Tag: Italiani nel mondo

Radio Dublino: torna l’Italian Fusion

23 Luglio 2020 - Roma - L’Italian Fusion Festival, il più grande festival italiano in Europa, continuerà quest’anno nonostante le sfide poste dalla crisi sanitaria che ha colpito il 2020. La quarta edizione sarà online il 25 luglio 2020 dalle 19:00 su YouTube e Facebook. L’Italian Fusion Festival, dopo tre edizioni di grande successo al Grand Social e al Bello Bar di Dublino, si svolgerà per la prima volta quest’anno come evento di streaming online e sarà gratuito!  Il festival multiculturale e multidisciplinare è organizzato da Radio Dublino è sponsorizzato dall’Istituto Italiano di Cultura. L’impatto di Covid-19 ha profondamente cambiato l’attuale panorama artistico e ha portato gli artisti a cercare nuovi modi di esprimersi. "Siamo orgogliosi di continuare a sostenere gli artisti in questa situazione senza precedenti e presentiamo una serie di dirette che includeranno musica dal vivo, brevi video e interviste", spiegano i promotori. Il festival è "orgoglioso" di presentare la musica dal vivo di Susanne Savage, Maja Elliott, Julyo, Dario Rodighiero e Frank Francone. Oltre alla musica, "presentiamo anche il concorso di cortometraggi che è stato parte integrante del Fusion Festival italiano sin dal suo inizio e continua in questa edizione live streaming. L’obiettivo del concorso è quello di offrire un riflettore ai registi internazionali in Irlanda che desiderano mostrare i loro lavori sulle nostre piattaforme". Radio Dublino, il cui obiettivo è promuovere l’Italia in tutti i suoi aspetti e l’integrazione locale della comunità italiana residente in Irlanda, desidera "continuare a sostenere la comunità artistica locale e offrire ai suoi ascoltatori una panoramica delle ultime tendenze della scena culturale di Dublino" . Per riconoscere le sfide che gli artisti stanno affrontando, Radio Dublino sta organizzando una campagna di raccolta fondi per sponsorizzare una Covid19 Grant destinata a un artista con sede in Irlanda. La campagna GoFundMe raccoglierà fondi per sponsorizzare un artista il cui lavoro rappresenta al meglio l’integrazione della cultura italiana nella cornice irlandese.    

“Festa” de I nuovi salentini: il 30 luglio presentazione con il direttore Migrantes don De Robertis

23 Luglio 2020 - Lecce - Giovedì 30 luglio alle ore 19.30 in piazza Carducci a Lecce, negli spazi all’aperto della Biblioteca Bernardini  è in programma la prima presentazione “in presenza” del nuovo libro di Giorgia Salicandro, I nuovi salentini. Storie di chi è arrivato nel Tacco d’Italia, edito da Tau Editrice nella collana Testimonianze e esperienze delle migrazioni a cura della Fondazione Migrantes. L’evento si inserisce nella rassegna ExtraConvitto. Più lib(e)ri in piazza promossa dal Polo Bibliomuseale di Lecce e dall’assessorato all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia. Dopo il lungo periodo del lockdown che ha reso necessario inaugurare online il tour di presentazioni del libro, è finalmente possibile incontrarsi dal vivo nella “Festa de I nuovi salentini”, un’occasione per celebrare la ricchezza delle culture portate sul territorio da cittadini provenienti da ogni latitudine, le faticose avventure che li hanno condotti in Italia, i loro sogni, i mille aspetti della vita in comune tra “vecchi e nuovi salentini” che, come scrive l’autrice nel libro, «rendono questa terra un mondo più grande». L’evento inaugura il tour estivo di presentazione che farà tappa in diversi comuni del Salento. Dopo i saluti istituzionali di Loredana Capone, assessore all'Industria turistica e culturale della Regione Puglia e di Fabiana Cicirillo, assessore alla Cultura del Comune di Lecce, introduce l’incontro don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes. La presentazione del libro è affidata a Luigi De Luca, direttore del Polo Bibliomuseale di Lecce, in dialogo con Giorgia Salicandro. A seguire, gli interventi di alcuni protagonisti del libro: l’imam di Lecce Saifeddine Maaroufi, Florence Torres, promotrice del fair trade territoriale, Sarah Scott, portavoce del gruppo "Salento interculturale", Redi Hasa, musicista.  

La Catalogna raccontata agli italiani

22 Luglio 2020 - Roma - In questo periodo successivo all’emergenza Covid 19 la Delegazione in Italia della Generalitat della Catalogna ha individuato nuove strade per promuovere la cultura, le tradizioni e le peculiarità catalane con il progetto “La Catalogna raccontata agli italiani”. Si tratta di brevi videoclip pubblicate sul canale Youtube e sui propri social con cui personaggi italiani e catalani in pochi minuti illustrano un aspetto specifico della letteratura, del teatro, delle istituzioni, della storia catalani.  

Che Francia sarebbe senza gli italiani?

22 Luglio 2020 -

Milano - Una ricognizione trae forza dal proprio nucleo tematico, e nel caso del libro di Alberto Toscano ( Gli italiani che hanno fatto la Francia. Da Leonardo a Pierre Cardin, Baldini + Castoldi, pagine 331, euro 19,00) il nucleo è la convinzione dell’autore circa la fecondità dello scambio tra italiani e francesi. Uscito prima in Francia nel 2019 e ora in Italia, è un libro utile a chi voglia conoscere i tratti di storia comune di questi due popoli “cugini”. Qui le tensioni e le polemiche che nel corso dei secoli hanno visto talvolta i due Paesi fronteggiarsi in senso ostile cedono il passo al racconto di una piuttosto armoniosa osmosi. Travaso, più che osmosi: perché nella sua ricognizione Toscano si sofferma sulla rotta di emigrazione dall’Italia verso il Paese transalpino. «La Francia non sarebbe la stessa senza i suoi immigrati. L’Italia non sarebbe la stessa senza la storia dei suoi figli che hanno dovuto andarsene».

