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Festa dei Popoli a Rimini: dal canto dei filippini al coro dei congolesi: la sinfonia delle diversità

7 Gennaio 2022 -

Rimini - Decine di bandiere colorate sventolano festose, ma non siamo allo stadio, tra i tifosi della squadra del cuore. Gli “spalti” sono quelli della Cattedrale di Rimini, il “fischio d’inizio” è la processione della Messa dei popoli, la tradizionale liturgia che ogni anno, da 27 stagioni, la diocesi di Rimini propone in occasione della festa dell’Epifania. L’animazione è a cura delle comunità di immigrati cattolici presenti sul territorio riminese. È un momento molto sentito dai cattolici immigrati, posti al centro della liturgia, con le loro espressioni di preghiere, di canti, di gesti. Molti sono vestiti in abiti tradizionali. Le comunità di immigrati con la loro partecipazione esprimono la loro appartenenza alla chiesa di Rimini senza perdere identità e tradizioni. La Messa è stata preparata da Caritas e Migrantes diocesana, insieme a diverse comunità di stranieri residenti a Rimini, con momenti vissuti in ben tredici lingue. Per dare il massimo valore cattolico alla festa, sono stati invitati a concelebrare tutti i sacerdoti di origine straniera residenti a Rimini, anche di rito bizantino come padre Cristian (Chiesa greco-cattolica rumena) e don Viktor (Chiesa grecocattolica ucraina), che hanno concelebrato con il vescovo Francesco Lambiasi. Anche le intenzioni di preghiera sono state recitate negli idiomi di vari Paesi, persino in aramaico (dalla comunità etiope). Durante la processione offertoriale rappresentanti in costumi tipici tradizionali del Perù, Cina, Filippine, Ucraina hanno portato all’altare alimenti e oggetti tipici. Un canto in tagalog (filippino) è stato eseguito dalle suore della congregazione delle Sorelle dell’Immacolata di Miramare, un altro dal coro cinese della comunità di Montetauro mentre a intonare il Santo ci hanno pensato la comunità congolese e zairese.

«La Messa dei popoli – commenta don Mathieu Malick Faye, direttore diocesano della Migrantes – è una bella occasione per esprimere la festa e la fede, ciascuno nella propria cultura. Ma questi nostri fratelli arrivati da lontano ci ricordano anche il dramma di tanti immigrati, costretti a fuggire dal loro paese in cerca di pace, di lavoro e di una vita dignitosa ». «I Magi sono la primizia degli uomini di tutti i popoli che incontrano Cristo e lo seguono come Dio e Signore – ha detto il vescovo Lambiasi – l’amore verso lo straniero e verso il povero non è solo una esigenza sociale o etica o morale, ma è la riproduzione del modo di agire di Dio». (Paolo Guiducci - Avvenire) 

Migrantes Rimini: Messa dei Popoli domani con mons. Lambiasi

5 Gennaio 2022 - Rimini - Sarà il vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, a presiedere  domani alle ore 17.30 nella  Basilica Cattedrale la Messa dei Popoli, animata dalle comunità di immigrati cattolici di ogni nazione presenti sul territorio riminese. La celebrazione, promossa dall'Ufficio Migrantes della diocesi, vedrà la partecipazione di sacerdoti di origine straniera residenti a Rimini e sarà animata dal coro dei popoli, con immigrati di varie nazionalità, che eseguiranno canti nelle varie lingue d’origine. Anche le intenzioni di preghiera saranno recitate negli idiomi di vari Paesi: italiano, francese, spagnolo, ucraino, cinese e  aramaico.

Festa dei Popoli: ieri celebrazioni in tante diocesi italiane

7 Gennaio 2021 - Roma - Celebrazioni Eucaristiche e momenti all’insegna dell’essenzialità ieri in tante diocesi italiane per la Festa dei Popoli. Occasioni che annualmente – quest’anno in modo molto limitato a causa della pandemia - richiamano non solo gli stranieri presenti ma anche molti fedeli italiani. Anche ieri da Nord a Sud ci si è ritrovati per pregare insieme. In questi giorni su www.migransonline.it abbiamo dato alcuni appuntamenti. In questo pezzo oggi raccontiamo qualche celebrazione come a Vicenza dove il vescovo, mons. Beniamino Pizziol, ha celebrato in Cattedrale evidenziando che si è trattato di «una celebrazione meno solenne ma non meno intensa, perché i nostri cuori sono uniti». Alla celebrazione, promossa dall’ufficio diocesano Migrantes, un centinaio di migranti residenti in città a causa della pandemia che hanno animato la liturgia con canti e preghiere nelle varie lingue con una particolare attenzione agli ammalati di Covid e agli operatori sanitari, alle famiglie, al Papa, ai giovani. «Voi – ha detto il presule - arricchite la Chiesa con la vostra presenza, la vostra cultura e le vostre tradizioni». Con il vescovo hanno celebrato p. Domenico Colossi, direttore dell’ufficio Migrantes e i cappellani che seguono le singole comunità cattoliche di nazionalità straniera, circa 15 di fede cattolica che risiedono nel territorio diocesano. «Voi fratelli immigrati portate il dono della vostra fede, che è cresciuta con voi e che ora si manifesta in questa città che vi accoglie, conservando la vostra fede con generosità ed evitando che i vari Erodi possano metterla in discussione o scalfirla», ha detto il card. Crescenzio Sepe, amministratore apostolico della diocesi di Napoli, nella celebrazione in cattedrale.  Alla celebrazione, organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes, diretto da don Pasquale Langella, erano presenti alcuni gruppi etnici che vivono a Napoli. Nella tradizione della festa della Befana, poi, ai figli degli immigrati, sono stati donati giocattoli offerti dal Movimento Cristiano Lavoratori e dall’Ordine di Malta. Festa dei Popoli anche nella cattedrale di Torino su iniziava dell’ufficio Migrantes diocesano diretto da Sergio Durando e che ha visto, pur con tutte le limitazioni dovute alle normative vigenti, la presenza di diverse comunità etniche. «La Chiesa ha sempre visto il pellegrinaggio dei Magi sotto il segno di quell’anelito di tutta l’umanità verso Cristo Signore perché ogni uomo è stato creato per Cristo e il desiderio più forte, che ha in sé stesso, è trovarlo e riconoscerlo come suo Creatore e Signore» ha detto l’arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia della liturgia. Il presule, che anche amministratore apostolico di Susa, ha celebrato anche qui una liturgia per le comunità migranti. A Rimini celebrazione con il vescovo, mons. Francesco Lambioasi in varie lingue mentre la festa è stata rinviata a domenica 26 settembre, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Alla celebrazione hanno partecipato sacerdoti stranieri che prestano servizio in diocesi per sottolineare «l’universalità del Vangelo e della Chiesa dove ognuno si deve sentire accolto, desiderato e amato», ha detto il direttore Migrantes, Cesare Giorgetti. Per mons. Lambiasi la festa dell’Epifania è «manifestazione di Cristo ai pagani, è la festa della fede, offerta a tutto il mondo». (Raffaele Iaria)      

