Primo Piano

Festa San Francesco: Cei e francescani lanciano iniziativa per defunti Covid

26 Settembre 2022 - Assisi - Il 4 ottobre, festa di San Francesco, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a nome di tutti gli italiani accenderà ad Assisi la Lampada votiva dei comuni d’Italia. Un gesto per ringraziare coloro che hanno aiutato a superare la pandemia e per ricordare chi è venuto a mancare a causa del Covid. Proprio per questo i frati di Assisi e la CEI hanno deciso di lanciare l’iniziativa online "Prega per il mio caro” dove sarà possibile, tramite il sito 4ottobre.sanfrancesco.org, lasciare il nome del proprio defunto per Covid per affidarlo a san Francesco. Il 4 ottobre, infatti, i frati deporranno davanti alla tomba del Santo i nomi ricevuti. Un’iniziativa fortemente voluta dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Matteo Zuppi, che ha sottolineato come «troppe persone si sono congedate da noi, a causa del Covid, in qualche maniera nell’anonimato. Eppure, si trattava di persone in carne e ossa: padri, madri, figli, fratelli e sorelle nostri che, tutti insieme, desideriamo affidare al cuore e alla cura dell'Onnipotente buon Signore che Francesco tanto ha amato e che ci ha fatto conoscere con la sua vita e la sua testimonianza. Ho affidato pertanto ai frati della Basilica di San Francesco d’Assisi il compito di raccogliere i nomi dei defunti e di contattare coloro che desiderano ricordare un proprio caro per questa speciale commemorazione. Sarà un modo concreto - ha dichiarato il porporato  - per raggiungere nella fede e nella vicinanza dell’amicizia tutti coloro che oggi ancora soffrono per non aver potuto dare l’ultimo saluto ai familiari e alle persone care». «Abbiamo subito colto come una missione la richiesta del cardinale Zuppi – ha dichiarato fra Marco Moroni, Custode del Sacro Convento di Assisi – e ci siamo messi all’opera per attivare questa raccolta online dei nomi dei defunti di Covid, affinché vengano personalmente affidati al Signore per la preghiera e l’intercessione di San Francesco. Il suo abbraccio e quello di tutti noi, fratelli e sorelle, e di tutti gli italiani, possano raggiungere nel Signore coloro che sono stati così duramente colpiti in questo tempo difficile. Un unico abbraccio di fraternità, preghiera e solidarietà. Il 4 ottobre – ha concluso fra Marco – al termine della prima messa del mattino, come comunità francescana, deporremo i biglietti con i nomi di tutte le persone decedute, davanti alla tomba di san Francesco».  

Viminale: da inizio anno sbarcate 69.894 persone migranti sulle nostre coste

26 Settembre 2022 - Roma - Sono 69.894 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato diffuso questa mattina dal ministero degli Interni. Di questi 14.496 sono di nazionalità tunisina (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Egitto (13.536, 19%), Bangladesh (10.315, 15%), Afghanistan (5.320, 8%), Siria (4.560, 7%), Costa d’Avorio (2.206, 3%), Eritrea (1.663, 2%), Guinea (1.652, 2%), Iran (1.513, 2%), Pakistan (1.504, 2%) a cui si aggiungono 13.129 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.  

GMMR, Mons. Maffeis: “la Parola del Signore ci aiuta nella ricerca della vera patria”

