17 Ottobre 2022 - Roma - I dati di fonte Caritas Italiana offrono un prezioso spaccato sui volti di povertà del nostro tempo. Nel 2021, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati, le persone incontrate e supportate sono state 227.566 persone. Rispetto al 2020 si è registrato un incremento del 7,7% del numero di beneficiari supportati (legato soprattutto agli stranieri); non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno. Chiedono aiuto sia uomini (50,9%) che donne (49,1%). Lo si legge nel rapporto Caritas Italiana sulla pobertà, presentato questa mattina a Roma. Secondo l'organismo pastorale della Cei cresce, nel nostro Paese, da un anno all’altro l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 55%, con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est; di contro, nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell’utenza. L’età media dei beneficiari si attesta a 45,8 anni. Complessivamente le persone senza dimora incontrate sono state 23.976, pari al 16,2% dell’utenza: si tratta per lo più di uomini (72,8%), stranieri (66,3%), celibi (45,1%), con un’età media di 43,7 anni e incontrati soprattutto nelle strutture del Nord (questa macroregione ha intercettato quasi la metà degli homeless d’Italia).
Primo Piano
La domenica del Papa: la preghiera rende forti
17 Ottobre 2022 - Nella pagina del Vangelo di ieri, Luca mette in primo piano un giudice, che non teme Dio e non ha rispetto per nessuno, e una vedova, cioè una persona che, assieme agli orfani e ai poveri, si trova, nella Bibbia, nella condizione di chi è senza difesa, è oppresso, esposto al sopruso, e, dunque, ha maggior bisogno di trovare chi possa prendere le sue difese. Con insistenza prega il giudice di darle giustizia, e questi alla fine cede: “anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”.
L’evangelista chiude il racconto con una domanda: “il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” È una domanda seria, afferma all’Angelus Papa Francesco. Se il Signore venisse oggi sulla terra “vedrebbe, purtroppo, tante guerre, tanta povertà, tante disuguaglianze, e al tempo stesso grandi conquiste della tecnica, mezzi moderni e gente che va sempre di corsa, senza fermarsi mai; ma troverebbe chi gli dedica tempo e affetto, chi lo mette al primo posto? E soprattutto chiediamoci: che cosa troverebbe in me, se il Signore oggi venisse, che cosa troverebbe in me, nella mia vita, nel mio cuore?”
C’è un fil rouge che lega la parabola riportata da Luca e la domanda che conclude la pagina del Vangelo: la preghiera nel tempo dell’attesa. Preghiera e fede stanno in un rapporto inscindibile: credere significa pregare. E se noi possiamo pregare solo grazie a una fede viva, è anche vero che la nostra fede resta viva grazie alla preghiera.
Il contesto del racconto lucano è sempre il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, che ormai è meta vicina. Ma vicino è anche il tempo della prova per lui e per i suoi discepoli. Allora assume un carattere del tutto particolare l’invito alla preghiera.
Spesso ci concentriamo su cose urgenti ma non necessarie, dice Francesco ai fedeli in piazza San Pietro, “ci occupiamo e ci preoccupiamo di molte realtà secondarie; e magari, senza accorgerci, trascuriamo quello che più conta e lasciamo che il nostro amore per Dio si raffreddi poco a poco. Oggi Gesù ci offre il rimedio per riscaldare una fede intiepidita: la preghiera”. È “la medicina della fede, il ricostituente dell’anima”, afferma il Papa, ma deve essere costante: “se dobbiamo seguire una cura per stare meglio, è importante osservarla bene, assumere i farmaci nei modi e nei tempi dovuti, con costanza e regolarità”.
Pregare per il vescovo di Roma è far entrare Dio “nel nostro tempo, nella nostra storia”. Preghiera che chiede per il “martoriato popolo ucraino e le altre popolazioni che soffrono per la guerra e ogni altra forma di violenza e di miseria”. Così ricorda l’iniziativa, il 18 ottobre, della Fondazione Aiuto alla chiesa che soffre: un milione di bambini che recitano il Rosario per la pace nel mondo.
Dalla parabola, inoltre, emerge in modo chiaro che la preghiera rende forte una persona debole. Una vedova, che sembra non avere nemmeno figli, o quantomeno non se ne fa menzione, è in una posizione sociale ed economica non solo irrilevante, ma anche esposta a soprusi, abusi ed egoismi da parte di persone prepotenti. Continua a chiedere giustizia con ostinatezza a un giudice iniquo che non ha alcuna intenzione di perdere tempo con lei finché ottiene ciò che vuole e che è nel suo diritto. Se perfino il giudice disonesto ha fatto giustizia alla donna per la sua insistenza, “Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?” leggiamo in Luca.
Anche nella prima lettura tratta dall’Esodo, la battaglia contro Amalek e Mosè che alza le sue braccia al cielo, la forza debole della preghiera vince non per la guerra, ma la battaglia per la pace. E ci dice anche che l’impegno della preghiera richiede di sostenerci l’un l’altro, come fecero Aronne e Cur con Mosè.