La massiccia presenza italiana in Francia è considerata in senso ampio ed europeista. Giornalista e scrittore radicato oltralpe, nella sua ricognizione Toscano mescola passato e presente con disinvoltura talvolta un po’ eccessiva. Descrive l’ibrido vitale e incandescente di cui si compone non solo Parigi, anche l’intera Francia. Un Paese affollato di italiani, altrettanto che di usanze italiane più e meno palesi e dichiarate. Così ecco dapprima certi usi gastronomici vettori di “italianità” (dal gelato al tartufo d’Alba) seguiti da una lunga lista di personaggi cardine, simboli di eccellenza e non sempre omaggiati abbastanza. La vicenda di Leonardo Da Vinci e dei suoi errabondaggi in Francia; ma anche la storia delle maschere della Commedia dell’Arte – Arlecchino, Pulcinella, Scaramuccia –, il loro andare e tornare di qua e di là delle Alpi in una diaspora capace di lasciare «tracce fertili e profonde». Dietro Scaramuccia, in particolare, c’era Tiberio Fiorilli, napoletano poi divenuto amico di Molière. Toscano ricorda lo straordinario successo della Commedia dell’arte (George Sand scrisse che senza di essa Molière mai avrebbe potuto creare la Comédie française). Spaziando altrove, rievoca come anche la storia musicale sia un firmamento di astri italiani: Rossini, Giovanni Battista Lulli poi ribattezzato Lully, molto più tardi Dalida e il suo amore con Luigi Tenco, o “ l’italien”Serge Reggiani. Giù, giù, sino a ulteriori eccellenze e talenti rappresentativi di altre arti e discipline, De Nittis, Gino Bartali, Renzo Piano… Dove la ricognizione si svincola dal rischio della mera tassonomia per assumere un valore storiografico di maggior rilievo è nel racconto della storia politica e di quella dell’emigrazione. Importante e poco nota la vicenda della presenza italiana nella Resistenza francese (in primo piano la figura di Silvio Trentin, che acquistò a Tolosa una libreria, divenuta importante luogo di ritrovo di tanti esuli in fuga dalla repressione franchista). Sul versante dell’emigrazione, il dramma di Aigues-Mortes, località nel sud della Francia dove i lavoratori emigrati dall’Italia furono oggetto di intolleranza, accusati di «rubare il pane dei francesi» e di accettare condizioni salariali troppo sfavorevoli danneggiando così la manodopera locale. Prodromi di intolleranza e razzismo che ben conosciamo. Ne risulta l’affresco di un popolo migratore, quello italiano, eccezionale nel sapersi integrare lavorando, faticando e ancora faticando. E così contribuendo a “fare” un Paese – che vuol dire amarlo, abitarlo, averlo compreso e contribuire al suo prosperare. «I veri italiani che hanno “fatto la Francia” – scrive Toscano – sono quei milioni di donne e di uomini che hanno sempre pensato al lavoro. Perché lavoro fa rima con futuro». Parole amaramente contemporanee, messo a parte il rischio di una lieve retorica. (Lisa Ginzburg - Avvenire)

Istat: stabili gli iscritti in anagrafe dall’estero

13 Luglio 2020 - Roma - Le iscrizioni dall’estero nel 2019 ammontano a 333.799, solamente lo 0,4% in più rispetto al 2018. Aumenta invece il numero delle persone che si trasferiscono all’estero: nel 2019 i cancellati per l’estero sono stati 182.154, il 16,1% in più rispetto all’anno precedente. Il saldo migratorio con l’estero si è quindi ridotto a 152 mila unità nel 2019. Gli iscritti in anagrafe provenienti da un Paese estero sono soprattutto cittadini stranieri (78,2%); aumenta, tuttavia, il numero di italiani che rientra dopo un periodo di emigrazione all’estero (sono 73 mila nel 2019, 26 mila unità in più rispetto al 2018). Il dato è stato fornito oggi dall’Istat nel report del Bilancio demografico nazionale 2019. Le persone che lo scorso anno hanno lasciato il nostro Paese per trasferirsi all’estero sono 182 mila, con un aumento di 25 mila unità rispetto al 2018. Tra questi, la componente dovuta ai cittadini stranieri è cresciuta del 39,2% rispetto all’anno precedente e ammonta a 56 mila cancellazioni. Prosegue, inoltre, l’aumento dell’emigrazione di cittadini italiani: si sono trasferiti all’estero in 126 mila con un incremento dell’8,1% rispetto al 2018. Va considerato che, tra gli italiani che trasferiscono all’estero la loro residenza, una quota è da imputare ai cittadini in precedenza stranieri che, una volta acquisita la cittadinanza italiana, decidono di emigrare in Paesi terzi o di fare ritorno nel luogo di origine. Una tendenza che negli ultimi anni sta acquistando sempre più consistenza: nel 2018, le emigrazioni di questi "nuovi" italiani ammontavano a circa 35 mila (30% degli espatri, +6% rispetto al 2017).

