Primo Piano

Vangelo Migrante: XIX Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 12, 32-48)

4 Agosto 2022 - Il messaggio centrale del Vangelo di questa domenica è la costante vigilanza, necessaria per ogni discepolo. Rispetto a cosa? Per chi? Rispetto al primato di Dio e al suo Regno. “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”, dice Gesù. A Dio è piaciuto consegnare il Suo Regno, l’unico vero tesoro, ai discepoli. Per quel tesoro, Gesù raccomanda di disfarsi in fretta dei beni esposti alla minaccia dei ladri e del tempo che passa e consuma. È necessario, invece, conseguire un tesoro che non si consuma, guidati dalla fiducia incrollabile che il Padre non lascerà mai mancare al suo piccolo gregge il necessario per vivere. Strettamente collegata all’impegno di disfarsi dei beni materiali, Gesù pone l’esigenza della vigilanza per attendere, svegli e pazienti, un tempo oltre quello presente: la vita eterna. Come fanno quei servi che attendono il padrone che torna dalle nozze, non per dovere o paura, ma perché desiderato. E quel ‘desiderato’, Dio, quando viene, si pone a servizio della felicità dei suoi e della loro pienezza di vita! Immagine clamorosa, che solo Gesù ha osato: Dio servo degli uomini! Una fortuna ed una beatitudine che non deriva dalla fedeltà o dalla bravura dei servi, ma da un Dio così! Intanto Pietro, sempre lui, spera che Gesù abbia detto queste cose per tutti, visto che lui e i suoi sodali hanno molte ragioni per pensare che sono tra i più convinti e generosi discepoli del Maestro; e, quindi, se la parabola è per tutti, loro possono stare tranquilli. Sono già tra i migliori. Sono gli altri che eventualmente devono imparare ad essere più vigilanti e generosi nel compiere i loro doveri. Gesù delude le attese di Pietro. E parla di un amministratore fedele e saggio che è pronto a consegnare al padrone una casa in ordine in qualunque momento il padrone lo chiami a rapporto. Ribadisce la costante vigilanza e mette in evidenza cosa scatena anche il solo pensare che “il padrone tarda a venire”. Esso provoca l’atteggiamento dove il bene divino diventa occasione di tristezza e non di gioia e da cui scaturiscono noia, tristezza, mancanza di concentrazione, ozio, indolenza e continua ricerca di distrazioni. L’amministratore della parabola, investito da questo vizio, continua Gesù, comincia a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi. questo fa l’accidia. Alle nostre latitudini, la spia di questo atteggiamento sono le domande: “chi me lo fa fare? A cosa serve? Ne vale la pena?”. Proprio per non lasciarsi vincere da questo vizio che paralizza lo spirito e intristisce la vita, Gesù esorta ripetutamente alla vigilanza. La fortuna di ogni discepolo, conclude il Vangelo sta proprio nell’avere un padrone così, pieno di fiducia verso i suoi, che non nutre sospetti, che affida la casa, le chiavi, le persone. È la Sua fiducia che conquista, commuove, e chiede una risposta. A ciascuno secondo le sue responsabilità: “a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”. Esse non sono per tutti uguali. Non bisogna regolarsi sugli altri per verificare la propria vita cristiana. L’unico criterio valido è rappresentato da Gesù e dal suo vangelo. Vigilanza e generosità sono richieste a tutti, sarà il Signore, poi, a valutare come ciascuno avrà messo a frutto i tanti o i pochi doni ricevuti. Il molto ricevuto non deve essere considerato come un peso o una sfortuna, ma come una grande grazia. Il vangelo è lieta novella che rende la vita bella e piena, e non annuncio triste, deludente e noioso. E, come ogni cosa bella, esige impegno e serietà per poter essere raggiunta ed apprezzata. (p. Gaetano Saracino)  