Per questo Gesù parla “ai suoi discepoli – a tutti, non solo ad alcuni – della necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”. Per questo ricorda “una pratica spirituale sapiente, che si è oggi un po’ dimenticata, e che i nostri anziani, soprattutto le nonne, conoscono bene”, le giaculatorie: piccoli “messaggini” per restare “sintonizzati con il Signore”. (Fabio Zavattaro - Sir)
Card. Zuppi: gestione del fenomeno migratorio che ci fa uscire da un’idea solo di sicurezza
17 Ottobre 2022 - Roma – “Siamo un Paese pieno di risorse e di capacità: accoglienza, apertura dei flussi, integrazione, educazione, cooperazione e finalmente una gestione del fenomeno che ci fa uscire da un’idea solo di sicurezza, che in realtà senza il resto non è affatto garantita. Parlerei anche delle migliaia di ragazzi che vanno all’estero perché non trovano qui stabilità e futuro. La sfida è cercarlo assieme”. Lo dice il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana in una lunga intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. Il porporato, parlando poi delle attese dei prossimi mesi aggiunge che “ci aspettiamo che affronti i problemi in una cornice di interessi nazionali e sovranazionali”. Il presidente dei vescovi si riferisce all’Europa, “innanzitutto. Ma anche al mondo, a partire dall’Africa”. (R.Iaria)
Papa Francesco: la prossima assemblea generale del Sinodo in due sessioni
17 Ottobre 2022 - Città del Vaticano Si terrà il prossimo anno, dal 4 al 29 ottobre e nell'ottobre del 2024 la prossima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi. Lo ha annunciato ieri mattina papa Francesco al termine della preghiera dell'Angelus. Il 10 ottobre dell’anno scorso si è aperta la prima fase della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”. Da allora - ha detto il Papa - "si sta svolgendo nelle Chiese particolari la prima fase del Sinodo, con l’ascolto e il discernimento. I frutti del processo sinodale avviato sono molti, ma perché giungano a piena maturazione è necessario non avere fretta. Pertanto, allo scopo di disporre di un tempo di discernimento più disteso, ho stabilito che questa Assemblea sinodale si svolgerà in due sessioni. La prima dal 4 al 29 ottobre 2023 e la seconda nell’ottobre del 2024. Confido che questa decisione - ha spiegato il pontefice - possa favorire la comprensione della sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, e aiutare tutti a viverla in un cammino di fratelli e sorelle che testimoniano la gioia del Vangelo".
Sin dall’inizio, la Segreteria Generale del Sinodo ha scelto la via dell’ascolto e del discernimento, anche nella fase di progettazione e di realizzazione del processo sinodale. Nelle prossime settimane - fa sapere la Segreteria del Sinodo - "continueremo il nostro discernimento per meglio definire la celebrazione delle due sessioni della XVI Assemblea Ordinaria Generale del Sinodo dei Vescovi e il tempo intermedio. A tempo debito comunicheremo al riguardo. Questo processo di ascolto è iniziato nel 2021 dalle Chiese locali, cioè dal Popolo di Dio raccolto attorno ai suoi Pastori; ha interpellato le Conferenze Episcopali e i Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche. Ben 112 su 114 Conferenze Episcopali e tutte le Chiese Orientali Cattoliche hanno realizzato un discernimento da quanto emerso dalle Chiese particolari. Ora, prosegue con una Tappa continentale che culminerà con la celebrazione di Assemblee Sinodali Continentali, tra gennaio e marzo 2023, convocate per rileggere il cammino compiuto, per continuare l’ascolto, il discernimento a partire dal Documento della Tappa Continentale e secondo le specificità socio-culturali delle loro rispettive regioni con lo scopo di realizzare un ultimo passo in questo cammino spirituale".
Migrantes Lombardia: domani il I convegno regionale sulle “seconde generazioni”
14 Ottobre 2022 -
Crema - “Di generazione in generazione: conferme o rivoluzioni?”. Questo il tema del primo Convegno regionale di Migrantes Lombardia in programma domani, sabato 15 ottobre, a Crema. L’appuntamento, promosso nell’ambito del corso di formazione permanente organizzato dagli Uffici Migrantes delle diocesi lombarde, sarà ospitato dalle 9 presso l’auditorium Manenti-San Bernardino. I lavori prenderanno il via con l’introduzione biblica proposta dal vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, alla quale seguiranno due relazioni a cura di padre Aldo Skoda (“Generazioni in conflitto di identità”) e di Giovanni Bombelli (“Alla ricerca di una identità culturale e religiosa”) che dialogherà con alcuni giovani di origine straniera. Nel pomeriggio, si legge sul sito web del settimanale diocesano “Il nuovo Torrazzo”, saranno nuovamente protagonisti i giovani di origine straniera (di Crema e non solo), chiamati a testimoniare la loro personale esperienza in una tavola rotonda e si potrà provare a immergersi nel loro sguardo, attraverso la proposta dell’Integrazione film festival-Iff di Bergamo, a cura di Giancarlo Domenghini. Alle 17.30 le conclusioni, con la presentazione del secondo ciclo del corso di formazione permanente per operatori pastorali, cappellani e responsabili della Pastorale migranti, dal 21 novembre all’Abbazia di San Paolo d’Argon.