La Farnesina a sostegno del “Turismo delle Radici”

10 Luglio 2020 -
Roma  - Il “Turismo delle Radici” interessa potenzialmente un bacino stimato tra i 60 e 80 milioni di discendenti degli emigrati italiani nel mondo, che risiedono soprattutto nelle Americhe, in Sud Africa, in Australia e nei Paesi europei. Non si tratta di semplici viaggiatori: il turista delle radici è soprattutto un investitore e un "ambasciatore" dei territori che custodisce nella sua storia familiare. Nel 2018, l’ENIT ha inserito in questa categoria 10 milioni di viaggiatori, che hanno generato un flusso economico in entrata di circa 4 miliardi di euro, ben il 7,5% in più rispetto all’anno precedente.
Il "Turismo delle Radici" è quindi una parte significativa di un settore strategico dell’economia italiana, quello turistico, al quale il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale  guarda "con particolare interesse ed impegno in un’operazione di sistema che mira a rafforzare l’immagine dell’Italia quale destinazione turistica". L’obiettivo - spiega una nota del Maeci -  è intercettare una quota sempre maggiore di flussi turistici dall’estero da orientare verso le piccole e medie città d’arte, e verso itinerari turistici regionali". Molte sono le iniziative della Farnesina per valorizzare tale filone, a cominciare dalla pubblicazione della collana Guida alle Radici Italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati, una serie di guide turistiche (tradotte in inglese, spagnolo e portoghese) il cui primo volume, uscito nel 2019, è dedicato a Puglia, Basilicata, Abruzzo, Emilia-Romagna, Calabria, Sicilia, Molise, Lazio e Lombardia.

Mci Olanda: è morto p. Tommaso De Jong. Mercoledì i funerali

6 Luglio 2020 - Roma – Si svolgeranno mercoledì 8 luglio, alle ore 11,00 nella Pauluskerk di Amsterdam, i funerali di p. Tommaso De Jong, responsabile della Missione Cattolica Italiana in Olanda. A causa delle norme per il Covid  i funerali, fanno sapere alla Missione Cattolica,  si svolgeranno in modo privato e familiare. Alla celebrazione sarà presente un membro del Consiglio Pastorale in rappresentanza di tutta la comunità italiana. “Il buon Dio ha scelto come termine della tua vita terrena un giorno particolare, quello della memoria della Beata Vergine Maria delle Grazie. La madre nella quale ogni Sacerdote si affida durante la sua vita terrena, fiducioso che ogni nostra richiesta presentata al Divin Figlio sia esaudita”, scrive don Marcello Panarella. “Noi della Missione Cattolica Italiana in Olanda inaspettatamente abbiamo ricevuto questa triste notizia della tua dipartita. Siamo addolorati ma grati al Signore che ci ha donato la gioia di averTI per circa un trentennio come reggente della Missione Cattolica Italiana in Olanda”, aggiunge il sacerdote. P. Tommaso, nato ad Amsterdam 21 settembre 1932, è stato ordinato sacerdote il 16 luglio del 1961. Ha prestato il suo servizio pastorale in Italia a Roma (Tor de Cenci) e a Padova. Nel 1983 è ritornato in Olanda e ha ricevuto il mandato per la cura pastorale delle comunità italiane ivi residenti: prima in quella di Amsterdam e poi, nel 1991, di tutte e tre le comunità cristiane che fanno da punto di riferimento per gli italiani: L'Aia, Leida e Amsterdam. “Tanti momenti hanno arricchito la sua vita – aggiunge don Marcello - durante gli anni di presenza nella MCIO, ma allo stesso tempo hanno arricchito anche noi che abbiamo condiviso parte del cammino”. La Fondazione Migrantes è vicina alla famiglia e alla comunità italiana in Olanda.

Asmara: primo passo delle Farnesina per impedire la chiusura della scuola italiana

29 Giugno 2020 - Roma - Primo incontro ufficiale al Ministero degli Esteri per scongiurare la chiusura della scuola italiana all’Asmara da parte del governo eritreo. La viceministra degli Esteri Marina Sereni ha ricevuto l’Ambasciatore dell’Eritrea Fessahazion Pietros Menghistu e gli ha consegnato copia di una sua lettera indirizzata nei giorni scorsi al ministro degli Esteri eritreo. Sereni ha ribadito la sorpresa e la preoccupazione del Governo Italiano per gli inattesi provvedimenti, sottolineando come la scuola, le cui attività sono regolate da uno specifico Accordo stipulato tra Roma e Asmara nel 2012, sia una componente centrale della cooperazione bilaterale tra i due Paesi. La scuola statale italiana è infatti un’importante istituzione culturale del Paese fondata nel 1903 e frequentata al 95% da studenti di nazionalità eritrea, che in seguito ai provvedimenti governativi non hanno sinora potuto svolgere l’esame di maturità. Vi si forma dal dopoguerra la classe dirigente del piccolo paese del Corno d’Africa. Sereni ha ribadito all’Ambasciatore la richiesta di chiarimenti che consentano di programmare la ripresa delle attività, soprattutto in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico a settembre.    

Benedizione a famiglie migranti

26 Giugno 2020 -

Londra - La messa è finita. La folta comunità della chiesa di Brixton Road dei padri Scalabriniani, al canto finale, si separa in due e lascia passare il nostro piccolo plotone: uomini e bambine in costumi tradizionali portoghesi rosso-fuoco, bandiere dello stesso colore, orchestrina e... il missionario benedicente. Per noi, tutto comincia adesso. E sarà una battaglia campale fino a notte: si parte per la “visita dello Spirito Santo” (in questo modo, la chiamano da secoli) alle famiglie dei nostri migranti portoghesi.