Mons. Perego: curiamo il cuore e le relazioni

4 Agosto 2022 - Roma - Nel centro di Civitanova Marche, in questa calda estate, Alika, nigeriano di 39 anni, padre di un bambino di 8 anni e sposato con Charity, è stato ucciso di botte da un coetaneo italiano, Fabrizio, di 32 anni, nell’indifferenza di tutti. Ancora una volta, in una piccola città marchigiana, si è ripetuta la storia biblica di Caino che ha ucciso il fratello Abele. Un fratello ha ucciso un fratello, nell’indifferenza di altri fratelli. ‘Fratelli tutti’. Alika, invalido per un incidente subito più di un anno fa, quando un automobilista ubriaco lo aveva investito, costringendolo a usare ormai una stampella per camminare, offriva ai passanti delle vie vicino alla stazione fazzoletti di carta, accendini e altre piccole cose in cambio di un’offerta, per arrotondare la sua pensione di invalidità di 300 euro. Questo gesto, questa presenza, ha scatenato odio e generato in pochi minuti la morte di un innocente. Alika era arrivato in Italia dalla Nigeria, il più popoloso Paese africano, con 200 milioni di persone, e tante risorse, ma dove miseria e terrorismo, tratta degli esseri umani e instabilità politica costringono i giovani a mettersi in cammino, oltre 100.000 dei quali hanno raggiunto in questi decenni l’Italia, 4000 le Marche, 50 Civitanova. Alla preghiera e al silenzio chiesti dall’arcidiocesi di Fermo di fronte a questo tragica morte, non possiamo non unire alcune domande: cosa ha scatenato questa violenza brutale? Perché questa indifferenza? Siamo consapevoli della fatica del cammino di tanti nostri fratelli migranti? Le risposte a queste domande chiamano in causa la responsabilità di tutti. Una responsabilità anzitutto nella cura delle relazioni, dei gesti e delle parole, troppe volte cariche di violenza, di disprezzo nei confronti di chi arriva da un altro Paese tra noi. Le parole che accompagnano gli sbarchi che si stanno ripetendo in questa estate costruiscono l’idea di una falsa invasione di 40.000 persone sbarcate sulle nostre coste provenienti da Paesi vicini e lontani, Tunisia e Bangladesh, da Paesi da anni in guerra, come la Siria, l’Eritrea, la Somalia, l’Afghanistan. I gesti di disprezzo che si moltiplicano sui social, sulle strade, in tante piazze delle nostre città alimentano gli episodi di razzismo, che da 400 sono diventati nell’ultimo anno più di 2000 in Italia, solo quelli segnalati. La mancanza di relazioni crea pregiudizi e non costruisce esperienze di conoscenza e di amicizia, la cultura dell’incontro che genera comunità e partecipazione, cittadinanza attiva. Senza relazioni manca la cura, soprattutto dei più piccoli, delle persone fragili, e non ci accorgiamo di una madre, che vive tra noi, e che sta lasciando morire di fame e di sete la figlia, la piccola Diana. Senza responsabilità, senza rispetto, senza cittadinanza cresce la paura, il pregiudizio, l’odio, la speculazione politica, con il rischio che le nostre città da luoghi di fraternità si trasformino in luoghi di conflittualità, di violenza. Città morte. (Mons. Gian Carlo Perego, Presidente Cemi e Fondazione Migrantes - Famiglia Cristiana)

Cerreto Sannita: oggi la “Cena dei Popoli”

4 Agosto 2022 -
Cerreto Sannita - “Una serata all’insegna della fraternità e della condivisione culturale multietnica, attraverso le specialità culinarie dei Paesi di origine di alcuni nostri amici”. E’ questo il biglietto da visita dell’Azione Cattolica interparrocchiale di Cerreto Sannita per la Cena dei Popoli che si svolgerà questa sera, 4 agosto, a Cerreto nelle piazze Manni e San martino, in collaborazione con la cooperativa sociale di comunità iCare, con il Forum Dei Giovani di Cerreto, con la Protezione Civile Titerno e con la Croce Rossa-Comitato di San Lorenzello. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Cerreto Sannita. Pietanze tipiche di alcuni Paesi, notizie e proverbi provenienti da queste nazioni, tra curiosità e tradizioni. Un’occasione per "conoscere meglio tante famiglie che abitano nel nostro territorio", spiega una nota: "un giro del mondo di cibo, sapori e musica. Un approfondire la cultura dell’incontro, auspicata da papa Francesco nella Fratelli Tutti, attraverso una modalità gastronomica multiculturale. E per incontrarci e aiutarci a vicenda abbiamo, anzitutto, bisogno di dialogare. Un dialogo paziente e generoso fatto di incontro, relazione autentica, vicinanza, accoglienza, conoscenza, ascolto, sguardi e ricerca dei numerosissimi punti di contatto tra le persone". (R.Iaria)

Il circo in estate: il litorale di Cecina ospita il Circo di Vienna

4 Agosto 2022 - Il litorale di Cecina, in provincia di Livorno ospita in questi giorni il Circo di Vienna delle famiglie Vassallo e Caveagna. Sotto lo chapiteau che sosta in città fino al 14 agosto si alternano numeri di alta scuola circense con acrobati, funamboli, numeri con animali, accompagnati dall’ilarità e dall’allegria del clown Jeson Caveagna. L’eleganza del trapezio, della corda e dei cerchi è presentata da due ragazze provenienti dalle scuole circensi inglese e tedesca che con raffinatezza nello stile ed eleganza nei movimenti, suscitano stupore e trasmettono serenità al pubblico. Alex Caveagna propone un numero di alto funambolismo sulle fasce. La pista si anima poi con numeri equestri di cavalli, cavallini poni e altri animali. Nella seconda parte dello spettacolo, come è consuetudine, visto il necessario tempo per preparare la pista scendono nell’arena quattro stupende tigri siberiane e Kaly una bianca tigre della Malesia, con il loro ammaestratore Giordano Caveagna. L’esibizione dei fratelli Flavio e Claudio Vassallo con un numero di equitazione ed equilibrismo in groppa ad uno splendido stallone, conclude la serata. “Lo spettacolo che proponiamo in quest’estate 2022 - dice Ellen Vassallo – vede la presenza di tanti giovani; la gran parte di loro è nata al circo, lo ama, lo cura e lo difende, soprattutto nei confronti degli animalisti che vogliono eliminare gli animali dai nostri circhi”. “Le tigri fanno parte della mia famiglia e mi dispiace quando sento dire che noi circensi non amiamo i nostri animali e li sfruttiamo. Non è così, gli animali del circo fanno parte della nostra vita, sono la nostra famiglia”, ricorda Giordano Caveagna. Nelle piazze di sosta il circo è attesa, amato e rispettato dalle persone e “di questo ce ne accorgiamo dalla presenza della gente agli spettacoli che proponiamo; quanti bambini sono felici assieme ai loro genitori ed entusiasti quando visitano lo zoo” dice Gianni Vassallo del Circo di Vienna. Il nostro grazie per l’accoglienza e l’ospitalità va alle chiese diocesane, ai vescovi, ai preti, alle suore e ai catechisti che abbiamo incontrato nel tempo del lockdown, ma soprattutto alla Fondazione Migrantes che non si dimentica mai di noi. (MDT)

