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Ucraina: Mattarella questa mattina a messa nella chiesa degli ucraini di Santa Sofia

[caption id="attachment_27253" align="alignnone" width="300"] (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)[/caption]   6 Marzo 2022 - Roma - Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, questa mattina è nella Basilica di Santa Sofia a Roma, la chiesa dove si riunisce la comunità cattolica ucraina. La chiesa, guidata da don Marco Semehen, direttore Migrantes dell'Esarcato dei greco cattolici ucraini in Italia, in questi giorni è diventata il punto di raccolta e di stoccaggio degli aiuti verso la popolazione ucraina. Ogni giorno da qui partono tir pieni di medicine e viveri con la collaborazione di diversi volontari. Anche il cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, nei giorni scorsi si è recato presso la Basilica per recapitare materiale sanitario e generi di sussistenza. La liturgian eucaristica è stata presieduta da don Semehen. (Raffaele Iaria)

Ucraina: mons. Perego, positiva intesa Ue per i profughi ucraini

4 Marzo 2022 - Roma - Ieri i ministri degli Interni della Ue hanno deciso di applicare la direttiva di protezione temporanea ai profughi ucraini. Una decisione certamente “positiva perché copre per un anno non solo i richiedenti asilo ucraini, ma anche migranti e rifugiati provenienti da Paesi terzi e residenti in Ucraina”, dice oggi al quotidiano Avvenire, il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego: “questo fa ben sperare anche per altre situazioni. Credo che sia stato un primo passo importante che ha guardato al precedente della Bosnia e del Kosovo. Poi deve seguire la collaborazione sui territori. Attualmente sono arrivate circa 6.600 persone secondo i dati del Viminale ma, poiché il meccanismo di redistribuzione assegna il 13% all’Italia, potrebbero arrivarne 500mila se in tutta l’Unione entrano 5 milioni di profughi ucraini come prevede l’Ue, o il doppio se i profughi saranno 10 milioni, come prevede l’Onu. Occorre dunque sforzarsi per una redistribuzione diffusa”. In Italia gli ucraini sono circa 250mila con maggioranza donne, le 150 comunità cattoliche ucraine con 60 preti: “è stato importante per la solidarietà e la preghiera, come quella del 2 marzo con il Papa. Sono state le prime a mobilitarsi a Ferrara, Genova, Firenze, Palermo, Padova, Trieste e Gorizia. Il ricongiungimento familiare dei profughi diventerà un elemento importante – sottolinea mons. Perego - per l’accoglienza. Vediamo che il flusso è per lo più composto da donne e bambini. Significa che l’attenzione alla tutela dei minori fuggiti da una guerra e un adeguato accompagnamento psicologico sono aspetti da mettere in campo”. Il presule spera che “l’accoglienza che inizia nei Paesi dell’Est Europa, nel cosiddetto gruppo di Visegrad, sia un primo avviso dell’auspicata redistribuzione dell’accoglienza dei richiedenti asilo, e quindi della tanto attesa modifica del regolamento di Dublino che lascia i profughi nel Paese europeo di primo arrivo”. Il tema della solidarietà  - sottolinea il presidente di Migrantes - torna a “essere elemento qualificante in Europa di fronte a questi come a tutti gli altri richiedenti asilo in arrivo. Ribadisco che l’apertura dei Paesi di Visegrad può essere di buon auspicio per la revisione della politica di asilo nei 27 Stati membri che aveva subito diverse battute di arresto. Ma anche una opportunità per rivedere l’atteggiamento verso altri fronti da cui arrivano i richiedenti asilo, nel nostro caso il Mediterraneo. È un tema discusso nell’incontro dei sindaci e dei vescovi del Mare nostrum a Firenze nei giorni scorsi. Questa guerra ci fa capire quanto è importante che ogni Paese europeo sia Paese di accoglienza, e al tempo stesso che tutta l’Ue sia impegnata nel superamento del regolamento di Dublino”.

Mons. Perego: “tendere la mano all’accoglienza”

27 Febbraio 2022 - Firenze - “Tendere la mano all’accoglienza. Nessuno può tirarsi indietro. E’ l’occasione per l’Europa di essere unita nell’accoglienza di tanti fratelli e sorelle “. Lo ha detto questa mattina il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, durante la trasmissione di Rai Uno “A Sua immagine”. Mons. Perego ha sdetto, poi, che la Chiesa Italiana è molto vicina alle 150 comunità ucraine in Italia e con loro prega per una risoluzione pacifica di questa “assurda e inutile guerra”. (R.I.)