Così, ogni domenica da Pasqua a Pentecoste per la nostra assemblea eucaristica di migranti si ripete questo gesto di invio in missione. Questa, però, non è altro se non l’immensa città di tutte le razze: Londra dei nostri giorni, città multiculturale per eccellenza. Inedito impegno paolino, stressante e confortante allo stesso tempo!

Sorpresa, meraviglia e curiosità ci attendono presso tutti i vicini di casa. Forse, anche un po’ di quello che non manca mai nel nostro sguardo: una punta di invidia. Gli inglesi si domandano, infatti, il perchè di questo arrivo musicale, inaspettato e quasi danzante: meravigliosa invasione mai vista! Incanto ed emozione, invece, nelle famiglie dei nostri emigranti. Lo si nota subito, entrando, quando baciano le bandiere su cui vi è la colomba dello Spirito, asciugandosi gli occhi con queste... La visita dello Spirito Santo in tempo pasquale colma l’attesa di un anno. E ripete all’estero una tradizione vissuta da secoli nella loro terra, Madeira.

Le tre bambine, ognuna con un cesto pieno di petali di rosa, intonano un’antica, dolce cantilena di preghiera: è per la famiglia che accoglie, per un malato, una ragazza da sposare, un bambino appena nato... Il missionario fa la sua calma benedizione tra una nuvola di petali lanciata su tutti i presenti, che in ogni casa tra parenti, vicini e invitati sono già un piccolo popolo. Uno del nostro drappello impugna alto il crocifisso, che tiene in mano tutta la giornata. La chitarra di un altro e la vecchia fisarmonica riprendono voce, mentre Filiberto, pizzicando il suo mandolino, si abbandona a un canto struggente: “Migrante suo, chora Linda…”(sono migrante, piangi Linda)

Sì, è la loro stessa vita che canta, mentre un nodo alla gola ti afferra di emozione e il messaggio tra pareti domestiche si fa nella sua verità ancora più autentico. Perfino, toccante.

La vita dispersa  e tormentata di ogni migrante è presentata oggi come su un piatto d’argento: la musica gonfia la commozione, la parole si fanno universali. Mai abbastanza si capirà la tessitura umana del cammino degli Abramo di oggi, dove speranza, illusioni, audacia, scoraggiamento e nostalgia si intrecciano insieme, a volte drammaticamente. In fondo, è lo Spirito di Dio che spinge questi uomini e queste donne a cercare una vita degna di essere vissuta…  Lo comprendi, qui e ora.

In ogni casa che si visita è una boccata potente di ossigeno di fede, del senso delle origini e del comune destino. “Sono nato per nascere!” scriveva Pablo Neruda. Sì, a una vita di dignità. Come per incanto, ognuno coglie in questi momenti il senso del suo stesso avventuroso cammino... fatto insieme con Dio. Ed è allora che viene scoperta una lunga tavolata: come per miracolo vi appare ogni ben di dio, con specialità tradizionali e dolci fatti in casa. È l’inizio della festa! Ma per noi c’è appena il tempo di prendere al volo qualcosa e via, cantando... altre case di migranti ci aspettano in questa metropoli. E le emozioni ricominciano...

Fattasi notte, infine, il nostro drappello di uomini e di bambini si trascina fino alla nostra chiesa, per un ultimo momento di preghiera e di ricordo. Sì, in una galoppata simile tra appartamenti, casette e condomini di una Londra smisurata solo i volti ora vi resteranno impressi. Volti di migranti. Con i loro occhi aperti sul mondo di domani, forse più solidale e più fraterno. Grazie anche a loro.

Renato Zilio

Eritrea: appello per salvare la scuola italiana

23 Giugno 2020 - Roma - "La chiusura della Scuola statale italiana ad Asmara è un pericolo da scongiurare a ogni costo; per decenni questo istituto ha preparato geometri, ingegneri, la classe dirigente del Paese": è l'appello che arriva, all'agenzia Dire, da p. Vitale Vitali, 45 anni di missioni nel Corno d'Africa, su una revoca della licenza comunicata dal governo eritreo. "Quella della Scuola è un'esperienza fondamentale" sottolinea il religioso appartenente alla Congregazione dei Pavoniani, una congregazione che opera in Eritrea dal 1969 e resta oggi custode nella capitale di una biblioteca di riferimento, con decine di migliaia testi di antropologia, linguistica, storia e memoria giornalistica. "Con le sue elementari, le medie e le superiori, l'istituto ha preparato, emancipato e sostenuto generazioni di eritrei, compresi futuri dirigenti e figli di ministri" sottolinea padre Vitali: "bisogna fare grande attenzione e intervenire subito anche perché ad Asmara a volte si fanno annunci per valutare le reazioni che producono". Difficile per ora capire le ragioni dietro la comunicazione di revoca. La decisione si affiancherebbe al ritiro di Asmara da un accordo tecnico bilaterale che prevede l'istituzione di un organismo di gestione congiunta, composto da rappresentanti italiani ed eritrei. La revoca della licenza, un permesso necessario perchè la Scuola possa continuare l'attività educativa e culturale avviata nel 1935, in periodo coloniale, ha suscitato l'allarme anche di insegnanti e formatori. Secondo l'associazione professionale e sindacale Anief, la decisione colpisce "una tessera fondamentale delle relazioni diplomatico-culturali" tra Italia ed Eritrea.  

