Primo Piano

Ucraina: circa 70mila i profughi arrivati in Italia

25 Marzo 2022 - Roma - Sono complessivamente 69.154 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Italia, 66.544 delle quali alla frontiera e 2610 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Nel totale prevalgono donne, 35.577, e minori, 27.311, mentre gli uomini sono 6.266. Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia continuano a essere Milano, Roma, Napoli e Bologna. Rispetto a ieri, fa sapere il Viminale - l'incremento è di 1.269 ingressi nel territorio nazionale.

Ucraina: cinquemila ragazzi ucraini a scuola

25 Marzo 2022 -

Roma - Sono saliti a quota 67mila i profughi in fuga dal conflitto in Ucraina arrivati in Italia: 36mila donne, 26mila bambini, 5mila uomini. Dati forniti ieri dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, prima intervenuta in videoconferenza all’assemblea nazionale delle Autonomie locali italiane e poi nel corso un question time in Parlamento. Per la prima volta da inizio marzo, si registra un «decremento» del flusso: «Rispetto ai 3mila-4mila arrivi quotidiani, ne sono arrivati 1.600 – osserva Lamorgese –. Un dato riscontrato anche da altri colleghi europei». Ciò non toglie «che se venissero attaccate città come Odessa e Leopoli, i flussi riprenderebbero in maniera massiccia». Le istituzioni lavorano per irrobustire la macchina dell’accoglienza. «Finora – conferma Lamorgese – si è fatto molto ricorso a situazioni d’accoglienza abitativa da parte dei privati, in particolare parenti o amici ucraini, che hanno rappresentato l’elemento catalizzatore in questa fase». Ma, ragiona il ministro, occorre «lavorare in piena sinergia. Noi faremo una semplificazione e un rafforzamento del sistema, cercando di sollecitare gli attori locali proprio per dare un impulso ulteriore di posti da inserire, soprattutto nella rete Sai». Il Viminale ha ampliato nei giorni scorsi i posti disponibili nella rete dei centri Cas e nel sistema Sai, «però se pensiamo agli 8 milioni di profughi che hanno lasciato l’Ucraina, qualunque numero sarebbe insufficiente».

Al momento, i bambini ucraini in entrata in Italia sono quasi tutti accompagnati da un genitore o da parenti di fiducia. «Nel circuito dell’accoglienza, sono inseriti 277 minori non accompagnati – ha detto la titolare del Viminale –, di cui 192 presso famiglie autorizzate dal tribunale dei minorenni e 82 presso strutture parimenti autorizzate ». Occorre «un completo censimento del fenomeno », incrementando i controlli alle frontiere «per evitare zone d’ombra che favoriscano interessi e traffici criminali».

Non è stato ancora pubblicato il decreto di recepimento della direttiva europea che accorda la protezione temporanea (un anno a decorrere dal 4 marzo 2022) alle persone sfollate dall’Ucraina «a partire dal 24 febbraio incluso» (sia residenti di nazionalità ucraina che apolidi e cittadini di Paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale prima di quella data) e ai loro familiari. Secondo fonti parlamentari, il provvedimento fino a ieri era ancora all’esame della Ragioneria dello Stato per la valutazione delle coperture previste.

Al momento, sono oltre 5mila i minori che hanno avuto un primo contatto con le istituzioni scolastiche e per i quali c’è stata «una prima forma di inserimento e integrazione nel nostro Paese». Ieri, in una riunione in videoconferenza tra governo, Regioni, Anci e Unione delle province, si è discusso della questione dei minori non accompagnati, dell’inserimento scolastico e dell’assistenza sanitaria (vaccinazioni anti Covid comprese). Oltre a Lamorgese, c’erano i ministri della Salute, Roberto Speranza, dell’Istruzione Patrizio Bianchi, e degli Affari regionali Mariastella Gelmini, il il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e il capo dipartimento per l’Immigrazione Francesca Ferrandino. «Molti minori parlano solo ucraino, perciò devono essere inseriti nei circuiti scolastici mediatori culturali che facciano da ponte coi ragazzi», considera il ministro Lamorgese. Un problema segnalato in diverse città. «C’è difficoltà a reperire mediatori per cui, in mancanza di un coordinamento da parte dei servizi sociali, ci si muove solo tramite volontariato e il passaparola», segnalano le sezioni di Roma e del Lazio dell’associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio a Comune, Regione e ministero dell’Istruzione. (Vincenzo R. Spagnolo - Avvenire)

Ucraina: a Ferrara giostre per ragazzi e bambini profughi

25 Marzo 2022 - Ferrara – Giostre gratuite per i bambini ucraini arrivati in questi giorni a Ferrara. L'iniziativa, nel pomeriggio di oggi, è della storica famiglia Da Ronche. Ai bambini saranno offerti caramelle, zucchero filato, pop corn e saranno distribuiti palloncini. Sono attesi circa 120 bambini e ragazzi che già hanno dato la propria adesione alla responsabile del progetto per la comunità ucraina Olha Boshtan. Le giostre sono previste per i bambini fino a otto anni. Alcuni volontari ed esponenti di associazioni daranno il proprio contributo per far trascorrere a tutti un pomeriggio di divertimento. Sarà presente anche l'amministrazione.

