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A Roma, un convegno sui “corridoi lavorativi” per i migranti

6 Marzo 2025 - Venerdì 7 marzo 2025, alle ore 9,30, presso l’Enpam, sala conferenze Museo Ninfeo, Piazza Vittorio Emanuele II, 79 a Roma si terrà il convegno “Italia e immigrazione. I diritti del lavoro e i corridoi lavorativi” promosso dal Movimento cristiano lavoratori (Mcl) e dal Als - Associazione Lavoratori stranieri Mcl. I corridoi lavorativi nascono per formare cittadine e cittadini stranieri residenti in Paesi che non fanno parte del continente europeo, per fornire loro tutti gli strumenti che possano garantire l’ingresso in modo sicuro nel territorio italiano, un lavoro stagionale presso le aziende che hanno aderito al progetto e un inserimento nel contesto socio-economico italiano. Interverrà anche mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes. Quello dei corridoi lavorativi, spiega mons. Felicolo, è "un percorso che può aiutare ad aprire le porte dell’Italia e le porte del mondo del lavoro" con "un ingresso sicuro. Il lavoro è importante per tutti, è essenziale per dare dignità alla persona" in una Penisola in cui "esistono anche diverse 'Italie in Italia', che vanno riconosciute e di cui va tenuto conto, andando oltre posizioni ideologiche, e che rappresentano il presente e il futuro del nostro Paese".

Papa Francesco invia una lettera ai vescovi USA sulle deportazioni di migranti: “Ciò che è costruito sulla base della forza inizia male e finirà male”

11 Febbraio 2025 - “L’atto di deportare persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per motivi di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, ferisce la dignità di tanti uomini e donne, di intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità”. Questo un passaggio della lettera - suddivisa in dieci punti, diffusa oggi in lingua inglese e spagnola, - che papa Francesco ha indirizzato alla Conferenza Episcopale statunitense, a poco più di due settimane dalla pubblicazione sull’account X della Casa Bianca delle fotografie di una decina di migranti che camminano in fila, ammanettati e in catene, verso un aereo militare per essere riportati in patria. Dopo aver spiegato di aver "seguito da vicino la grande crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l'avvio di un programma di deportazioni di massa", nella sua missiva il Pontefice scrive tra l'altro: "Il vero bene comune si promuove quando la società e il governo, con creatività e rigoroso rispetto dei diritti di tutti - come ho affermato in numerose occasioni - accolgono, proteggono, promuovono e integrano le persone più fragili, non protette e vulnerabili. Ciò non impedisce lo sviluppo di una politica che regoli una migrazione ordinata e legale. Tuttavia, questo sviluppo non può avvenire attraverso il privilegio di alcuni e il sacrificio di altri. Ciò che è costruito sulla base della forza, e non sulla verità della pari dignità di ogni essere umano, inizia male e finirà male".

Fonte: Vatican News.

Card. Zuppi: “È evidente la necessità di non indebolire la cultura dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati”

20 Gennaio 2025 - Nella sua Introduzione ai lavori del Consiglio Episcopale Permanente (Roma, 20-22 gennaio 2025), il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, ha toccato anche il tema dell'immigrazione: "Nonostante la riduzione degli sbarchi (secondo i dati recenti, nel 2024 sono sbarcati sulle coste italiane 66.317 migranti, il 58% in meno rispetto ai 157.651 arrivati nel 2023), rimane elevato il numero di vittime di naufragio (circa 1.700 morti in mare, 1 ogni 40 arrivi, superiore ai morti nella rotta del Mediterraneo occidentale che è di 1 ogni 36). È evidente la necessità di non indebolire la cultura dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, offrendo regole di diritti e doveri sicuri, flussi e canali che permettano l’ingresso dei necessari lavoratori, che non sono mai solo braccia, ma persone che richiedono politiche lungimiranti di integrazione". "L’esperienza dei corridoi umanitari e lavorativi - ha aggiunto il presidente della Cei - è da valorizzare perché garantisce dignità e sicurezza a chi fugge da situazioni drammatiche. Le Diocesi italiane, con il loro impegno, sono un faro di accoglienza per oltre 146.000 persone di origine straniera. Accanto ai corridoi umanitari, lavorativi e universitari sono un esempio concreto di come sia possibile conciliare il diritto a migrare con l’integrazione e lo sviluppo locale. Negli ultimi anni, tra le molteplici esperienze di accoglienza, si è sviluppato un nuovo approccio che tiene insieme la richiesta di sicurezza, il desiderio di solidarietà e l’esigenza di andare incontro ai bisogni delle persone migranti. Insomma: liberi di partire, liberi di restare e liberi di tornare, uscendo finalmente da una logica esclusivamente di sicurezza, questione evidentemente decisiva, per rafforzare la cooperazione, in particolare con l’Africa. Guardare al futuro con speranza non significa, allora, ignorare le difficoltà del presente, ma riconoscere i fili d’erba nelle crepe, il bene che può emergere anche nelle situazioni più difficili". [caption id="attachment_52960" align="aligncenter" width="834"]card. Matteo Zuppi (foto: Christian Gennari/Siciliani)[/caption]

