti alla deriva fino a quando non sono stati soccorsi dalle forze spagnole che li hanno trovati disidratati e in
«pessime condizioni» di salute.
Secondo quanto riferito dai sopravvissuti, durante la traversata - scrive l'Osservatore Romano - sarebbero morti altri 6 migranti che facevano parte dello stesso gruppo.
Le 23 persone tratte in salvo davanti a Tenerife si aggiungono ai 107 migranti soccorsi complessivamente l8 febbraio, a largo di Lanzarote e di Gran Canaria.
Questa rotta migratoria marittima, infatti, si sta rivelando sempre più battuta e sempre più letale: secondo Caminando Fronteras, ong specializzata in interventi e analisi del fenomeno migratorio nel Mediterraneo occidentale, sono almeno 464 le persone che, nel 2022, sono morte o risultano disperse mentre tentavano di raggiungere la Spagna
via mare, partendo dallAfrica.

MCI Berna: il 16 febbraio la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

13 Febbraio 2023 - Berna - Sarà presentato, il 16 ottobre prossimo, presso la Missione cattolica di lingua italiana di Berna il Rapporto Italiani nel Mondo 2022. Ospite dell’incontro, patrocinato dal Comites di Berna, sarà Delfina Licata, curatrice del Rapporto della Fondazione Migrantes, che dialogherà con Rosita Fibbi, sociologa all’Università di Neuchatel. Sarà l'occasione per riflettere e confrontarsi sugli arrivi degli italiani in Svizzera e sul loro inserimento. (R.I.)

Assemblea sinodale di Praga: l’impegno dei vescovi

13 Febbraio 2023 - Praga - I vescovi del continente europeo hanno preso l’impegno di sviluppare ulteriormente “una Chiesa sinodale”, seguendo le indicazioni di Papa Francesco, rallegrandosi di come i lavori dell’Assemblea Continentale di Praga siano stati “segno evidente dell’unica appartenenza a Cristo”. L’impegno è contenuto nella nota conclusiva dei vescovi, riuniti a Praga dal 10 al 12 febbraio per discernere sui contenuti del documento finale dell’Assemblea Sinodale che si era appena conclusa. L’appuntamento dei vescovi era stato incoraggiato dal Documento per la Tappa Continentale (n. 108). Dopo aver partecipato all’Assemblea eccesiale, di cui sono state già pubblicate le conclusioni e verrà presto diffuso un ampio documento finale già recepito dall’assemblea, i vescovi hanno delineato quali siano le sfide e i nodi da sviluppare per fare sì che il cammino sinodale diventi pratica concreta nella Chiesa. Nella nota conclusiva, i vescovi mettono in luce come  “l’ascolto reciproco, il dialogo fecondo, il racconto di come le nostre comunità ecclesiali hanno vissuto la prima fase del processo sinodale e si sono preparate a questo appuntamento continentale” siano “il segno evidente dell’unica appartenenza a Cristo”. I vescovi si impegnano quindi “a continuare a vivere e promuovere il processo sinodale nelle strutture e nel vissuto delle nostre diocesi”, sottolineando che “questa esperienza della sollecitudine per tutta la Chiesa in Europa ci ha rincuorato nel nostro impegno per vivere con fedeltà la nostra missione universale”. “Ci impegniamo – scrivono i vescovi – a sostenere le indicazioni del Santo Padre, successore di Pietro, per una Chiesa sinodale alimentata dall’esperienza della comunione, della partecipazione e della missione in Cristo”. Circa 200 i partecipanti all’Assemblea continentale del Sinodo a Praga, 156 delegati dalle 39 Conferenze Episcopali d’Europa e 44 invitati dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. A questi, si sono aggiunti 270 delegati online. L’Assemblea si è tenuta dal 5 al 9 febbraio, e si è conclusa con l’accettazione di un documento conclusivo, recepito anche dai vescovi nella loro riunione finale.

La bussola da ritrovare

13 Febbraio 2023 -
Roma - “Come si difende una Costituzione democratica? Questa domanda è diventata impellente negli ultimi venti anni. Un’epoca nella quale all’espansione della democrazia, che aveva caratterizzato il 1989, ha fatto seguito un suo netto arretramento”. Tania Groppi, professoressa ordinaria di Istituzioni di Diritto pubblico all’Università di Siena, apre così un commento sullo stato di salute della Costituzione. Oltre la scintilla di “Sanremo 2023”. Da tempo la domanda è al centro di valutazioni e commenti di opinionisti ed esperti che sui media prendono la parola alla luce di quanto sta avvenendo nella vita politica, sociale e culturale. C’è un dato che vien posto al centro delle analisi e dei commenti: la sottile e progressiva erosione della democrazia costituzionale causata da interventi normativi che presi singolarmente sembrano innocui ma che nel loro insieme lasciano intravvedere un processo di indebolimento della Carta. Per rendersene conto basterebbe confrontare gli articoli della Costituzione che sanciscono i diritti fondamentali con scelte legislative negli ambiti del lavoro, della sanità, della scuola, della cittadinanza, dell’immigrazione, della manifestazione del pensiero. Non c’è bisogno di dettagliare, i media ne parlano ogni giorno documentando l’incerta direzione dei passi. Occorre vigilare, occorre tenere vigile la coscienza attraverso la conoscenza della Costituzione, della sua anima oltre che della sua architettura democratica, del suo sistema di pesi e contrappesi. Il contributo di esperti e studiosi è prezioso ma non basta. Sono soprattutto i cittadini i primi custodi di un’eredità consegnata da uomini e donne che hanno sacrificato la vita per la libertà, per la democrazia, per la giustizia, per la pace. Un’eredità ricevuta da uomini e donne che nell’Assemblea costituente da posizioni diverse hanno lavorato insieme per dare una bussola al Paese. Sono i cittadini che ritrovata la Costituzione possono ritrovare le ragioni e la forza della partecipazione, della corresponsabilità e quindi possono risalire la china. Scrive Tania Groppi: “Contribuire a nutrire questa cultura è il compito di tutti coloro che credono nella democrazia costituzionale come strumento di convivenza pacifica nelle società pluraliste”. Di questa cultura sono orfani i giovani e di un diffuso analfabetismo costituzionale sono responsabili gli adulti smemorati oppure quelli più preoccupati del consenso elettorale immediato che del futuro di un Paese peraltro circondato da guerre, ingiustizie e tragedie ambientali. Così si lascia spazio a scelte che si inchinano alle diverse maschere dell’egoismo. Eppure, un’altra strada è possibile e la Costituzione si pone oggi più che mai come bussola di un nuovo cammino. (Paolo Bustaffa)