Ucraina: da oggi su Rainews24 il primo tg italiano in ucraino

25 Marzo 2022 - Roma - Aggiornamenti sulla guerra e altro nell'edizione, in lingua ucraina, da oggi su Rainews24. Per cinque minuti, dalle ore 15, verrà mandato in onda un notiziario nella lingua dei rifugiati che hanno trovato riparo nelle ultime settimane in Italia e in altri Paesi. Nella parte conclusiva la trasmissione prevede un punto sulla situazione militare e sui contatti internazionali delle ore precedenti affidato a una giornalista o un giornalista della redazione Esteri. "La scelta compiuta dalla Rai risponde a un' esigenza nuova che si pone in questa fase per il servizio pubblico", ha affermato l' Amministratore Delegato della Rai Carlo Fuortes. "Il canale dell' Azienda riservato all' informazione 24 ore su 24 aggiunge un altro importante contributo alla conoscenza della realtà per la quale sono con grande impegno al lavoro inviati, corrispondenti e giornalisti delle redazioni di Tg1, Tg2, Tg3, del giornale radio e del sito www.rainews.it", ha detto Fuortes.  

Vangelo Migrante: IV Domenica di Quaresima (Laetare)| Vangelo (Lc 15,1-3.11-32)

24 Marzo 2022 - Questa domenica ci sorprenderà il colore rosaceo dei paramenti liturgici del celebrante, al posto del viola delle domeniche precedenti. È la domenica detta del ‘Laetare’: rallegrati! Cosa significa? In questo giorno la Chiesa sospende le ‘tristezze’ della Quaresima per celebrare il grande amore di Dio verso l’umanità: anche quando la situazione sembra disperata, Dio interviene, offrendo all’uomo la salvezza e la gioia. Dio, infatti, non se ne sta in disparte, ma entra nella storia dell’umanità, si ‘immischia’ nella nostra vita, entra, per animarla con la sua grazia e salvarla. In una Quaresima funestata da una pandemia ancora in corso e da una guerra ‘ripugnante’, è l’occasione per implorare “da Dio quella pace che gli uomini da soli non riescono a raggiungere e a costruire”, ci ricorda papa Francesco. Il Vangelo la celebra con quattro sequenze narrative che fanno la parabola cosiddetta del ‘Padre misericordioso’, che tutti conoscono come del ‘Figliol prodigo’. Termine improprio: ad essere prodigo è il padre; il figlio, semmai, è prodigato. La prima. Un figlio si prende la sua ‘parte di vita’, l’eredità, e se ne va. Per amore un padre non si oppone mai alla libertà dei suoi figli ma la custodisce, la provoca e …, al limite, la patisce. Essa viene prima di ogni altra cosa. Ma una cosa buona usata male, è un male. Accecata dall’uso smodato di beni materiali, nella parabola essa diventa dapprima abbaglio e, quindi, delusione perchè non mantiene quello che promette. La seconda. Illuso di vivere felice, quel figlio si sveglia in mezzo ai porci. Un principe ribelle, diventa servo. Rientra in sé; e a farlo ragionare sono il morso della fame, la dignità perduta, il ricordo del padre. Per questo decide di tornare da quello che si vergogna a chiamare ‘padre’; ma di lui ha comunque un ricordo che glielo fa immaginare almeno un ‘buon padrone’. Presso quel padrone, di sicuro, l’ultimo dei servi ora sta meglio di lui! Non torna per amore ma perché sta morendo… La terza. Ma a quel padre non interessa perché torna, ma che torni! Quel padre è ‘attesa eternamente aperta’: mentre il figlio cammina, lui corre; mentre il figlio balbetta una scusa lui lo abbraccia e la lontananza patita, diventa carezza. Un padre non spreca mai un figlio! La quarta. C’è un altro figlio, il maggiore, che è sempre stato con quel padre ma che non avverte niente di tutto questo. Lavoratore obbediente ma infelice. Non ama quello che fa e non fa quello che ama. Il suo cuore è scollegato da quel padre che cerca figli e non servi, fratelli e non rivali. Anche per lui il padre ha parole di invito…: gli offre la partecipazione al banchetto indetto per quel figlio “che era perso ed è stato ritrovato”. Il finale è volutamente aperto. Accetterà l’invito? Quel padre è Dio: l’offerta fatta e non l’ha mai revocata. Oggi ce la rinnova! Abbiamo tutti gli strumenti per ricollegare anche le nostre sorti al cuore del Padre! (p. Gaetano Saracino)