Mons. Fragnelli: feste occasioni per “testimoniare il nostro volto accogliente a migranti e turisti”

4 Agosto 2022 - Trapani - “È un’occasione per testimoniare con il nostro volto accogliente ai migranti e ai turisti l’anima cristiana e mariana della nostra convivenza cittadina". E' quanto ha detto il vescovo di Trapani, mons. Pietro Maria Fragnelli, parlando del ritorno, in città, dopo 2 anni di sospensione a causa della pandemia di Covid19, della processione del 7 agosto in onore di Sant’Alberto degli Abati, patrono della città e dal 2007 patrono secondario della diocesi, e quella del 16 agosto in onore della Madonna di Trapani, patrona dell’intera diocesi. "Le feste - ha aggiunto il presule - ce lo auguriamo, saranno anche un sollievo per l’economia dell’accoglienza. Senza dimenticare il tempo difficile che stiamo vivendo: l’estate 2022 ci obbliga a ripensare gli orrori della guerra cieca promossa dalla Russia contro il popolo ucraino e nello stesso tempo a riflettere seriamente sugli errori della cultura occidentale profondamente individualista e tentata di militarizzare gli animi”. Da qui l'invito a pregare per la pace ed incoraggiare tutti coloro che si sono prodigati nell’accoglienza dei profughi, a chiedere insieme a lui l’intercessione di Sant’Alberto, “perché le navi di grano che fece arrivare a Messina, salvando la città dalla carestia, possano incoraggiare una concreta politica di pace, così che torni il grano nei porti di tutti i Paesi poveri con l’abbondanza che solo la grazia di Dio può procurare”. (R. Iaria)

Rom e sinti: una mostra sull’olocausto a Bratislava. All’inaugurazione l’ambasciatrice italiana

4 Agosto 2022 -
Bratislava - In occasione della Giornata di commemorazione delle vittime dell’Olocausto dei Rom, l’Ambasciatrice italiana a Bratislava, Catherine Flumiani, ha partecipato all’inaugurazione di una mostra sulle persecuzione dei Rom durante la Seconda Guerra Mondiale ospitata dal Museo dell’Olocausto di Sered. Assieme alle autorità slovacche e membri del corpo diplomatico presenti ha visitato il nuovo allestimento, le cui finalità sono state illustrate dal Direttore del Museo Martin Korcok e dal curatore della mostra Matej Beranek e che offre al pubblico numerose testimonianze, documenti e materiale fotografico. Sono state altresì presentate attività di volontariato da parte di alcuni ragazzi della comunità Rom in Slovacchia.

Caritas-Migrantes Latina su “Campo Rom Al Karama”

3 Agosto 2022 - Latina - Ad un mese dall’incendio del campo rom Al Karama di Latina una nota degli uffici Caritas e Migrantes della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno circa la situazione che vivono oggi gli sfollati e dei piani futuri per la loro sistemazione. Da anni le persone abitanti nel campo nomadi di Borgo Montello sono seguite dai volontari Caritas e Migrantes della diocesi laziale  i quali si sono attivati anche nell’immediatezza dello sgombero del campo a seguito dell’incendio continuando ad assistere gli sfollati nell’attuale allocazione presso il Polo fieristico Ex Rossi Sud. «A un mese dall’incendio che, lo scorso 2 luglio, ha distrutto il cosiddetto “campo rom di Al Karama”, una nota dell’Associazione 21 luglio, che da anni svolge attività di analisi e studio sulle condizioni delle comunità rom in emergenza abitativa nel nostro Paese e sulle politiche a loro rivolte, sottolinea di nuovo e con forza la necessità che la riflessione si allarghi, fino a toccare la vera questione, che Caritas e Migrantes della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno  pongono da sempre: cioè se quella sistemazione, in un “campo”, dislocato ai margini del territorio comunale, in una situazione di completa emarginazione, ben distante dagli occhi e dai cuori di tutti, sia dignitosa, rispettosa cioè della dignità di quelle persone, neonati, minori, anziani, donne e uomini, costretti a vivere in un “ghetto”. Di questo infatti si tratta, per il pensiero che c’è dietro, per come il campo viene trattato e vissuto, e per l’immaginario collettivo», si legge nella nota dei due uffici: "eppure, quando per quel luogo si scelse un nome, tanti anni fa (era il tempo dell’attuazione della Legge Martelli, sull’immigrazione, e sembrava dovesse essere il fiore all’occhiello per l’accoglienza degli immigrati), si optò per Al Karama, termine arabo che vuol dire “dignità”. Ma pochi immigrati hanno goduto di dignità in quel luogo, abbandonato dopo pochi anni, con uno sperpero enorme di denaro pubblico. Sicuramente – la dignità – non l’hanno trovata le famiglie rom che fino ad oggi l’hanno utilizzato come un rifugio. Un rifugio oggi diventato una trappola, che il 2 luglio ha rischiato di essere letale e da cui ora le stesse famiglie rom devono tenersi alla larga». Caritas e Migrantes, facendo proprie le preoccupazioni e le attese delle persone di Al Karama, e anche dei tanti volontari e cittadini che le hanno seguite e sostenute negli anni (e lo fanno ancora oggi nell’area ex-Rossi Sud), chiedono che «la politica faccia la sua parte, mettendo fine, una volta per tutte, alle lungaggini burocratiche, alle decisioni rinviate, ai protocolli mai realizzati. E invitano i futuri decisori della città a mettere le persone di Al Karama al centro di un confronto onesto, aperto e chiaro, che è l’unica possibilità concreta per superare definitivamente il concetto stesso di “campo”».  

