Tag: Immigrati e rifugiati

“Mediterranea”: arriva l’ammiraglia delle navi di salvataggio

15 Dicembre 2020 - MilanoHa le caratteristiche tecniche per trasportare in caso di emergenza 700 persone, anche se in stato di necessità sul ponte possono essere ospitati anche mille naufraghi. Avrà bandiera italiana ed un nutrito equipaggio composto di volontari. La nuova nave della piattaforma civica “Mediterranea” avrà a bordo anche un ospedale e si candida ad essere l’ammiraglia della “flotta civile” che in questi anni ha sopperito al progressivo ritiro delle navi di soccorso istituzionali. Il vascello si aggiunge alla “Mare Jonio”, il rimorchiatore che ha permesso di soccorrere quasi 400 persone, oltre al centinaio di migranti soccorsi dalla barca a vela “Alex” sempre di “Mediterranea”. La nuova nave di salvataggio entrerà in funziona non appena saranno conclusi i lavori di adattamento nei cantieri navali di Brema, in Germania. La nave ha una lunghezza di quasi 70 metri ed è stata per ora ribattezzata “Mare Jonio 2”.  

Tavolo Asilo, “proposta di Patto Ue è inaccettabile”

14 Dicembre 2020 - Roma - La proposta di Patto Ue su immigrazione e asilo è “inaccettabile” secondo il Tavolo Asilo, che riunisce le principali associazioni laiche e cattoliche (tra cui Caritas, Acli, Centro Astalli, Fondazione Migrantes) che si occupano di accoglienza. “L’Italia si impegni per una sua revisione sostanziale”, chiede il Tavolo Asilo, esprimendo “profonda preoccupazione” sui contenuti della proposta avanzata dalla Commissione Ue il 23 settembre scorso, il cosiddetto “Patto per le migrazioni e l’asilo”. L’aspetto “più irricevibile” riguarda la proposta di adozione di una “procedura di frontiera fluida” da applicarsi a “tutti i cittadini di Paesi terzi che attraversano senza autorizzazione” e in ogni caso ai richiedenti “provenienti da Paesi con bassi tassi di riconoscimento”. Secondo il Tavolo Asilo si tratta di “procedure accelerate, con garanzie ridottissime, che trasformerebbero l’Italia e gli altri Paesi di primo ingresso in giganteschi hotspot, con i richiedenti asilo collocati in strutture sorvegliate e senza interazioni con l’esterno”. Si potrebbe creare inoltre una “nuova, inaccettabile nozione di ‘solidarietà’ che assomiglia a una sorta di permanente mercato tra gli Stati dell’Unione nel quale accettare quote di richiedenti asilo oppure pagare per non averne, o ancora pagare i rimpatri di coloro che sono presenti in altri Stati sono azioni tutte liberamente disponibili”. “Queste misure – afferma il Tavolo Asilo – sollevano serie preoccupazioni relative al rispetto dei diritti fondamentali e possono portare a gravi violazioni che coinvolgerebbero anche i minorenni, accompagnati e non”. Le associazioni contestano, tra l’altro, le “misure estremamente dure volte a contrastare i flussi migratori verso l’Unione” e chiedono al governo italiano che in occasione della videoconferenza dei ministri dell’Interno di oggi “dichiari la propria volontà di discostarsi nettamente dall’attuale impostazione del Patto”.  

Scalabriniane: in Africa e Asia sono 3 su 5 i minori Migranti, seguire il “modello Marchetti”

14 Dicembre 2020 - Roma - "Africa e Asia accolgono tre bambini migranti su cinque. A livello mondiale il 30% dei migranti ha meno di 18 anni. È alto il numero dei piccoli che lasciano la famiglia per mettersi in cammino sulle strade della migrazione, spesso fidandosi di singoli o di gruppi che trafficano speculando sulla pelle dei migranti". A dirlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie Scalabriniane, congregazione che sin dalla fondazione si occupa dell'assistenza ai migranti. Le parole di suor Neusa giungono in occasione dell'anniversario della morte (avvenuta il 14 dicembre 1896) del venerabile servo di Dio padre Giuseppe Marchetti, cofondatore della Congregazione. Giuseppe Marchetti, accompagnò i migranti come cappellano di bordo, nelle traversate oceaniche verso il Brasile, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.  Una volta a San Paolo, diede vita a un’opera a favore dei figli degli emigrati italiani, rimasti orfani, coinvolgendo innumerevoli benefattori, e si dedicò senza riserve ad aiutare i più indifesi della società. "Padre Giuseppe, vittima dell’amore al prossimo e delle fatiche apostoliche, morì a soli 27 anni, contagiato dal tifo, contratto mentre assisteva gli ammalati, quasi 125 anni fa – spiega suor Neusa - La sua eroica esistenza e il suo esempio di santità sono ancora fortemente attuali, soprattutto nel campo dell’assistenza ai minori in emigrazione, specialmente se soli e abbandonati". Per la superiora delle Scalabriniane, "l’eroica vita di padre Marchetti continua ad incoraggiare nuove vocazioni per il servizio ai più piccoli e vulnerabili. La sua intraprendenza missionaria può ispirare la creazione di modelli sempre più efficaci per garantire che i minori migranti siano sempre accolti, protetti, promossi e integrati nei contesti in cui si trovano a vivere". A partire dal 14 dicembre 2020 e fino allo stesso giorno del 2021, la Congregazione celebrerà i 125 anni della morte di padre Marchetti. "Quest’anno sarà un anno propizio che ci permetterà di riscattare, di approfondire la vita e l’opera del nostro amato cofondatore, il venerabile servo di Dio padre Giuseppe Marchetti, divenendo sempre più conosciuto, amato e invocato – aggiunge suor Neusa - Ogni evento sia preparato e vissuto intensamente in tutti gli ambiti della Congregazione, delle province, della delegazione e delle comunità, grazie a programmazioni, attività e iniziative innovatrici. La figura di padre Giuseppe Marchetti resta un'icona, un modello per tutti a mettere a servizio i propri sogni e potenzialità".  