Italiani nel Mondo: gli emiliano romagnoli raccontano la pandemia

19 Giugno 2020 - Bologna - La Consulta Regionale degli Emiliano Ronagnoli nel Mondo inaugura una nuova rubrica dedicata alle testimonianze dei corregionali  nel mondo durante l'emergenza Covid-19. I materiali raccolti daranno vita ad una mostra fotografica e documentale sul museo virtuale MIGRER, che racconterà l'emergenza sanitaria globale attraverso i contributi delle varie  comunità all'estero. Nel mondo - spiega la Consulta - la pandemia si è mossa con tempi e modalità diverse e i paesi hanno messo in campo strumenti e misure molto differenti: ecco perché "vogliamo avviare un dialogo con le comunità di emiliano-romagnoli nel mondo finalizzato, a sapere come stanno vivendo questo difficile momento storico e conoscere la situazione attuale nei Paesi in cui risiedono i nostri corregionali". Il tutto verrà fatto attraverso  testimonianze, interviste e fotografie che saranno raccolte nella nuova rubrica “Speciale Covid-19: parola agli emiliano-romagnoli nel mondo”.

Acli: “Commissione parlamentare italiani all’estero deve rispondere a nuove esigenze”

17 Giugno 2020 -
Roma - “Oggi cambiano i contesti economici e sociali e cambiano anche i bisogni dei nostri expat che non cercano solo un luogo dove poter realizzare i propri diritti sociali, ma dei veri e propri luoghi di integrazione dove trovare risposta rispetto al tema della casa e del lavoro – ha dichiarato il Presidente nazionale delle Acli e della Federazione Acli Internazionali, Roberto Rossini, commentando l’audizione delle Acli presso la Commissione Esteri sull’istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all’estero – ed è a questi nuovi  bisogni che il nostro sistema paese, insieme alle reti associative e di servizio, deve trovare delle risposte”. “Il dibattito sulla commissione è anche un’ottima occasione per riflettere sui sistemi di rappresentanza degli italiani all’estero. – ha dichiarato durante l’audizione il Vicepresidente Federazione Acli Internazionali, Matteo Bracciali – Comites, CGIE e rappresentanza parlamentare devono integrarsi, ognuno per le proprie competenze, in modo da garantire risorse e risposte efficaci e tempestive alle nostre comunità all’estero perché è da questo fattore e dagli investimenti nell’informazione che rafforza la partecipazione alla vita sociale e politica degli expat. Il taglio dei parlamentari all’estero proposto nella riforma costituzionale – ha concluso Bracciali –  va nella direzione opposta rispetto a questo assunto e la riteniamo una scelta profondamente sbagliata ed ingiusta”.

Vescovi Basilicata: il fenomeno emigratorio tra i temi dell’incontro a Potenza

11 Giugno 2020 - Potenza - I vescovi della Conferenza Episcopale della Basilicata si sono riuniti, sotto la presidenza dell’arcivescovo Salvatore Ligorio, a Potenza lo scorso 8 giugno e si sono confrontati sul crollo demografico e sul fenomeno emigratorio della regione anche “come grave problema pastorale, è stato oggetto di confronto, insieme alla riflessione sull’attività e presenza della Chiesa nella particolare e attuale situazione socio-culturale e politico-economica della Regione”. Tra i temi all’ordine del giorno la situazione del Seminario Maggiore e l’Anno Propedeutico dei giovani in discernimento vocazionale, specialmente in relazione alla formazione e spiritualità in questi mesi di restrizione di vita comunitaria a causa dell’epidemia. Inoltre hanno discusso di un progetto regionale di riforma dell’attività catechetica. I presuli hanno quindi ribadito l’attenzione alle giovani generazioni, anche per le attività oratoriali ed estive, in regime di precauzione sanitaria. R.I.

Mci Francoforte: don Laslau nuovo missionario

11 Giugno 2020 - Francoforte - Per raggiunti limiti di età, don Silvestro Gorczyca il 30 giugno prossimo lascerà la responsabilità della Missione Cattolica Italiana di Francoforte, che guidava dal 2014, dopo aver operato per sette anni (2007-2014) alla Mci di Amburgo. Gli succederà don Matteo Laslau, al momento missionario nella Mci di Winterthur in Svizzera) e coordinatore dei missionari italiani nella diocesi di Chur. Guiderà la Mci di Francoforte dal prossimo 1 settembre 2020. Don Matteo è oriundo rumeno, cittadino italiano, incardinato nella diocesi di Ravenna-Cervia. Don Silvestro saluterà la comunità italiana di Francoforte domenica 28 giugno. “Un vivo grazie a don Silvestro e tanti cari auguri per il suo futuro nuovo impegno pastorale” e “benvenuto al nuovo missionario”, dice il delegato nazionale delle Missioni cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia, p. Tobia Bassanelli.

Italiani nel Regno Unito: il rischio di essere trattati come cittadini di serie B