Papa Francesco ai francofoni nel mondo: “approfittate di quanto vi è dato di vivere a contatto con altre culture”
14 Ottobre 2022 - Città del Vaticano - "Continuare a camminare insieme ogni giorno, tutti uniti, sotto la guida dello Spirito Santo, per essere Chiesa in uscita, che non ha paura di andare verso l’estraneo, verso il fratello che attende che gli portiamo la Buona Notizia dell’amore misericordioso di Dio per ogni uomo: il messaggio di Dio". Lo ha detto papa Francesco ricevendo in udienza, questa mattina, i partecipanti alle giornate pastorali delle Comunità cattoliche francofone nel mondo. "Tutti voi, qui presenti - ha detto il Pontefice - approfittate di quanto vi è dato di vivere a contatto con altre culture, con altri fratelli di varie parti del mondo. La vostra esperienza e i vostri incontri arricchiranno il movimento sinodale di tutta la Chiesa". Papa Francesco ha quindi ricordato che le comunità francofone "uniscono i francofoni che, vivendo all’estero, cercano di condividere la fraternità per vivere insieme la gioia del Vangelo".
Frontex: nel 2022 arrivi irregolari in Ue ai massimi da 2016
14 Ottobre 2022 - Roma - Secondo i calcoli preliminari, nei primi nove mesi di quest'anno sono stati rilevati quasi 228.240 ingressi irregolari alle frontiere esterne dell'Unione europea. Il dato rappresenta un aumento del 70% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso ed è il totale più alto registrato per i primi tre trimestri dell'anno dal 2016. E' quanto rende noto Frontex, l'agenzia europea di frontiera, sottolineando come le rotte dei Balcani Occidentali e del Mediterraneo Centrale sono le più battute. Nel Mediterraneo Centrale "la pressione rimane alta, con arrivi giornalieri che mettono a dura prova le capacità di accoglienza in Italia. Frontex supporta le autorità italiane con agenti per la registrazione e l'identificazione degli arrivi. A settembre sono stati registrati circa 7200 attraversamenti irregolari su questa rotta, un numero leggermente superiore (5%) rispetto al 2021", spiega Frontex. Per quanto riguarda i Balcani Occidentali, si tratta "della "rotta migratoria più attiva verso l'Ue, con 19.160 rilevamenti a settembre, il doppio rispetto a un anno fa. L'elevato numero di attraversamenti illegali delle frontiere può essere attribuito ai ripetuti tentativi di attraversamento da parte di migranti già presenti nei Balcani occidentali", sottolinea l'agenzia europea.
Migrantes Triveneto: preoccupazione per la situazione degli esuli provenienti dalla rotta balcanica
14 Ottobre 2022 - Mestre - Presieduta da mons. Luigi Bressan, arcivescovo emerito di Trento, si è riunita a Mestre la Commissione Triveneta Migrantes. La lettura di una breve parte del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Migrazioni 2022, che richiama l’importanza della comunione nella missione evangelizzatrice della Chiesa, ha introdotto il momento della preghiera. L’assemblea si è poi soffermata per un momento di condivisione sulla Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato del 25 settembre scorso vissuta nelle diocesi del Nord-Est. Tante le iniziative diocesane per celebrare l’annuale ricorrenza alle quali hanno contribuitole soprattutto le comunità etniche cattoliche presenti nel territorio. Uno sguardo alla situazione attuale dei profughi provenienti da zone di conflitti ha continuato i lavori della mattinata. In modo particolare preoccupa la situazione degli esuli provenienti dalla rotta balcanica e la difficoltà di reperire alloggi per i Migranti, soprattutto africani.
La canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini, Padre dei Migranti e la presentazione del rapporto Immigrazione di caritas Italiana e Fondazione Migrantes dello scorso venerdì, sarà oggetto di un incontro aperto a tutti gli operatori pastorale Migrantes e Caritas del Triveneto nel prossimo mese di novembre a Vicenza, promosso dall’Ufficio Migrantes Vicentino.
Nel pomeriggio, hanno partecipato ai lavori della Commissione alcuni responsabili del settore Circhi e Luna Park delle diocesi del Triveneto per approfondire alcuni temi di questa pastorale specifica, verificare il lavoro svolto nelle Chiese della Regione nei mesi estivi e programmare qualche insieme qualche esperienza da realizzare per la prossima primavera-estate.