Mons. Perego: concepire la città come comunità inclusiva e aperta, che riconosca le diversità e le provenienze

25 Febbraio 2022 - Firenze – “Firenze sarà un laboratorio di confronto fra tutte le esperienze, le fatiche, le sofferenze, le umiliazioni, che oggi si vivono intorno e dentro il Mediterraneo, e che impongono un cambio di direzione. Abbiamo davanti la sfida di far diventare quello che oggi è una barriera e un cimitero, in un grande corridoio umanitario, che colleghi fra loro, anziché separare, persone e città, attraverso nuove forme di collegamento e di collaborazione fra i continenti che si affacciano sul Mediterraneo, a tutela dei diritti fondamentali, di sbarco, di protezione, di asilo, delle persone che si spostano in mare fuggendo da miseria, fame, guerre, violenze”. Lo dice oggi, in una intervista a “la Repubblica”, il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, in questi giorni a Firenze per l’incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo che si concluderà domenica con la visita di Papa Francesco. Per mons. Perego cittadinanza oggi significa “concepire la città come comunità inclusiva e aperta, che riconosca le diversità e le provenienze, valorizzando tutti, nessuno escluso…. i beni comuni devono tornare al centro dell' ottica di governo delle città”. La riforma della legge sulla cittadinanza – ha quindi aggiunto mons. Perego - è “un' altra questione cruciale per parlare di città inclusiva. Così il ripensamento, da parte di tanti paesi europei, delle loro leggi in materia di libertà religiosa, di riconoscimento formale delle minoranze e del diritto di disporre di edifici di culto. Senza i quali non ci si può sentire parte di una città allo stesso modo della maggioranza, e perciò non si danno né vera libertà religiosa, né compiuta cittadinanza”. (R.I.)

Mons. Perego: molti ucraini potrebbero raggiungere l’Europa

24 Febbraio 2022 - Firenze - In Italia, quella ucraina, è la quinta comunità di stranieri: “sono circa 250mila persone e  con l'escalation del conflitto è facile che ci sarà almeno un raddoppio, perché in molti raggiungeranno i propri familiari”. Lo ha detto questa mattina mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, parlando con l’agenzia “La Press”. Per il presule, che in questi giorni è a Firenze per l’Incontro dei Vescovi sul Mediterraneo promosso dalla Cei - è necessario che il governo “abbia attenzione alla tutela del diritto d'asilo per gli ucraini, per iniziare da subito un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione in città”. "Quello che pensavamo non avvenisse immediatamente ma fosse risolto con la strada diplomatica – ha quindi aggiunto - si sta trasformando in una nuova e inutile strage. Il bombardamento porterà a un esodo di almeno quattro milioni di persone, soprattutto verso i Paesi più vicini ma molti potranno raggiungere l'Italia".  Il tema della guerra è oggetto di discussione, preoccupazione e preghiera nell'incontro dei vescovi del Mediterraneo riuniti, fino a domenica, a Firenze. E questa mattina anche un momento di preghiera. “Siamo vicini al patriarca di Kiev, che doveva essere presente, ma ha voluto rimanere nella sua città e nella sua Chiesa", sottolinea mons. Perego.

Mons. Perego: continuare a pregare per la pace in Ucraina

17 Febbraio 2022 - Roma - Occorre continuare a pregare per la pace in Ucraina. È l’invito che rivolge mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della Fondazione Migrantes in una intervista pubblicata su VaticanNews chiedendo a tutte le Chiese del Paese di accompagnare gli sforzi della diplomazia dopo il nuovo appello del Papa all'Angelus di Domenica scorsa, attraverso l’orazione. “Quella di Francesco è una preoccupazione condivisa – spiega - dai vescovi italiani così come dalla Chiesa ortodossa” precisando che sono continui i contatti con i rappresentanti dei circa 2.000 italiani emigrati in Ucraina e con l’esarcato apostolico d’Italia, sede della Chiesa greco-cattolica ucraina. “In molte diocesi – spiega mons. Perego – sono presenti diversi sacerdoti ucraini i quali rappresentano un veicolo importante attraverso il quale ogni giorno abbiamo la percezione della gravità della situazione”. In Italia risiedono 250 mila cittadini ucraini: “si tratta del quinto paese come numero di presenze fra immigrati, famiglie, ma anche comunità religiose che in questi giorni si stanno unendo alla preghiera per la pace”.