9 Giugno 2020 - Londra - Vivere nel Regno Unito ma non sentirsi nell’“Europa unita”. Sperimentare la percezione di essere “stranieri” e “schedati” per poter restare e lavorare… “Sono brutte sensazioni, le sentiamo addosso”, racconta al Sir Daniela Vicini, 44 anni, originaria di Pavia, che dal 2017 abita con il marito e le due figlie (Sofia 15 anni, Anastasia 10) nel Cheshire, una contea nel nord-ovest del Paese, a una quarantina di chilometri da Manchester. Una famiglia italiana “atipica”, avendo vissuto prima in Cile, poi negli Stati Uniti, per esigenze di lavoro di Maurizio Miccolis, ingegnere, attualmente impegnato nella costruzione di un radio-telescopio gigante (https://www.skatelescope.org/). “Quando è emersa questa opportunità di lavoro per mio marito, siamo venuti con gioia nel Regno Unito, benché sapessimo del Brexit. Le informazioni diffuse dal governo sembravano rassicuranti per chi fosse qui a lavorare. Invece ora abbiamo avuto brutte sorprese”. Daniela, laurea in Giurisprudenza, ex impiegata presso le Acli, oggi – dice – è “mamma a tempo pieno”, anche se non esclude di cercarsi un lavoro prossimamente. Di recente ha registrato un video che lamenta le difficoltà insorte col Brexit per i cittadini europei, i quali devono registrarsi per non diventare “immigrati illegali”. Infatti se non si ha la cittadinanza britannica occorre richiedere entro il 30 giugno 2021, essendo arrivati nel Paese entro il 31 dicembre 2020, il permesso di residenza provvisoria o residenza permanente: si tratta del Pre-Settled Status e del Settled Status (questo il sito ufficiale del governo per inoltrare la domanda: https://www.gov.uk/settled-status-eu-citizens-families/applying-for-settled-status). Ma l’accesso a tali documenti – che si ottengono mediante una richiesta on line, fornendo tutti i necessari dati anagrafici – può risultare complicato per qualcuno, ad esempio per i più anziani. La questione potrebbe inoltre riguardare i minori, perché “non tutti i genitori sono consapevoli che la applicazione è personale e non famigliare”. Daniela si dedica dunque, come volontaria, ad aiutare chi ne avesse bisogno per compilare la domanda on line (https://settled.org.uk/it/). “Il vero problema rispetto alla mia sensibilità come persona è l’essere privata dei diritti pieni di cittadinanza e realmente degradata a residente di serie B. Non solo l’applicazione non è automatica (come invece era stato promesso nel 2016 prima del referendum), ma a fronte della cessione di tutti i nostri dati di contatto e personali (numero di passaporto, indirizzo, telefono, mail… da aggiornare ogni volta che ne cambiamo uno) non viene rilasciato alcun documento comprovante lo status. Solo un codice da verificare via web: fino al prossimo crash del sistema”. Non ci sono soltanto ostacoli burocratici. Nel Paese – peraltro pesantemente segnato dal coronavirus – talvolta emergono forme non sempre velate di ostilità verso i cittadini di altri Paesi. “Il clima che si respira a Londra, Manchester, Liverpool è certamente molto più multiculturale e aperto di quello che si può trovare nelle campagne del Cheshire. Peraltro noi apparteniamo alla categoria degli immigrati ‘giusti’: europei, che lavorano e abitano in un bel quartiere. Ma non è così per tutti. Ciononostante frasi del tipo ‘tuo padre è venuto a rubarci il lavoro’ sono capitate a scuola ad entrambe le figlie”. Aggiunge: “è di questi giorni la notizia che per richiedere la cittadinanza inglese non basterà neanche più il Settled Status, perché oltre ai 5 anni di residenza bisognerà provare di aver pagato l’assicurazione sanitaria (in parole povere aver sempre avuto un contratto di lavoro stabile). Quindi una mamma a tempo pieno come me potrebbe non ottenere mai la cittadinanza”. A tutto ciò si è aggiunto il Covid che “ha peggiorato la situazione in quanto chi avesse già ottenuto il Pre-Settled Status, ma si fosse assentato dal suolo britannico per più di 6 mesi su 12”, come hanno fatto diversi stranieri, “perderebbe lo status ottenuto. Molti nostri connazionali sono rientrati a casa in Italia ed è necessario ricordare loro questa scadenza”. Da qui l’impegno a dare una mano “a chi non si rendesse conto del rischio di perdere quello che invece considera come un diritto acquisito”. Avete nostalgia dell’Italia? Daniela sorride. La vita che, assieme al marito, ha scelto per la sua famiglia mette in conto di restare all’estero, almeno per qualche anno ancora: le figlie infatti hanno finora frequentato scuole in lingua inglese e il rientro nel Belpaese potrebbe essere in tal senso un po’ problematico. Poi aggiunge: “qui onestamente noi ci troviamo bene. Non ci manca nulla. Occorre però superare questo scoglio generato dal Brexit”. Ed è proprio di queste ore la notizia che i negoziati per il divorzio tra l’isola e l’Ue sono in una fase di stallo. “Questo ci preoccupa. Ma soprattutto dovrebbe preoccupare gli inglesi. Credo proprio – ma magari è solo la sensazione superficiale – che il Regno Unito subirà contraccolpi da questa scelta. Noi con un’ora di volo possiamo tornare in Italia o in Europa, ma ci si domanda quale sarà il futuro per gli inglesi”.   Gianni Borsa