Viminale: da inizio anno sbarcate 74.623 persone migranti sulle coste italiane
14 Ottobre 2022 -
Roma - Sono 74.623 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo i dati diffusi ieri dal ministero degli Interni. Di questi 15.958 sono di nazionalità egiziana (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (15.430, 21%), Bangladesh (11.050, 15%), Siria (5.829, 8%), Afghanistan (5.743, 8%), Costa d’Avorio (2.423, 3%), Eritrea (1.915, 3%), Guinea (1.858, 2%), Pakistan (1.768, 2%), Iran (1.699, 2%) a cui si aggiungono 10.950 persone (15%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.
Capoverdiani e senegalesi a Roma: domenica celebrazioni con i propri vescovi
14 Ottobre 2022 - Roma - Nella mattina di ieri papa Francesco ha ricevuto in udienza un gruppo di vescovi di Senegal, Mauritania, Cabo Verde e Guinea Bissau in visita «ad limina Apostolorum». I vescovi rimarranno alcuni giorni a Roma e domenica sono previste alcune celebrazioni con gli immigrati del loro Paese. I senegalesi a Roma si ritroveranno, con i propri vescovi, domenica mattina alle ore 10,30 nella Parrocchia di Nostra Signora del Santissimo Sacramento e del Santi Martiri canadesi per una celenrazione eucaristica.
Litiurgia eucaristica anche per i vescovi del capo Verde con i connazionaòli a Roma nel pomeriggio nella cappelania di Via Sicilia alle ore 17,00.
Vangelo Migrante: XXIX Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 18,1-8)
13 Ottobre 2022 - Pregare sempre senza stancarsi mai. È il cuore del Vangelo di questa domenica. ‘Sempre’ e ‘mai’sono parole infinite e definitive allo stesso tempo. Impossibili da raggiungere? Non proprio. Tommaso da Celano dice di San Francesco che alla fine della vita non pregava più... “egli stesso era diventato preghiera”. Un padre della vita spirituale, Evagrio Pontico, rassicurava: “non compiacerti nel numero dei salmi che hai recitato: esso getta un velo sul tuo cuore. Vale di più una sola parola nell’intimità, che mille stando lontano”. Pregare è come voler bene, c’è sempre tempo per voler bene: se ami qualcuno, lo ami giorno e notte, senza smettere mai.
La cosa che a Gesù sta più a cuore, e anche la più difficile, è proprio “non smettere mai”. E allora porta un esempio: quello di una vedova che, inopportuna, insolente, molesta, importuna un giudice che non si decide a farle giustizia. Questi, alla fine, scocciato dalla sua richiesta, cede.
Attenzione: quel giudice non è Dio, quel giudice è il criterio umano di valutare le cose, il buon senso, la misura con cui noi siamo soliti regolare l’andamento della vita; è quell’insieme di compromessi che sono stati consegnati a qualcuno perché li faccia osservare; in una parola: il potere. In questo ‘manage’ si generano le ingiustizie che tanto male fanno agli uomini.
Chi ha forza si difende da solo; chi non ne ha, ha bisogno di essere difeso... Ma non è detto che esista qualcuno disposto a farlo. Proprio a partire dal caso della vedova, a cui nessuno risponde, Gesù sposta tutto sulla preghiera; non come ultima ratio ma come la vera e definitiva fonte di giustizia. L’unica capace di tenere testa ai problemi e a chi li dovrebbe regolare.
La parabola non è contro quelli che non pregano mai, ma è per quelli che ammettono la preghiera, la conoscono anche e, tuttavia, credono che il ‘qualche volta’ o ‘il pregare spesso’ possa bastare... No. La vera preghiera di cui c’è bisogno e che si rivela anche efficace è: ‘non smettere mai!’.
È necessaria: non a caso essa è accostata al respiro di cui non possiamo fare a meno! Si tratta di avere il cuore immerso in Dio. Costantemente. Che sorpresa, trovarsi a fare le cose di Dio anche senza averlo invocato esplicitamente!
A riguardo, interroghiamo i Santi: è tutta gente che non spiega quali sono state le strategie delle loro opere ma canta lo stupore dell’Opera di Dio, che non lascia vacillare e non prende sonno. “Egli è come ombra che ti copre”, dice il Salmo! (p. Gaetano Saracino)
Accordo Usa-Messico per respingerei venezuelani senza autorizzazione
13 Ottobre 2022 - Washington - Stati Uniti e Messico hanno annunciato un’azione congiunta per contrastare l’arrivo negli Usa di venezuelani senza autorizzazione.
Il provvedimento - scrive oggi l'Osservatore Romano - riguarda migliaia di persone che stanno lasciando il Venezuela, travolto da una crisi umanitaria ed economica senza
precedenti. "Con effetto immediato — ha reso noto il dipartimento statunitense alla Sicurezza interna — i venezuelani che entreranno negli Stati Uniti senza autorizzazione verranno mandati in Messico".