CEMi: la pace in Ucraina e la tragedia del Mediterraneo

14 Febbraio 2022 - Roma - La CEMi (Commissione Episcopale per le Migrazioni) al termine dell’incontro tenutosi presso la Fondazione Migrantes, oggi  14 febbraio 2022,  si è unita all’appello rivolto da Papa Francesco e dalla Presidenza della Cei per la pacce in Ucraina. Le parole preoccupate del Santo Padre e della Presidenza della Cei – sottolineano i Vescovi della CEMi - sono particolarmente importanti in queste ore in cui le tensioni si sono intensificate. La CEMi è anche vicina agli oltre 2000 italiani che vivono e lavorano in Ucraina e ai circa 250mila migranti ucraini presenti nel nostro Paese sia cattolici di rito orientale che ortodossi: una presenza importante nella vita delle nostre Chiese, per il dialogo ecumenico ma anche per la vita sociale ed economica del nostro Paese. Nell’incontro i Vescovi della Cemi si sono soffermati con preoccupazione alla situazione del Mediterraneo, a cui sarà dedicato il prossimo incontro dei Vescovi a Firenze. Continuano, infatti, i “viaggi della speranza” purtroppo abbandonati a se stessi, nel disinteresse dell’Europa e assistititi solo dalle navi della Civil flot,  e che lo scorso anno hanno generato la tragedia di quasi 1500 vittime.    

Ucraina: nuovo appello alla pace di papa Francesco

14 Febbraio 2022 - Città del Vaticano - "Le notizie che giungono dall’Ucraina sono molto preoccupanti. Affido all’intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace. Preghiamo in silenzio". Ancora una volta papa Francesco invita alla preghiuera per la pace in Ucraina.  E lo ha fatto ieri dopo la recita dell’Angelus in piazza San Pietro. Il Pontefice, lo scorso 26 gannaio aveva invitato a pregare pe rla pace con una Giornata di Preghiera e di riflessione. Un appello prontamente raccolto dalle comunità di ucraini in Italia. Tante le iniziative di preghiera in molte diocesi promosse dagli Uffici Migrantes diocesani.

Migrantes: Mattarella ha sempre mostrato attenzione al tema dei migranti e ai nostri connazionali all’estero

3 Febbraio 2022 - Roma - Il Presidente Sergio Mattarella ha sempre mostrato una attenzione  particolare al tema della cittadinanza e della integrazione dei migranti nel nostro Paese. E a loro  ha rivolto un saluto di “amicizia” evidenziando come la loro “affezione nei confronti del nostro Paese in cui hanno scelto di vivere e il loro apporto alla vita della nostra società – ha detto oggi durante il giuramento - sono preziosi”. Lo ricorda la Fondazione Migrantes in un comunicato pubblicato su www.migrantesonline.it. L’organismo pastorale della Cei sottolinea  anche il saluto “affettuoso” che Mattarella ha voluto rivolgere agli italiani all’estero: nei suoi viaggi internazionali – scrive Migrantes – “non ha mai mancato di visitare le comunità italiane all’estero e di segnalare la realtà di una nuova emigrazione e di giovani e famiglie, anche nei messaggi rivolti in occasione della presentazione annuale del ‘Rapporto italiani nel mondo’ pubblicato fa 16 anni da Migrantes”.  La riconferma di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica è – evidenzia il presidente di Migrantes, mons. Gian Carlo Perego -  una “garanzia di continuità dell’attenzione ai temi della mobilità, fondamentali per il futuro democratico del Paese”. Per queste ragioni “giungano al Presidente Mattarella gli auguri della Fondazione Migrantes per un proficuo lavoro”. (Raffaele Iaria)

Migrantes Brescia: domani la presentazione del Rapporto Asilo

3 Febbraio 2022 -

Brescia - Domani, seconda giornata internazionale della fratellanza umana, a Brescia, presso il Centro pastorale Paolo VI a Brescia, sarà presentato il Rapporto sul Diritto d’asilo della Fondazione Migrantes. A presentarlo Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes. Seguiranno alcune testimonianze sul tema "L'esperienza della micro-accoglienza diffusa", a cura della Cooperativa Kemay. La moderazione sarà affidata a Luciano Zanardini, direttore de "La voce del popolo".

Memorandum Italia-Libia: un appello firmato da diverse associazioni ed organizzazioni umanitarie per la revoca