Cinema: “Cutro Calabria Italia” in contemporanea in 50 Sale della Comunità

20 Gennaio 2025 - Venerdì 21 febbraio 2025, nell’approssimarsi del secondo anniversario della tragica strage di Cutro, l'Associazione Cattolica Esercenti Cinema – Sale della Comunità (ACEC-SdC) ha organizzato la proiezione del documentario Cutro Calabria Italia del regista Mimmo Calopresti, che si terrà in contemporanea in oltre 50 Sale della Comunità. L'evento è patrocinato dalla Fondazione Migrantes. Il film - come suggerisce lo stesso Calopresti - si prefigge il compito di «ricordare e mai dimenticare: solo così riusciamo a dare un senso ad una tragedia come quella avvenuta a Cutro. Ricordare chi non c’è più, raccontare le storie di chi era su quel barcone che si è sbriciolato sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Raccontare tutta quella gente che si è data da fare per dare una mano ai superstiti, che si è mobilitata per giorni per ricostruire e recuperare i brandelli di vita che arrivavano da quel mare che ha ululato per giorni e notti». La proiezione del documentario sarà accompagnata dagli interventi – in diretta in tutte le Sale della Comunità collegate in simulcast – di Mimmo Calopresti, del sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, e del vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali della Santa Sede, mons. Dario Edoardo Viganò. Al termine della visione, grazie alla trasmissione simultanea, gli spettatori presenti nelle sale collegate potranno dialogare e porre domande al regista e agli ospiti intervenuti. Evento Acec per "Cutro Calabria Italia".

Il “Decreto flussi” è legge. Mons. Perego: “Un passo indietro della nostra democrazia”

4 Dicembre 2024 - Il cosiddetto "decreto flussi" è stato approvato oggi dal Senato e, dopo aver già passato l'esame della Camera lo scorso 27 novembre, diventa così definitivo. Come riporta l'agenzia Ansa, tra le novità del testo - che, ricordiamo, nasce per regolamentare solo le modalità di ingresso in Italia per motivi di lavoro - c'è un nuovo elenco dei Paesi considerati "sicuri" come Bangladesh, Egitto e Marocco; la secretazione dei contratti pubblici relativi a fornitura di mezzi e materiali per il controllo delle frontiere e delle attività di soccorso in mare; la competenza delle Corti d'Appello e non più dei Tribunali specializzati, per quanto riguarda la convalida del trattenimento dei richiedenti asilo. Sulla questione dei cosiddetti "Paesi sicuri" - in particolare tale status è dubbio per Bangladesh ed Egitto, alla luce della normativa europea -, la Corte di Cassazione ha proprio oggi chiesto di sospendere il giudizio in merito ai ricorsi presentati del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso, in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell'Unione europea. A proposito del trasferimento di competenza sui provvedimenti di convalida del trattenimento dei richiedenti asilo, introdotto con un emendamento ad hoc nel decreto per ovviare alle criticità emerse con i Cpr in Albania, va registrato il parere negativo espresso dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Il Csm è preoccupato infatti per l'allungamento dei tempi nelle corti d'Appello - e dunque il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr -, e per il rischio che a giudicare siano magistrati privi delle competenze necessarie. Il parere andrà al ministro della Giustizia Carlo Nordio, ma non è vincolante. Sulle norme del decreto che riguardano i salvataggi in mare, è arrivato un commento molto preoccupato da parte delle organizzazioni civili impegnate in attività di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo centrale, che esamina nel dettaglio le implicazioni delle nuove norme: “Il vero obiettivo del provvedimento non è la gestione dei soccorsi in mare, ma limitare e ostacolare la presenza delle navi umanitarie e arrivare a un piano di definitivo abbandono del Mediterraneo e di criminalizzazione del soccorso in mare”. Ricordiamo anche che la Fondazione Migrantes era stata ascoltata lo scorso 24 ottobre dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera proprio in merito al cosiddetto “decreto flussi”, offrendo una serie di rilievi e proposte. La constatazione di fondo, al di là dell’estensione delle quote, è che il decreto flussi come unica modalità di ingresso legale dei lavoratori stranieri in Italia non soddisfa la domanda di manodopera di industriali, agricoltori, artigiani, operatori del turismo e famiglie. E neppure l’urgenza di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori già presenti sul territorio italiano (se ne stimano oltre 500.000) e di non crearne altri. Continua la prassi di inserire nel decreto flussi norme che riguardano altri temi. ''Una legge - ha commentato S.E. mons. Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes e del CEMI - che segnala la volontà di non tutelare, ma di respingere i richiedenti asilo: un grave passo indietro della nostra democrazia''.