Nuovi interventi della Farnesina in Africa

3 Agosto 2022 - Roma - La Farnesina ha avviato con il Fondo Migrazioni un pacchetto di interventi del valore totale di 37,2 milioni di euro quale contributo alla stabilizzazione dei flussi migratori in Nord Africa, Sahel e Africa Occidentale. Un provvedimento che conferma l’attenzione dell’Italia alla lotta al traffico di migranti e al supporto per i Paesi più esposti alle conseguenze dell’aggravarsi della crisi alimentare in ambito migratorio. In particolare, sono stati finanziati tre progetti in Libia, due in Niger ed uno nel Sahel, finalizzati a migliorare la gestione delle frontiere e combattere il traffico di esseri umani. A questi interventi si affiancheranno diverse attività in Africa Occidentale.

Migrantes Massa Carrara-Pontremoli: ieri celebrazione per le famiglie del luna park con il vescovo Vaccari

3 Agosto 2022 - Massa Carrara - L'ufficio Migrantes della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli ha organizzato, ieri mattina, una celebrazione per le famiglie del luna park.  La liturgia eucaristica, presieduta dal vescovo, mons. Mario Vaccari, si è svolta nella chiesa parrocchiale della Ss.ma Annunziata a Bassagrande. Durante la celebrazione il ricordo degli operatori della spettacolo viaggiante scomparsi recentemente ed è stata ricordata anche un volto noto tra gli operatori pastorali Migrantes, Elisa Tongiani, 49 anni,  scomparsa lo scorso 13 dicembre, figlia di Ivonne Tonarelli, direttrice Migrantes della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli. "Famiglia. È così che Elisa definiva il mondo del lunapark. Una grande famiglia itinerante, sempre pronta ad accoglierla e a far festa con lei. Non mancava giorno in cui Elisa non parlasse del mondo luminoso delle giostre e di tutti quei volti amici parte, per l’appunto, di quella famiglia allargata che tanto amava". "Mi sembra ancora di sentire la sua risata davanti alle luci delle giostre e di vedere il suo sorriso quando vinceva qualche premio!": così è stata ricordata Elisa: "oggi qui, tutti insieme, proprio come si fa in una famiglia, vogliamo ricordare la nostra cara Elisa e tutti coloro che si trovano con lei nella grazia del Signore. A nome di Ivonne e di tutti i suoi cari vogliamo rivolgervi un’unica parola….GRAZIE! Grazie per chi ha frequentato Elisa, grazie per averla sempre fatta sentire parte di questo mondo, grazie per averle donato affetto gentilezza e per avere fatto vivere momenti spensierati nonostante la malattia. Siamo certi che Elisa in questo momento sia qui con noi e ci illumina con il suo sorriso". (R. Iaria)

Migranti: 23 anni fa la morte di Yaguine e Fodé, giovani migranti che sognavano un futuro diverso.

