7 Dicembre 2022 - Torino - Sarà presentato in Piemonte, nella prossima settimana, il Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Il primo appuntamento il 15 dicembre ad Asti su iniziativa degli uffici Caritas e Migrantes della diocesi. Interverranno Simone Varisco della Fondazione Migrantes e il vescovo mons. Marco Prastaro, delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d'Aosta. Il secondo appuntamento a Torinoi il giorno successivo. Ad introdurre i lavori il direttore Migrantes regionale, Sergio Durandoseguito dai saluti istituzionali di mons. Gian Carlo Perego, Presidente Fondazione Migrantes e Stefano Tallia, Presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte. A presentare il Rapporto Laura Fusca, Simone Varisco, Paola Barretta e Asmae Dachan. A concludere Pierluigi Dovis, Direttore della Caritas Piemonte/Valle d’Aosta.
Primo Piano
Save the Children e UNICEF: inaccettabile la morte di altri bambini nell’ennesima tragedia nel Mediterraneo
7 Dicembre 2022 - Roma - La notizia di due bambini di 4 mesi e 6 anni dispersi nell’ennesimo naufragio al largo di Lampedusa, che conta anche altri due dispersi, è una tragedia “inaccettabile”. I genitori, originari della Costa d’Avorio, soccorsi e giunti sull’isola hanno confermato la perdita dei loro figli nel tentativo disperato di raggiungere l’Europa per “cercare un futuro possibile, spezzato dal drammatico naufragio. Si tratta del secondo naufragio al largo dell’isola accaduto negli scorsi due giorni, che conferma come il Mediterraneo centrale sia tra le rotte migratorie che causano il numero più elevato di vittime, tra cui
donne e minori. È necessaria un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee che disponga un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e che si
ponga l’obiettivo di garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa”. Lo dichiarano Save the Children e UNICEF, presenti sull’isola di Lampedusa con un intervento di protezione. Il team, che opera per garantire una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie che arrivano a Lampedusa, ha contribuito a garantire “immediato supporto e assistenza ai genitori sopravvissuti durante le operazioni di sbarco e presso l’hotspot sull’isola”. Le due Organizzazioni sottolineano “l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti che attraversano la frontiera sud dell’Europa in cerca di salvezza, e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, donne e famiglie con bambini. La situazione di questi giorni a Lampedusa dimostra, ancora una volta, la necessità di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato e la necessità di garantire subito assistenza e protezione adeguate”.
Centro Astalli: “le migrazioni devono essere governate”
7 Dicembre 2022 - Roma - «Continuare a rimanere fermi e indifferenti davanti all' abominio delle morti nel Mediterraneo non può essere strategia politica, perché é la barbarie". È la denuncia di padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia, dopo l' ennesimo naufragio al largo di Lampedusa. «Quattro i dispersi tra cui due fratellini: un neonato di 3 mesi e uno di 6 anni. Fra i 33 sopravvissuti ci sono i genitori delle due piccole vittime. Erano su una piccola barca partita dalla Tunisia, affondata nelle acque davanti Lampedusa. Appena due giorni fa un' altra tragedia del mare: una barca si era ribaltata sempre al largo dell' isola, in 40 erano stati tratti in salvo ma tre risultano ancora dispersi». Per padre Ripamonti è «urgente intervenire nel Mediterraneo per porre fine all' ecatombe pressoché quotidiana di migranti». «La politica, anche quella europea, assuma la propria responsabilità di governare le migrazioni. Illusorio e senza prospettive continuare a parlare di strategie per fermare le migrazioni che - sottolinea - non possono essere fermate ma devono essere governate».
Scuola, agricoltura e lavoro: approvati 73 nuovi progetti Cei
5 Dicembre 2022 -

Roma - Nella riunione del 25 e 26 novembre, il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo ha approvato 73 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 9.837.800 euro così suddivisi: € 4.422.196 per 26 progetti in Africa, € 3.499.455 per 35 progetti in America Latina; € 1.274.644 per 11 progetti in Asia; € 641.505 per 1 progetto in Medio Oriente.
Tra gli interventi più significativi, sei sono in Africa e hanno come focus principale la formazione: in Angola, la Caritas diocesana di Menongue organizzerà per le ragazze e le donne di 26 villaggi un programma di formazione itinerante, articolato in corsi di alfabetizzazione, economia domestica, educazione alla dignità, alla salute, all’alimentazione, all’igiene. In Burkina Faso, l’associazione “La Goccia Onlus” realizzerà una scuola primaria a Ziniarè, a 35 Km dalla capitale, che potrà accogliere 240 alunni, in gran parte orfani. In Ciad, la Diocesi di Sarh costruirà a Koumra un edificio e acquisterà nuove attrezzature per il Liceo “College P. Marcel Durand” con l’obiettivo di rafforzare l’insegnamento secondario di qualità, promuovere gli studi commerciali e offrire formazione informatica. In Etiopia, i Fratelli delle Scuole Cristiane restaureranno e amplieranno la scuola “St. Joseph” di Adama, mentre in Mauritania la Diocesi di Nouakchott ammodernerà la biblioteca aggiungendo testi nuovi e più aggiornati e rilanciando corsi di formazione, iniziative culturali e di sostegno scolastico. Nella Repubblica Democratica del Congo, le Suore delle Poverelle ristruttureranno il Liceo Palazzolo a Kingasani e avvieranno una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e sull’importanza dell’emancipazione femminile attraverso l’istruzione e la formazione professionale.