Vaticano: pubblicati gli Orientamenti sulla Pastorale Migratoria Interculturale

24 Marzo 2022 - Città del Vaticano - La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato, questa mattina, il documento su "Orientamenti sulla Pastorale Migratoria Interculturale" della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale con prefazione di papa Francesco. Il documento -. nati in seguito a una serie di incontri con diversi rappresentanti di Conferenze Episcopali, congregazioni religiose e Partner cattolici -  evidenzia le opportunità proposte dagli attuali fenomeni migratori in una prospettiva interculturale e approfondisce il tema scelto da Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021 "Verso un noi sempre più grande". Nel Documento sono contenute le sfide che emergono dallo scenario migratorio contemporaneo, sempre più globale e multiculturale, e vengono offerte risposte pastorali adeguate accompagnate da buone pratiche già in atto ed efficaci. La cultura dell'incontro viene presentata come realizzazione di quel "noi" universale evidenziato da Papa Francesco che trova la sua attuazione nella comunione della diversità. La presenza di migranti e rifugiati appartenenti ad altre fedi, o non credenti, rappresenta una nuova opportunità missionaria per le comunità cristiane, chiamate a costruire ponti attraverso la testimonianza e la carità. Padre Fabio Baggio, sotto-segretario della Sezione Migranti e Rifugiati, sottolinea che "i nuovi Orientamenti si propongono di offrire alcune indicazioni utili allo sviluppo di una pastorale migratoria interculturale, che meglio risponda alle sfide del mondo contemporaneo. Nascono dall'esperienza delle Chiese locali ed ad esse vengono restituite con alcune illuminazioni magisteriali."

Ucraina: Cei, gesti concreti di vicinanza e solidarietà

24 Marzo 2022 - Roma - Il dolore e la preoccupazione per quanto sta accadendo in Ucraina hanno attraversato l’intera sessione primaverile del Consiglio Permanente della Cei. L’invocazione del card. Gualtiero Bassetti perché «questa “inutile strage” del nostro tempo sia fermata» è diventata “preghiera corale, condivisione di un impegno comune per l’accoglienza dei profughi e per la costruzione della pace”. Nei diversi interventi è emersa la “necessità di recuperare la tensione all’educazione alla pace centrale nel magistero pontificio e in diversi documenti della CEI”. I Vescovi del Consiglio Permanente hanno quindi approfondito il tema dell’accoglienza dei profughi, in maggioranza donne e minori, sollecitati dalla testimonianza del direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, che ha guidato una delegazione al confine con l’Ucraina, in Romania, Moldavia e Polonia per manifestare la solidarietà della Chiesa che è in Italia. Proprio mentre erano in corso i lavori del Consiglio Permanente, centinaia di cittadini ucraini sono arrivati nel nostro Paese, grazie ai voli umanitari e presi in carico da una ventina di Caritas diocesane. Mentre “si è apprezzata la scelta di un’accoglienza diffusa sul territorio e l’impegno di famiglie – si legge nel comunicato finale - parrocchie e istituti religiosi, comunità greco-cattoliche ucraine, con il coordinamento delle Caritas e il sostegno della Migrantes, in collaborazione con le Prefetture e la Protezione civile, è stato auspicato un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea, per permettere l’inserimento nel mondo del lavoro e l’autonomia, la partecipazione degli alunni alla vita scolastica – in Italia o attraverso il collegamento con le scuole in Ucraina – la tutela sanitaria, la mobilità nel territorio europeo. A questo proposito, si è richiamata l’esigenza di un unico modello convenzionale per tutti i rifugiati che continuano ad approdare nelle nostre terre, evitando disparità di trattamento e avviando un superamento dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) per una scelta di servizi di accoglienza personalizzati nei Comuni. Una preoccupazione particolare è stata segnalata in ordine ai minori non accompagnati o accompagnati da figure adulte o parentali diverse dai genitori, perché sia attivato da subito il percorso con i servizi sociali e il Tribunale dei minori per un affidamento familiare”. Nel corso dei lavori, i membri del Consiglio Permanente hanno chiesto di vivere un momento di preghiera per la pace durante le celebrazioni della Domenica delle Palme e di esprimere vicinanza e solidarietà alla Chiesa ucraina attraverso la visita di una delegazione di Vescovi italiani. Le Diocesi italiane, intanto, si stanno attivando per una giornata di raccolta fondi da inviare alla Caritas, entro il 15 maggio. I Vescovi hanno infine rinnovato l’invito ad intensificare la preghiera perché si ponga la parola “fine” all’atrocità di un conflitto folle.