26 Settembre 2022 - (foto diocesi Perugia-Città della Pieve) Perugia - In una gremita chiesa parrocchiale di San Donato all’Elce di Perugia, domenica 25 settembre, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, ha presieduto la celebrazione eucaristica della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato promossa a livello diocesano dall’Ufficio Migrantes in collaborazione con le cappellanie delle comunità afro anglofona e francofona, latinoamericana, romena e ucraina. «Cara gente, il Vangelo non intende spaventarci, ma scuoterci, inquietarci, provocarci a riconoscere che, come scrive il Papa nel Messaggio per la Giornata del Migrante e del Rifugiato, “il senso ultimo del nostro viaggio in questo mondo è la ricerca della vera patria”» ha detto nell'omelia mons. Maffeis - sottolineando che «in questa ricerca è luce la parola del Signore che parla nelle Sacre Scritture, nella Chiesa, negli eventi, nei fratelli, a partire dai tanti Lazzaro che stanno alla nostra porta: poveri, migranti, sfollati, rifugiati, vittime della tratta, della miseria, dello sfruttamento, della guerra. La giustizia domanda ogni sforzo per includerli, riconoscendo e valorizzando quanto ciascuno di loro può portare alla crescita sociale, economica ed ecclesiale della nostra società. Riflettiamo, pensiamo, confrontiamoci; ma non fermiamoci alle parole: “Nei momenti cruciali della storia, chi ha saputo lasciare una buona impronta lo ha fatto perché ha tradotto gli ideali, i desideri, i valori in opere concrete”, ha detto ieri (24 settembre, n.d.r.) Papa Francesco intervenendo ad Assisi». Terminata la celebrazione si è tenuto un incontro, nel salone parrocchiale, introdotto da Liana Paci, direttrice dell’Ufficio Migrantes , coordinato da Andrea Morante, giovane operatore del Centro internazionale di accoglienza “Don Elio Bromuri”. Paci ha ricordato il valore umano e cristiano dell’accoglienza-integrazione non soltanto dal punto di vista sociale, ma anche spirituale di quanti lasciano il proprio Paese di origine e arrivano in Italia. Al riguardo ha auspicato un maggiore coinvolgimento delle parrocchie anche attraverso il supporto di un referente dei migranti, volontario e motivato, in ciascun consiglio pastorale parrocchiale. Mons. Maffeis è intervenuto dopo aver ascoltato alcune testimonianze: dal giovane egiziano cristiano coopto, accolto dal progetto diocesano per richiedenti protezione internazionale, alla donna ucraina e le sue figlie fuggite dalla guerra, aiutate da connazionali e dalla Caritas, dalla badante che ha perduto il lavoro a seguito della pandemia alla donna del Camerun accolta fin dal suo arrivo da una famiglia perugina, all’operatrice di una realtà laica impegnata nell’accoglienza di stranieri in gravi difficoltà. L’arcivescovo Maffeis ha ringraziato per le «tante testimonianze sofferte, perché – ha commentato – ci hanno ricordato le non poche responsabilità che ricopriamo come singoli e come istituzioni. Preghiamo il Signore affinché dia a ciascuno fiducia, perché non si senta mai abbandonato ed abbia sempre il coraggio di alzarsi, di chiedere e di dare il suo contributo». (Foto Diocesi Perugia-Città della Pieve)  

GMMR, Migrantes Crema: ieri messa internazionale presieduta da mons. Gianotti

26 Settembre 2022 -
Crema - “La presenza dei immigrati e rifugiati rappresenta non solo una grande sfida, ma anche soprattutto un’opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti”. Con queste parole riferite al Messaggio di Papa Francesco, Enrico Fantoni (Ufficio Migrantes della diocesi di Crema) ha introdotto la messa internazionale in cattedrale ieri sera, domenica 25 settembre alle 18.30, presieduta dal vescovo  Daniele Gianotti. Presenti molti immigrati di varie nazioni, alcuni in costumi tipici, tra cui anche padre Viorel, della comunità cattolica di liturgia bizantina. “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati – ha continuato Fantoni – significa per la Chiesa e per la società rendere percorribile il cammino dell’integrazione, che diventa cammino di interazione, dove c’è vero scambio e ascolto dell’altro, dove le identità si confrontano” e ci si arricchisce a vicenda. La liturgia è stata accompagnata dal coro multietnico che ha eseguito canti in lingua Lingala della Repubblica democratica del Congo. Nella sua omelia mons. Gianotti s’è rifatto al messaggio del Papa per la 108ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: “Un messaggio che guarda al futuro. Guarda al futuro – ha continuato – anche la parabola del ricco epulone e Lazzaro. Il ricco e Abramo possono parlarsi, ma la distanza tra loro è un abisso insuperabile. Questa distanza insuperabile rappresenta ciò che Dio non vuole. Egli vuole la salvezza di tutti. Per questo ha dato suo Figlio e dona sempre lo spirito Santo. Questo futuro lo prepariamo oggi, costruendo un’umanità fraterna”. “Il male più grave del ricco – ha continuato mons. Gianotti – è l’insensibilità. Il rischio è anche nostro: di fronte ai drammi rischiamo di chiudere occhi e cuore. Corriamo il rischio di approfondire sempre più l’abisso. E invece il Vangelo ci invita a quella terra nuova dov’è nessuno deve essere escluso. La presenza dei migranti – ha concluso – rappresenta una opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti e per costruire un mondo migliore. Noi credenti lavoriamo ogni giorno per superare questo abisso che ancora ci separa”. La celebrazione è proseguita con la preghiera dei fedeli: s’è pregato in francese per il lavoro, in inglese per i giovani, in spagnolo per la famiglia, in ucraino per la pace, in portoghese per l’ecumenismo, in italiano per la Chiesa locale.

GMMR, mons. Erbì: i migranti “non sono i destinatari della nostra carità ma hanno un contributo importante da dare alla nostra società e alla Chiesa”