La fede: storia d’amore con Dio

13 Febbraio 2023 - Città del Vaticano - Nella mente, e nel cuore, le immagini di devastazioni che giungono dalla Turchia e dalla Siria, immagini di una catastrofe, dice Papa Francesco all’Angelus. Parla di “dolore” per questi popoli e chiede di pregare e di pensare a “cosa possiamo fare per loro”. Non manca il pensiero all’Ucraina, una guerra iniziata quasi un anno fa: “il Signore apra vie di pace e dia ai responsabili il coraggio di percorrerle”. E nemmeno per il Nicaragua, un vescovo arrestato e condannato a 26 anni di carcere, persone deportate negli Stati Uniti: “prego per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara Nazione, e chiedo la vostra preghiera”. Invita poi i responsabili a cercare la pace “che nasce dalla verità, dalla giustizia, dalla libertà e dall’amore e si raggiunge attraverso l’esercizio paziente del dialogo”. Forse non è azzardato dire che monsignor Rolando Àlvarez, vescovo di Matagalpa, con il suo rifiuto di salire sull’aereo che lo avrebbe portato in esilio negli Usa assieme a 222 oppositori del regime di Daniel Ortega, con il suo impegno in difesa dei diritti umani, vive concretamente il messaggio del discorso della montagna, che ritroviamo in questa sesta domenica del tempo ordinario. Abbiamo ascoltato l’annuncio sconvolgente delle beatitudini che, se vissute, portano a essere sale della terra e luce del mondo. Questa è la domenica del discorso delle antitesi, quel “ma io vi dico” che risuona sei volte nel testo di Matteo e che è un programma, “la chiave per comprendere parole antiche ma sempre nuove”. Gesù, leggiamo, poteva essere visto come colui che non rispettava la legge, i profeti: d’altra parte non era entrato nella casa del pubblicano? Non aveva compiuto azioni il sabato? Matteo ci fa capire bene cosa sia la giustizia proclamata da Gesù; non una giustizia diversa, ma superiore che va oltre quella proclamata de scribi e farisei e, in un certo senso, la completa, la porta a “compimento”. Papa Francesco, nelle parole che pronuncia prima della preghiera mariana, invita a interrogarsi sul significato di questo compimento. “La Scrittura dice di ‘non uccidere’ – afferma il vescovo di Roma – ma questo per Gesù non basta se poi si feriscono i fratelli con le parole”; ancora, non commettere adulterio, “ma ciò non basta se poi si vive un amore sporcato da doppiezze e falsità”; “non giurare il falso”, ma, dice il Papa, “non basta fare un solenne giuramento se poi si agisce con ipocrisia”. Anche chi si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto a giudizio, leggiamo in Matteo, così chi dice pazzo “sarà destinato al fuoco della Gaenna”. Come dire, siamo messi male un po’ tutti e quel “ma io vi dico” ci tocca davvero da vicino. Francesco si sofferma sull’esempio che troviamo in Matteo, dell’offerta all’altare e del riconciliarsi con il fratello: “facendo un’offerta a Dio si ricambiava la gratuità dei suoi doni”. Era un rito molto importante, ricorda, “tanto importante che era vietato interromperlo se non per motivi gravi. Ma Gesù afferma che si deve interromperlo se un fratello ha qualcosa contro di noi, per andare prima a riconciliarsi con lui: solo così il rito è compiuto”. Il messaggio è chiaro, afferma il Papa: “le norme religiose servono, sono buone, ma sono solo l’inizio: per dare loro compimento è necessario andare oltre la lettera e viverne il senso”. I comandamenti poi “non vanno rinchiusi nelle casseforti asfittiche dell’osservanza formale, se no rimaniamo in una religiosità esteriore e distaccata, servi di un ‘dio padrone’ piuttosto che figli di Dio Padre”. L’obbedienza alla legge che chiede Gesù è quella di chi è pronto ad accogliere l’amore che viene dal padre. La giustizia o l’ingiustizia non riguardano soltanto la sfera delle azioni, ma anche quella più profonda delle intenzioni e dei desideri del cuore. La fede afferma il vescovo di Roma “è una questione di calcoli, di formalismi, oppure una storia d’amore con Dio? Mi accontento di non fare del male, di tenere a posto ‘la facciata’, o cerco di crescere nell’amore a Dio e agli altri? E ogni tanto mi verifico sul grande comando di Gesù, mi chiedo se amo il prossimo come lui ama me? Perché magari siamo inflessibili nel giudicare gli altri e ci scordiamo di essere misericordiosi, com’è Dio con noi”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Mattarella: “muri e reticolati generano diffidenza, paura, conflitti”