(aggiornato il 5 dicembre 2024)

Il Rapporto Immigrazione arriva anche nelle Marche

28 Novembre 2024 - Sarà presentato il 28 novembre ad Ancona dalle ore 21.00 (Salone Mamma Margherita, Parrocchia S. Famiglia, C.so Carlo Alberto, 73) e il 29 novembre a Loreto dalle ore 10.00 (Sala Lambertini, Piazza della Basilica) il XXXIII Rapporto Immigrazione curato da Caritas italiana e Fondazione Migrantes. «La mobilità umana si conferma un fenomeno sempre più comunitario: insieme si soffrono le ragioni che spingono a partire, insieme si sogna una vita migliore, insieme si affrontano le insidie del viaggio, insieme si include oppure si rifiuta», si legge in una nota di Caritas e Migrantes delle Marche. Alla presentazione interverranno Simone Varisco, curatore del Rapporto per Migrantes; don Alessandro Messina, incaricato regionale Migrantes, che racconterà la sua esperienza con una nave appoggio alla missione di salvataggio in mare con Mediterranea dal 23 al 26 agosto scorso. L'immagine di copertina del Rapporto Immigrazione 2024

Decreto flussi, Tavolo Asilo e Immigrazione: “Ancora un tentativo del governo di limitare i diritti fondamentali”

15 Novembre 2024 - Pubblichiamo il comunicato del Tavolo Asilo e Immigrazione in relazione agli emendamenti proposti dal Governo al "decreto flussi".
Tavolo Asilo e Immigrazione: ancora un tentativo del governo di limitare i diritti fondamentali, contro i principi costituzionali e il diritto internazionale
La maggioranza di governo ha presentato mercoledì 13 novembre in Commissione Affari costituzionali a Montecitorio una serie di emendamenti al c.d. “decreto flussi” (D.L. n. 145/2024) che ancora una volta intervengono in maniera pericolosa sulla normativa in materia di migrazione e asilo. La presentazione degli emendamenti arriva all’indomani dell’ingresso in Italia dei sette richiedenti asilo di nazionalità egiziana e bengalese,  che da 9 giorni erano trattenuti prima in una nave della marina militare italiana e poi nei centri di detenzione in Albania. Questa è la diciassettesima volta che il governo interviene su questa materia in due anni, con misure che dimostrano un totale scollamento dalle necessità reali legate all’ingresso, alla tutela e all’accoglienza delle persone migranti. Misure che minacciano un ulteriore e preoccupante svilimento dei principi costituzionali e del diritto internazionale, e che di fatto comportano gravi violazioni dei diritti fondamentali delle persone, oltretutto con effetti contrari all’interesse del paese. Le organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione esprimono grande preoccupazione in particolare verso alcuni degli emendamenti che producono un ulteriore peggioramento nel processo di criminalizzazione del fenomeno migratorio e di negazione del diritto d’asilo, a partire dal rapporto con paesi che violano i diritti fondamentali a cui è delegato il ruolo di guardiani delle frontiere d’Europa, sino a una mortificazione ulteriore del sistema di accoglienza. In particolare solleva molta apprensione l’emendamento che sposta la competenza sulle convalide del trattenimento dei richiedenti asilo dalle sezioni specializzate dei tribunali ordinari alla Corte d’appello, con effetti deleteri su tutto il sistema giudiziario. Un sovraccarico di lavoro che non potrà che aumentare il grave affannamento in cui già si trovano  le Corti d'appello senza alcun risultato positivo per gli interessati e il sistema. Proprio ieri l'Unione delle Camere Penali Italiane definiva questa una scelta irrazionale e pericolosa il cui scopo appare solo quello di cercare il giudice "non politicizzato", ma non c’è ragione di ritenere che giudici differenti operino diversamente. Siamo gravemente preoccupati anche per due emendamenti che agiscono sul già frammentato e precario sistema di accoglienza, che vorrebbero togliere il diritto a essere accolti a richiedenti asilo che si presentano in questura dopo 90 giorni dal loro ingresso e dare la precedenza nelle accoglienze a chi arriva via mare rispetto a chi entra via terra, quando sappiamo che proprio per chi arriva via terra l'ingresso in questura per iniziare la domanda d'asilo è spesso rimandato di mesi per mancanza di personale e prassi discrezionali, con una discriminazione dei diritti dei richiedenti asilo in base alle modalità di accesso al territorio che non può in alcun modo essere tollerata. Inaccettabile anche la modifica proposta che secreta le informazioni relative all’equipaggiamento fornito a stati terzi per il controllo delle frontiere e dei flussi migratori. L’emendamento punta a classificare e rendere inaccessibili alla società civile e ai cittadini le informazioni e i contratti relativi alla fornitura di mezzi per il controllo delle frontiere a paesi come la Tunisia o la Libia, dove le autorità responsabili del pattugliamento in mare sono state riconosciute responsabili di gravissime violenze, torture e abusi. Da anni la società civile denuncia la complicità dell’UE e dell’Italia in episodi di intercettazioni e respingimenti, e l’accesso alle informazioni - già limitato - è stato fondamentale per ricostruire le catene di responsabilità. Secretare questo tipo di informazioni equivale a costruire un sistema di impunità che renderà ancora più difficile ricostruire le responsabilità dell’Italia nelle violazioni nei paesi con i quali sono stati firmati accordi. Il decreto con i nuovi emendamenti rischia di essere approvato in Aula entro il prossimo 25 novembre. Facciamo appello al governo e a tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché cessi questa rincorsa insensata e strumentale ad affrontare questioni complesse e delicate che pesano sulla vita di migliaia di persone, attraverso interventi che producono ingiustizie e discriminazioni. L’Italia ha altre priorità e altri problemi che non si risolvono attaccando i diritti dei richiedenti asilo e negando i principi del diritto internazionale e della nostra Costituzione. [caption id="attachment_50088" align="aligncenter" width="600"]Un uomo dietro una recinzione. (Rawpixel, Public domain)[/caption]