26 Settembre 2022 - Iglesias – “Il cuore del messaggio di papa Francesco per questa Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sta in quella preposizione che si trova al centro del titolo del messaggio: ‘Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati’. Il Papa ci invita così a un cambio di prospettiva: dal ‘per’ al ‘con’. Purtroppo, anche fra molte persone di buon cuore, è ancora il ‘per’ che domina, come se i migranti e i rifugiati fossero incapaci di qualunque contributo”. Lo ha detto mons. Walter Erbì, Nunzio Apostolico in Liberia, presiedendo, nella cattedrale di Iglesias, la celebrazione nazionale per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato promossa dalla Fondazione Migrantes in Sardegna. Con mons. Erbì il direttore Migrantes della Sardegna, padre Stefano Messina.  Migranti e rifugiati – ha detto il presule – “non sono i destinatari della nostra carità, non vengono a mani vuote, ma hanno anch’essi un contributo importante da dare alla nostra società e alla Chiesa…”. Passare dal “per” al “con” significa – ha aggiunto – “smettere di considerare i migranti e i rifugiati come elementi passivi e iniziare invece a valorizzarli come protagonisti, in contemporanea, della loro e della nostra storia.  I migranti e i rifugiati non sono corpi senza nome, che hanno bisogno di una ìstruttura’ che assegni loro un ‘QRcode’ per dare loro un’identità. Sono persone, ciascuno di loro ha già un’identità, ha già un nome, porta già con sé una ricchezza da condividere e da mettere a frutto insieme a noi…”. Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati “non è un impegno del futuro, è l’impegno di oggi! Non aspettiamo domani! Non aspettiamo anche noi, come l’uomo ricco del Vangelo, che sia troppo tardi! Questa Giornata che il Santo Padre Francesco ha voluto per la Chiesa intera sia, per ciascuno di noi, con i nostri fratelli e le nostre sorelle che hanno sperimentato l’essere migranti o rifugiati, un’occasione propizia per iniziare a costruire, insieme, il nostro futuro comune”. Mons. Erbì ha detto, nella sua omelia, che in Sardegna “abbiamo un testimone e un Patrono che ci aiuta in questo nostro cammino, col suo esempio e la sua intercessione: è S. Antioco. Rifugiato dei primi secoli, arrivato in questa terra di Sardegna a causa della persecuzione. Da lui è iniziata nel nostro territorio la diffusione del Vangelo. Con la sua sofferenza e la sua coerenza ci ha dato la possibilità di conoscere il Crocifisso Risorto e di diventare, nella carità, Popolo di Dio. Ha condiviso con i nostri padri la fede in Cristo e resta per la nostra Chiesa un punto di riferimento per la testimonianza evangelica e per l’impegno di fraternità con tutti”.  (Raffaele Iaria)    

Il Pane eucaristico

26 Settembre 2022 - Città del Vaticano - Una porta, quasi semplice velo li separa. Fuori, sulla strada, c’è un uomo che tende la mano per fame, per miseria; che si accontenta di raccogliere le briciole che cadono dal tavolo dell’altro uomo “vestito di porpora e di bisso”. Fuori c’è Lazzaro è un mendicante “coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi … perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe”, leggiamo il Luca. Nella casa abita un ricco mercante che l’evangelista indica solo con un aggettivo – “ricco” – perché, afferma il Papa, “ha perduto il suo nome e la sua identità è data solo dai beni che possiede. Com’è triste anche oggi questa realtà, quando confondiamo quello che siamo con quello che abbiamo, quando giudichiamo le persone dalla ricchezza che hanno, dai titoli che esibiscono, dai ruoli che ricoprono o dalla marca del vestito che indossano. È la religione dell’avere e dell’apparire, che spesso domina la scena di questo mondo, ma alla fine ci lascia a mani vuote”. È a Matera, la città del pane, Papa Francesco, chiude il 27° Congresso eucaristico nazionale, e la sua riflessione sul brano di Luca, prende spunto dal Pane eucaristico, che “crea condivisione, rafforza i legami, ha gusto di comunione”. Il ricco della parabola pensa solo al proprio benessere, a soddisfare i suoi bisogni e godersi la vita: “soddisfatto di sé, ubriacato dal denaro, stordito dalla fiera delle vanità, nella sua vita non c’è posto per Dio perché egli adora solo sé stesso”. Non così Lazzaro, il nome significa “Dio aiuta”, il quale “pur nella sua condizione di povertà e di emarginazione, egli può conservare integra la sua dignità perché vive nella relazione con Dio” che è “la speranza incrollabile della sua vita”. Francesco mette in guardia dall’adorare noi stessi, moriremmo “nell’asfissia del nostro piccolo io; se adoriamo le ricchezze di questo mondo, esse si impossessano di noi e ci rendono schiavi; se adoriamo il dio dell’apparenza e ci inebriamo nello spreco, prima o dopo la vita stessa ci chiederà il conto”. Mentre quando adoriamo il Signore Gesù “riceviamo uno sguardo nuovo anche sulla nostra vita”. Il ricco del Vangelo non ascolta il grido silenzioso del povero alla sua porta. Solo alla fine della vita, all’inferno, leggiamo in Luca, vede Lazzaro accanto a Abramo al quale chiede di mandarlo “a intingere nell’acqua la punta del dito per bagnarmi la lingua”. Una goccia d’acqua come le briciole della ricca mensa. Abramo risponde: “tra noi e voi è stato fissato un grande abisso”, un muro invalicabile come la porta che li divideva nella vita. Viene alla mente la notissima poesia di Totò – “a livella” – in cui il nobile marchese di Belluno e Treviso si lamenta perché vicino a lui è stato sepolto l’umile e povero netturbino; Totò fa rispondere il netturbino che dice: le pagliacciate delle differenze, delle distanze le fanno solo i vivi “nuje simmo serie… appartenimmo à morte”. Una parabola – Lazzaro e il ricco epulone – che è ancora storia dei nostri giorni, afferma il vescovo di Roma: “le ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l’indifferenza verso il grido dei poveri, l’abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti”. L’Eucaristia “è profezia di un mondo nuovo”, e la presenza di Gesù impegno “perché accada un’effettiva conversione”: dall’indifferenza alla compassione; dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore, dall’individualismo alla fraternità”. Il sogno di Francesco: “una Chiesa eucaristica” capace di essere accanto ai tanti Lazzaro che troviamo lungo le nostre strade, “asciugando le lacrime di chi soffre”. Una chiesa comunità che chiede pace in Ucraina, in Myanmar, da dove è giunto il grido di dolore dei bambini morti in una scuola bombardata – “si vede che è di moda bombardare le scuole oggi”. La guerra, dice il cardinale Matteo Zuppi salutando il Papa, “brucia i campi di grano, toglie il pane e fa morire di fame, trasforma i fratelli in nemici. Quelli che hanno la tavola imbandita e mandano a fare la guerra i poveri”. Una chiesa, afferma ancora Papa Francesco, capace di guardare ai migranti che “vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati”. Una chiesa, quella in Italia, alla quale osa chiede “più nascite, più figli”. (Fabio Zavattaro - Sir)