2 Febbraio 2022 - Roma - Oggi, 2 febbraio 2022, giorno del quinto anniversario del Memorandum Italia Libia, decine di organizzazioni italiane, libiche, africane ed europee – fra le quali anche Fondazione Migrantes – presentano un documento di analisi e denuncia degli effetti del Memorandum e lanciano un appello al governo e alle organizzazioni internazionali: l’unica strada per tutelare le persone migranti in Libia è la revoca immediata del Memorandum. "Il blocco delle partenze determinato dall’attuazione del Memorandum attraverso gli ingenti finanziamenti garantiti dall’Italia alle autorità libiche si è rivelato un fattore che agevola la strutturazione di modelli di sfruttamento, riduzione in schiavitù e violenze, definiti come crimini contro l’umanità dalla Missione d'inchiesta indipendente delle Nazioni Unite", si legge nel testo: "al contempo, le misure previste per consentire l’uscita legale delle persone migranti dal paese - evacuazioni, corridoi umanitari e resettlement – si sono dimostrate gravemente insufficienti a garantire l’accesso ai diritti e alla protezione in maniera generalizzata, sia per la limitatezza dei mezzi, sia per l’assenza di garanzie procedurali e il carattere concessorio proprio di questi sistemi. Spesso, l’adesione a programmi di rimpatrio 'volontario' rappresenta l’unico strumento per sottrarsi alle violenze e agli abusi, anche quando il ritorno nel Paese di origine espone le persone alle medesime persecuzioni da cui sono fuggite". A fronte dell’esperienza maturata negli ultimi cinque anni e "all’aumento di violenze e repressione" a cui si assiste negli ultimi mesi, le organizzazioni firmatarie, attraverso l’appello richiedono "al governo italiano di revocare immediatamente il Memorandum. Si tratta dell’unica scelta praticabile - spiegano - di fronte all'impossibilità strutturale di apportare miglioramenti significativi alle condizioni di vita di migranti e rifugiati in Libia e di garantire loro un adeguato accesso alla protezione, come dimostrato dall’evoluzione della situazione libica" e all’UNHCR e OIM, in "ottemperanza al loro mandato di tutela dei cittadini stranieri presenti in Libia, di aderire alla richiesta di revoca del memorandum, così da evitare qualsiasi rischio di connessione tra le gravi violazioni dei diritti umani che derivano dal Memorandum e le proprie iniziative".

Gli auguri della Fondazione Migrantes a Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana

29 Gennaio 2022 - Roma - La Fondazione Migrantes saluta l'elezione di Sergio Mattarella, per un secondo mandato, alla Presidenza della Repubblica Italiana. Il Presidente Mattarella ha sempre mostrato un'attenzione  particolare al tema della cittadinanza e della integrazione dei migranti nel nostro Paese, alle seconde generazioni. Il Presidente non ha mai mancato di visitare le comunità italiane all'estero e di segnalare la realtà di una nuova emigrazione e di giovani e famiglie, anche nei messaggi rivolti in occasione della presentazione annuale del 'Rapporto italiani nel mondo' . La riconferma di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica è una garanzia di continuità dell'attenzione ai temi della mobilità, fondamentali per il futuro democratico del Paese. Per queste ragioni, giungano al Presidente Mattarella gli auguri della Fondazione Migrantes.

+ S.E. Mons. Gian Carlo Perego

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Presidente Cemi e Fondazione Migrantes

   

Migrantes: Sassoli si è impegnato in una democrazia diffusa, di cui l’Europa doveva essere lo strumento

11 Gennaio 2022 - Roma - Il Presidente del Parlamento Europeo, scomparso questa notte,  cattolico fiorentino, "ci ha dimostrato che la politica può essere la più alta forma di carità, come ci ha ricordato Papa Francesco nell'enciclica Fratelli tutti, perché mette al centro la persona, soprattutto i più deboli, tra cui i migranti". Lo dice a www.migrantesonline.it il presidente della Fondazione Migrantes, l'arcivescovo mons. Gian Carlo Perego aggiungendo che Sassoli "si è impegnato in una democrazia diffusa, di cui l'Europa doveva essere lo strumento, che trova nell' allargamento della cittadinanza un luogo importante per costruire partecipazione e responsabilità". Lo scorso 9 novembre, impossibilitato a partecipare alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes aveva inviato un messaggio. La Fondazione Migrantes e la Comunità Cattolica Italiana di Bruxelles, "riconoscente", si unisce al dolore dei familiari, degli amici e stretti collaboratori.

Parlamento Europeo: è morto David Sassoli. A Novembre un messaggio alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