Nel Continente americano, grande attenzione sarà data all’agricoltura quale volano di crescita e sviluppo. In Colombia, il Vicariato Apostolico di Puyo costruirà un centro per la raccolta e la vendita di prodotti agricoli coltivati dai gruppi familiari e soprattutto dalle donne indigene contadine. A El Salvador, la Diocesi di Santiago de Maria insieme alla Caritas nazionale avvierà una attività di “microcredito informale” attraverso la fornitura di attrezzature agricole e sementi per migliorare la produzione agricola locale. Nella Diocesi di Escuintla, in Guatemala, la Caritas sosterrà con l’acquisto di sementi, materiali e concimi per la coltivazione di mais le comunità rurali di El Níspero e Belize, dove la terra fertile è monopolizzata per quasi l’80% dalla coltivazione della canna da zucchero. In Brasile, invece, l’Arcidiocesi di Aracaju amplierà il centro educativo “S. Giuseppe operaio” a Santo Amaro das Brotas per svolgere attività di supporto sociale e scolastico a giovani che vivono situazioni di disagio.
Nel Continente Asiatico, uno dei progetti sarà realizzato in India, dove il “Cochin Service Social Society” promuoverà, nella Diocesi di Cochin, un percorso formativo per lo sviluppo socio-economico delle famiglie di detenuti, condannati ed isolati, vittime di suicidio e per l’integrazione dei lavoratori migranti poveri. Saranno organizzati seminari, lezioni, visite mediche, corsi e attività per minori, a beneficio di circa di 15mila persone.
In Medio Oriente, infine, grazie al progetto “Piccirillo Handicraft Center” (fondato nel 2018 dai Frati Minori Custodia della Terra Santa), l’Arcidiocesi di Genova sosterrà lo sviluppo dell’artigianato tradizionale palestinese con particolare attenzione alla difesa del patrimonio artistico e culturale di Betlemme e alla formazione dei giovani artigiani. Dell’intervento triennale, che comprende l’acquisto di macchinari di ultima generazione e l’installazione di un impianto fotovoltaico, beneficeranno 300 giovani di età compresa tra i 14 e19 anni (100 ogni anno) e 80 tra artigiani e piccoli imprenditori.
Migrantes Marche: domani la presentqzione del Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes
5 Dicembre 2022 - Loreto - Sarà presehtato domani a Loreto il XXXI Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. All'incontro - promosso dalla Commissione Migrantes Regionale per i direttori della Migrantes delle Diocesi marchigiane - interverrà Simone varisco della Fondazione Migrantes.
Anche due bimbi tra i dispersi in un naufragio a Lampedusa
5 Dicembre 2022 - Roma - A naufragare dovrebbero essere le nostre coscienze di fronte a notizie come quelle che purtroppo, offre oggi la cronaca sulle migrazioni. E invece a naufragare sono state, ancora una volta, le vite di chi si era imbarcato via mare in un “viaggio della speranza” trasformatosi poi in disperazione e morte. Ieri sera, un barchino di sei metri è affondato nelle acque antistanti l’isola siciliana di Lampedusa. La Guardia costiera è riuscita a trarre in salvo 32 persone, tra cui 3 donne. All’appello, però ne mancano 4, tra cui due bambini rispettivamente di 6 i mesi e 6 anni. L’imbarcazione era partita da Sfax, in Tunisia, ma è affondata prima di raggiungere le coste italiane.
Solo due giorni fa, sempre al largo di Lampedusa, si era registrato il rovesciamento di un altro barcone carico di migranti.
Anche in questo caso, la Guardia costiera era riuscita a salvare 40 persone, ma ci sarebbero almeno 3 dispersi, mentre l’hotspot dell’isola accoglie ora 479 migranti.
Intanto, le nave di ong continuano le operazioni di soccorso nel Mediterraneo: attualmente, a bordo della Geo Barents ci sono 164 sopravvissuti, tra un bimbo di soli 10 anni, mentre altre 103 persone, di cui 30 minori, sono state recuperate al largo della Libia dalle navi Humanity e Louise Michel.
Ulteriori novità srrivano anche per la rotta migratoria balcanica: la Commissione europea ha presentato oggi un piano d’azione basato su 5 pilastri, ovvero rafforzare la gestione delle frontiere lungo le rotte; attuare procedure di asilo rapide fornendo sostegno alla capacità di accoglienza; contrastare il traffico di migranti; rafforzare la cooperazione per i rimpatri e allineare le politiche in materia di visti. Suddiviso in 20 punti, il programma, spiega l’organismo Ue, «stabilisce una serie di misure per rafforzare il sostegno dell’Unione agli Stati membri che devono far fronte a
una maggiore pressione migratoria lungo le rotte dei Balcani occidentali». Quest’anno, infatti, gli spostamenti «sono notevolmente aumentati a causa di diversi fattori, tra cui le pressioni economiche e l’insicurezza derivanti dai conflitti in corso». «La risposta ai nostri problemi sulla migrazione è europea, il modo migliore per affrontarla è lavorare insieme», ha commentato il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas.
Solo due giorni fa, sempre al largo di Lampedusa, si era registrato il rovesciamento di un altro barcone carico di migranti.
Anche in questo caso, la Guardia costiera era riuscita a salvare 40 persone, ma ci sarebbero almeno 3 dispersi, mentre l’hotspot dell’isola accoglie ora 479 migranti.