Cei: i lavori del Consiglio Permanente

24 Marzo 2022 - Roma - La guerra in Ucraina, che sta provocando morte e distruzione oltre ad alimentare tensioni e inquietudini a livello internazionale, è stata al centro delle riflessioni e delle preghiere del Consiglio Episcopale Permanente della Cei che si è riunito a Roma, dal 21 al 23 marzo, sotto la guida del card. Gualtiero Bassetti. Nel ribadire la disponibilità all’accoglienza dei profughi e nell’invocare un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea, i Vescovi che venerdì 25 marzo si uniranno a papa Francesco per l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina si sono soffermati sulla pace, richiamando il magistero pontificio e i documenti della CEI sul tema. Inoltre, hanno formulato "la richiesta di manifestare la solidarietà della Chiesa che è in Italia alla Chiesa ucraina con un gesto concreto, la cui realizzazione è stata affidata al discernimento del Presidente, e di vivere un momento di preghiera per la pace durante le celebrazioni della Domenica delle Palme".
Durante i lavori, i Vescovi si sono concentrati sul Cammino sinodale che in tutte le Diocesi italiane ha permesso di attivare percorsi di ascolto e coinvolgimento di numerose persone e realtà, facendo riscoprire il senso di appartenenza alla comunità e mostrando il volto di una Chiesa accogliente e attenta. In vista delle prossime tappe, il Consiglio ha approvato il cronoprogramma elaborato dal Gruppo di Coordinamento nazionale che contiene le linee operative per raggiungere gli obiettivi prefissati per il primo anno. Rientra in questo processo di ascolto anche il tema dei ministeri istituiti: è stata presentata infatti una prima Nota che recepisce le indicazioni magisteriali dei due Motu Proprio sui ministeri dell’Accolitato, del Lettorato e del Catechista, orientando la prassi concreta delle Chiese che sono in Italia e facendo sì che questi percorsi rientrino nell’alveo del Cammino sinodale in quanto opportunità per rinnovare la “forma Ecclesiae” in chiave più comunionale.

Un approfondimento ha riguardato lo stato dell’arte delle attività di prevenzione, formazione e accoglienza per le vittime di abusi promosse attraverso i Servizi diocesani per la tutela dei minori e
i 140 Centri d’ascolto già costituiti. Al riguardo, i Vescovi intendono promuovere una "migliore conoscenza del fenomeno per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione.
Nel riaffermare l’impegno a favore dei sofferenti e dei loro familiari, il Consiglio Permanente ha auspicato l’avvio di un dialogo costruttivo e scevro da polarizzazioni sterili sul fine vita".
Nel corso dei lavori, è stata avviata una prima riflessione sull’adeguamento degli “Orientamenti e norme per i seminari” alla luce della “Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis” ed è stato
presentato un report sui Tribunali Ecclesiastici e le strutture giuridico pastorali.
Un "sentito" e "corale" ringraziamento è stato espresso al card. Bassetti, al suo ultimo Consiglio Permanente, per "la paternità con cui ha accompagnato la Chiesa che è in Italia in questi cinque anni".

Ucraina: una Perugia-Assisi straordinaria

24 Marzo 2022 -

Roma - Il logo scelto per questa edizione è lo stesso usato nel 1999 per un’altra edizione speciale della Marcia della pace, l’immagine di una mamma tra i proiettili che stringe il suo bambino. Era quella contro la guerra in Kosovo, un conflitto che in molti oggi leggono come un segnale di quanto sta succedendo oggi. La Perugia-Assisi si mobilita dunque per una nuova edizione straordinaria, contro la guerra della Russia in Ucraina. Dopo quella di ottobre, i pacifisti torneranno a percorrere domenica 24 aprile i 25 chilometri che separano il capoluogo dell’Umbria dalla città di San Francesco. Seguendo l’appello di Papa Francesco: «Fermatevi! La guerra è una follia». Con un anticipo domenica prossima 27 marzo, in piazza San Pietro. La 'Marcia della pace e della fraternità PerugiAssisi', che aveva riarrotolato gli striscioni pochi mesi fa dopo la consueta edizione biennale, deve ripartire sull’urgenza del conflitto in Ucraina. «È una Perugia-Assisi che non avremmo mai voluto convocare», annuncia Flavio Lotti, coordinatore del comitato promotore, presentando l’iniziativa a Perugia. «Non è importante quello che faremo tra un mese - aggiunge - ma quello che faremo in questi giorni. Già domenica saremo in piazza per l’Angelus con le scuole e gli enti locali, per stringere il Papa in un grande abbraccio e unire la nostra piccola voce alla sua. Gli consegneremo le 655 mila firme raccolte dal 26 gennaio per la prima giornata di digiuno e preghiera e Ucraina. Sarà la marcia - spiega Lotti - di chi la pace la fa, non di chi la proclama. Il nuovo nome della pace è la cura, di chi fa la pace prendendosi cura degli altri e dell’ambiente, con al centro ancora una volta le scuole impegnate nella pace e nella fraternità».

