Tag: Centro Astalli

Centro Astalli e Appaloosa Records presentano il triplo cd “Shahida – Tracce di libertà”

30 Maggio 2023 - Roma - Il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, esce Shahida – Tracce di libertà, triplo CD realizzato dal Centro Astalli in collaborazione con Appaloosa Records. Shahida è l’incontro tra artisti di diverse provenienze e generi per dar vita a un viaggio musicale in cui i confini vengono superati dalla bellezza delle parole, delle note. Shahida, il titolo scelto per questo nuovo progetto musicale, è un nome di donna. In arabo vuol dire testimone. È anche il nome della giocatrice della nazionale di hockey del Pakistan morta nel naufragio al largo di Steccato di Cutro dove hanno perso la vita 94 persone di cui 35 bambini. Shahida è il simbolo di tutte le donne che in questo momento si battono per la libertà, rischiando la vita in una piazza che protesta, pronunciando pubblicamente parole censurate, chiedendo uguaglianza e dignità e di tutte le donne migranti, rifugiate, che camminano lasciando tracce di libertà nel mondo. Shahida è un viaggio musicale intrapreso da cantanti, musicisti, attori, scrittori: complessivamente sono stati oltre 100 gli artisti che hanno preso parte al progetto, portando parole e melodie che raccontano storie, percorsi e volti da ogni parte del mondo. Ne ricordiamo qui solo alcuni, che rendono bene l’idea della varietà degli orizzonti musicali toccati. Antonella Ruggiero che propone la sua versione di “Povera patria (O zemle maty)”, il celebre brano di Franco Battiato incisa con l’ucraino Oleksandr Iarmola; Saba Anglana, da sempre vicina all’attività del Centro Astalli, che con Lorenzo Monguzzi presenta “Nada más que suerte” o, ancora, il rapper Amir Issaa con il suo “Guerra tra poveri”, remix di un brano del 2022. Il triplo CD contiene, inoltre, brani e poesie recitati, interpretati da Alessandro Bergonzoni, Anna Foglietta, Flavio Insinna, David Riondino e Ana Varela Tafur. I proventi derivanti dalla vendita di Shahida – Tracce di libertà sosterranno i progetti in favore delle donne richiedenti asilo e rifugiate accolte al Centro Astalli, non di rado vittime di violenza, abusi e tortura, che cercano di costruirsi una nuova vita in Italia. È possibile acquistare direttamente il CD Shahida – Tracce di libertà a questo link: https://www.appaloosarecords.it/shop/Shahida-Tracce-di-liberta-Preordine-p558636868

Naufragio migranti: il cordoglio del Centro Astalli

26 Febbraio 2023 - Roma - Il Centro Astalli esprime "profondo cordoglio" per le decine di vittime del naufragio al largo della Calabria. "Dolore e sgomento nell’apprendere che su una vecchia barca di legno sono state stipate 250 persone in fuga da Iran, Afghanistan e Pakistan. Si tratta di Paesi senza libertà, democrazia e pace", evidenzia il Centro Astalli: "le istituzioni nazionali e sovranazionali non rimangano ferme davanti a questa tragedia", si legge in una nota nella quale si chiede "un’operazione ampia, strutturata di ricerca e soccorso in mare che metta in salvo vite umane; l’attivazione immediata di canali umanitari dalle principali aree di crisi" e "l’apertura stabile e proporzionata di vie di ingresso legali come visti per lavoro e nuovi criteri che amplino i ricongiungimenti familiari". Per p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli “lasciar morire in mare è inaccettabile. La politica, di qualunque orientamento, non può non agire per salvare vite umane. Purtroppo - sottolinea p. Ripamonti - le politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere europee degli ultimi anni hanno ampiamente dimostrato di essere fallimentari, inutili e di favorire il traffico e la tratta di esseri umani. Le migrazioni non si possono fermare ma si devono gestire. In questo il diritto internazionale e la nostra Costituzione indicano l’unica strada percorribile: accoglienza, protezione e tutela dei diritti umani per ogni essere umano”. (R.Iaria)