10 Febbraio 2023 -
Roma "La storia ci ha insegnato che la differenza è ricchezza, non una malapianta da estirpare. Che i muri e i reticolati generano diffidenza, paura, conflitti. Che il nazionalismo esasperato, fondato sulla repressione delle minoranze, sulle pretese di superiorità o di omogeneità etnica di lingua e cultura, produce inevitabilmente una spirale di violenza e di guerra. Che le ideologie basate sulla negazione dei diritti individuali, in nome della superiorità dello Stato o di un partito, lungi dal risolvere le controversie, opprimono i cittadini e sfociano in gravissime tragedie. Che la prepotenza e l’uso della forza non producono mai pace e benessere, ma generano violenza e gravi ingiustizie”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’intervento pronunciato questa mattina durante le celebrazioni al Quirinale per il Giorno del Ricordo. “Sono passati ottanta anni da quella immane tragedia che colpì i nostri concittadini nelle zone di occupazione jugoslava”, ha osservato il capo dello Stato, sottolineando che “oggi possiamo guardare, con sguardo più limpido e consapevole, al grande, concreto, storico progresso politico, culturale, di amicizia e di cooperazione che la democrazia e il percorso europeo hanno recato in quelle zone un tempo martoriate da scontri etnici e ideologici”. “Progresso – ha aggiunto – ulteriormente consolidato dall’inserimento, da qualche giorno, della Croazia nel prezioso ambito di pienezza dell’Unione rappresentato dall’area Schengen”. “La civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia è l’unica alternativa alla guerra e alle epurazioni, come purtroppo ci insegnano – ancora oggi – le terribili vicende legate all’insensata e tragica invasione russa dell’Ucraina”, ha ammonito Mattarella, ribadendo che si tratta di “un tentativo inaccettabile di portare indietro le lancette della storia, cercando di tornare in tempi oscuri, contrassegnati dalla logica del dominio della forza”. “Così come – ha proseguito – la presenza di segnali ambigui e regressivi, con rischi di ripresa di conflitti, ammantati di pretesti etnici o religiosi, richiede di rendere veloce con coraggio e decisione il cammino dell’integrazione europea dei Balcani occidentali. Italia, Slovenia e Croazia, grazie agli sforzi congiunti e al processo di integrazione europea hanno fatto, insieme, passi di grande valore”. “Lo testimoniano – come è stato poc’anzi ricordato – Gorizia e Nova Gorica designate insieme unica capitale europea della cultura del 2025”, ha spiegato il presidente.    

Migrantes: a Messina la presentazione de “Il Diritto d’Asilo”

10 Febbraio 2023 - Messina - Il prossimo 17 febbraio alle ore 17.30 presso l'Aula magna del Dipartimento Cospecs di Messina verranno presentati i dati sulle migrazioni forzate a partire dal Report sul "Diritto d’Asilo" della Fondazione Migrantes. Sarà presente Mariacristina Molfetta, antropologa culturale e co-curatrice del Report. I lavori verranno introdotti da Santino Tornesi, direttore dell'Ufficio diocesano Migrantes di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. Dopo la relazione principale seguiranno gli interventi di Korka Barry, studente del cds in Scienze politiche e relazioni internazionali, Tiziana Tarsia e Andrea Nucita (dipartimento Cospecs). A seguire un momento di dibattito. L'incontro, organizzato nell'ambito della rete della Terza edizione del ciclo di seminari “Trame migranti”, vuole essere uno spazio di riflessione e discussione aperto a tutta la cittadinanza. Gli studenti interessati a partecipare possono mandare una mail al seguente indirizzo mail: tarsia.tiziana@unime.it. Per ogni informazione relativa all’evento e al volume della Fondazione Migrantes potete scrivere al seguente indirizzo mail: migrantes.me@alice.it.

In duemila al circo su invito di papa Francesco

10 Febbraio 2023 - Città del Vaticano - Domani, sabato 11 Febbraio, 2000 persone, su invito di papa Francesco, parteciperanno ad uno spettacolo del circo Rony Roller. Tra le persone invitate - spiega il il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa - ci sono profughi, senza tetto, carcerati, famiglie con bambini dall’Ucraina, dalla Siria, dal Congo, dal Sudan. Saranno inoltre presenti alcune famiglie che vivono nei palazzi occupati di Roma, più di 150 persone dalle strade di Torvaianica e da vari dormitori, accompagnate dai volontari, tra i quali le Suore di Madre Teresa. Lo spettacolo circense “ci mette in contatto con la bellezza che ci tira su sempre” come ha detto il Papa in un incontro con degli artisti, e “fa andare oltre, è una via per arrivare al Signore”. "Rendere possibile la partecipazione a questo spettacolo - aggiunge il porporato -  è un modo per dare qualche ora di serenità a chi si misura con una vita dura e ha bisogno di aiuto per alimentare la speranza. Lo spettacolo inoltre ricorda come dietro quest’arte e questa bellezza ci siano ore e ore di allenamento, rinunce, per poter raggiunger il traguardo: gli artisti del Circo sono la conferma che perseverare può rendere possibile l’impossibile". Un segno significatico che dimostra ancira una volta come il circo apre le porte alla solidarietà. (Raffaele Iaria)