La forza che ci alimenta

6 Giugno 2020 - Annecy - Oggi il Vangelo è molto breve. Breve non vuol dire che non è importante, anzi! Il testo fondamentale, su cui si muove la liturgia di oggi, è il versetto: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Dio ha tanto amato il mondo, in senso positivo, l'universo, tutte le creature, tutti gli esseri viventi. Noi siamo frutto di questo amore. E con questo vogliamo affermare che credere in Dio significa ritenere che c'è una Vita grande, che c'è una Verità immensa, che c'è un Bene sommo e che una forza positiva ci alimenta. Il nostro futuro è possibile, perché Dio può entrare nella nostra vita. C'è una Realtà profonda che ci sostiene e che rende sensata tutta la nostra esistenza. Come cristiani aggiungiamo che Dio è Trinità. Questa formula è diventata dottrinale, ma non è una formula calata dal cielo, perché usiamo termini umani. Ed ha richiesto secoli per essere formulata, perché nasceva da una esperienza (la sua formulazione è del IV secolo dopo Cristo). E questa esperienza ci porta ad evidenziare il carattere relazionale della nostra esistenza; noi siamo rapporto, per cui diciamo Dio in modo relazionale: Padre, Figlio, Spirito sono termini relazionali. Ci siamo ben resi conto in questi giorni di pandemia come noi siamo costituiti dalle relazioni; non solo con gli altri, ma anche con gli animali, con le piante, con la realtà che ci attornia. In questo senso noi possiamo diventare noi stessi vivendo i rapporti e alimentando le relazioni. Anche nel nostro modo di pensare e di dire Dio. Cosa voglia dire questo riguardo a Dio non lo possiamo capire, lo possiamo solo percepire nelle nostre piccole realtà create. I termini che noi utilizziamo per parlare di Dio sono termini umani: padre, figlio, dono, principio, parola, spirito; e sono tutti termini relazionali, che indicano cioè un rapporto. E qui percepiamo che l'espressione di fede in Dio mette in luce anche una caratteristica della nostra condizione: noi siamo relazione. Il che vuol dire che, se Dio è, per vivere intensamente noi non possiamo evitare il rapporto con Lui. Vivere la relazione con Dio non è accidentale per noi, ma costitutivo. E il viverla consapevolmente ci rende, da un punto di vista umano, compiuti. Chi vive la fede in Dio deve essere consapevole che il suo cammino è verso una compiutezza umana che deve diffondere. Dio ha tanto amato il mondo......il mondo intero, uomini, donne, terra, animali, piante.... E se Lui lo ha amato, anche noi vogliamo amarlo, custodirlo e coltivarlo, con tutta la sua ricchezza e bellezza, e lavorare perché la Vita fiorisca in tutte le sue forme e racconti Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo che cammina con noi in questa nostra storia che scopriamo fragile, e ci abbraccia nel Mistero dell'Amore. (d. Pasquale Avena - Mci Annecy)    

Italiani all’estero: parte l’Osservatorio delle Radici Italiane

1 Giugno 2020 -

Roma - Da anni attiva sul tema dell’emigrazione, della mobilità e delle ricadute che queste hanno sul territorio l’Associazione AsSud ha istituito il Centro Studi e Ricerche sul tema “Osservatorio permanente delle Radici Italiane” (ORI), in modo da coordinare e dare maggiore impulso alle varie azioni che in questi anni l’Associazione ha promosso, sostenuto, diretto, in collaborazione con Istituzioni, Università, Case Editrici, Scuole, e tutti gli attori territoriali e le comunità locali. L’Osservatorio svolge le funzioni di monitorare in modo permanente tutto ciò che attiene alle radici, all’identità ai valori italiani, tanto sul piano teorico che empirico, sia per il passato che per il presente, dentro e fuori i confini nazionali. Tra le iniziative di questo periodo una ricerca dal titolo “Scoprirsi Italiani: i viaggi delle radici in Italia”.

 

Giovani Italiani nel mondo: formazione universitaria, turismo di ritorno e solidarietà

1 Giugno 2020 - Palermo – E’ trascorso un anno dalla firma del protocollo d’intesa, a Palazzo dei Normanni a Palermo, tra il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), l’Assessorato regionale siciliano dell’Istruzione e della Formazione professionale, l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario (ERSU) di Palermo. Il documento sottoscritto impegna i firmatari a un percorso di attività comuni volte a promuovere la diffusione della cultura italiana e la costruzione di una rete di giovani italiani nel mondo: oggi arriva un primo importante risultato frutto della collaborazione avviata tra le tre istituzioni coinvolte. Nei giorni scorsi si è svolta una riunione operativa su piattaforma telematica ed è stato avviato un percorso destinato ai giovani italiani nel mondo per l’accoglienza, nel periodo estivo dell’anno 2021, presso le strutture residenziali universitarie finalizzato allo studio della lingua e della cultura italiana. L’Ersu Palermo farà da “apripista” per consentire la creazione di appositi percorsi formativi e culturali legati anche al “turismo di ritorno”. Un’azione dedicata agli italiani emigrati all’estero e ai loro discendenti per dare l’opportunità di tornare e di conoscere il Paese di origine dei genitori o dei nonni e per ritrovare le proprie radici, per riscoprire origini e storie familiari, territori di provenienza, tradizioni culturali, prodotti artigianali ed eno-gastronomia del territorio, ma anche per essere messi in contatto con le istituzioni pubbliche statali e non statali che fanno formazione di livello universitario e alta formazione artistica e musicale in Italia, spiega una nota.    

Nada Te turbe: un video del coro della Mci di Barcellona per “essere insieme”