GMMR, Migrantes Frosinone-Veroli-Ferentino: sussidio per la riflessione e la preghiera

25 Settembre 2022 - Frosinone - La Chiesa celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato dal 1914. È sempre stata un' occasione per dimostrare la preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre affrontano molte sfide, e per aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione. Ogni anno questa giornata mondiale viene celebrata l' ultima domenica di settembre; quindi, nella domenica odierna. Il titolo scelto dal Santo Padre per il suo messaggio annuale è "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati" ed evidenzia l' impegno che tutti siamo chiamati a mettere in atto per costruire un futuro che risponda al progetto di Dio senza escludere nessuno. Il Santo Padre ci invita infatti a crescere insieme come Chiesa consapevoli che molti migranti e rifugiati cattolici stanno rivitalizzando le comunità ecclesiali che li accolgono. Come si legge in un passaggio del messaggio di papa Francesco: "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione. Mi piace cogliere questo approccio al fenomeno migratorio in una visione profetica di Isaia, nella quale gli stranieri non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti (cfr Is 60,10-11)". Il messaggio si conclude con un invito rivolto in particolare ai giovani ma che rappresenta una esortazione per ciascun credente: "Se vogliamo cooperare con il nostro Padre celeste nel costruire il futuro, facciamolo insieme con i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti e rifugiati. Costruiamolo oggi! Perché il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace". Nella diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, gli organismi Migrantes e Caritas diocesana hanno preparato e distribuito alle parrocchie un pieghevole per stimolare la riflessione sui temi della Giornata e proponendo alcune intenzioni per la preghiera dei fedeli, al fine di sensibilizzare le comunità parrocchiali durante la celebrazione della Messa.

Papa Francesco: impegniamoci a mettere al centro i rifugiati

25 Settembre 2022 - Città del Vaticano - "Oggi ricorre la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Rinnoviamo il nostro impegno per l'edificazione di un futuro che metta al centro anche migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta. Il Regno di Dio si costruisce insieme con loro". E' quanto scrive, un tweet, papa Francesco.

GMMR, mons. Perego, da Matera e dalla tavola eucaristica un messaggio forte per costruire il futuro con i migranti.

25 Settembre 2022 - Matera - Da Matera papa Francesco ha "coniugato la parabola del ricco epulone e di Lazzaro con la mensa dei ricchi da cui sono esclusi i poveri, che sono anche i migranti che fuggono da miseria, sfruttamento e guerra". Lo dice oggi mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes dopo le parole del Pontefice pronunciate durante la preghiera mariana dell'Angelus da Matera dove si è svolto il Congresso Eucaristico Nazionale. "Da Matera e dalla tavola eucaristica - ha detto mons. Perego - è venuto un messaggio forte per costruire il futuro con i migranti".

GMMR, Migrantes Acireale: celebrazione a Randazzo

25 Settembre 2022 - Acireale - Anche nella diocesi di Acireale, in comunione con 'tutte le chiese, rettorie e santuari del mondo, oggi la celebrazione della  Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Il tema di quest' anno è 'Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati' - si legge in una nota della diocesi - e 'si inserisce bene nel Cammino Sinodale della Chiesa che tutti noi stiamo vivendo'. La giornata si svolgerà, in particolare, nella città di Randazzo. Già lunedì 19 settembre, in preparazione a questa ricorrenza, ha avuto luogo la veglia di preghiera nella parrocchia San Martino. In particolare si è pregato per la pace in Ucraina. Domenica 25 settembre, informa don Lucio Cannavò, direttore dell' Ufficio Migrantes della diocesi, sarà celebrata una Santa Messa, alle ore 18.30 nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù.