Migrantes Rimini: anche quest’anno la mostra “Presepi dal Mondo”

7 Dicembre 2020 -

Rimini - La pandemia non ferma la mostra sewi Presepi dal Mondo promossa annualmente dall'ufficio Migrantes e dalla Caritas diocesana di Rimini, arrivata alla sua XVII edizione. Quest'anno la mostra avrà una modalità diversa. Sarà, infatti, itinerante.  Grazie alla collaborazione di Zeinta di Borg e al sostegno del Comune di Rimini, numerosi negozi del centro storico hanno messo a disposizione la propria vetrina per dare spazio a una natività proveniente da diverse parti del mondo. In alcuni casi la vetrina è stata allestita insieme agli immigrati che hanno dato la propria disponibilità per preparare il presepe della propria nazione, in altri casi il presepe è stato offerto  al negoziante che lo ha poi messo in mostra nella propria vetrina. La scelta di allestire la mostra nelle vetrine dei negozi è nata per "portare la speranza e la bellezza del Natale nella nostra città, evitando situazioni di assembramento e permettendo una visibilità della mostra dall’esterno, a cui si aggiunge l’intento di sostenere la rete dei negozi locali che in questo periodo stanno lottando contro la spietata concorrenza delle vendite on-line e di far sentire le comunità migranti, presenti nella nostra diocesi, parte del nostro tessuto sociale partecipando con presepi caratteristici della propria cultura", spiega la diocesi aggiungendo che i presepi saranno esposti da domani, 8 dicembre al 6 gennaio. 

Rimini: quando la Messa dei popoli parla la lingua degli immigrati

8 Gennaio 2020 - Rimini -  La partenza di Giuseppe e Maria da Nazaret; la nascita di Gesù, la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. La Messa dei popoli è iniziata sul sagrato del Duomo, a Rimini: un presepe vivente che ricorda che anche oggi Gesù, insieme a tanti poveri, «non trova alloggio, e nasce in posti di fortuna: una povera capanna; un cartone con una coperta, una panchina. - fa notare Cesare Giorgetti, direttore di Migrantes Rimini - Anche oggi a riconoscere e lodare il Dio con noi, sono soprattutto i poveri, i pastori, coloro che sanno lasciarsi guidare dalle stelle e dai sogni». Per i suoi 25 anni, la Messa dei Popoli, animata dalle comunità di immigrati cattolici di ogni nazione presenti sul territorio riminese nella solennità dell'Epifania, si è voluta "regalare" la novità dei momenti principali della Natività rappresentate da alcune comunità di immigrati. Il successivo festoso sventolio di bandiere multicolori, accompagnato da applausi scroscianti delle centinaia e centinaia di presenti (molti vestiti in abiti tradizionali), ha poi dato il via alla processione nella Cattedrale della Messa dei popoli. «La Messa dei popoli - ha commentato Mario Galasso, direttore della Caritas diocesana - è un'occasione per esprimere la festa e la fede, ciascuno nella propria cultura. Ma questi nostri fratelli arrivati da lontano ricordano anche il dramma di tanti immigrati costretti a fuggire dai paese d'origine in cerca di pace, lavoro e vita dignitosa». A presiedere la Messa è stato lunedì (6 gennaio, ndr) il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi. «A pensarci bene, tutti, me compreso, possiamo confessare che veniamo anche noi o siamo venuti da lontano. Ciò che colpisce nel racconto dei Magi, è il loro cammino solo per una piccolissima luce, letta nello sconfinato libro dell'universo». La liturgia è stata animata dagli immigrati con canti, colori, preghiere in diversi idiomi e gesti delle diverse tradizioni. Il coro multietnico diretto da Simonetta Guidi ha eseguito canti in rumeno, peruviano, filippino, ucraino, argentino, cinese, nigeriano e venezuelano. Nella processione offertoriale i vari rappresentanti delle comunità presenti, vestiti con i costumi tradizionali, hanno portato all'altare prodotti e oggetti tipici del loro Paese d'origine mentre le ragazze di nazionalità filippina si sono "esibite" in una danza tradizionale accompagnando all'altare Gesù Bambino. Al termine della celebrazione, dopo il tradizionale bacio alla statua di Gesù Bambino, la Caritas diocesana ha aperto le sue porte per una cena a buffet con specialità tipiche preparate dalle stesse comunità di immigrati. (Paolo Guiducci – Avvenire)