Quei volti che guardano al futuro: una mostra a Milano del Centro Astalli

19 Gennaio 2023 - Milano - Venti pannelli ad altezza d' uomo, ciascuno raffigurante un giovane rifugiato che guarda negli occhi chi gli si avvicina. È "Volti al futuro, con i rifugiati per un nuovo noi", la mostra itinerante realizzata dal Centro Astalli di Roma, che verrà inaugurata domani nella Comunità di Villapizzone. Gli scatti, realizzati dal fotografo Francesco Malavolta, celebrano i primi 40 anni del Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, un' organizzazione nata nel 1980 su intuizione di padre Pedro Arrupe. La filosofia alla base di questa forma di accoglienza si poggia su tre parole: accompagnare, nel senso di farsi compagni di strada dei rifugiati cercando di capire i loro bisogni; servire, cioè mettersi al servizio delle loro esigenze; e infine, difendere, quindi spendersi per i loro diritti. E proprio per rendere questi obiettivi alla portata e all' attenzione di tutti è stata ideata questa mostra fotografica, il cui titolo gioca sull' omografia fra vòlti, nel senso di rivolti al futuro, che può essere interpretato come un monito a noi che dobbiamo guardare a un futuro di convivenza più che a una politica dell' oggi, e vólti, i volti raffiguranti i venti rifugiati che guardano anch' essi a un futuro migliore. A essere rappresentati sono venti ragazzi, fra i 20 e i 30 anni, che sono stati o sono ancora ospiti del Centro Astalli: tutti sorridenti, sono in piedi e alle loro spalle lo sfondo è sfocato ma permette di intuire un contesto cittadino. «Lo sfondo sfocato della città è simbolo del processo di integrazione in divenire, un processo che spesso per ragioni politiche e burocratiche si realizza a fatica. Il fatto che i pannelli siano ad altezza d' uomo vuole dare l' idea che quei rifugiati noi li abbiamo di fronte, sono volti in cui specchiarsi e con cui confrontarsi»: padre Camillo Ripamonti è il presidente del Centro Astalli, nonché uno degli organizzatori della mostra. Il messaggio che vuole lanciare con queste fotografie è quello di riportare al centro i rifugiati e camminare con loro: «Spesso i rifugiati sono considerati numeri o problemi, noi vogliamo far capire che sono prima di tutto persone che camminano con noi e che con noi vogliono costruire un futuro che sia bello per tutti». La mostra è stata pensata per ricordare i 40 anni di attività del Centro Astalli, non una festa autocelebrativa ma un momento di memoria per un' organizzazione che in questi anni ha accolto e integrato quasi 20mila rifugiati. Un numero, il 40, che oltre a simboleggiare un lungo percorso, ricorda anche i 40 anni di cammino del popolo di Israele nel deserto. È proprio questa l' immagine scelta da Papa Francesco nell' introduzione che ha donato a questa mostra: «Quaranta, nella Bibbia, è un numero significativo che ha molti rimandi, ma certamente pensando a voi mi viene in mente il popolo di Israele che per 40 anni cammina nel deserto, prima di entrare nella terra della promessa. Anche gli ultimi quarant' anni della storia dell' umanità non sono stati un progredire lineare: il numero delle persone costrette a fuggire dalla propria terra è in continua crescita. In questi quarant' anni e in questo deserto, tuttavia ci sono stati tanti segni di speranza che ci permettono di poter sognare di camminare insieme come un popolo nuovo "verso un noi sempre più grande"». L' augurio con cui il pontefice conclude la sua introduzione è che si possa realizzare finalmente una «cultura dell' incontro», che si possa progettare qualcosa che coinvolga tutte le persone, non solo i volontari. È questo uno dei motivi per cui si è scelto di creare una mostra che fosse itinerante: nel suo viaggiare fra città come Milano, Roma, Padova o Grumo Nevano, in provincia di Napoli - tutte città che ospitano una succursale del centro Astalli - è diventata di volta in volta parte integrante della struttura che l' ha ospitata, andando a fondersi completamente con lo spirito di accoglienza del luogo. La speranza di padre Camillo è che questi venti pannelli continuino a raccontare la loro storia anche quando il loro viaggio sarà concluso: le foto verranno infatti donate ai centri dove sono nate, si potranno spostare, potranno costituire nuovi nuclei o, perché no, essere donate alle scuole. (Rachele Callegari)

Centro Astalli: “servono soluzioni durature e dignitose per chi vive in strada”