GMMR, Papa Francesco: i migranti vanno accolti e integrati

25 Settembre 2022 - Matera - "Rinnoviamo l'impegno per edificare il futuro secondo il disegno di Dio: un futuro in cui ogni persona trovi il suo posto e sia rispettata; in cui i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta possano vivere in pace e con dignità. Perché il Regno di Dio si realizza con loro, senza esclusi". Lo ha detto papa Francesco all'Angelus recitato da Matera ricordando che oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.  "È anche grazie a questi fratelli e sorelle - ha aggiunto il Pontefice che a Matera ha concluso il Congresso Eucaristico Nazionale - che le comunità possono crescere a livello sociale, economico, culturale e spirituale; e la condivisione di diverse tradizioni arricchisce il Popolo di Dio. Impegniamoci tutti a costruire un futuro più inclusivo e fraterno. I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati". (Raffaele Iaria)

GMMR, Migrantes La Spezia-Sarzana-Brugnato: oggi celebrazione con il vescovo mons. Palletti

25 Settembre 2022 -

La Spezia - «Costruire il futuro con i migranti e con i rifugiati»: è questo il tema dell’odierna giornata mondiale dedicata alle persone migranti ed ai rifugiati, che la Chiesa celebra in ogni parte del mondo. L’intera umanità, del resto, è ormai direttamente interessata a fenomeni anche profondi di migrazioni e di spostamenti di popoli, per le ragioni più diverse. Anche l’Italia lo è, e la provincia della Spezia, in particolare nella sua città capoluogo, è divenuta ormai da anni luogo di accoglienza e di integrazione. Per questo motivo saranno numerose le comunità di origine non italiana che si ritroveranno, oggi pomeriggio alle 17, per la celebrazione diocesana della giornata, fissata quest’anno nella chiesa parrocchiale salesiana di Nostra Signora della Neve, in viale Garibaldi.

L’iniziativa è promossa dall'Ufficio Migrantes della diocesi affidato alla guida di padre Gianluigi Ameglio, superiore del convento francescano di Gaggiola e parroco della parrocchia del porto mercantile, e dalla Caritas, con il suo responsabile don Luca Palei. Alla celebrazione, presieduta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti, parteciperanno come concelebranti anche altri sacerdoti, a cominciare da quelli della comunità salesiana, e saranno presenti anche diaconi permanenti. Tra i sacerdoti concelebranti ancora una volta sarà alla Spezia padre Volodymir Lyupak, cappellano della comunità ucraina da tempo presente in città ed ora accresciuta di numero in seguito all’arrivo di vari profughi da un Paese tuttora martoriato dalla guerra. Tra le altre comunità presenti, che animeranno la Messa con canti e preghiere delle loro tradizioni, ci saranno quelle dei dominicani, degli albanesi, dei senegalesi e di altri paesi africani, oltre a migranti che interverranno a titolo personale. (fonte Avvenire)

GMMR, Lamorgese: occorrono “politiche mirate a promuovere l’inclusione dei migranti e dei rifugiati”

25 Settembre 2022 - Roma - “Come ricordato da papa Francesco, siamo chiamati alla costruzione di un nuovo progetto di comunità globale da cui nessuno deve essere escluso, perché tutti possono contribuire alla crescita dell’Umanità. In tale prospettiva occorre definire adeguate strategie di governo del complesso fenomeno della migrazione di popoli in fuga da guerre, persecuzioni, calamità naturali e da condizioni di vita di estrema povertà”. Lo scrive il Ministro  dell’Interno Luciana Lamorgese in un messaggio inviato alla Fondazione Migrantes in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per affrontare questa “sfida epocale – ha aggiunto Lamorgese – è necessario orientare l’azione politica in un’ottica di collaborazione con altri Stati, operando nella cornice delle politiche comunitarie e promuovendo partenariati con i paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di sviluppare meccanismi virtuosi in grado di incidere sulle cause delle migrazioni”.  Per Lamorgese occorrono “politiche mirate a promuovere l’inclusione dei migranti e dei rifugiati, favorendone la piena partecipazione alla vita sociale, economica e culturale del Paese. Tale approccio – conclude – riconoscendo la ricchezza della diversità e l’apporto che i migranti e i rifugiati possono assicurare alla crescita del paese, valorizza la migrazione come opportunità e potrà porre le basi per costruire una società coesa e sicura in cui tutti possono vivere in pace e dignità”.