Latino americani in Italia e la Festa di Nostra Signora di Guadalupe

11 Dicembre 2020 - Roma - Sabato 12 dicembre si celebra la festa della Madonna di Guadalupe, venerata dai cattolici come patrona e regina di tutti i popoli di lingua spagnola, in particolare quelli del continente americano. Nella nuova edizione italiana del Messale Romano, che stiamo iniziando ad utilizzare, è presente la preghiera per l’inizio della Santa Messa in onore alla Vergine di Guadalupe.  Papa Francesco dal 2014 ogni anno celebra la Santa Messa nella Basilica di San Pietro con tanti fedeli latinoamericani presenti a Roma; ma quest’anno, considerando purtroppo il periodo particolare, la farà in modo privato.  Il 9 dicembre ricorre la memoria liturgica di San Juan Diego, un azteco convertito al Cristianesimo che, secondo la tradizione, ricevette nel 1531 l'apparizione della Madonna di Guadalupe. Fu proclamato santo da papa Giovanni Paolo II nel 2002. In prossimità di questa bellissima ricorrenza vorrei dare qualche indicazione riguardo a come vivere il culto di venerazione dovuto a questa invocazione cosi amata e riconosciuta anche a livello mondiale. A causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso, infatti, salteranno tante manifestazioni devozionali, non solo in Messico, ma anche in tante altre parti del mondo.  Il Covid – 19 però, ci dà la possibilità di vivere questa festa, non come avviene di solito, principalmente con delle manifestazioni esterne e il tradizionale canto alla Guadalupana con dei Mariachis, ma proprio dal profondo del nostro cuore con la preghiera, con tanta preghiera.  È il momento di affidare alla cura materna della Guadalupana il nostro popolo latinoamericano così profondamente colpito da questo virus, chiedendo la sua intercessione affinché il Buon Dio abbia pietà di tanti nostri fratelli che non ce l’hanno fatta a superare questa malattia e sono tornati alla casa del Padre. Chiedendo anche la forza e la grazia necessaria per il personale sanitario che giorno dopo giorno rischia la propria salute per mettere in pratica l’opera di misericordia di “assistere i Malati” Affidando alla Vergine, sede della sapienza, i nostri governanti perché possano guidare il popolo sulla via della corresponsabilità e l’aiuto reciproco. Chiedere infine a Maria di schiacciare questo virus per tornare a una vita serena, sicura e in piena salute d’anima e corpo.  Storicamente infatti il nome Guadalupe ha voluto significare proprio questo: “Colei che schiaccia il serpente” (cfr. Gn 3,15). Abbiamo celebrato la Pasqua di quest’anno in modo diverso, senza processioni e senza assistere fisicamente alle diverse liturgie, e sicuramente anche il Natale, ormai vicino, sarà meno sentito umanamente, ma avremo senza dubbio tanto tempo per contemplare il mistero dell’incarnazione del Verbo. Anche questa festa mariana, tanto cara a noi, possiamo celebrarla in modo personale, manifestando alla Madre celeste il nostro amore e dando a Lei un posto di onore nella nostra vita. Il mio invito è quello di unirci tutti in preghiera alla Madonna di Guadalupe e all’intercessione di San Juan Diego per tutte le persone colpite in vari modi da questa pandemia.  Alle nozze di Cana era una coppia in difficoltà perché veniva a mancare il vino e Maria intercede per loro, ora chiediamo a Lei di intercedere per tutta l’umanità perché ci manca la salute, perché siamo in grossa difficoltà.  Lasciamoci guidare dalla liturgia dell’avvento, viviamo la spiritualità di questo tempo liturgico per poter poi celebrare con gioia il Santo Natale. (Don Luis Fernando Lopez, Coordinatore Nazionale dei gruppi Latinoamericani in Italia)    

Migrantes Messina-Lipari-S. Lucia del Mela: lunedì la presentazione del Rapporto Diritto Asilo