Intanto, le nave di ong continuano le operazioni di soccorso nel Mediterraneo: attualmente, a bordo della Geo Barents ci sono 164 sopravvissuti, tra un bimbo di soli 10 anni, mentre altre 103 persone, di cui 30 minori, sono state recuperate al largo della Libia dalle navi Humanity e Louise Michel.
Ulteriori novità srrivano anche per la rotta migratoria balcanica: la Commissione europea ha presentato oggi un piano d’azione basato su 5 pilastri, ovvero rafforzare la gestione delle frontiere lungo le rotte; attuare procedure di asilo rapide fornendo sostegno alla capacità di accoglienza; contrastare il traffico di migranti; rafforzare la cooperazione per i rimpatri e allineare le politiche in materia di visti. Suddiviso in 20 punti, il programma, spiega l’organismo Ue, «stabilisce una serie di misure per rafforzare il sostegno dell’Unione agli Stati membri che devono far fronte a
una maggiore pressione migratoria lungo le rotte dei Balcani occidentali». Quest’anno, infatti, gli spostamenti «sono notevolmente aumentati a causa di diversi fattori, tra cui le pressioni economiche e l’insicurezza derivanti dai conflitti in corso». «La risposta ai nostri problemi sulla migrazione è europea, il modo migliore per affrontarla è lavorare insieme», ha commentato il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas.
8 Dicembre: dai bambini di “Fonte d’Ismaele” una “Luce per l’Ucraina”
5 Dicembre 2022 - Roma - In occasione della festa dell'Immacolata Concezione il prossimo 8 dicembre 2022 i bambini dell'associazione Fonte d'Ismaele lanciano l'iniziativa "Una luce per l'Ucraina" invitando tutti coetanei ad accendere una candela sul proprio balcone o davanzale alle ore 18 della sera come segno di vicinanza e solidarietà nei confronti dei tanti bambini ucraini che vivono costretti al buio e al freddo. "I nostri bambini - spiega Lucia Ercoli, presidente dell'associazione Fonte di Ismaele - ci hanno chiesto perché i loro coetanei ucraini non hanno luce e riscaldamento. E' stato difficile spiegare loro cos'è la guerra e le sue dinamiche perverse. Abbiamo deciso con loro di dare un segnale concreto di vicinanza e solidarietà ai loro coetanei ucraini proponendo anche agli adulti di accendere il pomeriggio dell'8 dicembre una piccola candela sul proprio balcone o sulla propria finestra. Vogliamo così riaccendere simbolicamente la speranza di pace proprio nel giorno dedicato alla Vergine, affidando a lei tutto il popolo ucraino".
Comunità Sant’Egidio: “allargare decreto flussi”
5 Dicembre 2022 -
Roma - Un appello al governo italiano per “l’allargamento del decreto flussi a tante figure professionali come infermieri e assistenti domiciliari, necessarie nell’aiuto alle persone anziani e disabili”. Lo ha lanciato oggi il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, durante la conferenza stampa a Roma per la presentazione della nuova edizione della guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, 280 pagine di indirizzi utili per chi vive per strada, conosciuta anche come la “Guida Michelin dei poveri”. “So che si sta discutendo in queste ore del decreto flussi – ha detto Impagliazzo –. Da tempo insistiamo presso diversi governi. L’ultimo decreto è stato di 69.700 persone. Chiediamo di allargarlo anche a quei Paesi che non hanno accordi diretti con l’Italia, come il Venezuela, il Perù e altri Paesi dell’America Latina dove c’è tanta cultura infermieristica”. Sant’Egidio chiede “l’equipollenza dei titoli e un decreto flussi che tenga conto anche dei bisogni delle famiglie, degli anziani, delle persone con disabilità”, ricordando che “Eurostat stima che l’Italia abbia bisogno di almeno 200.000 lavoratori l’anno, mentre delle 69.700 presenze dell’ultimo decreto flussi ne sono arrivate solo la metà, per problematiche burocratiche molto serie”.
Mattarella: volontariato “valore inestimabile”
5 Dicembre 2022 -
Roma - “Il volontariato rappresenta un valore inestimabile, espressione della solidarietà basata sulla consapevolezza di un destino comune a tutta l’umanità. Nelle sue diverse esperienze contribuisce alla coesione di ogni società e rappresenta un veicolo prezioso per la comprensione e la cooperazione internazionale”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale del volontariato.
Per il Capo dello Stato, “offrire soccorso a chi è in difficoltà con altruismo e abnegazione genera comunità inclusive, robuste, fondate sulla tutela dei diritti fondamentali. L’ampia e spontanea mobilitazione in aiuto delle comunità colpite da eventi calamitosi ne è testimonianza”, sottolinea il presidente, convinto che “il volontariato costituisce, altresì, una risorsa preziosa per le istituzioni che, con la valorizzazione della partecipazione della società civile, possono adottare misure più efficaci e vicine ai bisogni e alle attese delle persone”. “Le Nazioni Unite – ricorda Mattarella – esortano gli Stati membri a coinvolgere maggiormente i volontari nell’affrontare le emergenze e le nuove necessità collettive globali, tra le quali spicca il contrasto ai cambiamenti climatici e il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile”. “In questa Giornata, esprimo a coloro che offrono la loro opera il profondo senso di gratitudine della Repubblica”, conclude il presidente.
