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Migrantes: Pagella in tasca, i “canali di studio” per minori rifugiati

14 Dicembre 2021 -

 

Roma - Il 15 ottobre 2021 sono arrivati in Italia i primi cinque minori non accompagnati accolti dal progetto “Pagella in tasca. Canali di studio per minori rifugiati”. Si tratta di un progetto pilota, promosso da InterSOS con un’ampia rete di partner, che mira a sperimentare un nuovo canale di ingresso regolare e sicuro per dare ai minori rifugiati l’opportunità di venire in Italia a studiare senza dover rischiare la vita nel deserto o su un barcone nel Mediterraneo. Saranno coinvolti in totale 35 minori di 16-17 anni, fuggiti dalle violenze in Darfur e rifugiatisi prima in Libia e poi in Niger. Il progetto è particolarmente innovativo 1) perché offre un “canale sicuro” a una categoria di persone (appunto i minori non accompagnati) di solito esclusa dai canali umanitari, 2) perché si basa sul rilascio di un permesso di studio non universitario per 15-17enni finora mai adoperato p er ragazzi rifugiati, e 3) perché si fonda sulla community sponsorship, attraverso il coinvolgimento di famiglie affidatarie, tutori volontari, organizzazioni del privato sociale e Comuni.

La fame di aria: l’inverno della primavera araba nel C.P.R. di Torino

Quello degli stranieri rinchiusi nei Centri di permanenza per i rimpatri italiani è - spiega oggi il Rapporto sul Diritto d'Asilo della Fondazione Migrantes -un microcosmo rimosso dall’attenzione pubblica. Requisizione dei telefoni personali, ostacoli alla comunicazione con l’esterno, divieto di estrarre copia delle cartelle cliniche, facoltà di sospensione dei colloqui senza alcun preavviso, mentre perfino le celle di isolamento sono altrettanti tasselli di un quadro vessatorio e punitivo, a cui fanno eco i quotidiani gesti di autolesionismo. Schiacciati dalla macchina del trattenimento, molti cittadini tunisini – circa metà della popolazione dei C.P.R. – denunciano il fallimento della “rivoluzione dei gelsomini” e la delusione per la nuova oppressione incontrata in Italia. L’attribuzione alla Tunisia della qualifica di “Paese di origine sicuro” e l’accordo siglato tra i due governi nell’estate del 2020 hanno irrigidito le procedure di identificazione e rimpatrio, costringendo i migranti ad azioni ancora più estreme.

Migrantes: Rapporto Asilo 2021, dal mondo con lo sguardo rivolto all’Europa

14 Dicembre 2021 -

Roma - «Le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Allora, se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande». (dal Messaggio di papa Francesco per la GMMR 2021)

Da un lato la capacità di visione di papa Francesco, che ci invita a camminare insieme per raggiungere pace e giustizia e che individua proprio nell’abbattimento dei “muri” e nella capacità di saper costruire legami e ponti due degli strumenti più efficaci per costruire futuro. Dall’altro, le scene d’“attualità” che ci arrivano dalle diverse frontiere di terra e di mare dell’Occidente: le carovane di persone che dal Centro America cercano una speranza di vita negli Stati Uniti; i profughi in fuga da Paesi devastati (Siria, Iraq, Afghanistan) che non riescono a trovare un’accoglienza dignitosa tra le violenze e le umiliazioni della rotta balcanica; le navi con le persone appena salvate in mare tenute fuori dai porti; i rifugiati e i migranti bloccati sulla frontiera tra Bielorussia e Polonia, pedine prigioniere delle tensioni tra Minsk, Varsavia e Bruxelles e tenute a distanza con idranti e lacrimogeni da migliaia di militari...

Si interroga su questa contraddizione  la quinta edizione del rapporto che la Fondazione Migrantes dedica al mondo dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle migrazioni forzate con il titolo Gli ostacoli verso un noi sempre più grande (Tau Editrice 2021, pp. 360), presentato questa mattina a Roma.

Si legge nell’Introduzione, con lo sguardo e il pensiero rivolto in particolare ai confini orientali dell’UE e alle cronache delle ultime settimane: «Come è stato possibile, in così pochi anni, che l’Unione Europea si trasformasse da terra pensatrice e promotrice dei diritti umani a terra che li viola così palesemente, arrivando ad “attaccare” poche migliaia di persone in cerca di protezione e aiuto?».

Il rapporto, scandito in quattro parti, riprende nel titolo il Messaggio di papa Bergoglio per la 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato e i suoi 12 contributi sono curati da un’équipe di autori che, oltre ad essere  studiosi di questi temi, nel corso degli anni hanno seguito e continuano a seguire concretamente i richiedenti asilo e i ri­fugiati nei loro percorsi in Italia.

Le prime tre parti sono corredate di altrettante sezioni di dati statistici e schede sulle migrazioni forzate e il diritto d’asilo nel mondo, in Europa e nel nostro Paese.

2020-2021: il COVID-19 non ferma guerre, violenze e disuguaglianze

La pandemia di COVID-19 ha reso ancora più gravoso qualsiasi motivo, qualsiasi spinta a lasciare la propria casa, la propria terra. Dai conflitti alle persecuzioni, alla fame, all’accesso alle cure mediche fino alla possibilità di frequentare una scuola, il COVID-19 ha inasprito il divario fra una parte di mondo che vive in pace, si sta curando, tutelando e sopravvivendo e un’altra che soccombe, schiacciata da una disparità crudele. Ma almeno in tutto il 2020, l’Italia e l’Europa - spiegano i ricercatori -  hanno rappresentato un’eccezione in controtendenza rispetto alla situazione globale: mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo).