11 Dicembre 2020 - Messina - Lunedì 14 dicembre 2020, dalle ore 10.30, sulla piattaforma Microsoft Teams sarà possibile partecipare alla presentazione del volume della Fondazione Migrantes “Il diritto d’asilo. Report 2020. Costretti a fuggire … ancora respinti”. L'evento, organizzato dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela e dal Dipartimento COSPECS dell’Università degli Studi di Messina, è inserito tra gli appuntamenti del progetto “Trame migranti” per la diffusione delle tematiche e delle buone pratiche che riguardano le migrazioni e l’accoglienza. Il Diritto d'asilo - Report 2020 prova a dare strumenti di riflessione sia statistici che etici. Spazia dalla dimensione mondiale alle cause che obbligano un numero sempre maggiore di persone a cercare protezione, per arrivare alla dimensione europea e a quella nazionale. Il volume dà spazio anche alle diverse storie che, nonostante il contesto attuale, crescono e fioriscono nel nostro Paese quando le persone si attivano e si incontrano al di là delle norme e delle etichette. Il Rapporto è curato da un'équipe di autori che, oltre ad essere studiosi di questi temi, accompagnano da anni, direttamente e concretamente, richiedenti asilo e rifugiati nei loro percorsi nel nostro Paese; si articola in 12 contributi scanditi in cinque parti: “Con lo sguardo rivolto all’Europa”, “Tra l'Europa e l’Italia”, "Guardando all’Italia”, “Approfondimento: la rotta balcanica” e, novità preziosa di quest'anno, un “Approfondimento teologico” sul principio di destinazione universale dei beni per un approccio integrale alle migrazioni. La presentazione del Rapporto sarà affidata a Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes e co-curatrice del volume. Ne discuteranno Eduardo Barberis, sociologo del Dipartimento DESP dell'Università di Urbino “Carlo Bo” e Silvia Pitzalis, antropologa del Dipartimento DESP dell'Università di Urbino “Carlo Bo”. Verranno inoltre presentati degli approfondimenti su alcune realtà territoriali, a cura di Massimo Mucciardi, statistico del Dipartimento COSPECS dell'Università di Messina, Maria Jolanda Dezi e Alessandro Fulimeni dell'associazione Nuova Ricerca Agenzia Res. Gli interventi si concluderanno con il racconto di una esperienza di accoglienza in famiglia presentata da Sophia Osayande e Marco Moschini. L'incontro sarà moderato da Andrea Nucita, docente del Dipartimento COSPECS dell'Università di Messina.

Milano: domani mons. Delpini in Via Padova per la benedizione natalizia alle comunità etniche

10 Dicembre 2020 - Milano – Domani, venerdì 11 dicembre, dalle 17.30, l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, si recherà in via Padova. Nel rispetto dei protocolli e delle norme di distanziamento sociale, imposte dalla pandemia, il gesto tipico delle festività natalizie – la benedizione delle famiglie - avverrà in una forma insolita: non nei singoli appartamenti, ma nella locale parrocchia e dai cortili di alcuni palazzi popolari. Inoltre la visita dell’arcivescovo sarà anche l’occasione per incontrare le diverse comunità etniche che popolano il quartiere. La visita inizierà alle ore 17.30 dalla chiesa di San Giovanni Crisostomo, che proprio nei prossimi giorni celebra i 45 anni di consacrazione. In parrocchia mons. Delpini incontrerà per un momento di preghiera le famiglie, i gruppi di catechismo, i giovani i membri del Consiglio parrocchiale e degli affari economici. Dopo la preghiera si sposterà nel parcheggio antistante la chiesa per benedire i tassisti e i negozianti di alcuni esercizi commerciali: tra loro anche un fiorista bengalese e i titolari di un ristorante cinese. Quindi, mons. Delpini entrerà al civico 109 e dal cortile, con un altoparlante, impartirà la benedizione alle famiglie affacciate alle finestre. Poi, nei pressi di una macelleria islamica, al civico 115 l’arcivescovo consegnerà la Lettera di Natale per le famiglie islamiche al responsabile della Casa di cultura musulmana di via Padova, Mahmoud Asfa. Infine raggiungerà i caseggiati compresi tra via Tarabella 4, Cesana 3 e Palmanova 59, dove benedirà sempre dal cortile le famiglie e concluderà la visita rendendo omaggio al presepe allestito presso la propria sede dal comitato di inquilini “Cortili solidali”, il cui presidente, Gianni Para, è Ambrogino d’Oro per meriti sociali. In occasione della visita, gli inquilini dei palazzi raccoglieranno generi alimentari che consegneranno alla Caritas affinché siano distribuiti alle famiglie più povere. «La benedizione dai cortili è un modo che abbiamo trovato per non far venire meno la nostra vicinanza alle famiglie in un tempo così drammatico - osserva il parroco, don Felice Capellini -. Viene un po’ meno l’intimità dell’incontro nelle case, che sarebbe rischioso per il contagio. Ma rimane un gesto di attenzione e d’incoraggiamento tanto più necessario ora in cui tante persone soffrono per lutti, perdita del lavoro, incertezza del futuro. La visita dell’Arcivescovo ci incoraggia a proseguire in questa direzione».  