Profughi ucraini: Anci, “in un limbo oltre 4mila posti resi disponibili dai Comuni”. Biffoni, “situazione al limite del surreale”

10 Febbraio 2023 - Roma - A meno di un mese dalla scadenza dello stato d'emergenza Ucraina, ad oggi fissato al 3 marzo 2023, i Comuni sono ancora in attesa di conoscere le sorti degli oltre 4mila posti Sai finanziati per l'accoglienza di famiglie ucraine e scaduti a fine dell'anno scorso. "Siamo di fronte ad una situazione che è al limite del surreale". Così Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all'Immigrazione, ha commentato il ritardo nella pubblicazione dell'ordinanza che la Protezione civile ha già predisposto per prorogare il finanziamento dei progetti approvati nel settembre scorso: "Non si comprende come sia possibile che un'ordinanza, che per sua natura ha carattere di urgenza, possa perdersi nei meandri del ministero dell'economia". Con la legge di bilancio 2023 il Dipartimento della Protezione civile viene autorizzato ad adottare ordinanze allo scopo di assicurare la prosecuzione delle attività e delle misure per garantire la continuità della gestione emergenziale, che viene nella stessa sede prorogata al 3 marzo, in coerenza con le disposizioni europee. "L'impegno dei Comuni, che presentano ad ogni bando progetti per numeri di posti molto più elevati rispetto a quelli messi a disposizione - sottolinea ancora il sindaco di Prato - non va mortificato. È grave che i Comuni siano lasciati in una terra di mezzo, senza conoscere le sorti dei propri progetti e di tutto ciò che ne consegue. "È chiaro, infatti, che l'incertezza della situazione impone prudenza e molti Comuni, che pure si erano detti disponibili ad accogliere, non sono stati in grado di attivare i posti, dato anche il poco tempo rimasto. Non dimentichiamoci - prosegue Biffoni - che parliamo nella maggior parte dei casi di nuclei familiari, spesso con un gran numero di bambini. Noi il peso della responsabilità su queste persone lo sentiamo tutto". "Ci chiediamo come mai, peraltro, il modo di garantire la prosecuzione delle altre forme di accoglienza sia stato trovato. Desta stupore che nell'incertezza sia rimasto solo il Sai", denuncia il delegato Anci, osservando: "Facciamo attenzione, perché credo davvero che scoraggiare la disponibilità dei Comuni non convenga a nessuno. Vediamo la tragedia immane che ha scosso Turchia e Siria e che attiverà, senza ombra di dubbio, conseguenze rilevanti in termini di flussi di persone in cerca di protezione, verso l'Europa e quindi l'Italia". "Suggerisco sommessamente - conclude Biffoni - di fare esattamente il contrario di come si è gestita questa partita. Consolidiamo il Sai, rendiamolo flessibile e in grado di rispondere con efficienza alle emergenze, che purtroppo non hanno mai cessato di accadere. A partire da questi 4mila posti, da stabilizzare in via definitiva".

Vangelo Migrante: VI domenica del tempo ordinario|Vangelo (Mt 5,17-37)

10 Febbraio 2023 - “Sta scritto… ma io vi dico”, è la Parola che risuonerà nel Vangelo di questa domenica. Nessuna divisione o polarizzazione, come forse piacerebbe. Gesù entra nel progetto di Dio non per rifare un codice, ma per rifare l’amore. “Avete inteso che fu detto agli antichi: non ucciderai;” ma chi non ama, uccide già. Il non-amore è già un incubatore di violenza e omicidi oltre che un lento morire. E Gesù mostra i primi tre passi verso la morte: l’ira, l’insulto, il disprezzo, tre forme di omicidio. L’uccisione esteriore viene dalla eliminazione interiore dell’altro. Questo fa innanzitutto il non-amore. “Avete inteso che fu detto: non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”. Non dice semplicemente: se tu desideri una donna; ma se guardi per desiderare, con atteggiamento predatorio, per conquistare e violare, per sedurre e possedere, se la riduci a un oggetto da prendere o collezionare, tu commetti un reato contro la grandezza di quella persona. ‘A(du)lterio’ significa alterare, cambiare, falsificare, manipolare la persona; e, quindi, rubare a quella persona il sogno di Dio. Adulterio non è tanto un reato contro la morale, ma un delitto contro la persona, deturpare il volto alto e puro dell’umano che c’è il lei. E conclude: “avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non giurerai il falso (…) Ma io vi dico: Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no”. Gesù va fino in fondo: dal divieto del giuramento, arriva al divieto della menzogna. Dì sempre la verità e non servirà più giurare. Non abbiamo bisogno di mostraci diversi da ciò che siamo nell’intimo. Dobbiamo solo curare il nostro cuore, per poi prenderci cura della vita attorno a noi; è necessario guarire il cuore per poi guarire la vita. È la pagina tra le più radicali di tutto il Vangelo ma, per contrasto, capisci che è anche la più umana, perché agisce su tre leve decisive della vita di ciascuno: la violenza, il desiderio, la sincerità.  Gesù annuncia la Vita, sempre; e lo fa con le parole proprie della Vita: “Custodisci le mie parole ed esse ti custodiranno” dice il libro dei Proverbi. Con linguaggio corrente, viste anche le tante parole ‘cantate’ e confuse di questi giorni (Sanremo) potremmo commentare: “…e non finirai nell’immondezzaio della storia”.  

