Vangelo Migrante: IV Domenica di Quaresima (Laetare)| Vangelo (Lc 15,1-3.11-32)

24 Marzo 2022 – Questa domenica ci sorprenderà il colore rosaceo dei paramenti liturgici del celebrante, al posto del viola delle domeniche precedenti. È la domenica detta del ‘Laetare’: rallegrati!

Cosa significa? In questo giorno la Chiesa sospende le ‘tristezze’ della Quaresima per celebrare il grande amore di Dio verso l’umanità: anche quando la situazione sembra disperata, Dio interviene, offrendo all’uomo la salvezza e la gioia. Dio, infatti, non se ne sta in disparte, ma entra nella storia dell’umanità, si ‘immischia’ nella nostra vita, entra, per animarla con la sua grazia e salvarla. In una Quaresima funestata da una pandemia ancora in corso e da una guerra ‘ripugnante’, è l’occasione per implorare “da Dio quella pace che gli uomini da soli non riescono a raggiungere e a costruire”, ci ricorda papa Francesco.

Il Vangelo la celebra con quattro sequenze narrative che fanno la parabola cosiddetta del ‘Padre misericordioso’, che tutti conoscono come del ‘Figliol prodigo’. Termine improprio: ad essere prodigo è il padre; il figlio, semmai, è prodigato.

La prima. Un figlio si prende la sua ‘parte di vita’, l’eredità, e se ne va. Per amore un padre non si oppone mai alla libertà dei suoi figli ma la custodisce, la provoca e …, al limite, la patisce. Essa viene prima di ogni altra cosa. Ma una cosa buona usata male, è un male. Accecata dall’uso smodato di beni materiali, nella parabola essa diventa dapprima abbaglio e, quindi, delusione perchè non mantiene quello che promette.

La seconda. Illuso di vivere felice, quel figlio si sveglia in mezzo ai porci. Un principe ribelle, diventa servo. Rientra in sé; e a farlo ragionare sono il morso della fame, la dignità perduta, il ricordo del padre. Per questo decide di tornare da quello che si vergogna a chiamare ‘padre’; ma di lui ha comunque un ricordo che glielo fa immaginare almeno un ‘buon padrone’. Presso quel padrone, di sicuro, l’ultimo dei servi ora sta meglio di lui! Non torna per amore ma perché sta morendo…

La terza. Ma a quel padre non interessa perché torna, ma che torni! Quel padre è ‘attesa eternamente aperta’: mentre il figlio cammina, lui corre; mentre il figlio balbetta una scusa lui lo abbraccia e la lontananza patita, diventa carezza. Un padre non spreca mai un figlio!

La quarta. C’è un altro figlio, il maggiore, che è sempre stato con quel padre ma che non avverte niente di tutto questo. Lavoratore obbediente ma infelice. Non ama quello che fa e non fa quello che ama. Il suo cuore è scollegato da quel padre che cerca figli e non servi, fratelli e non rivali. Anche per lui il padre ha parole di invito…: gli offre la partecipazione al banchetto indetto per quel figlio “che era perso ed è stato ritrovato”.

Il finale è volutamente aperto. Accetterà l’invito?

Quel padre è Dio: l’offerta fatta e non l’ha mai revocata. Oggi ce la rinnova!

Abbiamo tutti gli strumenti per ricollegare anche le nostre sorti al cuore del Padre! (p. Gaetano Saracino)

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