3 Agosto 2022 - Roma - Era 2 agosto 1999 quando Yaguine Coita e Fodé Tounkara, due ragazzi guineani, vennero ritrovati morti assiderati nel carrello di un aereo all'aeroporto di Bruxelles, cuore dell'Europa, in arrivo da Conakry, capitale della Guinea. Purtroppo negli anni altre giovani vittime sono andate incontro alla stessa sorte, come ad esempio Laurent Barthélémy Guibahi Ani, un quattordicenne ivoriano che nel gennaio 2020 fu ritrovato morto assiderato all'aeroporto di Parigi, o il bambino maliano ritrovato con la pagella cucita negli abiti. Storie di speranza, di disperazione, e, ancora, drammaticamente, di morte, sottolinea la Comunità di Sant'Egidio. Yaguine e Fodè avevano scritto e portato con sé una lettera, indirizzata alle  'Loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa' e ripercorreva i tanti problemi che i bambini e i giovani africani pativano e le grandi aspettative che riversavano sull’Europa e i suoi governanti. Nel tempo della pandemia il divario tra paesi avanzati e sud del mondo rischia di allargarsi ancora, a causa della diseguale disponibilità del vaccino e quel grido, lanciato da Yaguine e Fodè, oggi è più che mai attuale, ma purtroppo spesso rimane inascoltato. Scrivevano allora "Se vedete che ci sacrifichiamo e che mettiamo a rischio la nostra vita è perché in Africa si soffre troppo. Noi abbiamo la guerra, le malattie, la mancanza di cibo”. La storia di Yaguine e Fodè, che misero a rischio la propria vita e la sacrificarono, è "storia di oggi, storia di tanti che ogni giorno cercano un futuro pericolosamente e perdono la vita nell'incontro drammatico con l'inaccoglienza di un'Europa ancora troppo chiusa".

Rifugiati: iniziata ad Atene la Summer School dei Giovani per la pace nel campo di Schisto

3 Agosto 2022 -
Roma - Sono arrivati ad Atene i Giovani per la Pace della Comunità di Sant'Egidio da Roma e dalla Germania. Lunedì, dopo un weekend di preparativi, è iniziata  infatti la Summer School con i bambini dello Schisto Camp, campo profughi ufficiale nelle colline ai margini di Atene, poco distante dal porto del Pireo. Per le prossime tre settimane, i giovani volontari animeranno le giornate dei bambini del campo, regalando loro un'estate all'insegna dell'amicizia e del recupero o avviamento scolastico. Molti dei volontari sono rimasti in contatto con i loro amici conosciuti la scorsa estate nel campo profughi di Eleonas ed oggi trasferiti a Schisto. Dopo la missione invernale, questa sarà quindi un'occasione per rivederli e aggiornarsi sulla loro vita, purtroppo ancora ferma tra le lamiere dei campi profughi. I volontari hanno predisposto una colletta per autofinanziarsi.

Marcinelle: il ricordo dei Bellunesi nel Mondo

2 Agosto 2022 - Belluno - Era l’8 agosto del 1956, quando un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier (Marcinelle – Belgio) provocò un disastro che segnò per sempre la storia dell’emigrazione italiana. 262 vittime, provenienti da 12 diversi paesi, 136 italiani. La tragedia, con il suo dolore, permise tuttavia di far luce sulle deplorevoli condizioni di lavoro nelle miniere, contribuendo finalmente all’introduzione delle maschere antigas. Per il 66.mo anniversario di questa immane tragedia e per la “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” l’Associazione Bellunesi nel Mondo organizza una semplice commemorazione davanti al monumento dell’emigrante presso la sede dell'associazione a Belluno. Nell'occasione verrà consegnata una pergamena ai famigliari di Giovanni Bortot, parlamentare e sindaco di Ponte nelle Alpi. «Fu infatti uno degli autori, nel 1972, alla modifica della legge sulla silicosi – le parole del presidente Abm Oscar De Bona – e per far meglio comprendere le problematiche mediche relative a questa malattia convocò a Roma, per un’audizione in Parlamento, il dottor Valentino Dal Fabbro».

Rom e sinti: la giornata del 2 agosto occasione di riflessione sul male generato dalle ideologie razziste

2 Agosto 2022 - Roma - La memoria del Porrajmos è “occasione di riflessione sul male generato dalle ideologie razziste, che hanno preparato il terreno alla discriminazione e all’annientamento nei campi di concentramento e sterminio”. Lo evidenzia oggi la comunità di Sant’Egidio in occasione del Roma Genocide Remembrance Day, la giornata in ricordo del genocidio dei Rom e Sinti durante la seconda guerra mondiale, definito in lingua romanì Porrajmos (divoramento) o Samudaripé (sterminio) che provocò mezzo milione di vittime di questa popolazione. “È – aggiunge la Comunità - una storia di disprezzo e persecuzioni della minoranza più numerosa d’Europa. Una ferita del continente europeo, che interroga le coscienze su quante parole e atteggiamenti violenti siano ancora rivolti al popolo Rom e quanto ancora sia lontana una piena integrazione scolastica, sanitaria e abitativa di una minoranza giovanissima, composta ancora oggi soprattutto di minori". (R.Iaria)

Migrazioni: in Calabria un Museo dedicato al Mare, all’Agricoltura e alle Migrazioni