Diritto d’asilo e gestione delle frontiere interne nella politica dell’UE

L’accordo di Schengen con le sue frontiere aperte è una delle conquiste più preziose dell’Unione Europea. Però negli ultimi anni lo “spazio Schengen” si è via via allontanato da questa visione: alcuni Paesi infatti – tra cui Germania, Francia, Austria, Norvegia, Svezia e Danimarca – hanno reintrodotto in modo permanente (ma anche discutibile sul piano legale) i controlli alle rispettive frontiere interne all’UE. Questo contributo esplora il legame fra area Schengen e le politiche europee sull’asilo, ma anche le conseguenze della reintroduzione dei controlli, in particolare sulla frontiera italo-francese di Ventimiglia.

La proposta di Patto europeo su immigrazione e asilo: la (non) riforma

La Commissione Europea a guida von Der Leyen ha presentato nell’autunno 2020 la sua proposta di riforma del sistema europeo d’asilo. “Approccio globale” e “nuovo meccanismo di solidarietà” sono le parole chiave per comprendere l’impostazione del Patto. Ma scavando appena sotto la superficie si scopre come le sue proposte concrete mescolino e sovrappongano ambiti che dovrebbero rimanere distinti. E, soprattutto, se ne deduce che l’obiettivo principale è quello di gestire con un unico approccio qualsiasi pressione migratoria sugli Stati membri. In questa nuova ottica la nozione di solidarietà assume un significato non più legato a una condivisione delle responsabilità nella gestione di un sistema d’asilo comune regolato da precise normative, ma piuttosto le sembianze di iniziative politiche imprecisate e però ben finalizzate a ostacolare o impedire l’accesso dei rifugiati in Europa. La proposta della Commissione stravolge, ridicolizzandola, la nozione di solidarietà, e dà forza a coloro che non vogliono alcuna effettiva equa ripartizione delle responsabilità. Una non riforma, dunque, non solo inutile ma oltremodo pericolosa.

Le politiche europee e il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo: il punto di vista dei rifugiati

«Nonostante le evidenze mostrino che l’Europa non è sotto invasione, la politica europea continua a essere ostile verso i rifugiati», denuncia Yagoub Kibeida dell’associazione UNIRE (Unione nazionale italiana per rifugiati ed esuli). Questa ostilità si traduce concretamente nei pushback (i respingimenti di richiedenti asilo ai confini), in dinamiche di esclusione e nelle pratiche di esternalizzazione del controllo delle frontiere.

Dopo aver passato in rassegna l’Agenda europea sulla migrazione, le proposte di riforma del Sistema europeo comune di asilo (CEAS) del 2016 e il Patto europeo sulla migrazione e l’asilo, l’autore li pone a confronto con quanto l’UNHCR, sempre nel 2016, aveva proposto nel documento Una protezione migliore per i rifugiati nell’Unione Europea e nel mondo.

Ne emerge che gli obiettivi tratteggiati in quest’ultimo testo rimangono «ad oggi disattesi e ampiamente ignorati. Così come le sperimentazioni italiane di corridoi umanitari e corridoi per studenti rifugiati che – se diffuse su ampia scala – permetterebbero un accesso sicuro dei rifugiati all’Europa. Non ci resta che sperare che la Commissione Europea possa cambiare il suo approccio, anche grazie alla consultazione con gli esperti rifugiati».

Migrantes Brescia: il 16 dicembre la presentazione del Rapporto Italiani nel mondo

13 Dicembre 2021 - Brescia – Su iniziativa della Migrantes di Brescia sarà presentato, Giovedì 16 dicembre alle ore 18, il “Rapporto Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes. A presentarlo la curatrice Delfina Licata mentre durante la serata porteranno una testimonianza le Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth della comunità di Peterborough (Inghilterra). Modererà l’incontro Giuseppe Ungari, vicedirettore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Brescia. L’evento sarà trasmesso sul Canale YouTube e sulla pagina Facebook del settimanale diocesano “La Voce del Popolo”.

Migrantes: Il diritto d’asilo. Report 2021, “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande”