11 Gennaio 2022 - Roma - E' morto, questa notte, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Lo ha annunciato con un tweet il portavoce, Roberto Cuillo. Sassoli è deceduto alle 1.15 al Cro di Aviano dove era ricoverato in ospedale. Ieri la notizia del suo ricovero  per complicanze di una disfunzione del suo sistema immunitario. Una vita divisa fra il giornalismo e la politica quella di Sassoli  a cavallo fra Firenze, Roma e Bruxelles fino a diventare nel 2019 presidente dell'Europarlamento. Nato nel capoluogo toscano il 30 maggio 1956, ha frequentato da giovane l'Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani. Il padre era un parrocchiano di don Milani e lui ha cominciato fin da giovane a lavorare per piccoli giornali e in agenzie di stampa prima di passare a 'Il Giorno' e poi fare il grande salto in Rai. Nel 2009 decise di dedicarsi alla politica. Candidato come capolista del neonato Partito democratico nella circoscrizione Italia centrale, il presidente del Pe venne eletto la prima volta con oltre 400mila preferenze e, forte di questo successo, diventa subito il capo della delegazione del Pd al Parlamento europeo. E'  stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani da quando l'assemblea di Strasburgo viene eletta a suffragio universale. Lo scorso 9 novembre non ha potuto partecipare alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo ma non ha mancato di inviare un messaggio al presidente della Fondazione, mons. Gian Carlo Perego: "mi dispiace non essere con voi oggi ma vorrei ringraziarla per avermi invitato alla presentazione del Rapporto ltaliani nel mondo 2021". Occorre - scriveva -  "una Unione Europea altruista, fatta di relazioni umane": "Viviamo un tempo caratterizzato da sfide inedite, ma anche da straordinarie opportunità, un momento molto complesso che richiede discernimento, confronto reciproco e collaborazione da parte di tutti. Penso che in questo momento storico, - ha aggiunto - segnato da una pandemia che ha sconvolto il mondo, sia fondamentale riscoprire il senso della nostra interdipendenza e delle nostre relazioni"." Come ricorda Papa Francesco, oggi 'tutto è connesso' e, in questo senso, anche il fenomeno migratorio "non può essere slegato da altre questioni perché rappresenta un tema sociale ed umano di fronte al quale l'Unione europea ha il dovere di adottare un approccio coordinato, più coraggioso e basato sui principi della solidarietà e della responsabilità". Da qui il suo invito a "valorizzare quell'idea di cittadinanza globale e solidale che sta alla base di una società aperta e inclusiva", come esige anche la mobilità interna all'Unione che "negli ultimi anni, nonostante la pandemia", ha visto quella degli italiani all'estero "non diminuita ma anzi, sembra essere addirittura aumentata". (Raffaele Iaria)

