Un volto e una preghiera

13 Ottobre 2022 – Rabat – Con gesto rapido gli assistenti pastorali distribuiscono la sua immagine, appena terminata la Comunione. La cattedrale di Rabat (Marocco) é gremita questa domenica 9 ottobre, una assemblea quasi esclusivamente nera, qualche europeo, ma soprattutto c’è l’Africa dell’ovest e quella subsahariana. Evidentemente, tutti migranti. Venuti per i più diversi motivi in questa terra d’Islam: studio, illusione, lavoro, passaggio, ripiego, … La cattedrale, con le sue due snelle torri bianco-latte che somigliano a due minareti, ha appena celebrato nel 2021 i suoi cent’anni di vita. In tutta la sua lunga storia mai aveva sentito questo nome. Ma oggi Giovanni Battista Scalabrini (cosa impressionante, pronunciato apertamente all’italiana! ) lo si sente nominare ad ogni pie’ sospinto nella Messa solenne delle 11.00: all’ inizio, alle invocazioni, all’omelia, alle intercessioni, alla benedizione. La sua presenza di “padre dei migranti” aleggia sopra tutta questa folla di volti, che a causa del maestoso soffitto di cedro a carena di nave, fa pensare a uno di quei piroscafi stracarichi di speranza e, allo stesso tempo, di disperazione. Sì, verso un Paese tanto sognato, altrettanto ignoto… Come Abramo, é sempre verso l’ignoto che si cammina e spesso vi tiene per mano solamente Dio… Così ognuno, alla Comunione, si ritrova oggi tra le mani questo volto di vescovo. Un santo della porta accanto. Dai bei tratti severi e sereni di comasco, che fece il miracolo di trasformare la sua diocesi nel mondo! Una passione e una compassione senza misura
per il mondo dei migranti, infatti, erano sempre suoi compagni di viaggio. Come giustamente in quel viaggio a New York, in un aneddoto ricordato oggi nell’omelia. Volendo assistere, un mattino, allo sbarco di italiani al porto, notava uno che portando due valigie andava un po’ più lento degli altri. Il poliziotto americano, allora, gli sferrava su una gamba uno colpo di bastone così forte che, – nota il vescovo – se non gliela spezzó fu un vero miracolo. Quello, deposte calmamente le valigie, si giró e lanció un sonoro ceffone al poliziotto. “Ha fatto male,- annota sempre Scalabrini,- ma non poteva fare altrimenti! ” La dignità. È per questo che ogni migrante intraprende il suo viaggio, anzi la sua lunga via crucis: la sua terra é indegna di farlo vivere! Così, alla fine, tutta l’ assemblea della cattedrale si mette a recitare convinta, a voce spiegata, quella bella preghiera a Scalabrini, dal cuore di vescovo e dall’ardore di apostolo: “Tu che ti sei dato interamente a tutti, hai ascoltato il grido dei migranti, hai parlato in loro nome e difeso i loro diritti… ” Così, questa domenica di ottobre, dopo la Comunione, fanno lo stesso tutte le chiese e le parrocchie del Marocco. La tipografia della diocesi non aveva mai smesso di stampare a migliaia volto e preghiera del “Padre dei migranti”. Perché qui tutta la Chiesa é fatta unicamente di migranti. E non solo il Marocco dovrà invocarlo, ma tutta l’ Africa. Anzi tutti gli africani d’Europa, cercatori appassionati di dignità, ma caduti spesso, paradossalmente, nei campi di lavoro in nuove schiavitù… Scalabrini, santo ormai di tutti, asciuga le loro lacrime. Sostieni la loro fame e sete di giustizia. Concedi loro ciò che attendono dal fondo dell’anima: fratellanza e dignità!
(Renato Zilio)