10 Dicembre 2021 - Roma - Adam ha 16 anni e un sogno, quello di diventare medico. È nato in un campo profughi in Darfur. A 11 anni è fuggito dal Sudan da solo, e da allora ha perso i contatti con la sua famiglia. In Libia ha lavorato nei campi in condizioni di schiavitù e per alcuni mesi è stato rinchiuso in un centro di detenzione. Per sfuggire alle violenze e ai conflitti nel Paese è andato in Niger, dove è stato accolto in un campo per rifugiati ad Agadez. Bloccato in mezzo al deserto, senza poter andare a scuola e senza prospettive, Adam ha visto tanti suoi coetanei partire verso la Libia, in cerca di un imbarco per l’Europa. Il Niger, il Paese con l’indice di sviluppo umano più basso al mondo, è stato per anni uno snodo cruciale dei flussi migratori verso il Mediterraneo. Ma dal 2015 le politiche dell’UE hanno determinato la chiusura delle frontiere verso nord, aumentando di molto i rischi per chi prova ad attraversare il Sahara. Tuttavia la sorte di Adam è stata diversa: il 15 ottobre 2021 è potuto partire in aereo direttamente per l’Italia, insieme ad altri quattro ragazzi, nell’ambito del progetto “Pagella in tasca-Canali di studio per minori rifugiati”, promosso da InterSOS in partenariato, fra gli altri, con l’UNHCR e la Fondazione Migrantes. Dopo aver trascorso un mese in una struttura di prima accoglienza a Torino, è stato accolto da una famiglia affidataria e finalmente ha iniziato ad andare a scuola. “Pagella in tasca” porterà in Italia dal Niger, con il suo nuovo canale di ingresso legale e sicuro, ancora altri 30 minori non accompagnati. È un vero progetto pilota creativo e innovativo (anche se rimane una goccia nel mare dei rifugiati e migranti che, dall’inferno e dalle spiagge di Libia, tentano la sorte sulla rotta “illegale” e pericolosa del Mediterraneo centrale: da gennaio all’inizio di novembre 2021 vi hanno già perso la vita o sono rimasti dispersi in oltre 1.200, contro i 1.000 stimati in tutto il 2020). E viene raccontato nel volume fresco di stampa Il diritto d’asilo. Report 2021. Gli ostacoli verso un noi sempre più grande (Tau Editrice 2021, pp. 360, euro 20,00), che sarà presentato a Roma il prossimo 14 dicembre. Questo rapporto, promosso dalla Fondazione Migrantes, è ormai giunto alla quinta edizione e oggi è l’unico in Italia dedicato specificamente al mondo dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle migrazioni forzate. Con una forte centratura sull’Europa e sul nostro Paese, offre saggi e contributi che affrontano questi argomenti da prospettive inedite e multidisciplinari, oltre ad aggiornamenti statistici mirati. L’edizione 2021 riprende nel titolo il Messaggio di papa Bergoglio per la 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (il testo viene riportato integralmente nel volume) e i suoi 12 contributi sono curati da un’équipe di autori che, oltre ad essere studiosi di questi temi, nel corso degli anni hanno seguito e continuano a seguire concretamente i richiedenti asilo e i rifugiati nei loro percorsi in Italia, o sono essi stessi rifugiati. Come negli anni scorsi, ha contribuito alla realizzazione del rapporto la redazione dell’osservatorio Vie di fuga. Quattro le parti che scandiscono il volume: “Dal mondo con lo sguardo rivolto all’Europa”, “Tra l’Europa e l’Italia”, “Guardando all’Italia” e un “Approfondimento teologico”. Questi invece i temi dei contributi: 2020-2021, il COVID-19 non ferma guerre, violenze e disuguaglianzeUltima fermata Schengen? Diritto d’asilo e gestione delle frontiere interne nella politica dell’UELa proposta di Patto europeo su immigrazione e asilo: la (non) riformaLe politiche europee e il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo: il punto di vista dei rifugiatiL’affido omoculturale dei minori stranieri non accompagnati: il sistema olandese e quello italiano a confrontoPagella in tasca: i “canali di studio” per minori rifugiatiLa fame di aria: l’inverno della primavera araba nel C.P.R. di TorinoIl sistema di accoglienza tra distruzione e riforme a pezzi: a che punto siamo?La protezione speciale dopo il decreto-legge 130/2020: un’innovazione importanteUna riflessione a viva voce. La dignità come fondamento dei diritti umani dei rifugiati: retorica o tutela efficace?Arte, pratiche e saperi: “Trame migranti” a MessinaFratelli tutti” migranti. Le prime tre parti del rapporto sono accompagnate da altrettante sezioni statistiche con graficitabelle e schede di dati e fatti” sulle migrazioni forzate e il diritto d’asilo nel mondo, nell’UE e in Italia, con numeri e serie storiche aggiornate a buona parte del 2021: dall’impatto del COVID-19 sulla protezione internazionale ai drammi vissuti ogni giorno da milioni di persone in fuga da guerre, persecuzioni, violenze, climate change. Dai “grandi dati” su arrivi e sbarchi alle stime sui morti e i dispersi alle frontiere dell’UE (dalle Canarie a Cipro, dalla nuova frontiera esterna della Manica ai gelidi confini con la Bielorussia, al collo di bottiglia misero e violento della rotta balcanica). Dai numeri sui richiedenti protezione in Europa e in Italia agli esiti che essi ottengono, all’applicazione del regolamento “Dublino III”. Dalle lodevoli (ma limitate) iniziative di reinsediamento, ricollocazione, evacuazione umanitaria e dei “corridoi umanitari” all’accoglienza che il nostro Paese offre a richiedenti e rifugiati. Senza dimenticare fenomeni opachi e inquietanti che non possono essere taciuti, come, in questo 2021, l’escalation dei migranti intercettati dalla Guardia costiera “libica” e di quelli rinchiusi nei famigerati centri di detenzione del Paese nordafricano, i respingimenti sommari e illegali nei Balcani e dalla Grecia, la criminalizzazione delle ONG... Rispetto all’edizione 2020 si aggiungono quest’anno dati e schede sulla situazione dello sradicamento forzato nel mondo alla metà del 2021, sulla situazione in Afghanistan (incluse le gravi responsabilità dell’Occidente in questo disastro umanitario, certo, ma anche geo-politico), sulle procedure “di frontiera” e “accelerata” in Europa, sui minori non accompagnati richiedenti protezione nell’UE e sui ricorsi in materia d’asilo e sulle vittime di tratta in Italia. Ad arricchire le pagine del volume, infine, una serie di fotografie a colori del fotografo indipendente Alessio Mamo, che ritraggono cittadini afghani a Kabul e in diversi contesti di migrazione, in Bosnia, a Lesbo e a Calais.  «Nei giorni in cui viene chiuso questo rapporto la tentazione di farsi prendere dallo sconforto e da un senso di impotenza è davvero alta – tirano le somme, nelle Conclusioni, le curatrici del volume Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti –.  La vecchia Europa sembra sempre più chiusa in se stessa e pochi sono gli spiragli di speranza, sia che si guardi ai singoli Stati, sia che si considerino le politiche dell’Unione. Entrare in Europa sarà sempre più difficile, costoso pericoloso. Il tema della solidarietà rimane quasi solo una questione di principio, sia a livello globale, sia a livello di Unione, sia ancora a livello interno dell’Italia. Non possiamo però arrenderci supinamente a questo scenario, e ci preme quindi richiamare anche i pochi ma significativi aspetti positivi che si affacciano timidamente alla ribalta e che hanno bisogno di tutta la nostra fiducia e tenacia per poter prosperare: l’introduzione della nuova protezione speciale, le vie sperimentali per l’accesso legale e sicuro nel nostro Paese di minori attraverso i visti per studio, e il protagonismo dei rifugiati che iniziano a prendere pubblicamente parola nel dibattito pubblico e scientifico. Possono forse sembrare piccoli lumi in un panorama fosco e disperante, ma dimostrano che il cambiamento è sempre possibile e che va costruito giorno per giorno, mettendo insieme risorse e volontà plurali e trasversali».  
  Il programma della presentazione in presenza e on line   Martedì 14 dicembre 2021 - ore 10.00 nell’aula magna di Casa La Salle, via Aurelia 472, 00165 - Roma Ingresso libero sino a esaurimento dei posti con green pass   e in diretta streaming sul canale Youtube: youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana e sul profilo Facebook: facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana della Conferenza Episcopale Italiana   Gli interventi Stefano Russo, segretario generale della CEI Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes Cristina Molfetta e Chiara Marchetti, curatrici del rapporto Yagoub Kibeida dell’associazione UNIRE Michele Rossi della rete Europasilo Franco Nero, Attore Modera Duccio Facchini, direttore del mensile Altreconomia​

