17 Giugno 2020 - Roma – “Come Famiglia Vincenziana non vogliamo né dobbiamo rimanere impassibili di fronte alla discriminazione che milioni di persone subiscono oggi a causa del colore della pelle, dell’origine, del sesso, dell’orientamento sessuale, delle convinzioni o della cultura”. Lo afferma, in una nota, la Famiglia Vincenziana sul tema della discriminazione razziale dopo le proteste dilagate in tutto il mondo in seguito agli ultimi arresti violenti effettuati dalla polizia negli Usa, ai danni di persone di colore. La famiglia Vincenziana composto da oltre 4 milioni di fedeli e più di 160 istituzioni ecclesiali evidenziano che il razzismo rappresenta “un cancro che corrode la nostra società ed è presente in ogni Paese del mondo e in ogni società. Non è solo un’enorme offesa rivolta a una persona, ma è anche un insulto all’umanità e alla dignità di ogni essere umano, e un peccato gravissimo”. Il presupposto è la fede in Dio, “che ci ha creati tutti uguali e suoi figli”. Proprio per questo, il razzismo “è l’esatto opposto della fede in Dio che ci ha dato la vita. Come cristiani, seguiamo le orme di Gesù Cristo che non ha mai fatto distinzioni tra le persone e ha trattato tutti con dignità e rispetto”. I Vincenziani assicurano la continuità nell’impegno “al fianco dei più dimenticati della nostra società e, tra di loro, soprattutto di coloro che subiscono qualsiasi tipo di discriminazione”, e ricordano l’insegnamento del fondatore, san Vincenzo de’ Paoli, secondo cui dobbiamo amare il prossimo semplicemente perché il nostro prossimo è “l’immagine di Dio e l’oggetto del suo amore”. Di qui l’impegno a “servire gli esclusi, i bisognosi, i senzatetto, tutti coloro che per qualsiasi motivo subiscono un trattamento discriminatorio. Ci impegniamo – scrivono - a rafforzare le nostre azioni e ad adottare misure affinché nessuno debba subire molestie o morire a causa della discriminazione. Ci impegniamo ad alzare la voce là dove siamo presenti per denunciare queste ingiustizie”. E poi l’impegno “a dare voce a coloro che sono esclusi e discriminati, affinché possano essere protagonisti della propria storia”.
Il razzismo “non può manifestarsi nella nostra società, né in alcuna istituzione pubblica o privata – sottolinea la Famiglia Vincenziana - e deve essere combattuto con forza. Il male che provoca non solo colpisce la persona che viene maltrattata e persino uccisa ma corrompe e distrugge il tessuto sociale e disumanizza le relazioni, generando odio irrazionale”. Da qui l’appello ad “adottare misure concrete per garantire che non si ripetano casi di segregazione, razzismo, trattamento differenziato e violenza contro qualsiasi persona, dovuti a qualsiasi tipo di discriminazione. La vita umana è importante – è la conclusione -, indipendentemente dal colore della pelle, del sesso, dall’orientamento sessuale, dalle convinzioni o dalla cultura”.