GMMR: una rete di inclusione nelle diocesi italiane attraverso gli uffici Migrantes

25 Settembre 2022 - Roma - Nata nel 1914 come Giornata Nazionale dell’Emigrante in segno di vicinanza e attenzione agli emigranti italiani che cercavano fortuna all’estero oggi questa giornata – che ha preso il nome di Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - si celebra a livello mondiale e rappresenta una occasione per mettere al centro il tema di coloro che, per varie ragioni, lasciano il loro Paese per un luogo e per una vita più dignitosa fuggendo da guerre che imperversano nel mondo. Si tratta di 280 milioni di persone che si sono messe in cammino. Oggi in Italia sono oltre cinque milioni i migranti presenti. Altrettanti sono gli italiani residenti all’estero. Con loro – ha detto il presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo Gian Carlo Perego, «siamo chiamati a rigenerare le città, l’Italia, l’Europa, sempre più stanche, abitate da anziani, spopolate, coniugando i quattro verbi che caratterizzano le tappe del cammino delle persone e le soste: accogliere, tutelare, promuovere, integrare». Alessane ha 16 anni quando decide di lasciare la Libia per partire verso l’Italia. Prima cinque giorni nel deserto del Sahara, poi un mese di prigione. 20 compagni uccisi senza una ragione. Evasi dal carcere, due giorni di cammino per raggiungere Tripoli, ci racconta il direttore Migrantes di Andria, don Geremia Acri. «Non augurerei mai a nessuno quel viaggio, si può solo morire o soffrire. Ho visto uomini sparare nel fianco di altri uomini che volevano solo tenere con sé una borsa, bambini trucidati senza pietà», racconta Alessene, che insieme a Muhammad, originario del Pakistan e Gabriel originario del Niger partito con la sorella morta durante il viaggio, sono oggi ospiti della casa d’accoglienza “S. Maria Goretti” della Migrantes pugliese. «Ho pensato di morire anche io, di dolore e di tormento, mentre mia sorella si spegneva tra le mie braccia. È stata lei a dirmi: Vai e continua il nostro viaggio, il mio finisce qui». «Oltre all’accoglienza la vera integrazione è l’inserimento lavorativo e l’autonomia abitativa» evidenzia don Geremia. Da circa cinque anni grazie anche al contributo dell’8xmille della Chiesa Cattolica attraverso la Fondazione Migrantes è stato possibile avviare i laboratori della “Tèranga”: un ristorante, un orto e una sartoria sociale che supportano il fabbisogno delle case famiglie gestite dalla Migrantes e che accolgono questi giovani. In sartoria sono state realizzate manufatti cuciti a mano, che sono arrivati nelle case di centinaia di persone in tutta Italia da nord a sud. Prodotti apprezzati per regali e occasioni festive. E durante la pandemia la produzione di mascherine commissionate dalla Fondazione Migrantes e distribuite in varie località d’Italia soprattutto ai tanti costretti a vivere per strada. «Il creare opportunità lavorative da parte della comunità ecclesiale diventa uno strumento per ridare dignità e rendere libero l’individuo», spiega il sacerdote evidenziando che il lavorare insieme, all’interno dei laboratori, ha permesso a diversi migranti di ritrovare quella forza e quel coraggio per «riunire quei frammenti di Sé, ripensando e orientando il proprio progetto di autonomia sociale e lavorativa. Il  Covid-19 prima e la guerra in atto ora ci hanno tolto tanto, ma altresì ci hanno messo sotto gli occhi l’essenziale, finora invisibile». A livello nazionale la Giornata si celebrerà, quest’anno, in Sardegna: nella cattedrale di Iglesias questa mattina alle ore 11, la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Sarda e concelebrata dal direttore regionale Migrantes p. Stefano Messina che accompagnerà una rappresentanza di migranti che animeranno la liturgia.

Mons. Ambarus: il processo di integrazione richiede il “con”