Migrantes: il rapporto Asilo su “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande”

9 Dicembre 2021 - Roma - “Gli ostacoli verso un noi sempre più grande” è il titolo della nuova edizione del report “Il diritto d’asilo” della Fondazione Migrantes, che sarà presentato il 14 dicembre a Roma (ore 10, aula magna di Casa La Salle). Interverranno, tra gli altri, mons. Stefano Russo, segretario generale Cei; mons. Gian Carlo Perego, presidente Fondazione Migrantes; Cristina Molfetta e Chiara Marchetti, curatrici del volume; Yagoub Kibeida, Michele Rossi e l'attore Franco Nero.

Mon. Perego: il viaggio del Papa a Cipro e in Grecia è anche un appello concreto all’Europa

9 Dicembre 2021 - Roma -  Il viaggio a Cipro e in Grecia è anche un appello concreto all’Europa, a tutti i Paesi che formano la “casa comune” europea, a "superare interessi nazionali e considerazioni politiche per rimettere al centro, nella politica migratoria, la dignità della persona migrante". Lo scrive oggi mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, in un editoriale per il settimanale "Famiglia Cristiana" in uscita oggi.  Il viaggio diventa - scrive mons. Perego -  così "una critica aperta allo scandalo di 10 muri che si sono alzati ai confini dei Paesi europei e a un accordo continuamente rimandato per rivedere il regolamento di Dublino con l’impegno alla distribuzione dei richiedenti asilo e rifugiati in tutti i 27 Paesi europei. Da Lesbo, in comunione con le altre Chiese cristiane, può rinascere l’Europa della solidarietà". Il presidente della Migrantes evidenzia come il viaggio sia stato preceduto dall’incontro in Santa Marta con 12 rifugiati accompagnati dall’elemosiniere e dall’incontro con 15 profughi ospitati presso la parrocchia di Santa Maria degli Angeli di Fiumicino e come il papa, nell'Angelus  di domenica 28 novembre abbia ricordato con "sofferta partecipazione i migranti morti nel Canale della Manica e i migranti che continuano a morire nelle acque del Mediterraneo, come anche la situazione drammatica al confine tra Polonia e Bielorussia che si unisce al dramma dei migranti della Rotta balcanica". Il Papa "unisce sempre alle parole i fatti, i gesti ai discorsi, per rendere credibile il messaggio della Chiesa. Laddove ci sono sofferenza, un’umanità ferita per le privazioni, le violenze, la fuga da guerre e cambiamenti climatici, ha ricordato il Papa sempre all’Oim, non possono prevalere le considerazioni diplomatiche, non si possono semplicemente 'difendere le agende politiche'". (R.Iaria)

Migrantes Bergamo: il 13 dicembre la presentazione del Rapporto Immigrazione

7 Dicembre 2021 - Bergamo - Sarà presentato il prossimo 13 dicembre a Bergamo, la XXXma edizione del Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. L'iniziativa è promossa da Fileo, Centro studi e formazione sulla mobilità umana e l'intercultura, il progetto della Diocesi di Bergamo animato da Ufficio Migrantes, Caritas, Centro Missionario e Fondazione Bernareggi. L'incontro, alle 17.00, presso l’Abbazia di San Paolo d’Argon (via del Convento, 1) vedrà, dopo l’introduzione di don Sergio Gamberoni, direttore Migrantes della diocesi e don Roberto Trussardi, direttore della Caritas Diocesana Bergamasca, l'intervento di Simone Varisco della Fondazione Migrantes. A concludere il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi. L'incontro sarà trasmesso anche in diretta Facebook sulla pagina del Centro Studi Fileo.  

Caritas: don Marco Pagniello nuovo direttore. Gli auguri della Migrantes

25 Novembre 2021 -
Roma - Don Marco Pagniello della diocesi di Pescara-Penne è il nuovo direttore di Caritas italiana. Lo ha nominato il Consiglio Permanente della Cein riunitosi a Roma durante i lavori dell'Assemblea Straordinaria della Cei conclusasi oggi a Roma. 
A don Pagniello gli auguri di un proficuo lavoro da parte della Fondazione Migrantes. (R.I.)