A Zelarino (VE) un incontro su “Valore e prospettive delle comunità degli immigrati”. Con Maurizio Ambrosini

15 novembre 2024 - Giovedì 14 novembre la Commissione Migrantes della Conferenza Episcopale del Nord Est ha organizzato presso il Centro "Cardinale Urbani" di Zelarino (VE), una giornata di riflessione sul tema "Dio cammina con il suo popolo. Valore e prospettive delle comunità degli immigrati". Sono intervenuti il prof. Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia delle migrazioni nell’università degli studi di Milano, mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes e S.E. mons. Luigi Bressan, arcivescovo emerito di Trento. Ha moderato l'incontro don Giuseppe Mirandola, direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Verona. I partecipanti si sono riuniti poi in gruppi di lavoro che hanno affrontato il tema del parallelismo tra le comunità “etniche” e le comunità parrocchiali, quello dell'incarico " a tempo" dei cappellani a fronte di una stabilità nel tempo dei leader delle comunità immigrate, e infine la questione della distanza tra le esperienze delle prime generazioni  e le nuove.

(aggiornata il 15 novembre)

  [caption id="attachment_50068" align="aligncenter" width="600"] Un momento dei lavori di gruppo (foto: Ufficio Migrantes Verona)[/caption]

Decreto flussi, Migrantes ascoltata dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera

24 Ottobre 2024 - La Fondazione Migrantes è stata ascoltata oggi dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera in merito al cosiddetto “decreto flussi” (D.L. 145/2024). La constatazione di fondo, al di là dell’ampiezza delle quote, è che il decreto flussi come unica modalità di ingresso legale dei lavoratori stranieri in Italia non soddisfa la domanda di manodopera di industriali, agricoltori, artigiani, operatori del turismo e famiglie. E neppure l’urgenza di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori già presenti sul territorio italiano (se ne stimano oltre 500.000) e di non crearne altri. [caption id="attachment_49164" align="aligncenter" width="500"]L'aula della Commissione Affari Costituzionali della Camera. L'aula della Commissione Affari Costituzionali della Camera.[/caption]
Nuovo art. 18-ter depotenzia l’art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione
Tra le osservazioni sottoposte all’attenzione della Commissione dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, il primo appunto riguarda la prevenzione e il contrasto allo sfruttamento lavorativo dei lavoratori migranti, per cui già esistono norme ad hoc, in particolare il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ex art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione (D. Lgs. n. 286/1998), che andrebbero innanzi tutto applicate. È stato scelto invece di inserire un nuovo articolo 18-ter, che “pone il lavoratore sfruttato davanti alla scelta di dover contribuire utilmente all’emersione del fatto e all’individuazione dei responsabili” come ulteriore condizione per ottenere il permesso. Il rischio è l’inapplicabilità di fatto delle tutele previste dall’articolo 18.
Nessuna figura di garanzia rispetto al controllo dei “dispositivi e supporti elettronici”
La possibilità da parte delle Forze dell’Ordine di controllare i cellulari dei migranti (“dispositivi e supporti elettronici”) a scopo d’identificazione appare una “misura che lede la privacy e la libertà personale”. Tra il ruolo da “passacarte” cui sarebbe relegato il Giudice di Pace e la presenza di un mediatore culturale in luogo di un interprete, nell’insieme si nota l’assenza di una figura di garanzia.
Vincoli alle ONG impediscono salvataggi e controlli
La stretta sulle misure di sicurezza per i mezzi di soccorso delle ONG si tradurrà in minori possibilità di soccorso in mare dei migranti, ma anche nell’impossibilità di controllo da parte della società civile, soprattutto sulle attività della Guardia costiera libica e tunisina.
Gli altri rilievi e le proposte della Fondazione Migrantes
Tra gli altri rilievi, si segnala l’assenza di previsioni sul tema degli alloggi per i lavoratori stranieri e di misure fiscali che agevolino datori di lavoro ed enti locali nella ristrutturazione di abitazioni o di edifici pubblici abbandonati per i lavoratori. Manca anche del tutto una parola sulle criticità che affrontano i richiedenti asilo che lavorano. Viene infine avanzata la proposta di valutare l’inserimento di un titolo di soggiorno per la formazione professionale, per candidati già presenti sul territorio italiano.