Card. Zuppi: costruire qualcosa che resta solo se va oltre di noi

10 Febbraio 2023 - Roma – La Basilica di san Giovanni in Laterano piena immigrati, rifugiati, rom, sinti, senza dimora per il 55mo anniversario della Comunità di Sant’Egidio. Una celebrazione presieduta da uno dei primi” figli sin dalla fondazione: il card. Matteo Zuppi, oggi arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. “A volte sperimentiamo, con amarezza quando i ritardi sono colpa degli uomini, la nostra fragilità e limite, ma senza rinunciare a cercare le risposte. È successo così con i corridoi umanitari, che hanno aperto il muro impenetrabile del ‘non c’è niente da fare’, ‘si può solo aspettare’”, ha detto il porporato nell’omelia: “migliaia di persone che lo aspettavano hanno avuto futuro. Poche? Chi salva un uomo - un uomo - salva il mondo intero, perché ogni persona è un mondo, unico e insostituibile. Ricordiamoci sempre e per tutti che chi perde un uomo, perde un mondo intero. Questi anni ci confermano che è sempre possibile amare la vita, difenderla, cambiare questo mondo perché la fraternità sia reale, che tutti possono farlo e farlo riempie di felicità, libera dalla tristezza o da un amore ridotto a adrenalina. La voce persuasiva del falso realismo ripete continuamente di lasciare perdere, di pensare che non vale la pena, rende vane energie e sciupa tanti mezzi e possibilità. Tanti. E speriamo che in questo tempo di piani per il futuro sappiamo costruire qualcosa che resta solo se va oltre di noi”. Alla celebrazione anche ministri, la figlia del Capo dello Stato laura Mattarella e tanti cardinali, vescovi e sacerdoti: il card. Gualtiero Bassetti,  il card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, il card. Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, i cardinali Walter Kasper e Kevin Farrell, il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi. Per Zuppi occorre continuare ad “accendere luci di speranza e a mostrare un mondo migliore quando intorno c'è il buio della violenza, della guerra, ma anche quello della solitudine e dell'insignificanza”. E poi l’invito a continuare nel gettare semi di pace per costruire “un mondo diverso, per iniziare già oggi dove siamo il cessate il fuoco, disarmando le mani e le menti e riempiendole di sentimenti e legami di amore”. A portare il saluto della comunità, fondata da Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo che oltre ai saluti istituzionali ha voluto salutare i tanti immigrati arrivati in Italia e oggi “perfettamente integrati nel nostro Paese” e i tanti che lavorano per costruire un futuro diverso. (Raffaele Iaria)

Mons. Battaglia: i poveri ci salvano, ci insegnano ad amare

9 Febbraio 2023 -

Napoli - Centosette migranti a bordo, tra cui ventidue non accompagnati, sono giunti nel porto di Napolin nei giorni scorsi,  a bordo della nave Sea-Eye 4: a loro si rivolge l’arcivescovo della diocesi partenopea, mons. Mimmo Battaglia, nel giorno in cui celebra il suo trentacinquesimo anniversario di sacerdozio. Compie un pellegrinaggio nei luoghi della sofferenza, Battaglia, per chinarsi «sulle ferite dei piccoli, allo stesso modo di come – sottolinea – il Signore si china sulle mie». Nel raccontare di essersi recato in preghiera dalle suore Sacramentine (la cui chiesa è nei pressi dell’episcopio e dove è sua consuetudine recarsi ogni mattina per la preghiera), l’arcivescovo ringrazia il «Maestro che trasforma il pane in suo corpo, il vino in suo sangue, fino a donarsi senza riserve come cibo, nutrimento, viatico chiedendo a me, a voi fratelli e sorelle, di fare lo stesso con la nostra vita».  Così mons. Battaglia, nel giorno del suo anniversario, si è messo in cammino per arrivare al mare e incontrare «un gruppo di Samaritani, esperti nel cavalcare le onde del Mediterraneo come quelle della sofferenza umana». «Mi sono accorto – spiega il presule – di non aver interrotto l’adorazione e che il Cristo che mi parlava dall’Eucaristia era lo stesso che, attraverso quei volti, sofferenti che chiedevano giustizia e pace, mi parlava al cuore, chiedendomi ancora una volta: ama e fallo in memoria di me». Per Battaglia sono questi «i poveri che ci salvano, che ci offrono l’opportunità di amare fino in fondo e gratuitamente, il loro volto ci chiede di “restare umani”, diseppellendo la nostra umanità dai detriti dell’egoismo». «Ci salvano i 107 fratelli e sorelle – scrive nella lettera a loro indirizzata – che sono arrivati a Napoli con la nave Sea-Eye 4 e noi faremo memoria di Lui lasciandoci salvare e accogliendoli». L’arcivescovo, che nel pomeriggio di lunedì li ha accolti al Molo 21, ha anche benedetto le salme di due persone che non sono sopravvissute al naufragio, una delle quali era la madre di un bambino di 10 mesi. Ai bambini, in particolare, si rivolge Battaglia nella lettera e dice: «Quando un bambino in braccio a sua madre mi ha dato la mano nel tentativo di afferrare la mia mi è parso di ascoltare nel cuore la voce del Signore: “non sarai solo, ti darò io stesso una mano attraverso i piccoli e i poveri, gli emarginati e gli esclusi che incontrerai sul tuo cammino”». E poi dedica un pensiero alla donna che, piangendo, ha baciato la terra, appena scesa dalla nave: «La terra che per lei aveva il sapore della speranza e noi faremo memoria di Lui se la speranza pervaderà davvero e fino in fondo la nostra vita, condividendola con coloro a cui l’indifferenza umana l’ha sottratta». Nel giorno in cui Battaglia ricorda il sacerdozio, un impegno per la Chiesa diocesana: «Per fare fino in fondo in sua memoria – dice – non ho altra strada che farmi casa accogliente, insieme alla Chiesa napoletana che il Signore mi ha affidato, città ospitale, voce disposta a gridare nel deserto dell’indifferenza il dovere dell’accoglienza, il sacramento dell’ospitalità». (Rosanna Borzillo)