2 Agosto 2022 - Cariati - Mu.Ma.M.: questo il nome di un singolare Museo aperto in questi giorni a Cariati (Cosenza) e dedicato al Mare, all’Agricoltura e alle Migrazioni. Un “luogo di comunità”, come è stata definito, nato dal desiderio di contribuire alla conoscenza, alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio culturale del Sud Italia e dall’esigenza – come  dice l’ideatrice del percorso museale e curatrice delle collezioni, Assunta Scorpiniti - di offrire uno strumento di "ricostruzione dell’identità e della storia collettiva, da millenni improntata al valore del lavoro; dalla convinzione che occorre documentare e divulgare questi aspetti, specie tra le nuove generazioni". Tre piani, in un antico Palazzo del centro storico di questo centro dell’Ionio cosentino, aperto, per il momento solo tre giorni alla settimana e che ha già riscontrato una particolare attenzione di turisti provenienti da diversi comuni della Calabria ma anche di giovani partecipanti ai progetti Erasmus e villeggianti che affollano le spiagge di questo lembo di Calabria. Una sala dell’Agricoltura e delle culture contadine, una sala del Mare e della Culture Mediterranea, una sala della storia e dell’arte e una sala dedicata alle migrazioni sia dei cittadini di Cariati e della Calabria che hanno lasciato la regione per recarsi all’estero ma anche dei cittadini di diverse nazionalità che oggi vivono stabilmente a Cariati. Non manca una biblioteca con volumi di autori locali e non solo e un’aula didattica. Il tutto per narrare "la civiltà locale nella sua interezza, sulla base – aggiunge Scorpiniti – degli elementi che ne costituiscono il collante ma anche il confronto e nel dialogo con altri popoli e culture che concorrono alla storia e all’esperienza, passata e presente del genere umano". Molte le iniziative in programma in questi giorni - come la mostra del liutaio Pasquale Santoro, originario di Scala Coeli - ma altre sono previste nelle prossime settimane e in autunno con il coinvolgimento di scuole e associazioni, con iniziative teatrali, laboratori, concerti. Un vero e proprio luogo di ritrovo e di rinascita dopo i recenti eventi che abbiamo vissuto a causa del Covid ma anche una occasione di crescita di questo territorio: l’area museale si presenta come luogo di incontri ma anche occasione di scambio e di apertura con gli altri musei della Sibaritide. Si sta lavorando, proprio in questi giorni,  ad un progetto “parallelo” della costruzione del patrimonio immateriale fatto di filmati, interviste, suoni e voci legate ai significati del museo. Insomma una occasione per non dimenticare la storia di Cariati e non solo basata soprattutto su una civiltà nata dal mare e dall’agricoltura. Ad inaugurare il Museo, oltre a Scorpiniti, il sindaco di Cariati Filomena Greco, l’arch. Leonardo Ippolito, progettista e autore del restauro di Palazzo Chiriàci, Ranieri Filippelli, già presidente Gal, ente erogatore del finanziamento per arredi e tecnologie. (Raffaele Iaria)  

Migrantes: 2 agosto, la memoria come sguardo sull’attualità

2 Agosto 2022 - Roma - Il 2 agosto di ogni anno è diventata la Giornata della memoria dell'olocausto dei rom e dei sinti. Le legge antirazziali hanno colpito anche le persone e famiglie rom e sinte, portando alla morte nei lager almeno 500.000 persone rom e sinti, tra cui molti bambini. La memoria ha sempre uno sguardo all'attualità ed oggi anche ad ogni forma di violenza, di disprezzo, di abbandono, di umiliazione delle persone e famiglie rom e sinte. Il loro stile di vita, che talora ci provoca per l'essenzialità, il senso della provvisorietà, è motivo di riflessione e contestazione sul nostro stile di vita. L'amore alla famiglia, alla vita, ai piccoli e agli anziani forse ha qualcosa da insegnare alle nostre famiglie e alle nostre città.  È un giorno, il 2 agosto, che ricorda fino a che punto possa arrivare il disprezzo per un altro uomo, di un'altra religione o minoranza, per essere vigili affinchè non ritorni in altre forme di violenza e disumanità nelle nostre città. È un giorno per ricordare e riflettere, ma anche per impegnarci per un mondo fraterno, dove non esistono più minoranze - come ci ricorda Papa Francesco nell'enciclica Fratelli tutti - ma uomini e donne in cammino insieme nella storia. (Mons. Gian Carlo Perego - Presidete Cemi e Fondazione Migrantes)

Rom e sinti: Commissione Ue, “non dimentichiamo la loro persecuzione durante l’Olocausto né chiudiamo gli occhi di fronte alle discriminazioni di oggi”

2 Agosto 2022 - Roma - “Nella Giornata europea della memoria dell’Olocausto dei Rom, commemoriamo le centinaia di migliaia di vittime Rom dell’Olocausto che hanno sofferto e sono state uccise sotto il regime nazista”. Lo dichiarano in una nota congiunta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la vicepresidente Vera Jourova e la commissaria Ue Helena Dalli. “Non dimenticheremo mai la persecuzione dei Rom durante l’Olocausto. Non possiamo nemmeno chiudere gli occhi di fronte alle sfide e alle discriminazioni che la minoranza Rom deve ancora affrontare”, aggiungono. “Lavoriamo a stretto contatto con i nostri Stati membri per combattere l’antiziganismo. Quest’anno presenteremo una prima valutazione delle strategie nazionali per i Rom. Nella nostra Unione, ci impegniamo per l’apertura, la tolleranza e il rispetto della dignità umana per tutte le persone. Solo con questo spirito possiamo combattere il razzismo e la discriminazione”, concludono. Oggi, 2 agosto, la commissaria Dalli visiterà il campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Dalli incontrerà un gruppo di giovani, molti ucraini e i sopravvissuti dell’Olocausto con l’obiettivo di mantenere viva la memoria.  