«Avremmo voluto convocare il popolo della pace - commenta la presidente della provincia di Perugia Stefania Proietti - per allargare la pace, non per fermare una guerra. Non sarà un appello disperato, ma di speranza. Abbiamo tempi stretti per organizzare tutto, ma non potevamo non essere vicini agli ucraini, così come ai giovani russi che protestano in patria rischiando le botte e l’arresto». Giuseppe Giulietti, presidente del sindacato dei giornalisti, intervenuto al telefono, ricorda che anche stavolta la Federazione nazionale della stampa sarà in marcia da Perugia ad Assisi, annunciando una iniziativa in programma il giorno prima: «Verremo ad Assisi il 23 aprile - annuncia Giulietti - con una delegazione di giornalisti ucraini, bielorussi e russi per lanciare un appello per aiutare tutti quei giornali e voci indipendenti che hanno chiuso o che stanno per chiudere a causa di questa guerra». Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i giovani in servizio civile che stanno curando l’organizzazione della Marcia: Elena Belia, Marco Zucchetta, Tancredi Marini e Mariam Bouchraa. «Marcerò anch’io il 24 aprile, durante il mese del Ramadan - dice Mariam - anche se sarà un po’ più faticoso. E una delle motivazioni sarà la mia fede, che mi spinge tutti i giorni ad agire con giustizia e per la giustizia». (Luca Liverani)

Ucraina: prima i piccoli per davvero

24 Marzo 2022 -

Milano - Non sappiamo quanti minori non accompagnati arriveranno nel nostro Paese in fuga dall’Ucraina. Sappiamo però che ciascuno di loro avrà sulle spalle un macigno di sofferenza e di angoscia, porterà nel cuore il ricordo delle atrocità viste o ascoltate dal racconto dei familiari e comunque subìte, vivrà a lungo il trauma silenzioso ma urlante di tante, sconvolgenti separazioni, dal papà e anche dai fratelli rimasti a combattere, dalla casa distrutta, dai luoghi conosciuti e amati ora sconvolti dalla devastazione dei bombardamenti. Questi bambini e ragazzi, bambine e ragazze, non potranno semplicemente essere accolti ma dovranno essere accompagnati da un lavoro specialistico attento e prudente di ricostruzione interiore. E sarà un privilegio aiutarli, evitare loro conseguenze peggiori, così come prevenire per quanto possibile le tante insidie già tese da una criminalità più che mai perversa, attirata dall’abbondanza di facili prede da destinare al mercato della pedofilia, della tratta, degli organi, della prostituzione infantile. Tutt’altro che pericoli ipotetici. Segnalazioni di bambini spariti e di criminali all’opera arrivano già da tutte le vie di approdo dei profughi, ai confini dell’Ucraina. Dall’orrore della guerra a quello dello sfruttamento, sessuale e non solo. Aiutare, proteggere, accompagnare in modo garantito i bimbi e le bimbe d’Ucraina è dovere morale, certamente, ma anche compito difficile e impegnativo. Ecco perché l’accoglienza e la successiva gestione degli interventi non possono essere lasciate all’improvvisazione, né organizzate in modo solo volontaristico, affidandosi alle pur preziose buone intenzioni di associazioni e famiglie. Né tantomeno – come auspicato da qualche politico in modo improvvido – si può immaginare proprio ora di 'sburocratizzare' il percorso di affido e adozione. Certo, la nostra legge a riguardo, non è proprio la più agile, ma in questo fase il rischio generato da un 'alleggerimento' irriflessivo sarebbe troppo elevato.

Niente azzardi, quindi, e interventi prudenti, coordinati dalle autorità più adeguate che, almeno sulla carta, sono procure e tribunali per i minorenni. Solo sulla carta? Il dubbio non riguarda la competenza degli addetti ai lavori e neppure la preparazione professionale e l’esperienza, ma le gravissime carenze tecniche e di organico che ormai da anni impediscono agli uffici giudiziari minorili di svolgere al meglio i propri compiti. Abbiamo più volte segnalato su queste pagine (Avvenire, ndr), spesso in risposta alla facile demagogia che, dopo il caso Bibbiano, avrebbe voluto cancellare con un solo colpo di spugna tutto il nostro sistema di protezione dei minori fuori famiglia, i tanti aspetti problematici, le tante storture e incongruenze che certamente esistono e vanno corrette.

Come abbiamo dato voce alle perplessità sui contenuti della riforma che, gradualmente, e comunque entro il 2024, trasformerà i Tribunali dei minorenni in Tribunali della persona e della famiglia.

Senza entrare nel merito di un intervento discusso e complesso, che cambierà profondamente il volto della nostra giustizia minorile – in peggio secondo giudici e procuratori, in meglio, evidentemente, a parere di chi ne ha promosso l’approvazione – occorre ricordare che i primi effetti della riforma cominceranno a farsi sentire già dal prossimo giugno. Ora, a fronte di una situazione straordinaria, con l’arrivo di centinaia e centinaia di minori da accogliere e assistere nel modo più attento possibile, rischiamo di avere un sistema che, già in sofferenza strutturale, vivrà come ulteriore aggravio, un percorso di trasformazione radicale di cui nessuno può prevedere le conseguenze visto che quasi tutti gli attori saranno chiamati a ricoprire ruoli diversi dagli attuali. Certo, di fronte alla tragedia di un popolo e dei suoi figli più fragili e indifesi, tutti sono chiamati a dare il massimo, oltre perplessità e indugi.