Migrantes Padova: dialogo sui diritti umani
5 Dicembre 2022 - Padova - Liberi di partire, liberi di restare. Un diverso modo per dire il diritto di emigrare e di non emigrare. Diritto che è sempre stato rivendicato fin dal principio delle migrazioni in partenza dall’Italia e dalle nazioni europee fin dalla fine dell’800, ma che oggi sembra vacillare di fronte a tanti avvenimenti.
L’applicabilità dei diritti è compito della giurisprudenza e per questo il Master di Diritto delle Migrazioni dell’Università di Bergamo ha organizzato, nei giorni scorsi, una Giornata di Studio con il titolo “Dialogo sui diritti umani. La tutela della libertà individuale e il contrasto alle nuove schiavitù”. Paola Scevi, che da tredici anni dirige questo Master di eccellenza per chi si occupa dei temi migratori, ha condotto i lavori e svolto la relazione “La tratta di persone nel contesto dei conflitti armati. Strategie di contrasto”. Prima ancora a parlare è stato il Card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Chi scappa dalla guerra, chi scappa da quella guerra che è la fame e la povertà, che è la negazione della propria dignità, avrebbe preferito restare e non partire. Dal momento che è partito, è necessario aiutarlo”. Sullo sfondo di queste parole appare evidente l’estensione della Convenzione di Ginevra del 1951 sui Rifugiati, oltre ai motivi di fuga al seguito dei conflitti armati. “Estendere la Convenzione di Ginevra sui rifugiati alla tratta degli esseri umani”, è stato uno snodo importante dell’articolata relazione della prof.ssa Scevi, che è anche membro di un gruppo di esperti del Consiglio Italiano Rifugiati.
Il Cardinale Zuppi ha ricordato che nella Bologna dell’anno Mille avvenne un’azione che unì umanesimo e utilitarismo, dando la cittadinanza a più di 5.000 persone altrimenti rimaste nel “limbo” della non-appartenenza e in balia degli sfruttatori. Con la cittadinanza si diede loro la possibilità di inserirsi nell’attività lavorativa: questo fece la fortuna di Bologna e siglò il “liber padadisus”. “
Si può rispondere con la giurisprudenza per dare diritti e fare uscire dal limbo tante persone, altrimenti soggiogate e violate. Dare loro diritti e anche doveri, per la loro e la nostra dignità.
A tal proposito la Prof.ssa Scevi ha richiamato e approfondito la Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite sul contrasto della tratta delle persone ed il contrasto delle organizzazioni criminali. La caratteristica transnazionale delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico delle persone e la tratta degli esseri umani, chiede la necessità di strumenti giuridici idonei a livello internazionale per poter agire con efficacia.
“Alzare muri di qualche metro, allargare muri di qualche metro, assieme alla vergognosa inconsistenza della cooperazione economica a favore di alcuni Paese”, ha detto il Card. Zuppi, “vuol dire non guardare al futuro”.
A questo futuro, costruito con la forza del diritto, si rivolge il Master di Diritto delle Migrazioni, che nel marzo del prossimo anno darà avvio ad una nuova edizione, di cui sono già aperte le iscrizioni. (Gianromano Gnesotto)
Una voce nel deserto
5 Dicembre 2022 - Città del Vaticano - Un uomo austero e radicale, allergico alla doppiezza. Così Papa Francesco parla, all’Angelus, di Giovanni Battista, una delle tre figure simbolo, assieme a Maria e al profeta Isaia, di questo tempo di Avvento che ci accompagna alla nascita di Gesù. A prima vista il Battista poteva incutere timore: era vestito “di peli di cammello”, si “cibava di locuste e miele selvatico”, e invitava “tutti alla conversione perché il regno dei cieli è vicino”, ricorda il vescovo di Roma. È Matteo che nel suo Vangelo ci fa incontrare Giovanni Battista che predica nel deserto della Giudea e battezza con l’acqua del fiume Giordano; “voce di uno che grida nel deserto”, voce che inquieta e chiama alla conversione. “Germoglio che spunterà dal tronco di Iesse”, il padre di Davide, come si legge in Isaia, la prima lettura: “su di lui si poserà lo Spirito del Signore” e giudicherà “con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra”. Passaggio da un prima a un dopo, Giovanni Battista, posto com’è tra passato e futuro, tra i profeti legati alla Parola – ecco la voce – e il nuovo orizzonte di speranza e fiducia in un Dio che nasce. In questo “qui e non ancora” l’invito alla conversione “perché il Regno dei cieli è vicino”, anzi “è in mezzo a noi”.
Più che un uomo duro “è un uomo allergico alla doppiezza” Giovanni Battista, afferma il Papa, tanto da mostrare una “reazione allergica” molto forte quando “si avvicinano a lui farisei e sadducei, noti per la loro ipocrisia”. Molti gli si avvicinavano per “curiosità o per opportunismo”, prosegue, “era diventato molto popolare”. E tra “doppiezze e presunzione” essi “non coglievano l’occasione di grazie”. Così quella voce, afferma Francesco, è come il grido di un padre “che vede il figlio rovinarsi e gli dice non buttare via la tua vita”, perché “l’ipocrisia è il pericolo più grave” e può “rovinare anche le realtà più sacre”. Per accogliere Dio, “non importa la bravura, ma l’umiltà”, ognuno di noi “deve confessare, prima di tutto sé stesso, i propri peccati, le proprie mancanze, le proprie ipocrisie; bisogna scendere dal piedistallo e immergersi nell’acqua del pentimento”.