Il testo integrale dell'intervento di fronte alla Commissione.

Papa Francesco: i migranti, “lavorando, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del Paese che li accoglie e di quello da cui provengono”

8 Maggio 2024 - Città del Vaticano -  Non bisogna dimenticare la questione che riguarda la relazione tra "lavoro dignitoso e migrazione". Lo ha ricordato oggi papa Francesco ricevendo in Udienza i partecipanti alla Consultazione “La cura è lavoro, il lavoro è cura” del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. "Per molte ragioni - ha detto il Pontefice -  sono tante le persone che emigrano in cerca di lavoro, mentre altre sono costrette a farlo per fuggire dai loro Paesi di provenienza, spesso dilaniati dalla violenza e dalla povertà. Queste persone - ha spiegato -  anche a causa di pregiudizi e di una informazione imprecisa o ideologica, sono spesso viste come un problema e un aggravio per i costi di una Nazione, mentre essi in realtà, lavorando, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del Paese che li accoglie e di quello da cui provengono". Papa Francesco è tornato quindi a parlare della "poca natalità" evidenziando che i Paesi ricchi "non fanno figli: tutti hanno un cagnolino, un gatto, tutti, ma non fanno figli. La denatalità è un problema, e la migrazione viene ad aiutare la crisi che provoca la denatalità. Questo è un problema molto grave". Tuttavia - ha detto il Papa - "molti migranti e lavoratori vulnerabili non sono ancora pienamente integrati nella pienezza dei diritti, sono cittadini 'di seconda', restando esclusi dall’accesso ai servizi sanitari, alle cure, all’assistenza, ai piani di protezione finanziaria e ai servizi psicosociali". (Raffaele Iaria)

Migrantes Messina-Lipari-Santa lucia del Mela: per la giunta regionale “governare l’immigrazione è uno spreco”

25 Gennaio 2023 - Messina - Per risparmiare si chiude l’Ufficio Speciale Immigrazione della Regione Siciliana. Lo ha deliberato la Giunta regionale riunita lo scorso venerdì, 20 gennaio, su proposta del governatore Renato Schifani in nome delle “politiche anti-spreco”.
Una decisione che è arrivata nella stessa giornata in cui la dott.ssa Nuccia Albano, assessora alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, da cui dipende l’Ufficio, con un comunicato stampa aveva annunciato la pubblicazione dell’elenco dei “mediatori culturali”, con la gestione e l’aggiornamento affidato proprio all’Ufficio Speciale Immigrazione (che poche ore più tardi si decide di sopprimere).
Se governare l’immigrazione è ritenuto uno spreco vuole dire privilegiare una visione emergenziale del fenomeno, una narrazione politica che, spesso, si basa su elementi propagandistici e in parte strumentale. Noi riteniamo che lo spreco sarebbe quello di perdere quanto di buono è stato portato avanti dall’Ufficio Speciale Immigrazione nella ricerca, nel confronto, nell’ascolto del territorio, nella progettazione e nella costruzione di una rete tra tutti gli attori coinvolti dal fenomeno della mobilità
umana. (Santino Tornesi - Direttore Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela)

Protocollo intesa per piena integrazione nel tessuto sociale ed economico dei cittadini stranieri vulnerabili

