Tag: Immigrati e rifugiati
Sicilia: oggi la presentazione del rapporto sulle migrazioni nella regione
Una verità da accogliere
In ognuno la traccia di ognuno: oggi il “colloquio sulle migrazioni” del Centro Astalli
R.Iaria
Viminale: 5665 i migranti sbarcati finora sulle coste italiane
Lamorgese: “l’immigrazione è un fenomeno strutturale che va gestito senza alimentare le paure”
R.Iaria
Famiglia Vincenziana: non rimanere impassibili di fronte alla discriminazione
“Morire di Speranza”: domani veglia di preghiera con mons. Russo
Roma - In occasione della Giornata mondiale del rifugiato del prossimo 20 giugno, domani sera, 18 giugno, presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere la veglia di preghiera “Morire di Speranza”, organizzata da diverse associazioni e movimenti impegnate nell’accoglienza e nell’integrazione delle persone fuggite da guerre o da situazioni insostenibili nei loro Paesi (Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Comunità di Sant'Egidio, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network, ACLI, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ACSE.). Durante la veglia verranno ricordate le 40.900 persone morte, dal 1990 a oggi, nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell’immigrazione verso l’Europa. Un conteggio drammatico - si legge in una nota - che si è ulteriormente aggravato nei primi mesi del 2020, quando, nonostante la situazione di emergenza causata dal Covid-19 sono state 528 - per metà donne e bambini - le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere il nostro continente, soprattutto dalla Libia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. Si tratta di un bilancio troppo pesante, per essere considerato, come troppo spesso accade, come una statistica accanto alle altre. È invece "una tragedia dell’umanità di cui occorre fare memoria pensando soprattutto alle migliaia di persone che si trovano in questo momento nei centri di detenzione in Libia - per i quali è più che mai urgente aprire i canali dei corridoi e dell'evacuazione umanitaria - o nei campi profughi di Lesbo, dove alle condizioni disumane si è aggiunto il pericolo della pandemia".
Durante la veglia di Santa Maria in Trastevere, che sarà presieduta, da mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI, verranno ricordati alcuni nomi di chi è scomparso e accese candele in loro memoria. Parteciperanno numerosi immigrati di diversa origine e saranno presenti anche familiari e amici di chi ha perso la vita in mare.
Kenya: “si proteggano i più vulnerabili” chiede il Presidente della Commissione episcopale per rifugiati e migranti
Istat: l’incidenza della povertà assoluta tra i migranti è pari al 26,9%
Stati generali all’antica Abbadia di Fiastra
Don Alberto Balducci
Direttore Migrantes Jesi
Coldiretti: frontiere aperte per 150mila stagionali
Viminale: da inizio anno 5.639 i migranti arrivati sulle coste italiane
Fcei il 20 giugno “ci inginocchieremo per dire che le vite dei neri e dei migranti contano”
Roma I protestanti italiani in ginocchio per ricordare la Giornata mondiale del rifugiato, il prossimo sabato 20 giugno. È l’iniziativa lanciata dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, attraverso il suo programma migranti e rifugiati, Mediterranean Hope, in occasione della giornata istituita dalle Nazioni Unite nel 2000. In una nota diffusa oggi, la Fcei ricorda che secondo l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, i migranti forzati nel mondo sono oltre 70 milioni; di questi quasi 26 milioni sono “rifugiati” in senso proprio, mentre 3,5 milioni sono “richiedenti asilo”. In Italia, oggi sono circa 131mila. In Svezia, dove la popolazione è circa un sesto di quella italiana (10 milioni), i rifugiati sono 186mila, il 50% in più che nel nostro Paese. In Germania, con 82 milioni di abitanti, i rifugiati sono 478mila, quasi 4 volte quelli presenti in Italia. “Come Federazione delle chiese evangeliche sentiamo di dover dire la verità su questi numeri”, dichiara Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. “La loro manipolazione, infatti, non è indolore: produce sospetto, paura, emarginazione ed infine vero e proprio razzismo, in Italia come altrove. Non possiamo restare in silenzio”. Per questo sabato 20 giugno, a mezzogiorno, nelle varie sedi dove la Fcei opera nel quadro del programma Mediterranean Hope (Lampedusa, Scicli, Libano, Rosarno, Roma), si svolgerà il “kneel in” (inginocchiarsi), esattamente come 55 anni fa fece il pastore battista Martin Luther King a Selma, inaugurando una forma di protesta che si sarebbe diffusa in tutto il Civil rights movement. “Ci inginocchieremo – dice il pastore Negro – per dire che le vite dei neri contano, che le vite dei migranti contano, che le vite di tutte e tutti contano. Con questo gesto vogliamo affermare che i neri, gli immigrati, ogni essere umano è una persona che deve essere protetta, tanto più quando è perseguitata, discriminata o giudicata”. L’iniziativa risponde all’invito che i cristiani sentono di “aprire le nostre porte e i nostri cuori a chi oggi cerca protezione e giustizia”. Il Pastore Luca Negro ricorda in questo senso i corridoi umanitari come anche le tante azioni diaconali di accoglienza e integrazione. “Non sono un nostro merito – conclude – ma la conseguenza di una vocazione”. (Sir)
In ginocchio anche per loro
Migrantes Salerno-Campagna-Acerno il ricordo di Mohamed Ben Ali
Raffaele Iaria
Papa Francesco prega per “le migliaia di migranti, rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni” in Libia
R.I.
Prima comunione in terra inglese
Renato Zilio
Direttore Migrantes Marche