Aversa: con le scuole parte la X Edizione della Festa dei Popoli

9 Dicembre 2020 - Aversa - La più grave crisi degli ultimi decenni non ferma la Festa dei Popoli Aversa. La manifestazione ideata e organizzata da alcuni uffici della diocesi di Aversa giunge alla X Edizione, intitolata “Ogni uomo è mio fratello”: come ogni anno, l’evento si articolerà in un percorso a tappe in grado di coinvolgere società civile, comunità parrocchiali e istituzioni scolastiche, per culminare nell’evento finale di maggio 2021. “La Chiesa spera in una rinnovata Pentecoste”, afferma mons. Angelo Spinillo. “Infatti, come narra il libro degli 'Atti degli Apostoli', in quel giorno di festa le tante persone presenti sulla spianata del Tempio a Gerusalemme, non cambiarono la loro identità né le forme della propria presenza, ma, riconoscendo il dono di Dio, la comune grazia della vita, ebbero la possibilità di condividere il bene. Anche oggi, per noi, deve essere una festa incontrare, conoscere, condividere il bene della vita in tutte le forme in cui si è sviluppata nella storia di ogni popolo e di ogni persona. Sarà possibile se tutti impariamo a parlare l’unica lingua della fraternità”.  Per il vescovo di Aversa la Festa dei popoli è l’occasione, che anche quest’anno ci è data, “per vivere la gioia del poter comunicare ad altri la ricchezza di bene che Dio ha donato alla nostra vita e per condividere la ricchezza di bene presente in ogni altra persona ed in ogni altra cultura”. “Questa terribile crisi aumenta le disuguaglianze fra i popoli e le nazioni”, dichiarano don Giuseppe Esposito e don Carlo Villano, responsabili della “Festa dei Popoli Aversa”. “D’altra parte, però, non potevamo non ripartire con il nostro percorso, che il prossimo anno raggiungerà un traguardo importante: dieci anni di impegno e cooperazione per far crescere la cultura dell’accoglienza, per educare all’umanità e alla solidarietà, fra preghiera e colori, riflessione, sapori e melodie”. La partenza della X Edizione della Festa dei Popoli Aversa è affidata alle scuole, il cui ruolo assume particolare rilevanza, specialmente in un anno tanto complesso e travagliato. Lo sottolineano le referenti del Percorso Scuole, Lina Ingannato e Mariolina Ferraro: “In dieci anni di cammino insieme alle comunità scolastiche, possiamo dire di aver compiuto passi da gigante nel trasmettere e fortificare quelle che sono le finalità educative e formative della F.d.P.: educare al senso di umanità ed all’empatia, comprendere che il razzismo non è contemplato dal Signore, formare all’uguaglianza e fratellanza fra i popoli”. Sono già moltissimi gli istituti scolastici (Scuole Primarie, Secondarie di I e II grado) che hanno aderito al percorso 2020-2021, che prenderà il via a metà dicembre con la “Preghiera a colori”, ovvero una Preghiera Interconfessionale fra “fratelli diversi” che si terrà in streaming. Nel corso dell’anno, poi, le scuole saranno impegnate in due laboratori - “Facciamoci gli auguri” e “Gocce di memoria” - i cui frutti verranno presentati in occasione dell’evento conclusivo di maggio. “Abbiamo chiesto a tutti i docenti e dirigenti un impegno ancora maggiore al fine di far arrivare ai loro alunni il messaggio di pace e fratellanza di Festa dei Popoli”, specificano le prof. Ingannato e Ferraro. “Ovviamente, tutte le attività si svolgeranno nel più rigoroso rispetto delle misure di sicurezza anticovid, e quindi in larghissima parte a distanza, ma la nostra speranza è che il tanto auspicato miglioramento della situazione epidemica possa permettere l’organizzazione in presenza della giornata finale di maggio”.    

Rifugiati e migranti tra solidarietà e paura: un convegno a Gennaio

9 Dicembre 2020 - Roma - “La comunicazione su migranti e rifugiati tra solidarietà e paura”: questo il tema della giornata promossa per martedì 19 gennaio 2021, in diretta online, dal Comitato Informazione, migranti e rifugiati dell’Iscom. Una giornata che vuole essere – spiegano i promotori - una nuova occasione di confronto tra accademici, giornalisti e responsabili di organizzazioni umanitarie per mettere a fuoco le criticità del sistema dei media e per contribuire a una informazione seria e rispettosa della dignità umana. Con particolare attenzione all'etica e alla deontologia professionale nella informazione e nella comunicazione su migranti e rifugiati, l’iniziativa si rivolge a giornalisti, operatori della comunicazione di organizzazioni impegnate sul tema, responsabili di istituzioni ecclesiali ed educative.​

Migrantes Rimini: anche quest’anno la mostra “Presepi dal Mondo”

7 Dicembre 2020 -

Rimini - La pandemia non ferma la mostra sewi Presepi dal Mondo promossa annualmente dall'ufficio Migrantes e dalla Caritas diocesana di Rimini, arrivata alla sua XVII edizione. Quest'anno la mostra avrà una modalità diversa. Sarà, infatti, itinerante.  Grazie alla collaborazione di Zeinta di Borg e al sostegno del Comune di Rimini, numerosi negozi del centro storico hanno messo a disposizione la propria vetrina per dare spazio a una natività proveniente da diverse parti del mondo. In alcuni casi la vetrina è stata allestita insieme agli immigrati che hanno dato la propria disponibilità per preparare il presepe della propria nazione, in altri casi il presepe è stato offerto  al negoziante che lo ha poi messo in mostra nella propria vetrina. La scelta di allestire la mostra nelle vetrine dei negozi è nata per "portare la speranza e la bellezza del Natale nella nostra città, evitando situazioni di assembramento e permettendo una visibilità della mostra dall’esterno, a cui si aggiunge l’intento di sostenere la rete dei negozi locali che in questo periodo stanno lottando contro la spietata concorrenza delle vendite on-line e di far sentire le comunità migranti, presenti nella nostra diocesi, parte del nostro tessuto sociale partecipando con presepi caratteristici della propria cultura", spiega la diocesi aggiungendo che i presepi saranno esposti da domani, 8 dicembre al 6 gennaio. 