Migrazioni irregolari

2 Agosto 2022 - Roma - Le migrazioni irregolari sono una conseguenza "naturale" di politiche migratorie restrittive e selettive, ma anche di una "industria dell' immigrazione" che ha favorito lo sviluppo di culture e catene migratorie inclini ad aggirare i controlli, a loro volta funzionali al fabbisogno di manodopera a buon mercato, o addirittura alle esigenze di sistemi schiavistici basati sullo sfruttamento dei migranti nell' economia sommersa, nelle attività criminali, nella prostituzione. Unendosi ai pronunciamenti di altri organismi, la Chiesa raccomanda di evitare termini stigmatizzanti come "clandestino" o "illegale", poiché l' irregolarità non dipende da caratteristiche soggettive della persona, bensì dalla definizione, contingente e arbitraria, che di essa dà il quadro normativo. Attraverso l' impegno nell' accoglienza e nell' advocacy , le organizzazioni cattoliche hanno inoltre incoraggiato, in molti Stati, il riconoscimento di una serie di diritti e protezioni agli stessi immigrati irregolari e talvolta la loro regolarizzazione. Negli ultimi anni, la gestione delle migrazioni irregolari, anche da parte dei Paesi democratici, s' è avvalsa di strumenti discutibili quali le azioni di policing dei confini (culminate nella costruzione di muri e barriere di filo spinato), il ricorso a operazioni di schedatura e perfino alla detenzione preventiva, gli accordi coi Paesi d' origine e di transito che li hanno investiti del ruolo di gendarme delle frontiere dell' Unione Europea (e non solo), sebbene al prezzo di pesanti violazioni dei diritti dei migranti. In tale quadro, il Magistero offre un contributo prezioso e sfidante. Sovvertendo la rappresentazione dei migranti irregolari come soggetti devianti, esso fissa il principio per cui, poiché la dignità della persona è un bene più prezioso del rispetto della legge, la scelta di migrare irregolarmente, in mancanza di alternative, è legittima. Di contro, l' assenza di alternative per garantirsi una vita dignitosa indica il limite oltre il quale tale scelta non è più legittima né sul piano giuridico né sul piano morale, dati i rischi e costi che comporta per il migrante, i suoi familiari, la società nel suo complesso. Di qui la sollecitazione ad accrescere le opportunità di migrare in maniera sicura, regolare e ordinata, secondo gli auspici del Patto Globale promosso dall' Onu; ma anche ad affermare il diritto a non emigrare attraverso l' equa distribuzione dei beni della terra e la promozione integrale dei popoli. (Laura Zanfrini - Docente di Sociologia delle migrazioni e della convivenza interetnica).   Il pezzo è stato pubblicato su Osservatore Romano  

Mons. Lauro su migranti: “Basta usarli per fake-news e partite di tipo politico”

1 Agosto 2022 -
Trento -“Mentre la guerra sta finendo nei titoli di coda, quello dei migranti è un tema che sta scivolando ancora di più nei titoli di coda. E c’è il rischio che adesso qualcuno vada a ripescarlo, quel tema, per farlo arrivare nelle prime pagine e per strumentalizzarlo. In quel momento dovremo essere molto chiari nel dire che non è più possibile usare i migranti per diffondere fake-news e partite di tipo politico“. Così l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, alla festa di Villa Sant’Ignazio, sabato 30 luglio, in occasione della memoria liturgica (31 luglio) di Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti. Al centro dell’evento sulla collina di Trento, il tema delle migrazioni, con ospite il gesuita croato padre Stanko Perica, che opera a Bihac, crocevia della Rotta balcanica. Con lui i responsabili del Centro Astalli di Trento, braccio operativo dei Gesuiti sul terreno dei migranti, con attività condotte spesso in stretta collaborazione con l’Arcidiocesi di Trento (come il progetto Una comunità intera) .  Ospite della festa, non a caso, l’arcivescovo mons. Tisi che ha concelebrato la Santa Messa, insieme al responsabile della comunità trentina dei gesuiti, padre Ennio Remondini.
L’arcivescovo Tisi ha ricordato anche la figura di Sant’Ignazio: “La sua vita non è stata racconto – ha affermato Tisi – ma dato di realtà. Sant’Ignazio è una provocazione: bisogna lasciare – ha concluso Tisi – che il sangue provochi il venir fuori da te di quei tratti d’umano che portano a gesti di futuro e di compassione. Ignazio ha trasformato la sua ferita in una vita in uscita, una vita per tornare a essere umano”.