17 Maggio 2022 -
Roma - Formare e avviare al lavoro nel settore edile rifugiati e altri migranti vulnerabili, al fine di accompagnare il loro percorso verso l’autonomia e per sostenere la crescita trainata da super bonus e Pnrr: questo l’importante duplice obiettivo del protocollo d’intesa triennale firmato congiuntamente dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dal presidente di Ance, Gabriele Buia e dai segretari generali di Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi, Filca Cisl, Enzo Pelle e il segretario della Feneal Uil Francesco Sannino. Un documento alla cui elaborazione hanno collaborato anche Unhcr e Anci. La collaborazione tra governo e parti sociali mira all’inserimento socio-lavorativo di almeno 3mila persone, tra richiedenti e titolari di protezione internazionale o temporanea, titolari di protezione speciale, minori stranieri non accompagnati in transizione verso l’età adulta ed ex minori stranieri non accompagnati (msna). I destinatari, individuati nei Centri di Accoglienza Straordinaria e nel Sistema di Accoglienza e Integrazione saranno inseriti nei percorsi di formazione delle scuole edili, coordinate dall’ente paritetico Formedil e faranno esperienze sul campo con tirocini da svolgersi direttamente presso le imprese di settore. Per i minori stranieri non accompagnati e per coloro nel frattempo diventati maggiorenni sono previsti anche interventi pilota basati sull’attivazione di contratti di apprendistato. «Una grande opportunità per i lavoratori e per il Paese - ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando - poiché formazione e lavoro sono sempre leve straordinarie per favorire l’integrazione, consentendo ai migranti di costruirsi una nuova vita in Italia e di contribuire alla crescita del nostro Paese. Le parti sociali hanno saputo leggere bene questa situazione, guardando ai più vulnerabili, con lo scopo di rispondere a un forte fabbisogno di manodopera. Recepiamo così la Partnership on Integration siglata tra Commissione Europea, associazioni datoriali e sindacati europei - ha chiosato Orlando - calandola operativamente nella realtà italiana e nelle esigenze del nostro sistema produttivo. Lo facciamo anche guardando al futuro di chi fugge dalla guerra in Ucraina e cerca qui protezione, accoglienza e integrazione. Mi auguro di firmare presto accordi analoghi attivi anche in altri settori». «Il protocollo - ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese - intende fornire la risposta ad un bisogno concreto, quello di favorire l’inserimento lavorativo in un settore strategico dell’economia nazionale, come quello dell’edilizia, di cittadini stranieri vulnerabili. Di fronte ai movimenti migratori, che hanno una natura strutturale, occorre - ha aggiunto la titolare del Viminale - che la nostra società rafforzi velocemente la sua capacità di resilienza, dimostrandosi capace non solo di accogliere le persone bisognose, ma anche di trarre forza dalla loro piena integrazione nel tessuto sociale ed economico. Sono certa - ha concluso il ministro Lamorgese - che il protocollo, per la cui definizione ringrazio il ministro Orlando, il presidente Buia e tutte le parti sindacali, rappresenti un modello importante che potrà stimolare nuove forme di alleanza tra pubblico e privato in settori sempre più ampi dell’economia nazionale».

Media e immigrazione: domani la consegna del premio “Giuseppe De Carli”

15 Dicembre 2021 - Roma - Si svolgerà giovedì 16 dicembre, alle ore 15, la cerimonia di premiazione della sesta edizione del Premio "Giuseppe De Carli", ospitata (nell'Aula Álvaro Del Portillo) dalla Pontificia Università della Santa Croce, partner accademico dell'Associazione costituita per ricordare la figura del vaticanista della Rai, scomparso nel 2010. Quest'anno anche una sezione riservata al mondo dell'informazione sui temi migratori. L'annuncio e la premiazione dei vincitori, per le diverse sezioni proposte, saranno anticipati da una tavola rotonda sul tema "Dalla pandemia al cammino sinodale, per una Chiesa dell'ascolto". Dopo i saluti del prof. Daniel Arasa, decano della Facoltà di comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, moderati da Alessandra Ferraro, caporedattore Rai, interverranno sr. Nathalie Becquart, sottosegretaria del Sinodo dei Vescovi; Andrea Gagliarducci, giornalista vaticanista di EWTN/Aci Group; Jaime Manuel Cardenas, docente della Facoltà di comunicazione della Santa Croce. A seguire, l'annuncio dei migliori lavori delle sezioni  "La presenza della Chiesa nelle fasi della pandemia di Covid-19", "Informazione e migranti", "Informazione e tradizioni religiose". Per queste ultime due sezioni l'Associazione "Giuseppe De Carli - Per l'informazione religiosa" ha stretto una collaborazione con il Comitato “Informazione, migranti e rifugiati” (coordinato dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, dall’Associazione Iscom, da Harambee Africa International, dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero Sviluppo Umano Integrale) e con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose” (coordinato dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, dal Centro Studi sul Medio Oriente - Cemo e dall’Associazione Iscom). I lavori di questa sesta edizione sono stati valutati da tre qualificate giurie composte, per quanto riguarda la prima sezione, da Luca Collodi, caporedattore di Radio Vaticana Italia; Maria Laura Conte, direttrice della comunicazione della Fondazione AVSI; Assunta Corbo, fondatrice di Constructive Network; Carlo Fontana, condirettore della TGR Rai, mentre i lavori partecipanti alle altre due sezioni sono stati giudicati dai rispettivi comitati.

Migrantes Brescia: oggi la presentazione del XXX Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes

18 Novembre 2021 - Brescia - Un incontro per presentare i contenuti del XXX Rapporto Immigrazione 2021 redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Lo promuovono per giovedì 18 novembre l’Ufficio per i Migranti della diocesi di Brescia, la Fondazione Migrantes, la Caritas diocesana di Brescia, l’Associazione Centro Migranti e la cooperativa Kemay. L’appuntamento, in programma alle 18 di oggi presso l’aula magna del Centro pastorale Paolo VI sarà introdotto da don Roberto Ferranti, coordinatore dell’Area pastorale per la mondialità della diocesi di Brescia. Seguiranno gli interventi di Simone Varisco della Fondazione Migrantes e Stefano Savoldi della Cooperativa Kemay della Caritas diocesana di Brescia. “Da alcuni anni – spiega don Ferranti – approfittiamo della presentazione dei Rapporti per trasformare la lettura dei dati, fondamentali per la lettura del fenomeno migratorio, in un’occasione di formazione che colloca l’immigrazione nel panorama più ampio della mobilità umana: un fenomeno che ci provoca personalmente nella costruzione di quello che Papa Francesco chiama ‘un noi sempre più grande’. Guardando al nostro territorio, posso dire che i dati ci aiutano a guardare in faccia realmente la vita delle persone che vivono con noi; non si tratta ormai semplicemente di accogliere, quello è già stato fatto, oggi si tratta di costruire insieme le nostre comunità, facendo delle diversità l’occasione per la costruzione dello stesso bene comune”. “Per Caritas – sottolinea il direttore, don Maurizio Rinaldi – è importante fotografare il mondo dei migranti, perché fotografare restituisce alla Chiesa (e non solo) il reale di una società continuamente in movimento, rispetto alla quale attivare dinamiche comunionali di caritativa reciproca accoglienza”.  