Migrantes Andria: domani una giornata contro la tratta delle persone

9 Febbraio 2023 - Andria - La 9a Giornata Mondiale di Riflessione contro la Tratta di Persone si è celebrata ieri 8 febbraio 2023. “Camminare per la Dignità”: è il tema scelto quest’anno da un gruppo internazionale di giovani impegnati nella lotta alla tratta con l’intento di invitare le persone di buona volontà a camminare a fianco delle vittime e dei sopravvissuti della tratta, in particolare delle popolazioni migranti, pellegrini della dignità umana e della speranza. Giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni culturali e religiose. Solo insieme, come comunità, potremo porre fine a questo flagello della tratta. Custodire la dignità di ogni persona, è possibile solo se sappiamo custodire la pace e l’ambiente naturale”, ha dichiarato Sister Abby Avelino, coordinatrice della giornata. La scelta dell’8 febbraio non è casuale: è il giorno in cui ricorre la memoria liturgica di san Bakhita, suora canossiana di origine sudanese, divenuta simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta. Chi era Santa Bakhita? Esistono vite la cui storia è un inno alla speranza che consola. Tra di esse c'è quella di Santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana nata nel 1868 in Darfur e morta a Schio (Vicenza) nel 1947. I primi anni della sua esistenza furono segnati dalla schiavitù: tra il 1877 e il 1882 passò da un padrone all'altro, subendo atroci sofferenze. Venne poi comprata dal console italiano di Karthoum, Callisto Legnani che, una volta tornato in Italia, la affidò a una famiglia di amici di Mirano (Venezia) e divenne la bambinaia della figlia Alice. Per un periodo venne quindi inviata assieme alla bimba nel collegio retto dalle Canossiane a Venezia. Qui conobbe Cristo e trovò la vocazione: nel 1890 ricevette il Battesimo e nel 1896 emise i voti. Da religiosa a Schio, poi, fu per 50 anni un esempio di santità. L’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria, in collaborazione con la Comunità Migrantesliberi e l’Ass. Culturale il Nocciolo, ha organizzato per domani, venerdì 10 febbraio 2023, presso l'Auditorium Baglioni ad Andria, alle ore 21:00, lo spettacolo "Welcome" di e con Beppe Casales: «"Welcome" uno spettacolo sulle migrazioni umane. Quello che ha prodotto la guerra in Siria è stato definito il più grande movimento migratorio dopo la Seconda Guerra Mondiale. Io penso che il teatro non possa non raccontarlo. Parto da Idomeni, un luogo diventato il simbolo di quello che sta succedendo da qualche anno in Europa: un movimento di uomini donne e bambini che nel cercare pace trovano un muro, un confine chiuso. Parto da Idomeni perché è stato il più grande campo profughi d’Europa. È stato la vergogna dell’Europa. Uno schiaffo alla dignità dell’uomo». Lo spettacolo ha il patrocinio di Amnesty International Italia. (don Geremia Acri, Ufficio Migrantes Andria)         La 9a Giornata Mondiale di Riflessione contro la Tratta di Persone si celebrerà mercoledì 8 febbraio 2023. “Camminare per la Dignità”: è il tema scelto quest’anno da un gruppo internazionale di giovani impegnati nella lotta alla tratta con l’intento di invitare le persone di buona volontà a camminare a fianco delle vittime e dei sopravvissuti della tratta, in particolare delle popolazioni migranti, pellegrini della dignità umana e della speranza.  Giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni culturali e religiose. Solo insieme, come comunità, potremo porre fine a questo flagello della tratta. Custodire la dignità di ogni persona, è possibile solo se sappiamo custodire la pace e l’ambiente naturale.” Ha dichiarato Sister Abby Avelino, MM, coordinatrice della giornata. La scelta dell’8 febbraio non è casuale: è il giorno in cui ricorre la memoria liturgica di san Bakhita, suora canossiana di origine sudanese, divenuta simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta. Chi era Santa Bakhita? Esistono vite la cui storia è un inno alla speranza che consola. Tra di esse c'è quella di Santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana nata nel 1868 in Darfur e morta a Schio (Vicenza) nel 1947. I primi anni della sua esistenza furono segnati dalla schiavitù: tra il 1877 e il 1882 passò da un padrone all'altro, subendo atroci sofferenze. Venne poi comprata dal console italiano di Karthoum, Callisto Legnani che, una volta tornato in Italia, la affidò a una famiglia di amici di Mirano (Venezia) e divenne la bambinaia della figlia Alice. Per un periodo venne quindi inviata assieme alla bimba nel collegio retto dalle Canossiane a Venezia. Qui conobbe Cristo e trovò la vocazione: nel 1890 ricevette il Battesimo e nel 1896 emise i voti. Da religiosa a Schio, poi, fu per 50 anni un esempio di santità. L’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria, in collaborazione con la Comunità Migrantesliberi e l’Ass. Culturale il Nocciolo, ha organizzato per venerdì 10 febbraio 2023, presso l'Auditorium Baglioni in Via Monte Bianco 30 ad Andria, alle ore 21:00, lo spettacolo "Welcome" di e con Beppe Casales: «"Welcome" uno spettacolo sulle migrazioni umane. Quello che ha prodotto la guerra in Siria è stato definito il più grande movimento migratorio dopo la Seconda Guerra Mondiale. Io penso che il teatro non possa non raccontarlo. Parto da Idomeni, un luogo diventato il simbolo di quello che sta succedendo da qualche anno in Europa: un movimento di uomini donne e bambini che nel cercare pace trovano un muro, un confine chiuso. Parto da Idomeni perché è stato il più grande campo profughi d’Europa. È stato la vergogna dell’Europa. Uno schiaffo alla dignità dell’uomo». Lo spettacolo ha il patrocinio di Amnesty International Italia. d.Geremia Acri, Ufficio Migrantes    