Mons. Perego agli operatori dello spettacolo viaggiante: “testimoni del Vangelo in questo tempo che vede la Chiesa in cammino, in sinodo”

19 Novembre 2021 - Padova – Si conclude, questa mattina a Padova, il convegno nazionale Migrantes sulla pastorale per lo spettacolo viaggiante. Al centro il tema “la Chiesa tra i viaggianti. Ieri gli oltre 30 partecipanti provenienti da altrettante diocesi italiane hanno visitato Bergantino, la “città delle giostre” e incontrato i rappresentati delle istituzioni e i lavoratori delle diverse aziende del settore. “E’ una gioia incontrare voi, cari operatori e operatrici del mondo dello spettacolo viaggiante, soprattutto in questo luogo, Bergantino, dove si respira dappertutto, grazie alle numerose imprese di attrazioni, l’aria della gioia che portate nelle feste, nelle sagre, nei nostri paesi, ancora segnati dalla tristezza e dal lutto di una pandemia che non è ancora finita”, ha detto al termine della giornata mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, durante la celebrazione eucaristica.  Una pandemia che ha – ha aggiunto – “limitato pesantemente le relazioni e che, per questo, ha segnato gravemente anche la vita e il lavoro di un mondo, come il vostro, che vede al centro l’incontro, le relazioni”. “Care sorelle, cari fratelli, riconosciamo il tempo presente come il tempo in cui Dio continua a visitarci e ci regala la strada della salvezza. Mettiamoci – ha detto ancora mons. Perego - in cammino con i nostri fratelli e sorelle del mondo dello spettacolo viaggiante, con lo stile del Buon samaritano”. E’ questa dedizione, questa prossimità, questa responsabilità, da sperimentare nei luoghi e con le persone e le famiglie del mondo dello spettacolo viaggiante, che “fa di noi i testimoni del Vangelo in questo tempo che vede la Chiesa in cammino, in sinodo”, ha quindi concluso il presule: “S. Giorgio, patrono di questa comunità di Bergantino, che ha saputo lottare con il male e vincerlo, ci aiuti nel cammino di ogni giorno, pieno di insidie, di compromessi, di omissioni, ma anche ricco delle gioie e delle speranze che il mondo dello spettacolo viaggiante, con semplicità e libertà, sanno regalare”.  

Card. Tukson: circensi e lunaparkisti sono capaci di offrire una sosta dal quotidiano

17 Novembre 2021 - Padova - Il lavoro degli operatori dello spettacolo viaggiante «ci permette  di riscoprire la spiritualità del settimo giorno perché circensi e lunaparkisti sono capaci di offrire a noi spettatori una sosta dal quotidiano che riposa il fisico, ma anche la mente e lo spirito, necessaria per ricaricarsi in un mondo che invece pretende di vivere incessantemente senza riposo». Lo ha scritto, in un messaggio, il card. Peter K.A. Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ai partecipanti al convegno nazionale della pastorale per lo spettacolo viaggiante che si è aperto oggi pomeriggio a Padova su iniziativa della Fondazione Migrantes. Per loro il lunapark e il circo sono «una famiglia allargata, complicata, ma solida e solidale, che lavora, suda e soffre all’unisono, per raccogliere insieme i frutti del suo lavoro, la soddisfazione dell’applauso, le risate dei bambini sulla giostra», ha scritto: gli «amici» dello spettacolo viaggiante rappresentano «un’opportunità unica per ogni comunità cristiana che trovano sul loro cammino e il vostro compito è proprio costruire ponti tra queste due realtà». Il card. Tukson ringrazia «gli amici» per «consentirci di riscoprire l’accoglienza nei loro confronti, in particolare in un tempo infrasettimanale, che per noi è quello della quotidianità ma che per loro è quello del riposo: in tal modo, ci aiutano a dare un senso diverso e più ricco anche al nostro tempo». E ancora grazie – scrive il card. Tukson - per «farci comprendere la forza dell’annuncio» e alla le mamme e le nonne che sono tra loro «catechiste coraggiose e instancabili» e l’esortazione a «cercare sempre un contatto» con le comunità che le ospitano, che vada al di là dello spettacolo per diventare scambio fecondo di esperienze e di fede». Il responsabile del Dicastero vaticano ricorda, in questo tempo di pandemia, come tanti di loro hanno accolto gratuitamente medici e infermieri presso le proprie giostre o hanno offerto spettacoli a famiglie in difficoltà. Lo stesso porporato ha accompagnato un circo all’ospedale pediatrico Gesù Bambino di Roma. E poi il suggerimento alla «condivisione della mensa eucaristica», sotto lo chapiteau o sulla pista dell’autoscontro «che ci fa riscoprire ancora di più ‘fratelli tutti’ perché figli e figlie dell’unico Padre celeste che ci accoglie nella gioia del suo amore senza fine, fino alla fine dell’eternità». Il convegno nazionale Migrantes sul tema “La Chiesa tra i viaggianti” si è aperto con il saluto del direttore generale della Fondazione  Migrantes, don Gianni De Robertis e una relazione sul tema affidata a don Mirko Dalla Torre della Consulta Migrantes per la pastorale dei fieranti e dei circensi. Domani la visita a Bergantino “la città delle giostre” e l’incontro con le istituzioni locali e i lavoratori per mettersi uno scambio di esperienze e testimonianze. (Raffaele Iaria)