18 Gennaio 2023 -
Roma - Il Centro Astalli esprime “profondo cordoglio” per la morte di due uomini senza dimora a Roma. “Nonostante lo sforzo significativo della giunta capitolina di implementare e potenziare il sistema cittadino di accoglienza in favore di persona senza fissa dimora, ancora in troppi rischiano di morire di freddo e di stenti in città – afferma padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli -. È urgente stringere le maglie di una rete sociale per la presa in carico immediata di chi vive all’addiaccio. Le istituzioni pubbliche, in collaborazione con gli enti del Terzo settore, devono presidiare i territori in maniera capillare e mettere in campo soluzioni durature e dignitose per i più fragili. Nelle ultime settimane registriamo un aumento delle persone che si rivolgono ai servizi di bassa soglia del Centro Astalli in cerca di coperte, abiti pesanti per affrontare i rigori dell’inverno in strada. Anche consumare un pasto caldo, fare una doccia al riparo, sono servizi richiesti da tante persone che non hanno un’abitazione. Il 60% delle circa 250 persone che in questi giorni si rivolgono ai servizi di via degli Astalli vive in strada. Si tratta di migranti, perlopiù giovani uomini”.

Centro Astalli: “le migrazioni devono essere governate”

7 Dicembre 2022 - Roma - «Continuare a rimanere fermi e indifferenti davanti all' abominio delle morti nel Mediterraneo non può essere strategia politica, perché é la barbarie". È la denuncia di padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia, dopo l' ennesimo naufragio al largo di Lampedusa. «Quattro i dispersi tra cui due fratellini: un neonato di 3 mesi e uno di 6 anni. Fra i 33 sopravvissuti ci sono i genitori delle due piccole vittime. Erano su una piccola barca partita dalla Tunisia, affondata nelle acque davanti Lampedusa. Appena due giorni fa un' altra tragedia del mare: una barca si era ribaltata sempre al largo dell' isola, in 40 erano stati tratti in salvo ma tre risultano ancora dispersi». Per padre Ripamonti è «urgente intervenire nel Mediterraneo per porre fine all' ecatombe pressoché quotidiana di migranti». «La politica, anche quella europea, assuma la propria responsabilità di governare le migrazioni. Illusorio e senza prospettive continuare a parlare di strategie per fermare le migrazioni che - sottolinea - non possono essere fermate ma devono essere governate».

Centro Astalli: “urgente un piano europeo di accoglienza e integrazione”

6 Ottobre 2022 -
Roma - “Urgente un piano europeo di accoglienza e integrazione”. Lo dichiara il Centro Astalli, che “apprende con profondo dolore di due naufragi di migranti avvenuti in queste ore a largo della Grecia”. Quindici le vittime accertate, tutte donne, e decine i dispersi. “Il cordoglio per le vittime oggi deve essere soprattutto un appello a istituzioni nazionali e sovranazionali a porre fine all’ecatombe di esseri umani nel Mediterraneo”, ribadisce padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli. Ecco le richieste: “Si fermino le morti in mare investendo risorse per un’operazione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo; si strutturino in modo permanente e adeguato vie di ingresso sicure per i migranti in Europa, agevolando ricongiungimenti familiari, prevedendo permessi di soggiorno per lavoro e programmi di accoglienza e integrazione; si mettano in atto piani di evacuazione e corridoi umanitari per le vittime di guerra o di regimi illiberali e antidemocratici”. Il Centro Astalli, infine, ribadisce che “gestire un fenomeno complesso come la migrazione umana è responsabilità precisa dell’Ue, che richiede lungimiranza, visione e capacità di superare nazionalismi e chiusure”.