I migranti e i muri d’Europa: oggi uno speciale di Avvenire

16 Novembre 2021 - Milano - Muri si stanno alzando in Europa. È di queste ore l’annuncio della Polonia: in dicembre avvierà la costruzione di una barriera per blindare il confine con la Bielorussia e impedire l’ingresso dei migranti. Non un esercito che tenti l’invasione armata, ma poveri e affamati profughi che non minacciano niente altro che le nostre coscienze rattrappite. Per questo “Avvenire” questa mattina è in edicola con un’edizione speciale che documenta la voglia del Continente di chiudere le frontiere e di chiudersi nel proprio egoismo. Lo fa con un ampio lavoro giornalistico di approfondimento e con immagini forti in un disegno grafico originale. “È un fatto: il filo spinato sta sostituendo le stelle sopra le terre d’Europa. Da Est a Ovest, da Nord a Sud. Accade per inerzia e per malizia, per ideologia e per pavidità, accade per perdita di radici e di senso. E per svuotamento di valori. Su questo contano gli avversari – esterni e interni – dell’Unione, sui deficit morali e sulle paure”, scrive il direttore Marco Tarquinio nel suo editoriale. Le rotte di migranti e profughi e gli ostacoli che vi sono frapposti; le cifre dei loro arrivi e dell’accoglienza: tutto dice che l’Europa ha la tentazione di diventare fortezza, anche se il cuore più profondo resta generoso e da lì si può attingere forza per invertire la tendenza. “Meno male che ci sono le "lanterne verdi", accese in più e più case a ridosso dei confini orientali dell’Unione, a segnalare che pietà non è morta e che la civiltà d’Europa non è tutta crocifissa in cima a reticolati taglienti come flagelli – sottolinea ancora Tarquinio –. E meno male che le lanterne ce lo dicono in polacco, la lingua di Karol Wojtyla, san Giovanni Paolo II, testimone del Vangelo e profeta di un mondo in cui le identità sono custodite e amate e le barriere abbattute”. Appuntamento in edicola per ricordare, vigilare e lanciare un messaggio accorato a chi è chiamato a decidere anche in nostro nome le politiche migratorie.    

Cefalù: diocesi firma con Cooperativa Sant’Antonio nel segno della integrazione

24 Giugno 2021 -

Cefalù – Nei giorni scorsi la diocesi di Cefalù e la Cooperativa sociale Sant'Antonio di Geraci Siculo hanno sottoscritto una convenzione che nel solco dell'integrazione. La firma rientra nel progetto di inclusione "Ci sono anch'Io" sostenuto dal vescovo di Cefalù, mons. Giuseppe Marciante come segno di speranza per tutto il territorio diocesano.

Durante l'incontro mons. Marciante ha apprezzato il lavoro svolto dalla Cooperativa sociale Sant'Antonio e ha sottolineato come la scelta della realtà geracese premia il suo impegno per l'accoglienza e l'integrazione nel tessuto sociale di Geraci e della comunità madonita dei giovani immigrati affidati ai suoi operatori, segno di inclusione e solidarietà.

Grazie al lavoro sul territorio la cooperativa è riuscita infatti a creare un legame forte tra i giovani e la comunità che è diventata per loro una nuova famiglia. Con la firma della convenzione, che segue quella analoga siglata il 23 maggio scorso con la Cooperativa Verbumcaudo, si darà un'opportunità di lavoro a tre giovani.