Le “reazioni allergiche” del Battista, dice il Papa, fanno riflettere anche noi che a volte “guardiamo gli altri dall’alto in basso” e pensiamo “di non avere bisogno ogni giorno di Dio”. L’unica occasione in cui è lecito guardare gli altri dall’alto in basso, spiega, è quando “aiutiamo gli altri a risollevarsi”.
Voce, deserto; immagine che rimanda alla storia di Israele che proprio nel deserto si era formato come popolo, sperimentando la fedeltà a Dio e la consapevolezza della propria fragilità. Voce che inquieta e chiama alla conversione; voce di uomo, non volto o persona, che prepara l’avvento di un altro Uomo che “battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Il deserto è aridità e inattesa fecondità, e in qualche modo simboleggia il cuore arido di chi non è capace di accogliere l’altro. Questo tempo di attesa ci offre anche l’opportunità di cogliere i tanti deserti delle nostre vite, di individuare quei rumori che ci distraggono e ci allontanano da quella mangiatoia di Betlemme.
L’Avvento, luogo della prova, è dunque “tempo di grazia per toglierci le nostre maschere – ognuno le ha, dice il Papa – e metterci in coda con gli umili; per liberarci dalla presunzione di crederci autosufficienti, per andare a confessare i nostri peccati, quelli nascosti, e accogliere il perdono di Dio, per chiedere scusa a chi abbiamo offeso. Così comincia una vita nuova”. La strada è una sola, afferma il vescovo di Roma, quella dell’umiltà: “purificarci dal senso di superiorità, dal formalismo e dall’ipocrisia, per vedere negli altri dei fratelli e sorelle, dei peccatori come noi, e in Gesù vedere il Salvatore che viene per noi – non per gli altri, per noi – così come siamo, con le nostre povertà, miserie e difetti, soprattutto con il nostro bisogno di essere rialzati, perdonati e salvati”. Con Gesù, afferma ancora Francesco, “la possibilità di ricominciare c’è sempre”, c’è sempre “la possibilità di fare un passo in più. Egli ci aspetta e non si stanca mai di noi”.
In questo tempo di attesa, guardando alla Madonna, più forte deve essere la “nostra preghiera per la pace, specialmente per il martoriato popolo ucraino”. (Fabio Zavattaro - Sir)
Migrantes: domani a Basilea la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo
3 Dicembre 2022 - Roma - Verrà presentato domani a Basilea l'ultima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. A presentarlo, all'interno di "Aspettando Sconfinamenti” - il Festival dell'editoria italiana in Svizzera - Delfina Licata, coordinatrice del Rapporto. Con lei Toni Ricciardi, membro del Comitato Scientifico del RIM e Franco Narducci, già Vice Presidente della Commissione Affari Esteri della Camera. Ideaiti e promosso dal Comites di Basilea e dal GIR – Giovani Italiani in Rete, insieme a ITACA, con il patrocinio della Federazione delle Colonie Libere italiane in Svizzera (FCLIS), il supporto comunicativo di Radio Onefive e logistico del Quartiertreffpunkt Erlenmatt, il festival si svolgerà la prossima primavera a Basilea. L'iniziativa "si basa sulla condivisione di parole, immagini, pensieri e concetti tra la nostra comunità italiana e tutte le comunità con cui entriamo ogni giorno in contatto nelle nostre esistenze in migrazione". Il festival "vuole riportare la parola scritta, in italiano, i libri, a circolare nel piccolo angolo di Basilea per ricostruirvi intorno un terreno sconfinato di idee e immagini condivise, da cui ripartire per disegnare nuovi mondi possibili”.
Questa sera, in vista dell'appuntamento di primavera, la presentazione di “Storia dell’emigrazione italiana in Europa” (Donzelli editore 2022) di e con Toni Ricciardi - storico delle migrazioni - che dialogherà con Giangi Cretti, giornalista, presidente Fusie e consigliere Cgie. Ad introdurre i lavori l’intervento di saluto del reggente del Consolato, Giovanni Cavagnoli.
Domani la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo mentre l’8 dicembre verrà presentato “Luce nell’oscurità”, volume di Gloria E. Anzaldúa (Meltemi Editore 2022) con Elisabetta Careri, autrice dell’introduzione, Lavinia Hanay Raja, Ricercatrice del gruppo Ippolita e curatrice della Collana “Culture Radicali” di Meltemi e Amina Trevisan, Gran Consiglio Basel Stadt SP. L’anteprima si chiude l’11 dicembre con la tavola rotonda “La soluzione: sostantivo femminile” su migrazione-lavoro e migrazione-formazione dal punto di vista di genere.