Migranti: Viminale, da inizio anno sbarcate 32.919 persone sulle nostre coste

7 Dicembre 2020 - Roma - Sono 32.919 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 12.542 sono di nazionalità tunisina (38%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (4.132, 13%), Costa d’Avorio (1.807, 6%), Algeria (1.379, 4%), Pakistan (1.358, 4%), Egitto (1.162, 4%), Sudan (1.097, 3%), Marocco (996, 3%), Afghanistan (949, 3%), Somalia (810, 2%) a cui si aggiungono 6.687 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Migrantes: le persone in fuga nel mondo aumentano, ma quelle che trovano protezione in Europa e in Italia sono sempre meno

3 Dicembre 2020 -

Roma - Che cosa costringe un numero sempre più elevato di persone nel mondo a lasciare le proprie case e i propri Paesi d’origine? Quali sono le rotte che le persone in fuga percorrono per cercare protezione nei confini dell’Unione Europea e in Italia?

Sono le prime questioni a cui il Report 2020 sul Diritto d’Asilo della Fondazione Migrantes, presentato oggi, intende rispondere, dati aggiornati e fatti alla mano. Per essere poi costretto a richiamare l’attenzione su una constatazione preoccupante: una domanda globale di protezione in crescita per guerre, crisi, violazioni dei diritti, disuguaglianze economiche, mancato accesso al cibo o all’acqua, land grabbing, desertificazione, disastri ambientali e attacchi terroristici trova sempre meno risposte nell’Unione Europea e in Italia, così come continuano ad essere troppo poche le persone che riescono ad attraversare questi confini attraverso canali legali sicuri. Mentre la pandemia di Covid-19 che ha colpito e sta continuando a colpire tutto il mondo non ha portato, per ora, una maggiore solidarietà, ma perlopiù inasprimenti nella chiusura delle frontiere.

Anche nel nuovo progetto di “Patto europeo per la migrazione e l’asilo”, uno dei pochi obiettivi condivisi (al di là delle dichiarazioni di principio) non è tanto proteggere le persone costrette a fuggire o agire sulle cause che le obbligano alla partenza, ma farne entrare nel continente (e nel nostro Paese) il minor numero possibile. 

Habeshia: “aprire corridoi e aiuti umanitari”

2 Dicembre 2020 -

Roma - I campi dei profughi eritrei nel Tigrai, che ospitano circa 96mila persone, hanno subito gli effetti dell’azione militare portata avanti dal governo centrale dell’Etiopia. L’agenzia Habeshia riferisce oggi di 3 morti (non accertati) e teme 6mila rimpatri forzati ad Asmara. I profughi eritrei vivono da anni in quattro grandi centri di raccolta, gestiti dall’Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), situati a Adi Harush, Mai Aini, Hitsats e Shimelba. “Lo sconvolgimento portato dalla guerra – lancia l’allarme l’agenzia Habeshia di padre Mussie Zerai – rischia adesso di far saltare questo fragile equilibrio e, peggio, anche ogni forma di protezione”. I combattimenti fortunatamente non li hanno colpiti direttamente ma “ad Adi Harush risulta che tre giovani siano stati uccisi da una raffica di schegge durante un pesante bombardamento sull’area limitrofa al campo”. Due sono le minacce temute: “Il rischio di deportazione forzata in Eritrea e la difficoltà di sussistenza a causa della brusca interruzione di tutte le forme di assistenza e rifornimento anche dei beni più indispensabili”. Nel campo di Shimelba, in particolare, a 30 km dalla frontiera con l’Eritrea, “circolano da giorni notizie che circa 6mila profughi sarebbero stati bloccati all’interno o nei dintorni del centro di accoglienza e rimpatriati in stato d’arresto da parte di reparti militari eritrei entrati in territorio tigrino, come alleati dell’esercito federale etiopico”. In questo modo rischiano di diventare dei “desaparecidos” “perché tutti i registri dell’UNHCR sarebbero stati distrutti, in modo da non lasciare traccia degli ospiti del campo o comunque da rendere estremamente difficili le ricerche”. Al momento, precisa Habeshia, vista l’interruzione delle reti telefoniche ed internet e il divieto di ingresso nel Tigrai a giornalisti e organizzazioni umanitarie “non è stato possibile finora verificare se queste notizie abbiano fondamento”. A fronte di tutto ciò l’agenzia Habeshia chiede, tra l’altro, di “organizzare canali umanitari che consentano il trasferimento verso altri Stati delle migliaia di profughi che si sono trovati loro malgrado coinvolti nella guerra” e di “riaprire subito le frontiere del Tigrai agli aiuti umanitari”. (Sir)​

 