Nella regione, da mesi, decine di migliaia di persone provenienti da diversi Paesi dell'America del Sud sono in marcia con l’obiettivo di riuscire a superare il confine statunitense, inseguendo il sogno di mettersi alle spalle guerre, povertà e miseria. Molti rischiano la vita attraversando a piedi il Darién Gap, una fitta foresta pluviale montuosa e paludosa tra Colombia e Panamá piena di insidie.
Secondo le autorità panamensi, sono oltre 134.000 le persone che hanno attraversato il Darién Gap a settembre, un numero che ha già superato quello di tutto il 2021.
E proprio le migrazioni sono state uno dei principali argomenti in discussione nella riunione, nella città colombiana di San Cristóbal, non lontano dalla frontiera con il Venezuela, tra i vertici delle Conferenze episcopali di Colombia e Venezuela. In una nota congiunta, i vescovi avvertono che gli incontri tra queste due Chiese sorelle si ripeteranno, "per continuare a prestare la necessaria attenzione ai più poveri, esclusi e più bisognosi".
Il provvedimento - scrive oggi l'Osservatore Romano - riguarda migliaia di persone che stanno lasciando il Venezuela, travolto da una crisi umanitaria ed economica senza
precedenti. "Con effetto immediato — ha reso noto il dipartimento statunitense alla Sicurezza interna — i venezuelani che entreranno negli Stati Uniti senza autorizzazione verranno mandati in Messico".
Nella regione, da mesi, decine di migliaia di persone provenienti da diversi Paesi dell'America del Sud sono in marcia con l’obiettivo di riuscire a superare il confine statunitense, inseguendo il sogno di mettersi alle spalle guerre, povertà e miseria. Molti rischiano la vita attraversando a piedi il Darién Gap, una fitta foresta pluviale montuosa e paludosa tra Colombia e Panamá piena di insidie.
Secondo le autorità panamensi, sono oltre 134.000 le persone che hanno attraversato il Darién Gap a settembre, un numero che ha già superato quello di tutto il 2021.
E proprio le migrazioni sono state uno dei principali argomenti in discussione nella riunione, nella città colombiana di San Cristóbal, non lontano dalla frontiera con il Venezuela, tra i vertici delle Conferenze episcopali di Colombia e Venezuela. In una nota congiunta, i vescovi avvertono che gli incontri tra queste due Chiese sorelle si ripeteranno, "per continuare a prestare la necessaria attenzione ai più poveri, esclusi e più bisognosi".
Card. Zuppi, “in Europa varie forme d’odio e razzismo manipolate da imprenditori dell’allarme sociale”
13 Ottobre 2022 -
Roma - “In Europa vediamo crescere varie forme d’odio e di razzismo, manipolate da imprenditori dell’allarme sociale e del rancore, a puri fini politici”. A denunciarlo è il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella “lectio magistralis” tenuta ieri sera a Roma in occasione del conferimento del dottorato “honoris causa” in Studi politici, nell’Aula magna del Rettorato dell’Università “Sapienza” di Roma.
“Ho parlato prima delle recenti elezioni di ‘piccolo interesse’ che talvolta anima i responsabili politici”, ha ricordato il cardinale, secondo il quale i temi della guerra e della pace “sono oggi rilanciati dal dramma del grande conflitto tra Russia e Ucraina che ci coinvolge tutti”. “Soprattutto ora che si parla di rischio nucleare, credo che sia urgente una riflessione sul valore della pace che unisca Africa ed Europa”, ha spiegato il porporato esortando a “dare il giusto valore alla ricerca permanente della pace sia come soluzione di un conflitto che come riconciliazione e convivenza”. “Esiste un diritto umano alla pace che Africa ed Europa possono costruire assieme”, ha affermato: “la guerra è stata troppo banalizzata come fatto naturale, triste compagna della storia umana e della politica. La guerra è ridiventata popolare mentre si spegneva l’eco del grande sogno di pace nato nei lager e nei gulag, cresciuto nel calderone della grande guerra mondiale e sopravvissuto anche alla guerra fredda e al muro. Dobbiamo riaffermare quel sogno che non può essere solo autoreferenziale per sé, ve lo posso testimoniare come mediatore per la pace in Mozambico e altrove: dimenticando di lavorare per la pace attorno a sé, l’Europa scopre con orrore di averla sprecata. Cosa c’è di più significativo di lavorare assieme, africani e europei, per riaffermare e ricostruire le basi umanistiche di quel sogno affinché divenga realtà? È quasi inutile parlare di democrazia e di sviluppo se prima non c’è la pace, sia come cessazione del conflitto che come riconciliazione e apprendimento del vivere assieme”.