Appello delle Ong all’Ue per l’accoglienza dei rifugiati

23 Giugno 2021 - Lisbona - Un gruppo di organizzazioni non governative europee si è rivolto ad Antonio Costa, primo ministro portoghese e presidente di turno del consiglio dell’Unione europea. In una lettera pubblica le Ong propongono alla Ue ed ai Paesi membri «la costituzione di una coalizione di Stati Ue disponibili alla ricollocazione di rifugiati». Le organizzazioni indicano l’occasione della seduta del Consiglio europeo, fissata da domani fino al 25 giugno. La richiesta è quella che il Portogallo si faccia promotore e facilitatore di un’azione concreta per sbloccare la situazione di chi è rimasto fermo nei campi ai confini dell’Europa, situazione giudicata al limite. «Ringraziamo il Portogallo — si legge — per il suo impegno nella protezione dei rifugiati ed il suo coinvolgimento nel meccanismo di condivisione delle responsabilità in Europa negli ultimi anni. Mentre il nuovo patto su asilo e migrazione è in fase di negoziazione, vi chiediamo di costituire una coalizione di Stati membri disposti ad avviare, in uno sforzo comune, un meccanismo di ricollocazione» dei rifugiati. Le Ong indicano da dove occorrerebbe partire in questo sforzo congiunto che non dovrebbe attendere la definizione di nuovi patti. «La ricollocazione dovrebbe partire — si suggerisce — da 5.000 persone vulnerabili provenienti dalla Grecia». Sarebbe il segnale concreto che i «volenterosi» non attenderanno oltre mentre altri «Stati membri chiudono un occhio — secondo le Ong — sulle situazioni alle frontiere dell’Unione europea». La soluzione la potrebbero dare «un gruppo di leader» che si facesse carico di questa, per così dire, alleanza finalizzata ad uno scopo immediato: ricollocare le persone fragili e in fuga, da troppo tempo in attesa. (OR)  

Draghi: gestione migrazioni “non può essere soltanto italiana”

23 Giugno 2021 - Roma - Quello “della gestione dei flussi migratori” è un tema “che torna ad essere in agenda al Consiglio europeo su precisa richiesta dell’Italia. Come ho dichiarato in passato, il Governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea”. Lo ha ribadito questa mattina il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, intervenendo alla Camera dei deputati per le Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno. Per il premier, “occorre un impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali; a organizzare l’immigrazione legale; e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace. E penso, ovviamente, in modo particolare alla Libia”. “Un migliore controllo della frontiera esterna dell’Unione – ha proseguito – può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti”. E se “tra i Paesi dell’Unione, esiste un’ampia convergenza sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino”, ha osservato Draghi, “al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri”. Per questo “serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo. Il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva. Ma il negoziato sul Patto dimostra tuttavia che c’è ancora molto lavoro da fare”. “Intendiamo intensificare – in tempi rapidi – partenariati e forme di collaborazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare con i Paesi africani”, ha aggiunto Draghi, precisando che “lo scopo è quello di evitare perdite di vite umane ma anche di contrastare le partenze illegali, nonché di ridurre la pressione sui confini europei”. Inoltre, “vogliamo che il Consiglio promuova un’azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari. Attualmente credo noi siamo i protagonisti per i corridoi umanitari. Credo ci siano pochissimi altri Paesi che li fanno e devo dire, se pur nella ridotta dimensione, li fanno così bene”. Secondo Draghi “serve una maggiore considerazione dal punto di vista politico e finanziario delle rotte migratorie nel Mediterraneo centrale e occidentale. Oggi è privilegiata soprattutto la rotta orientale, sul piano giuridico e finanziario” ma “occorre uno specifico impegno dell’Unione europea per la stabilità in Libia, auspicabilmente sotto gli auspici delle Nazioni Unite”.    

Mattarella: il fenomeno migratorio è “mondiale e imponente e va affrontato in maniera globale”

22 Giugno 2021 - Milano - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questa mattina ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo Campus di Architettura del Politecnico di Milano, che si è svolta nell’Aula magna “Giampiero Pesenti”, e ha visitato la Fondazione Exodus. Il fenomeno migratorio è “mondiale e imponente e va affrontato in maniera globale, in modo necessariamente integrato”, ha detto nel suo intervento evidenziando “le sfide imponenti vanno affrontate in maniera collaborativa nella comunità internazionale e, per quanto ci riguarda, innanzitutto in quell'oasi di pace e diritti che è l'Unione europea". Nel suo viaggio a Milano Mattarella ha anche incontrato alla Fondazione Exodus dove ha incontrato i giovani ospiti della comunità. Hanno portato le loro testimonianze: Don Antonio Mazzi, Presidente della Fondazione; Yuri Picchio e Mohamed Awad, ospiti della Casa Exodus; Francesca Cervo, educatrice della Fondazione.  

Migrantes: dal 5 luglio il Corso di formazione per i nuovi direttori

17 Giugno 2021 - Roma - Si svolgerà a Roma, dal 5 al 9 luglio il Corso di formazione per i nuovi direttori e collaboratori degli uffici Migrantes. Il corso è destinato principalmente ai nuovi Direttori Migrantes regionali e diocesani e i loro collaboratori, i cappellani etnici di recente nomina che svolgono il ministero nelle Diocesi italiane e i missionari per gli italiani all’estero di nuova nomina che devono perfezionare il proprio “Attestato provvisorio” rilasciato dalla CEMi (Commissione Episcopale per le Migrazioni), ma anche religiosi, religiose, laici impegnati nel volontariato e interessati alle migrazioni, seminaristi, juniores e tutti coloro che desiderano aggiornarsi sulle nostre materie di operatività quotidiana.