Quell’invisibile “qualcosa”

1 Agosto 2022 - Neppure le notizie tristi vanno in ferie, arrivano nei luoghi della villeggiatura nel tempo in cui si vorrebbe staccare la spina: la morte di una bimba abbandonata dalla madre, un nigeriano assassinato in una via della città nell’indifferenza dei passanti, un quindicenne che nell’ombra del padre uccide la madre, il numero delle vittime della guerra in Ucraina che sale, le navi cariche di grano bloccate nei porti del Mar Nero, la fuga di altri disperati attraverso il Mediterraneo, quattro bimbi strappati ai loro genitori dall’alluvione nel Kentucky, le catastrofi provocate dagli incendi, il prolungarsi della pandemia, una politica malata... Certo, ci sono anche notizie che raccontano fatti di speranza e di solidarietà ma non attenuano lo sconcerto e il turbamento. C’è un’inquietudine che suscita domande sul senso della vita e sul futuro dell’uomo. Non basta una passeggiata tra il verde o una nuotata in acque limpide per allontanarle. Si possono rinviare ma non cancellare, prima o poi tornano non per sconquassare un meritato riposo ma per non lasciarlo in balìa di illusioni o di vane speranze. I commenti degli esperti e degli opinionisti riempiono giornali e talk show. Hanno il loro valore anche se lasciano incomplete le risposte alle domande più profonde, si fermano ai confini del visibile. Le tragedie dicono però che c’è “qualcosa” che va oltre le analisi, le valutazioni sociologiche e culturali, oltre le letture e le azioni politiche. C’è “qualcosa” di invisibile che non è di tutti raccontare. Questo “qualcosa” che va oltre si chiama “spiritualità”, si chiama “preghiera”. Si chiama impegnativo “incontro con l’Altro”. Non è facile parlarne ma se la cronaca si soffermasse sui luoghi della preghiera e del silenzio, se li raccontasse con il suo linguaggio, aiuterebbe l’opinione pubblica a comprendere il senso della storia, aiuterebbe l’umanità a ritrovare la direzione del cammino. Difficile anche dire che il “qualcosa” di invisibile, che senza sottovalutarle va oltre le analisi e le valutazioni, non è fuga dal mondo, non è rinuncia alla responsabilità, non è astenersi dall’impegno: è un talento da portare alla luce e mettere a frutto per il bene di tutti. C’è una storia che dice della sua efficacia, una storia che a volte sfugge alla stessa comunità cristiana chiamata sempre a scavare nel proprio terreno. Così a questa comunità si rivolgeva Alberto Monticone, parlamentare, intellettuale, presidente dell’Ac: “non seppellisca questo talento ma lo commerci con la sua stessa vita e ne diverrà più ricca anche sul piano della evangelizzazione della società civile”. (Paolo Bustaffa)

Taurianova: “casa dell’arte madonnara”

1 Agosto 2022 - Roma - È stata presentata nella suggestiva location della dimora storica Villa Zerbi la settima edizione del “Concorso Internazionale Madonnari - Città di Taurianova”, la manifestazione ideata dall’“Associazione Amici del Palco” e anche quest’anno diretta dal maestro capo madonnaro Gennaro Troia (fondatore della Scuola Napoletana dei Madonnari), tesa a valorizzare l’arte antica dei madonnari, la tradizione, la storia e il territorio, che si terrà da venerdì 5 agosto a lunedì 8 agosto. La città di Taurianova accoglierà oltre 50 artisti provenienti da tutto il mondo che con i loro gessetti, seguendo l’ispirazione del tema: la Theotokos “Madre di Dio, Regina della Pace”, realizzeranno una galleria a cielo aperto, in un percorso di 700 metri che abbraccia idealmente le due parrocchie della città dove si venera la Madonna. "Nonostante la stanchezza quest’anno sono molto sereno - ha affermato in conferenza l’arch. Giacomo Carioti, presidente dell’ “Associazione Amici del Palco” – perché oltre ai soci al cui va il mio grazie, vedo e sento vicina tanta gente. Il nostro Concorso Internazionale dei Madonnari vuole regalare a tutti i calabresi giorni ricchi di arte e di storia, con la consapevolezza che mettendoci anima, cuore e qualche sacrificio, insieme possiamo fare grandi cose". Il Concorso è infatti possibile grazie anche alle tante aziende del territorio che hanno sposato l’evento con la loro sponsorizzazione e aderendo numerosi all’iniziativa “Adotta un Madonnaro”, che rende possibile un’accoglienza confortevole agli artisti internazionali. Ad aprire nel cuore di Taurianova la manifestazione estiva unica nel suo genere in tutta la Calabria, una live performance di alcuni madonnari poi in concorso, guidati dal direttore artistico Gennaro Troia, che in conferenza non ha trattenuto l’emozione nel raccontare la sua gioia per questo evento che in pochi anni è diventato per tutti i madonnari l’appuntamento annuale più atteso, grazie anche all’accoglienza, l’attenzione e la cura che viene riservata a tutti gli artisti: «Taurianova è diventata la casa dei madonnari», ha detto. Durante la conferenza Paolo Martino, incaricato regionale dei beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Calabra, ha confermato l’attenzione della diocesi di Oppido Mamertina - Palmi e del vescovo mons. Francesco Milito all’evento che attraverso i Madonnari valorizza l’arte sacra e ha annunciato che nei giorni del Concorso nell’antichissima Chiesa del Rosario sarà esposta la “Madonna Odigitria di Smolensk” un’icona russa del 1700 conservata nel Museo Diocesano di Arte Sacra, un’opera di grande rilievo artistico e religioso che abbraccia il rito cattolico e ortodosso.