Un volto e una preghiera
13 Ottobre 2022 - Rabat - Con gesto rapido gli assistenti pastorali distribuiscono la sua immagine, appena terminata la Comunione. La cattedrale di Rabat (Marocco) é gremita questa domenica 9 ottobre, una assemblea quasi esclusivamente nera, qualche europeo, ma soprattutto c'è l'Africa dell'ovest e quella subsahariana. Evidentemente, tutti migranti. Venuti per i più diversi motivi in questa terra d'Islam: studio, illusione, lavoro, passaggio, ripiego, ... La cattedrale, con le sue due snelle torri bianco-latte che somigliano a due minareti, ha appena celebrato nel 2021 i suoi cent'anni di vita. In tutta la sua lunga storia mai aveva sentito questo nome. Ma oggi Giovanni Battista Scalabrini (cosa impressionante, pronunciato apertamente all'italiana! ) lo si sente nominare ad ogni pie' sospinto nella Messa solenne delle 11.00: all' inizio, alle invocazioni, all'omelia, alle intercessioni, alla benedizione. La sua presenza di "padre dei migranti" aleggia sopra tutta questa folla di volti, che a causa del maestoso soffitto di cedro a carena di nave, fa pensare a uno di quei piroscafi stracarichi di speranza e, allo stesso tempo, di disperazione. Sì, verso un Paese tanto sognato, altrettanto ignoto... Come Abramo, é sempre verso l'ignoto che si cammina e spesso vi tiene per mano solamente Dio... Così ognuno, alla Comunione, si ritrova oggi tra le mani questo volto di vescovo. Un santo della porta accanto. Dai bei tratti severi e sereni di comasco, che fece il miracolo di trasformare la sua diocesi nel mondo! Una passione e una compassione senza misura
per il mondo dei migranti, infatti, erano sempre suoi compagni di viaggio. Come giustamente in quel viaggio a New York, in un aneddoto ricordato oggi nell'omelia. Volendo assistere, un mattino, allo sbarco di italiani al porto, notava uno che portando due valigie andava un po' più lento degli altri. Il poliziotto americano, allora, gli sferrava su una gamba uno colpo di bastone così forte che, - nota il vescovo - se non gliela spezzó fu un vero miracolo. Quello, deposte calmamente le valigie, si giró e lanció un sonoro ceffone al poliziotto. "Ha fatto male,- annota sempre Scalabrini,- ma non poteva fare altrimenti! " La dignità. È per questo che ogni migrante intraprende il suo viaggio, anzi la sua lunga via crucis: la sua terra é indegna di farlo vivere! Così, alla fine, tutta l' assemblea della cattedrale si mette a recitare convinta, a voce spiegata, quella bella preghiera a Scalabrini, dal cuore di vescovo e dall'ardore di apostolo: "Tu che ti sei dato interamente a tutti, hai ascoltato il grido dei migranti, hai parlato in loro nome e difeso i loro diritti... " Così, questa domenica di ottobre, dopo la Comunione, fanno lo stesso tutte le chiese e le parrocchie del Marocco. La tipografia della diocesi non aveva mai smesso di stampare a migliaia volto e preghiera del "Padre dei migranti". Perché qui tutta la Chiesa é fatta unicamente di migranti. E non solo il Marocco dovrà invocarlo, ma tutta l' Africa. Anzi tutti gli africani d'Europa, cercatori appassionati di dignità, ma caduti spesso, paradossalmente, nei campi di lavoro in nuove schiavitù... Scalabrini, santo ormai di tutti, asciuga le loro lacrime. Sostieni la loro fame e sete di giustizia. Concedi loro ciò che attendono dal fondo dell'anima: fratellanza e dignità!
(Renato Zilio)
Migrantes Vicenza: sabato incontro su “Scuola-interculturalità” a Montecchio
13 Ottobre 2022 - Vicenza - "Scuola - Interculturalità": questo il tema di un convegno promosso dalla Migrantes di Vicenza che si svolgerà sabato 15 ottobre a Villa Cordellina di Montecchio Maggiore. Nel corso dell'incontro Nicoletta Morbioli, dirigente dell' Ufficio scolastico VIII Ambito Territoriale Vicenza, presenterà il documento ministeriale "Orientamenti Interculturali, marzo 2022" mentre Lisa Rigadello, responsabile per Veneto Lavoro del Servizio Orientamento Specialistico e Prevenzione Dispersione Scolastica - Ambito di Vicenza, tratterà dei dati riguardanti la dispersione scolastica e le risposte per prevenirla. Il convegno sarà moderato da Luciano Carpo dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Vicenza e Mouhamadou Sall, Presidente dell' Unione immigrati. Seguirà il dialogo tra dirigenti, docenti, genitori e operatori sociali con Valeria Mancini (IIS A. Da Schio - Vi) e con Aida Altagracia Perez, rappresentante delle mamme e delle famiglie immigrate. (R.I.)