Ma sarebbe davvero così strano, proprio per il rispetto e l’attenzione che dobbiamo anche ai piccoli ucraini, fermare il percorso della riforma per un tempo congruo a fronteggiare l’emergenza, fornendo allo stesso tempo agli uffici giudiziari quelle risorse umane e tecniche che auspicano da tempo? È una domanda che nasce da un timore e da una preoccupazione. Ma se dovesse servire a rendere un po’ più tranquillo e garantito il cammino di tanti piccoli già feriti dentro oltre l’indicibile, perché no? (Luciano Moia - Avvenire)

 

Aversa: sabato festa dei Popoli, serata di poesia contro la guerra  

23 Marzo 2022 - Aversa - "Verso un 'noi' sempre più grande": il tema scelto da papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021 diventa anche il titolo di un evento organizzato dalla diocesi di Aversa, nell’ambito del cammino della “Festa dei Popoli”, giunto quest’anno alla undicesima edizione. L’appuntamento, previsto per sabato 26 Marzo 2022 alle 18, vedrà come protagonista la “poesia nei luoghi di conflitto”. “Sarà un piccolo ma significativo momento che ci aiuterà a riflettere sul dramma della guerra che si sta consumando in Ucraina, nel cuore dell’Europa, come in altre parti del mondo”, commenta don Giuseppe Esposito, direttore dell’ufficio diocesano per l’Ecumenismo. “La lettura delle poesie sarà affidata ai bambini della comunità greco-cattolica che insiste nella nostra diocesi e ad altri fratelli stranieri, che da anni sono attivi nel campo della solidarietà e del volontariato. Si tratta di persone che provengono da paesi ancora oggi martoriati da conflitti devastanti ma troppo spesso dimenticati, proprio perché geograficamente lontani dal nostro continente europeo”. Per l’occasione i testi contro ogni guerra sono stati selezionati dalla "Casa della Poesia", un progetto virtuoso nato a Baronissi nel 1996 che da anni organizza rassegne e grandi festival di poesia, letteratura e creatività in genere. Oltre a don Giuseppe Esposito, saranno presenti don Carmine Schiavone, direttore della Caritas diocesana; don Evaristo Rutino, direttore dell’ufficio diocesano Migrantes; padre Ihor Horishnyy della Chiesa Greco-Cattolica di Rito Bizantino; Sergio Iagulli e Giancarlo Cavallo della "Casa della Poesia". L’evento vedrà inoltre la partecipazione degli alunni del III Circolo Didattico "A. Stefanile" di Aversa e di alcune donne e bambini ucraini, “che sono giunti nelle ultime settimane nel nostro territorio, trovando diverse famiglie disposte ad accoglierli con grande spirito di solidarietà cristiana e umana”. La diocesi ricorda che il tema “Verso un noi sempre più grande” è stato riproposto  anche come filo conduttore della XI Edizione della Festa dei Popoli, evento che si snoda in molteplici tappe nel corso dell'anno pastorale e che vivrà il suo momento culminante durante il mese di maggio. Proprio in preparazione alla “Festa dei Popoli”, la cui giornata finale sarà ospitata quest’anno nella forania di Giugliano, lunedì prossimo 28 marzo alle ore 20, presso la Parrocchia S. Massimiliano Kolbe, si svolgerà una serata di riflessione sul tema "Accoglienza, integrazione e fraternità per una grammatica della pace".  

Ucraina: papa Francesco, “con la guerra tutto si perde”

23 Marzo 2022 -
Città del Vaticano - "Vorrei prendere un minuto per ricordare le vittime della guerra. Le notizie delle persone sfollate, delle persone che fuggono, delle persone morte, delle persone ferite, di tanti soldati caduti da una parte e dall’altra, sono notizie di morte". Così papa Francesco al termine dell'Udienza generale di questa mattina. "Chiediamo al Signore della vita - ha detto -  che ci liberi da questa morte della guerra. Con la guerra tutto si perde, tutto. Non c’è vittoria in una guerra: tutto è sconfitto. Che il Signore invii il suo Spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell’umanità, ci faccia capire che occorre invece sconfiggere la guerra. Lo Spirito del Signore ci liberi tutti da questo bisogno di auto-distruzione, che si manifesta facendo la guerra". Il Pontefice ha quindi chiesto di pregare anche perché i governanti "capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione del problema. La soluzione è lavorare insieme per la pace e, come dice la Bibbia, fare delle armi strumenti per la pace". E poi la recita di una Ave Maria alla Madonna. Poco prima, salutamdo i pellegrini di lingua polacca ha detto che quest’anno, nel cammino di penitenza quaresimale, "digiuniamo e chiediamo a Dio la pace, sconvolta dalla guerra in corso in Ucraina".  In Polonia - ha quindi aggiunto - "voi ne siete testimoni accogliendo i rifugiati e ascoltando i loro racconti. Mentre ci prepariamo a vivere un giorno speciale di preghiera nella solennità dell’Annunciazione del Signore, chiediamo che la Madre di Dio sollevi i cuori dei nostri fratelli e sorelle afflitti dalla crudeltà della guerra”.(Raffaele Iaria)