Mons. Perego: la pastorale interculturale ha al “centro l’unità dell’annuncio del Vangelo”

9 Febbraio 2023 - Capiago - Secondo un documento della Chiesa Svizzera il 40% dei cattolici residenti nel paese elvetico proviene da un contesto migratorio. Questo contesto dice “l’urgenza di una pastorale interculturale” e porta anche a “valutare esperienze di vita presbiterale comunitarie diverse da quelle dei religiosi, come già in alcuni periodi della storia, una valorizzazione dei diversi ministeri (lettorato, accolitato, catechista), che assume anche il ruolo di ‘referente pastorale’, costruendo una sola programmazione e formazione pastorale che in Svizzera, diversamente dall’Italia, distingue la parte economica – gestita da un organismo sinodale – dalla parte pastorale”. Lo ha detto ieri il presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego, intervenendo al seminario di aggiornamento delle Missioni Cattoliche di Lingua Italiana in Svizzera in corso, fino ad oggi, a Capiago. Per mons. Perego in questo modello è “facilitato anche il passaggio da un ascolto e annuncio della fede in una lingua a un’ altra lingua, a seconda delle persone:  per un bambino  questo passaggio potrebbe avvenire più velocemente, anche grazie alla scuola, per un adulto, con il lavoro, per un anziano più difficilmente o non avverrà mai, senza alcun dramma. L’importante è che le persone rimangano al centro dell’annuncio cristiano, della nuova evangelizzazione”. Nel suo intervento il presidente di Migrantes ha evidenziato che la pastorale interculturale ha al “centro l’unità dell’annuncio del Vangelo” e la Chiesa è “la garante di questa unità dell’annuncio del Vangelo”. Ecco perché occorre lavorare per “mettere in comune in un territorio, decanale o cantonale, una comunità pastorale che traduca le note dell’unità – unica programmazione – della cattolicità – un solo Vangelo annunciato e celebrato in lingue diverse, nell’unica o nelle diverse chiese di una comunità pastorale – della santità – che valorizzi la ministerialità, gli stili di vita di sacerdoti, laici e religiosi di lingue diverse – e dell’apostolicità – in comunione con il Papa e i Vescovi”. (Raffaele Iaria)

Insieme, per non cadere nella trappola della Rete

9 Febbraio 2023 - Roma - Abbiamo appena celebrato il 20° Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in Rete, appuntamento di riferimento per tutti gli operatori del settore, le istituzioni e le organizzazioni della società civile. L’evento, istituito e promosso dalla Commissione Europea, ha avuto come tema di fondo: “Together for a better Internet” (Insieme per un Internet migliore). Ogni giornata internazionale, oltre a segnare una tappa di calendario, rinnova l’invito all’impegno quotidiano fino alla celebrazione successiva per tracciare una sorta di bilancio. Quale può essere l’azione concreta di ciascuno perché la Rete non diventi trappola? La risposta è in quell’“insieme” che richiama un patto condiviso. In una società in continua trasformazione, infatti, non si può ragionare a compartimenti stagni, ma occorre lavorare in modo sinergico, così da migliorare l’efficacia di ogni singola azione. “Insieme” è la parola chiave, nella consapevolezza che la costruzione di un Internet migliore chiama in causa tutti. (Vincenzo Corrado)

Papa Francesco: “La tratta di persone sfigura la dignità”