Spettacolo viaggiante: il responsabile Migrantes del Veneto visita la famiglia di Faier, morto in un incidente
13 Ottobre 2022 - Vittorio Veneto - Ha destato profonda commozione tra i lunaparchisti veneti la morte di Faier Benedini una delle due vittime del terribile incidente avvenuto a Torre di Mosto (VE) alle 7.30 di martedì scorso. Coinvolti nel sinistro un'autobetoniera, un furgone e una bicicletta condotta da un bambino che si stava recando a scuola. Per evitare di investire la bicicletta, la betoniera ha invaso la corsia di marcia opposta dove in quel momento stava arrivando il furgone con a bordo i tre operai che si recavano al lavoro. Versa in gravissime condizioni presso l’ospedale di Mestre il trentenne Andy Benedini, cugino di Faier, anche lui appartenente alla famiglia lunaparchista dei Benedini, originaria di San Michele al Tagliamento. Nel pomeriggio di ieri, il responsabile regionale Migrantes della pastorale dei viaggianti, don Mirko Dalla Torre, ha visitato la famiglia portando la vicinanza e il cordoglio della Fondazione Migrantes. Il padre Roberto a nome della moglie e dei figli, il più piccolo di due mesi, con commozione ha ricordato i pochi minuti nei quali ha salutato per l’ultima volta Faier. “Era al suo secondo giorno di lavoro ed era entusiasta di quello che faceva. Era una grande e brava persona. Diciannove anni sono pochi per concludere la vita in questo modo".
Tutta la grande famiglia del luna park si stringe attorno ai genitori, ai fratelli e alla fidanzata di Faier, ma soprattutto, in questo momento il cuore dei viaggianti veneti è rivolto a Andy la cui vita è appesa ad un filo.
Ancora tragedie delle migrazioni nelle acque del Mediterraneo
12 Ottobre 2022 - Trapani - Non si fermano le tragedie sulla rotta migratoria mediterranea. Tre corpi senza vita sono stati ricuperati nel Canale di Sicilia, 40 miglia a sud-ovest di Trapani. Secondo la testimonianza di un uomo tratto in salvo da un mercantile, si tratterebbe di vittime del naufragio di un’imbarcazione partita dalle coste tunisine. Nel 2022 si contano circa già 1.400 morti e dispersi nel Mediterraneo, l’84 per cento proprio nel tratto centrale.
Altri due corpi sono stati ritrovati invece a largo dell’isola greca di Kos. Secondo le autorità di Atene, due migranti sarebbero morti nel tentativo di raggiungere a nuoto la Grecia dalla costa turca. È intanto salito a 29 vittime il bilancio dei naufragi avvenuti nei giorni scorsi, vicino all’isola di Citera e al largo di Lesbo.
Minori stranieri non accompagnati: 4 ragazzi rifugiati arrivati in Italia per studiare attraverso un progetto finanziato anche dalla Migrantes
12 Ottobre 2022 -
Torino - È arrivato oggi all’aeroporto di Torino il secondo gruppo di quattro minori soli, beneficiari del progetto “Pagella in tasca, Canali di studio per minori rifugiati”, promosso dall’organizzazione umanitaria Intersos insieme ad Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, e realizzato grazie a un protocollo d’intesa con i ministeri degli Affari esteri e della cooperazione italiana, dell’Interno e del Lavoro, e all’impegno della società civile e del Comune di Torino e con il sostegno della Fondazione Migrantes, di Acri, della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Commissione europea. Si tratta del secondo arrivo che segue il primo gruppo di cinque minori giunti in Italia lo scorso anno. I partecipanti al progetto, sono minori di età tra i 16 e i 17 anni, originari del Darfur, in Sudan, e rifugiati in Niger e sono stati selezionati sulla base della loro motivazione allo studio in seguito ad una attenta valutazione del loro migliore interesse. Tutti e quattro i ragazzi sono fuggiti da soli verso la Libia, dove hanno subito maltrattamenti e sfruttamento, prima di trovare protezione in Niger. Grazie ad una borsa di studio di 12 mesi, i ragazzi entrano in Italia con un visto di ingresso per studio, possibilità prevista dalla legge ma mai utilizzata in precedenza per minori rifugiati, per conseguire la licenza media e successivamente proseguire il percorso nella scuola secondaria superiore o nella formazione professionale. Saranno inoltre ospitati da famiglie selezionate e formate dal Comune di Torino, e riceveranno un supporto educativo, legale e psicologico. “Pagella in tasca rappresenta la prima sperimentazione al mondo di un canale d’’ingresso sicuro promosso dalla società civile e dedicato ai minori non accompagnati rifugiati, attualmente esclusi dai corridoi umanitari e dalla maggior parte degli altri canali di ingresso regolari”, spiega Cesare Fermi, direttore regionale per l’Europa di Intersos.
Discernimento, per contattare davvero se stessi
12 Ottobre 2022 -
Roma - Quella di mercoledì scorso è stata, a nostro avviso, la catechesi finora più bella e ricca di tutto l’itinerario che il Papa ha deciso di inaugurare da qualche settimana sul discernimento, toccando un punto troppo spesso sottaciuto in trattazioni che pretendono di essere spirituali, ma sono solo in realtà idealistiche, moralistiche, spiritualistiche.