25 Maggio 2020 - Barcellona - Tanti sono i pensieri che Ezio Bosso, anima bella, ha condiviso, frasi semplici ma che dicono molto. Una in particolare sembra adatta per iniziare la storia che vogliamo raccontare. La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme. Insieme! Quanto significato ha assunto questa parola durante le lunghe settimane di isolamento. Quanta nostalgia ha suscitato pensare a quello “stare insieme” partecipando alle tante attività che la comunità della Missione Cattolica Italiana di Barcellona offre. E la voglia di riuscire a vivere qualcosa insieme, nonostante la distanza forzata, è quello che ha animato anche il coro della comunità. Così è nato il video “Nada Te turbe”. L’invito a cantare insieme è stato lanciato da Cinzia Monari, soprano professionista, che con generosità mette il suo talento a disposizione della comunità italiana. Ed è stato raccolto da molti. Tante singole voci, con le loro uniche tonalità e difetti sono diventate un coro. Eccoci di nuovo insieme, a vivere la musica ed il canto e a condividere una preghiera. Pochi versi di un poema di santa Teresa D’Avila che rassicurano, che fanno sentire protetti come un bimbo svezzato nelle braccia della mamma. Un mantra che don Luigi Usubelli, il cappellano della comunità, ci ha fatto conoscere proponendo di riunirci per pregare secondo lo stile di Taizé. Pregare attraverso il canto è da sempre il comune denominatore del coro della comunità. Nato in sordina con una chitarra e un repertorio con pochi canti è cresciuto con il contributo di tutti. Il maestro Andrea Catino, altro generoso professionista, adesso accompagna con il suo talento di pianista, un gruppo vario di amateur che canta canzoni di Marco Frisina o del movimento del Rinnovamento dello spirito con una certa bravura. Tutti i partecipanti condividono lo stesso entusiasmo per offrire un servizio che renda più belle e partecipate le celebrazioni comunitarie. Il coro ha molte delle caratteristiche di tutta la comunità. La mobilità per esempio. I suoi membri vivono in diverse zone di Barcellona e quindi le prove si organizzano in sedi diverse. La adattabilità: se non ci si riesce a incontrare per provare, si condividono le basi e i testi via WhatsApp e si studia a casa. L' accoglienza: nuovi cantori sono sempre benvenuti perché le voci sono tutte belle. Un certo coraggio: si canta anche solo in tre e a cappella ma la Messa è animata! E come il resto della comunità nemmeno il coro è stato fermato dal coronavirus. Già si sta montando un nuovo video e presto si tornerà a celebrare la Messa e a ritrovarsi Già ci si emoziona a pensare a quando torneremo in chiesa e torneremo ad intonare l’Alleluia, il Santo ed una delle tante canzoni che conosciamo. Anche se saremo sparsi per tutta la chiesa ci sentiremo uniti, riconoscenti e felici di poter di nuovo, insieme, “vivere” la musica e cantare al Signore…cantare inni e canti nuovi perché ha compiuto meraviglie.

Cristina Quaranta

Prestazioni o relazioni?

24 Maggio 2020 - Annecy - Oggi in Francia si celebra la settima domenica di Pasqua, in quanto l'Ascensione l'abbiamo celebrata giovedì scorso; In Italia invece si celebra oggi. Ma siamo sempre e comunque tutti uniti nella medesima preghiera di Gesù. Infatti, il brano del Vangelo ci riporta l'ultimo grande discorso di Gesù nel Vangelo di Giovanni che ha la forma di una preghiera di addio, nella quale si rivolge non più ai discepoli ma direttamente a Dio. È giunta “l'ora”, quella della croce e del passaggio al Padre. Il momento è quello “cruciale” nel senso più letterale del termine. Si decide il Suo destino. Nonostante Lui insista a parlare di Vita, la morte alza la voce e tutto intorno è cupo. È il momento delle separazioni e della solitudine più estrema: i suoi si allontanano, il Padre sembra sfuggente, le convinzioni si ritirano, le forze abbandonano, la paura opprimente, fino a sudare sangue. Sono così, d'altronde, i veri “momenti cruciali” della vita, come l'attuale, quelli in cui ci si trova di fronte a qualcosa, qualcuno che muore, di noi o fuori di noi. E ora, che c'è una decisione da prendere o da accettare, quando finisce un percorso o si apre una opportunità, quando si affronta una prova.... in queste e molte altre situazioni si provano gli stessi sentimenti di Gesù. La solitudine diventa padrona di casa e pare che l'unica risposta possibile debba porsi sul piano delle, direi, “prestazioni”: la scelta giusta, la risposta puntuale, la forza necessaria, la lucidità adeguata... I “momenti cruciali” sarebbero una questione esclusivamente di “prestazioni”. Invece Gesù ne fa una questione di “relazioni”, e nell'attimo decisivo “si racconta”, con la preghiera d'addio, come “uomo del legame” prima che della prestazione. Il Padre e i suoi: mentre l'istante drammatico rischia di farli sbiadire, Gesù grida forte la loro presenza. Non è un gesto eroico, piuttosto l'unica via possibile. Non è una dichiarazione di forza ma di sorprendente debolezza. Quei legami lo costituiscono e sono i soli a spaccare l'isolamento, che potremmo definire come il secondo nome della morte. Credo che qui ci sia una via tracciata con chiarezza per stare da cristiani nei nostri “momenti cruciali”. Le relazioni contengono un seme di salvezza; le prestazioni, invece, come certe certezze, spesso sono solo illusione. Molti di noi, forse, l’hanno vissuta l’esperienza del crollo delle certezze. Una crepa profonda si è aperta nelle nostre vite anche oggi, e ci ha fatto ripensare tutto, anche la nostra fede. Quella di prima, basata piuttosto sulle regole, scricchiolava, la nostra fede aveva bisogno di una rinascita come quella dei discepoli. Poi, piano piano, abbiamo visto, e ci rendiamo conto ora, che è proprio da quella crepa che la luce può penetrare. Le certezze di prima a volte crollano, per lasciare spazio ad una fede nuova, liberata, più autentica, più pronta forse ad accogliere l’invito di Gesù a farci costruttori di relazioni d’amore tra le persone, ad annunciare la Buona Novella, la Vita, là dove c’è solitudine, oppressione, umiliazione, sofferenza e morte. Con una speranza in cuore che ci viene da quella promessa di Gesù: «Io sono con voi tutti i giorni».

don Pasquale Avena

Mci Annecy