Migrantes: in molte diocesi la festa dei Popoli

6 Gennaio 2022 - Roma – Oggi sono tante le celebrazioni eucaristiche presiedute dai vescovi nelle nostre diocesi in occasione della solennità dell’Epifania. La solennità è l’occasione per celebrare la Festa dei Popoli e richiamare l’attenzione sul tema dell’accoglienza. Dal Nord al Sud del nostro Paese nelle chiese cattedrali musiche, preghiere  e canti nelle diverse lingue delle comunità etniche presenti. Momenti di festa promosse soprattutto dagli uffici Migrantes diocesani. Da Bologna a Napoli, da Palermo a Reggio Emilia, da Vicenza a Torino nella giornata si celebra la manifestazione di Gesù a tutti i popoli della terra: tanti popoli che diventano un popolo solo, “il popolo di Dio”.  Il nostro sito www.migrantesonline.it negli ultimi giorni ne ha dato notizia. Partiamo da Bologna dove oggi pomeriggio il cardinale Matteo Zuppi presiederà la “Messa dei popoli” . “La Messa della solennità dell’Epifania – spiega mons.  Andrea Caniato, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes – si caratterizza per la partecipazione delle comunità degli immigrati cattolici presenti nella nostra diocesi, con la ricchezza delle loro lingue e delle loro espressioni culturali”. Undici le lingue usate per la celebrazione dell’Epifania a Palermo presieduta dall’arcivescovo mons. Corrado Lorefice. “Apriamo il 2022 con la speranza che questo virus venga debellato dalla medicina e dalla nostra adesione responsabile alle indicazioni di chi ci governa”, spiega la Migrantes di Palermo: “noi cristiani aggiungiamo anche la preghiera che nutre la certezza che niente è impossibile a Dio”. Questa mattina anche la Cattedrale di Vicenza è tornata ad animarsi di colori, suoni e canti di ogni parte del mondo grazie alla Festa dei popoli organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes. La Messa presieduta dal vescovo Beniamino Pizziol ha visto la presenza di migranti cattolici residenti nel territorio della diocesi, che hanno animato la celebrazione con canti e preghiere propri dei diversi Paesi di origine. “La Festa dei Popoli di quest’anno – spiega padre Sérgio Durigon, responsabile Migrantes Vicenza – assume significati particolari. L’Epifania celebra i magi che incontrano Gesù e ricorda i migranti cattolici che fanno parte della chiesa vicentina e contribuiscono a renderla più bella e universale. I centri per i migranti, accompagnati dai loro cappellani sono una testimonianza delle tante buone pratiche di reale accoglienza che il nostro territorio continua a vivere”. “Ascoltiamo – aggiunge ancora Migrantes –  notizie che ci parlano di migranti infreddoliti nei recinti della rotta balcanica o fra campi minati e miliziani che picchiano al confine tra Bielorussia, Polonia e Lituania; sono nei campi dell’isola di Lesbo, nei centri di detenzione in Libia o in mano a trafficanti; sono bersaglio dei fucili spianati a Ceuta e Melilla o nelle ‘giungle’ di Calais. Noi crediamo che nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati, e nel dialogo interculturale che ne può scaturire ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente. In effetti, dovunque si trovi, ogni battezzato è a pieno diritto membro della comunità ecclesiale locale, membro dell’unica Chiesa, abitante nell’unica casa, componente dell’unica famiglia. La nostra preghiera oggi si fa comunione con i migranti che sono esposti a pericoli gravissimi, e quanti perdono la vita alle nostre frontiere, a quanti hanno tentato di attraversare il Mediterraneo cercando una terra di benessere e trovandovi, invece, una tomba”. La festa dei Popoli è da “non confondersi con la Festa delle Genti, che nella Chiesa ambrosiana si celebra in occasione della Pentecoste”, spiega la diocesi di Milano dove questa mattina si è celebrato un solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo mons. Mario Delpini. A Mantova, nel pomeriggio di oggi, in cattedrale, la celebrazione, presieduta dal vescovo, mons. Marco Busca, dopo la sospensione imposta dalla pandemia lo scorso anno. L’appuntamento è molto sentito dalle comunità: nella diocesi di lombarda si celebra ormai da molti anni e la partecipazione è sempre stata “entusiastica e significativa”. Celebrazione dell’Epifania nella Cattedrale di Treviso, presiduta dal vescovo, mons. Michele Tomasi animata dai rappresentanti delle comunità cattoliche di migranti presenti in diocesi. E’ ancora una volta un’occasione – spiegano in diocesi – per permettere allo Spirito Santo di “fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza”. Questa mattina celebrazione delle Festa dei Popoli anche in Cattedrale a Reggio Emilia con il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Massimo Camisasca, presiede la Messa nella solennità dell’Epifania del Signore. Ad animare la liturgia, su iniziativa dell’ufficio Migrantes, le comunità etniche presenti in diocesi. A Torino ad ospitare la Festa dei Popoli con l’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, la Chiesa del Santo Volto su iniziativa della Migrantes diocesana. Nell’omelia ancora una volta l’invito del presule all’accoglienza e a “passare dall’affermazione dei principi di fratellanza e solidarietà a compiere gesti e fatti concreti di accoglienza”. A Rimini sarà il vescovo mons. Francesco Lambiasi, a presiedere , nel pomeriggio nella  Basilica Cattedrale la Messa dei Popoli, animata dalle comunità di immigrati cattolici di ogni nazione presenti sul territorio riminese. Anche a Napoli l’arcivescovo, mons. Mimmo Battaglia, ha presieduto una celebrazione eucaristica in cattedrale in occasione della “Festa dei popoli” con le rappresentanze delle comunità etniche cattoliche di Napoli. Anche ad Alba celebrazione con il vescovo Marco Brunetti. Nella diocesi di Forlì-Bertinoro celebrazione domenica 9 gennaio, alle ore 10,00, nel Duomo di Forlì alla presenza delle Comunità cattoliche straniere della diocesi presieduta dal vescovo, mons. Livio Corazza e concelebrata dai cappellani e sacerdoti stranieri e sarà animata dai canti delle diverse Comunità migranti presenti in diocesi. La presenza in Cattedrale delle varie genti insieme ai fedeli della Città vuole – spiega il direttore Migrantes Walter Neri –  essere testimonianza di comunione, vicinanza, consapevolezza che siamo tutti discepoli dello stesso Signore. Al termine della S. Messa mons. Corazza distribuirà ai rappresentanti delle Comunità, come segno di presenza e ricordo della giornata, una pergamena con la preghiera del Papa dedicata a S.Giuseppe per chiedere la sua protezione su “coloro che fuggono a causa della guerra, dell’odio, della fame” perché li sostenga e possano trovare accoglienza e solidarietà. (Raffaele Iaria)  

Migrantes su decreto flussi

27 Dicembre 2021 - Roma  - “Il nuovo decreto flussi raddoppia finalmente le quote d’ingresso legale nel nostro Paese, ferme allo stesso numero da cinque anni”. Lo afferma oggi mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes. “Come tutte le categorie imprenditoriali hanno rilevato aggiunge -  le quote previste dalle nuove norme non saranno ancora sufficienti a far fronte alle richieste crescenti: anziani in casa, edilizia, lavori agricoli, etc. Purtroppo, le nuove quote non ridurranno l’ingresso illegale in Italia e il lavoro nero. Per cambiare direzione occorre – conclude mons. Perego - mettere in campo un cambiamento legislativo in ambito migratorio, che faccia incontrare domanda e offerta lavoro. (R.Iaria)      