25 Settembre 2022 - Roma - Celebriamo oggi la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Un appuntamento al centro della nostra preghiera e della nostra fraternità di cristiani, in favore di un' umanità tra le più fragili dei nostri tempi. Va evitato un pericolo latente nel celebrare questa Giornata. Non si tratta solo di "categoria" di persone che ha un' esistenza che si caratterizza per una "mano vuota e tesa", per elemosinare. Essi sono molto di più. I migranti e i rifugiati si sono dovuti svuotare della maggior parte del loro bagaglio umano: relazionale, affettivo e materiale. Hanno dovuto lasciare dietro di sé tutti i legami familiari del Paese di origine, strapparsi da amici, spose o sposi, genitori o figli; hanno lasciato quel poco di ricchezza materiale che avevano nel proprio Paese, casa, oggetti ricordo, terre che sono impresse nel loro animo, abitudini culturali. Hanno vissuto un abbandono: la loro valigia, il loro zaino è diventato la loro casa. A noi, dopo un po' di giorni fuori casa, lontano dal nostro habitat, dalla nostra città, ci può capitare di dire: mi mancano le mie cose, la mia stanza, le comodità. Ecco, ai migranti e rifugiati manca tutto, sono vuoti e svuotati da tutto ciò che significa quotidianità. Però i migranti e i rifugiati non sono semplicemente questo. Non sono coloro che noi possiamo definire "i mancanti"; essi sono anche i "sanamente affamati di vita", di relazioni, di affetti. Hanno una grinta e un' energia di vita molto alta che si può intuire meglio quando si fa esperienza di vicinanza con loro. Nella nostra città abita un numero significativo di stranieri, migranti o rifugiati. Sono qui in mezzo a noi e chiedono a tutti noi di non relegarli in "uno stato di minorità", culturale o religiosa. Desiderano e ci chiedono di condividere la vita, prendendo da loro tutta la ricchezza umana, spirituale e culturale di cui sono portatori. Mi raccontava un rifugiato che un giorno è entrato in una chiesa per pregare; alcune persone presenti lo hanno visto e, pensando di fare un atto di gentilezza e accoglienza nei suoi confronti, gli hanno detto: «La Caritas parrocchiale è aperta domani mattina!». E lui, con stupore e una certa tristezza, ha risposto: «Ero venuto solo per pregare un po'». Il messaggio del Papa per la giornata di quest' anno ha come titolo: "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati". Costruire insieme con loro e non soltanto "per" loro; costruire il futuro di tutti noi. Le vulnerabilità delle persone non sono totalizzanti; nessuno di noi accetta di essere definito solo per una parte, un settore della propria vita. I migranti vanno inclusi come protagonisti attivi nelle nostre parrocchie e comunità. Sogno il giorno in cui i gruppi di carità, catechesi, oratorio avranno tra i loro membri persone di varie nazionalità e varie lingue; in cui gli stranieri, i migranti diventeranno soggetti attivi, operando per far cogliere al meglio le differenze culturali, agenti di mediazione linguistica, sentendo come casa le nostre parrocchie e i nostri spazi ecclesiali. Vogliamo accelerare il processo di integrazione? Vogliamo dare gambe di quotidianità alla verità liturgica celebrata che ci dice che l' unico popolo di Dio è formato dai popoli del mondo? Attingiamo dalla ricchezza della loro esperienza, perché abbiamo tanto da imparare per la nostra vita. Superiamo insieme la logica che pensa solo a fare qualcosa per loro. Ecco la grande sfida: abbandonare sempre di più il "per" e passare al "con" loro. Questa prassi, se diventa una prassi di tutti i membri della Chiesa, è l' azione profetica di cui ha bisogno il nostro tempo: tutti i popoli formano il popolo di Dio e tutti insieme siamo i costruttori del Regno di Dio in mezzo a noi! ( mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma e vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Laziale).

Naufragio in Siria: il bilancio si aggrava

25 Settembre 2022 -

Roma - Continua a salire il bilancio del naufragio di un’imbarcazione di migranti partita dal porto di Minyeh, nel nord del Libano, e affondata al largo della città di Tartus, in Siria. Secondo l’ultimo bollettino diffuso dalla televisione di Stato siriana sono 89 i corpi senza vita recuperati dai soccorritori. A bordo viaggiavano tra le 120 e le 150 persone, 14 delle quali soltanto sono attualmente ricoverate in ospedali siriani. C’erano soprattutto cittadini libanesi, siriani e palestinesi, compresi anziani e bambini. E proprio sul bilancio dei bimbi morti nel naufragio è stata Unicef a diramare una nota: «Abbiamo ricevuto delle prime informazioni secondo cui 10 bambini sono tra coloro che hanno perso la vita. Anche un’altra barca che trasportava 55 migranti è affondata al largo delle coste della Grecia: 3 bimbi risultano scomparsi. È un’ecatombe».

Migrantes Vittorio Veneto: un incontro sul ruolo della comunità ucraina in Italia

24 Settembre 2022 - Vittorio Veneto - Nella sera di giovedì 22 settembre si è tenuto nella Sala verde della Casa Toniolo di Conegliano l’incontro dal titolo “La guerra in Ucraina e la ‘sua’ mobilità umana”: l’evento, organizzato dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Vittorio Veneto, diretto da don Mirko Dalla Torre - che ha concluso i lavori - e moderato dal professor Lamberto Pillonetto, ha visto come ospite Padre Teodosio Roman Hren, vicario generale dell’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia. Presente anche il vescovo, mons. Corrado Pizziolo, che ha introdotto la serata manifestando il proprio ringraziamento. Durante la serata, padre Hren ha spiegato la natura e il ruolo importante dell’Esarcato Apostolico in Italia, in particolare la funzione essenziale nell’organizzazione e nell’accoglienza degli immigrati ucraini giunti dopo lo scoppio della guerra, e ha espresso la gratitudine agli italiani per il sostegno e la solidarietà dimostrata in questi mesi. Egli ha ricordato come sia in atto “un vero e proprio genocidio”, e che la risposta di coraggio dei militari “è un atto di amore cristiano, che risponde al precetto morale di difendere il prossimo dal male”. Mons. Teodosio Roman Hren ha sottolineato che “la Chiesa ha il grande potere di aprire la strada della pace, favorendo il dialogo e la condivisione, ricostruendo i ponti che si sono rotti”, ricordando il continuo lavoro dei sacerdoti nell’ambito della spiritualità, della carità e della diplomazia.  