Migrantes Messina-Lipari-S. Lucia del Mela: domani “Traiettorie dell’inclusione”

1 Dicembre 2020 -

Messina - Domani, martedì 1 dicembre 2020, dalle ore 15.30 sarà presentato il volume “Traiettorie dell'inclusione. Esperienze e strategie di lavoro sociale con le persone straniere”, a cura di Andrea Biagiotti e Tiziana Tarsia. L’evento, organizzato dall’Ufficio Migrantes  Messina-Lipari-S. Lucia del Mela e dal Dipartimento COSPECS dell’Università degli Studi di Messina, è inserito tra gli appuntamenti del progetto “Trame migranti” per la diffusione delle tematiche e delle buone pratiche che riguardano le migrazioni e l’accoglienza. Il volume offre una rassegna di ricerche su servizi ed esperienze nel campo dell’inclusione. Dopo una descrizione delle traiettorie recenti del fenomeno migratorio in Italia, da parte di Maurizio Ambrosini, si esplorano, a partire dalle specificità del lavoro sociale, la relazione di aiuto, l’attivazione delle reti di supporto e le traiettorie di vita nell’intervento con i migranti, descrivendo nei casi concreti le strategie e le pratiche sociali che gli operatori e i servizi mettono in atto per costruire percorsi di autonomia e spazi di permanenza consapevole. Il volume raccoglie l’esperienza del progetto di formazione e ricerca “Migrazioni: complessità e conflitto”, che l’Ufficio diocesano Migrantes e il Dipartimento COSPECS hanno realizzato con il finanziamento della Fondazione Migrantes attraverso i fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica. La presentazione del volume si aprirà con i saluti del Direttore del Dipartimento Cospecs, Pietro Perconti, del Direttore Generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis e del Direttore dell’Ufficio diocesano, Santino Tornesi. Durante l'incontro, introdotto da Maurizio Ambrosini, sociologo dell’Università degli Studi di Milano, sono previsti interventi di Monia Giovannetti , responsabile Dipartimento Studi e Ricerche di Cittalia e Marco Calisto, RSD Associate presso UNHCR Agenzia Onu per i Rifugiati. L’incontro sarà moderato da Andrea Biagiotti e Tiziana Tarsia, sociologi del Dipartimento COSPECS dell’Università degli Studi di Messina. Saranno presenti gli autori: Anna Elia (Università della Calabria), Vanna Riva (Università di MilanoBicocca), Paolo Rossi  (Università di Milano-Bicocca), Federica Marino e Domenico Pellegrino (Ufficio Migrantes di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela), Chiara Raffa, Esmeralda De Maria, Michele Romano, Marco Nolasco, Stefania La Malfa (partecipanti al corso “Migrazioni: complessità e conflitto”). 

Ismu: un quinto degli stranieri in Italia sono minori

1 Dicembre 2020 - Milano - Al 1° gennaio 2020 sono un milione e 78mila i minorenni stranieri iscritti nelle anagrafi comunali in Italia, cioè un quinto della popolazione straniera complessivamente residente. In particolare, è significativa la fascia dei giovanissimi fino ai 7 anni, che costituiscono il 50% dei minori stranieri. Lo afferma la Fondazione Ismu, Iniziative e studi sulla multietnicità. Guardando ai cittadini non comunitari, i recenti dati pubblicati da ISTAT – aggiunge Ismu – consentono di evidenziare le diverse incidenze tra le nazionalità presenti: un terzo dei cittadini egiziani presenti al 1° gennaio 2020 ha meno di 18 anni, in termini assoluti 48mila minorenni; sono molto basse, invece, le incidenze tra i cittadini maliani e gambiani, dove i minori di 17 anni rappresentano rispettivamente il 4% e il 3% dei presenti. In valori assoluti, i cittadini non comunitari di età tra 0 e 17 anni maggiormente presenti al 1° gennaio 2020 sono di nazionalità marocchina (121mila) e albanese (105mila); terzi in graduatoria i giovani cinesi, con 79mila presenze.

Un calendario e un percorso per imparare a essere “sfollati come Gesù”

28 Novembre 2020 - Città del Vaticano - Un calendario, da utilizzare a casa, in parrocchia, in oratorio, in comunità o altrove, che permetterà di vivere l’Avvento con un pensiero particolare per gli sfollati interni attraverso un pensiero di Papa Francesco, una riflessione, un’intenzione di preghiera e molto altro. E’ una delle iniziative in preparazione al Natale predisposta dalla sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, per continuare a riflettere e meditare sul Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. L’altra iniziativa si chiama “Sfollati come Gesù”, un’attività creativa e arricchente “per mettersi alla prima e imparare qualcosa di nuovo sulla realtà degli sfollati”, spiegano i promotori in una nota: “Un percorso che ci porta all’incontro con gli ultimi, ci permette una maggior conoscenza della loro vita e propone buone pratiche”.    