Settanta vittime in mare: il cordoglio del Centro Astalli

23 Settembre 2022 - Roma - Un’imbarcazione con a bordo più di 100 migranti è affondata nelle scorse ore di fronte alle coste siriane. Le autorità hanno recuperato i corpi di 71 persone annegate al largo della città di Tartus, in Siria. Tra loro anche dei bambini. Il ritrovamento è avvenuto vicino alla costa, a poche decine di chilometri dal confine con il Libano. Circa 20 sono le persone sopravvissute e portate in ospedale. “Con profondo dolore e cordoglio apprendiamo della tragica notizia della morte evitabile di decine di persone in fuga da guerre e violenze", ha detto p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli: "sono uomini, donne e bambini che in mancanza di alternative legali, cercano di mettersi in salvo affidandosi ai trafficanti che gestiscono illegalmente una parte sempre più significativa di mobilità umana”. Si tratta di una tragedia che arriva alla vigilia delle elezioni politiche in Italia e della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato della Chiesa cattolica dal titolo “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”. Per questo il Centro Astalli non smette di chiedere "l’attivazione di canali umanitari e quote di ingresso regolari che consentano di gestire la mobilità umana in modo legale e sicuro e pongano così fine all’ecatombe che si consuma dai anni alle porte d’Europa"; "politiche di accoglienza e integrazione che possano consentire alle persone migranti di vivere in sicurezza e dignità e dare il loro contributo al benessere e alla crescita del Paese". (R.I.)

Centro Astalli: gli auguri al nuovo direttore Migrantes

23 Settembre 2022 - Roma - Il Centro Astalli rivolge i "migliori auguri" a don Pierpaolo Felicolo, nominato Direttore Generale della Fondazione Migrantes, dal Consiglio permanente della Cei che si è riunito a Matera dal 20 al 22 settembre. "Il nostro grazie - si legge in una nota - a Don Gianni De Robertis, direttore uscente, che ha lavorato con impegno e dedizione nella costruzione di una Chiesa vicina agli ultimi e aperte alle differenze". “Accogliamo la nomina di Don Pierpaolo come un segnale di speranza per una comunità ecclesiale sempre più in cammino al fianco di chi arriva in Italia in cerca di pace, giustizia e umana solidarietà", scrive padre Camillo Ripamonti, Presidente del Centro Astalli: "Tante e complesse le sfide che ci attendono: in un mondo in cui sembrano prevalere divisioni e chiusure è sempre più urgente una chiesa viva, aperta e solidale nei confronti di chi vive l’esperienza della mobilità umana.  Rinnoviamo con gioia a Don Pierpaolo e a tutta la Migrantes il desiderio di lavorare insieme per rimuovere gli ostacoli e le inequità che costringono migliaia di persone in Italia a vivere l’esperienza della marginalità ed esclusione".    