GMMR, Migrantes Savona-Noli: domani messa nelle lingue straniere

24 Settembre 2022 - Savona - Domani, 25 settembre,  la 108esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che ha per tema "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati". Nell'occasione in tutte le parrocchie italiane si terrà una colletta per aiutare le persone che vivono in questa difficile situazione.  A Savona la Giornata sarà celebrata nella Chiesa Sacro Cuore di Gesù e nei locali sottostanti, in corso Cristoforo Colombo. Alle ore 10:30 le comunità ecuadoriana, indiana, paraguaiana e ucraina, insieme a quella del Sacro Cuore, animeranno la messa con letture e canti nelle rispettive lingue. Si proseguirà nelle sale attigue con musica, balli, sfide sportive, giochi per bambini e bambine e il rinfresco offerto dall'Ufficio diocesano Migrantes e dagli stessi stranieri cattolici. Sarà dunque un vero e proprio momento di fratellanza nella fede. L'iniziativa è promossa dall'ufficio diocesano su invito del vescovo, mons. Calogero Marino.  

GMMR, Comunità S.Egidio: costruire il futuro con chi è costretto ad abbandonare la propria terra

24 Settembre 2022 -

Roma - La Comunità di Sant’Egidio celebrerà domani, 25 settembre, la 108esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato unendosi alle parole di Papa Francesco che invita a costruire il futuro “con” chi è costretto ad abbandonare la propria terra. "Ci sembra, infatti - si legge in una nota -  non solo opportuno ma decisivo mettere da parte la tentazione di un avvenire delle nostre società, nel Nord del mondo, 'senza' o addirittura 'contro' chi rappresenta ormai da tempo una parte cospicua della nostra popolazione e del mondo del lavoro. Occorre affrontare l’immigrazione, sgombrando il campo da ogni impressione o ragionamento superficiale, da ogni facile strumentalizzazione. È necessario invece, prima di tutto - continua la nota - soccorrere chi rischia la propria vita in viaggi della disperazione nel mare Mediterraneo, sempre più lunghi e dolorosi, come dimostra la recente, tragica, morte di 81 profughi partiti dal Libano con i barconi e naufragati al largo della Siria. Ma poi occorre avere la capacità di accogliere e integrare. I corridoi umanitari – che sono riusciti a portare in Europa oltre 7mila profughi - sono in questo senso un modello da seguire perché permettono di conoscere persone e famiglie testimoni di guerre e di violenze, aiutandole ad inserirsi come parte integrante della nostra società". Per “costruire il futuro” occorrono alcuni interventi che "facilitino l’ingresso di migranti per motivi di lavoro, di cui l’Italia, in piena crisi demografica, ha estremo bisogno: ampliamento delle quote annuali, introduzione della sponsorship (persona o associazione che può fare da garante per l’inserimento nel mondo del lavoro), facilitazione dei ricongiungimenti familiari e un più generoso ricollocamento dei profughi da parte dei paesi europei". Per la Giornata Mondiale domani, 25 settembre, con tanti migranti e rifugiati alla mensa dei poveri di via Dandolo 10, a partire da mezzogiorno, per uno speciale “pranzo dell’amicizia” e alla Scuola di Lingua e Cultura italiana di piazza di Santa Maria in Trastevere 23, dove nel corso della mattina sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno scolastico.

Nubifragio Marche: la Cei stanzia 500mila euro

24 Settembre 2022 - Roma - Mentre i territori colpiti dal nubifragio nelle Marche restano in ginocchio e si continua a spalare fango da case e aziende, la Presidenza della Cei ha disposto un primo stanziamento di 500mila euro dai fondi dell’8xmille per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali delle persone. Riuniti a Matera, in occasione del Congresso eucaristico, i vescovi hanno voluto ribadire la loro fraterna vicinanza, assicurando il ricordo nella preghiera per le vittime, i dispersi e tutte le famiglie coinvolte. «Possano trovare nel Signore misericordioso il conforto e la forza necessari e nella comunità italiana una solidarietà pronta e concreta – ha detto il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei –. Questo avvenimento disastroso torna a mostrarci la fragilità del nostro territorio. Ogni volta ci domandiamo cosa avremmo dovuto e potuto fare per non piangere i nostri cari e se abbiamo messo in atto tutte le azioni di prevenzione necessarie. Dobbiamo imparare dalle lezioni apprese nel passato, per far sì che catastrofi del genere non si ripetano ». La Presidenza della Cei ha rinnovato anche l’invito alle diocesi, alla rete delle parrocchie, agli istituti religiosi a pregare e a farsi prossimi alle comunità marchigiana e umbra così duramente colpite.