Migrantes: accendere la luce verde al semaforo delle frontiere

20 Dicembre 2021 - La campagna, promossa dal quotidiano Avvenire “Lanterne Verdi” rappresenta una ulteriore occasione per richiamare l’attenzione sul mondo della migrazione oggi e per ricordare i Diritti fermati alle frontiere di alcuni Paesi europei. Sono i Diritti di persone in fuga perché la loro casa è stata distrutta dalle guerre e dai disastri naturali, da torture e violenze: persone che hanno perso tutto. Sono i Diritti di 83 milioni di persone. Per loro il semaforo è sempre rosso. Nessuno può passare, cercare la libertà, la sicurezza, la pace che sono Diritti per ogni persona, ogni famiglia: uomini e donne, giovani e adulti, anche tanti bambini. Per loro non c’è un posto. Alle frontiere della nostra ‘casa comune’, l’Europa, si soffre, si muore di fame e di freddo: si muore anche di delusione, di disperazione. Il Mediterraneo, la nostra frontiera con il Continente africano, è un cimitero senza lapidi, come ha ricordato Papa Francesco nel suo viaggio a Cipro e in Grecia. Alle frontiere dell’Europa si sono alzati 10 muri e si sono chiuse le porte ai Diritti, alla Democrazia. Con questa adesione alla campagna “Lanterne Verdi” vogliamo invitare anche noi ad accendere la luce verde al semaforo delle frontiere, così che cessi la sofferenza, la morte e siano tutelati i Diritti di chi è in cerca di asilo, di protezione, di sicurezza. (Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes)

Dublino: oggi la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

14 Dicembre 2021 - Dublino - Su iniziativa di Radio Dublino sarà presentato oggi il Rapporto Italiani nel Mondo 2021 della Fondazione Migrantes. Nell'incontro verrà introdotta l’edizione di quest’anno, che si interroga e riflette su come l’epidemia di Covid-19 abbia influenzato la mobilità italiana. Verrà introdotto il rapporto e  discusso il capitolo su Dublino intitolato “Dublino: Una giovane comunità alle prese con un sistema sanitario carente e restrizioni sproporzionate”. Alla presentazione interverranno Delfina Licata, curatrice del Rapporto della Fondazione Migrantes; Maurizio Pittau, Direttore Radio Dublino, curatore del capitolo su Dublino; Donato Scioscioli, Commercial Councillor dell'Ambasciata Italiana, Dublino; Mauro Adamo, Professor of Organic and Medicinal Chemistry, RCSI; Lorena Lampedecchia, Insegnante e Paolo Serpi, Ambasciatore d'Italia a Dublino. Modererà Valentina Settomini, Radio Dublino.
13 Dicembre 2021 -

Migrantes: “Fratelli tutti” migranti

Roma - Una lettura del fenomeno delle migrazioni alla luce della recente enciclica di Francesco Fratelli tutti, per mettere in evidenza gli aspetti qualificanti del pensiero del Papa argentino, da sempre attento alle questioni sociali e al grido dei poveri. Attraverso una lettura sintetica del documento e l’analisi dei numeri che si riferiscono in maniera esplicita al tema delle migrazioni, il contributo pone l’accento sulla continuità dell’insegnamento di Francesco con la tradizione della Chiesa, nella quale si inserisce pienamente, e al tempo stesso sugli aspetti originali che rappresentano il suo personale contributo alla riflessione ecclesiale. E' quanto fa il rapporto sul Diritto d'Asilo della Fondazione Migrantes, presentato oggi a Roma.

Nei giorni in cui viene chiuso questo rapporto (Report 2021 “Il Diritto d’Asilo”)  la tentazione di farsi prendere da un forte sconforto e senso di impotenza è davvero alta. La vecchia Europa - spiega il Report - "sembra sempre più chiusa in se stessa e pochi sono gli spiragli di speranza, sia che si guardi ai singoli Stati, sia che si considerino le politiche dell’Unione. Entrare in Europa sarà sempre più difficile, costoso pericoloso. Il tema della solidarietà rimane quasi solo una questione di principio, sia a livello globale, sia europeo che italiano. Non è però possibile arrendersi supinamente a questo scenario. Si può reagire, a partire dal livello 'locale' italiano, guardando ai pochi ma significativi aspetti positivi che si affacciano timidamente alla ribalta e che hanno bisogno di fiducia e tenacia per poter prosperare: l’introduzione della nuova protezione speciale, le vie sperimentali per l’accesso legale e sicuro nel nostro Paese di minori attraverso i visti per studio, e il protagonismo dei rifugiati che iniziano a prendere pubblicamente parola nel dibattito pubblico e scientifico". Possono forse sembrare piccoli lumi in un panorama fosco e disperante, ma dimostrano anche che il cambiamento è sempre possibile e che va costruito giorno per giorno, mettendo insieme risorse e volontà plurali e trasversali.