Mattarella: gestione comune dei migranti cruciale per l’Ue
2 Dicembre 2022 - Roma - "La crescita dei Paesi posti sulle rive del Mediterraneo passa anche per una comune e lungimirante gestione dei flussi migratori che impoveriscono i Paesi di origine di energie utili allo sviluppo delle loro comunità". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo all'ottava edizione della Conferenza Rome Med - Mediterranean Dialogues. Per il Capo della Stato si tratta di una questione "decisiva e globale - come ben sa l’Organizzazione internazionale delle migrazioni - legata a dinamiche demografiche e d’interconnessione mondiale che appare vano pensare che possa eclissarsi e che dobbiamo, invece, in una logica di comune interesse, impegnarci a gestire". Anche su questo terreno - ha quindi spiegato Mattarella - diplomazia, istituzioni nazionali ed internazionali, a cominciare dall’Unione europea, "sono chiamate a un impegno comune fra loro e con quei Paesi più esposti a questo fenomeno e, penso alla difficile situazione che continua ad attraversare la Libia. Anche in questo caso sono in gioco la vita, il destino e la dignità degli esseri umani. E’ questione cruciale per la stabilità e per la prosperità dell’Unione Europea e per la stabilità e la prosperità del nostro vicinato meridionale. Proprio la dimensione e la complessità delle prove che abbiamo davanti a noi ci deve spingere ad affrontarle assieme, in uno spirito di forte solidarietà". I Dialoghi mediterranei hanno - ha concluso Mattarella - il "merito di rafforzare questa reciproca consapevolezza e di fornirci al tempo stesso uno strumento per individuare percorsi comuni". (Raffaele Iaria)
Papa Francesco: “migrazione essenziale per il bene del Mediterraneo, trovare soluzione comprensiva”
2 Dicembre 2022 -
Città del Vaticano - “Il Mediterraneo , oggi, stenta ad essere vissuto come luogo di incontro, di scambio, di condivisione e di collaborazione. Eppure, nello stesso tempo, è proprio in questo crocevia di umanità che ci attendono tante opportunità”. Lo scrive Papa Francesco nel suo messaggio ai partecipanti all’VIII Conferenza Rome MED Dialogues, in corso a Roma dal 1° al 3 dicembre. “Dobbiamo dunque riprendere la cultura dell’incontro di cui abbiamo tanto beneficiato, e non solo nel passato. Così si potrà ricostruire un senso di fraternità, sviluppando, oltre a rapporti economici più giusti, anche relazioni più umane, comprese quelle con i migranti”. Il Papa sottolinea uno dei fini della Conferenza, cioè quello di “rilanciare la centralità del Mediterraneo, attraverso il confronto su un’agenda particolarmente ricca di argomenti, che spazia dai temi di geo-politica e sicurezza, alla tutela delle libertà fondamentali della persona, alla sfida delle migrazioni, alla crisi climatica e ambientale”. La lettura del Papa è mossa da una consapevolezza: “I temi etico-sociali non possano essere disgiunti dalle molteplici situazioni di crisi geopolitica e anche dalle stesse problematiche ambientali. L’idea di affrontare i singoli temi in modo settoriale, separatamente e a prescindere dagli altri è, in tal senso, un pensiero fuorviante. Esso infatti comporta il rischio di giungere a soluzioni parziali, difettose, che non solo non risolvono i problemi ma li cronicizzano”. Francesco si sofferma sull'”incapacità di trovare soluzioni comuni alla mobilità umana nella regione, che continua a comportare una perdita di vite umane inammissibile e quasi sempre evitabile, soprattutto nel Mediterraneo”. “La migrazione è essenziale per il benessere di quest’area e non può essere fermata. Pertanto, è nell’interesse di tutte le parti trovare una soluzione comprensiva dei vari aspetti e delle giuste istanze, che sia vantaggiosa per tutti, che garantisca sia la dignità umana sia la prosperità condivisa”.
Migrantes, mons. Perego: l’unica modalità di governare le migrazione è quella dell’incontro
2 Dicembre 2022 - Roma - Di fronte ai dati veri dell’immigrazione “sembra che l’unica modalità di governare le migrazioni sia quella di creare muri, barriere ai confini. Ma la vera modalità è quella dell’incontro e del “costruire il futuro con i migranti”. Lo ha detto questa mattina mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes concludendo i lavori del Corso di pastorale migratoria promosso dall'Organismo pastorale della Cei. Tra le sfide mons. Perego ha citato quello della cittadinanza evidenziando che la mobilità crescente e diffusa chiede non di limitare, ma di estendere la cittadinanza a coloro che sino nati in Italia o che vivono nel nostro Paese da molti anni e si è chiesto “se non sia il caso di rivedere una legge che ritarda la cittadinanza, ritardando la partecipazione di molte persone alla vita sociale, culturale e politica del Paese”. Il presule ha anche citato gli studenti stranieri nel nostro Paese: una realtà scolastica multietnica e multiculturale che riguarda ormai il 10% di studenti in Italia e in alcuni contesti del Nord e del centro si arriva anche al 25% degli studenti pone la “sfida dell’accompagnamento”. Il presule ha quindi evidenziato il tema della partenza di molti italiani verso l’estero come conferma il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes: spesso partenze che non sono frutto di una scelta ma di una necessità di persone che non fanno più ritorno; il mondo dello spettacolo viaggiante, circa 80mila persone in Italia che “incontriamo spesso in un brevissimo tempo ma che seguiamo attraverso alcuni progetti soprattutto per lo studio dei ragazzi”. E ancora il mondo dei rom e sinti chiedendo un percorso di integrazione che passa da un riconoscimento dalle loro identità e valorizzazione di alcune competenze. Mons. Perego ha quindi ricordato, poi, alcuni articoli dello Statuto della Migrantes che invitano a stimolare anche la vita religiosa dei migranti nel nostro Paese. (Raffaele Iaria) Acri: il 16 dicembre per presentare pratiche di soccorso, accoglienza e integrazione
2 Dicembre 2022 - Roma - Venerdì 16 dicembre, alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti dei migranti, Acri organizza a Roma “Oltre i confini. Esperienze di migrazione” (Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, ore 10:30 - 12.30).