Festival della Migrazione: oggi la giornata conclusiva

28 Novembre 2020 - Modena - Si concluderà oggi la quinta edizione del Festival della Migrazione. Una edizione tutta on line sul sito www.festivalmigrazione.it e sul profilo facebook del festival. Alle  11 ‘Noi ci siamo! Cittadini senza cittadinanza’ con Marwa Mahmoud, consigliere comunale di Reggio Emilia, Jovana Kuzman del movimento Italiani senza Cittadinanza, Maria Chiara Prodi, del consiglio generale Italiani all’estero e Omar Daffe, ex calciatore che lavora per la Figc. Modera la giornalista Paula Baudet Vivanco. Alle 15.30 interverranno i presidenti nazionali di Arci, Csi, Agesci e Azione Cattolica, oltre al presidente di Cittadini nel Mondo per lo spazio dedicato alle associazioni coordinato da Alberto Caldana, presidente Csv Terre Estensi. Alle 17 la chiusura con il tavolo dell’attualità politica. Presenti Stefania Ascari Movimento 5stelle, Graziano Delrio Pd, Maria Chiara Gadda Italia viva e Cecilia Guerra di Leu. Sono state invitate anche le altre forze politiche in Parlamento. Coordina il professor Gianfrancesco Zanetti di Unimore. A seguire la conclusione del portavoce del Festival, Edoardo Patriarca. L’appuntamento è promosso da Fondazione Migrantes, Porta Aperta, Crid di Unimore e Integriamo, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena e oltre 50 aderenti ed enti locali, gode inoltre del sostegno del Csv Terre Estensi e di Fondazione di Modena e del contributo di Bper Banca, Coop Alleanza 3.0, Menù e Neon King.

Prodi al Festival della Migrazione: “Un Master europeo per studiare questi temi”

26 Novembre 2020 -

Modena - E’ iniziato questo pomeriggio il Festival della Migrazione di Modena che quest’anno si terrà completamente online sul sitowww.festivalmigrazione.it e sulla pagina Facebook del Festival. Ad aprire i lavori il portavoce del Festival, Edoardo Patriarca. Tra i primi interventi quello del Vice Ministro agli Interni, Matteo Mauri che ha annunciati che "questa notte la Camera ha chiuso i lavori per la conversione in legge del decreto Immigrazione. Una battaglia culturale per chiudere una stagione in cui si è voluto dipingere il diverso come nemico e criminalizzare chi fa soccorso in mare. Dobbiamo superare la logica inaccettabile di mettere penultimi contro ultimi e dobbiamo costruire una società più equa”. Il vice Ministro ha concluso allargando lo sguardo: “Introdurremo di nuovo la protezione umanitaria e ne allargheremo i confini e poi c’è il nuovo sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che prende spunto dagli Sprar con un sistema diffuso di tanti gruppi di piccole dimensioni per fare vera integrazione e limitare al massimo le conflittualità. E poi interverremo sulla formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro. E’ necessario però mettere mano alla legge su cittadinanza e al superamento della ‘Bossi Fini’, che crea un sistema che crea irregolari. Serve anche un racconto diverso e occorre farlo insieme, forze politiche e sociali”. L’intervento del professor Romano Prodi è entrato in pieno sul tema: “Siamo il Paese con la più bassa natalità del mondo: è un segno di stanchezza e disagio collettivo. Nascono appena 400mila bambini. In una società così il tema dei giovani è complicato, perché la voce degli anziani finisce con l’interessare di più e poi c’è un mercato del lavoro che non riesce ad assorbire i giovani. A questi si aggiungono circa 5 milioni di stranieri, l’8% della popolazione, un numero calato di 500mila rispetto al 2015: è chiaro, dunque, che chi parla di invasione lo fa con motivazioni politiche. Ma questo festival non è un’occasione per lamentarsi, ma dare risposte concrete: per fare questo abbiamo bisogno di un centro di analisi complessiva, coinvolgendo l’università. Va pensato e realizzato un master che si occupi di questi temi a tutto tondo, a Modena o altrove, e deve essere a livello internazionale, europeo. La consapevolezza che il fenomeno migratorio sta cambiando l’Europa adesso è comune a tutti i paesi, cambiare il trattato di Dublino è necessario, ben sapendo che si tratta di un problema molto complesso. Vedo però passi avanti in Europa, forse anche per l’uscita della Gran Bretagna. In Italia c’è un lavoro da fare anche a livello locale: non abbiamo mai saputo realmente valorizzare il contributo dei migranti e in questo modo abbiamo perso tutti qualcosa. Il migrante è uno di noi – ha sottolineato – e c’è invece l’idea di catalogarli tra i poveri, quando invece portano con loro grandi risorse”. Il finale è per il Mediterraneo: “Cento anni fa il Mediterraneo era fonte di affari, oggi è una barriera. Bisogna ricostruire una struttura di collaborazione, anche per un interesse nazionale. Il nostro Mezzogiorno non potrà mai svilupparsi se intorno a sé non ha niente e il Mediterraneo in questo è decisivo. L’Italia è decisiva per costruire alleanze, in Europa abbiamo questa missione, quella di legare il Mediterraneo ed è il vero modo di aiutare le nuove generazioni”.