Vescovi Triveneto e la dimensione pastorale del fenomeno migratorio

17 Novembre 2021 -

Zelarino - Si sono incontrati ieri a Zelarino i vescovi della Conferenza Episcopale del Triveneto. I vescovi, nel pomeriggio,  hanno incontrato il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis e il responsabile della Commissione regionale Migrantes don Giuseppe Mirandola: è stata l’occasione per riflettere sulla più ampia dimensione “pastorale” del fenomeno migratorio che riguarda e tocca tanti aspetti della vita ecclesiale - dalla cura dei migranti italiani all’estero a quella delle comunità di immigrati presenti nelle comunità ecclesiali e nelle città di questo territorio fino al segmento doloroso dei “migranti forzati” - richiedendo così un’attenzione complessiva, come una nuova risorsa, e non limitata a sole questioni di ordine pubblico, carità e primo soccorso, si legge in una nota. Al termine è stata espressa "la forte preoccupazione per la situazione di sfruttamento e crisi umanitaria che coinvolge migliaia di migranti giunti e ammassati ai confini tra Bielorussia e Polonia e sulla rotta balcanica".

Migrantes: da oggi a Padova il convegno su “La Chiesa tra i viaggianti”​

17 Novembre 2021 - Padova - La Fondazione Migrantes chiama a confronto gli operatori per la pastorale dello spettacolo viaggiante dopo un duro periodo vissuto a causa della pandemia. Da oggi – e fino al 19 - a Padova il convegno nazionale “La chiesa tra i viaggianti” pensato soprattutto per chi inizia il suo servizio in questo mondo o semplicemente “nutre interesse per esso, come occasione per approfondirne la conoscenza. Inoltre, chi lavora con la Gente del Viaggio, ha la necessità di condividere le proprie riflessioni anche con colleghi che operano in luoghi molto lontani: ciò è fondamentale, sia perché siamo in pochi, e se ci confrontiamo solo coi più vicini, potremmo essere costretti a un soliloquio, sia perché ci troviamo ad operare con persone mobili che vivono simultaneamente in contesti differenti, che è necessario confrontare criticamente”, spiega il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis. L’emergenza legata al Covid-19 ha evidenziato, anche in questo settore, aggiunge don De Robertis, “molti problemi e interrogativi nuovi; per fronteggiarli è ancora più necessario il confronto diretto delle varie esperienze”. Al convegno sono previste varie presenze: mons. Luigi Bressan, Vescovo incaricato per la Migrantes del Triveneto che questa sera presiederà una liturgia eucaristica, don Mirko Dalla Torre della Consulta nazionale per la pastorale dei fieranti e dei circensi; mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Presidente della Fondazione Migrantes, Claudio Cipolla, vescovo di Padova. Il convegno prevede anche, per domani, una visita alla “città” delle giostre, Bergantino e alle sue aziende. Occasione per mettersi “in ascolto di alcune testimonianze di fieranti e circensi”. (Raffaele Iaria)

Migrantes Triveneto: domani a Zelarino convegno regionale 

16 Novembre 2021 - Padova - Un’intera giornata per programmare e rilanciare l’azione della Migrantes nel Triveneto. Domani, Mercoledì 17 novembre, nella sede della Conferenza Episcopale Regionale del Triveneto, a Zelarino, i Direttori delle Migrantes Diocesane, i cappellani etnici e i collaboratori, daranno una lettura complessiva della situazione attuale e tracceranno linee di azione. La giornata sarà conclusa con una riflessione di don Gianni De Robertis, Direttore generale della Fondazione  Migrantes, alla luce dei lavori di gruppo e di un interrogativo di fondo: cosa Dio sta dicendo alle comunità ecclesiali ed ai contesti sociali in cui si è inseriti?

Mci Genk: la radio internazionale e le missioni cattoliche

12 Novembre 2021 - Roma - Si è concluso a Roma, questa mattina, il convegno sul tema "Gli italiani in Europa e la missione cristiana. Radici che non si spezzano ma che si allungano ad abbracciare ciò che incontrano”, promosso dalla Fondazione Migrantes. E questa mattina la Radio Internazionale della Missione Cattolica Italiana di Genk, la "radio dal cuore Italiano" ha mandato in onda una serie di interviste ai partecipanti all'incontro che ha visto duecento persone da ogni parte d'Europa.

Rai Italia: oggi puntata dedicata al Rapporto Italiani nel Mondo

12 Novembre 2021 - Roma - La puntata di oggi di "Italia con Voi" su Rai Italia avrà un approfondimento sul Rapporto Italiani nel Mondo presentato nei giorni scorsi a Roma. Nella puntata interverranno don Antonio Serra, Coordinatore Nazionale delle Missioni Cattoliche nel Regno Unito e Delfina Licata, curatrice del Rapporto. Tra gli ospiti della puntata anche il Ministro Plenipotenziario Luigi Maria Vignali, tornato per ricordare le elezioni dei Comitati per gli Italiani all’Estero che si terranno il 3 dicembre mentre la rubrica Le Storie dal Mondo sarà dedicata agli Emirati Arabi Uniti: sarà un incontro con  Giulia Pantone, appassionata di calcio e manager della Juventus Academy Dubai. Poi, Negli Stati Uniti, a Los Angeles, Andrea Marchetti, che lavora in un centro di accoglienza per giovani senzatetto.    