L’incontro è l’occasione per presentare alcune delle esperienze di pratiche di soccorso, accoglienza e integrazione dei migranti realizzate in questi anni dalle Fondazioni di origine bancaria, insieme alle Ong e al Terzo settore. Si tratta di sperimentazioni che possono rappresentare modelli utili per progettare politiche più ampie. Condotto dalla giornalista Rai Marina Lalovic, l’incontro prevede gli interventi di Giorgio Righetti, direttore generale di Acri; Vincenzo Cesareo, segretario generale di Fondazione Ismu; Tatiana Esposito, direttrice generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del ministero del Lavoro. A seguire una tavola rotonda con Andrea Angelini (Comunità di Sant’Egidio); Caterina Boca, capofila del progetto “Con i bambini afghani”; Giampaolo Silvestri, segretario generale di Avsi; Ada Ugo Abara, ("Forum delle Diaspore").
La Spagna si è commossa per i migranti sul timone
1 Dicembre 2022 - Madrid - Nemmeno l’essere sopravvissuti all’odissea disperata di 11 giorni, 264 ore infinite aggrappati al timone di poppa di una petroliera, fra i morsi del freddo e della fame, sferzati dalle onde e dal rumore assordante dei motori, aveva dato loro la dignità di migranti. Per la legge spagnola i tre giovani nigeriani fra i 23 e i 27 anni scampati alla morte dopo aver coperto i 4.600 chilometri dalla Nigeria alle Canarie, senza scali, penzoloni sull’oceano nell’anfratto fra l’enorme scafo della Alithini II e la pala del timone, sono «clandestini». Pertanto, destinati al rimpatrio con la stessa nave cisterna, che era salpata il 17 novembre dal Lagos per attraccare lunedì al Puerto de la Luz de Las Palmas, in Gran Canaria. E difatti due dei tre sopravvissuti, che erano stati trasferiti all’Hospital Negrin di Gran Canaria in ipotermia e disidratati, non appena dimessi sono stati riportati lunedì stesso sulla petroliera. La stessa sorte era riservata al terzo, ricoverato in condizioni più critiche, se non si fossero mobilitati la Commissione spagnola di Aiuto al rifugiato, la Chiesa e la Ong Caminando Fronteras, per frenare l’espulsione. Il resto l’ha fatto la rilevanza data dai media europei. Quindi, dopo il via libera delle autorità spagnole, una richiesta di asilo è stata presentata dal nigeriano ricoverato, dopo la visita di un membro della Diocesi delle Canarie. Mentre gli altri due migranti hanno chiesto asilo a bordo della Alithini II. Ora tocca alle autorità. (Paolo Del Vecchio - Avvenire)
Salesiani per il Sociale: ospitati oltre 40 afghani in fuga
1 Dicembre 2022 -
Roma - Sono 43 le persone appartenenti a 11 nuclei familiari in fuga dall’Afghanistan accolti in Italia dalla rete di Salesiani per il Sociale aps. Fanno parte dei 70 profughi messi in salvo nel corso di un anno grazie alla Rete Umanitaria della società civile, fondata dalla giornalista Maria Grazia Mazzola di cui fanno parte, oltre a Salesiani per il Sociale aps anche il gruppo Abele, l’Unione Donne in Italia, le Chiese cristiane evangeliche battiste, la cooperativa “Una Città non basta”, l’associazione “Federico nel cuore”. Le storie di queste persone verranno raccontate nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Roma il 6 dicembre.
“Accogliere queste persone – spiegano da Salesiani per il Sociale aps – ha significato dar loro una casa sicura. Abbiamo inserito bambini e ragazzi nel percorso scolastico e nelle attività degli oratori, comprese quelle estive. Alcuni hanno avuto bisogno di interventi sanitari per patologie pregresse. Abbiamo sostenuto le famiglie nella ricerca di un lavoro per dare loro la stabilità necessaria per guardare al futuro con serenità. Nelle comunità i molti laici si sono lasciati coinvolgere in questa accoglienza solidale, aiutandoli nella gestione quotidiana della loro vita, sostenendoli nell’imparare la lingua, nell’integrarsi in un nuovo territorio”.
“Ci siamo confrontati con una emergenza di profughi che chiedevano una ospitalità che si è rivelata poi la possibilità per loro di salvarsi la vita. Ringrazio le Comunità educative, le associazioni della nostra rete che si sono prodigate nell’inserimento scolastico e sanitario di queste persone – dichiara don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale –. Ora si apre la fase dell’autonomia, nella quale queste persone dovranno essere sostenute anche dalle autorità a ricostruirsi una vita serena, alla quale ciascuno ha diritto. Questa accoglienza ci ricorda quanto fatto da Don Bosco nella Torino dell’800, quando si prendeva cura dei bambini e dei giovani che emigravano nella grande città per riscattare la propria vita. Accogliendo queste famiglie afghane, salvando loro la vita, abbiamo fatto, come ci ricorda Papa Francesco, il nostro dovere cristiano: accogliere, proteggere e integrare i migranti. Nel profugo c’è il volto di Cristo che ci chiama a seguirlo: la loro presenza nelle nostre comunità è stato un segno della presenza di Dio”.