Il mondo al crocevia si lasci guidare dai rifugiati

16 Giugno 2022 - Roma - Si avvicina il 20 giugno, l’anniversario dell’approvazione nel 1951 della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e, proprio per questo, la giornata che la comunità internazionale ha scelto di dedicare a chi è costretto a migrare dal timore di subire persecuzioni nel proprio Paese d’origine. Le iniziative per celebrarla sono già cominciate ovunque. A Roma, il Centro Astalli ha avviato una riflessione sugli interrogativi e sulle opportunità che queste persone mettono di fronte all’Europa, e l’ha coronata con il dialogo che si è tenuto martedì 14 giugno presso la Pontificia Università Gregoriana. Il messaggio era già nel titolo: “con i rifugiati” – accanto a loro, lì dove il papa, scegliendo il tema per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato celebrata dalla Chiesa il prossimo 25 settembre, ha significativamente collocato il futuro – “ai crocevia della Storia”. In un momento in cui ci sentiamo tutti in bilico su un confine, sull’orlo di crisi – quella climatica, energetica, alimentare e naturalmente quella bellica – che paiono ad un passo dal diventare irrecuperabili. I confini sono i luoghi in cui queste sfide si materializzano: ciò avviene in modo teatrale alla frontiera ucraina, scenario di già oltre cento giorni di una sanguinosissima guerra territoriale, ma avviene a ben vedere lungo ogni confine che divide le nazioni tra di loro e al loro interno. È sui confini che si fanno visibili le profondissime disuguaglianze di risorse, di opportunità, di prospettive di futuro. Per questo, quest’anno in modo speciale, è importante volgere lo sguardo a chi sull’attraversamento del confine ha costruito la propria intera esperienza di vita, a chi ha reso questi crocevia della Storia dei crocevia di esistenza individuale. Ai rifugiati, nell’anno in cui i dieci milioni di ucraini si sono aggiunti ai profughi di altre origini, segnando il massimo storico di cento milioni. Il Centro Astalli restituisce loro voce e la fa risuonare nell’Aula Magna della Gregoriana: voci da Mali, Bielorussia, Congo, Iraq, che raccontano di vite interrotte dall’irruzione della violenza o dalla vendetta di un potere autoritario, sradicate e costrette altrove, alla povertà, allo sfruttamento. Il loro personale crocevia, dicono, è stato l’arrivo in Italia, l’incontro con persone disposte ad aiutarle, l’abbraccio di un sistema che, per quanto imperfetto, le ha fatte sentire per la prima volta rispettate e al sicuro. Le democrazie, ha spiegato la politologa Nadia Urbinati, risolvono la propria contraddizione intrinseca, tra la necessaria limitazione territoriale e l’aspirazione universalistica alla tutela della dignità di ciascuno, proprio aprendo i confini e mettendosi in contatto tra loro: a questo l’Europa ha educato i propri cittadini, ad una concezione del confine che non è barriera ma luogo di incontro. Ma allora perché di recente ha praticato l’opposto? Perché ha prima inaugurato politiche escludenti e poi, pur di non vedere i propri confini trasformarsi in muri, ha cercato di allontanarli da sé, esternalizzando la gestione della migrazione in Turchia e in Libia? Il corso di formazione organizzato dal Centro Astalli in preparazione alla Giornata del rifugiato è stato dedicato all’“Europa ferita”: anch’essa oggi ad un crocevia, tra il volto nuovo mostrato alle famiglie in fuga dall’Ucraina e il pronto riemergere di tendenze che devono tristemente chiamarsi razziste, in quei criteri  per l’applicazione della protezione temporanea che distinguono, come ha ricordato il Direttore di Avvenire Marco Tarquinio, i cittadini ucraini dai profughi della stessa guerra ma di origine straniera. Questa ambiguità non è più accettabile. Al crocevia in cui ci troviamo occorre fare una scelta e aprire gli occhi sulle ingiustizie e sulle odiose disparità. Andare a vedere le regioni della povertà: le periferie delle città e del mondo, come ha proposto mons. Paul Gallagher, Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, o i fronti di guerra. Come ha fatto lui in Ucraina, messaggero della solidarietà della Santa Sede, ma anche promotore del dialogo e garante di un contatto da mantenere vivo, per evitare di distrarsi e di stancarsi. Ne ha riportato la sensazione che l’inverno che ci aspetta non lo dimenticheremo mai. Come prepararci, come rimediare? È ancora possibile evitarlo? Una bella proposta sta nel messaggio lanciato dal Centro Astalli: facciamoci guidare da chi ha già svoltato il crocevia della propria vita, da chi ha vissuto la guerra – generale o personale – e ha maturato un profondissimo, radicale desiderio di pace. “Costruiamo il nostro futuro con i rifugiati”: insieme a loro, seguendoli, varchiamo il confine dal lato giusto, entriamo nel mondo che loro sognavano quando sono partiti, nella dimensione di libertà, diritti e dignità per tutti che chiede anche il Papa, che è l’aspirazione di ogni democrazia e la condizione indefettibile per la pace. (Livia Cefaloni)  

Nei crocevia della storia: ieri il Colloquio sulle Migrazioni del Centro Astalli

15 Giugno 2022 -  Roma – “Credo che i rifugiati siano storicamente uno dei fenomeni più comuni e costanti delle vicende umane. Basta scorrere le prime pagine della Bibbia per rendersene conto. Quindi non è qualcosa di straordinario. Straordinarie sono invece le cause che lo provocano e le risposte che si danno per gestirlo”. Lo ha detto ieri pomeriggio il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Paul Richard Gallagher, intervenuto al Colloquio sulle Migrazioni promosso dal Centro Astalli sul tema “Con i rifugiati ai crocevia della storia” in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il prossimo 20 giugno. All’incontro, moderato dal direttore di Avvenire. Marco Tarquinio, è intervenuta anche la politologa Nadia Urbinati. Ad introdurre i lavori il presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti, che ha sottolineato “come milioni di persone in fuga, a cavallo di confini, ci dicono che proprio lì siamo di fronte a snodi centrali per il futuro”.  Per mons. Gallegher “abbiamo un bisogno urgente di trovare vie legali per evitare abusi e sfruttamento ma anche di porre le basi per politiche che non costringano più le popolazioni a lasciare la loro terra e anzi favoriscano la permanenza e la possibilità, non imposta, di restare.