Migrantes: presentato a mons. Cipolla il convegno nazionale sulla pastorale dello spettacolo viaggiante

12 Novembre 2021 - Padova - È stato presentato al vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla e al responsabile diocesano per la pastorale delle migrazioni, don Gianromano Gnesotto, il prossimo incontro Nazionale per Pastorale dello Spettacolo Viaggiate che si terrà a Padova dal 17 al 19 novembre p.v. Sotto le cupole della Basilica del Santo si incontreranno nella “Tre Giorni” gli operatori pastorali che operano nell’annunciare il Vangelo tra i circensi e lunaparkisti in tutta Italia. Giorni intensi di formazione e di riflessione, ma soprattutto di ascolto della Gente del Viaggio. Il saluto del direttore generale della Fondazione Migrantes don Giovanni De Robertis, e della responsabile del Vaticano per il settore pastorale dei fieranti e dei circensi, Alessandra Silvi, daranno inizio alla “Tre Giorni”. La proposta di riflessione di don Mirko Dalla Torre, membro della Consulta Nazionale della Pastorale dello Spettacolo Viaggiante sulla presenza della Chiesa nella vita dei fratelli del Circo e del Luna Park, sarà il tema della prima giornata e avvierà poi, i lavori di gruppo. L’Eucarestia presieduta da mons. Luigi Bressan, vescovo delegato per la Migrantesi Triveneta concluderà il pomeriggio di lavoro. Bergantino, il paese della giostra in provincia di Rovigo, nella giornata di giovedì 18 novembre, diventerà luogo di incontro e di testimonianza con il mondo delle giostre e del Circo. La Parrocchia di Bergantino accoglierà, per la celebrazione della S. Messa presieduta da mons. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes i partecipanti provenienti da Padova. Nella giornata conclusiva del Convegno, sarà don Antonio Salone, della diocesi di Avezzano, ad aiutare gli operatori pastorali a riflettere sulle “Sagre e fiere parrocchiali, luoghi di accoglienza dei viaggianti”. “Il Mio augurio è quello che, questo incontro nazionale -come sottolinea don Giovanni De Robertis- possa portare frutti abbondanti a beneficio di chi lavora per portare gioia e festa a tutti noi”.  

 

p. Grasso: le comunità emigranti sono chiamate a (ri)pensarsi sempre più come comunità itineranti

11 Novembre 2021 - ROMA - “Le nostre comunità di fede sono chiamate a (ri)pensarsi sempre più come comunità itineranti. Lo sono per costituzione (dal nome Missioni), ma - dobbiamo essere onesti - il pericolo di passare dal nomadismo allo “stanzialismo” è sempre imminente”. Lo ha detto oggi p. Antonio Grasso, responsabile della Missione Cattolica Italiana di Berna intervenendo al convegno delle Mci in Europa in corso a Roma su iniziativa della Fondazione Migrantes. Per p. Grasso la missione evangelizzatrice delle Missioni cattoliche di Lingua Italiana si collocano in un contesto europeo in continua evoluzione economica, socio-culturale e spirituale. La crisi pandemica che “abbiamo vissuto (e stiamo ancora vivendo) ha avuto l’effetto positivo che ha ridato all’Europa la coscienza che servono soluzioni comuni, e non battitori liberi, perché siamo ‘tutti sulla stessa barca: o ci si salva tutti o si affonda insieme. La crisi pandemica ha rotto quell’ondata di populismo e di nazionalismo che si stava rinforzando sempre più fino a qualche anno fa’, che ha avuto nella Brexit un chiaro esempio e concretizzazione di una crisi identitaria della ‘casa comune’ europea”. P. Grasso ha detto che dobbiamo prendere atto che c’è un cambiamento in corso, un cambio tra la prima generazione (quei migranti del dopoguerra, con una specifica pratica religiosa che ha definito per tanti anni il modello pastorale delle Missioni e che è ancora “lo zoccolo duro” delle nostre celebrazioni) e la concezione di fede – teorica e pratica - delle nuove migrazioni.  Molti di coloro che hanno risposto ad un questionario predisposto in vista di questo convegno hanno affermato – giustamente – che “non c’è una relazione automatica tra emigrazione e fede: né si emigra per fede, né chi emigra è automaticamente un credente”. Come ha detto un Missionario nelle risposte al questionario, si ha di fronte una fede che può essere definita “moderna”, tipica di questo periodo culturale, che abbraccia i “cristiani di fatto” (i credenti-praticanti), i “cristiani di nome” (i credenti-non praticanti), i “cristiani delle grandi occasioni”, i “cristiani del gettone” (bisognosi di un servizio) e i “cristiani da album dei ricordi”, legati alle feste di paese o ad altri eventi a carattere folkloristico. Il sogno è quello di “ripensarsi come unica comunità di fede, in un progetto di pastorale d’insieme. La missione di evangelizzare è della Chiesa, di ogni battezzato, e tutti siamo destinatari e portatori dell’annuncio di salvezza. Dunque, il sogno comune è sentire che la missione della Chiesa in cui siamo inseriti (questo piccolo lievito) è la nostra missione. Tutto ciò si concretizza in gesti e azioni concreti, come l’inserimento nelle Unità Pastorali zonali non sopportato ma desiderato, il prendere parte alle attività diocesane, assumendo incarichi e dando il proprio contributo specifico, la - a volte sofferta - convivenza e cogestione degli spazi, l’apprendere la lingua del posto dove si vive e si opera come segno di positiva integrazione e compartecipazione al cammino comunitario locale. Sono tutti elementi – insieme ad altri – che emergono dalle risposte al questionario come un “da farsi” e non ancora come una realtà assunta come stile per tutti (ci sono sempre, naturalmente, le buone pratiche)”. “A noi, operatori pastorali della mobilità umana, insieme ai vescovi delle chiese di partenza e di arrivo, e insieme a tutti i laici che camminano con noi, è richiesto più che di impiantare dei progetti pastorali, di avviare dei processi di conversione pastorale, che ci portino a ‘ri-formare’ (dare una nuova forma) la Chiesa e, nello specifico, le comunità”, ha sottolineato p. Grasso evidenziando che “ogni Chiesa locale è la specifica manifestazione della multiforme grazia di Dio e dello Spirito. Pertanto ognuno dev’essere cosciente della sua identità, della ricchezza dei doni dello Spirito e della ‘poliedricità’ che in sé rappresenta. La storia della Chiesa locale e la ricchezza rigenerante delle comunità migranti fanno sì che Dio parli ancora alla Chiesa e parli con linguaggi nuovi”.