9 Febbraio 2023 - Città del Vaticano - «La tratta di persone sfigura la dignità». Con queste parole, ieri, papa Francesco si è rivolto, con un videomessaggio, ai partecipanti al Pellegrinaggio di preghiera online svoltosi in occasione della 9ª Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si è celebrata ieri. «Lo sfruttamento e l’assoggettamento limitano la libertà e rendono le persone oggetti da usare e scartare. E il sistema della tratta approfitta di ingiustizie e iniquità che obbligano milioni di persone a vivere in condizioni di vulnerabilità» ha sottolineato il Pontefice. Secondo Bergoglio, «le persone impoverite dalla crisi economica, dalle guerre, dai cambiamenti climatici e da tanta instabilità sono facilmente reclutate. La tratta purtroppo cresce in misura preoccupante, colpendo soprattutto i migranti, donne e bambini, giovani come voi, persone ricche di sogni e voglia di vivere in dignità». Da parte sua, la Chiesa invita a camminare insieme a chi è distrutto dalla violenza dello sfruttamento sessuale e lavorativo. In concreto, secondo le parole del Papa, questo significa «camminare insieme ai migranti, agli sfollati, a chi è in ricerca di un luogo dove vivere in pace e in famiglia. Insieme a voi giovani, per riaffermare con coraggio il valore della dignità umana». I destinatari del messaggio del Papa sono state proprio le nuove generazioni. «Non stancatevi - ha detto Francesco - di cercare strade per trasformare le nostre società e prevenire questa piaga vergognosa che è la tratta di persone».  

Ultimatum e barriere: il summit sui migranti inizia in salita

9 Febbraio 2023 -

Milano - Nuovi muri e barriere “fisiche” finanziate con i fondi dell’Unione europea: lo continuano a ripetere come un mantra alcuni Paesi (in particolare gli otto che hanno scritto una lettera informale alla Commissione e al Consiglio Ue in vista del vertice che si terrà oggi a Bruxelles). Rischia così di cadere nel vuoto l’appello lanciato alla vigilia del summit dei 27 da Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, che chiede ai leader che partecipano al Consiglio europeo straordinario «di usare questa opportunità per esprimere un chiaro impegno a porre fine alle violazioni dei diritti umani». Intanto, fonti da Bruxelles confermano che «è probabile che il dossier del finanziamento dei muri sia sul tavolo del summit europeo». Dal Consiglio infatti è stato già chiarito che è possibile usare finanziamenti europei per le barriere se è previsto un punto di ingresso. «La questione va chiarita dal punto di vista politico». E il punto di vista politico lo chiarisce subito, senza perdere tempo, oltre all’ungherese Viktor Orbán, anche il cancelliere austriaco.

Karl Nehammer si dice pronto a bloccare le conclusioni del Consiglio Europeo, se non verranno raggiunti accordi concreti per contrastare le migrazioni irregolari. Le parole non bastano, dice in un’intervista pubblicata ieri al quotidiano tedesco Die Welt , chiedendo un impegno «chiaro e inequivoco» per rafforzare la protezione dei confini esterni dell’Ue e l’uso di fondi comunitari allo scopo. In gennaio Nehammer aveva chiesto di usare 2 miliardi di euro del bilancio Ue per ampliare la barriera esistente al confine tra Bulgaria e Turchia. Nell’ottobre 2021, 12 Paesi Ue, tra cui Austria, Polonia e Ungheria, hanno chiesto alla Commissione Europea di finanziare la costruzione di barriere fisiche usando risorse tratte dal bilancio Ue. La Commissione e alcuni altri Paesi membri, tra cui la Germania, sono contrari. In vista del vertice che inizierà oggi, l’Austria e altri sette Paesi (Danimarca, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Grecia e Slovacchia) hanno inviato una lettera ai presidenti della Commissione e del Consiglio Europeo per esercitare pressioni per aumentare il contrasto all’immigrazione illegale. Nella lettera si afferma che l’attuale sistema di asilo è fallito e avvantaggia principalmente i trafficanti. È molto probabile quindi che nelle conclusioni del vertice straordinario sia inserita una “formulazione specifica” da adottare. Intanto anche dalla Germania (primo Paese europeo per numero di richiedenti accolti in rapporto alla popolazione) ieri ha messo le mani avanti: «Chi non riceve il diritto di restare, deve lasciare di nuovo la Germania» ha detto in parlamento il cancelliere Olaf Scholz, parlando di immigrazione. Scholz ha citato l’idea di collegare l’immigrazione legale alla disponibilità dei Paesi a riprendere i richiedenti asilo invece respinti, sottolineando quanto sia importante un’immigrazione professionale in Germania.

I leader europei discuteranno della protezione dei confini con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi di origine e transito in materia di rimpatri e riammissione dei migranti, attraverso un sistema di incentivi che faccia leva ad esempio sui visti come un mezzo per imporre ai Paesi d’origine di accettare più rimpatri. Rimpatri che, secondo la commissaria Mi-jatovic, rischiano di essere dei veri e propri «respingimenti su larga scala e spesso violenti». Come ad esempio , al negato accesso alle procedure di asilo o «all’intercettazione di persone in mare e del loro ritorno in condizioni di orribile abuso». La commissaria chiede quindi l’impegno a mettere fine al sostegno alle pratiche di controllo della migrazione degli Stati membri o dei paesi terzi che violano i diritti umani e a rafforzare i meccanismi di trasparenza e responsabilità. L’ Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, invita i leader europei a «riaffermare la solidarietà e il sostegno a tutti i rifugiati», attuando il Nuovo Patto. ((D. Fas. - Avvenire)