Ucraina, Lamorgese, fare ordine, dopo gli spontaneismi

23 Marzo 2022 - Roma - Quello dall’Ucraina è un esodo «tragico e senza precedenti in tempi recenti», sottolinea l’agenzia dell’Onu per i rifugiati. Sia per l’entità – sono oltre 3 milioni e mezzo le persone fuggite finora dalla guerra – sia per la velocità con cui questo flusso di donne e bambini si riversa nei Paesi vicini e amici. In Italia sono 61.493 i profughi ucraini arrivati dall’inizio del conflitto, e per loro il governo nell’ultimo decreto ha stanziato 507,5 milioni di euro. Intanto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha lanciato un appello: basta spontaneismo. «Noi siamo un popolo accogliente ma questo spontaneismo mai come ora deve essere riportato ad unità, deve avere un ordine, un coordinamento generale perché si rischia di non avere una situazione chiara sul territorio» ha detto la titolare del Viminale, parlando della gestione dei profughi ucraini che arrivano in Italia. Proprio la maggior parte delle risorse loro destinate – 348 milioni per il 2022 – va all’accoglienza, che procede su un doppio binario: il Contributo di autonoma sistemazione (Cas) copre le spese d’affitto dei rifugiati e riguarderà fino a 60mila persone per una durata massima di 90 giorni (poi sarà necessario rifinanziarlo); e l’accoglienza diffusa, che coinvolgerà fino a 15mila persone. Si tratta degli ucraini ospitati attraverso il terzo settore, gli istituti religiosi o direttamente dalle famiglie che se ne stanno facendo carico, a cui dovrebbero andare «20-25 euro a persona» ospitata al giorno, ha spiegato il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio.

Ucraina: Draghi, “su accoglienza l’Italia farà la sua parte”

23 Marzo 2022 - Roma - "La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha proposto ieri di utilizzare i fondi europei con la massima flessibilità a sostegno di chi scappa dalla guerra in Ucraina, e di stanziare altri 3 miliardi di euro a favore degli Stati membri coinvolti nell'accoglienza. L'Italia appoggia con convinzione la posizione della Commissione e continua a fare la sua parte con determinazione, altruismo, solidarietà". Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in aula alla Camera durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Ucraina: Ania, polizzeRc auto gratis in Italia per i rifugiati

23 Marzo 2022 - Roma - L’Ania comunica che, su propria iniziativa, il mercato assicurativo si farà carico dei premi relativi alle polizze Rc auto di frontiera per i rifugiati ucraini che arrivano in macchina in Italia. «La drammatica situazione di questi giorni - spiega l’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici - sta, infatti, determinando l’ingresso in Italia di veicoli provenienti dai territori in guerra, privi di Carta Verde o di altra valida assicurazione. Così, l’Ufficio centrale italiano emetterà polizze di frontiera gratuite della durata di 30 giorni per i rifugiati. Un aiuto concreto ai profughi in fuga dalla guerra». Per ottenere queste polizze di frontiera occorre inviare la richiesta all’indirizzo polizzefrontiera@ucimi.it allegando copia fronte retro del libretto di circolazione del veicolo, copia della terza pagina del passaporto e l’autocertificazione compilata e firmata.

Ucraina: voli umanitari, annullata conferebza stampa. Era prevista per oggi alle 17.30 presso l’Aeroporto di Fiumicino

22 Marzo 2022 - Roma - Il volo umanitario che da Varsavia trasporterà in Italia oggi centinaia di profughi ucraini purtroppo arriverà soltanto in serata per sopraggiunti problemi tecnici che ne stanno ritardando la partenza. Pertanto non potrà aver luogo la prevista conferenza stampa che doveva tenersi in coincidenza con l’arrivo del volo presso l’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.