Renato Cursi, direttore generale di Salesiani per il Sociale aps, sottolinea che “testimoniamo un’impresa frutto di una sinergia virtuosa tra istituzioni e società civile. Con la rete di Salesiani per il Sociale, come i servi inutili del Vangelo, riconosciamo che abbiamo fatto quanto dovevamo fare. Ed è stato importante farlo insieme a tante persone e organizzazioni solidali con le vittime della crisi afghana, di cui in Italia dovremmo sentirci in qualche misura corresponsabili. Ora, insieme a queste persone e con il sostegno delle istituzioni, occorre guardare al presente e al futuro, soprattutto per i minori e i giovani coinvolti. Accogliere, proteggere, promuovere, integrare: questo significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuna di queste persone può apportare al processo di costruzione del futuro del nostro Paese”.
Vangelo Migrante: II domenica di Avvento | Vangelo (Mt 3,1-12)
1 Dicembre 2022 - Fa il suo esordio la figura di Giovanni il Battista che annuncia la svolta radicale della storia umana: il Cristo sta per venire. L’imminente arrivo del regno di Dio è legato all’assoluta necessità della conversione: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”.
La prima buona notizia è che Dio è vicino, è qui: Dio è accanto, a fianco, si stringe a tutto ciò che vive; come una rete raccoglie insieme, in armonia, il lupo e l’agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente (parola di Isaia), uomo e donna, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, bianco e nero. Il regno dei cieli è la terra come Dio la sogna, e in Gesù, incarnato, la realizza: si fa intimo come un pane nella bocca, una parola detta sul cuore, un respiro. Egli battezzerà in Spirito Santo e fuoco e chi si farà raggiungere cambierà vita, sarà immerso, avvolto, intriso, impregnato della vita stessa di Dio.
Riconosce i segni della vicinanza e della presenza del regno dei cieli, solo chi ha nel cuore la fame e la sete della giustizia. Chi non sente nel cuore il desiderio grande e la nostalgia intensa di una vita più giusta e più fraterna, non può riconoscerlo ed accogliere il Suo regno.
Proprio come quei farisei e sadducei a cui il Battista rivolge parole estremamente dure perché sa troppo bene che non sono disposti a cambiare vita: “razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?” Vanno nel deserto spinti dalla curiosità, ma con la convinzione di non aver nessun peccato da confessare e nulla da dover cambiare. S’illudono di potersi sottrarre all’ira di Dio attraverso la pratica di un battesimo solo esteriore, al quale non corrisponde nessun proposito serio di cambiare vita.
Spirito assai diffuso e pericoloso: più di quanto non si pensi. Ragion per cui le parole rivolte ad essi non possono non colpire la coscienza di ciascuno: “già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco”.
Cosa vuol dire? Vuol dire che così come nella vita non si va avanti se uno non accetta dei tagli, delle perdite, delle potature allo stesso modo non si accoglie il regno dei cieli se non si è disposti ad eliminare tutto ciò che non è buono o è ambiguo.
La prima forma di conversione è proprio il desiderio che il Signore arrivi con tutta la chiarezza e la bellezza che ha in sé; ma anche con la selettività che serve per liberarci dei rami stupidi e inutili della nostra vita.
Non possiamo proprio fare a meno, allora, di una venuta che, come fuoco, bruci le nostre menzogne e ci liberi dalle perdite di tempo, dagli inganni, dalle trappole, liberi il mondo da tutto ciò che non è il bene. Essa avrà il volto della misericordia di Dio, che non vuole la morte del peccatore ma la sua conversione, e la forza dello Spirito che sostiene, illumina, rafforza. (p. Gaetano Saracino)
Migrantes, mons. Baturi: braccia di una Chiesa in uscita pronta ad accogliere
1 Dicembre 2022 - Roma - “Seguire il Signore per le strade vuol dire guardare con occhi nuovi gli uomini e le donne che incontriamo e farci guidare dalla Sua Parola”. Lo ha detto ieri sera il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, durante una celebrazione con i partecipanti al corso di pastorale migratoria promosso a Roma dalla Fondazione Migrantes. Commentando il Vangelo della chiamata degli Apostoli Pietro e Andrea il presule ha sollecitato i nuovi direttori Migrantes, cappellani etnici e cappellani con le comunità italiane all’estero a “lasciarsi guidare e gettare la rete verso i fratelli in mobilità”. Il “vostro lavoro pastorale – ha quindi aggiunto - è pieno di incontri e di relazioni: questo è il campo dove gettare il seme per dare risposte concrete e di accoglienza verso chi tende a noi la mano”. Gli operatori pastorali Migrantes sono, ha concluso – le “braccia di una Chiesa in uscita chiamate a dare risposte a persone appartenenti ad un mondo variegato e poco conosciuto anche pastoralmente. Incontrarli è incontrare il Signore che chiama”.
All’incontro partecipano 40 persone provenienti dalle diverse diocesi italiane e dalle Missioni cattoliche Italiane in Europa. Il Corso di formazione si rivolge anzitutto ai nuovi direttori Migrantes regionali e diocesani e ai loro collaboratori, ai cappellani etnici che svolgono il ministero nelle diocesi italiane e ai missionari per gli italiani all’estero, operatori rom e sinti e dello spettacolo viaggiante. I lavori si concluderanno domani 2 dicembre con gli interventi del presidente della Migrantes, l’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego e del direttore generale, mons. Pierpaolo Felicolo. Durante queste giornate diversi interventi e testimonianze sulla pastorale della mobilità umana. (Raffaele Iaria)