L’arcivescovo di Modena, mons. Erio Castellucci, ha spiegato: “Cento anni fa, proprio oggi, nasceva Ermanno Gorrieri che, oltre a tanto altro, sapeva educare i giovani a un futuro di speranza, di integrazione, di inclusione, un futuro bello. Iniziative come questo festival va in questa direzione, guarda avanti. Spesso sulle nuove generazioni si ragiona e si fanno discorsi, ma vanno prima di tutto ascoltate. E chi viene da fuori e diventerà italiano a tutti gli effetti, come auspichiamo, porta con sè energie e proposte di cui una società come la nostra, che è invecchiata, ha bisogno”. La chiosa del Sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli: “Occorre fare un salto di qualità sul tema, parliamo della nostra storia di ieri e di oggi. E dobbiamo guardare alle nuove generazioni. Pensiamo ai ragazzi stranieri delle nostre scuole: noi diamo la cittadinanza modenese a 10 anni, sentono l’appartenenza. E’ tempo di un dialogo culturale che faccia crescere tutti”.

L’appuntamento è promosso da Fondazione Migrantes, Porta Aperta, Crid di Unimore e Integriamo, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena e oltre 50 aderenti ed enti locali, gode inoltre del sostegno del Csv Terre Estensi e di Fondazione di Modena e del contributo di Bper Banca, Coop Alleanza 3.0, Menù e Neon King.

Viminale: 32.542 migranti sbarcati nel 2020 sulle coste italiane

26 Novembre 2020 -
Roma - Sono  32.542 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane nel 2020. Il dato è aggiornato dal Ministero dell'Interno aggiornato alle 8 di questa mattina. Degli oltre 32.500 migranti sbarcati in Italia nel 2020, 12.490 sono di nazionalità tunisina (38%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (4.132, 13%), Costa d’Avorio (1.737, 5%), Algeria (1.379, 4%), Pakistan (1.358, 4%), Egitto (1.155, 4%), Sudan (1.043, 3%), Marocco (995, 3%), Afghanistan (949, 3%), Somalia (809, 3%) a cui si aggiungono 6.495 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

“E subito riprende il viaggio”: da oggi il Festival della Migrazione

26 Novembre 2020 - Modena - “E subito riprende il viaggio. Giovani generazioni, nuove energie per superare la fragilità”: questo il titolo della V edizione del Festival della Migrazione di Modena, che mette al centro l’inclusione e l’integrazione soprattutto dei ragazzi. Sia di coloro che arrivano in Italia, sia i nostri connazionali che si spostano in altri Paesi. Per tre giorni, da giovedì 26 a sabato 28 novembre 2020, la città della Ghirlandina ospiterà – rigorosamente via web per via delle restrizioni dovute all’emergenza Covid19 – incontri, seminari, spettacoli, mostre, film e libri per entrare nel vivo del tema migrazione, approfondirlo grazie alla partecipazione di relatori internazionali e dare voce ai protagonisti e alle loro storie. Un percorso che si svilupperà lungo tappe di carattere giuridico, giornalistico, culturale e, soprattutto, umano. Nel corso del Festival, che prevede approfondimenti e tavoli tematici su cooperazione, economia e lavoro, sarà presentato in anteprima il “Rim Junior” della Fondazione Migrantes, il Rapporto Italiani nel Mondo. L’evento è promosso da Fondazione Migrantes con le diocesi del territorio emiliano, il Terzo settore (con Porta Aperta come capofila di una cinquantina di organizzazioni), l’Università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e Vulnerabilità, con il patrocinio e il sostegno, tra gli altri, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Modena. L'edizione 2020  potrà essere seguito in diretta dalla pagina Facebook del Festival.

UE: presentato il piano d’azione europeo per l’integrazione per il periodo 2021-2027

26 Novembre 2020 - Bruxelles - “L’inclusione per tutti è l’incarnazione dello stile di vita europeo. Le politiche di integrazione e inclusione sono vitali per i nuovi arrivati e per le comunità locali, e contribuiscono a rendere coese le società e a rafforzare le economie”. Così Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione, responsabile per la “promozione dello stile di vita europeo”, ha presentato il piano d’azione per l’integrazione e l’inclusione per il periodo 2021-2027. Il piano riconosce “l’importante contributo offerto dai migranti all’Ue” e affronta “le barriere che possono ostacolare la partecipazione e l’inclusione delle persone provenienti da un contesto migratorio”. Si basa sul principio secondo cui “l’integrazione inclusiva richiede impegno da parte sia delle persone da integrare, sia della comunità ospitante”. Schinas aggiunge: “Chiunque abbia il diritto di soggiornare in Europa dovrebbe avere accesso agli strumenti di cui ha bisogno per realizzare in pieno il suo potenziale e assumere i diritti e gli obblighi che governano la nostra Unione”. Nel piano si legge che sono all’incirca 34 milioni gli abitanti dell’Ue (circa l’8 % della popolazione) che sono nati fuori dall’Unione. Il 10% dei giovani di età compresa tra 15 e 34 anni nati nell’Ue hanno almeno un genitore nato in un Paese terzo. La Commissione guidata da Ursula von der Leyen ha così intrapreso con decisione la strada dell’inclusione delle persone nate in un Paese terzo: posizione subito contrastata da nazionalisti e ambienti politici xenofobi. La strategia promossa dall’esecutivo, che necessita dell’avallo di Parlamento e Consiglio Ue, si basa sul rispetto delle regole, sull’asilo, sulla sicurezza e sull’integrazione sociale e culturale.