3 Agosto 2022 – Roma – Era 2 agosto 1999 quando Yaguine Coita e Fodé Tounkara, due ragazzi guineani, vennero ritrovati morti assiderati nel carrello di un aereo all’aeroporto di Bruxelles, cuore dell’Europa, in arrivo da Conakry, capitale della Guinea. Purtroppo negli anni altre giovani vittime sono andate incontro alla stessa sorte, come ad esempio Laurent Barthélémy Guibahi Ani, un quattordicenne ivoriano che nel gennaio 2020 fu ritrovato morto assiderato all’aeroporto di Parigi, o il bambino maliano ritrovato con la pagella cucita negli abiti. Storie di speranza, di disperazione, e, ancora, drammaticamente, di morte, sottolinea la Comunità di Sant’Egidio. Yaguine e Fodè avevano scritto e portato con sé una lettera, indirizzata alle ‘Loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa’ e ripercorreva i tanti problemi che i bambini e i giovani africani pativano e le grandi aspettative che riversavano sull’Europa e i suoi governanti.
Nel tempo della pandemia il divario tra paesi avanzati e sud del mondo rischia di allargarsi ancora, a causa della diseguale disponibilità del vaccino e quel grido, lanciato da Yaguine e Fodè, oggi è più che mai attuale, ma purtroppo spesso rimane inascoltato. Scrivevano allora “Se vedete che ci sacrifichiamo e che mettiamo a rischio la nostra vita è perché in Africa si soffre troppo. Noi abbiamo la guerra, le malattie, la mancanza di cibo”.
La storia di Yaguine e Fodè, che misero a rischio la propria vita e la sacrificarono, è “storia di oggi, storia di tanti che ogni giorno cercano un futuro pericolosamente e perdono la vita nell’incontro drammatico con l’inaccoglienza di un’Europa ancora troppo chiusa”.