La ricchezza di spunti ci costringe a una scelta tematica per il presente articolo, e allora vogliamo partire da una citazione di Thomas Green fatta dal Santo Padre, con cui ha ricordato che “l’ostacolo più grande al vero discernimento (e ad una vera crescita nella preghiera) non è la natura intangibile di Dio, ma il fatto che non conosciamo sufficientemente noi stessi, e non vogliamo nemmeno conoscerci per come siamo veramente. Quasi tutti noi ci nascondiamo dietro a una maschera, non solo di fronte agli altri, ma anche quando ci guardiamo allo specchio”. In altri termini, l’incontro con Dio per molti non avviene, perché siamo noi a non presentarci all’appuntamento con Lui.
Se guardassimo con umiltà a noi stessi e alla nostra pretesa di raggiungere la dimensione spirituale senza passare per quella psichica, esistenziale, ci renderemmo conto di quanto siamo ridicoli: ritenere che, nella relazione con Dio, siamo noi ad avere l’iniziativa, che siamo noi quelli da cui dipende la relazione, e che dunque se ancora non sperimentiamo la consolazione è perché non abbiamo raggiunto Dio. Raggiungere Dio… come se fosse su una vetta, distante e impotente (e impaziente). Invece è proprio vero il contrario, e cioè che Dio vuole senz’altro comunicare con noi molto di più di quanto noi lo vogliamo, perché Lui “ci ha amati per primo”, e la sua volontà è sicuramente più forte della nostra, e che sempre “el nos primerea”, come diceva sant’Ignazio di Loyola: Lui arriva sempre per primo, è Lui che ci insegue, che ci raggiunge, che si fa uno di noi. Lui all’appuntamento c’è, arriva sempre in orario – nel kairos.
Siamo noi che non ci siamo, che non ci arriviamo, persi come siamo nelle nostre idealità, nella pretesa megalomaniaca di instaurare un rapporto con un dio che in realtà è il nostro super-io, e lo è perché, avendo deciso di non contattare e conoscere noi stessi, ogni fantasma e stratagemma delle parti in ombra della nostra psiche riesce a fregarci, puntualmente, contrabbandandosi per Altro. Ed ecco allora il nostro continuo proiettare su Dio le nostre paure, le nostre pretese, i nostri cipigli, ritenendo che siano i suoi, e poi dai a provare a placarlo, a ingraziarcelo, a evitarlo, a emularlo… un orrido monologo della psiche ignara di se stessa, che non si è mai permessa di gustare la vera dolcezza del Dio vero, perché non ha mai ammesso che tutta quella bruttezza era sua, e non di Dio, e che no, non sa volare fino a Lui, se Lui non le dà la grazia di conoscersi e di amarsi (oltre che di amarLo): “Conoscere sé stessi non è difficile, ma è faticoso: implica un paziente lavoro di scavo interiore. Richiede la capacità di fermarsi, di ‘disattivare il pilota automatico’, per acquistare consapevolezza sul nostro modo di fare, sui sentimenti che ci abitano, sui pensieri ricorrenti che ci condizionano, e spesso a nostra insaputa”.
Questo lavoro faticoso e necessario è il primo grande atto di fede che una persona può fare: fidarsi che, guardandosi dentro, e accettando di immergersi nel suo profondo ignoto che la inquieta, lì troverà già la luce pasquale del Signore, che la attende amorevolmente dove lei stessa non pensava di potersi o doversi guardare.
Il Signore ci attende nella “mangiatoia” del nostro profondo pulsionale e viscerale, lì dove si cibano le bestie dei nostri primordi. Lì esprime la sua amorevole e incarnatoria condiscendenza: possiamo conoscerci, possiamo guardarci dentro senza paura, perché Lui è già lì.
Occorre diffidare da chi si dice credente ma non vuole scavarsi dentro: costui (o costei) ancora non ha sperimentato la Pasqua, e lo dimostra il fatto che ha ancora paura del buio. (Alessandro Di Medio - Sir)
Papa Francesco: “porto sempre nel cuore il popolo ucraino”
12 Ottobre 2022 -
Città del vaticano - “Porto sempre nel cuore il popolo ucraino, specialmente gli abitanti delle località sulle quali si sono accaniti i bombardamenti”. Lo ha detto il Papa, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro. “Porto dentro di me il loro dolore – ha proseguito papa Francesco – e per intercessione della Santa Madre di Dio lo presento nella preghiera al Signore. Egli sempre ascolta il grido dei poveri che lo invocano”. “Possa il suo Spirito trasformare i cuori di quanti hanno in mano le sorti della guerra, perché - ha concluso - cessi la violenza e si possa costruire una convivenza pacifica nella giustizia”.