14 Dicembre 2021 -

Migrantes: Rapporto Asilo 2021, Guardando all’Italia

Roma - Perché il modello dell’accoglienza emancipante, integrata e diffusa non è ancora diventato il sistema di riferimento di una politica nazionale in materia di asilo? A vent’anni dalla nascita del Programma nazionale asilo (PNA), nel 2001, quanto accaduto tra 2020 e 2021 offre nuovi spunti per analizzare le contraddizioni aperte da un cammino parziale e frammentato. Il recente riordino della filiera dell’accoglienza operato dal DL 130/20, il permanere di una differenziazione dei livelli di accoglienza tra richiedenti e titolari di protezione internazionale nel SAI, l’abbandono istituzionale con la conseguente auto-organizzazione dei progetti d’accoglienza durante la pandemia di COVID-19 e, infine, la dinamica seguita alla crisi afghana hanno messo in evidenza alcuni processi generali che si sono innestati su nodi irrisolti: l’istituzionalizzazione dell’emergenza, la burocratizzazione, la privatizzazione, la ghettizzazione e la gerarchizzazione. Questi processi, e le tensioni che essi producono, colpiscono il sistema stressando le relazioni tra i diversi attori e mutando pratiche e riferimenti culturali. Minacciando così seriamente quella dimensione di dialogo e di partecipazione fra le persone accolte, gli operatori, le comunità e la società civile che costituisce l’identità e il metodo dell’accoglienza diffusa e integrata. E' quanto si legge oggi nel Report "Il Diritto d'Asilo" della Fondazione Migrantes.

La protezione speciale dopo il decreto-legge 130/2020: un’innovazione importante

Nel sistema italiano del diritto degli stranieri il permesso di soggiorno per protezione speciale è stato ampliato dalla riforma attuata con il decreto-legge n. 130/2020. Si tratta di uno strumento permanente destinato a tutelare ­‒ in modo flessibile e commisurato alle specificità di ogni situazione ‒ i diritti fondamentali, l’integrazione sociale e la regolarizzazione della condizione di soggiorno irregolare di tanti stranieri che non sono comunque allontanabili dal territorio italiano. È una forma di protezione duratura di cui sono titolari stranieri che si trovano o arrivano nel nostro Paese, anche in situazione di soggiorno irregolare, e che non abbiano tutti i requisiti per ottenere il riconoscimento della protezione internazionale o che non possono ottenere il rilascio di altri titoli di soggiorno, ma la cui condizione giuridica merita protezione per effetto di precisi obblighi internazionali o costituzionali.

Il contributo approfondisce le quattro ipotesi di rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale e la sua interpretazione come strumento di regolarizzazione permanente, descrivendone anche le procedure di rilascio e la condizione giuridica di chi ne è titolare.

Una riflessione a viva voce. La dignità come fondamento dei diritti umani dei rifugiati: retorica o tutela efficace?

Dopo quella di Yagoub Kibeida una riflessione elaborata dall’autrice, Indira Meza, sulla base di riflessioni condivise nell’ambito dell’UNIRE. «Abbiamo volti, non siamo numeri. Abbiamo capacità di resilienza e il potenziale per agire positivamente sul territorio con il nostro capitale umano. Ma le politiche emergenziali vanno superate. Ci sentiamo di proporre i seguenti punti di attenzione: l’efficacia dei meccanismi che garantiscono i diritti umani dei rifugiati; l’importanza dell’interculturalità e dell’integrazione come effettiva tutela dei diritti; la promozione di una cultura del rispetto dei diritti dei rifugiati; una maggiore partecipazione attiva dei rifugiati nella società; programmi mirati che favoriscano l’occupazione e le pari opportunità; centri di formazione per rifugiati che promuovano l’innovazione sociale e l’imprenditorialitàfermare la normalizzazione della violenza sui rifugiati in situazione di vulnerabilità economica e sociale; educazione alla pacecolmare le disuguaglianze».

«Preservare la dignità di un rifugiato ‒ scrive ancora Meza ‒ è rispettare l’umanità, guardare alle generazioni future». Ma anche «salvare il pianeta».