Card. Bassetti: l’accompagnamento della chiesa italiana con gli emigrati di ieri e di oggi

11 Novembre 2021 - Città del Vaticano - “La Chiesa che è in Italia accompagna e sostiene la pastorale degli emigrati e dei migranti, di chi risiede da più tempo all’estero ed è nato oltre il confine e di chi ha un’esperienza migratoria più recente”. Lo ha detto questa mattina il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, salutando Papa Francesco all’inizio dell’udienza ai partecipanti al convegno delle Missioni Cattoliche Italiane promosso dalla Fondazione Migrantes, in corso a Roma fino a domani. In questi giorni – ha detto il porporato – “abbiamo vissuto dei momenti belli e ci siamo sforzati di ricomporre in unità il momento attuale caratterizzato dall’immigrazione, con quello di ieri che ci ha visto riflettere sui molti partiti dall’Italia, una imponente massa di nostri connazionali”. “Grazie – ha poi proseguito - perché il Suo cuore è sempre aperto all’accoglienza. In questi giorni abbiamo cercato di leggere la presenza di Dio attraverso gli emigrati italiani all’estero e anche attraverso i tanti migranti che giungono in Italia. In ciascuno di loro è impresso il volto del Signore. Ci siamo messi in ascolto delle loro storie, delle loro voci, dei loro racconti che riannodano la nostra memoria a quella dei nostri padri e a quella di quanti hanno lasciato l’Italia per i motivi più svariati. Anche lei è figlio di questa emigrazione. Il nostro ascolto si è anche allargato alle grida di chi è costretto a lasciare il suo Paese andando incontro a viaggi di speranza, che molto spesso trovano un epilogo nella disperazione”.  

Mattarella: italiani nel mondo “presenza di valore inestimabile”

9 Novembre 2021 -

Roma - “La portata umana, culturale e professionale” degli italiani nel mondo “è di valore inestimabile nell’ambito di quel soft-power che consente di collocare il nostro Paese tra quelli il cui modello di vita gode di maggior attrazione e considerazione”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato alla Fondazione Migrantes in occasione della presentazione oggi a Roma del Rapporto Italiani nel mondo 2021. Mattarella ha ricordato la presenza degli italo-discendenti, stimata in circa 80 milioni, a cui si aggiungono “gli oltre sei milioni di cittadini italiani residenti all’estero”. “Le reti che animano e costituiscono questo valore di italicità – sottolinea il capo dello Stato – meritano riconoscimento e sostegno”.

Mons. Russo : “Chiesa italiana preoccupata per nuove emigrazioni giovanili, sia priorità”

9 Novembre 2021 -
ROMA - “La Chiesa in Italia ha in questo momento una priorità che è allo stesso tempo una preoccupazione pastorale: le nuove emigrazioni giovanili. Gli italiani emigrano oggi massicciamente e i giovani sono i protagonisti principali. Cosa siamo chiamati a fare per i tanti fedeli di lingua italiana che arrivano all’estero oggi spinti dalla necessità di trovare una realizzazione personale e lavorativa? Non basta la sola assistenza morale e spirituale. La Chiesa deve essere compagna di vita per ciascuno di loro, la parrocchia una casa”. Lo ha sottolineato oggi a Roma mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, aprendo la presentazione della XVI edizione del Rapporto italiani nel mondo 2021 curato dalla Fondazione Migrantes. “C’è un’altra Italia che non va dimenticata, della quale dobbiamo sentirci responsabili tutti, la Chiesa in Italia ma non solo – ha proseguito -. Mi riferisco agli italiani che sono all’estero da più tempo, magari in età avanzata e di quelle generazioni nate e/o cresciute all’estero ma che continuano ad avere legami profondi con il nostro Paese. Parlo delle comunità di lingua italiana più strutturate, da tempo ormai insediate in territori fuori dei confini italiani, ma che sentono forte la necessità di rinvigorire i legami rinnovando sentimenti di amicizia e affetto reciproci” . Ha perciò invitato a “lavorare per una Chiesa sinodale, preparata all’incontro, ma anche al transito del migrante perché solo una parte resta nel primo luogo raggiunto con il percorso di mobilità, molti altri continuano nella loro ‘ricerca della felicità’”. La presentazione del Rapporto “Italiani nel mondo” è quindi “occasione di incontro, dialogo e confronto anche con le istituzioni”. “Per noi è un impegno a essere pienamente in dialogo con le istituzioni, nazionali, europee e internazionali, per il benessere comune precedentemente richiamato”, ha precisato, richiamando la necessità del “riconoscimento del primato della persona sulle strutture. Un riconoscimento che si deve tradurre in agire istituzionale, in linguaggio inclusivo e non divisivo, in capacità di comunicare dando alle parole il peso che meritano”. “La persona al centro del pensiero e del nostro agire sempre – ha sottolineato -. Nonostante la pandemia, le emergenze inaspettate e le nuove sofferenze, viene sempre valorizzata la persona, in questo specifico caso, italiane e italiani in mobilità”.