Ucraina: le suore scalabriniane lasciano la loro casa ai profughi

22 Marzo 2022 - Roma - Non appena hanno visto in tv le scene degli ucraini che scappavano dal loro Paese, a causa delle guerra, le Suore non ci hanno pensato due volte e hanno deciso di fare spazio per accogliere le donne profughe con i loro bambini. Hanno fatto la valigia e sono andate tutte in un’altra comunità, nella casa che le ospitava fin quando erano attive. Sono alcune delle suore anziane della Congregazione delle missionarie di San Carlo Borromeo, le Scalabriniane che sin dalla loro fondazione si occupano dell’assistenza ai migranti. Ebbene da Casaliggio, a poca distanza da Piacenza, ottantenni e novantenni, alcune delle quali con profonda difficoltà a deambulare, hanno deciso di confermare la loro scelta, una vita a servizio dei migranti sempre, anche in età avanzata, dando un ennesimo segnale di vicinanza e solidarietà nei confronti dei migranti. In questi giorni sono arrivate le prime 4 donne rifugiate ucraine con i loro bambini. A loro andrà l’assistenza e la cura delle suore. “Abbiamo aperto per loro le porte della nostra casa allestita in pochissimo tempo grazie all’aiuto di tanti volontari. Ci stiamo prendendo cura di loro – spiega suor Milva Caro, superiora provinciale delle Suore Scalabriniane in Europa – La loro volontà nel fare qualcosa per le rifugiate ucraine è stata così grande che hanno deciso di lasciare spazio a chi fugge dalla guerra». La casa di Casaliggio ha di fronte un’altra struttura delle Scalabriniane (ora dedicata al noviziato) che giusto due anni fa venne lasciata ai sanitari che venivano a Piacenza per la gestione dell’emergenza Covid. Oggi, a pandemia non ancora finita, Casaliggio e chi vi abita, ascolta e risponde al grido di chi ha bisogno. “La guerra non deve lasciarci indifferenti – commenta suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane – Spero che questo gesto sia un segno del nostro impegno nella Chiesa a servizio dei migranti e rifugiati, e auspico che possano sorgere tante iniziative di pace,  motivare altri nell’accoglienza e solidarietà ai più vulnerabili. Accogliere l’altro vuol dire aprire le porte a Cristo”.

Ucraina: Chiese in Europa, porre fine alla guerra

22 Marzo 2022 - Roma - I membri del Comitato Congiunto della Conferenza delle Chiese Europee (CEC) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) fanno appello ai capi delle Nazioni e alla comunità internazionale affinché facciano tutto ciò che è in loro potere per porre fine all'attuale guerra che sta distruggendo vite e causando indicibili sofferenze. Il Comitato Congiunto CEC-CCEE ha rilasciato una dichiarazione durante l’incontro del 21 marzo a Bratislava, in Slovacchia. La dichiarazione sottolinea che il “cuore della fede cristiana sono la pace e la riconciliazione, esemplificate nella vita di Gesù Cristo” citando Fratelli Tutti,238: “Mai Gesù Cristo ha invitato a fomentare la violenza o l’intolleranza. Egli stesso condannava apertamente l’uso della forza per imporsi agli altri”. “La religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni, e noi come cristiani, siamo uniti nel condannare l’aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo dell’Ucraina e la blasfemia che rappresenta l’uso improprio della religione in questo contesto”, si legge nella dichiarazione. Il Comitato Congiunto ha ringraziato per il lavoro fatto dalle Chiese e dalle ONG, insieme alle autorità dei paesi vicini all’Ucraina e non solo, nell’accogliere coloro che fuggono dalla guerra. Hanno riconosciuto in particolare le voci del popolo russo, che protesta fortemente contro l'invasione. “Continuiamo a pregare per il dono della pace e invitiamo tutti i cristiani a unirsi a noi in preghiera, rafforzando i loro sforzi per affermare il valore della vita e per promuovere attivamente la riconciliazione”.  

Fondazione Moressa: in Lombardia il maggiuor numero di imprenditori stranieri

22 Marzo 2022 - Roma - La prima regione per numero di imprenditori stranieri in Italia è la Lombardia, con poco meno di 160 mila unità (oltre un quinto del totale nazionale). In questo caso, la componente immigrata rappresenta l’11,7% dell’imprenditoria complessiva. La seconda regione è il Lazio, con oltre 85 mila imprenditori. Seguono poi tre regioni con oltre 60 mila imprenditori stranieri: Toscana, Emilia-Romagna e Veneto. L’incidenza maggiore si registra in Liguria (13,2%), Lazio e Toscana (entrambe a 12,9%) e generalmente è superiore alla media nelle regioni del Centro-Nord. Il dato è stato elaborato oggi dalla Fondazione Moressa che evidenzia come nell’ultimo anno gli imprenditori immigrati sono aumentati in quasi tutte le regioni ad eccezione del Lazio, e ben 9 regioni hanno registrato incrementi maggiori del 3%. La crescita maggiore si è registrata in Trentino – Alto Adige (+5,7%). A livello provinciale, in termini assoluti le concentrazioni più importanti di imprenditori immigrati sono nelle grandi città: Milano, Roma, Torino e Napoli. Se invece consideriamo l’incidenza sul totale imprenditori, il picco massimo si raggiunge a Prato, dove il 24,8% degli imprenditori è nato all’estero. Altre tre province segnano un valore al di sopra del 15%: Trieste, Imperia e Milano. Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, “la crescita dell’imprenditoria immigrata non è più una sorpresa. Nonostante la pandemia, negli ultimi due anni prosegue il trend, tanto che gli imprenditori nati all’estero sono ormai un decimo del totale. Si tratta di un fenomeno con luci e ombre, ma anche di una sfida per il nostro Paese, da non sottovalutare nella prospettiva di ripresa economica".